Tecnica: il cambio della Honda MotoGP Mission R: 141 CV elettrici
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Tecnica: il cambio della Honda MotoGP Mission R: 141 CV elettrici
& TECNICA Il cambio a trazione continua Tecnica: il cambio della Honda MotoGP Novità pneumatici: Michelin, Bridgestone e Metzeler Mission R: 141 CV elettrici Superstock 1000: abbiamo corso al CIV Sport News DICIAMO ADDIO AL VECCHIO SISTEMA Il nuovo cambio Zeroshift a trazione continua è destinato ad equipaggiare le moto di serie. Se avrà successo darà il via a una rivoluzone tecnica: mandrà in pensione il vecchio sistema a innesti “discontinui”. Un riposo meritato, visto che è in giro da più di 80 anni. A destra: Andrea Dovizioso con la Honda RC212V. ECCO IL SEGRETO DELLA HONDA RC212V: IL NUOVO CAMBIO ZEROSHIFT. PER SCOPRIRE COM’È FATTO SIAMO ANDATI A VISITARE L’AZIENDA CHE (PARE) LO ABBIA PROGETTATO LA VERA NOTIZIA? PRESTO LO VEDREMO SULLE MOTO DI SERIE! di Ben Purvis TECNICA Il cambio a trazione continua IL CAMBIO NON È CAMBIATO A destra: Carlo Fumagalli sulla Moto Guzzi 500 C4V, la RC212V degli Anni ‘30. Su questa moto c’è già il cambio a ingranaggi scorrevoli sempre in presa, sistema nato negli Anni ‘20 e utilizzato ancor oggi, ovviamente evoluto. Sopra: un carter della Guzzi 500 Gran Turismo Corsa Leggera del ‘39. S i è visto fin dai primi test precampionato, e la prima gara in Qatar l’ha confermato: quest’anno la Honda è la moto da battere. A cosa è dovuto questo strapotere? Sicuramente a un progetto azzeccato, ma molti pensano che ci sia anche lo zampino del nuovo e misterioso cambio seamless-shift, l’inedito sistema di cambiata che trasmette il moto alla ruota senza soluzione di continuità tra una innesto e l’altro. Secondo molti esperti dietro questa tecnologia si nasconde la Zeroshift, azienda inglese specializzata in sistemi di trasmissione. Per vedere se è proprio così siamo andati nei dintorni di Londra, precisamente a Milton Keynes, per incontrare i tecnici che hanno lavorato a questo progetto. Sapere se la Honda stia o meno lavorando con la Zeroshift può incuriosire, ma è stato ben più interessante scoprire che questo sistema non è adatto solo alle competizioni: l’Azienda inglese infatti sta già collaborando con alcune grandi Case motociclistiche per introdurre la stessa tecnologia sulle moto di serie. Ce lo ha svelato l’ingegner Darren Mescall, progettista: “Siamo solo all’inizio. Ci sono voluti cinque anni per sviluppare il sistema operativo che gestisce il cambio e negli ultimi anni ci sono stati almeno due clienti che ci hanno 178 maggio 2011 s MOTOCICLISMO “Ci sono almeno due Case motociclistiche importanti interessate all’applicazione del sistema Zeroshift alle moto di serie. Entro la fine dell’anno saremo pronti per la produzione” Darren Mescall Progettista Zeroshift Darren Mescall chiesto di proseguire nella ricerca. Così siamo andati avanti. Siamo ancora in ritardo coi tempi prefissati, ora siamo ancora in fase di testing, ma entro la fine dell’anno faremo un annuncio importante: siamo pronti per la produzione in serie”. Il principio del cambio continuo Ad ogni cambio di marcia tra il disinnesto del rapporto attuale e l’innesto del successivo c’è un istante in cui gli ingranaggi lasciano un vuoto nella trasmissione della potenza. In questo breve lasso di tempo la ruota è libera, come se il cambio fosse nella posizione di folle. LA HONDA AVEVA GIÀ LA SUA TRAZIONE CONTINUA La VFR 1200 Dual Clutch usa un sistema differente con doppia frizione per annullare i tempi morti della trasmissione. E va citato anche l’HFT (Human-Friendly Transmission) del DN-01, sistema di trasmissione idromeccanico che varia istantaneamente il rapporto di trasmissione, automaticamente e senza soluzione di continuità. In accelerazione c’è quindi un momento in cui la spinta si ferma, per poi riprendere quando si passa al rapporto successivo. Viceversa in scalata: ad ogni passaggio di rapporto c’è un momento in cui manca il freno motore. Su strada questa mancanza del cambio tradizionale si risolve senza problemi semplicemente usando in modo opportuno la frizione e il comando dell’acceleratore; il difetto di base però resta. In pista invece non c’è rimedio, ad ogni cambiata si perde una piccola percentuale di spinta, e se in un giro si sommano tutti questi gap, ecco che alla fine si ha un valore significativo. Il cambio Zeroshift risolve questo problema, passando da un rapporto all’altro senza tagliare la trasmissione della potenza alla ruota posteriore nemmeno per un attimo. Non è l’unico sistema di questo tipo. Ci sono diverse aziende che stanno studiando soluzioni analoghe, ma quella messa a punto dai tecnici inglesi è probabilmente quella che meglio si adatta alla moto, sia alla struttura del cambio, sia al tipo di comando. NELLE AUTO SI COPIA LA F1 L’evoluzione più importante trasferita dalla Formula Uno alle auto di serie riguarda i cambi. I sistemi a doppia frizione, sviluppati per le competizioni ma abbandonati in fretta per peso ed ingombri eccessivi, permettono di avere tempi di cambiata fulminei. Questi cambi lavorano su tre assi, non due: quando un rapporto è inserito il successivo in accelerazione è già pronto, basta aprire una frizione e chiudere quella relativa agli ingranaggi che insistono sull’altro albero, senza attendere tempi morti. L’evoluzione alleggerita e ripensata è un cambio tradizionale a due alberi e singola frizione ma con una disposizione non tradizionale dei rapporti. È installato sulla Lamborghini ISR, concettualmente identica a una Formula Uno. Il sistema di innesto delle marce è elettro-idraulico, con sincronizzatori a triplo cono con fibre di carbonio. Quando un rapporto è inserito, il successivo (che non ha mai il manicotto comune con quello precedente) è già pronto, il passaggio di marcia avviene tramite attuatori che muovono indipendentemente tra loro le quattro forchette meccaniche. I momenti di folle durante i passaggi di rapporto si riducono tantissimo, ma non si annullano: il tempo minimo per il cambio marcia diventa di 50 millisecondi. Lo Zeroshift: un puzzle di ingranaggi Il cambio tradizionale ha questi brevi momenti di folle per via della meccanica degli ingranaggi; la Zeroshift ha progettato un complesso sistema di incastri che elimina questo difetto. Ecco come funziona. MOTOCICLISMO s maggio 2011 179 TECNICA Il cambio a trazione continua Per fissare le idee pensiamo a due marce: alla prima e alla seconda. Tra i due ingranaggi ci sono tre componenti: un anello di aggancio, un tamburo centrale solidale all’albero, un altro anello di aggancio speculare al primo. L’anello di aggancio ha tre denti, piatti da un lato, quello che si deve incastrare con l’ingranaggio (che ha tre scavi sul fianco fatti per accogliere questo dente), smussato dall’altro, per fare in modo che scivoli rapidamente fuori dallo scasso quando si deve eliminare la connessione ingranaggio-albero. Quando si inserisce la prima l’anello adiacente all’ingranaggio della seconda (nel disegno a fianco è quello blu) viene spinto verso l’ingranaggio della prima. I tre denti dell’anello - che attraversano il tamburo centrale ingranano, rendendo solidale l’ingranaggio della prima con il tamburo centrale, quindi con l’albero. L’operazione si conclude avvicinando anche l’altro anello (nel disegno è quello rosso), che rende solidale l’ingranaggio della prima all’albero. Questo secondo aggancio serve in rilascio, per trasmettere la coppia inversa del motore (freno motore). Quando si deve passare al rapporto successivo, nel nostro esempio alla seconda, si attiva la sequenza inversa di movimenti dei due anelli. L’anello corrispondente alla seconda (adiacente all’ingranaggio della prima, rosso nel disegno), non è sotto carico - ed è qui il trucco del sistema - e quindi può essere avvicinato all’ingranaggio ECCO COME FUNZIONA Questa sequenza mostra il funzionamento del cambio Zeroshift. Il dente blu è dedicato ad ingranare la prima in accelerazione e la seconda in rilascio (trasmette il freno motore); quello rosso è dedicato all’ingranaggio della seconda in accelerazione e della prima in rilascio. In questa sequenza sono mostrate le varie fasi, dalla partenza al passaggio prima-seconda. 1) Ingranaggi nella posizione di folle, non ci sono denti che ingranano; 2) Il sistema muove l’anello della prima (blu) verso l’ingranaggio della prima: così avviene l’aggancio e si trasmette il moto; 3) L’anello della seconda (rosso) segue immediatamente quello della prima completando l’innesto della marcia; 4) Inizia la fase della cambiata. In accelerazione il dente rosso non è sotto carico, e quindi si può muovere liberamente verso la seconda. 5) L’ingranaggio della seconda gira più rapidamente di quello della prima, il dente rosso si aggancia, trasmettendo all’albero - e quindi alla trasmissione completa - la maggiore velocità. 6) A questo punto l’ingranaggio della prima gira più lentamente: appena il dente blu si libera dal carico si sgancia sotto l’azione della molla seguendo il dente rosso; 7) Ultimo passaggio: il dente blu completa l’aggancio della seconda, che ora può lavorare in accelerazione (rosso) e in rilascio (blu). 1 2 3 4 5 Inquadrate questo tag con il telefonino per vedere il funzionamento del cambio. 6 7 maggio 2011 s MOTOCICLISMO della seconda, che gira più rapidamente. Quando i tre denti entrano negli scassi del fianco (dell’ingranaggio della seconda) avviene l’aggancio e si trasmette il moto. In quell’istante l’ingranaggio della prima (blu) non è più sotto carico e poiché è legato all’ingranaggio della seconda, lo segue, completando l’innesto. Complicato? Non preoccupatevi se non afferrate al volo questo funzionamento: a parole appare molto complesso, ma se guardate il filmato sul sito www.zeroshift. com tutto si chiarirà (beh, magari dopo due occhiate). I pregi oltre la coppia continua La possibilità di cambiare la marcia senza perdere la continuità della spinta è un grande vantaggio nelle competizioni ma questo non è l’unico obiettivo che si è posto la Zeroshift. Secondo Mescall infatti: “La continuità della coppia è vantaggiosa anche sulle moto stradali, perché permette di cambiare marcia in curva senza sbilanciare il veicolo. Inoltre è utile anche in scalata, in particolare nelle situazioni più critiche come sui curvoni veloci”. Ma c’è di più. La versatilità del sistema permette di realizzare dei cambi automatici o semiautomatici in modo semplice ed economico. Concettualmente il metodo è sempre quello del controllo via software, principio simile a quello che oggi troviamo sui sistemi di iniezione o di controllo della trazione più evoluti: i meccanismi del cambio sono azionati da una centralina digitale che contiene le strategie di funzionamento. A questo proposito Mescall dice: “Possiamo proporre diverse soluzioni per la produzione di serie, con il controllo automatico o manuale. Il primo si può realizzare senza difficoltà perché l’attuazione del cambio richiede forze di piccola entità; quello manuale resta però un’opzione importante perché molti motociclisti vogliono sentire la cambiata, e questo non si perde perché può rimanere il classico comando a pedale, dove è il piede del pilota ad azionare il meccanismo”. Il motociclista legato alla tradizione chiederà quest’ultima soluzione, ma il sistema automatico ha dei vantaggi notevoli. Perché può essere controllato da evolute strategie che permettono di eliminare gli errori, a tutto vantaggio della sicurezza, del consumo energetico e del controllo delle emissioni. Bill Martin, direttore marketing della Zeroshift, aggiunge: “Nella modalità “drive” il sistema usa sempre il rapporto più adatto, e questo assicura prestazioni, risparmio di carburante e quindi limita anche l’inquinamento. È anche vantaggioso per la sicurezza, perché il cambio UN SISTEMA DIVERSO La trasmissione del Suzuki Burgman 650 può simulare un cambio. Il meccanismo è lo stesso della classica trasmissione automatica, la differenza sta nella variazione del rapporto delle pulegge: nel funzionamento CVT (Continuously Variable Transmission) è continuo; nella modalità “cambio” è a gradini. Lo stesso principio è usato sull’Aprilia Mana. può essere azionato by-wire, cioè controllato dalla centralina, e questo si può fare offrendo o meno il comando della frizione. Quest’ultima poi può essere anch’essa di tipo clutchby-wire, cioè con comando meccanico ma indiretto, filtrato dalla logica. Se tutto è “by-wired” non esiste la possibilità di usare la trasmissione in modo errato, il software infatti corregge le eventuali manovre pericolose. Oltre garantire la sicurezza questo evita danni meccanici, a tutto vantaggio del pilota e della casa motociclistica, che deve assicurare la garanzia”. Il sistema automatizzato è quindi adatto anche per gli scooter. “La cinghia del sistema CVT - aggiunge Martin non è efficiente, ha una perdita variabile dal 20 al 35%, che rappresenta un costo importante. Passando alla trasmissione continua si manterrebbe la stessa facilità della guida tipica di uno scooter, ma con un 20% in più di prestazioni e un 20% in meno di consumo. Se ci fosse richiesta sufficiente per una vantaggiosa economia di scala potremmo ridurre i prezzi fino al livello di una semplice CVT, con un grande vantaggio funzionale e senza aggravio di costi per il cliente”. In questo momento non si può parlare di prezzi, perché si è legati al quantitativo prodotto, e questo vale MOTOCICLISMO s maggio 2011 181 TECNICA Il cambio a trazione continua anche per le moto. Dice Martin: “Se si tratta di un’applicazione speciale, allora si resta in una nicchia e il prezzo resta elevato, ma se si passa alla produzione di serie il prezzo della moto al pubblico non dovrebbe cambiare, cioè il sistema non dovrebbe costare più di un cambio normale”. Ogni applicazione ha una fase di diffusione sul mercato più o meno lunga, periodo in cui il costo è inizialmente elevato per poi scendere rapidamente. Per questo è ancora prematuro parlare dello Zeroshift applicato agli scooter; è invece più concreto immaginare di trovarlo a breve su una moto di fascia alta, come una superbike o una grossa tourer. Quali saranno queste moto ora possiamo solo immaginarlo, ma tra poco lo sapremo: uno di questi produttori presenterà un modello con il cambio a trazione continua entro la fine dell’anno. La Honda aveva già il cambio continuo Sul mercato c’è già una moto che offre molti dei vantaggi del cambio a trazione continua, la Honda VFR1200 equipaggiata con la trasmissione semiauto- AdverTime-MI Sprint Filter P08 è l’innovativo filtro in tessuto di Poliestere, materiale sintetico con passaggi calibrati da 80 micron. 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Il primo è dedicato agli ingranaggi delle marce dispari, 1a, 3a, 5a; il secondo a quelli pari, 2a, 4a, 6a. Funziona facendo lavorare le due frizioni in modo alternato: quando innesta una, l’altra disinnesta, così la trasmissione è sempre in presa. Il principio è concettualmente semplice, ma il sistema è un po’ ingombrante e complesso: oltre al doppio cambio ci sono l’impianto idraulico che deve gestire gli ingranaggi e una sofisticata elettronica che coordina le transizioni tra le due frizioni. Anche se il Dual Clutch funziona - e funziona bene - la Honda non ha potuto trasferire questa tecnologia sulla MotoGP perché le Norme vietano l’uso dei sistemi a doppia frizione. Non vietano, invece, le trasmissioni a trazione continua, regola che dà un vantaggio al sistema Zeroshift e alla sua relativa semplicità. Dice Mescall: “Molti costruttori apprezzeranno il fatto che lo Zeroshift non è molto dissimile da un cambio nor- male. Le aziende non devono quindi affrontare una tecnologia nuova e sconosciuta, perché i principi di produzione e di assemblaggio sono gli stessi. Dal punto di vista produttivo non ci si allontana da quello che è lo standard, e l’introduzione di questa applicazione sarà quindi molto facile”. Anche i motociclisti la penseranno così. Lo Zeroshift infatti offre la trasmissione continua e può essere completamente automatizzato e gestito da un software complesso, ma al pilota si può anche far vedere come un tradizionale cambio meccanico. Si possono quindi usare ancora il comando a pedale, sentire il lavoro del selettore e operare con una normale frizione. Torniamo al segreto della Honda: usa lo Zeroshift? Non lo sappiamo ma ciò che si vede sulla MotoGP assomiglia molto a un cambio tradizionale che rispetta il regolamento, e questo rafforza i sospetti che dentro i carter HRC si nasconda un sistema Zeroshift. Visto che a breve un’importante Casa motociclistica dichiarerà di aver adottato questo tipo di cambio, temiamo che questo segreto della Honda non durerà a lungo... AdverTime-MI Disco T- Drive » Piu’ leggerezza » Piu’ stabilita’ in frenata » Piu’ resistenza agli stress termomeccanici » Piu’ trasmissione della coppia frenante. Mescola Z04 « Specifica uso pista « Potente e modulabile « Elevata stabilità alle alte temperature « Materiale d’attrito sinterizzato. » Disponibili per le più diffuse SuperSportive.« Campioni del Mondo World SuperSport 2009. Distribuito da: [email protected] www.motorquality.com MOTOCICLISMO s maggio 2011 183
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