MotoTecnica_Dic2010_Special-RF4

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MotoTecnica_Dic2010_Special-RF4
SPECIAL
Giapponese
ma non troppo
L’officina Alemoto di Bareggio (MI) si è cimentata, per conto di un cliente, in
una alquanto insolita trasformazione che ha visto come protagonista una
Yamaha R1 del 2003 su cui sono state svolte importanti modifiche di design
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Yamaha RF4
special
La RF4 è stata realizzata adattando a una Yamaha R1 del 2003 il codone di una MV Agusta F4 e le carene
laterali e il cupolino di una Yamaha R1 del 2007. La foto mostra una delle fasi intermedie del lavoro.
G
li abituali lettori di Moto Tecnica
hanno già avuto modo di leggere
del Team Alemoto nelle pubblicazioni di febbraio e luglio 2010. In quelle
occasioni avevamo dato spazio alla SXVGP, uno dei principali progetti di Alemoto.
Per chi si fosse perso i numeri in questione,
precisiamo che la SXV-GP è una Supertwins nata dalla fusione di una ciclistica
Cagiva Mito 125 SP con il motore bicilindrico da 550 cm3 della SXV Aprilia. La Alemoto però si dedica a 360° al mondo del-
le due ruote e poche settimane fa
Alessandro Loprevite, titolare dell’officina,
ci ha chiamato per mostrarci la Yamaha
RF4 ovvero la sua ultima creazione. Il nome
e le immagini a corredo dell’articolo sintetizzano il lavoro di Alessandro, che ha rivitalizzato una Yamaha R1 del 2003 utilizzando le sovrastrutture di una Yamaha R1 del
2007 e di una MV Agusta F4. Il lavoro è
stato commissionato ad Alessandro direttamente dal proprietario della moto, che a
causa di un incidente stradale aveva danRocco Inserrato - Foto: Lorenzo Gargiulo
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L’inclinazione del codino è stata scelta per ottenere un compromesso tra posizione di guida del pilota
e design estetico. Una volta definita la posizione e gli
ingombri il telaietto posteriore è stato costruito a
partire dalla struttura originale di una F4 su cui sono
stati saldati particolari del telaietto di una CBR 900
(tubi a sezione rettangolare visibili in foto). Le pedane
del passeggero sono quelle della F4.
SPECIAL
Lo scarico segue ora lo schema 4-2-1-2-4 e ovviamente è stato rifatto ad hoc nel tratto centrale. La tubazione di raccordo tra lo scarico R1 e i terminali F4 è stata
realizzata con l’aiuto di Exan e consiste in un tubo da 54 mm di diametro che si biforca in due tubazioni da 38 mm di diametro. Il passaggio del nuovo tratto di tubo
ha richiesto lo spostamento delle pedane del pilota che sono state fissate più all’esterno rispetto alla posizione di serie.
Gli inconfondibili terminali a canne d’organo disegnati da Tamburini per la F4 ora
silenziano un quattro cilindri giapponese.
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neggiato il frontale della sua R1. I danni riportati nello scontro avevano interessato principalmente la carenatura
laterale, il cupolino e il fanale anteriore
insieme alle annesse strutture di supporto. E’ nata così l’idea di non limitarsi ad una banale riparazione ma di
dar vita ad una moto tutta nuova con
un design unico, le parole pronunciate
dal proprietario sono state “voglio una
coda posteriore con design italiano
ma per l’anteriore preferirei mantenere il look giapponese, insomma la voglio giapponese ma non troppo”. Trattandosi di un quattro cilindri la scelta
per il posteriore non poteva che essere quella del codino della F4 mentre
per il resto della carrozzeria non è stata tradita la Casa dei tre diapason,
sono state infatti impiegate le linee
della R1 del 2007. Alessandro si è
subito dato da fare e per non eccedere nel costo finale dell’operazione ha
acquistato usata un’intera coda della
F4 (carenatura, selle, pedane del passeggero e terminali di scarico a canne
d’organo) e un’intera R1 del 2007 di
cui in seguito sono stati venduti i pezzi non utilizzati. Una volta in possesso
di tutti i componenti è iniziato il lavoro
vero e proprio. Il telaietto posteriore è
stato ricostruito utilizzando come
base quello della F4 a cui sono state
aggiunte parti del telaietto posteriore
di una Honda CBR 900. Nelle fasi preliminari Alessandro ha dovuto scegliere con che inclinazione fissare la nuova struttura al telaio principale, era
infatti importante ottenere sia una corretta impostazione di guida che un
buon risultato estetico. Anche se può
sembrare una banalità questa decisione ha richiesto del tempo perché
sono state necessarie tutta una serie
di prove. Inoltre Alessandro ha dovuto considerare gli ingombri dello scarico e il fissaggio di tutti i sostegni,
compresi quelli della carenatura posteriore e delle pedane del passeggero. Definito il progetto è iniziata la realizzazione della struttura, che per via
della diversa origine dei particolari prevede tubi in acciaio a sezione ovale e
a sezione rettangolare uniti attraverso
saldatura. Per il layout del sistema di
scarico è stato abbandonato il 4-2-1
per dar vita ad un inedito 4-2-1-2-4.
Con la collaborazione del costruttore
Yamaha RF4
special
Dietro al cupolino trova posto una strumentazione multifunzione RX2 prodotta
dalla Koso, l’originale si è danneggiata nell’incidente insieme alle carene e al
fanale anteriore.
Le richieste del proprietario sono state rispettate, l’anteriore è infatti completamente giapponese. Molto bello lo stemma dei tre diapason di colore oro su
sfondo nero.
Alessandro è riuscito ad armonizzare in un design tipicamente giapponese il
codone dell’italianissima F4. Anche il nome RF4 è naturalmente la scelta perfetta
per questa special “quasi” omologata per circolare su strada.
di scarichi Exan, è stata realizzata una tubazione di collegamento tra il tratto finale
dei collettori di serie della R1 e i silenziatori dell’F4. Il condotto di scarico aggiuntivo consiste in un tubo dal diametro di 54
mm che si biforca in due tubazioni da 38
mm di diametro. Il lavoro non è certo stato semplice e ha richiesto anche lo spostamento di 40 mm verso l’esterno delle
pedane del pilota, operazione svolta utilizzando boccole costruite ad hoc. Lo
spazio sotto alla sella del pilota è stato
completamente occupato dalla centralina
motore, dal regolatore di tensione e da
buona parte del cablaggio. Non essendoci posto per la batteria questa è stata collocata in una posizione un po’ insolita,
ovvero a lato dei leveraggi del monoammortizzatore. Alessandro ha ovviamente
controllato che durante il moto, anche in
seguito a elevati scuotimenti della sospensione, non si arrivi mai al contatto. Eventualmente potrà essere costruito un involucro per proteggere la batteria dagli
agenti atmosferici anche se Alessandro
precisa che non dovrebbe essere indispensabile. Anche il fissaggio della carenatura laterale e del cupolino ha richiesto
un notevole lavoro, infatti è stato necessario ricostruite tutti i supporti per adeguare le plastiche e il fanale del modello 2007
alla versione 2003. Nell’incidente si era
danneggiata anche la strumentazione e
quindi la RF4 è stata impreziosita con la
strumentazione RX2 prodotta dalla Koso.
Il tocco finale è stata la verniciatura: la colorazione grigia di serie ha lasciato il posto
ad un elegante e sportivo nero con delle
sobrie grafiche color oro. A lavoro ultimato il cliente di Alessandro è rimasto molto
soddisfatto della realizzazione e anche a
noi il lavoro è piaciuto molto. Se qualcuno
fosse interessato a trasformazioni di questo tipo può contattare direttamente l’officina Alemoto al numero 340/3819466
oppure attraverso il sito www.alemoto.
com. A noi invece non rimane che salutare Alessandro sicuri che tra qualche mese
ci chiamerà per presentarci qualche nuovo progetto o per mostrarci il frutto della
sua fervida immaginazione.
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Lo spazio sotto al codone della RF4 è completamente occupato dalla centralina motore, dal regolatore di tensione e dal cablaggio, di conseguenza Alessandro
si è dovuto inventare una nuova collocazione per la batteria. Il posizionamento a
lato dei leveraggi del monoammortizzatore è certamente inusuale ma Alessandro
ha fatto tutte le prove per assicurasi che non ci siano problemi durante la guida.