The Mona Lisa Code - Narrativa - Eclipse

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The Mona Lisa Code
L A
T U A
P U B B L I C I T À
Venerdì 01 Luglio 2011 00:30 Chiara Alivernini Letteratura
by Scott Lund
Italian translation by Chiara Alivernini
Dopo secoli di speculazioni e di interpretazioni spesso errate,
ecco che il sorprendente ‘enigma’ di Monna Lisa di Leonardo da
Vinci è qui risolto per la prima volta. L’opera d’arte più famosa
al mondo non è il ritratto di una donna mortale, bensì la
rivelazione di una singola anima celeste divisa in due corpi
terreni.
Monna Lisa è infatti un’anima ermafrodita (maschile-femminile),
che rappresenta il mistero e il paradosso, se vogliamo,
dell’inizio della Vita. Per realizzare questa sua geniale visione, Da
Vinci unì l’eresia di un dio pagano con il mistero cristiano della
Genesi umana. Egli espresse la sua concezione divina attraverso
il simbolismo dualistico di Giano, detto Bifronte, il dio romano
con due facce.
Ora, la “Monna Lisa” può essere vista più chiaramente se si passa attraverso i meccanismi interni
della mente geniale di Da Vinci. Queste conclusioni si basano , dunque, sugli scritti dello stesso Da
Vinci, un vero e proprio codice che è nascosto nel dipinto e le sue ovvie interpretazioni simboliche.
Una convinzione, specialmente, che incuriosì Da Vinci, fu ovviamente l'idea che una madre ed il suo
nascituro possano condividere un’unica anima. Da Vinci ha scritto molto ed in modo esplicito
sull’argomento ed i suoi tentativi di comprendere il mistero dell'anima condivisa, il che
probabilmente era al centro delle sue autopsie esplorative dei feti e degli uteri.
Apparentemente, la sfida artistica che Da Vinci lanciò a se stesso non era quella di dipingere un
corpo umano normale, ma, piuttosto, la meraviglia impressionante di un'anima celeste colta nel bel
mezzo della sua vita, originante il sacro atto della divisione in due anime distinte. Utilizzando la
dualità del dio Giano, come la sua ispirazione, Da Vinci ha sviluppato in modo unico un tema quanto
mai adatto ed intelligente per dipingere due distinte entità corporea come un' unica entità
metafisica.
E C L I P S E
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A D V E R T I S E
Decisamente più rivelatore, in tal senso, è l'anagramma che ho decifrato e che si verifica quando le
lettere di MONA LISA sono anagrammate originando le due parole latine: ANIMA SOL, che si
traduce letteralmente come "Soul/Sun dio".
Sol era il dio pagano che poi divenne il Sol Invictus (Invincible Sun) dell' imperatore cristiano
Costantino. In realtà, il mito del dio Sole aveva un'origine intrigante. Sol si era evoluto infatti dal più
arcaico dio Giano.
Romolo, il leggendario fondatore di Roma, ebbe fama di essere il primo a coltivare il culto di Giano
e, successivamente, Giano fu considerato fra i primi in importanza, rispetto agli altri dèi. Come dio
dei "nuovi inizi," Giano aveva la funzione di rivestire i panni di sorvegliante, ruolo appropriato se si
parla di inizio in quanto “inizio della vita” appunto, e per i Romani non è mai iniziato alcun lavoro
senza che venisse invocato il suo nome.
Janus è stato spesso caratterizzato fisicamente come un uomo con la testa barbuta, costituita da
due facce che guardano in direzioni opposte. Mentre da un lato, dunque, la duplice natura di Giano
era chiara, le sue rappresentazioni virili smentirebbero la credenza che egli potesse essere un Dio
che era per metà femminile. Questo lato femminile, tuttavia, ha trovato espressione attraverso la dea
Jana, la sua meno conosciuta omonima.
G A L L E R Y
L E T T E R A T U R
Per questo, anche se apparentemente era un dio dalla natura maschile, Janus rappresentava un
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personaggio sessualmente ambiguo, che assomigliava probabilmente allo stesso Da Vinci,
rappresentando così una metafora interessante, per l’autore stesso, da usare.
Considerando il suo significato associato, anagrammando “SOL ANIMA,” l’espressione può essere
fedelmente interpretata come "l'anima di Giano." Poiché l'anagramma definisce e sintetizza piuttosto
chiaramente quella che era l'intenzione di Da Vinci, è evidente dunque che egli fu il primo a
chiamare la sua pittura la "Mona Lisa," e non (come molti credono) il suo biografo Vasari. Con il
significato di “Giano” evidentemente nascosto all'interno del nome di "Mona Lisa," da Vinci voleva
infatti ingannare non solo gli occhi dei non iniziati, ma anche le loro orecchie.
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Il significato simbolico della "Mona Lisa" fa più impressione se lo spettatore vede la pittura come un
“composit”, la duplice unione di un ermafrodita con una sola anima. Il lato destro del dipinto
rappresenta una donna incinta, mentre il lato sinistro del dipinto rappresenta un feto di sesso
maschile. (se la figura è di fronte a chi la guarda, il suo lato destro è maschio e la sua sinistra, o lato
sinistro, è decisamente femminile.)
La ragione per la quale il volto della "Mona Lisa" non ha le sopracciglia, e nemmeno le ciglia, è
perché i peli facciali sono in boccio, come quelli dell’infante non ancora nato. Per lo stesso motivo,
Da Vinci dipinse la struttura del viso in modo tale che non vi sia alcuna indicazione a che i denti
possano esistere o meno, dietro il sorriso
enigmatico.
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Il modo in cui le mani sono raffigurate è anche
più eloquente. La mano grassoccia di destra
domina la mano sinistra, più debole, che coglie
la fine del bracciolo. Ciò simboleggia
chiaramente l'entità separata di un feto
maschio robusto che guadagna in vitalità a
scapito di una madre che soffre invece il dolore
del parto.
Le acque tempestose della gravidanza sono
rappresentate nel lago minaccioso che è
raffigurato sullo sfondo, nella parte sinistra del
dipinto. Dal lago si snoda una strada bordata
da un bel color rosso-sangue, che simboleggia
in modo evidente un cordone ombelicale.
Tutto intorno ci sono formazioni rocciose
surreali,
con sporgenze irregolari che
sembrano non aver mai visto gli effetti erosivi
del tempo e del passar del tempo. Da Vinci ha
dipinto magistralmente questa parte del
paesaggio, in un modo che descrive
perfettamente la natura cruda del nascituro.
Al contrario, il lato destro del quadro - il lato che rappresenta la madre - è calmo e pastorale, con
un ponte che fornisce un collegamento con la civiltà.
L'orizzonte, sul lato destro, è maggiore di quello sul lato sinistro, il che sta a significare la superiorità
della madre. La sua superiorità si vede, d’altro canto, anche nel predominio del lato sinistro del viso.
In quanto anima, presumibilmente non doveva indossare gioielli, così vediamo come la figura della
"Mona Lisa" non porti nemmeno un anello – neanche un anello nuziale.
A da Vinci sono voluti anni per dipingere la "Monna Lisa", perché ha usato una tecnica chiamata
“sfumato accurato”, che ha necessitato l'applicazione di migliaia e migliaia di puntini di colore. Ciò ha
provocato un incandescente, ultraterreno effetto, che ben si addice alla rappresentazione di un'
anima celeste. La quantità incredibile di tempo necessario è dovuto al fatto che Da Vinci non si era
mai separato dalla pittura, cosa resa evidente dal fatto che non è gli è mai stato commissionato un
ritratto da una donna sposata e ricca. La donna identificata come Lisa Gherardini era probabilmente
stata presa a modello per fornire l'aspetto femminile al dipinto.
Estremamente importante, e di solito trascurato dallo spettatore, sono le due basi parziali di pilastri,
su entrambi i lati della figura centrale. Ci sono quattro copie storiche della "Monna Lisa" fatte da altri
pittori, e tutti quanti dipingevano un paio di colonne di pietra completa. Questo sembra suggerire
che il dipinto originale era, probabilmente, tagliato ai lati. Non solo i due pilastri sostengono il tema
complessivo della bi-formità, ma creano anche le basi per quello che era il simbolo primario del
dio Giano – un arco!
Giano era infatti considerato dai Romani quale il Dio di tutti i cancelli, delle porte e degli archi. La
parola latina per porta (Janua) è derivato dal suo nome, e tutti gli archi trionfali sono stati costruiti
per la sua rappresentazione.
Al centro del Foro Romano sorgeva il tempio di Giano. Aveva un passaggio con ingresso ad arco
su entrambe le estremità, fiancheggiato da colonne. Questo tempio è stato sicuramente ispirazione
per Da Vinci per l'impostazione architettonica della "Monna Lisa," poiché nel dipinto vediamo la sua
figura eterea seduta in un luogo di fronte ad un arco colonnato.
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Ci sono state speculazioni concernenti la possibilità che l'assistente omosessuale di Da Vinci, di 25
anni, Salai, fosse in qualche modo integrato/utilizzato per il volto di "Monna Lisa." Nel contesto del
simbolismo di Janus , ciò sembra probabile. Anzi, sarebbe proprio come aggiungere un ulteriore
livello di complessità alla pittura di Da Vinci.
Le lettere MONA LISA possono infatti anche essere riassemblate in lun Salai, che significa "il mio
Salai" in francese.
Alcune caratteristiche del "Mona Lisa" assomigliano certamente sia al Da Vinci che al Salai, ed è
possibile che da Vinci abbia fuso la sua somiglianza con quella del suo compagno di vita, che egli
considerava la sua "altra metà." Il necessario aspetto femminile del dio dai due sessi potrebbe
essere stato successivamente raggiunto con l'aggiunta delle caratteristiche fisiche di Lisa Gherardini.
Con la probabile presenza, nel dipinto, di Salai, di Lisa Gherardini e dello stesso Da Vinci, ho pochi
dubbi sul fatto che la Gioconda rappresenti in reltà l'ego del Da Vinci, pari a quello di una donna
che ama se stessa.
© 2010 Scott Lund. This article is printed
by permission of the writer. All rights reserved.
- leggi anche:
Scott Lund : un uomo per un mistero
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Investigative writer and documentary producer of the Mona Lisa Code
scritto da Scott Lund , luglio 01, 2011
Thank you and Congratulations, Eclipse magazine!
Your news about the Mona Lisa Code is the first time the story has been run in Italian
language. You are the first European news coverage of these discoveries, and you deserve
credit for truly making this story "International."
Chiara Alivernini has done a wonderful job in making Italians aware of this story which is so
much a part of our shared culture.
It is my hope that understanding of my original article will serve as the basis for new
discoveries about the Mona Lisa that I will reveal in Rome on September 10, 2011.
All the Best to you and your readers!
Scott Lund - the Mona Lisa Code
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