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SERIAL KILLER FRANKO B THOMAS quAlMANN GALLERIA PORTA LATINA 20 OTTOBRE - 30 NOVEMBRE 2013 CATAlOGO REAlIZZATO IN OCCASIONE DEllA MOSTRA SERIAL KILLER FRANKO B THOMAS QUALMANN GAllERIA PORTA lATINA ROMA 20 OTTOBRE - 30 NOVEMBRE 2013 A CuRA DI TIZIANA D’ACCHILLE DIREZIONE MARIO FELICI COORDINAMENTO E uFFICIO STAMPA VALERIANA BERCHICCI AllESTIMENTO MARCO VISONE PROGETTO GRAFICO DESIGN FACTORY FOTOGRAFIE SALVATORE BARBA STAMPA PAGE SERVICE ORARI DEllA MOSTRA GIOVEDÌ, VENERDÌ, SABATO 16.00 - 19.00 © 2013 ACHILLEA FELIX ISBN 978-88-909251-0-8 galleria porta latina GALLERIA PORTA LATINA VIA lATINA, 15A 00179 ROMA 06 77073098 - 349 5789425 [email protected] GAllERIAPORTAlATINA.IT SERIAL KILLERS TIZIANA D’ACCHIllE Il serial killer è una figura che la società occidentale contemporanea ha individuato e descritto come una persona generalmente molto ben organizzata, determinata e fortemente dipendente dalla sua attitudine criminale. La letteratura e il cinema contemporanei sembrano essere davvero ossessionati da questo nuovo, apparentemente onnipotente, personaggio. Gli eventi di cronaca degli ultimi trent’anni mostrano un’indiscutibile crescita del fenomeno dell’omicidio seriale o, forse, una più consapevole e maturata capacità di riconoscerlo da parte delle autorità investigative. L’omicida seriale programma quotidianamente ogni sua mossa e riesce a dare una continuità – anch’essa in qualche modo ‘seriale’ – al suo lavoro. Esiste un filone delle scienze umane e in particolare della nuova scienza del comportamento che nelle sue accezioni estreme ha portato – e non è chiaro se queste conclusioni siano al momento ancora accettabili – a considerare l’attività artistica come una sorta di flusso di sfogo non solo per gli impulsi creativi, ma anche, opportunamente sublimati, per gli impulsi criminali. Basti pensare ai nuovi e sempre più diffusi metodi terapeutici di supporto alla cura del disagio psichico, la cosiddetta ‘arteterapia’ e a tutte le sue diverse declinazioni che assumono, sempre e comunque, il presupposto che l’attività artistica in genere sia un metodo efficace per convogliare urgenze distruttive all’interno di un manufatto o di un’“azione” artistica. Una simile lettura del processo creativo, ancorché mutuata dalla visione romantica che definisce l’artista come un individuo parzialmente posseduto da forze a lui stesso sconosciute non sempre trova riscontro nella realtà dei fatti e, soprattutto, nella pratica del ‘fare’ artistico. C’è però un segmento preciso della storia dell’arte contemporanea che più di ogni altro sembra avvalorare l’ipotesi del processo creativo come esito virtuoso di una qualche forma di disagio, ed è proprio la performance e la sua più audace ramificazione, la body art. Ai tempi della sua teorizzazione, sul finire degli anni sessanta, la performance fu vista come un riappropriarsi di una funzione sciamanica da parte dell’artista, funzione che si era persa addirittura dai tempi 3 TIZIANA D’ACCHIllE SERIAL KILLERS dell’invenzione del supporto dell’opera d’arte. Tutta la storia dell’arte occidentale fu letta come un progressivo predominio di azioni ‘autoritarie’ da parte dell’artista che lo avevano portato ad abbandonare il suo ruolo di tramite con una realtà superiore, divina. Si richiamarono pratiche ancestrali e riti iniziatici in cui la coscienza subiva profonde alterazioni rispetto alla realtà sensibile. Uno dei metodi utilizzati per provocare l’alterazione degli stati di coscienza fu l’assunzione sistematica di sostanze psicotrope, mentre gli interventi diretti sul corpo, di matrice violenta e/o cruenta divennero mezzi altrettanto efficaci per l’induzione di uno stato percettivo amplificato e potenziato. 4 Franko B è stato, a partire dagli anni ottanta, uno degli interpreti più selvaggi e autorevoli della body art. Le sue performance cruente ne hanno segnato definitivamente il passaggio da una forma di rebel art confinata entro la scena underground alla consacrazione nel novero delle forme artistiche contemporanee universalmente riconosciute e accettate. Oltre al grande contributo dato in questo campo, Franko B ha spaziato dalla pittura alle installazioni e alla fotografia. Negli ultimi anni la sua attenzione si è concentrata su soggetti particolari come gli homeless, i giovani soldati, personaggi fragili ma protagonisti del nostro tempo. Perché intitolare questa mostra ‘Serial killer’? Perché, e sono proprio Franko B e Thomas Qualmann a volerlo sottolineare, un artista condivide con il criminale seriale più di un aspetto. La solitudine nello studio, ore e ore trascorse quotidianamente nella manipolazione dei materiali, la meticolosa pianificazione del lavoro, la catarsi dello show. Nel caso di Franko B l’acting out delle vicende emotive personali si è tradotto, sin dai suoi esordi, in azioni performative spesso cruente e dissacratorie, che hanno avuto per oggetto il suo stesso corpo, divenuto nel corso degli anni una sorta di palinsesto vivente dal quale sono via via emerse stratificazioni dolenti e segni ossessivamente ripetuti. Artista ‘figurativo’ per sua stessa tenace definizione (I am essentially a painter who also works on performance), muove i primi passi nell’ambiente dei locali underground, in primis londinesi, dove le pratiche estreme sono il TIZIANA D’ACCHIllE SERIAL KILLERS linguaggio corrente. Le sue prime, sconcertanti, performance lo vedono nudo e coperto del suo stesso sangue, in un richiamo alla grande stagione performativa degli anni sessanta e settanta che ha portato all’attenzione della scena mondiale artisti come Gina Pane, e per alcuni aspetti i componenti del Wiener Aktionismus. Le sue vicende biografiche, avvincenti e tragiche al tempo stesso, trovano un giusto parallelo narrativo nelle performance, nelle azioni autolesive, talvolta di notevole forza drammatica, ma anche nel lirico e delicato repertorio di immagini descritte nelle opere pittoriche. In ‘Serial killer’ il sangue è ormai solo evocato dalla leggera presenza di sagome di giovani uomini (soldati, adolescenti) spesso còlti nell’atto di subire o di esercitare azioni costrittive. Forzati alla violenza, con lo sguardo ancora bambino e i lineamenti delicati, questi innocenti assassini sono descritti solo dal profilo della loro sagoma, ottenuta attraverso un paziente lavoro di ricamo sulla tela grezza, quasi a sottolineare con il gesto ripetitivo dell’ago che fora la superficie del quadro quell’attitudine compulsiva richiamata dal titolo. La medesima attitudine riscontriamo nelle opere di Thomas Qualmann, giovane artista emergente inglese che qui rappresenta bene il senso dell’ossessiva ripetitività nella serie di carte a grafite in bianco e nero. Quello con Franko B è un sodalizio esistenziale, prima ancora che professionale, che in questa occasione trova un suo punto di incontroconfronto. Le opere su carta di Qualmann sono l’esito della sua ultima ricerca, iniziata già da diversi anni, sulle infinite possibilità visive ottenute dalle diverse angolazioni percettive di una stessa superficie. La sua vicenda artistica rivela un interesse da vero e proprio investigatore per le molteplici varianti del ritmo frattale di elementi naturali come, ad esempio, un fiocco di neve oppure una figura geometrica. In ‘Serial killer’ il ritmo e l’alternarsi dei bianchi, dei neri, dei grigi, delle opere esposte ripercorre a gradazioni e dimensioni crescenti quasi un tracciato mentale dell’artista che sembra esercitare l’azione di uno 5 TIZIANA D’ACCHIllE SERIAL KILLERS sguardo amplificato al microscopio. Le texture che Qualmann disegna accuratamente in sequenze macromicroscopiche sono in realtà i suoi mandala personali, i rifugi del pensiero, i sicuri ingabbiamenti dell’angoscia. In questo senso il carattere di ripetitiva metodicità arriva a toccare vertici di vero e proprio virtuosismo: ogni singolo elemento delle scacchiere di Qualmann è realizzato con inchiostro nero differentemente diluito e questo gesto è ripetuto centinaia di volte, sempre con la stessa meticolosa precisione. Questi lavori così devotamente descritti fin quasi all’impossibile dialogano per contrasto con l’essenzialità delle opere di Franko B, pur nella diversità del linguaggio. Due artisti, in conclusione, accomunati dalla necessità di dover vivere accompagnati per sempre dall’urgenza della creazione, dalla forza rigenerante del ciclo di morte e rinascita dell’opera d’arte, dall’ineluttabilità del proprio destino di serial killers finalmente risolti. Ottobre 2013 6 TIZIANA D’ACCHIllE SERIAL KILLERS Since the eighties Franko B has been one of the wildest and most authoritative representatives of Body Art. His bloodsoaked performances turned Body Art from a sort of rebel art confined to the underground scene into a universally recognised and accepted contemporary artistic expression. In addition to the great contribution made in this field, Franko B’s talents have ranged from painting to installations and photography. In recent years his focus has been on specific subjects like the homeless and young soldiers, fragile protagonists of our time. Why call this exhibition Serial Killer? Because as Franko B and Thomas Qualmann are keen to emphasise, an artist has several things in common with a serial killer. The solitude, the many hours spent in the daily manipulation of materials, the meticulous planning of the work, the catharsis of the show. In the case of Franko B the acting out of his personal and emotional events translated early on into performing often bloody and irreverent actions with his own body as the object. In fact, over the years his body has become a living palimpsest upon which painful stratifications and obsessively repeated marks have gradually emerged. He calls himself a figurative artist “I am essentially a painter who also works on performance”, and started off in London’s underground scene, where such extreme practices are prevalent. His first disturbing performances see him naked and covered in his own blood. They remind us of the great performing era of the sixties and seventies, which brought artists such as Gina Pane, and to a certain extent the members of the Wiener Aktionisms, to the international stage. His life story is enthralling and tragic at the same time and finds a parallel narrative not only in his performances and in the self harming actions which are sometimes strongly dramatic, but also in the lyrical and delicate images of his paintings. In Serial killer blood is by now only evoked by the faint presence of silhouettes of young men (soldiers, teenagers) often caught in the act of enduring or performing coercive actions. These innocent killers, with childlike eyes and delicate features, are forced to violence and depicted as killers only through the outline of their silhouettes. The artist achieves this with painstaking embroidery on the raw canvas, and the repetitive gesture of the piercing needle seems to emphasise the compulsive attitude implicit in the title. The same attitude can be seen in the work of Thomas Qualmann, a young and emerging English artist, who effectively portrays the feeling of obsessive repetition in his series of black and white graphite works. His association with Franko B is not just professional but also existential and in Serial Killer the two artists come together and confront each other at the same time. The work on paper by Qualmann is the outcome of his latest research on the endless visual possibilities obtained by the different angles of perception in the same area. His art reveals the interest of a researcher for the multiple variants of the fractal rhythm of natural elements, such as a snow flake or a geometrical shape. In Serial killer the rhythm and the alternation of whites, blacks and greys suggest Qualmann’s mental journey viewed through a microscope. Qualmann’s textures are accurately drawn macro-microscopic sequences; in reality his personal mandalas, the shelters of his thoughts and the safe cages of his anguish. His repetitive methodicalness becomes virtuosism: every single element of Qualmann’s chessboards is achieved with black ink, differently diluted and repeated hundreds of times with the same meticulous precision. Despite the contrasting mediums and styles of the artists, their works flow together and achieve a unifying dialogue. The two artists share a need to live for their constantly evolving creative process, through which their fate as serial killer is finally placated. 7 FRANKO B 10 SENZA TITOLO CM 80 x 50 COTONE Su TElA ANNO 2013 SENZA TITOLO CM 60 x 60 COTONE Su TElA ANNO 2013 11 12 SENZA TITOLO CM 120 x 120 COTONE Su TElA ANNO 2013 A DESTRA SENZA TITOLO PARTICOlARE 14 SENZA TITOLO CM 100 x 100 COTONE Su TElA ANNO 2013 SENZA TITOLO CM 110 x 110 COTONE Su TElA ANNO 2013 NEllE PAGINE SEGuENTI SENZA TITOLO PARTICOlARE 15 16 17 18 SENZA TITOLO CM 80 x 100 COTONE Su TElA ANNO 2013 SENZA TITOLO CM 80x 100 COTONE Su TElA ANNO 2013 19 20 SENZA TITOLO CM 150 x 150 COTONE Su TElA 2010/2011 21 22 SENZA TITOLO CM 150 x 150 COTONE Su TElA 2010/2011 23 24 SENZA TITOLO CM 150 x 150 COTONE Su TElA 2010/2011 25 26 SENZA TITOLO CM 183 x 153 ACRIlICO Su TElA 2007 THOMAS quAlMANN 30 A GREy SquARE [1-64] CM 16 x 16 x 64 MODulI INCHIOSTRO Su CARTA 2012 NEllE PAGINE SEGuENTI A GREy SquARE [1-64] PARTICOlARE 31 32 TITOLO CM ?? x ?? TECNICA ANNO TITOLO CM ?? x ?? TECNICA ANNO 33 34 A GREy SquARE [1-16] CM 16 x 16 x 16 MODulI INCHIOSTRO Su CARTA 2012 A GREy SquARE [17-32] CM 16 x 16 x 16 MODulI INCHIOSTRO Su CARTA 2012 35 36 A GREy SquARE [33-48] CM 16 x 16 x 16 MODulI INCHIOSTRO Su CARTA 2012 A GREy SquARE [49-64] CM 16 x 16 x 16 MODulI INCHIOSTRO Su CARTA 2012 37 38 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 0] CM 84 x 54 PENCIl ON PAPER 2013 A DESTRA VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 0] PARTICOlARE 40 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 1] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 2] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 41 42 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 3] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 4] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 43 44 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 5] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 6] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 45 46 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 7] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 VERTIcAL/DIAGONAL [PhASE 8] CM 84 x 54 MATITA Su CARTA 2013 47 FRANKO B THOMAS quAlMANN Franko B è un artista che lavora sull’immagine, attivo anche nella performance. Nato a Milano, vive a Londra dal 1979. Ha realizzato molte mostre e performance, alla Tate Modern, all’ICA, alla South London Gallery e al PAC di Milano. Ha presentato il suo lavoro a Mosca, Ginevra, Zagabria, Città del Messico, Milano, Amsterdam, Anversa, Copenhagen, Madrid e Vienna. Sono state pubblicate quattro monografie sul suo lavoro e la più recente è I Still Love (FAM, Motta Editore, 2010). Tra le sue mostre recenti: Reading Franko B: Moments in Love, University of Bristol (2013); Someone to Love, Peter Scott Gallery, Lancaster (2011); I Still Love, PAC, Milano (2010) e The Nunnery Gallery, London (2011); Love in Times of Pain, Globe Gallery, Newcastle (2009); Posizione e Deposizione, Galleria Pack, Milano (2008); The Golden Age, LipanjePuntin Arte Contemporanea, Roma (2008). La sua ultima performance, Because of Love sarà in scena nel Regno Unito fino a tutto il 2014. Dal 2009 è professore incaricato di scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata, ed è visiting lecturer presso il Royal College of Art di Londra e presso altre istituzioni internazionali. Vive e lavora a Londra. Franko B is a visual artist who also works with performance. He was born in Milan and has lived in London since 1979. He has exhibited and performed widely, including at Tate Modern, ICA, South London Gallery and PAC, Milan, and has presented work internationally, in Moscow, Geneva, Zagreb, Mexico city, Milan, Amsterdam, Antwerp, Copenhagen, Madrid and Vienna. He has been the subject of four monographs, most recently, I Still Love (Ed. FAM, Motta Editore, 2010). His recent exhibitions include Reading Franko B: Moments in Love, University of Bristol (2013); Someone to Love, Peter Scott Gallery, Lancaster (2011); I Still Love, PAC, Milan (2010) and The Nunnery Gallery, London (2011); Love in Times of Pain, Globe Gallery, Newcastle (2009); Posizione e Deposizione, Galleria Pack, Milan (2008); The Golden Age, LipanjePuntin Arte Contemporanea, Rome (2008), and his latest performance, Because of Love is touring the UK throughout 2013/14. In 2009, he was appointed professor of sculpture at the Accademia di Belle Arti, Macerata, Italy, and he is a visiting lecturer at The Royal college of Art, London and other institutions internationally. He lives and works in London. Thomas Qualmann è un artista visivo. Nato a Winchester nel 1983, ha studiato alla Winchester School of Art, alla Bath School of Art and Design e alla Slade School of Fine Art di Londra. Le sue mostre recenti includono In the Light of the Overhead, Postbox Gallery, Londra (2012); Reconfigured Cube, Watermans Centre, Londra (2011-12); Anschlüssel: London/Berlin, Centre for Recent Drawing, Londra e Fruehsorge Contemporary Drawings, Berlino (2011/12); A Quiet Geometry, Room Art Space, Londra (2011) e Not a Cube, Espaço Cabine, Lisbona (2009). I suoi video e le sue animazioni sono stati mostrati nel circuito internazionale, a Glasgow, Melbourne, Parigi, Skopje, Belgrado e Vancouver. Gli è stata recentemente commissionata l’ideazione di una videoproiezione per la performance di Franko B Because of Love. Vive e lavora a Londra. Thomas Qualmann is a visual artist. He was born in Winchester in 1983 and studied at Winchester School of Art, Bath School of Art and Design and The Slade School of Fine Art. Recent exhibitions include In the Light of the Overhead, Postbox Gallery, London (2012); Reconfigured Cube, Watermans Centre, London (2011-12); Anschlüssel: London/Berlin, Centre for Recent Drawing, London and Fruehsorge Contemporary Drawings, Berlin (2011/12); A Quiet Geometry, Room Art Space, London (2011) and Not a Cube, Espaço Cabine, Lisbon (2009). His videos and animations have been screened internationally, including in Glasgow, Melbourne, Paris, Skopje, Belgrade and Vancouver, and he was recently commissioned to create a video projection for Franko B’s performance, Because of Love. He lives and works in London.
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