FAQ Open Access Che cosa significa il termine Open Access

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FAQ Open Access Che cosa significa il termine Open Access
FAQ Open Access
Che cosa significa il termine Open Access?
Open Access è il termine comunemente utilizzato per indicare un movimento che promuove la
libera circolazione e l’uso non restrittivo dei risultati della ricerca e del sapere scientifico.
La letteratura Open Access (OA) è digitale, online, libera da costi per il lettore, libera dalla gran
parte delle restrizioni di copyright e licenze, e non ha barriere di prezzo né barriere di
autorizzazioni.
La definizione della nozione emerge da tre conferenze:
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Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities
Bethesda Statement on Open Access Publishing
Budapest Open Access Initiative
Si tratta di un movimento o, meglio, di una serie di strategie, nate all’interno del mondo
accademico, il cui scopo è riguadagnare possesso della comunicazione scientifica offrendo libero
accesso ai risultati della ricerca.
Perché i ricercatori sostengono l’Open Access?
Molti sostenitori dell’OA promuovono l’accesso libero perché sono convinti che i risultati della
ricerca finanziata con fondi pubblici debbano essere condivisi; poiché i cittadini hanno pagato per
questa ricerca, essi dovrebbero essere in grado di accedervi senza alcun costo aggiuntivo.
Altri sostenitori dell’OA promuovono l’accesso libero anche perché ritengono che la conoscenza
stessa, o l’informazione, sia un bene pubblico.
L’OA è stato favorito da parecchie forze.
Il web offre nuovi metodi di pubblicazione: esso rende la circolazione della ricerca più facile, più
ampia, più veloce, e spesso meno costosa.
Il web offre nuovi sbocchi e metodi per la condivisione e l'utilizzo della ricerca e per supportare la
conoscenza, creando una domanda per un modello di accesso che consenta a docenti e università
di trarre pieno vantaggio da questi nuovi sbocchi e metodi e per i repository istituzionali o
disciplinari per la ricerca.
Sfruttando le potenzialità offerte dalla rete, gli articoli sono gratuitamente resi accessibili agli
utenti senza le restrizioni e le barriere previste dalle licenze tradizionali. La disseminazione
dell’informazione garantisce un reale impatto: più un articolo è liberamente scaricabile, più è
letto, più è citato. Questo favorisce la condivisione del sapere e quindi un più rapido avanzamento
della conoscenza, senza barriere, in tutto il mondo.
Non da ultimo molti credono che l'accesso aperto affronterà i problemi dei prezzi elevati, dell’uso
intransigente e delle condizioni di acquisto affrontate dalle università che comprano riviste
tradizionali in forma digitale.
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Perché un autore dovrebbe essere interessato a seguire il canale dell’open access
per la pubblicazione dei suoi articoli?
Molti autori accademici sono interessati a far si che i loro lavori siano letti il più ampiamente
possibile; l’open access aumenta i lettori.
Molti autori accademici hanno interesse a che i loro lavori di ricerca abbiano il più grande impatto
possibile; l’accesso aperto migliora i tassi di citazione come dimostrato ormai da diversi studi a
livello internazionale (es. a summary of open access citation advantage studies).
Come funziona il modello economico dell’open access?
Letteratura ad accesso aperto non significa letteratura esente da costi.
L’accesso aperto ai risultati della ricerca e alla cultura scientifica non è gratuito, ci sono dei costi da
affrontare per rendere la ricerca disponibile.
Cambia il modello economico: il costo non costituisce più una barriera all'accesso sotto forma di
abbonamento ma è coperto all’origine, pagando per le spese di pubblicazione.
Per i depositi istituzionali, i costi rientrano nei costi di gestione dell'ente, tenuto conto degli
evidenti vantaggi in termini di visibilità e prestigio.
Per le riviste, ci sono costi legati al work flow editoriale e alla garanzia di una peer review di
qualità. Circa la metà delle riviste richiede il pagamento di una cifra per il processo di
pubblicazione. Questi costi possono essere previsti nel budget iniziale per la ricerca, e spesso sono
coperti dalle istituzioni di appartenenza: in questo modo l'articolo diviene visibile per tutti,
sempre.
La tendenza a livello internazionale è sempre più quella di ricomprendere i costi per la
pubblicazione Open Access nel budget iniziale della ricerca. Sempre maggiore è il numero di enti di
finanziamento che richiedono che le ricerche finanziate con i propri fondi siano rese
pubblicamente disponibili in Open Access, impegnandosi a pagare i costi del processo editoriale.
La scelta in Open Access è di far ricadere i costi (minimi) su chi produce la ricerca invece che sui
lettori, per assicurare la massima disseminazione.
Modelli di sostenibilità economica alternativi sono allo studio (dal sito PLEIADI:
http://www.openarchives.it/pleiadi/).
Uno dei modelli esistenti prevede che ci sia un pagamento nel momento in cui un autore deposita
un articolo. Solitamente questo prezzo per pubblicare in accesso aperto è contemplato nei fondi
delle sovvenzioni di ricerca. Nel 2004, uno studio di Elsevier ha rilevato che questo modello di
pagamento da parte dell’autore comprendeva solo il 17% delle riviste open access. In uno studio
successivo del 2007, Bill Hooker fece un sondaggio tra tutti i giornali open access conosciuti e
trovò che solo il 18% applicava tariffe.
L’editore open access BioMed Central offre una tabella di confronto dei costi a carico degli autori
(table comparing such author side payments).
Sono stati sperimentati anche altri modelli economici: per esempio, alcuni nuovi editori open
access, come BioMed Central, richiede un pagamento da parte dell’autore, ma questo è annullato
per quegli istituti che hanno pagato un abbonamento. In altri casi, come per il no profit PLoS,
l’abbonamento fatto dalle biblioteche dell’istituzione riduce di molto i costi di pubblicazione per i
suoi ricercatori.
Altri titoli sono sovvenzionati spesso da istituzioni o fondazioni.
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Uno studio di Elsevier del 2004 ha verificato che governo o università sovvenziona il 55% del totale
delle riviste open access, la porzione più ampia. Il resto dei titoli open access (28%) che non è
sostenuto dal pagamento degli autori, era sovvenzionato dal pagamento di sottoscrizioni.
Alcune riviste sono interamente open access; ogni articolo è disponibile senza alcuna restrizione.
Altre riviste sono ibride nel senso che sono riviste in abbonamento tradizionale, ma offrono agli
autori la possibilità di pagare una quota per rendere il loro articolo liberamente accessibile a
chiunque in tutto mondo. Gli altri articoli nella rivista restano accessibili solo attraverso
l’abbonamento.
Alcuni editori offrono tutti i loro titoli sotto una specie di politica open access, e altri hanno diverse
policy per titoli diversi.
Anche altre organizzazioni di finanziamento della ricerca hanno policy sull’open access.
Per monitorare tali policy, vedere:
SHERPA’s Juliet database of funder policies;
BioMed Central’s table delle politiche di finanziamento;
la ROARMAP list dei maggiori finanziatori e delle policies universitarie.
Come si può fare in modo che un lavoro di ricerca diventi il più ampiamente
disponibile?
Ci sono diverse possibilità per rendere la ricerca più ampiamente disponibile:
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Depositare il lavoro nel catalogo della ricerca del Politecnico di Milano (catalogo della
ricerca U-GOV), e dare il consenso alla visibilità. Esso sarà riversato automaticamente nel
repository istituzionale Re.Public ([email protected]) e visibile a chiunque lo ricerchi;
Depositare il lavoro in uno dei repository disciplinari esistenti, come per esempio:
o per la computer science Citeseer;
o per la fisica, la matematica, la biologia: ArXiv
o per l’economia: RePec
Pubblicare in una rivista ad accesso aperto. La Directory of Open Access Journals mostra
una lista di riviste scientifiche e accademiche con controllo di qualità liberamente
accessibili a testo pieno in una vasta gamma di discipline.
Dove si può approfondire l’argomento?
Un eccellente panoramica sull’Open Access è stata scritta da Peter Suber dell’Università di Harvard
University in un documento disponibile al link:
http://legacy.earlham.edu/~peters/fos/overview.htm
E in un libro intitolato Open Access pubblicato nel 2012
http://cyber.law.harvard.edu/hoap/Open_Access_(the_book)
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