Malattie a trasmissione sessuale e prevenzione
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Malattie a trasmissione sessuale e prevenzione
Oliviero Bosco – Stefano Nardi Centro di Medicina Comunitaria ULSS 20 VR Sommario • • • • Epidemiologia MTS e viaggi Prevenzione e politiche di sorveglianza Alcune sindromi – Ulcere genitali • Herpes • Sifilide • Ulcerazioni rare – Uretriti – HIV – Condilomatosi – Vaccini Le più comuni malattie a trasmissione sessuale • • • • • • • Infezione da Herpes simplex 1 e 2 Sifilide Vulvovaginite da candida Trichomoniasi Epididimite Condilomatosi Proctite • • • • • • • • • • • • • • Linfogranuloma venereo Ulcera molle Uretriti Vaginosi Granuloma inguinale Malattia infiammatoria pelvica Prostatite Pediculosi Scabbia Infezione da HIV Epatite B Epatite C Epatite A Infezioni intestinali MTS e viaggi I viaggi “interferiscono” con il consueto comportamento sessuale in quanto spesso separano dai partner e/o rimuovono inconsciamente i taboo che solitamente inibiscono la promiscuità MTS e viaggi I viaggi offrono l’opportunità di sfuggire ai comportamenti standard che sono solitamente considerati socialmente accettabili nell’ambiente di residenza. Questo porta all’aumento di contatti sessuali e dei rischi correlati MTS e viaggi Ogni anno più di un miliardo di viaggiatori si spostano con aerei e oltre 50 milioni dai Paesi industrializzati visitano i PVS. Malgrado l’importanza del rischio di MTS, nei servizi per i viaggiatori internazionali vi si presta in media poca attenzione MTS e viaggi In uno studio su viaggiatori australiani diretti in Thailandia, sebbene ovviamente non tutti fossero turisti sessuali, il 66% dei 213 intervistati riferiva il progetto o il desiderio di un incontro sessuale durante il viaggio. MTS e viaggi In uno studio su 757 persone afferenti a un ospedale di medicina tropicale a Londra negli anni ’90 il 18.6% riferirono contatti sessuali durante un viaggio recente e il 64% confessò un uso irregolare o nessun uso del condom MTS e viaggi Questionari anonimi diffusi tra turisti svizzeri in Paesi tropicali riportarono rapporti sessuali nel 30% e 51% dei soggetti e il 38% di tali rapporti vennero riferiti non protetti MTS e viaggi Fattori associati con alta frequenza di rapporti sessuali durante viaggi all’estero: • sesso maschile • status da single • età < 20 anni • viaggiare senza partner • aver avuto 2 partner nei 2 anni precedenti • uso occasionale di droghe o alcool MTS e viaggi A livello individuale il rischio di MTS nei viaggiatori è il prodotto del numero di partner per la prevalenza di tali patologie nel Paese di soggiorno (quest’ultimo fattore è molto influenzato dalla disomogenea distribuzione delle MTS nei vari Paesi e nelle varie categorie) MTS e viaggi In Australia, Europa e USA i viaggiatori con gonorrea sono un gruppo riconosciuto essere ad alto rischio di infezione R ai chinoloni. La farmaco-R è pertanto un marker surrogato di infezioni contratte in viaggio Prevenzione • educazione e counselling per ridurre il rischio di MTS • valutazione delle persone sintomatiche e/o asintomatiche che si rivolgono al medico per diverse problematiche sanitarie • diagnosi e trattamento efficaci • valutazione, trattamento e counselling dei partner sessuali • vaccinazione per epatite A e B (se negativi) e per HPV Prevenzione: messaggi • il messaggio di prevenzione deve adattarsi allo specifico rischio del paziente • particolare attenzione ai messaggi da indirizzare agli adolescenti • attivare tutte le azioni necessarie a ridurre i rischi di acquisizione e/o trasmissione di MTS • agli utenti vanno offerte tutte le informazioni sui test da eseguire e sulle terapie possibili Concetti importanti (1) • identificare i soggetti a rischio: partner sessuali • terapia epidemiologica: prima della conferma diagnostica • i test diagnostici sono imperfetti, spesso negativi all’inizio • alcuni pazienti non ritornano alla seconda visita • nell’attesa della diagnosi il contagio potrebbe estendersi • spesso più economico trattare piuttosto che eseguire test Concetti importanti (2) • le MTS derivano dallo stile di vita • una diagnosi di MTS deve far sospettare altre MTS • le MTS si ripetono tra la popolazione sessualmente attiva • alcune MTS colpiscono comunità “chiuse” (minoranze): prostitute, detenuti, militari, camionisti… • trattare i partner sessuali è spesso molto utile • l’anamnesi deve utilizzare termini diretti e semplici Metodi di prevenzione • • • • • • • • • • • • • • • Astinenza e/o riduzione del n° di partner Vaccinazioni (HBV, HAV e HPV) Condom maschile Condom femminile Diaframma cervicale Microbicidi e spermicidi topici Condom e spermicidi vaginali N-9 Spermicidi rettali N-9 Sterilizzazione chirurgica, isterectomia e metodi contraccettivi non di barriera Circoncisione maschile Contraccezione di emergenza (EC) Profilassi post-esposizione (PEP) per HIV e MTS Profilassi pre-esposizione (PrEP) per HIV e MTS Test periodici per infezioni ricorrenti Gestione dei partner Prevenzione Condom maschile • l’uso corretto dei condom di lattice è efficace nel prevenire la trasmissione sessuale di HIV e può ridurre il rischio per le altre MTS. • probabilmente è più efficace nella prevenzione delle infezioni trasmesse attraverso fluidi da superfici mucose (HIV, tricomonas, gonorrea) che in quelle trasmesse attraverso il contatto con la cute (herpes, condiloma, sifilide, cancroide) Prevenzione L’uso corretto del condom dovrebbe essere spiegato e possibilmente dimostrato. Il condom femminile può essere proposto, sebbene meno accettato. Gli spermicidi (come il n-oxynol-9) hanno una blanda azione antibatterica e antivirale, ma non sufficiente a prevenire l’HIV e pertanto andrebbero sconsigliati per quello scopo Condom femminile Metodi di prevenzione Spermicidi • gli spermicidi vaginali N-9 (n-oxynol 9) non sono efficaci nella prevenzione di chlamidia, gonorrea o infezione da HIV • l’uso frequente di tali spermicidi è stato associato all’insorgenza di lesioni genitali • gli spermicidi da soli non sono consigliati per la prevenzione delle MTS • gli N-9 non dovrebbero essere usati come microbicidi o lubrificanti durante un rapporto anale “Meglio sapere” • 1:4 HIV+ non è a conoscenza del suo stato • Il 50% di tutte le nuove infezioni annue da HIV (stime CDC) sono da attribuire a persone ignare del loro stato • per le altre MTS il dato non è noto ma è verosimilmente molto più alto Prevenzione Le politiche di sorveglianza Un doppio paradosso: 1. Spesso una MTS curabile/guaribile (es. HIV, lue, gonorrea) produce comportamenti disinibiti con conseguente aumento della trasmissione dell’infezione 2. Se circola di meno un determinato agente infettivo la trasmissione dello stesso tenderà a diminuire Prevenzione Le politiche di sorveglianza La strategia WHO per le MTS punta a test + counselling di routine in tutti i contesti/servizi dove le persone possono essere più facilmente raggiungibili da messaggi preventivi: • servizi per TD • servizi per TB • servizi per MTS • servizi pre-natali • PS • servizi per viaggiatori internazionali Prevenzione Le politiche di sorveglianza Le misure di prevenzione nei confronti di una MTS di solito agiscono anche sulle altre Prevenzione Le politiche di sorveglianza Il counselling è il punto di partenza di ogni politica di prevenzione: 1. deve sempre affiancare lo screening 2. lo staff deve essere aggiornato e dedicato/motivato/adeguato 3. l’approccio deve essere “proattivo” per sondare aree di conosciuta o sospetta alta prevalenza, mirando così l’intervento Prevenzione Le politiche di sorveglianza Counselling: “processo interattivo e confidenziale nel quale l’operatore sanitario (medico, infermiere, as . sanitario) aiuta il paziente a riflettere sulle problematiche correlate alle MTS ed esplora con lui le possibili linee di azione” (WHO – linee guida 2003) Prevenzione Le politiche di sorveglianza Il counselling “ richiede all’operatore sanitario più empatia e conoscenza del contesto sociale, economico e culturale del paziente che nella tradizionale comunicazione” (WHO – linee guida 2003) Prevenzione Le politiche di sorveglianza Il counselling rende possibile il consenso informato Prevenzione Il counselling dovrebbe insistere sulla natura e le conseguenze delle MTS, sul modo di evitarle e sui cofattori di rischio (come uso di alcool o droghe). I sintomi genitali dovrebbero essere illustrati ai viaggiatori perchè possano autovalutarsi e attivare un’approfondimento specialistico Prevenzione I servizi di informazione e prevenzione delle MTS dovrebbero essere integrati con quelli delle altre patologie del viaggiatore. Poiché l’approccio al singolo utente non è possibile, spesso nemmeno utile, la prevenzione dovrebbe focalizzarsi sui gruppi a maggior rischio (markers surrogati) Prevenzione L’abilità dell’intervistatore consiste anche nel mostrare rispetto, empatia e atteggiamento non pregiudiziale nei confronti del paziente. In questo modo sarà più facile ottenere le informazioni utili a trasmettere poi i corretti messaggi di prevenzione Prevenzione Esistono approcci che facilitano il dialogo: • domande aperte (“raccontami dei partner che hai avuto nell’ultimo periodo”, com’è la tua esperienza nell’uso del condom?”) • utilizzo di linguaggio chiaro e diretto (“hai mai avuto lesioni ai genitali?”) • linguaggio empatico (“alcune persone hanno difficoltà a usare il condom. Tu cosa ne pensi?”) Prevenzione Bisogna sforzarsi a garantire un trattamento paritario a tutti i pazienti, indipendentemente da differenze di status (nazionalità, ceto, lingua, inclinazioni sessuali) Prevenzione L’uso chemioprofilattico di antibiotici prima o dopo rapporti sessuali non protetti è altamente sconsigliato: oltre al rischio di diffusione di farmaco-R, non è efficace contro tutti i germi e tantomeno contro i virus e potrebbe al contempo conferire un falso senso di protezione Diagnosi precoce e cura Il tempo di incubazione delle MTS è molto variabile e pertanto il timing dello screening non è chiaro: le infezioni virali producono risposta anticorpale dopo settimane o mesi, quelle batteriche danno riscontro clinico più precoce, la gonorrea più della clamidiasi Prevenzione La discussione sulla riduzione del rischio va sempre adeguata alla specifica situazione individuale del paziente che si ha di fronte Prevenzione Un altro approccio utilizzato è il colloquio motivazionale che guida/spinge il paziente a raggiungere la consapevolezza dell’obiettivo (“riduzione del rischio”) http://effectiveinterventions.org domande: Le cinque P 1. Partners − “Fai sesso con uomini, con donne o con entrambi?” − “Quanti partner sessuali hai avuto negli ultimi 2 mesi?” − “E nell’ultimo anno ?” − “E’ possibile che alcuni dei tuoi partner abbiano fatto sesso con altre persone mentre frequentavano te?” 2. Prevenzione delle gravidanze − “Che cosa fai per prevenire una gravidanza indesiderata?” 3. Protezione dalle MTS − “Come proteggi i rapporti? domande: Le cinque P 4. Pratiche sessuali − “Per meglio capire i rischi che corri devo sapere che tipo di sesso pratichi” − “Se pratichi penetrazione vaginale, usi il condom sempre, qualche volta o mai?” − “Se pratichi sesso anale, usi il condom sempre, qualche volta o mai?” − “Hai anche avuto rapporti oro-genitali?” Circa il condom: − se “mai”: “perché non usi il condom?” − se “qualche volta”: “in quali situazioni, o con chi, non usi il condom?” domande: Le cinque P 5. Passato (anamnesi MTS) − “Hai mai avuto una MTS?” − “Qualcuno dei tuoi partner ne ha mai avuta una?” Partner management • PN: partner notification • PDPT: patient-delivered partner therapy • IPN: internet partner notification Ulcere genitali Valutazione iniziale • diagnosi basata sull’anamnesi e sull’esame obiettivo accurato • sierologia per sifilide • coltura e ricerca antigene di herpes simplex • coltura per Haemophilus ducreyi in contesti dove il cancroide è presente • a volte utile biopsia Infezione da Herpes simplex 1 e 2 • Infezione primaria: spesso contratta nell’infanzia per contatto diretto o attraverso goccioline di saliva su cute abrasa e mucose; spesso asintomatica; se da HSV2 spesso durante il parto • Manifestazioni cliniche: faringite, gengivostomatite, lesioni cutanee, oculari, genitali, generalizzate, neurologiche • Fase di latenza: variabile e dipendente dal livello di immunità; forse il timing è su base genetica • Recidiva: labiale, oculare, genitale; decorso rapido e favorevole Infezione genitale primaria da Herpes simplex 1 e 2 • lesioni vescicolose che compaiono in media 6 gg dopo l’esposizione (2-20 gg), poi ulcere a contorni netti, poco profonde, dolenti • su pene, piccole labbra, vulva, spesso anche uretra e cervice; spesso asintomatica • linfoadenopatia regionale, poi evoluzione crostosa • nella forma primaria si risolvono dopo 3 settimane Infezione genitale recidivante Herpes simplex 1 e 2 • • • • entro il primo anno dalla forma primaria nel 90% dei pazienti con HSV 2 nel 25-50% dei pazienti con HSV 1 con ricorrenze 4-8 volte all’anno (HSV 2) o ogni 2-3 anni (HSV 1) • prodromi: prurito o bruciore 6-24 ore prima della comparsa delle lesioni • durata: 7-10 gg Herpes primario Herpes ricorrente Herpes genitale Counselling • storia naturale dell’infezione, recidive, diffusione asintomatica, rischio di trasmissione • personalizzare l’uso della terapia episodica o soppressiva • astenersi da rapporti sessuali in presenza di lesioni o sintomi prodromici • rischio di infezione neonatale Sifilide • da Treponema pallidum • trasmissione sessuale diretta, al feto in utero, tramite trasfusioni non controllate, aneddotica trs mediata da oggetti • stadi evolutivi diversi e complessi: primaria, secondaria, latente e tardiva 2009 - SIFILIDE 0-14 15-24 25-64 > 65 ETA' NON NOTA TOTALE TOT M F M F M F M F M F N.N. M F N.N. 0 1 2 5 73 15 2 1 0 1 3 77 23 3 103 2009 - SIFILIDE 0-14 15-24 25-64 ETA' NON NOTA > 65 TOTALE TOT M F M F M F M F M F N.N. M F N.N. Belluno 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 1 1 0 2 Padova 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Rovigo 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Treviso 0 0 0 0 3 1 0 0 0 0 0 3 1 0 4 Venezia 0 0 0 1 0 2 0 0 0 0 0 0 3 0 3 Verona 0 0 1 0 3 0 0 1 0 0 0 4 1 0 5 Vicenza 0 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 2 0 3 VENETO 0 0 1 1 9 6 0 1 0 0 0 10 8 0 18 Sifilide primaria • incubazione: circa 20 gg (10-90); clinica e sierologia neg • lesioni ulcerative (sifilomi) nel sito di infezione, poco dolenti, dure, a margini netti; adenopatia regionale di consistenza aumentata, gommosa, se inguinale è bilaterale, in alcuni casi profonda (da glande, cervice, vagina ant). Le lesioni non trattate regrediscono in 3-6 sett • test non treponemici pos solo nel 50% dei casi Sifilide primaria con sifiloma del solco balano-prepuziale. Tipica lesione primaria con bordi rilevati, ulcerazione centrale e fondo sottominato. Sifiloma al labbro superiore in corso di sifilide primaria. Il sifiloma mostra i peculiari bordi rilevati e estroflessi, ulcerazione centrale e fondo granuloso. Sifiloma primario Sifiloma primario Sifilide secondaria • 3-8 sett dopo sifiloma compare rash generalizzato (anche palme e piante, mucosa orale e genitali) a ondate successive, di tipo eritematoso, a volte papuloso, rosso rameico o “prosciutto cotto” • roseole e altre lesioni potenzialmente contagiose, spt se se erose (pieghe cutanee); condylomata lata in zone umide, molto contagiose • a volte interessati gli annessi cutanei (alopecia, caduta peli sopraccigliari, onichia e paronichia) • febbricola, anoressia, cefalea, artralgie, calo ponderale, adenopatia diffusa non dolente, faringodinia, mialgie • anemia, linfocitosi, alterazione indici di f epatorenale e VES Rash maculopapulare del tronco in corso di sifilide secondaria Lesioni plantari in corso di sifilide secondaria Fissurazioni papulari agli angoli della bocca e chiazze mucose sul labbro inferiore in corso di sifilide secondaria. Rash maculopapulare esteso all’ascella in corso di sifilide secondaria Sifilide latente • alla conclusione della fase secondaria • iniziale: nei primi 4 aa frequenti recidive delle lesioni della forma secondaria (contagiose) • tardiva: dopo 4 aa, condizione “sierologica”, non clinica (non contagiosa, ma la gravida può trasmetterla al feto) • può durare per tutta la vita o progredire verso la terziaria Sifilide terziaria • molto rara • nel 15-20 % dei luetici non trattati • da 1 a 10-20-40 aa dall’infezione • lesioni lente, profonde, destruenti, pochissimo contagiose • alla cute, agli organi interni (cuore, encefalo, midollo spinale) Tipici tratti del volto in sifilide congenita in fase tardiva. Protuberanze frontali, mascella non ben sviluppata, mandibola prominente e depressione della piramide nasale con multiple ulcere gommose dello scalpo. Gomme nodulari cutanee del braccio in corso di sifilide terziaria. Le lesioni hanno un contorno serpiginoso. Infezioni ulcerative rare • Linfogranuloma venereo da Chlamydia trachomatis • Cancroide (ulcera molle) da Haemophilus ducreyi • Granuloma inguinale da Calymmatobac. granulomatis Linfogranuloma venereo • endemico in Africa e India • da Chlamydia trachomatis (sierotipi L1-L2L3) • linfoadenopatia inguinale unilaterale dolente, ulcere genitali e anali, proctocolite,febbre, tenesmo, secrezioni anali, fistole • diagnosi clinica, colturale, PCR, di esclusione • terapia con doxyciclina o eritromicina x 3 sett o azitromicina s.d. Linfogranuloma venereo con linfedema vulvare unilaterale e bubboni inguinali. Chancroid/Chancre mou Ulcera molle • • • • • • • endemico in Asia e Africa da Haemophilus ducrey incubazione breve (2-5 gg) colpisce genitali esterni, spt maschili papula/pustola/ulcera dolorosa adenopatia satellite a volte fistolizzata diagnosi clinica, colturale, con PCR e per esclusione di herpes e lue • terapia con azitromicina s.d., ceftriaxone s.d., ciprofloxacina x 3 gg, eritromicina x 7gg Ulcera molle (a) Prima e (b) dopo spatolatura con tampone, che dimostra la friabilità del fondo dell’ulcera. Granuloma inguinale/Donovanosi • endemica in India, Papua Nuova Guinea, Australia centrale, Sudafrica, Pacifico, Caraibi • non esclusivamente a trasmissione sessuale • lesione ulcerativa sempre indolore, a lenta evoluzione, a genitali e perineo, senza adenopatia regionale • lesioni molto vascolarizzate e facilmente sanguinanti • può disseminare a organi interni, ossa, bocca • diagnosi istologica • terapia con doxyciclina o azitromicina o ciprofloxacina o eritromicina o Bactrim Granuloma inguinale Il ritardo del trattamento ha permesso la progressiva distruzione dello scroto Uretriti • gonococciche: da Neisseria gonorrhoeae • non-gonococciche: da Chlamydia trachomatis, Ureaplasma urealyt. Uretrite gonococcica Cervicite gonococcica Ascesso del Bartolini Ascesso del Bartolini Gonorrea oculare Uretriti non-gonococciche • 30-60 % di tutte le uretriti • spesso associate alla gonorrea (20-60 %) • indifferenziabili clinicamente le forme da chlamydia e da ureaplasma • periodo d’incubazione: 2-3 settimane • spesso asintomatiche oppure piuria, disuria, secrezioni meno cremose e più scarse che nella gonorrea (utile spremitura del glande) • se non trattate si risolvono spontaneamente nel corso di settimane, con remissioni e riacutizzazioni • non conferiscono immunità protettiva Chlamydia C. psittaci psittaci C.TWAR C.TWAR C. trachomatis trachomatis C. trachomatis trachomatis a trs sex ornitosi-psittacosi ornitosi-psittacosi polmonite malattie resp.minori resp.minori tracoma congiuntivite con congiuntivite con inclusi inclusi polmonite neonatale neonatale UNG cerviciti linfogranuloma venereo linfogranuloma venereo Uretriti recidivanti/persistenti • segni obiettivi di uretrite • ritrattare col regime iniziale se si verifica la non aderenza o una ri-esposizione • coltura da tampone uretrale per trichomonas • NON esistono regimi efficaci nei pz con sintomi persistenti in assenza di segni Infezione da HIV STORIA NATURALE E TRASMISSIONE Il Virus Cellule Infettabili da HIV Linfociti CD4+ Monociti/Macrofagi Cellule dendritiche (cell. di Langerhans) Microglia Fibroblasti (?) Produzione giornaliera di HIV-1 Emivita del virus circolante Tempo medio di generazione di HIV-1 Distruzione giornaliera dei CD4+ 1010 virioni 6 ore 2.6 giorni 1010 cellule Vie di Diffusione La prima infezione umana documentata risale al 1959. Campioni di sangue di africani raccolti tra il 1955 e il 1965 sono risultati positivi NOTIFICHE HIV NUOVE DIAGNOSI HIV PER NAZIONALITA’ E MODALITA’ DI TRASMISSIONE PRINCIPALI MODALITA’ DI TRASMISSIONE Rapporti sessuali non protetti Scambio di siringhe o strumenti infetti Materno-fetale Trasfusioni di sangue infetto Incidenti professionali LIQUIDI INFETTANTI LIQUIDI BIOLOGICI INFETTANTI Sangue Liquido seminale Fluido cervicale Latte materno LIQUIDI BIOLOGICI NON INFETTANTI • • • • • Saliva Sudore Urine Feci Lacrime HIV: Trasmissione sessuale Uomo Infetto Donna Infetta Secrezioni Cervico-vaginali Seme Trasmissione di HIV Rischio di infezione per tipo di contatto con persona HIV+ vaginale ricettivo vaginale insertivo anale ricettivo anale insertivo 0.1 0.06 2.0 0.06 (0.05 - 0.15) (0.03 - 0.09) (0.8 - 3.20) (0.03 - 0.09) HIV: Trasmissione sessuale Fattori di Rischio aggiuntivi per la Donna Presenza di MTS Ulcere genitali MTS non-ulcerative Fattori anatomici mancanza di circoncisione (?) ectopia cervicale tempo di contatto del liquido infettante Abitudini sessuali rapporti durante il ciclo mestruale sanguinamento durante il rapporto rapporto anale ricettivo Stadio HIV del partner elevata carica virale dimimuito N° di CD4 sindrome acuta da HIV HIV: Trasmissione parenterale TD HIV+ TD HIV- Rischio di infezione per tipo di contatto con persona HIV+ Uso iniettivo di sostanze 0.3 (0.1-1) Incidente Professionale 0.3 (0.1-1) HIV: Trasmissione materno - fetale Tasso di Trasmissione Europa 14% USA 15%-25% Africa 40% HIV: Trasmissione materno - fetale Vie IN UTERO INTRA-PARTUM POST-PARTUM Profilassi con ARV (Taglio Cesareo Programmato) Allattamento artificiale transplacentare durante la nascita allattamento al seno 0-2% Storia Naturale dell’Infezione da HIV INFEZIONE fase finestra fase asintomatica 6 mesi 10 –12 anni fase sintomatica 2 –3 anni AIDS 12 –18 mesi HIV: Sindrome acuta Si verifica nel 25% dei casi entro le prime 2-4 settimane dall’infezione Sindrome generalmente simil-influenzale che si risolve spontaneamente in 2-4 settimane Febbre Linfoadenopatia Farigite Rash eritematoso, maculopapulare con localizzazione prevalente faccia e tronco ulcere mucocutanee bocca, esofago o genitali Artralgie o Mialgie Diarrea Cefalea Nausea e Vomito Epato-splenomegalia Calo ponderale Candidosi oro-faringea Sintomi neurologici Meningoencefalite o meningite asettica Neuropatia periferica o radiculopatie Paralisi faciale Sindrome di Guillain-Barré Neurite brachiale Deficit cognitivo o psicosi 96% 74% 70% 70% 54% 32% 32% 27% 14% 13% 12% 12% Storia Clinica: correlazione tra eventi e livelli dei CD4+ CD4 > 500 Complicanze infettive Complicanze non infettive Sindrome Acuta Vaginite da candida PGL Sindrome di Guillain-Barré Miopatia Meningite asettica Neoplasia cervicale intraepiteliale Cancro della cervice uterina Linfoma B Anemia Momo-poliradicolonevriti Porpora idiopatica trombocitopenica Linfoma di Hodgkin Polmonite interstiziale lionfocitica Wasting Symdrome Neuropatie periferiche AIDS Dementia Complex (ADC) Cardiomiopatia Mielopatia vacuolare Poliradicolopatia progressiva Linfomi Non-Hodgkin 200-500 Polmonite da pnemococco o altro TB polmonare Herpes zooster Candidosi oro-faringea Criptosporidiosi Sarcoma di Kaposi Hairy cell leucoplachia < 200 Polmonite P. Carinii Istoplasmosi disseminata Coccidioidomicosi TB miliare/extrapolmonare Leucoencefalite Multifocale Prog. < 100 < 50 Herpes simplex disseminato Toxoplasmosi cerebrale Critococcosi Criptosporidiosi cronica, Microsporidiosi Candidosi esofagea CMV disseminato MAC disseminato Linfoma del SNC Condilomatosi I condilomi acuminati, o verruche, sono causati dal virus del papilloma (HPV), del quale esistono più di 50 tipi, alcuni associati anche al cancro del collo dell’utero Condilomatosi • incubazione 4-6 settimane • papule molli con superficie irregolare • intorno ai genitali esterni, ma anche uretra, vagina, collo dell’utero e ano • sintomi: prurito, dolore e bruciore moderati • molto spesso assenza sia di sintomi che di lesioni, ma presenza del DNA del virus nell’epitelio • diagnosi: clinica o bioptica Infezione genitale da HPV (a) Localizzazione vulvovaginale (b) Localizzazione al pene Condilomi acuminati Condilomi acuminati Condilomi acuminati Condilomi acuminati Condilomatosi Terapia • obiettivo principale è la rimozione dei condilomi sintomatici e di dimensioni maggiori • la terapia probabilmente può ridurre ma non eliminare l’infezione • è difficile stabilire con certezza se il trattamento riduce la trasmissione: – non ci sono markers laboratoristici di infettività – l’utilizzo del DNA virale dà risultati variabili Condilomatosi Terapia • la scelta del tipo di trattamento andrebbe adeguata alle preferenze del paziente, l’esperienza del sanitario e alle risorse disponibili • non c’è alcuna evidenza della superiorità di un regime terapeutico sugli altri • il monitoraggio stretto dei risultati delle terapie andrebbe sviluppato sulla base dell’esperienza locale per migliorare i risultati • un’alternativa accettabile potrebbe essere la semplice osservazione: è possibile la regressione spontanea e non è certa la trasmissione Condilomatosi Prevenzione • dubbia l’utilità del condom • spesso l’infezione è asintomatica • non chiaro se si tratti di nuova infezione o riattivazione di forma silente • il trattamento dei partner sessuali non sembra indispensabile • taglio cesareo forse utile solo per la prevenzione delle forme respiratorie • utile il PAP test nella prevenzione del cancro della cervice • vaccino Vaccini Epatite A • omosessuali • tossicodipendenti • epatopatici cronici con o senza epatite B ed epatite C Violenza sessuale Valutazione • coltura per gonococco e chlamydia trachomatis dai siti di penetrazione • striscio e coltura per trichomoniasi • sierologia per HIV, epatiti e sifilide Violenza sessuale • Profilassi suggerita: – vaccinazione postesposizione per HBV – terapia empirica per chlamydia, gonorrea, trichomonas e sifilide • L’efficacia dell’antibioticoterapia nella prevenzione delle infezioni genitourinarie dopo violenza sessuale non è stata ancora ben valutata e definita