Manuale_Verso_lincontro
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Manuale_Verso_lincontro
RINGRAZIAMENTI Questa pubblicazione è il frutto dell’impegno, dell’entusiasmo e del lavoro di tanti soggetti. Si vogliono ringraziare tutti i dirigenti scolastici, i docenti, gli alunni e le famiglie che hanno partecipato e con il loro contributo l’hanno resa possibile. Un ringraziamento particolare a Sara Disarò e Monica Ferrari che hanno curato fin dall’inizio il progetto “In viaggio verso l’incontro”. Ricordiamo con affetto Federico Piva che ha donato una breve ma significativa collaborazione alla pubblicazione. La responsabilità per i contenuti, che non riflettono in alcun modo le opinioni dell’Unione Europea, spetta unicamente agli autori. Indice Perché questa pubblicazione ...................................................................................................... 5 Sempre in movimento ................................................................................................................. 7 Storia di un percorso e di nuovi intrecci .................................................................................... 11 Le esperienze SCUOLE PRIMARIE ............................................................................................................................ SCUOLE SECONDARIE INFERIORI ........................................................................................................ SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI ....................................................................................................... GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI ...................................................................................................... 14 52 69 71 Conclusioni e prospettive ............................................................................................................ 75 3 Perché questa pubblicazione Di libri che parlano di come favorire l’inserimento e l’integrazione degli alunni stranieri nelle nostre scuole ne sono stati stampati in grande numero. Di schede che suggeriscono agli insegnanti modalità diverse per raggiungere determinati obiettivi didattici per gli alunni alloglotti se ne trovano ovunque. Di proposte operative che prevedono interventi atti a favorire la costruzione di una relazione positiva fra pari e pari e fra pari ed adulti è ricca l’editoria scolastica e non. E allora cosa c’è di diverso fra questa pubblicazione e le moltissime presenti? Per noi, che operiamo da anni nella rete tante tinte, vi è la sintesi di un lavoro costante e quotidiano di moltissimi insegnanti che hanno lavorato e lavorano ogni giorno con entusiasmo e passione con gli alunni. Vi è la presenza della creatività che nasce da molteplici situazioni diverse presenti nelle nostre classi. Vi è la gioia dei bambini che costruiscono il proprio sapere guidati da altri bambini e dagli adulti. Vi è la partecipazione delle famiglie nelle azioni quotidiane della vita scolastica. Vi è l’azione di tanti dirigenti scolastici alla ricerca di sempre nuove risorse materiali e professionali a sostegno di una politica dell’inclusione e del rispetto di ciascuno. Vi è il raccolto finale di un lavoro che si snoda lentamente giorno dopo giorno con pazienza e costanza, seguendo ritmi lenti ma produttivi. Questa pubblicazione è anche il segno di tutti gli intrecci che la rete tante tinte ha costruito in questi anni primariamente con le scuole del territorio e poi con tante realtà territoriali che si occupano particolarmente degli alunni stranieri, ma non solo di quelli, perché ciascuno di noi che lavora nella scuola svolge un lavoro prezioso per tutta la società. Lucia Bernardi Dirigente scolastico IC 11 5 Sempre in movimento I cieli girano attorno di continuo, il sole sorge e tramonta, stelle e pianeti mantengono costanti i loro moti, l’aria è perpetuamente agitata dai venti, le acque crescono e calano, per insegnarci che dovremmo essere sempre in movimento. (Robert Burton, 1951) Il viaggio caratterizza la storia dell’umanità sin da tempi lontani: da sempre l’uomo è in cammino, per necessità, per diletto, per il piacere e la tensione verso la scoperta, per sfidare i limiti del proprio mondo, in senso geografico o interiore. Viaggiare significa non solo varcare confini, ma anche incontrare la differenza, l’altro da sé, e di conseguenza avere nuovi occhi, acquisire un nuovo modo di vedere le cose. Le parole di Bruce Chatwin ci ricordano che Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma. E ancora, Michel De Montaigne, già nel XVI Secolo affermava che Il viaggio è il mezzo migliore per levigare e lucidare il nostro cervello contro quello degli altri. In tal senso, diviene metafora della dimensione educativa: una metafora particolarmente attuale, nella società globalizzata in cui viviamo. Nel mondo contemporaneo tutto è connesso, al punto che, anche quando non ci spostiamo, è il mondo stesso a venirci incontro attraverso gli oggetti che possediamo, le persone che incontriamo, il cibo che mangiamo, le immagini trasmesse dai media, i simboli in cui ci imbattiamo. Più o meno consapevolmente, siamo così invitati a compiere continui “viaggi” mentali che talvolta costano fatica, mettono in discussione equilibri consolidati, generano paure, soprattutto tra gli adulti. L’esperienza delle persone nel mondo globale è più estesa, più ricca e più diversificata che in precedenza, ma nello stesso tempo è anche più povera di riferimenti, disorientata e confusa1. Tahar Ben Jelloun, nel suo celebre libro Il razzismo spiegato a mia figlia, ci ricorda quanto, in questo contesto, siano insidiosi i pregiudizi razzisti: La scuola laica e repubblicana è una macchina formidabile per l’integrazione dei bambini che provengono dall’immigrazione. Ma perché tale integrazione sia possibile, occorre fare un lavoro sulle famiglie e sull’ambiente immediato (i media hanno un ruolo essenziale in questa battaglia quotidiana). Altrimenti il razzismo approfitta delle faglie e delle brecce per infiltrarsi e stabilirsi nella mentalità e ciò può avvenire sia per difesa, sia per coprire una fragilità di ragionamento e di percezione2. Insegnanti, educatori e genitori che sono chiamati al delicato compito di educare i piccoli (e se stessi) all’alterità si trovano di fronte a continue sfide, nella società multietnica. Come dei veri viaggiatori, grandi e piccini affrontano ogni giorno percorsi non privi di difficoltà, ricevendo però moltissimo in termini di arricchimento personale per la propria formazione. Tra gli strumenti che possono favorire lo sviluppo di un percorso educativo in chiave interculturale vi è certamente l’incontro con l’arte, in tutte le sue forme. Essa, infatti, è un linguaggio universale, trasversale alle culture, accessibile a tutti in quanto supera i confini della comunicazione verbale: in ogni parte della 1. Giuseppe Mantovani, Intercultura, Bologna 2004, p.14 2. Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Milano 2005 7 Terra attraverso le espressioni artistiche si veicolano valori, idee, emozioni, sentimenti e paure, visioni di sé e del mondo. In questa prospettiva, l’arte come linguaggio non verbale si predispone meglio della parola ad incoraggiare lo scambio e la conoscenza delle culture geograficamente e storicamente lontane, con il positivo risultato di avvicinarle. In un contesto educativo interculturale, diventa così un dispositivo utile ad avviare il dialogo, insegnare il rispetto reciproco e – ove necessario – contenere i pregiudizi. ll concorso In viaggio verso l’incontro ha incoraggiato le scuole a puntare proprio sui linguaggi non verbali per sviluppare molteplici riflessioni sull’incontro con la diversità, vivendo l’interculturalità come risorsa creativa. I lavori di gruppo sul tema del viaggio, condotti con intensità ed entusiasmo da bambini, ragazzi e insegnanti, sono stati occasioni felici per intrecciare i propri vissuti e condividere con i compagni idee, suggestioni, memorie, saperi, caratteri propri delle culture d’origine. Ciascun allievo si è messo in gioco personalmente e profondamente, dando un apporto unico e originale all’elaborato creativo collettivo. Ricordiamo sempre che educare all’arte e attraverso l’arte è di per sé un modo di stimolare la creatività e l’elasticità mentale dei bambini, contribuendo allo sviluppo totale e armonioso attraverso un sistema educativo equilibrato che si rivolga al corpo, ai sensi, ai sentimenti, alla volontà, al pensiero3. Lo stesso Bruno Munari, artista, designer e ideatore di uno dei più apprezzati metodi di educazione all’arte, sottolineava l’importanza del laboratorio come esperienza formativa utile, fra l’altro, a mettere in discussione le stereotipie, a favorire l’apertura mentale dei bambini e a svilupparne lo spirito critico, verso l’esterno e verso se stessi. In particolare l’arte contemporanea può diventare una chiave d’accesso privilegiata per educare all’integrazione, per diverse ragioni: è cosmopolita e aperta alle istanze del tempo presente; molte opere recano segni forti delle culture d’origine degli artisti, altre hanno caratteri ibridi, di contaminazione, riflettendo la grande permeabilità delle culture del mondo in cui viviamo. Inoltre alcune correnti, come l’arte astratta, hanno una valenza pressoché universale, superando i limiti della figurazione; l’astrattismo può essere un terreno d’incontro adatto sia in quanto sistema di segni che più identifica tradizioni artistiche orientali ed arabe, sia in quanto tappa fondamentale nelle prime esperienze espressive di tutti i bambini. Così gli elementi primari del linguaggio artistico, come luce, forma, colore, spazio, corpo, ecc. possono essere “presi a prestito” per costruire percorsi teorico-pratici che aiutano a comprendere il mondo circostante, in particolare i concetti di identità e differenza. Basti pensare alla metafora più semplice, la mescolanza dei colori primari che genera ricchezza e varietà, proprio come accade nell’incontro con le culture e l’altro da sé. Una felice sperimentazione in tal senso è stata messa in atto dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea dal 1996: il progetto Tappeto Volante, a cura di Anna Pironti, Responsabile Capo del Dipartimento e condotto con le scuole del quartiere di San Salvario a Torino, zona caratterizzata da un alto tasso di immigrazione. I caratteri tipici dell’arte contemporanea, l’internazionalità e il riconoscimento delle singole individualità, sono utilizzati come strumenti di inclusione sociale nelle scuole e con il coinvolgimento del quartiere. Il Tappeto Volante non ha certo la pretesa di risolvere tutti i problemi di San Salvario; eppure, il cambiamento è in atto, basti pensare che la Scuola dell’Infanzia Bay da cui è partito il progetto, un tempo etichettata come “l’asilo dei neri”, è diventata un polo di eccellenza che attrae le famiglie di tutta la città. Recentemente, il Dipartimento Educazione ha condotto anche a Verona un’esperienza nel segno dell’intercultura: nell’ambito del progetto nazionale A tu per tu culture a confronto, in collaborazione con UniCredit Banca Agenzia TU, alunni, genitori e insegnanti dell’Istituto Comprensivo San Michele hanno realizzato un grande wall drawing negli spazi della scuola. Il progetto 3. Anna Pironti, intervento al Convegno Internazionale Educazione, cultura, arte contemporanea: quale interazione? Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 1995 8 intende stimolare processi virtuosi di inclusione sociale nel rispetto degli elementi distintivi che ogni individuo porta con sé. L’attività è finalizzata a favorire le relazioni tra i partecipanti: ciascuno agisce nello spazio assegnato, in armonia con il lavoro altrui. Il risultato finale è frutto dell’azione comune e alimenta il senso di appartenenza di tutti i bambini e delle famiglie coinvolte. I progetti citati sono due possibili esempi di riferimento metodologico, che affiancandosi alla felice iniziativa del concorso In viaggio verso l’incontro indicano come l’esperienza dell’arte offra una chiave d’accesso privilegiata per educare alla complessità del tempo presente e per favorire nuove modalità comunicative e relazionali. Si tratta in sintesi di assegnare all’arte un valore fondante, in termini di accrescimento e innalzamento di quote di civiltà, come afferma Anna Pironti; di contribuire al benessere del singolo come parte di un tutto; di vedere nell’arte un motore di trasformazione sociale responsabile – per citare le parole del maestro Michelangelo Pistoletto; di lavorare per la formazione dei piccoli come cittadini di oggi e di domani, aiutandoli a crescere liberi e consapevoli in una società in continua evoluzione. Brunella Manzardo Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea 9 Storia di un percoso e di nuovi intrecci Verrebbe da dire che tutto ha inizio con l’approvazione di un progetto europeo promosso sul territorio da ProgettoMondo Mlal, “Scuole Senza Razzismo. Sperimentazione di buone pratiche di integrazione degli studenti stranieri nei programmi educativi delle scuole europee”, realizzato contemporaneamente in Spagna, Lituania, Romania, Francia e Repubblica Ceca. L’esperienza però che ha condotto a questa pubblicazione ha sicuramente colto l’occasione di questo progetto, ma ha radici più lontane, racchiuse negli anni di impegno che diverse realtà del territorio hanno dedicato al tema dell’integrazione. Il tema proposto dal progetto è sembrato infatti sicuramente complesso tanto da indurre ProgettoMondo Mlal a pensare subito di avviare una riflessione condivisa con i riferimenti territoriali impegnati nel campo dell’integrazione in ambito scolastico, consapevoli che la grande sfida dell’integrazione non si può esaurire nell’impegno e nell’azione di un unico soggetto. I primi momenti di incontro avviati con la rete tante tinte e con il servizio stranieri dell’ULSS 22 si sono rivelati fin dall’inizio talmente ricchi di spunti da stimolarci a fare una fotografia della situazione esistente a Verona, convinti che per fare integrazione sia necessario partire da tutti i piccoli “cantieri” già in atto nella provincia portati avanti con grande professionalità da soggetti diversi e diversamente competenti. Solo unendo le forze si sarebbe potuto contribuire a raggiungere l’ambizioso obiettivo del progetto: rafforzare il processo di integrazione degli studenti stranieri nelle scuole del territorio. Sul tavolo di lavoro si è cercato di sistematizzare e dare organicità a tutti gli interventi in atto: protocollo di accoglienza, insegnamento dell’italiano L2, mediazione linguistico-culturale, laboratori di educazione interculturale, servizi a sostegno della famiglia, integrazione delle realtà associative attive sul territorio, solo per citarne alcuni. Ciascuna di queste esperienze rappresentava, quindi, di per sé, già una buona pratica in direzione dell’integrazione, ma era solo dall’unione di tutti gli interventi che si poteva ricavare la strada da intraprendere per poter essere effettivamente efficaci. Questo punto di partenza ha rappresentato uno stimolo al nostro lavoro ma anche una grande fatica. Il progetto europeo prevedeva infatti la costituzione di un Comitato nazionale per ciascun Paese con l’intento di raccogliere attorno ad un tavolo tutti gli attori impegnati sul tema dell’integrazione in ambito scolastico (insegnanti, associazioni di stranieri, studenti, organizzazioni della società civile) al fine di avviare un momento di confronto e di scambio che aiutasse anche nella realizzazione delle attività. Alla luce dell’impianto ambizioso abbozzato nella prima fase, il Comitato nazionale di Verona era sicuramente molto allargato! Mettere insieme molteplici soggetti del mondo della scuola e dei servizi rappresentava una ricchezza notevole ma naturalmente anche modalità di lavoro più difficoltose da gestire. Un aspetto, però, al quale si è deciso di non rinunciare proprio perché era un’occasione per discutere insieme (insegnanti dei diversi ordini e gradi scolastici, dirigenti, associazioni di mediazione linguistica e culturale, Ong, pubblico e privato sociale) di come rafforzare insieme le azioni che ciascuno poteva mettere in atto. La prima convinzione e conclusione significativa che il nostro tavolo allargato comunicava era l’apertura alla relazione scuole-territorio. Per poter parlare di integrazione degli studenti di cittadinanza non italiana non si poteva esaurire la riflessione all’ambiente scolastico ma era necessario attivare e mettere in 11 relazione anche i servizi del territorio, altrettanto fondamentali rispetto al lavoro promosso nelle scuole, per stimolare e favorire un’integrazione organica e “sistemica” all’interno della comunità. Il concorso che si scelto di promuovere nelle scuole e nei centri educativi del territorio veronese, come sperimentazione di un’attività proposta e attuata in Lituania, è stato solo una tappa, quindi, di una riflessione molto più ampia che si è sviluppata in questi mesi di lavoro, e che si è rivelata essere lo specchio dell’impegno degli insegnanti e delle famiglie nel cercare di aprire canali di comunicazione, di dialogo, di educazione interculturale a livello di scuola e di territorio. La scelta del tema per il concorso ha voluto essere uno stimolo all’apertura. Il viaggio, infatti, consente interpretazioni molto varie, non necessariamente legate all’esperienza migratoria, e soprattutto induce ad un’analisi a più livelli: viaggi reali o fantastici, viaggi in luoghi lontani ma anche dentro noi stessi. Un processo, quindi, che conduce sempre ad un processo di crescita e di nuova conoscenza, di se stessi e degli altri. I messaggi che i bambini e i ragazzi hanno comunicato, le esperienze in classe e sui territori, i nuovi intrecci di relazioni che in alcuni casi sono stati costruiti, e naturalmente la bellezza dei moltissimi elaborati pervenuti sono un patrimonio da non perdere. Ecco quindi il motivo di questa pubblicazione. Pagine che propongono esperienze, attività e schede di lavoro dei percorsi realizzati in classe o nei gruppi educativi. Ma pagine che sono spesso anche la testimonianza di un lungo lavoro che testimonia la costruzione di relazione importanti, con altri docenti, con le famiglie, con le realtà del territorio. Una memoria che non doveva essere perduta, ma anzi una raccolta di esperienze da mettere a disposizione di altri educatori e insegnanti, da replicare, per allargare la riflessione, per continuare ad alimentare la rete di relazioni che è stata avviata. Marina Lovato Educazione e Formazione ProgettoMondo Mlal 12 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Le esperienze SCUOLE PRIMARIE SCUOLE PRIMARIE Noi in viaggio verso te SCUOLA PRIMARIA LUDOVICO ARIOSTO I.C. 11 BORGO ROMA OVEST (VR) GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità del percorso Il percorso permette da un lato di creare dei momenti di riflessione linguistica sul significato di alcuni termini astratti e l’introduzione di nuovi vocaboli e dall’altro offre l’opportunità ai bambini di confrontarsi con se stessi e con gli altri, attraverso temi significativi quali il concetto di pregio, di difetto, di incontro con l’altro e di amicizia. Obiettivi Stimolare la riflessione su terminologie legate alla rappresentazione di sé, nell’aspetto fisico e nella componente caratteriale. Acquisire padronanza nell’utilizzo di diverse tecniche pitto-grafiche (pittura a tempera, matite/ pennarelli..) nell’ideazione fantastica o nella realizzazione di un soggetto dal vivo. Stimolare la discussione in gruppo e il rispetto dei turni d’intervento. Favorire il rispetto dei contenuti espressi e condivisi dal singolo all’interno del gruppo. Promuovere momenti d’introspezione e riflessione. Descrizione del percorso Le attività realizzate con i ragazzi si sono articolate nel modo seguente: 9 riflessione e discussione di gruppo su cosa significhi la parola “Altro” e quindi chi è l’“Altro” (sono emerse le idee più disparate: compagno di scuola sconosciuto, gli abitanti di un altro paese o continente, le persone con le quali siamo legati ma che abitano lontano...) 9 gioco “A colpo d’occhio”: gioco di gruppo che consiste nell’ avvolgere in un lenzuolo un bambino in modo tale che i compagni non possano più vedere come è vestito, ma cerchino di recuperarne nella mente l’immagine. Questa attività è concepita come il primo passo verso la conoscenza dell’altro, con l’intenzione di partire dagli aspetti più superficiali per arrivare alle componenti più profonde 9 ritratto in coppia: i ragazzi vengono divisi in coppie ed ognuno ha il compito di ritrarre il proprio compagno. Il ritratto è stato un momento che ha creato qualche sorriso e qualche imbarazzo, ma lo scopo è appunto quello di cominciare a guardarsi più da vicino e conoscersi meglio 14 9 9 9 9 9 A livello metodologico, durante la sperimentazione, sono state utilizzate modalità di lavoro individuali, di coppia, di gruppo e di cooperative learning. Il prodotto finale consiste in un grande cartellone composto da 3 parti che rappresentano il percorso svolto. Partendo da sinistra incontriamo: 9 i volti ritratti dei bambini, che assemblati formano un grande gruppo compatto; 9 i calchi delle mani protese, ciascuna delle quali custodisce un cartoncino su cui è stato scritto il proprio pregio, la qualità che si vuole donare “all’Altro”; 9 nella parte centrale sono riuniti i diversi mezzi di trasporto inventati dai bambini, assieme ad una grande valigia che contiene tutto ciò che non avrebbero mai potuto e voluto lasciare immaginando un’ipotetica partenza; 9 infine un disegno che ricrea l’immagine di una “polaroid” al cui interno è stata incollata una carta adesiva con superficie riflettente, ottenendo così un effetto specchio. Quest’ultima parte assume un duplice significato rappresentato da un lato dallo specchio, dall’altro dalla fotografia. La fotografia è simbolo del ricordo di un momento trascorso assieme, mentre lo specchio permette a ciascuno di rivedersi come la meta del viaggio immaginato. Grazie a questo percorso quindi, “rispecchiandosi” in questa fotografia, ogni persona rappresenta l’“altro” e al contempo “se stesso attraverso l’altro” in un rapporto di conoscenza reciproca. SCUOLE PRIMARIE 9 SCUOLE SECONDARIE INFERIORI 9 rielaborazione scritta dell’attività precedente: i ragazzi descrivono l’attività svolta e raccolgono ulteriori informazioni sul proprio compagno (provenienza, età, colore preferito...) definizione di pregio e difetto: questa attività vuole stimolare un confronto sul significato di queste parole astratte, rendendole più comprensibili attraverso degli esempi concreti. I ragazzi scrivono sul quaderno un proprio pregio calco delle mani: lavorando sempre a coppie, i ragazzi disegnano reciprocamente il calco delle mani su alcuni cartoncini colorati scelta del proprio pregio che si vuole offrire all’altro e copia sul cartoncino colorato da attaccare ai calchi delle mani ideazione e disegno di un mezzo di trasporto fantasioso che possa condurre verso l’Altro (assemblando mezzi reali ad animali, oggetti di fantasia, accessori fantastici...) disegno di una valigia di grandi dimensioni scelta e disegno di oggetti/persone che i bambini desiderano portare con sé per affrontare questo viaggio (alcuni esempi: la play-station, un peluche, un cane, le amiche care...) assemblaggio del cartellone in tutte le sue componenti. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI 9 I bambini hanno partecipato con entusiasmo ai diversi momenti: di riflessione, di gioco e di creatività, dimostrando interesse e curiosità. Gli obiettivi stabiliti sono stati, nel nostro caso, parzialmente raggiunti, probabilmente perché la condivisione di aspetti, anche personali, richiede una maturità maggiore e un gruppo che li accolga più coeso e formatosi da più tempo. 15 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Considerazioni conclusive SCUOLE PRIMARIE Risulta più funzionale realizzare, prima di ogni altra cosa, la base del cartellone, in modo da rendere esplicito e chiaro, anche visivamente, il filo conduttore delle riflessioni e delle creazioni artistiche che saranno poi incollate, di volta in volta, sempre a testimonianza e a memoria del cammino fatto assieme. Il percorso ha permesso solo in alcune occasioni di realizzare momenti di interazione significativi con attività curriculari quali italiano, arte e immagine, storia e geografia. Probabilmente un maggiore tempo a disposizione ci avrebbe permesso di collaborare di più con gli insegnanti delle classi che avevano alunni coinvolti nel progetto. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Laboratorio “La lingua come strumento di scambio” Docente di riferimento: Flaviano Valentini 16 SCUOLA PRIMARIA C. BATTISTI DI ERBEZZO I.C. “G. PASCOLI” DI GREZZANA (VR) SCUOLE PRIMARIE Tutto il mondo è...paese Acquisire le conoscenze per condurre e pianificare una ricerca/inchiesta sul territorio. Formalizzare gli elementi acquisiti utilizzando i diversi linguaggi: grafico, pittorico, informatico. Acquisire conoscenze storico/geografiche in relazione al fenomeno della migrazione. Rafforzare atteggiamenti di ascolto. Saper utilizzare e valorizzare le proprie competenze e stimolare il riconoscimento delle competenze altrui. Rafforzare comportamenti di aiuto reciproco. Imparare a rispecchiarsi nella storia di altri. Descrizione del percorso Il gruppo, anche se dal punto di vista numerico risultava esiguo, presentava al suo interno una varietà di situazioni: presenza di due gruppi classe, inserimento di un’alunna rumena, presenza di un alunno adottato, insegnante di classe proveniente da un’altra regione, inserimento della scuola in una piccola comunità di paese che al primo impatto può risultare timorosa ad accogliere, adottando tendenzialmente meccanismi di chiusura. Nell’istituto opera inoltre da anni una commissione per l’inserimento e l’integrazione (con un protocollo di accoglienza) che propone progetti per l’intercultura. Per l’elaborazione del progetto, gli alunni sono stati coinvolti nello sviluppo della ricerca, nella mappatura del percorso, nella revisione del progetto in via di stesura e nella sua schematizzazione finale. Il percorso effettuato è stato il seguente: presentazione del progetto al gruppo classe; brainstorming per la messa a fuoco del tema proposto dal concorso; 17 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Obiettivi GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Il percorso, attraverso lo sviluppo del lavoro cooperativo e la suddivisione dei compiti, permette di rendere i ragazzi consapevoli di sé, delle proprie competenze ed abilità. Rappresenta inoltre l’occasione di riflettere sul senso di accogliere e di essere accolti nella propria esperienza quotidiana. SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità del percorso SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI individuazione delle aree da approfondire; prima mappatura delle idee; schematizzazione delle idee attorno alle parole chiave “incontro” e “valigia”; informazione alle famiglie del percorso ipotizzato attraverso i consigli di interclasse docenti-genitori e le assemblee di classe; stesura dell’intervista e programmazione della stessa; uscita sul territorio presso l’abitazione della signora Teresa, cittadina di Erbezzo; raccolta ed elaborazione dati; ampliamento del percorso e mappatura dello stesso; ricerca all’ufficio anagrafe comunale di dati sull’emigrazione dai registri; raccolta di documenti e fotografie; suddivisione dei compiti nella fase di produzione degli elaborati; organizzazione grafica per l’assemblaggio dei materiali; revisione degli elaborati; dialogo e confronto con l’alunna romena e l’insegnante sulle loro esperienze di emigranti; apertura al dialogo sul tema della nascita e sull’esperienza dell’accoglienza. Durante il percorso si sono attivati collegamenti tra le diverse attività curriculari, come emerge dalla nostra esperienza. Infatti: 9 in Arte e Immagine è stato realizzato l’aspetto grafico pittorico di tutto il progetto: abbiamo preparato un “libro treno” che raccoglie il percorso sull’emigrazione e che sviluppa gli aspetti del ritratto dal vero (uso delle proporzioni nella tecnica del ritratto), il colore a matita, la tecnica del chiaroscuro, la composizione; 9 abbiamo rappresentato graficamente il percorso che porta alla scelta dell’adozione: un disegno in sequenza, una rappresentazione simbolica, una didascalia breve, la tecnica del collage con materiali vari, nella realizzazione di una cicogna, simbolo della vita che nasce; 9 in Informatica abbiamo preparato e schematizzato l’itinerario del progetto, scritto il questionario con l’utilizzo di word, raccolto i risultati in tabelle e ricercato la grafica adeguata ai diversi stili del progetto; 9 con l’insegnate di Italiano abbiamo costruito una mappa concettuale, elaborato un questionariointervista, raccolto dati e preso appunti, confrontato i dati e verificato le informazioni attraverso la comparazione diretta, costruito il testo sulla base dei dati emersi dall’indagine conoscitiva, approfondito la scrittura autobiografica, il testo descrittivo, la poesia come strumento per trasmettere il messaggio del progetto, il linguaggio del fumetto, la didascalia, la titolazione sintetica, la lettera e i diversi stili; 9 in Storia e Geografia abbiamo affrontato il fenomeno dell’emigrazione nel paese in un determinato periodo storico, consultato i registri dell’anagrafe, identificato gli aspetti storici dell’emigrazione da una fonte orale, raccolto documenti scritti relativi al periodo in esame, analizzato documenti iconografici, organizzato le informazioni sotto forma di mappa concettuale, svolto un’indagine sul territorio e una ricerca geografica dei luoghi oggetti di studio. Abbiamo realizzato diversi materiali: 9 un libro a forma di treno che raccoglie l’esperienza della signora Teresa, emigrante in Svizzera in passato, nel suo “Viaggio verso l’incontro”. Sui diversi vagoni sono stati inseriti il questionario utilizzato per l’inter- 18 Il progetto ha coinvolto il referente della commissione d’istituto per gli alunni stranieri che ha gestito la relazione e la comunicazione tra i docenti del plesso e la rete tante tinte. Lo spunto iniziale per lo sviluppo del tema è stato dato dall’insegnante di Arte e Immagine che ha motivato il gruppo alla partecipazione al concorso con la pluriclasse IV-V, in quanto all’interno di questa le tematiche dell’accoglienza potevano essere sviluppate in modo ampio e vicino alla reale esperienza degli alunni. I colleghi hanno collaborato alla realizzazione del progetto, presentato durante gli incontri di programmazione modulo, poi sviluppato e ampliato nei diversi aspetti, sulla base delle specifiche competenze dei docenti. Le famiglie sono state coinvolte nella realizzazione del progetto; sono state informate nei consigli di interclasse docenti- genitori e nelle assemblee. 19 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Il lavoro di rete GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI vista, le domande e le risposte date rielaborate sotto forma di racconto, le foto che documentano i luoghi e le esperienze lavorative, la sintesi dei documenti scritti (lettere) che testimoniano il percorso emotivo e psicologico dell’emigrante, il ritratto della signora Teresa realizzato dai bambini in forma descrittiva e pittorica; 9 un diario “simmetrico” dell’esperienza della maestra emigrata dal sud dell’Italia e dell’alunna arrivata dalla Romania. Il lavoro è stato presentato come un libro con copertina rigida con solo due facciate sulle quali sono state scritte le due esperienze. Le due protagoniste raccontano, sotto forma di racconto autobiografico, i ricordi e le emozioni legati al loro incontro con la nuova realtà; 9 un epistolario in cui sono state raccolte le lettere e le foto dell’esperienza d’incontro con gli ospiti della “piccola fraternità” di Corbiolo. L’epistolario è stato racchiuso in un contenitore di dolci ricordi. Questa fase di lavoro rappresenta il percorso compiuto che, da un primo incontro concepito come singola esperienza di visita alla “piccola fraternità”, ha portato ad un‘attività di scambio di testimonianze, e di cooperazione, che ha condotto alla realizzazione di manufatti ideati dagli ospiti della piccola fraternità e decorati dai bambini; 9 un libro a forma di cicogna scelto come simbolo della vita che nasce, racchiude l’esperienza dell’accoglienza di una nuova vita. È strutturato su fogli colorati con al margine tre slogan simbolici: “Il mio viaggio è stato accolto con gioia”: attraverso disegni e brevi didascalie i bambini raccontano il viaggio di chi nasce e viene accolto in famiglia; “Qualcuno si è preoccupato di me e mi ha accolto”: il percorso dell’accoglienza non sempre è facile e naturale, a volte la strada è lunga e faticosa per chi accoglie e chi viene accolto (nel nostro caso rappresentata dalla strada dell’adozione); “Qualcuno mi aprirà le porte?”: per un incontro davvero arricchente la strada da compiere è lunga, abbiamo una possibilità, ma quanto siamo disponibili ad aprire le porte? è la domanda di sintesi che i bambini hanno intuito e che hanno rivolto ad ognuno di noi. Il lavoro è accompagnato da un testo poetico elaborato a conclusione dell’attività che lancia un messaggio: ogni persona ha un viaggio da compiere, il percorso non è facile e le strade sono tante. Ma noi con la nostra valigia dobbiamo fermarci per vedere, conoscere chi ci è accanto. Tutti gli elaborati sono stati perciò inseriti in una vecchia valigia di cuoio, ricoperta di adesivi che testimoniano i viaggi fatti, ritrovata nella vecchia soffitta della casa di un emigrante di inizio novecento. SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI La famiglia del bambino adottato è stata coinvolta direttamente, in quanto il percorso necessitava di una condivisione di fondo. In caso contrario, infatti, non avrebbe assunto le medesime caratteristiche. Per la prima volta da parte del bambino sono stati fatti interventi nella classe riferiti alla sua esperienza precedente all’adozione ed i genitori hanno accolto positivamente l’esperienza intrapresa con questo percorso. Anche nel ricercare “la valigia” i genitori di un bambino di classe prima sono stati protagonisti ed hanno trovato in una vecchia soffitta il prezioso contenitore che hanno messo a disposizione della scuola. La ricerca storica ha coinvolto l’ufficio anagrafe del comune di Erbezzo che ha messo a disposizione i registri relativi al periodo storico preso in esame ed ha mostrato ai bambini le modalità con le quali venivano registrati gli emigranti. I dati raccolti sono serviti a comprendere le modalità dell’emigrazione, i numeri, i ritorni in patria, i matrimoni. Sono stati coinvolti alcuni emigranti tornati in paese e alcune famiglie straniere per un’indagine conoscitiva inerente agli aspetti socio culturali dell’emigrazione. È stata coinvolta la “piccola fraternità” di Corbiolo per un percorso di cooperazione fattiva tra scuola e persone diversamente abili. Considerazioni conclusive Gli alunni, gli insegnanti, le famiglie, gli enti, le persone del territorio coinvolti nel progetto hanno mostrato un alto livello di gradimento del lavoro realizzato sia nella fase di stesura che in quella di visione dell’elaborato prodotto. Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. Il progetto si è rivelato molto significativo per i ragazzi in quanto ha sviluppato delle riflessioni a partire dal vissuto stesso e dall’esperienza diretta degli alunni. Affrontare il tema dell’emigrazione partendo dal racconto di chi ha vissuto l’esperienza vuol dire trasmettere non solo conoscenza del fenomeno, ma anche l’emozione, i sentimenti che permettono, al di là delle nozioni, di interiorizzare le conoscenze. Un bambino può parlare della propria esperienza di emigrante, ma se un adulto lo fa prima di lui, mettendosi in gioco in prima persona, allora riesce a ricordare con facilità: l’emigrazione è anche sofferenza ed in quanto tale le emozioni legate all’abbandono dei luoghi natii vengono a volte rimosse. Il percorso dell’adozione è lungo e difficile per chi accoglie e chi viene accolto. Entrambi i componenti tendono a chiudere la relazione; riuscire a scrutare al suo interno è impresa ardua, che richiede sensibilità e cautela. Pluriclasse IV-V Docenti di riferimento: Pasqualina Rossone e Orietta Noventa 2200 SCUOLA PRIMARIA “DOMIZIO CALDERINI” DI TORRI DEL BENACO I.C. “FLORESTE MALFER” GARDA (VR) SCUOLE PRIMARIE 4 f iabe + 1 racconto Acquisire conoscenze per la produzione di testi orali a carattere narrativo, usando immagini e fumetti. Imparare a progettare e produrre semplici testi scritti di tipo narrativo. Stimolare la lettura e la comprensione di fiabe, individuando la successione logico-temporale. Acquisire conoscenze per progettare e produrre una fiaba, rispettando la struttura del genere testuale e utilizzandone gli elementi caratteristici. Stimolare l’elaborazione di racconti fantastici superando lo stereotipo. Acquisire competenze sull’utilizzo delle nuove tecnologie e dei linguaggi multimediali per sviluppare il proprio lavoro in più discipline, per presentarne i risultati e per potenziare le proprie capacità comunicative. Acquisire conoscenze di base sull’utilizzo di un programma di videoscrittura. Imparare ad illustrare testi attraverso un programma di grafica. Descrizione del percorso Il percorso ha previsto un’attività trasversale alle discipline. In particolare sono state attivate collaborazioni con il docente di tecnologia e informatica per quanto riguarda l’elaborazione dei testi e la raccolta delle immagini in sequenze a fumetti e con il docente di religione cattolica, approfondendo il valore essenziale dell’accoglienza e attivando riflessioni per poter trovare, al di là delle differenze che ci caratterizzano, i termini per elaborare un messaggio comune, capace di non omologare, pur salvaguardando i valori comuni. Nel progetto è stato previsto anche un approfondimento relativo ad alcune tradizioni culinarie e culturali dei popoli (geografia scienze). Il materiale prodotto consiste in un testo composto da quattro fiabe illustrate e da un racconto intitolato “Giramondo” composto di sequenze illustrate e presentato in forma di pellicola di cartoncino. 21 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Obiettivi GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Il percorso si propone di far emergere e comprendere le difficoltà della convivenza in relazione ai bisogni, ai diritti e ai doveri e di proporre modelli di soluzione positiva ai problemi che possono emergere attraverso atteggiamenti di tolleranza, rispetto, solidarietà, vivere civile. SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Le attività realizzate con i bambini si sono così articolate: 9 analisi di fiabe e racconti; 9 elaborazioni di fiabe individualmente o in coppia lavorando al computer; 9 scelta condivisa dI quattro fiabe; 9 illustrazione mediante disegni con colori a matita; 9 analisi di testi informativi tratti da riviste e da libri di testo sulle abitudini alimentari e culturali di alcuni popoli, in particolare quelli presenti nella nostra scuola; 9 discussione in classe sulle diversità, il superamento di stereotipi, l’accettazione del diverso, l’amicizia; 9 mediante l’uso del videoproiettore elaborazione di un racconto collettivo per comunicare alcuni messaggi: la percezione della diversità è quasi sempre reciproca; la diversità non deve allontanare; il rispetto degli altri è accettazione e condivisione; selezione di possibili disegni, illustrazione della storia con disegni e fumetti; elaborazione dei testi al computer; uso dello scanner e inserimento dei disegni; elaborazione del testo illustrato; proiezione e correzione. Durante la programmazione settimanale si è deciso con i colleghi di religione e di informatica il percorso metodologico-didattico dell’attività e le finalità educative che si volevano perseguire. Le famiglie sono state informate in occasione delle assemblee di classe e mediante i Consigli di classe. Sono state invitate a supportare con discussioni e confronti in famiglia, la tematica dell’integrazione. A livello territoriale il tema è stato affrontato all’interno del catechismo. Il principe Sereno Nazzareno C’era una volta un principe che si chiamava Sereno Nazzareno che era forte, alto, coraggioso. Un giorno stava passeggiando in una foresta incantata quando il re del regno di Cadilot, avendo sentito parlare di lui, lo chiamò a corte, gli disse che sua figlia era stata rapita da un terribile drago e gli chiese di salvarla. Sentite quelle parole il principe corse subito a cercare la figlia del re. Entrò in una tana della foresta e la vide prigioniera. La liberò, poi il principe e la figlia del re uscirono dalla tana, videro un terribile drago. Il principe Sereno Nazzareno combatté il terribile drago. Ad un certo punto il drago prese la spada di Sereno Nazzareno e gliela buttò nel lago dei malefici. Allora dal nulla venne un mago di nome Carlino che pronunciò la formula segreta: Abracdabraiscacatusca sin sala grin presto il drago morirà e scomparirà! Dopo cinque secondi il drago scomparve e il mago, il principe e la principessa ritornarono al castello. Il re organizzò una festa, ringraziò il mago e il principe Sereno Nazzareno che avevano salvato la principessa. 22 Classe III Docente di riferimento: Daniela Peroni 23 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Il grado di soddisfazione di studenti,insegnanti coinvolti e famiglie è stato positivo e nel complesso gli obiettivi sono stati raggiunti. Il percorso è stato interessante perché percepito dagli alunni come una modalità di lavoro fortemente partecipata. Nelle varie fasi dell’attività si alternava il lavoro individuale e del gruppo-classe a quello in coppia o in piccolo gruppo, con momenti di brainstorming volti alla soluzione delle varie fasi progettuali. Sono stati gestiti insieme eventuali elementi di criticità ricercando le possibili soluzioni. La difficoltà principale ha riguardato il rispetto dei tempi di consegna dell’elaborato perché l’uso del computer e del programma di grafica si è rivelato piuttosto complesso per gli alunni. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI La sfida tra la regina e la strega C’era una volta una regina che viveva in un castello, ma aveva un problema: non aveva la corona. Davanti alla porta del castello un giorno trovò un biglietto sul quale c’era scritto che era stata invitata a una sfida: era una gara in cui avrebbe vinto la persona giudicata più brutta. La principessa si preparò per la gara, si mise brufoli finti, cicatrici e una parrucca piena di pulci. Poi si incamminò e inciampò di proposito in una pozzanghera di fango. Quando arrivò alla gara e i partecipanti la videro, scapparono tutti e il giudice disse che era lei l’unica vincitrice e le donò in premio una bellissima corona. Poi la regina arrivò al suo castello, senza accorgersi che era stata seguita da una bruttissima strega invidiosa che la rapì perché voleva impossessarsi della sua corona. La portò via con sé nel suo nascondiglio e le disse che l’avrebbe uccisa e intanto la incatenò. Per fortuna verso sera arrivò un mago che, con la sua bacchetta magica, la liberò. La strega era sconvolta e il mago la fece diventare di ghiaccio. Così la regina fu contenta e tornò al suo castello con la sua corona che aveva vinto. SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro SCUOLA PRIMARIA “GIOSUÈ CARDUCCI” DI BENEDETTO DI LUGANA I.C. “F. CHIARLE” DI PESCHIERA DEL GARDA (VR) GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Il percorso si propone di sensibilizzare e far riflettere gli alunni sul valore dell’accoglienza e dell’uguaglianza fra le persone, valorizzando le diversità e promuovendo azioni concrete di aiuto e solidarietà verso l’altro. Obiettivi Stimolare il lavoro di gruppo condividendo obiettivi comuni. Valorizzare la creatività/ l’individualità di ciascuno. Acquisire conoscenze per creare una fiaba, collaborando alla sua realizzazione, suddividendola in sequenze e realizzando disegni significativi e didascalie. Promuovere l’uso delle nuove tecnologie nella didattica. Potenziare le proprie competenze nell’uso del PC. Saper utilizzare la videoscrittura per ideare, elaborare e valorizzare un testo. Imparare a ricercare e selezionare immagini e dati utili in Internet. Acquisire conoscenze per costruire l’ipertesto partecipando attivamente alla realizzazione del progetto. Descrizione del percorso Il progetto si è inserito nella normale programmazione di classe, in quanto gli obiettivi da perseguire sono trasversali a tutte le discipline. Le classi 2A e 2B hanno inventato una fiaba, “L’orsetta sperduta” che ha come tema il viaggio di un’orsetta bianca dal Polo Nord verso la costa mediterranea. Dopo le difficoltà iniziali che il nuovo mondo le presenta riuscirà a farsi dei nuovi amici tra quegli orsi bruni che prima l’avevano guardata con sospetto e paura. La classe 4A ha selezionato poesie e pensieri di poeti e scrittori sul tema (“Un lungo viaggio” e “Il cielo è di tutti” di Gianni Rodari, “Prendi un sorriso” di Gandhi e un pensiero di Martin Luther King) e riflettuto sul messaggio in essi contenuto. È stata prodotta una presentazione video in Power Point contenente due percorsi differenziati sul tema con sottofondo 24 L’esperienza è stata estremamente positiva, perché ha consentito agli alunni di lavorare insieme, superando la divisione delle classi e la differenza di età anagrafica. Si è offerta loro la possibilità di veder lavorare insieme anche le insegnanti che nel quotidiano svolgono ruoli specifici diversi. Questo ha dato un senso di unitarietà e di condivisione degli obiettivi trasversali, comuni alle varie discipline. L’accoglienza e l’integrazione sono questioni che la nostra scuola affronta sempre in modo accurato. L’arrivo dei bambini stranieri è anche occasione per condividere in classe le loro storie di arrivo e del paese d’origine. Il concorso ha contribuito quindi a rafforzare una pratica già attuata e a darle una conclusione concreta. Classi IIA IIB IVA Docente di riferimento: Enrica Ceresa 25 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Considerazioni conclusive SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Sono stati coinvolti nel lavoro tutti gli insegnanti del team che a vario livello hanno collaborato alla progettazione individuando i collegamenti logici e hanno steso la mappa concettuale della presentazionevideo, suddividendo poi il lavoro nelle classi, secondo l’età anagrafica degli alunni. La realizzazione dell’ipertesto al PC è stata realizzata nelle ore di compresenza dedicate all’informatica (in totale 4,5 ore settimanali) da Novembre a Gennaio. Le famiglie sono state informate dell’iniziativa ed hanno pienamente condiviso gli obiettivi prefissati. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI musicale e/o commento audio. Pur avendo partecipato a percorsi differenziati, tutte le classi hanno poi realizzato l’ipertesto al pc. Inizialmente è stato svolto un lavoro di ricerca nelle classi in gruppi e sottogruppi; con lo scanner sono stati inseriti nel pc i disegni, le immagini e le foto, in seguito ritoccati con programmi di fotoritocco. Infine sono stati realizzati il materiale cartaceo e la presentazione – video in Power-Point (animazioni, inserimento di collegamenti ipertestuali tra i file, colonne sonore e registrazioni audio delle voci degli alunni). SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro: la storia di Lulu SCUOLA PRIMARIA “L. DORIGO” I.C. 20 SAN MICHELE (VR) GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Il percorso si propone di arrivare all’intreccio di identità che si avvicinano, si conoscono, si scambiano doni ed emozioni, si fondono. Obiettivi Sviluppare abilità comunicative espressive ed altre forme di linguaggi non verbali. Favorire la socializzazione tra alunni e la conoscenza di culture e vissuti diversi dal proprio. Descrizione del percorso Le nostre classi, considerando la ricchezza di alunni che provengono da altri Paesi, lavorano da tempo su progetti di accoglienza. In collaborazione con le famiglie e il territorio abbiamo creato un ricettario interculturale “Mangiando a colori” e un calendario che vuole costruire, a partire dalla conoscenza del quartiere, un luogo dove tutti si sentano a casa. Gli alunni originari del quartiere hanno raccolto, con l’aiuto dei nonni, tradizioni, immagini di luoghi dimenticati, modi di dire, proverbi, eventi significativi. I lavori dei ragazzi vengono di volta in volta raccolti in una mostra permanente. L’integrazione infatti vuole offrire la possibilità a chi arriva da noi di non sentirsi ospite ma di conoscere la nostra realtà ed essere parte integrante della nostra società in cambiamento. L’arrivo, qualche mese fa, di una bambina siriana, rifugiata politica, ha dato avvio al nostro percorso. Si è posta la necessità di spiegare agli alunni una storia triste, di guerra e violenza, che nella sua veridicità, doveva andare oltre la commozione e diventare per tutti motivo di riflessione. È nata così la storia di Rogin, narrata attraverso due marionette costruite dai bambini. La protagonista della nostra storia ha il nome di Lulu, la migliore amica della “vita precedente” di Rogin. La drammatizzazione è stata concretizzata inizialmente a gruppetti ma è risultata frammentaria. Per avere quindi una visione più globale, è stata realizzata con tutte le classi. Durante il percorso di sensibilizzazione e riflessione, che ruotano attorno alla storia, sono stati prodotti alcuni oggetti significativi rappresentanti alcuni importanti momenti del “viaggio verso l’incontro”: un baule contenente un bastone della pioggia, un vaso di carta riciclata, una pizza di cartapesta, delle marionette e un poncho realizzati 26 27 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI La storia di Lulu (proposta per una drammatizzazione) Le insegnanti comunicano ai loro alunni che è arrivato a scuola un misterioso e “magico” baule. I bambini sono felici e sono impazienti di vederlo. Sembra però che per poter assistere alla magia del baule sia necessario offrire un dono. L’indomani mattina arrivano a scuola tutti felici e carichi di pacchettini: si aspettano un bellissimo e prezioso scrigno. Le classi vengono portate in un’aula vuota e al centro c’è un piccolo, malconcio baule. I bambini, che si aspettavano un grande tesoro, rimangono delusi, ma nessuno dice nulla. Le insegnanti chiedono a Rogin di aprire il baule e lei tira fuori due marionette: la prima tutta colorata e l’altra scura. La seconda inizia a raccontare il suo lungo viaggio. “Sono molto stanca. Sono appena arrivata da un paese lontano. Sono stata costretta a partire di notte, nascosta sotto una coperta per non essere vista. Nel mio paese non c’è libertà, la mia gente non ha una casa, non può lavorare, non le è permesso comprarsi da mangiare. Non ho mai avuto un giocattolo e non ho mai assaggiato la cioccolata o il gelato. Dormivo in un letto di cartoni e la notte faceva molto freddo. Non potevo neanche andare a scuola. Il mio papà è morto...voleva solo la libertà per noi figli e...invece l’hanno ucciso. La mamma ha quindi pensato di fuggire via e, dopo un lungo viaggio, sono qui da voi”. La marionetta colorata, zitta e immobile, non ha nulla da dire e anche i bambini hanno gli occhi lucidi...C’è silenzio nell’aria... La marionetta continua: ”L’unico dono che posso farvi è questo baule che ho costruito con la carta che mi serviva da coperta: è tutto ciò che rimane della mia casa”. A questo punto timidamente si alza in piedi un bambino filippino, Jonas, “Anch’io vengo da lontano; la carta è una cosa preziosa; vedi io l’ho usata per costruire questo vaso... ecco te lo regalo! I vasi servono per i fiori...voglio augurarti che, d’ora in poi, i tuoi giorni siano colorati come i fiori!” Lulu raccoglie il vaso e lo mette nel baule. Si alza Jang Tao, un bambino cinese e dice: “Io vengo da un paese lontanissimo. È tradizione nel mio paese costruire con la carta gli oggetti più svariati e per te ho costruito questa scatola colorata: te la regalo vuota perchè tu possa riempirla di sogni!” Lulu prende la scatola e la mette nel baule. Si alza allora Osama, un bambino marocchino: “Il sole è bello, ma la pioggia è importante. Nel mio paese, la pioggia è rara e preziosa...Ti regalo il suo suono, perché tu possa ricordare sempre che anche la pioggia è vita...e anche dalle tue lacrime possa nascere una nuova vita!” (bastone della pioggia) Lulu è sempre più commossa: non si aspettava un’accoglienza così! E non è finita! Si alza anche Elisa; arriva dal Messico e regala a Lulu un poncho colorato: “Nel mio paese è il costume più usato; l’abbiamo decorato con i nostri nomi tutti a colori: con questo non avrai più freddo!” A questo punto tutti i bambini si avvicinano per mettere nel baule il loro regalo: ci sono scarpe, calze, giocattoli, cioccolata...e tanti lavori fatti da bambini e genitori di ogni paese. Daniel, che viene dal Brasile, solleva in aria le maracas che ha portato per la nuova compagna. “Dobbiamo fare festa!!!” GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI con tessuti riciclati, una scatola di carta con tecnica cinese, un calendario, un ricettario e un dado dell’accoglienza. Il significato che ogni oggetto rappresenta si può ritrovare nella proposta di drammatizzazione “La storia di Lulu”. SCUOLE PRIMARIE È proprio vero! Lo pensano i bambini e anche le maestre...c’è il motivo bello di tutti per far festa: il BAULE, che sembrava vecchio e da buttare, è riuscito a fare la magia più grande: racchiudere i colori di tutto il mondo in un regalo per accogliere la nuova amica. A questo punto Maria si alza e offre il piatto tipico delle feste: la pizza!!! Lulu sorride...è il suo piatto preferito. La marionetta colorata, che fino a quel momento aveva solo ascoltato, regala ai bambini il dado dell’accoglienza che servirà a giocare “bene” insieme! GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Considerazione conclusive Nella sperimentazione sono stati coinvolti: i colleghi delle tre classi che hanno realizzato la drammatizzazione e i materiali, le famiglie per la realizzazione di alcuni manufatti e la Circoscrizione 7^, A.V.I.S., l’Ecosportello del Comune di Verona per la realizzazione del calendario. L’attività è stata efficace per gli obiettivi che ci eravamo posti. Rogin continua a frequentare il nostro istituto e, come tutti gli altri bambini stranieri, si è bene integrata e si dimostra serena e tranquilla. L’attività di drammatizzazione si presta ad essere realizzata nei tre ordini di scuola dell’obbligo con adeguamenti linguistici e metodologici idonei alle età di riferimento. Classi IIIB IVC VC Docenti di riferimento: Adelina Mella, Elena Corsi, Marcello Mena, Valentina Fantei, Roberta Roverso, Teresa Zollino 28 SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro: in una notte di temporale SCUOLA PRIMARIA “L. DORIGO” Obiettivi Sviluppare abilità comunicative espressive ed altre forme di linguaggi non verbali. Favorire la socializzazione tra alunni. Stimolare la conoscenza di culture e vissuti diversi dal proprio. Descrizione del percorso Le nostre classi sono caratterizzate da una grande ricchezza culturale, donata dai bambini provenienti da altri paesi. Per questo la nostra scuola lavora da tempo su progetti di accoglienza. In collaborazione con le famiglie e il territorio portiamo avanti da diversi anni un laboratorio di alfabetizzazione per bambini stranieri in collaborazione con la rete tante tinte. Quest’anno il laboratorio di alfabetizzazione è stato costruito intorno alla storia “In una notte di temporale” che offre molti spunti di riflessione sul tema della diversità. É la storia di un lupo, che va ghiotto di carne di capra, e di una capretta. In una notte di temporale si rifugiano in una buia capanna. L’oscurità non permette loro di vedersi e il raffreddore di annusarsi. Condividono però la paura, la fatica e la fame, si confidano ricordi, abitudini, desideri e scoprono di assomigliarsi, diventando così amici. “Pioveva a dirotto... Le gocce del temporale di quella sera colpivano il minuscolo corpicino di una capretta bianca” ... che spaventata in quella notte buia trovò rifugio in una capanna abbandonata sul pendio della collina. Era davvero “buio pesto” quando, sentendo ansimare, la capretta si accorse che qualcuno stava entrando: si trattava di una piccolo lupo dalla voce alterata da un forte raffreddore. La capretta lo credette capra e cominciò a dialogare con lui. 29 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Il percorso mira ad arrivare all’intreccio di identità che si avvicinano, si conoscono, si scambiano doni ed emozioni, si fondono. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Finalità SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. 20 SAN MICHELE (VR) Abbiamo costruito molti materiali per drammatizzare la storia e rappresentarla. Alla fine abbiamo creato un mega-libro contenente un riassunto della storia e la rappresentazione della stessa, parte del lavoro svolto durante tutto l’anno e alcune foto dei momenti salienti del percorso. Dopo aver letto diverse volte il racconto “In una notte di temporale”, abbiamo costruito una sagoma di capra e una di lupo (i protagonisti della storia) e una casetta con un foglio di velina davanti per far drammatizzare ai bambini la storia mediante il teatrino di ombre. Sono stati coinvolti i colleghi di tutte le classi che, riprendendo la storia e i temi, hanno permesso ai bambini di partecipare al laboratorio e riprendere il percorso nelle singole classi. Riguardo al coinvolgimento del territorio, la rete tante tinte ha permesso la partecipazione di una facilitatrice e di una mediatrice culturale. SCUOLE PRIMARIE GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Anche il lupo credendo di parlare con un suo simile non osò sottolineare quella stridula voce somigliante a quella di una capra. Lo stesso la capretta a proposito di quel “vocione da lupo”. Parlarono dunque della loro infanzia, della fame che avevano, l’uno pensando alla buona erba, l’altro alla buona carne di capra, dei rimproveri delle loro madri che li spingevano ad essere forti, capaci di correre...! Insomma conoscendosi, trovando tra loro tante cose in comune, divennero amici e quando il temporale cessò, promisero di rivedersi davanti a quella stessa capanna, a mezzogiorno, col sole... parola d’ordine per riconoscersi: “in una notte di temporale”. “Nell’oscurità, prima dell’alba, le due ombre si salutarono agitando le mani. Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi della collina? Questo neanche il sole, che aveva appena mostrato la faccia per far brillare le gocce sulle foglie, poteva saperlo” (tratto da Kimura Yuichi, In una notte di temporale, Salani ed., 1998). 30 L’attività è risultata efficace rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti all’utilizzo della lingua come vero strumento di scambio. Il tema della diversità, affrontato in un gruppo di bambini stranieri, ha permesso maggiormente di evidenziare quante siano le differenze tra le varie culture ma nello stesso tempo come siano ancor di più le somiglianze che uniscono tutti. e SCUOLE PRIMARIE Considerazioni conclusive 31 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Laboratorio “La lingua come strumento di scambio” Docenti di riferimento: Elisabetta Trolesi e Maria Giacalone SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro SCUOLA PRIMARIA DI AFFI I.C. “G. FRACASTORO” DI CAVAION VERONESE (VR) GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Il percorso vuole coinvolgere le mamme degli alunni in un lavoro che promuova le competenze personali di ciascuno, arricchire le conoscenze degli alunni riguardo i Paesi di provenienza dei compagni e conoscere culture altre. Obiettivi Acquisire nuovi vocaboli riguardanti gli animali in lingua inglese. Conoscere la collocazione geografica di alcuni paesi europei ed extraeuropei (Polonia, Gran Bretagna, Canada, Colombia, Brasile, Costa d’Avorio). Conoscere e confrontare flora e fauna di tutti i paesi in gioco. Descrizione del percorso Il progetto è nato dall’analisi della situazione della classe e dalla considerazione che il mondo degli animali ha per i bambini un grande fascino. È sembrato quindi il veicolo adatto a comunicare l’idea di “ricchezza” di un paese e dei suoi abitanti. L’aggancio è stato possibile all’interno della disciplina Inglese, dove il libro di testo ha fornito facilmente gli attrezzi linguistici a tutti. Si è partiti da una unità della programmazione di inglese che aveva come argomento gli animali in generale ed in Gran Bretagna in particolare; si è poi pensato di invitare una mamma canadese perché parlasse degli animali del Canada con qualche parola in lingua. Vista la presenza di altre madri di origine straniera è stato poi allargato l’invito a tutte. La singola unità si è trasformata in CLIL (Content and Language Integrated Learning, apprendimento integrato di lingua e contenuti) comprendente la geografia per la ricerca sulle carte geografiche dei vari paesi e scienze per lo studio delle caratteristiche dei vari animali presentati dalle mamme in classe. Queste ultime hanno tenuto una breve lezione sugli animali più caratteristici dei loro Paesi di origine. Il prodotto finale è stato un cartellone contenente i disegni di alcuni animali presentati, realizzati a coppie dagli alunni con brevi descrizioni in inglese, e collocati intorno ad un planisfero in cui sono evidenziati i Paesi di origine delle madri straniere. 32 L’attività pratica, con la presenza reale delle mamme, ha permesso un avvicinamento concreto alla tematica dell’integrazione da parte dei bambini che hanno potuto “toccare con mano” culture lontane. Inoltre, lo sforzo fatto dalle mamme dei bambini stranieri è stato importante anche per la loro integrazione. SCUOLE PRIMARIE Considerazioni conclusive 33 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Classe IVA Docente di riferimento: Maria Grazia Riboli SCUOLE PRIMARIE Un viaggio lungo un sogno SCUOLA PRIMARIA MASSALONGO I.C. 18 VERONETTA PORTO (VR) GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Il percorso vuole promuovere il rispetto verso l’Altro, far conoscere culture altre a partire dall’incontro con i paesi di provenienza degli alunni non italiani e rafforzando il coinvolgimento delle mamme degli alunni Obiettivi Stimolare gli alunni ad essere autonomi nella capacità di ricerca. Sapersi orientare sull’atlante e sviluppare le conoscenze geografiche e delle fasce climatiche. Conoscere alcuni cibi presenti nelle culture di alcuni stati presi in esame. Sviluppare la capacità di ricerca su internet e di scrittura a computer. Sviluppare la capacità di scrivere un testo regolativo (ricetta) e di suddividere un testo in sequenze. Stimolare la curiosità e la voglia di conoscere abitudini diverse dalle proprie. Apprendere il significato di didascalia. Descrizione del percorso Il primo passo ha fatto emergere dai bambini stessi lo spunto per inventare la storia, attraverso la proposta di attività di gruppo. L’elaborato finale consiste in grandi disegni in cui sono inserite le foto dei bambini per un giro del mondo fantastico, durante un sogno. Partendo dall’Italia, procedendo verso est, si visitano, in ordine geografico, gli stati da cui provengono gli alunni della classe: Italia, Albania, Turchia, Pakistan, Sri-Lanka, Filippine, Santo Domingo, Brasile, Marocco, Nigeria, Tunisia e rientro in Italia. Ogni spostamento avviene tramite un oggetto magico appartenente a quello stato. Una volta definito il percorso, è stato individuato il mezzo di trasporto su cui viaggiare e quali erano i bambini della classe che vi salivano. Abbiamo poi immaginato come ci si doveva posizionare su tale mezzo. Le posizioni sono state quindi fotografate, tutte su sfondo bianco, ed inserite nei disegni per formare un’immagine che univa la rappresentazione grafica alle immagini reali dei bambini. La storia è stata scritta a computer e suddivisa in sequenze da utilizzare come didascalie. Solo alla fine, ascoltate e condivise le diverse proposte dei bambini, si è deciso il titolo del lavoro. 34 Considerazioni conclusive L’elaborato è piaciuto molto ai bambini anche perché hanno capito come funziona un fotomontaggio. Il divertimento è stato ad esempio vedersi dentro ad una noce di cocco. 35 SCUOLE PRIMARIE GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Classe III Docente di riferimento: Sara Barberi SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Un’altra fase importante che ha caratterizzato il nostro lavoro è legata ad un evento che ogni anno la nostra scuola organizza. Al termine dell’anno scolastico (questa è la terza edizione), l’istituto organizza una giornata di incontro tra le culture, occasione speciale per gli alunni per trascorrere un momento di gioco con i compagni, al di fuori della scuola e per assaggiare e/o far assaporare piatti tipici dei loro Paesi preparati dalle loro mamme. L’esperienza di condivisione ci ha così fornito lo spunto per inserire nel lavoro presentato una ricetta tipica per ogni stato attraversato nel nostro viaggio immaginario. Le famiglie sono state quasi tutte coinvolte nella ricerca e stesura delle ricette tipiche. Il percorso, oltre all’attività di ricerca geografica, ha introdotto le nozioni per scrivere un testo regolativo. La proposta si è collegata all’educazione alla convivenza civile, ma è stata un’esperienza significativa anche per l’educazione alimentare. SCUOLE PRIMARIE Amici di tutto il mondo in viaggio verso Verona, città aperta a tutti SCUOLA PRIMARIA “N. MERIGHI” DI NOVAGLIE GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. 16 VALPANTENA (VR) Finalità Il percorso si propone di affrontare con la classe il tema dell’accoglienza-incontro a partire dall’esperienza di bambini che hanno dovuto intraprendere un lungo viaggio verso un mondo a loro sconosciuto. Obiettivi Imparare a produrre messaggi con l’uso di linguaggi, tecniche e materiali diversi con un determinato scopo comunicativo Saper utilizzare in modo appropriato il colore per differenziare e riconoscere. Imparare a mettere in relazione personaggi e ambiente in un testo visivo. 36 Favorire la cooperazione all’interno di un gruppo valorizzando le diversità. Favorire l’integrazione, attivando atteggiamenti di relazione positiva nei confronti degli altri. Conoscere realtà e culture lontane e scoprire, nelle diversità, ricchezze e risorse. Saper esprimersi e comunicare attraverso linguaggi non verbali. SCUOLE PRIMARIE Questo processo educativo è il risultato di un percorso interdisciplinare, che ha visto coinvolte varie materie: italiano, arte e immagine, geografia, geometria e, naturalmente, educazione alla cittadinanza. È stato realizzato un cartellone attraverso la tecnica del quilling, una tecnica di lavorazione della carta che consiste nell’arrotolare e modellare strisce di carta larghe pochi millimetri. I bambini hanno realizzato un planisfero decorandolo con tale tecnica con il cartoncino del colore corrispondente ad ogni continente. Ad ogni continente poi è stato fatto corrispondere un piccolo bambino di cartoncino che “esce” dal suo paese per dirigersi verso l’Arena di Verona, individuato come luogo di incontro e di integrazione. Il risultato è l’immagine del mondo che confluisce nella rappresentazione di Verona, città aperta a tutti, quale luogo di integrazione per tutti i bambini del mondo. SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Descrizione del percorso Classe II Docente di riferimento: Francesca Compri e Domenica Picciariello 37 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI La classe è stata coinvolta nella sua totalità e gli alunni si sono mostrati entusiasti durante l’elaborazione e soddisfatti del lavoro realizzato. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive SCUOLE PRIMARIE Come una giacca e un inno ci hanno aperto gli occhi su un compagno SCUOLA PRIMARIA “GIOVANNI PASCOLI” SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. “G.PASCOLI” DI GREZZANA (VR) Finalità La finalità del percorso seguito dall’insegnante, non solo in occasione del concorso, ma durante tutti gli anni scolastici, è stata quella di portare l’intero gruppo classe al riconoscimento dell’Altro inteso come Altro da sé, non necessariamente Altro come straniero. Attenzione particolare è stata posta nei riguardi della diversità intesa come opportunità di conoscenza, uscendo dalle proprie cornici di riferimento, specialmente in una realtà come è quella di provincia, restia all’apertura verso l’alterità. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Obiettivi Valorizzare la diversità in tutte le sue declinazioni. Riflettere sulla diversità a partire dalla propria realtà di riferimento. Valorizzare la ricchezza legata alla storia di ciascuno. Stimolare la riflessione e il lavoro di gruppo. Imparare a produrre un elaborato comune con il contributo di tutti. Descrizione del percorso Nella realtà dell’Istituto Comprensivo di Grezzana sono presenti parecchi alunni stranieri, alcuni anche di recente immigrazione. Nel caso della classe V B, gli alunni stranieri sono tre, due dei quali non nati in Italia ma arrivati all’inizio della scuola primaria. Il lavoro prodotto presenta un elaborato scritto, in cui i bambini riflettono sulla storia della loro relazione con un compagno. Il caso del bambino di cui parla l’elaborato è un po’ particolare perché, nonostante sia nato nel nostro Paese, per una serie di vicissitudini familiari, ha richiesto da parte delle insegnanti un’attenzione particolare. Prima di affrontare il compito abbiamo discusso varie volte su cosa caratterizzava la nostra realtà di classe e cosa la ren- 38 39 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Come una giacca e un Inno ci hanno aperto gli occhi su un compagno Tutto è cominciato con un concerto che abbiamo tenuto nel nostro Istituto lo scorso anno scolastico. Si intitolava “Inni dal pianeta Terra” e il titolo era veramente un programma. Eravamo ben centoottantuno bambini che hanno imparato gli inni nazionali di tutti i compagni stranieri presenti nell’Istituto. Fin qui tutto bene, l’idea era buona, l’entusiasmo alle stelle ... fino a che non ci siamo imbattuti nell’Inno del Marocco!!! Eh sì, perché Anas, un nostro compagno, è marocchino, per cui non potevamo non sapere l’Inno del suo Paese d’origine. Ma già dal primo ascolto abbiamo capito che non ce l’avremmo mai fatta! Era difficile, praticamente impossibile, con tutte quelle parole con lettere dal suono gutturale, con poche vocali ... E così abbiamo cominciato a guardare Anas con occhi diversi ... ed il pensiero è andato alla prima elementare, quando ci siamo conosciuti ... Anas, così schivo, riservato, di poche parole. A volte timido, a volte impulsivo. Anas, cioè! Non capivamo se parlava poco perché non conosceva la lingua o perché non gli interessava stare con noi. Ma, com’è tipico dei bambini, alla cosa davamo poco peso perché a noi importava giocare, non insistere affinché Anas giocasse. Nemmeno riuscivamo a sapere notizie su di lui o sul suo paese, perché non ci ha mai raccontato nulla. Però, più passava il tempo, più Anas diventava membro effettivo ed insostituibile della classe. Un razzo in matematica, uno dei migliori nel coniugare i verbi ... Ma come: noi italiani sbagliamo il passato remoto e lui lo dice esattamente! Da non credere!! Ma non parlava ... osservava, rideva sotto i baffi e non parlava. Alla maestra parve una buona idea proporre dei lavori di gruppo. È stato così che Anas ha potuto farsi conoscere un po’ alla volta, riuscendo ad entrare di diritto nei vari, “esclusivi” gruppetti di gioco alla ricreazione. Tuttavia, anche nei momenti nei quali si dovevano decidere le regole, Anas non diceva mai la sua. Andava bene tutto, il che da un lato è piacevole per chi detta le regole, dall’altro ti fa un po’ pensare: non è bello averla sempre vinta, la vittoria va conquistata! In tal modo la prima, la seconda e la terza sono passate tranquillamente: chi doveva sedere in banco con Anas sarebbe stato tranquillo di sicuro. Tanto a lui andava sempre bene tutto! Fino al giorno in cui ... per sbaglio, non indossò la giacca di Laura, molto simile alla sua. Fu una tragedia! E noi non capivamo. Per dei bambini ai quali non fa nessuna differenza preparare il martedì la cartella del giovedì, cosa volete che fosse sbagliare giacca! GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI deva speciale. Non è stato difficile comprendere quello che sarebbe stato l’argomento dell’elaborato, in quanto il bambino descritto nel tema è sempre stato elemento particolare e fondamentale per la classe. Si trattava di capire che cosa avremmo voluto che emergesse della nostra relazione con lui sia in positivo che in negativo. I bambini sono stati poi divisi in due gruppi, che hanno lavorato autonomamente sviluppando un aspetto della vita di classe con Anas. Il compito dell’insegnante è stato quello di rivedere i lavori dei bambini unendoli e dando coerenza al racconto. La fase finale di stesura narrativa è stata completata dai bambini. Inizialmente, per il lavoro è stata contattata la collega della scuola secondaria di primo grado, referente per gli alunni stranieri. Il coinvolgimento delle famiglie, così come quello del territorio, è stato minimo. SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Ma per Anas, l’aver indossato la giacca di una femmina fu una vera e propria catastrofe. Sarebbe stato facile ridere ... invece, per la prima volta, siamo rimasti noi senza parole. Poi gli abbiamo chiesto: - Perché piangi? Anas non ha risposto, però abbiamo iniziato a riflettere su tutte quelle volte nelle quali si rifiutava di lavorare con una femmina o di giocarci insieme. E questa volta non abbiamo fatto finta di niente, ne abbiamo parlato in classe. La maestra ci ha spiegato che nella cultura del paese dal quale il nostro compagno proviene, la donna non è considerata come nella nostra ed è per questo che Anas fatica ad interagire con le femmine. La cosa, per il gruppetto degli intrepidi maschi della classe, è parsa naturale e per un certo verso consolante. Anche a loro non piace stare con le femmine! Ma queste, che di solito nelle cose ci vedono lungo, non sono parse molto contente. Qualcuna si è offesa, qualcuna ha tolto il saluto ad Anas, qualcun’altra ha pensato: – Gli passerà! – Però questa è stata la prima vera occasione di entrare nell’oscuro mondo di Anas, che fino a quel momento non ci era stato svelato. E poi è arrivato, come un fulmine a ciel sereno, l’Inno del Marocco!!! Aiuto! Noi faticavamo come non mai per cercare di pronunciare qualche suono e lui ci guardava con un sorriso. Avrà pensato: - Voi avete riso quattro anni finché io tentavo di parlare italiano, adesso è il mio turno! – Invece abbiamo scoperto che non pensava quelle cose, era solamente tanto orgoglioso di vedere tutti noi, per una volta, cantare nella sua lingua. E abbiamo iniziato a pensare: - Ma se noi facciamo così tanta fatica ad imparare un solo canto, lui quanta ne ha fatta per imparare tutto l’italiano? Quanto bravo è stato? Che Anas fosse un fuoriclasse, ce ne eravamo accorti, ma adesso la stima e l’interesse verso di lui stava crescendo. E ci siamo resi conto che non abbiamo mai capito la fatica, il disagio, lo stare zitto per non dire cose che forse è meglio non dire ... l’assenza nel giorno dei canti di Natale in chiesa, la pasta all’olio nell’unico giorno in cui la mensa propone un piatto decente, le lasagne al forno con il ragù di maiale, l’onta per aver indossato la giacca di Laura. Ma è Anas, noi non vogliamo che gli piacciano le stesse cose che piacciono a noi e forse nemmeno a noi piaceranno mai le cose che piacciono a lui. Però almeno abbiamo iniziato a conoscerlo e solo con la conoscenza abbiamo potuto apprezzarlo e rispettarlo. Ora siamo in quinta, Anas è in banco con la bellissima Camilla e continua a prendere bei voti in riflessione linguistica: che rabbia!!! A proposito ... la giacca di Laura era di due taglie più piccola e noi, nonostante tutto, abbiamo fatto un figurone con l’Inno del Marocco. Non abbiamo capito una parola, ma abbiamo fatto un figurone ... Considerazioni conclusive I bambini hanno accolto con entusiasmo l’opportunità di partecipare al concorso, che hanno definito “l’esperienza più da grandi che potessimo fare!” Gli obiettivi che l’insegnante si era prefissata sono stati completamente raggiunti. Anas, come del resto tut- 40 SCUOLE PRIMARIE ti gli altri membri del gruppo classe, accettano con un sorriso le diversità degli altri, ci scherzano sopra e sono sempre aperti al dialogo e al confronto. Non mi è mai capitato di lavorare in una classe tanto particolare, semplice, non particolarmente studiosa, ma tanto adulta nel farsi domande e nel non accettare le cose come scontate. Il dialogo, il confronto a volte anche acceso, hanno fatto sì che chiunque abbia frequentato cinque anni nella sezione B si sia sentito unico, originale ed irripetibile, anche nei difetti. 41 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Classe VB Docente di riferimento: Marta Scarpi SCUOLE PRIMARIE Nel paese di Do re mi e... ti SCUOLA PRIMARIA “FLAMINIO PELLEGRINI” I.C. “B. LORENZI” DI FUMANE (VR) SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Far sviluppare negli alunni una corretta identità e un equilibrato sviluppo affettivo sociale e la capacità di riconoscere la diversità come valore e opportunità di crescere. Obiettivi GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Maturare una positiva immagine di sé. Maturare capacità di ascolto e apertura al dialogo. Imparare ad accettare il punto di vista degli altri. Acquisire competenze nel gestire il conflitto. Sviluppare la capacità di cooperare, chiedere e dare aiuto. Rispettare i valori della solidarietà e della pace. Imparare a superare stereotipi e pregiudizi nell’incontro con popoli e paesi diversi. Conoscere codici linguistici differenti e imparare a copiare parole e frasi usando vari alfabeti. Migliorare la comprensione del testo. Imparare a caratterizzare elementi dati e contestualizzarli in situazioni nuove. Stimolare la discussione e la riflessione con senso creativo e critico. Imparare a creare corrispondenze tra immagini e parole. Acquisire competenze per stendere una FABULA ed elaborare un testo narrativo fantastico, illustrandone le sequenze e gli elementi fondanti della storia. Imparare ad utilizzare il colore per esprimere emozioni. Saper creare e decorare un librone a fisarmonica utilizzando colori acrilici, colori a vetro, pastelli, pennarelli, stoffa. Imparare ad inserire didascalie in spazi iconici appropriati. Stimolare la fantasia per arricchire con ricami ed elementi plastici il librone per vivacizzare il vissuto. Descrizione del percorso Il percorso si è inserito perfettamente nell’impostazione educativo-didattica del POF dell’Istituto. Tematiche quali: l’accoglienza, il dialogo, l’altruismo, l’attenzione al diverso, il punto di vista, il decentramento, la collaborazione e la solidarietà, sono affrontate quotidianamente nelle nostre pratiche educativo-didattiche. 42 Concludono che ascoltare, guardarsi con simpatia e sorridersi permette di capirsi. Per capirsi sono importanti le parole (Capisco le parole? Le ascolto? Cosa il mio compagno mi vuole dire con questa parola?) ma si può “leggere” anche il non detto? Il gesto, l’espressione mi permettono di superare l’ostacolo della parola, di avvicinarmi all’altro ed iniziare a capirlo in un clima sereno e di fiducia. È quello che facciamo ogni giorno con Nourhene e Daniele. La chiave di SOL è stata un’idea di Giulia. I compagni hanno approvato l’idea di questo simbolo in grado di dare una svolta alla storia (scelto tra: il maestro, la farfalla, il calamaio, un’esplosione). Così l’evento è diventato musica, il linguaggio universale per eccellenza. E ... la musica entra nei cuori. Abbiamo disegnato e colorato su fogli gli elementi della storia, realizzato lo sfondo e incollato poi disegni 43 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Le letterine non si capiscono perché sono diverse, hanno suoni diversi. Anche noi a volte NON ci sentiamo capiti. Perché? “Ho paura”, “ Mi prendono in giro”. Discutiamo e riflettiamo cercando di guardare dentro di noi e poi di metterci “nei panni degli altri”. I bambini esprimono i loro sentimenti e li condividono. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI A seconda delle occasioni che si presentano e delle iniziative che si intraprendono, esse vengono trattate nelle varie discipline e calate nella realtà. Al concorso abbiamo presentato una storia “IL PAESE DI DOREMIETI” inventata ed illustrata dai bambini. È la storia di tanti segni strani che vivevano vicini, ma anche lontani: vicini nel Paese, lontani perché non sapevano incontrarsi e comunicare. Ci siamo ispirate ai codici linguistici dei Paesi di provenienza dei nostri alunni. I bambini, dopo aver discusso li hanno caratterizzati (lettere tese, spigolose, “matematicose”, vivono sulle montagne, fanno surf) e poi li hanno fatti incontrare. L’incontro dei segni ha dato origine a parole e a suoni comprensibili. Le parole hanno permesso l’incontro e la conoscenza dell’altro. È una storia simbolica: abbiamo voluto togliere l’attenzione dal bambino diverso per porla a segni apparentemente senza significato. In questo modo i bambini hanno potuto esprimersi liberamente. Il titolo inventato dai bambini è ricco di significato così come le foto dei bambini raggruppati in relazione all’iniziale del proprio nome e il fiore e la valigia con il cuore realizzati da Daniele, un nostro alunno diversamente abile. L’anno scolastico è iniziato per noi con il ripasso dell’alfabeto: i bambini hanno formato dei gruppi in base alla lettera iniziale del proprio nome. I gruppi sono stati fotografati e le foto incollate sul cartellone. Abbiamo creato una rete di simpatia che lega i componenti dei vari gruppi. Tutti i bambini si sentono partecipi della rete e non ci sono esclusi. - Presentiamo un alfabeto alla volta. Le “letterine”: come sono? dove abitano? cosa fanno? le disegno - Ogni alfabeto abita in un luogo ben preciso. - I bambini propongono e poi scelgono le idee “giudicate” migliori. Definiscono anche i colori da usare. - Le letterine NON si capiscono. Perché? SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Abbiamo sempre avuto il sostegno del Capo d’Istituto, l’incoraggiamento e la disponibilità delle famiglie che hanno condiviso e condividono il nostro progetto educativo. È grazie a questa condivisione di obiettivi educativi che il clima nelle classi è sereno e gli inserimenti dei bambini stranieri, ma soprattutto di bambini con handicap, sono stati molto positivi. Collaboriamo con i servizi dell’ULSS (psicologa, logopedista, assistenti personali) e con i servizi del territorio (assistente sociale, attività pomeridiane extrascolastiche). Abbiamo aderito l’anno scorso e quest’anno ai laboratori interculturali proposti da La Rondine, Le Ninfee e ProgettoMondo Mlal, all’interno del progetto “Il Mondo di Irene”, promosso dal Servizio Stranieri dell’ULSS 22. Preziosissimi sono gli scambi tra noi insegnanti e qualche genitore, altri colleghi, bambini inseriti in altre classi, altre persone della comunità, che mettiamo in atto per risolvere i problemi che via via si presentano. C’è una buona armonia tra i docenti del team impegnati ogni giorno a lavorare fianco a fianco. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI e sequenze della storia. La storia è il frutto delle idee dei bambini, discusse e scelte a volte a maggioranza. Noi insegnanti ne abbiamo curato la forma. Abbiamo rappresentato la storia su un cartellone, un libro a fisarmonica, da leggere da destra verso sinistra, come segni di apertura verso ciò che non conosco. I colori sono forti e vivaci; il cielo è arancione come segni di un paese lontano, ma anche perché l’arancione è per noi simbolo di gioia e allegria. I bambini sono stati molto coinvolti e hanno sempre lavorato con entusiasmo, interesse e partecipazione attiva in tutte le fasi del progetto. Hanno coinvolto molto volentieri compagni di classi diverse e famiglie per ottenere informazioni, notizie o materiali utili all’elaborazione del librone (codici linguistici = albanese, cingalese, arabo, coreano). È stato molto bello e significativo leggere la storia insieme a lavoro terminato. È una “parte” di noi. Reputiamo molto importante affrontare argomenti così attuali e al tempo stesso così scottanti in maniera simbolica. Ciò al fine di favorire l’espressività dei bambini, lo scambio dei ruoli, il decentramento del punto di vista “mettendosi nei panni degli altri”. Classi II A, II B, II C Docenti di riferimento: Franca Gasparini, Gisella Orlandi, Caterina Galfano 44 SCUOLE PRIMARIE Ciao amici - in viaggio verso l’incontro SCUOLA PRIMARIA “FLAMINIO PELLEGRINI” I.C. “B. LORENZI” DI FUMANE (VR) Obiettivi Saper riconoscere che regole e valori condivisi sono alla base di positive relazioni. Acquisire capacità di ascolto, apertura e dialogo. Sviluppare le capacità di cooperare, chiedere e dare aiuto, apprezzare l’interdipendenza, rispettare i valori della solidarietà e della pace a casa, a scuola, nella comunità. Imparare a vivere in una società multiculturale attraverso l’incontro con popoli e culture diverse. Sviluppare un pensiero democratico e critico. Imparare a rendersi conto dei problemi, per impegnarsi a realizzare cambiamenti personali e sociali finalizzati al bene comune. Stimolare a percepire la realtà e gli individui senza pregiudizi. Indurre a scoprire l’importanza del sorriso e dell’accoglienza. Stimolare fiducia in se stessi e negli altri. Conoscere e relazionarsi con varie realtà presenti sul territorio. Sono obiettivi previsti anche nel Contratto Formativo del plesso per l’anno scolastico 2009-2010. Descrizione del percorso Abbiamo colto la proposta del concorso “In viaggio verso l’incontro” per ripercorrere e sintetizzare alcune esperienze e riflessioni svolte nel corso di questo e dei precedenti anni scolastici, relativamente alla co- 45 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Stimolare gli alunni a conoscere meglio se stessi e la propria storia, recuperando i propri vissuti 9 Rendere l’alunno protagonista della propria crescita relazionale 9 Favorire la maturazione dell’identità personale, valorizzando le attitudini individuali, le conoscenze acquisite e le sicurezze raggiunte sul piano affettivo, psicologico, sociale e cognitivo 9 Favorire la comprensione degli altri e l’apprezzamento dell’interdipendenza 9 Riconoscere la “diversità” come valore e opportunità di crescita democratica per favorire l’incontro, lo scambio e la reciprocità Sono finalità peraltro previste nel Piano dell’Offerta Formativa del nostro Istituto Scolastico. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI 9 SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI noscenza di sé, al rispetto reciproco, all’accoglienza, al volersi bene, allo stare bene insieme, all’esprimere emozioni e sentimenti per conoscersi e per capire gli altri. È stato il filo conduttore che ci ha permesso di rivivere l’esperienza di tanti viaggi reali e simbolici vissuti da ciascuno. Si è collaborato con tutti i colleghi impegnati nelle classi nelle varie discipline: lettere, religione, storia e geografia, immagine, informatica, musica e canto. Lettere: Elaborazione di testo autobiografico, filastrocche e di riflessioni personali; visita alla biblioteca e ricerca di libri sui viaggi, letture e cartelloni. Religione: Conoscenza di religioni e culture diverse; scoperta di testimonianze di volontari. Storia e geografia: Viaggio nel tempo e nello spazio, conoscenza dei Paesi da cui provengono alcuni alunni. Immagine: Disegni, illustrazioni, assemblaggio del materiale; creazione della valigia. Informatica: Uso del computer per trascrizione di testi, canzoni, filastrocche; creazione di titoli e fumetti. Musica e canto: Ricerca di canzoni inerenti al tema ed esecuzione corale; ritmare le filastrocche composte. Il lavoro presentato consiste in una valigia di cartone, realizzata con materiale riciclato, e in un librone che contiene in sintesi il percorso svolto in classe, attraverso testi, disegni, filastrocche, riflessioni, fotografie. Noi colleghi, in fase di programmazione all’inizio di questo anno scolastico, avevamo scelto di far maturare tra i bambini relazioni positive attraverso due particolari iniziative: il circle time, ogni lunedì mattina per circa 45 minuti e il progetto: “Viviamo In Positivo”proposto dai volontari dell’associazione Onlus VIP Verona, un sabato al mese Con “In viaggio verso l’incontro” abbiamo svolto lavori personali e in gruppo; conversazioni, letture, interviste, scrittura di testi, esecuzione di canti e filastrocche; realizzazione di disegni; utilizzo del computer e della macchina digitale; riutilizzo di materiali di recupero; uso della Carta di Proiezione Peters. Fasi del percorso Già dal primo saluto: “Ciao amici!” – che poi è diventato il titolo del nostro lavoro – i rappresentanti dell’associazione VIP ci hanno aiutati a capire l’importanza dell’incontro positivo. In un incontro di catechismo con un gioco i bambini hanno capito l’importanza di creare legami: dovevano lanciare un gomitolo ai compagni con l’obiettivo di conoscersi meglio. Attraverso il circle time (attività di conversazione in cerchio in cui ognuno racconta liberamente, senza la preoccupazione di essere giudicato, esperienze della propria vita, pensieri, difficoltà) sono cresciuti la conoscenza e l’ascolto reciproci. La ricostruzione della storia personale ha permesso di ripercorrere tappe della propria vita ed esperienze importanti: la famiglia e le relazioni affettive di genitori e parenti; il parlare insieme, la narrazione, il leggere insieme. Gli alunni si sono sentiti coinvolti moltissimo in questo lavoro; essi stessi hanno riconosciuto che li ha aiutati a scoprire pensieri, emozioni e ricordi e a riconoscere le varie diversità, anche componendo filastrocche e cantando brani a tema. Abbiamo ripensato ai viaggi “turistici” compiuti, ai nuovi amici che si incontrano, ai cambiamenti e agli 46 47 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI adattamenti che richiedono. Anche la scuola ha proposto viaggi, gite, passeggiate, che hanno fatto scoprire cose interessanti attorno a noi. Oltre a ciò ci siamo soffermati sui “tipi di viaggio” che corrispondevano maggiormente ai nostri obiettivi, i viaggi “simbolici”, quelle esperienze scolastiche e quei viaggi che ci fanno scoprire cose belle dentro di noi. Ad esempio, l’attività di continuità tra la scuola dell’infanzia e la primaria era stata impostata sul racconto di Giulio Coniglio e la nave dei pirati. I bambini stessi erano la ciurma che affrontava la nuova avventura nel mare della conoscenza. In classe seconda, seguendo la trama de “Il mago di Oz” e percorrendo la strada di mattoncini gialli con Dorothy e i suoi amici, i bambini hanno scoperto di avere doni come il cervello (l’intelligenza), il cuore, il coraggio, di cui magari non avevano consapevolezza ... bastava usarli. In classe terza il viaggio è stato guidato dal Piccolo Principe e dai vari protagonisti del racconto di SaintExupery. In classe quarta, visitando la biblioteca comunale, i bambini sono attratti dai numerosi libri di narrativa e di avventura che parlano del viaggio. Tra questi ha colpito in particolare la storia di Abdul, ragazzo marocchino che intraprende un viaggio triste e difficile per venire in Italia con suo fratello a lavorare (Grazzani Roberta, Abdul vuole rivedere il mare, Il Battello a vapore ed., 2003). Questa storia li ha aiutati a riflettere sul viaggio che compiono tante persone che vanno ad abitare lontano dal loro paese in cerca di lavoro, viaggio che richiede grandi cambiamenti per la lingua, il tipo di alimentazione, il clima, le abitudini, il modo di pensare. Si lasciano amici e familiari e si vive accanto a persone che non ti conoscono e che forse ti emarginano. Anche alcuni genitori degli alunni provengono da Paesi lontani o da altre regioni, da cui si sono trasferiti per lavoro o per altri motivi. Con l’aiuto della Carta Proiezione Peters abbiamo ricostruito il loro viaggio. I figli li hanno intervistati chiedendo di raccontare difficoltà e aspetti positivi della nuova vita, scrivendolo anche nella lingua di origine. SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Gli insegnanti di classe sono stati coinvolti tutti essendo un’attività interdisciplinare e programmata insieme. Si è colta proprio l’occasione dell’importanza del tema del Concorso per dare unità alle tante esperienze vissute insieme, per condurre i bambini a prenderne coscienza oltre che poterne costruire insieme una nuova. Le famiglie sono state informate tramite avviso scritto e assemblea di classe e si è chiesta la collaborazione per realizzare l’intervista, per la quale si è avuta la massima disponibilità. Si è collaborato con le catechiste della parrocchia, alcune delle quali genitori degli alunni; la Biblioteca comunale, con cui da tempo si svolgono attività inerenti al Progetto Lettura; l’Associazione Onlus VIP Verona, che con cadenza mensile propone alle classi delle attività che aiutano gli alunni a riflettere sul tema dell’incontro; una cittadina fumanese volontaria dell’UNMI in Maranao (Brasile); alcuni genitori degli alunni che per vari motivi si sono trasferiti dai Paesi di origine. È attenzione dell’Istituto e della scuola promuovere relazioni positive con le famiglie e i vari servizi territoriali, consapevoli che il lavoro di rete crea una comunità educante. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI È a questo punto che un bambino adottato, proveniente dalla Colombia, si è aperto nel raccontare alla classe il primo incontro con i genitori adottivi, le abitudini diverse nella nuova famiglia e nel nuovo ambiente. Un altro alunno ha riportato l’esperienza di un’amica di famiglia che opera in Brasile per aiutare le popolazioni povere del Maranao. Si è proposto agli alunni di immedesimarsi in chi ha dovuto trasferirsi per renderli consapevoli di quante difficoltà si possono incontrare nell’affrontare situazioni nuove e persone sconosciute. I clown dell’associazione VIP Verona, che con cadenza mensile sono intervenuti nelle classi, ci hanno aiutato a capire che con UN SORRISO tutto diventa più facile e ci hanno stimolato ad affrontare in modo positivo le situazioni della vita e a cercare di lavorare in sintonia. A conclusione abbiamo chiesto ai bambini di esprimere il loro parere sul lavoro svolto: sono uscite tante belle riflessioni personali. Considerazioni conclusive Il gruppo docente valuta molto positivamente il lavoro svolto in quanto ha favorito un migliore clima della classe, ha fatto crescere la collaborazione tra gli alunni e reso più attiva la partecipazione. L’occasione è stata importante perché ha permesso di affrontare in modo specifico il tema dell’integrazione, attraverso obiettivi ben precisi. Questo ha permesso ai bambini di essere liberi e sereni nel raccontarsi e condividere racconti e pensieri. La partecipazione è stata buona e la realizzazione dell’elaborato ha rappresentato la fine di una tappa del percorso intrapreso. Positiva anche la valutazione espressa dagli alunni, che si può riscontrare nelle riflessioni finali. Le famiglie hanno accolto favorevolmente l’attività, apprezzandone i contenuti, il processo, il materiale prodotto. Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti; addirittura il Progetto ha facilitato il raggiungimento delle finalità previste nel Piano dell’Offerta Formativa del nostro Istituto e nel Contratto Formativo del plesso. Si ritiene assolutamente indispensabile che il team docente condivida alcune scelte educative e valoriali e che collabori, mettendo insieme sensibilità, attitudini, capacità diverse. È importante inoltre che il tema proposto faccia parte del percorso educativo e didattico già programma- 48 SCUOLE PRIMARIE to. Il tema qui proposto si presta molto bene a fare da filo conduttore alle attività già fatte e in programma nella scuola. Essendo un tema ampio che si può affrontare in molti modi, è facile per ogni scuola e classe modificare il modo per affrontarlo in base alle proprie esigenze. Un elemento di criticità che ha appesantito lo svolgimento del progetto è l’assenza di ore di compresenza nelle quali realizzare le varie fasi del lavoro stesso. Siamo consapevoli che questo percorso non è stato un punto di arrivo, ma un’esperienza comune a cui far quotidianamente riferimento. 49 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Classe IV A e IV B Docenti di riferimento: Mariasilvia Marconi, M. Paola Nicolis, Caterina Turina SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro SCUOLA PRIMARIA DI NEGRAR GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. “E. SALGARI” DI NEGRAR (VR) Finalità Favorire l’integrazione degli alunni stranieri e coinvolgere i docenti, i genitori e gli alunni motivandoli alla collaborazione; stimolare l’apprendimento dell’alunno, tenendo in considerazione il suo vissuto culturale ed emotivo Obiettivi Sensibilizzare alle difficoltà degli altri. Imparare a superare le difficoltà linguistiche. Saper ascoltare. Stimolare il lavoro di gruppo. Favorire la nascita di relazioni più complesse, attraverso un progetto “ponte”. Valorizzare le abilità di ogni singolo alunno. Sviluppare l’autostima e la motivazione. Descrizione del percorso Il percorso ha previsto la collaborazione di tutti gli insegnanti che in diversi momenti, ma con obiettivo comune, hanno contribuito con il proprio apporto disciplinare. L’insegnante di religione ha proposto la poesia; l’insegnante d’italiano ha approfondito i contenuti, discusso e aiutato nelle riflessioni; l’insegnante di arte ha collaborato nella realizzazione artistica del progetto. L’elaborato si presenta come una piattaforma di polistirolo sulla quale sono state collocate delle bambole raffiguranti tutti i bambini del mondo nei loro costumi tradizionali. Si muovono in uno spazio verde, multicolore, naturale, libero da ostacoli, verso “l’astuccio”, simbolo della scuola, 50 Le attività, svolte in gruppo, hanno previsto un lavoro di pittura, l’illustrazione del cartellone e la recitazione della poesia. Ogni famiglia a casa ha costruito con il proprio figlio un “burattino” utilizzando materiale da riciclo. SCUOLE PRIMARIE Ti voglio bene A te che non hai lo stesso colore della mia pelle voglio dire queste parole: “Ti voglio bene” A te che sei fuggito dal tuo Paese Dove i grandi giocano alla guerra e soffri il freddo, la fame, la paura, vorrei prendere la tua mano e dirti in tutte le lingue del mondo: “Vieni da me, IO TI AMO !“ SCUOLE SECONDARIE INFERIORI posto davanti al manufatto. Proprio nella scuola, infatti, secondo il nostro pensiero, devono essere attivate le condizioni atte a facilitare la crescita della personalità di ogni alunno. La poesia esprime questo pensiero: Tutti i partecipanti al progetto hanno mostrato entusiasmo e desiderio di ripetere altre esperienze simili. Si è realizzata un’ottima collaborazione tra scuola e famiglia la quale ha partecipato a tutte le fasi del progetto. Importanti sono stati i traguardi che abbiamo raggiunto con gli alunni nell’ambito dell’educazione all’integrazione, della crescita, e della fiducia in se stessi. Il lavoro svolto ha permesso ai bambini e alle bambine di acquisire una nuova consapevolezza di se stessi e degli altri. Abbiamo valutato positivamente questo progetto, in quanto mirato alla facilitazione dell’integrazione, alla prevenzione del disagio e dell’emarginazione e ad una maggiore attenzione nella fase dell’accoglienza. Per la realizzazione di tale percorso è importante la partecipazione dei docenti al fine di sviluppare una progettualità ricca e condivisa. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive 51 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Classi I Docente di riferimento: Rosa Marina Quintarelli SCUOLE PRIMARIE Viaggio verso la II A: che fatica, l’incontro! SCUOLA SECONDARIA INFERIORE “DUCA D’AOSTA” I.C. 18 VERONETTA E PORTO (VR) GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Questo percorso vuole porre attenzione alla classe, esprimendo i vissuti e riflettendo sulle esperienze che si cercano di rimuovere. Il percorso si propone inoltre di valorizzare il rapporto con gli altri, comunicando attraverso vari linguaggi i valori positivi legati alla propria esperienza. Obiettivi Lettere: Leggere Comprendere testi narrativi (individuare personaggi, caratteristiche, ruoli e motivazioni; individuare l’ambientazione spaziale e temporale, le relazioni causali, il tema principale), testi descrittivi, (individuarne gli elementi, la collocazione nello spazio, le caratteristiche essenziali, il punto di vista dell’osservatore). Ricavare informazioni esplicite (e, guidati dall’insegnante, implicite) da testi informativi ed espositivi per documentarsi su un argomento specifico. Dividere in sequenze i testi narrativi ed espositivi: tipi di sequenza, individuazione delle informazioni principali e titolazione. Conoscere la struttura del reportage: analisi di un modello tratto da National Geographic. Ascoltare Individuare i possibili obiettivi dell’ascoltatore e gli obiettivi del soggetto che parla. Individuare le caratteristiche dell’ascolto attivo. Provare un’esperienza di ascolto attivo. Scrivere Applicare le procedure di ideazione, pianificazione, stesura e revisione del testo a partire dall’analisi del compito di scrittura: servirsi di strumenti per la raccolta e l’organizzazione delle idee (liste di argomenti, mappe, scalette); utilizzare criteri e strumenti per la revisione del testo in vista della stesura definitiva; rispettare le convenzioni grafiche: utilizzo dello spazio, rispetto dei margini, titolazione, impaginazione. Esprimere le proprie idee in modo personale e motivato. Comunicare Intervenire nelle discussioni rispettando tempi, turni di parola e argomento proposto (obiettivo minimo). Raccontare oralmente le proprie esperienze, scegliendo informazioni pertinenti (obiettivo minimo) 52 Obiettivi formativi: Sviluppare atteggiamenti e comportamenti funzionali all’ascolto attivo, come presupposto di un apprendimento più ricco e coinvolgente Porsi un obiettivo ambizioso, organizzare attività e tempi per raggiungerlo Sviluppare la capacità di lavorare in gruppi eterogenei Descrizione del percorso La classe ha cercato nuove strade per abbattere le barriere di comunicazione e scoprire la ricchezza di esperienze ed emozioni legate ai tanti viaggi e ai cambiamenti vissuti: il percorso rappresenta l’apertura di uno spazio per raccontarsi, la ricerca di un tempo per ascoltarsi. In questo lavoro si è cercato di far confluire conoscenze disciplinari soprattutto di Italiano e Geografia, che hanno subito una doppia rielaborazione: dapprima sono state proposte nella loro formulazione manualistica; successivamente i ragazzi sono stati portati a presentare in maniera libera le proprie esperienze. Infine la classe ha elaborato un confronto tra le due formulazioni, rilevando analogie e differenze. Il testo finale è un reportage dal titolo “Viaggio verso la II A: che fatica, l’incontro!” La struttura finale, sia dal punto di vista grafico, che da quello informativo, ricalca da vicino un buon modello: i reportage di National Geographic, in particolare un reportage in cui, dopo una presentazione generale dell’immigrazione attuale in Italia, si analizza la storia e il progetto migratorio di una famiglia ucraina residente a Salò con due figli che frequentano le scuole secondarie.1 Il testo da noi elaborato ha come protagonista il gruppo stesso degli alunni della classe, visto come un’entità in costruzione, con una sua storia, il “viaggio” metaforico del titolo, frutto di tanti viaggi molto concreti dei singoli. 1. Marco Pinna, “I nuovi italiani: l’importanza di essere normali” in NG Marzo 2007 (pp. 18-21). Le affinità con i percorsi di molti alunni della classe sono evidenti e hanno sollecitato il racconto di esperienze e la raccolta di dati che poi sono confluite nella redazione del testo finale 53 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Tecnologia e Informatica: Gestire file e cartelle Utilizzare il programma Word SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Geografia: Affrontare l’argomento della migrazione e dell’immigrazione della popolazione europea e conoscere il sistema di istruzione di alcuni paesi europei GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI e significative, ordinandole secondo un criterio logico-cronologico, esplicitandole in modo chiaro. Conoscenza dei contenuti. Analizzare la narrazione di un episodio autobiografico: caratteristiche del racconto autobiografico Affrontare il tema del viaggio e le sue diverse tipologie SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI La tematizzazione si colloca su uno sfondo storico-politico ben determinato: la presa di posizione del Ministero a favore del tetto del 30% di “stranieri” nelle classi che, in teoria, dovrebbe interessare anche la nostra classe. Ciò ha provocato una riflessione sulla nostra esperienza inquadrata in un contesto più ampio, con una presa di coscienza da parte di alcuni alunni dell’importanza delle storie personali, non solo per i singoli che le vivono ma per i significati e i valori che esse veicolano, nella costruzione collettiva della cittadinanza. Partendo dalla questione “Diversità. Vantaggio o problema?”, i ragazzi hanno convenuto che il vantaggio della diversità da loro esperita in classe era rappresentato dalla possibilità di confronto di punti di vista diversi; hanno tuttavia anche riconosciuto la necessità di un “ascolto vero” che di solito si ottiene in qualche lavoro di gruppo o fuori dalla scuola, nel piccolo gruppo di amici. A fronte di questa rarefazione delle occasioni di confronto, i ragazzi hanno individuato un problema condiviso di costante scarsità di concentrazione legata, a loro dire, a un eccessivo desiderio di attenzione di taluni che manifestano in questo modo insicurezza, paura di non essere accettati e che, contemporaneamente, pretendono l’affetto degli altri2. In questo quadro, il reportage racconta una tappa importante, nel “viaggio” della II A per diventare una comunità più accogliente, e cioè l’esperienza del laboratorio Narrazioni, realizzato in collaborazione con l’Associazione Terra dei Popoli, grazie al quale è stato possibile condividere racconti e vissuti. Percorso effettuato (Laddove non specificato diversamente, sono state utilizzate le ore di Lettere) Analisi di testi narrativi di viaggio: visione del film Alla ricerca dell’Isola di Nim, analisi della trama e di alcune sequenze. Confronto tra il testo antologizzato tratto da Robinson Crusoe e il film omonimo: dettagli significativi, motivazioni e azioni dei personaggi. Tematizzazioni affrontate con discussioni in classe a partire dall’analisi dei testi presentati: 9 differenze tra il viaggio di chi cerca e il viaggio del turista; 9 riconoscere, accettare e affrontare le paure dell’ignoto; 9 l’incontro come costruzione e mediazione tra aspettative. Analisi di episodi autobiografici: Lia Levi “Una bambina e basta”. La diversità come sofferenza. Geografia: La popolazione europea: emigrazione e immigrazione. Lettura, schematizzazione, prima elaborazione del libro di testo. Laboratorio Narrazioni. (due incontri di 3 ore ciascuno a cavallo delle vacanze di Natale). I incontro: All’inizio sono state proposte schede con domande stimolo volte a recuperare l’esperienza personale del viaggio in generale e quella legata al percorso migratorio. Per compilarle, i ragazzi devono intervistare il compagno e riferire quanto scoperto. In un secondo momento sono state proposte le “carte dei viandanti”. Tutti si sono seduti attorno ad un grande tappeto dove erano poste alcune carte stimolo che dovevano essere scelte per costruire poi un pensiero che con gli altri avrebbe fatto un testo “poetico”. Nell’ultima parte dell’incontro, le narratrici hanno fornito un modello di testo autobiografico raccontando attraverso vari mezzi espressivi (narrazione, ma anche oggetti, movimenti, poesie, canzoni) del distacco dai propri paesi, delle loro scelte e dei loro progetti. 2. Attribuire ad altri la causa di un problema condiviso è spesso la risposta che si riscontra in classi di questo tipo e non è certamente un sintomo di maturità relazionale. Tuttavia riconoscere un comportamento contro-dipendente e di disturbo e ricondurlo a cause di disagio, ha contribuito a decostruire un sistema di ruoli che minacciava il clima socio-relazionale. 54 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Al termine dell’incontro è stata richiesta ai ragazzi la scrittura di un episodio autobiografico, possibilmente legato al viaggio. II incontro: Siamo partiti dalla lettura di ciò che era stato detto precedentemente nelle schede e nelle “carte dei viandanti”, con la richiesta di rielaborare, arricchire, correggere. Una ragazza ha detto che nel viaggio c’è “Buono e brutto” “Buono” perché ha trovato i compagni, “Brutto” è l’aereo e il fatto che, comunque, sta male. Molti hanno indicato il lato bello e quello brutto del viaggio, cercando di inserire la parola “straziante”. Successivamente si sono costituiti 3 gruppi, scelti dal docente e coordinati ognuno da due adulti, con tre strumenti espressivi diversi: una drammatizzazione, un cartellone, una poesia. La drammatizzazione si risolve in un giro di espressione di ricordi in cui si riesce a riconoscere le esperienze da “turisti”, che non danno luogo a incontri. Una ragazza dice che il suo viaggio è a metà tra quello di Alexandra (Alla ricerca dell’isola di Nim): cambiamento, rischio e incontro e quello dei turisti: lei vuole “anche un po’ divertirsi”. Il cartellone invece è un momento di mediazione dove i ragazzi scelgono insieme delle immagini e le fanno incontrare con le parole. Durante il laboratorio era previsto anche che, giocando con le parole, si creassero legami e passaggi con la lingua d’origine, ma questo non si è realizzato. Lo stimolo poetico si è avvalso della struttura del testo “Le voci” da L’albero delle fiabe di Elio Pecora, all’interno del quale sono stati collocati versi creati dai ragazzi. Alla fine i lavori sono stati restituiti alla classe. La conclusione viene affidata a Sanuri, una giovane narratrice che balla per noi una danza srilankese tradizionale, mostrando ai ragazzi come è possibile valorizzare il buono delle nostre origini se si ha il coraggio di metterlo in comune con gli altri. Geografia: L’istruzione nella società europea. Lettura, schematizzazione, e prima elaborazione del libro di testo. Tecnologia: Lezione frontale su gestione di file e cartelle e utilizzo di Word. Lavori di gruppo per la raccolta del materiale: 9 Revisione dei materiali del laboratorio. 9 Interviste approfondite ai compagni sulle esperienze di viaggio. 9 Raccolta di dati sulla socializzazione tra compagni e con i docenti: elaborazione, somministrazione e analisi di un piccolo questionario. 9 Analisi dei risultati scolastici ottenuti dalla classe nel suo complesso. Riflessione sull’accoglienza: questione di punti di vista. Brani antologici. Compito di Italiano in Word: 9 Descrivi l’uscita da scuola della II A dal punto di vista degli alunni e 55 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Lettura e analisi del modello di reportage. Divisione in sequenze di testi narrativi ed espositivi: tipi di sequenza, individuazione delle informazioni principali e titolazione. Dal confronto con il modello, discussione e elaborazione di una prima scaletta. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Geografia: seconda elaborazione del testo sulla popolazione europea, alla luce dell’esperienza fatta. SCUOLE PRIMARIE 9 9 dal punto di vista degli adulti,usando sempre la terza persona. (Incipit del reportage). Racconta un’esperienza compiuta in questa classe e metti in luce gli elementi positivi che ti fanno pensare “Che bella classe!”; considera poi un’esperienza negativa, sempre in classe, e sottolinea ciò che non ti è piaciuto. Scrivi almeno 5 brevi sequenze riflessive su alcune delle seguenti parole-chiave: SCUOLA, VITA, AMICIZIA, CONOSCENZA, VIAGGIO, INCONTRO, ACCOGLIENZA, DIVERSITÀ, DIFFICOLTÀ, RISULTATO. A partire dalle riflessioni fatte, narra degli episodi che siano esempi di ciò che sostieni. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Redazione di gruppo del reportage, attraverso la giustapposizione dei materiali elaborati, la collocazione dei connettivi, l’eliminazione delle ripetizioni, l’introduzione di elementi di coesione testuale, la scelta delle immagini,la scrittura delle didascalie. Revisione finale in piccolo gruppo. Autovalutazione del prodotto e del processo (impegno, partecipazione, contributo personale). Considerazioni conclusive Il Consiglio di classe nel suo complesso è stato informato della partecipazione al Concorso ed ha convenuto sull’utilità di progettare un percorso con le valenze educative descritte che, peraltro, sono state inserite anche nel Piano annuale di Classe. Oltre all’interesse dimostrato, i colleghi hanno in genere cercato di contribuire al percorso svolgendo in concomitanza, o in periodi di poco successivi, porzioni di programma pertinenti alle tematiche svolte, sollecitando i ragazzi a evidenziare i collegamenti di contenuto evidenti tra le tematiche affrontate. Un esempio significativo di questo modo di procedere è stato il rapporto con le esplorazioni e le scoperte geografiche affrontate in Storia, e la prima parte del percorso con Robinson Crusoe. Con alcuni docenti si erano ipotizzate diverse attività congiunte, ma i ragazzi al primo approccio interdisciplinare hanno mostrato segni di disorientamento, dovuti alla scarsa abitudine a ragionare in termini più astratti. Gli stimoli sono quindi rimasti tali solo per alcuni allievi, che hanno cominciato, nella riflessione successiva al percorso, a rendersi conto delle potenzialità che questi collegamenti comportavano. In effetti nel secondo quadrimestre è stato possibile, su altri argomenti, legare i testi narrativi letterari alla trattazione di argomenti di Storia, traendo benefici motivazionali e cognitivi in entrambe le discipline. In Geografia, invece, il contributo al percorso è stato più organico, e si è realizzato nella condivisione di un lessico specifico oltre che, come già detto, nel confronto tra espressione generale e astratta del contenuto manualistico e narrazione personale. Per quanto riguarda la Tecnologia, le attività si sono svolte in compresenza ed hanno avuto carattere soprattutto strumentale, anche se il contributo ha permesso di condividere un minimo di metodologia di lavoro. Le famiglie sono state un elemento di sfondo in questo percorso: tradizionalmente poco presenti nella nostra Scuola, sono state informate, ma non hanno ritenuto di partecipare al percorso, probabilmente motivati da una difficoltà ancora maggiore rispetto a quella dei figli a comunicare i propri vissuti. Di fronte al prodotto finito, invece, le famiglie hanno espresso il loro apprezzamento; questo ha permesso ad alcuni genitori di assumere un comportamento più fiducioso ed aperto nei confronti della Scuola. L’Associazione Terra dei Popoli è costituita da mediatrici linguistico-culturali provenienti da molti paesi, che hanno una lunga esperienza di percorsi di Narrazione. Si tratta di un percorso espressivo che si avvale 56 La replicabilità di un percorso di questo genere è una scommessa difficile. Troppe infatti sono le variabili in gioco: il mix delle risorse cognitive, personali e, soprattutto, emotive è ogni volta unico e non è detto che sia stato sfruttato nel modo ottimale in questo caso. Molte sono le critiche, anche opposte, che possono essere mosse alle scelte dell’insegnante, a seconda dei diversi punti di vista: troppo tempo usato a negoziare i comportamenti accettabili (che una conduzione più autorevole avrebbe potuto evitare), pochi contenuti disciplinari veicolati e, d’altro canto, richieste eccessive per le abilità possedute dagli allievi. Altri potranno invece condividere le esigenze qui esposte e lo spirito con cui sono state affrontate, perfezionando il percorso con i materiali che la loro sensibilità reputerà più adatti al gruppo classe coinvolto. Si può, in ogni caso, affermare che alcuni risultati, parziali, sono stati ottenuti, e non abbiamo intenzione di disperderli: la tematica dei “nuovi Italiani” sarà al centro del lavoro nel prossimo anno, in quanto grazie al premio effettueremo una visita a Torino, nell’occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in modo da partecipare alla Mostra-Evento “Fare gli Italiani”: completeremo così il percorso, nella consapevolezza che la cittadinanza, prima di tutto, va costruita e sperimentata, possibilmente, con l’aiuto di tutti. classe II A Docente di riferimento: Sara Lombardi 57 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Il percorso è stato valutato in itinere, al termine e a distanza di tempo. Le valutazioni in itinere hanno riguardato soprattutto gli aspetti disciplinari, sia di contenuto che cognitivi e, in genere, non hanno mostrato dei risultati brillanti, anche se lievemente più alti del solito. All’osservazione, si è notato tuttavia un discreto miglioramento nei comportamenti di gruppo, con il coinvolgimento fattivo di alcune persone che precedentemente rifiutavano qualsiasi impegno. Al termine del percorso sono state effettuate delle verifiche, soprattutto sul piano delle abilità di lettura e scrittura, un’autovalutazione del prodotto secondo parametri stabiliti, riguardanti la correttezza e la pertinenza dei rispettivi elaborati; e un’autovalutazione del processo su impegno, partecipazione, contributo personale. Da questi dati è emerso un buon impatto sul profilo motivazionale, sul livello di autostima e anche sulla consapevolezza degli obiettivi ancora da raggiungere. Ad un quadrimestre di distanza, i ragazzi sono stati interpellati di nuovo, per rilevare la traccia che il percorso ha lasciato. Ovviamente la soddisfazione di vedere riconosciuto il proprio lavoro è stata grande ed ha contribuito a mettere il percorso in una luce positiva. Al di là di questo, però, nei testi dei ragazzi compare il riconoscimento di un buon livello di collaborazione, la sensazione di una maggiore sicurezza, il senso di efficacia, ma soprattutto un sincero riconoscimento dell’impegno di (quasi) tutti e, per una volta, la fatica non appare come sinonimo di noia. Tutti questi piccoli segnali sono fattori importanti che contribuiscono alla costruzione di un’identità positiva del gruppo. Altri elementi rilevati da parecchi ragazzi sono il miglioramento del clima relazionale e l’opportunità di una conoscenza reciproca più approfondita. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI di una pluralità di linguaggi e di lingue e che permette di intercettare le sensibilità e le problematiche relazionali dei singoli e del gruppo, nell’ambito interculturale. Il laboratorio condotto nella II A è stato progettato insieme all’insegnante di Lettere, sulla base delle specifiche esigenze del gruppo coinvolto che non permettevano approfondimenti tematici ulteriori, che pure sarebbero stati possibili in linea teorica. La loro collaborazione è andata al di là della modulazione e preparazione dei materiali per le attività: le narratrici sono in effetti state uno stimolo importante all’espressione, ma soprattutto delle preziose negoziatrici per porre le basi per la creazione di un ascolto attivo tra i ragazzi. Il loro esempio di adulte che adottano uno stile relazionale comune e rispettoso verso tutti è stato un elemento fondamentale nel percorso ed ha lasciato una traccia importante. SCUOLE PRIMARIE L’incontro, la scoperta, il ricordo: diario di un “viaggio” in Marocco SCUOLA SECONDARIA INFERIORE “MARIO MAZZA” GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. 11 BORGO ROMA OVEST (VR) Finalità Comprendere come l’incontro con l’altro possa essere fonte di un confronto costruttivo per affrontare la diversità come valore e ricchezza. Obiettivi Acquisire elementi per conoscere la posizione geografica del Marocco e i suoi principali elementi fisici e morfologici, i momenti fondamentali della storia del Marocco, la cultura tradizionale marocchina, fiabe arabe e italiane. Saper riconoscere nel paesaggio gli elementi fisici significativi. Saper collocare fatti e avvenimenti nel tempo e nello spazio. Imparare a confrontare fiabe di paesi diversi, rilevarne somiglianze e ricavare informazioni relative alla cultura del popolo di appartenenza. Saper individuare il tema e il messaggio di una poesia. Stimolare a riflettere sulle proprie esperienze e confrontarle con quelle dei compagni. Stimolare ad aprirsi alla reciproca conoscenza e assumere atteggiamenti cooperativi. Descrizione del percorso L’elaborato consiste nel diario di “viaggio” in cui gli alunni hanno ricostruito il percorso di conoscenza e scoperta fatto in classe con l’insegnante e la mediatrice culturale marocchina. Gli aspetti presi in esame sono stati: la geografia e la storia del Marocco, con particolare riferimento alla città di provenienza di un compagno, l’ambiente del deserto, gli usi, le tradizioni, le festività, la scuola. Inizialmente l’insegnante ha preferito partecipare come “uditrice”, lasciando tutto lo spazio alla mediatrice, affinché ai ragazzi potesse arrivare, intatta, la sua voce attraverso la forza del racconto del suo paese d’origine. La comunicazione emotiva è stata molto forte e gli alunni aspettavano con ansia l’appuntamento successivo. Un momento estremamente significativo è stato l’intervista dei ra- 58 Classe II A Docente di riferimento: Alessandra Mariotto 59 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Gli studenti hanno partecipato attivamente mostrando curiosità e interesse. Hanno coinvolto le famiglie con il racconto dell’esperienza vissuta: una reale occasione d’incontro con un compagno che a lungo è stato loro accanto senza parlare, con la mediatrice, con la cultura e la lingua del Marocco. L’insegnante ha inteso la partecipazione al concorso come espressione e valorizzazione di questo percorso reso ancor più significativo dalla mediatrice che ha saputo trasmettere agli alunni l’amore per il suo paese, rendendo il nuovo alunno alloglotto protagonista nella comunicazione. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI gazzi al nuovo compagno che ha raccontato alcune cose di sé alla classe, rispondendo alle domande che l’insegnante aveva fatto preparare agli alunni per compito. In seguito la mediatrice ha letto in arabo alcune famose fiabe marocchine e l’insegnante le ha lette in italiano. Sono state scelte fiabe, il cui protagonista Giuhà è conosciuto anche nell’Italia meridionale e in Toscana. L’insegnante ha letto poi una poesia sul tema della nostalgia di Tahar Ben Jelloun. Al termine degli incontri con la mediatrice culturale, ogni alunno ha realizzato un proprio elaborato sul percorso svolto. In seguito, dopo la lettura e il confronto tra i vari testi, gli alunni e l’insegnante hanno creato un unico diario di viaggio. Sono state coinvolte le insegnanti di lettere, di storia e geografia e una mediatrice culturale. Il percorso è stato programmato e condiviso dall’insegnante di Lettere, che si è occupata dell’aspetto linguistico insieme alla mediatrice culturale all’interno del laboratorio L2. SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro: interviste di viaggio SCUOLA SECONDARIA INFERIORE “MARIO MAZZA” GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. 11 BORGO ROMA OVEST (VR) Finalità Il percorso si propone di valorizzare le esperienze di viaggio, in particolare del viaggio migratorio dei genitori degli alunni stranieri presenti in classe. Obiettivi Migliorare le abilità di scrittura a partire da interviste. Stimolare la riflessione sul tema del viaggio. Valorizzare le differenze attorno a noi. Stimolare il decentramento. Descrizione del percorso La classe che ha affrontato il percorso è composta da 20 alunni di varie nazionalità: Cina, Ghana, Italia, Moldavia, Marocco, Nigeria, Romania, Tunisia. Nella parte iniziale, è stato chiesto ai ragazzi quali domande avrebbero voluto porre ai loro genitori o parenti per l’intervista sul loro viaggio verso l’Italia. Ne è risultato un elenco di domande, prima alla lavagna, poi ricopiato su carta e infine trascritto a computer e stampato per ogni alunno della classe. Solo pochi alunni hanno poi realizzato a casa l’intervista quindi i materiali raccolti sono stati scarsi come quantità ma interessanti per il loro contenuto. Sono state coinvolte le abilità di scrittura, di riflessione sulle diverse esperienze di viaggio. Sono state inoltre stimolate le relazioni familiari grazie all’interessamento dei figli nei confronti dei propri genitori. Le risposte delle interviste sono state trasformate da “discorso diretto” a “discorso indiretto” e questo è stato inizialmente difficoltoso. Il progetto è rientrato pienamente nell’ambito dell’educazione interculturale trattata in classe tramite brani di antologia o altri stimoli provenienti spesso dagli alunni stessi. Il percorso ha anche coinvolto la disciplina di geografia perché alla fine sono stati inseriti planisferi con al centro paesi diversi, per significare che solo unendo i nostri punti di vista si può avere una visione completa del mondo. 60 61 SCUOLE PRIMARIE GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Classe IIB Insegnante di riferimento: Alessandra Cutolo SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Le domande che i ragazzi hanno elaborato per realizzare l’intervista sono: 1) Qual è il motivo che ti ha spinto a venire in Italia? 2) Hai nostalgia del tuo paese? 3) Com’è stato il viaggio?(mezzo di trasporto,luogo di partenza,ecc...) 4) A che età hai fatto il tuo primo viaggio? 5) Perché sei venuto proprio in Italia? 6) Quanti e quali paesi hai attraversato? 7) Chi hai lasciato nel tuo paese?(ti manca qualcuno?) 9) Ti sei integrato facilmente nel nuovo paese? 10) Vorresti fare un altro viaggio? 11) Vorresti tornare al tuo paese? 12) Dove hai incontrato il tuo primo amore? 13) Come ti sei sentito quando sei arrivato? 14) Qual è il risultato del tuo viaggio?(casa,lavoro,famiglia ecc...) 15) Ora preferisci restare qui o vorresti tornare al tuo paese? 16) Sei felice? SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Dal libro al teatro in viaggio verso l’incontro - liberi pensieri per liberi sentimenti SCUOLA SECONDARIA INFERIORE DI FUMANE I.C. “B. LORENZI” DI FUMANE (VR) Finalità La nostra esperienza con il teatro intende favorire l’avvicinamento e la crescita della cultura scientifica tramite la commistione dell’approccio creativo e di quello scientifico. Si propone di rafforzare le competenze degli studenti e di incoraggiarne l’interesse per la Scienza, al fine di incentivarne una visione positiva e, tra i più giovani, le vocazioni alla carriera scientifica da un lato e l’allenamento alla comunicazione della scienza dall’altro. È inoltre nostra intenzione promuovere anche un approccio multidisciplinare e interdisciplinare ai temi proposti, perché i nostri ragazzi possano maturare l’idea che le discipline sono strumenti di lettura del reale. Obiettivi Stimolare i ragazzi a soddisfare e ri-creare un “buon rapporto” con la Scienza, ai fini dell’educazione ad essere liberi di scegliere in un mondo ed in un tempo in cui il linguaggio, la pubblicità, l’informazione fanno uso, e non sempre correttamente, della Scienza. Contrastare il fatto che i ragazzi “fuggono” dal pensare e dal ragionare sulla realtà e sui problemi che nascono dalla relazione con l’altro, che è poi mettersi in gioco dal punto di vista della razionalità, delle emozioni, della creatività e della perseveranza. Trovare strategie che permettano un coinvolgimento affettivo ed emozionale negli apprendimenti, perché questi possano essere duraturi e generare il desiderio di continuare ad apprendere per tutto l’arco della vita e ad avere una mentalità libera da pregiudizi accogliente del nuovo e del diverso. Sperimentare occasioni di trasversalità fra le discipline di studio, dato che la stessa organizzazione dell’insegnamento tende ad evidenziare più gli aspetti di specializzazione, piuttosto che gli elementi di unità interdisciplinare. 62 La competenza di base richiesta al gruppo di laboratorio teatrale è una relazione positiva consapevole con l’unicità di ognuno e quindi l’ascolto reciproco delle diversità al fine di un’accoglienza degli altri e la costruzione di un gruppo solidale nel pieno significato della parola. SCUOLE PRIMARIE Aiutare i ragazzi a superare le difficoltà che manifestano a vari livelli linguistici ed espressivi, motivandoli in modo significativo attraverso il linguaggio teatrale che è catartico per eccellenza. 63 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Il progetto che ha portato all’elaborato rientra in un percorso di educazione scientifico-comunicativa ed espressiva che da alcuni anni la scuola ha messo in campo attraverso il teatro. Per l’anno scolastico 2009-10, nel laboratorio per le classi II, CIAK IN SCIENZE, cui partecipano 15 ragazzi aderenti alla proposta del tempo prolungato, è di scena la Scienza con il suo metodo. Quindi questa volta l’incontro è con l’origine della Scienza che è nella curiosità e nella domanda. Il tema forte è stato l’incontro; il romanzo che ha ispirato lo spettacolo è stato “C’è nessuno?” di Jostein Gaarder. Dalla lettura del libro emergono riflessioni personali degli alunni che esprimono come sia possibile vivere gli incontri reali e pensati nella vita. Inoltre emerge la riflessione comune che ogni scoperta scientifica nasce dalla necessità dell’ascolto e dell’incontro fra le idee. Nelle attività di laboratorio è stato quindi possibile sperimentare tutta la valenza positiva dell’incontro fra discipline, fra le modalità espressive, ma soprattutto l’incontro fra le persone, fra di noi del laboratorio, gli altri, tra cui anche gli Scienziati. Il percorso è stato strutturato come attività di laboratorio di Teatro con un esperto animatore teatrale professionista e con gli insegnanti di classe (Matematica-Scienze e Lettere) in orario pomeridiano (tre ore settimanali, per l’intero anno scolastico). Nel laboratorio si sono attuate quindi strategie didattiche di educazione al linguaggio teatrale, o meglio ai linguaggi espressivi e comunicativi mettendo in gioco il corpo, la mente ed il cuore attraverso il mimo, il teatro d’attore, il teatro visuale, la body percussion, il canto, la danza, la musica, il film. Nella preparazione di spezzoni filmici utilizzati per lo spettacolo inoltre i ragazzi hanno potuto fare esperienza delle tecniche di animazione e quindi della capacità di lettura di effetti speciali. Interessante anche l’ideazione e la costruzione delle scenografie e sfondi filmici, con l’uso di materiali poveri, creativamente recuperati ed elaborati coniugando l’educazione ad uno sviluppo sostenibile (gli stessi ragazzi protagonisti del laboratorio di Teatro partecipano anche al laboratorio ambiente) ed interculturale. Si è cercata ed operativamente realizzata un buona integrazione fra le attività di riflessione e partecipazione personale e di gruppo, con l’attenzione a valorizzare ed accogliere la creatività di ognuno nella costruzione di un prodotto che fosse espressione di un gruppo di lavoro. Le animazioni teatrali si sono svolte come gioco di relazione a coppie o piccolo gruppo per lo sviluppo di tecniche d’espressione teatrale, ma anche per una crescita nella capacità di liberare emozioni. Si è dato spazio a livello di strategie didattiche al circle time, al learning by doing, al labeling e al role play. La lettura del libro scelto per lo spettacolo (C’è Nessuno – di Gaarder) è avvenuta in gruppo, usando varie tecniche di animazione alla lettura del testo, da cui sono emerse riflessioni interessanti circa l’incontro con l’altro e le dinamiche che ciò suscita sia a livello affettivo che emotivo che razionale. L’incontro con gli Scienziati è avvenuto tramite ricerca su internet e su testi attorno a biografie, pensieri, aforismi ed esperienze degli stessi, insomma un incontro con la loro varia umanità. SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Descrizione del percorso SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Il copione dello spettacolo è stato costruito con l’apporto di tutti in itinere con il coordinamento e la regia dell’animatore teatrale, riferimento che abbiamo voluto fosse fortemente autorevole per il gruppo. Parallelamente allo spettacolo abbiamo prodotto un elaborato in Power Point per raccogliere testi e disegni in cui potessero emergere i pensieri ed i sentimenti di tutti i ragazzi – nessuno escluso – elaborati sia durante la lettura del testo che durante le prove. Fare memoria attraverso il disegno e lo scritto, tornare su emozioni e riflessioni è diventata nel percorso una strategia didattica, che in fondo è la narrazione, per rendere i pensieri non espressione di un momento, magari forte della vita, ma un punto di orientamento, una stella polare per la progettazione del proprio futuro. La produzione consiste allora di un bollettino-notiziario del laboratorio “INCONTRI... AMOci”, una presentazione multimediale con i pensieri e i sentimenti di tutti i ragazzi protagonisti con collegamenti che aprono il progetto e il diario di bordo delle attività di laboratorio. Il titolo dello spettacolo che abbiamo realizzato è “Caduto dal basso” evidenziando la relatività del punto di vista. Ma i temi su cui volevamo far riflettere erano collegati anche ad un altro concetto: far comprendere cioè come la Storia della Scienza sia in fondo una Storia di Diversità accettate, di Unicità geniali ascoltate e di Accoglienza delle Idee dell’altro indipendentemente dall’origine geografica, storica e (oggi non indifferente) estetica di chi le ha prodotte. Idee comunque che hanno fatto una Storia con la S maiuscola, su cui si basa tutto il progresso dell’umanità ed il nostro personale benessere. Lo spettacolo è stato proposto a tutti gli studenti della scuola, alle famiglie ed al territorio in date diverse, per coinvolgere il maggior numero di spettatori. In sé il teatro si propone come lavoro di coinvolgimento del pubblico, ricordiamo che la parola teatro deriva proprio da théatron, che significa spettatore. Le famiglie sono state coinvolte anche nella compartecipazione per la costruzione dei costumi e per alcune riprese degli spezzoni filmici. Dal percorso sono nati molti pensieri dei ragazzi sul tema del viaggio verso l’incontro. Ve ne proponiamo alcuni: 9 Ogni incontro è mettere a confronto il proprio essere con quello di un altro 9 L’incontro si può definire come un appuntamento 9 TUTTI GLI INCONTRI SONO IMPORTANTI e uno porta ad un altro e di conseguenza ad un altro ancora e così ALL’INFINITO 9 Il vero incontro avviene quando di esso ne facciamo tesoro 9 Ognuno diventa quello che è grazie agli incontri con altre persone 9 Persone anche di altri paesi e culture molto spesso riescono ad aprire i nostri orizzonti e a farci guardare più lontano. 9 Ogni incontro mi ricorda che non bisogna pensare solo a se stessi, ma anche a altre persone, che in quel momento forse hanno bisogno di aiuto 9 La nostra mente, in un modo o nell’altro, cerca di rapportarsi con altre persone, e di stare insieme anche nell’immaginario Questo il significato ricercato e trovato nel titolo del concorso: IN VIAGGIO (Incontrarsi Nel Viaggiare Insieme Andare Generosamente Giungendo Orgogliosi In nuovi Orizzonti). 64 La replicabilità dell’esperienza, non sta nel mettere in scena questo spettacolo, ma nella costruzione di uno spettacolo a partire dall’idea generatrice e nel costruire il tutto con i ragazzi, in un itinerario che veda coinvolti tutti e ciascuno. In un momento storico in cui l’individualismo sembra trionfare e nelle classi si vive la competizione che sembra soddisfare di più di una accogliente cooperazione, riflettere o fermarsi un attimo a cogliere come un’esperienza solidale ci renda più contenti è sicuramente rispondere ai bisogni veri dei nostri alunni. Gruppo di “Laboratorio di teatro scientifico”, Classi II Docenti di riferimento: Novella Franchini, Susanna Scolari Regista dello spettacolo ed animatore teatrale: Diego Carli 65 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Riteniamo che il grado di soddisfazione sia stato notevole da parte di tutti i ragazzi protagonisti, gli insegnanti e gli spettatori dello spettacolo. L’azione didattica si è articolata come previsto dall’ipotesi di progetto e i pensieri espressi dai ragazzi durante le attività di laboratorio sono indice di un cammino che sta alimentando un’educazione di apertura e di accettazione consapevole e valorizzante della positività dell’incontro. Abbiamo notato maturazione di comportamenti all’interno del gruppo con azioni di accoglienza reciproca e di riflessione sulla necessità di diventare appunto gruppo. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI VERSO (Vedere E Riflettere Su Ogni diversità). L’INCONTRO (Lavorare In Noi stessi Considerando Ogni Nuova conoscenza Traguardo Raggiungibile e Opportunità). SCUOLE PRIMARIE È giusto parlare di nuove invasioni? Resoconto di un viaggio SCUOLA SECONDARIA INFERIORE DI SAN ZENO DI MONTAGNA GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI I.C. “MONS. L. GAITER” CAPRINO VERONESE (VR) Finalità Si è cercato di stimolare i ragazzi a riflettere sulle cause dell’immigrazione oggi con riferimenti al passato. Obiettivi Saper individuare le cause dell’immigrazione, analizzando i dati. Conoscere testi di letteratura sulla tematica del viaggio. Favorire la narrazione dell’esperienza del viaggio. Comprendere e discutere sulla valenza emotiva, affettiva, relazionale del viaggio. Saper produrre testi sul viaggio. Imparare a utilizzare l’intervista per raccogliere informazioni. Stimolare a utilizzare nuovi strumenti per documentare (filmati, riprese…). Fornire gli elementi per riconoscere atteggiamenti di razzismo. Saper individuare modalità e strumenti per una relazione costruttiva. Favorire relazioni positive tra il gruppo di pari. Descrizione del percorso Nella nostra scuola secondaria di I grado, sezione staccata di San Zeno di Montagna su 39 alunni sono presenti 8 alunni stranieri, alcuni già da tempo in Italia, altri arrivati solo di recente. Il tema del viaggio come incontro si è inserito nel nostro percorso di approfondimento sull’immigrazione: attraverso letture tratte dall’antologia, articoli tratti da quotidiani, filmati e dati statistici sulla presenza di stranieri a Verona e, in particolare, nella nostra zona Baldo-Garda che registra la presenza di stranieri impiegati soprattutto nel settore del marmo o nell’assistenza ad anziani. Dalla nostra attività è emerso il motivo prevalentemente di tipo socioeconomico: le persone sono portate a lasciare il loro Paese d’origine per cercare un lavoro e un miglioramento delle loro condizioni di vita. Considerato che i nostri alunni stranieri provengono tutti dai Paesi dell’Est 66 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI L’attività della IIG sviluppa l’idea che ciascun ragazzo percepisce il proprio paese di provenienza come “normalità” e quello nuovo come “stranezza”. Si propongono quindi le descrizioni delle nuove realtà viste con gli occhi dei giovani viaggiatori. Partendo dalla storia dei flussi migratori, con gli alunni della IIIG abbiamo affrontato il tema del minore straniero in Italia, evidenziando gli aspetti psicologici e le motivazioni dei ragazzi che si trovano a vivere in un paese straniero. In italiano è stato affrontato il tema della globalizzazione come causa dell’immigrazione. L’inizio dell’attività ha portato i ragazzi ad una riflessione sul viaggio come metafora della vita: sono stati letti e analizzati alcuni testi di letteratura che parlano del viaggio, come esperienza che racchiude in sé molti significati. È seguita poi un’ attività di brainstorming sulle differenze tra il viaggio inteso come tour e il viaggio dell’immigrato. Con i ragazzi abbiamo deciso di raccontare cosa ha significato il loro viaggio, quindi abbiamo deciso di creare un racconto con un io-narrante, il protagonista, che è l’alunno arrivato per ultimo e che fatica ad integrarsi e ad essere accettato dagli altri. Gli alunni stranieri hanno prodotto un elaborato scritto in cui si chiedeva loro di raccontare la storia del loro viaggio (emozioni, paure, nostalgia…), mentre i ragazzi italiani dal loro elaborato dovevano fare emergere le cause che possono portare a forme di discriminazione, pregiudizi, paure dell’altro. Si è proceduto alla lettura degli elaborati e, insieme, si è deciso di realizzare questo racconto in cui emergono le storie dei nostri alunni stranieri, il viaggio come una necessità, il partire come una speranza e arrivare come straniero in un paese diverso. I ragazzi hanno lavorato individualmente e in piccoli gruppi. Abbiamo anche realizzato delle interviste, registrate e filmate, che poi abbiamo inserito nel progetto TG che la scuola porta avanti, facendole vedere a fine anno. Hanno collaborato gli insegnanti di storia e geografia, lingue straniere e italiano. Il coinvolgimento delle famiglie è stato ampio. Infatti è stato chiesto loro di raccontare le proprie esperienze di viaggio. Sono quindi stati organizzati degli incontri a scuola con gli alunni durante i quali i genitori hanno potuto raccontare le loro storie. Sono stati momenti significativi, per le famiglie, per i ragazzi e per i docenti stessi. SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI (Moldavia, Polonia, Romania, Macedonia), abbiamo circoscritto la nostra analisi di tipo socio-economico a questa zona dell’Europa, confrontando i dati alla situazione dell’Italia. Le riflessioni degli alunni sono servite per denunciare casi di razzismo che si verificano anche nella nostra piccola realtà in modi diversi (prese in giro, battute, insulti che creano disagio all’interno di alcune classi). Quindi, i ragazzi che fanno parte del Consiglio Comunale dei Ragazzi, hanno proposto di affrontare tale argomento, fornendo alcuni suggerimenti per attenuare o meglio risolvere queste situazioni. L’esperienza è stata positiva, grazie alla disponibilità degli alunni nel raccontare il proprio vissuto e alle loro famiglie che ci hanno fornito informazioni più dettagliate sui loro paesi di origine. L’attività, grazie alla collaborazione con altri colleghi, ha cercato di dare indicazioni ai ragazzi del Consiglio comunale dei ragazzi nella stesura delle loro relazioni. La tecnica dell’intervista filmata, effettuata dagli stessi ragazzi, è replicabile così come tutto il procedimento che abbiamo seguito nel progetto. 67 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Considerazioni conclusive Classi IIG e IIIG Docenti di riferimento: De Beni Rita, Delibori Maurizio GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE PRIMARIE Elementi di criticità sono rappresentati dalla diffidenza e difficoltà iniziale ad esprimere propri sentimenti ed opinioni, da parte dei ragazzi, superato con l’intervento costante degli insegnanti. 68 SCUOLE PRIMARIE In viaggio verso l’incontro SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE LICEO SCIENTIFICO “GALILEO GALILEI” VERONA Le finalità del percorso sono principalmente: - Sviluppare una capacità di relazionare le proprie emozioni e i propri pensieri in un gruppo composito per età e per provenienza - Mettere a confronto la propria cultura con i pregiudizi verso l’altro - Comprendere ed affrontare le difficoltà che nascono da una convivenza scolastica con ragazzi di diverse culture SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità Sviluppare l’idea del viaggio nella cultura italiana e di altri paesi. Usare la lingua inglese come lingua veicolare per unificare varie realtà linguistiche. Favorire la capacità di ascoltare gli altri ragazzi/e del gruppo nonostante la differenza di età e di idee. Rispettare e approfondire aspetti culturali spesso di difficile lettura. Descrizione del percorso L’idea del viaggio è stata affrontata nella classe prima con l’uso di un lessico specifico in lingua inglese. Sono state chieste la provenienza e la nazionalità, sempre in lingua inglese, degli alunni in classe. Si sono formati gruppi di lavoro per creare piccoli dialoghi di presentazione in inglese. Nella classe terza la discussione e il brainstorming per la creazione del progetto sono stati affrontati in lingua inglese. Non ci sono stati contatti con altre attività curriculari. É stato prodotto un video di tre minuti. Il video parte da alcune scene di guerra in Palestina che vengono interrotte dal commento di due studenti che le stanno guardando con poco interesse. Successivamente in classe arriva un ragazzo nuovo, Rami, ed è palestinese. Il video prosegue con una serie di inviti ai ragazzi della scuola ad un “evento”. Si invitano tutti, anche Rami, ma si capisce da alcune frasi che non tutti i ragazzi sono ben accetti. L’”evento” è alla fine del video: gli studenti si ritrovano attorno alla scuola, il loro punto di partenza per un nuovo viaggio insieme. L’ab- 69 GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Obiettivi SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI braccio ideale alla scuola è l’abbraccio alla loro realtà quotidiana che permette l’incontro con l’altro. All’inizio del percorso ci sono stati incontri pomeridiani di brainstorming con alcuni ragazzi particolarmente interessati per capire meglio il titolo del progetto e cosa si voleva dire. L’incontro è avvenuto con ragazzi di prima e di terza superiore insieme in una sorta di gruppo classe allargato. In classe poi si sono riportate le idee e si sono messe a confronto anche con chi risultava meno attento al progetto. Le scene sono state girate sia in interno che in esterno con la collaborazione e le idee di tutti gli studenti. Le battute sono state elaborate in piccoli gruppi di lavoro. Il montaggio è avvenuto grazie all’aiuto della famiglia di uno studente che ha messo a disposizione il computer e relativo programma ed aiutato nelle lunghe ore di preparazione video anche solo con tè e biscotti. Fondamentalmente è stato usato il computer sia per realizzare il video che per la ricerca web delle immagini di guerra riportate (www.youtube.com). L’uso di uno specifico programma ha permesso anche la realizzazione dei sottotitoli in lingua inglese. Le musiche sono state cercate insieme, con inserimento di musiche palestinesi e senegalesi. I colleghi non sono stati coinvolti mentre le famiglie sono state contattate per dare la loro approvazione e la disponibilità a far lavorare i ragazzi sul progetto anche in orario extrascolastico. Inoltre i ragazzi stranieri si son fatti raccontare le storie dai loro genitori. Questo ha avvicinato gli studenti alle loro origini ed ha permesso una condivisione profonda dei racconti. Anche i genitori degli studenti si sono incontrati tra loro, essendo vicini di casa, per condividere l’esperienza dei figli. In ogni caso non tutte le famiglie si sono lasciate coinvolgere allo stesso modo. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive Per i ragazzi l’esperienza della ideazione e messa in scena del video è stata travolgente. Alcuni ragazzi coinvolti solo marginalmente sono però sembrati scettici e poco coinvolti. Gli obiettivi sono stati raggiunti in parte, soprattutto quelli socio relazionali. Il concorso è stato un ottimo modo per far interagire classi diverse. I ragazzi di prima e quelli di terza hanno potuto così vivere un momento di condivisione che non è previsto nelle normali attività didattiche. Nonostante questo, è stato difficile affrontare il tema poiché gli studenti non sentono il tema dell’integrazione vicino a loro. Parlare di integrazione è noioso e poco indicato perché si ritengono tutti amici e ben integrati. L’idea più diffusa è che non esistono problemi di ascolto e accoglienza verso l’altro, quasi un eden felice dove tutti sono uguali. Gli stessi ragazzi di seconda generazione non si sentono molto coinvolti, ci ridono sopra e non vogliono sentire parlare di argomenti che in qualche modo li differenziano dagli altri. Si è così dovuto affrontare il tema da un altro punto di vista parlando in generale del ragazzo in quanto ragazzo. Questo ha permesso di raggiungere la sensibilità degli studenti che sono più incuriositi dal tema dei giovani in generale e della legalità (passaporti, cittadinanza, ecc). Comunque una volta trovata la chiave per mettersi in contatto con i ragazzi la condivisione è stata profonda. Ha permesso di affrontare in modo serio il tema dell’integrazione che se in un primo momento a loro sembrava inutile, poi si è rivelato essere importante, non scontato. Sarebbe importante un coinvolgimento maggiore dei colleghi del consiglio di classe. L’eccessivo numero di ore impiegate per il progetto porta ad una demotivazione degli studenti. Una programmazione limitata e concentrata aiuta. Classi I e III E Docente di riferimento: Martina Salvagno 70 CENTRO APERTO “BATTI UN CINQUE” BARDOLINO SCUOLE PRIMARIE Alla scoperta di… Le competenze che il gruppo di bambini protagonisti dell’attività (bambini di età diverse 6-10 anni) ha raggiunto, e che sono obiettivo permanente del Centro Aperto, sono quelle di: collaborare intorno ad un unico cartellone; ascoltare le opinioni degli altri; giocare con nuovi giochi che i bambini possono realizzare anche a casa o in altri gruppi; utilizzare tecniche diverse per realizzare dei lavoretti; favorire la convivenza positiva in un contesto di gruppo multiculturale attraverso la comunicazione, la collaborazione e l’empatia. Descrizione del percorso Il percorso, che all’inizio è stato vissuto come una sfida per noi educatori, si inserisce nel progetto e percorso educativo del Centro Aperto. L’obiettivo principale è il benessere del bambino in uno spazio – tempo a misura e a ritmo del piccolo. Il centro è aperto due pomeriggi a settimana intervallati da diversi momenti: compiti, merenda e attività varie, giochi, laboratori. Tutte le nostre attività cercano di mettere al centro il bambino attraverso momenti liberi e strutturati dagli educatori. Lo spirito è quello dell’accoglienza dove prioritarie sono le relazioni e non le prestazioni o i compiti. L’elaborato finale consiste in un librone con copertina di cartone di dimensioni 50x70 con all’interno 6 pagine alcune delle quali descrittive e altre multimediali. 71 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Obiettivi GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Il percorso si propone di stimolare la curiosità verso gli altri evidenziando le differenze come fonti di arricchimento personale; riflettere sul significato di condivisione delle stesse emozioni (curiosità, gioia di vincere, delusione di perdere, divertimento, scoperta, condivisione) e sul tema dell’incontro con l’altro offrendo uno stimolo rispetto all’incontro e alla convivenza delle diversità. SCUOLE SECONDARIE INFERIORI Finalità SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI A livello metodologico il tema dell’incontro è stato sviluppato attraverso il canale dei sensi come strumenti di conoscenza. Il percorso si è strutturato in diverse fasi: I fase: Abbiamo iniziato il lavoro attraverso la narrazione della prima parte della storia inventata precedentemente dagli educatori, puntando su un clima di ascolto con i bambini, nel quale la fantasia potesse già far immaginare loro la situazione. Il secondo passo è stato quello della trascrizione della stessa sul cartellone – pagina del librone. La scrittura della storia è stata fatta sia dagli educatori che dai bambini evidenziando le parole chiave con colori diversi. II fase: siamo entrati poi nel vivo del lavoro di gruppo attraverso il primo segreto del cantastorie: il segreto della bocca. Attraverso la metodologia del brainstorming, i bambini hanno espresso com’è possibile comunicare attraverso l’uso della bocca: parole, suoni e smorfie. Abbiamo disegnato una bocca su un cartellone con dentro le parole e le foto delle bocche dei bambini (bocche che sorridevano, o erano chiuse o esprimevano cose buffe). III fase: abbiamo lavorato sul secondo segreto del cantastorie: il segreto delle mani. Abbiamo invitato i bambini a sperimentare diversi giochi provenienti da alcune parti del mondo: giochi che mettevano in luce caratteristiche culturali della zona di provenienza: il gioco delle calebasse originario dell’Africa; il gioco dei sedici soldati originario dell’Asia; il gioco del kalaha originario dell’Africa occidentale e il gioco della foresta originario della Cina. Questi giochi hanno permesso l’utilizzo di semplici materiali come sassolini, tappi di bottiglia, cartoncini e nello stesso tempo hanno potuto far riflettere sull’importanza del gioco per stare insieme, divertirsi senza avere obbligatoriamente giochi pre-confezionati o tecnologici. Dopo aver sperimentato i giochi abbiamo riportato sul cartellone quanto è emerso: sullo sfondo le impronte delle mani dei bambini sulle quali abbiamo scritto delle domande che sono sorte ragionando assieme ai bambini: “Come si chiama il gioco?”, “Da dove viene?”, “Quali sono le regole?”, “Cosa mi ha insegnato?”, “Che significato ha?”. [Per riferimenti Barilla Guido, Così giocano i bambini del mondo. 18 giochi da tanti paesi, EMI, 2001] IV fase: In questa fase abbiamo analizzato attraverso un lavoro di gruppo, il terzo segreto del cantastorie: il segreto del cuore. Sono state mostrate delle immagini di quadri famosi e non, prese da diversi artisti mondiali di diversi periodi storici, raffiguranti scene di amicizia e d’amore. Abbiamo riflettuto insieme ai bambini e abbiamo chiesto loro di rappresentare sui fogli ritagliati a forma di cuore delle situazioni di vita quotidiana dove trionfano l’amore, l’amicizia e la gioia di stare insieme. Attraverso l’empatia si può incontrare il mondo. Abbiamo poi incollato tutti i disegni dei bambini sul cartellone. V fase: alla fine del lavoro ci siamo dedicati al racconto della seconda parte della storia. A seguire vi è stata la trascrizione della storia e il disegno dello zaino del cantastorie su cartellone. Lo zaino è il contenitore che raccoglie tutti i segreti del cantastorie (bocca, mani, cuore) che i bambini porteranno con sé durante il loro viaggio-cammino alla scoperta del mondo e delle persone. Lo zaino contiene i preziosi segreti che li aiuteranno ad incontrare le persone a stare bene con loro. VI fase: Per concludere il lavoro ci siamo cimentati nella creazione delle due copertine(collage di figure su fronte e retro), attraverso un lavoro divertente e dinamico. Il lavoro è stato realizzato dopo un lavoro di programmazione condiviso tra tutti gli educatori che lavorano al Centro aperto “Batti un cinque”. Anche la gestione dell’attività è stata fatta insieme. La motivazione alla realizzazione del progetto è stata l’occasione per attivare un processo educativo che affrontasse il tema dello stare insieme nonostante le differenze, che non sono solo relative alla provenienza geografica, ma anche differenze di età e di carattere (giocare con bambini più grandi o più piccoli, più dispettosi o più lenti). 72 73 SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Alla scoperta di... Il tempo era lieto quel giorno a Bardolino e le ombre della sera si intrufolavano già tra le foglie giallo arancio che coloravano gli alberi. 2 bambini avventurieri saltellavano lungo la strada che da Porto sale al Grande Parco. “Guarda laggiù, non ti pare un cantastorie vagabondo quello che sale lungo la strada?” “Sembra proprio così. Andiamogli incontro!” I 2 bambini raggiunsero il cantastorie vagabondo che pigramente procedeva con lunghi abili passi, assieme al suo zaino pieno di chissà quale oggetto misterioso. “Buonasera cantastorie!” salutarono all’unisono piombando proprio davanti agli occhi del cantastorie. “Buonasera a voi giovani avventurieri!” rispose divertito il cantastorie. “Posso esservi utile?” Ma uno dei 2 bambini cambiando bruscamente discorso chiese: “Sei della famiglia dei cantori itineranti?” E il cantastorie sorridendo: “La mia famiglia di generazione in generazione fin dagli antichi tempi si tramanda storie e canzoni. Io stesso, vagando per prati, boschi, città, raccolgo le storie delle persone e i luoghi che incontro, perchè nulla della storia del mondo vada perduto. Sì, sono un cantastorie itinerante!”. “Oh, come sarebbe bello se tu potessi fermarti qualche giorno da noi a raccontarci dei tuoi viaggi!” pregò il più chiacchierone dei 2 bambini, “dicono che nessuno può raccontare bene le storie come un cantore itinerante!”. L’altro bambino replicò: “Allora, cosa rispondi?” ”Sarò lieto di passare qualche giorno con il Popolo del Batti un Cinque che tutti conoscono come molto allegro”. Immaginate il sorriso che si dipinse sui volti dei 2 bambini! Saltellando di qua e di là giunsero presto nella piazza dove il Popolo del Batti un Cinque si ritrovava e dove ferveva una grande animazione. Dopo le dovute presentazioni, il cantastorie vagabondo accolto dal Popolo, si sedette nel cerchio. Bardolino era immerso nel silenzio e solo un raggio di sole al tramonto colorava il viso allegro e vivace del cantastorie. Tutto sapeva d’incanto. Fu allora che il cantastorie cantò: luoghi lontani, popoli sconosciuti, intrepidi bambini, perfidi omoni, bellissime ballerine, città colorate e paesaggi avventurosi; tutto passò quella sera dinanzi agli occhi spalancati del Popolo del Batti un Cinque. Allorchè il cantastorie tacque, benchè fosse ormai tardi, anche il più giovane del popolo era ancora ben sveglio! Ora ognuna delle menti del Popolo del Batti un Cinque volava sopra i tetti, verso luoghi sconosciuti, e si sentiva solo il rumore del vento. Erano come stregati dai racconti che avevano sentito! Ad un certo punto una vocina sussurrò: “Cantastorie, grazie, non sono mai stato felice come questa sera. Voglio partire anche io, girare il mondo, vedere e conoscere cose nuove o non avrò mai storie da raccontare!” All’unisono anche tutti gli altri bambini del Popolo del Batti un Cinque sussurrarono: “Sì, sì, anche io voglio partire”, “Insegnaci a raccontare le storie”. Il cantastorie commosso e contento decise di svelare una cosa che non aveva mai detto a nessuno: “Bene, cari bambini, se volete scoprire il mondo con i GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI Le famiglie sono state informate rispetto al lavoro che i figli stavano realizzando in vista della partecipazione al concorso e tutte hanno mostrato interesse verso il lavoro. Il Centro aperto è un servizio realizzato all’interno delle attività organizzate dal Servizio Educativo Territoriale ULSS 22 del Comune di Bardolino e con appalto alla Cooperativa Il Ponte Verona. SCUOLE PRIMARIE SCUOLE SECONDARIE INFERIORI vostri occhi, dovete avere bene in mente tre cose: TRE SEGRETI che vi aiuteranno ad incontrare gli altri. Sentite qua...”Detto questo iniziò a raccontare ancora....IL SEGRETO DELLA BOCCA, IL SEGRETO DELLE MANI, IL SEGRETO DEL CUORE”. Il Popolo del Batti un Cinque era ancora a bocca aperta, per lo stupore, quando il cantastorie disse: “...Ecco il caro Popolo del Batti un Cinque, ora voi conoscete i tre segreti che vi possono aiutare ad incontrare gli altri, fatene un tesoro geloso e portateli sempre con voi. Vedrete che storie incredibili potrete cantare! Io ora devo andare, dove mi porta il vento...Così siamo fatti noi cantori!”. “Arrivederci!” salutò il Popolo del Batti un Cinque, “Grazie ancora! Ti porteremo nel cuore e speriamo tu possa tornare presto e passare di qui!” Poi, per un lungo tempo, ci fu silenzio: un silenzio assoluto, profondo. Fu il più chiacchierone del Popolo a prendere la parola: “Bene, allora che vogliamo fare? Io sono sicuro di voler partire, voglio scoprire il mondo e chi lo abita, tornare e raccontare storie nuove: ”Chi viene con me?” Non ci fu bisogno di altre parole...Un “IO!” all’unisono si levò nell’aria ormai fresca della notte e salì al cielo a far compagnia alle stelle. I bambini del Popolo del Batti un Cinque si guardarono negli occhi che scintillavano...era iniziata la loro avventura. GRUPPI EDUCATIVI TERRITORIALI SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Considerazioni conclusive Sia durante che al termine del lavoro i bambini hanno dimostrato interesse e voglia di fare. Erano molto soddisfatti del prodotto finale e si sono impegnati e divertiti durante le singole azioni (disegnare, scrivere, colorare, giocare, sedersi in cerchio per riflettere). La partecipazione al concorso è stata un’occasione per approfondire la conoscenza tra i bambini e anche per scoprire storie di paesi nuovi. Il lavoro fatto inoltre ha riscosso un successo inaspettato. Infatti questo gruppo di bambini non sempre accetta di buon grado le attività proposte, mentre l’idea del concorso li ha messi in moto e, sollecitati dagli operatori con giochi e attività interattive sul tema, hanno lavorato con entusiasmo per la realizzazione dell’elaborato. Gli obiettivi che gli educatori si sono posti erano a breve e a medio-lungo termine. I risultati a breve termine sono stati raggiunti, e anche quelli a medio termine, dopo la conclusione del lavoro, sono stati e vengono, incontro per incontro, raggiunti o condivisi e discussi. Riteniamo che il cammino della “Scoperta di” avvenga ogni giorno e che non si esaurisca dentro confini di tempo e di spazio. Riteniamo che probabilmente sarebbe stato molto interessante coinvolgere direttamente i genitori o collaborare con il Centro aperto di Calmasino visto che è all’interno dello stesso territorio. Educatori di riferimento: Arianna Dalle Vedove Educatrice professionale del Servizio Educativo Territoriale Ulss 22, Paola Tonin Educatrice Cooperativa “Il Ponte” Verona, Stefano Bertoldi Educatore Cooperativa “Il Ponte” Verona, Marianna Rossi Educatore Cooperativa “Il Ponte” Verona 74 Conclusioni e prospettive L’esperienza In viaggio verso l’incontro ha stimolato le scuole, i centri territoriali, i docenti, gli educatori e gli studenti a promuovere percorsi interculturali che potrebbero essere di stimolo per esperienze significative. Con questo volume lo sforzo della rete tante tinte, di ProgettoMondo MLAL e del Servizio Stranieri dell’ULSS 22 è quello di promuovere le esperienze effettuate nella provincia veronese e di favorire una cultura della documentazione che spesso nella scuola è poco diffusa. Le proposte raccolte si possono connotare sia come buone pratiche per fare intercultura cioè per favorire la piena integrazione e partecipazione dei minori stranieri e delle loro famiglie nella scuola e nella società, sia come percorsi per costruire una scuola multiculturale capace di rispondere alle esigenze sociali e culturali. Dai lavori presentati emerge che il pensiero dei docenti e degli educatori ha voluto sviluppare una riflessione consapevole relativa ai fondamenti teorici che sostengono la Pedagogia Interculturale, pensandola non certo come un puro desiderio di confronto con altre culture o come un intervento speciale da attivare per fronteggiare situazioni di emergenza, ma declinandola come una delle azioni più genuinamente formative. Le sperimentazioni effettuate e proposte non si fermano a “fare intercultura per gli alunni stranieri”, scelta educativa limitata e incoerente, ma sviluppano un lavoro interculturale, che vede tutti gli studenti protagonisti insieme agli insegnanti di un nuovo modo di fare scuola. Il documento ministeriale La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri ricorda che “l’intercultura in classe assume il significato di paradigma per l’intero sistema scuola”; parla dell’Impostazione della “classe interculturale come luogo di scambio spazio di costruzione identitaria di tutti gli alunni, luogo di ascolto, dialogo e comprensione profonda; luogo di comunicazione e cooperazione, che favorisce l’apprendimento cooperativo, in un contesto di pluralismo e di partecipazione ai processi di elaborazione della conoscenza; ambito di rispetto e accoglienza delle differenze, di cooperazione e gestione nonviolenta dei conflitti; di valorizzazione della storia e della cultura degli alunni come risorsa nel processo educativo e di sviluppo della convivenza civile.” Attraverso questa raccolta di esperienze si vogliono valorizzare metodologie sperimentate dai docenti che hanno scelto l’intercultura come approccio pedagogico in grado di assicurare una crescita personale dal punto di vista cognitivo e delle competenza sociali e relazionali. Le intenzioni che si colgono nelle attività tendono ad alimentare uno sviluppo della prospettiva culturale da cui partire per favorire l’intero processo di apprendimento che apra la persona a competenze comunicative, comportamentali e sociali affinché possa partecipare in maniera positiva e costruttiva a realizzare una comunità multietnica. Hanno giocato un ruolo di particolare rilevanza le relazioni instaurate sia tra gli insegnanti e gli studenti, sia all’interno del gruppo di pari, tali da favorire l’uso del pensiero, la sperimentazione del senso critico, lo sviluppo della coscienza individuale e sociale, del senso di appartenenza e della libertà di azione. Solo 75 in un contesto nel quale l’alunno si senta fortemente considerato e non solo dal docente ma anche dai compagni, si può realizzare quella presa di coscienza del valore di ciascuno. Spesso nell’ambito della classe la necessità di presentare e realizzare la programmazione prevista non permette all’insegnante di creare relazioni significative con gli alunni; la relazione si riduce alla verifica della semplice comprensione della spiegazione appena conclusa o alla valutazione dei compiti assegnati. In questo contesto l’alunno, soprattutto quello straniero o quello più in difficoltà, si trova e si sente sempre più lontano dai compagni e vede gli obiettivi scolastici sempre più difficoltosi da raggiungere. Si sente inadeguato, incapace di trovare delle risorse che pure ha, per affrontare la scuola. Vi è la necessita, quindi, di trovare modalità diverse di effettuare la lezione per costruire legami che vadano al di là dell’acquisizione di concetti e contenuti disciplinari e che tengano conto della situazione di ciascun alunno. Ecco che la strutturazione di percorsi che prevedono lo studente all’interno di una situazione significativa permette la partecipazione con entusiasmo alle attività proposte. Uno dei metodi utilizzati è stato quello della narrazione che forse è il più caldo e accogliente per fare intercultura. Tutti, infatti, hanno qualcosa da narrare e se l’insegnante è disposto ad ascoltare il racconto affiora sulle labbra degli studenti. Le modalità della narrazione più spontanee, più ‘naturali’ e antiche, sono state giocate da docenti e educatori partendo dall’idea che senza l’ascolto dell’altro non si dà riconoscimento e spazio agli altri. Il parlare all’altro aiuta, ma ascoltare favorisce la costruzione dell’identità e rafforza il percorso di socializzazione ed interazione. L’ascolto favorisce, come sottolinea D. Demetrio, “il desiderio di raccontare la propria storia di vita. Per fare un po’ d’ordine dentro di sé e capire il presente; per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare …. Sperimentiamo così il “pensiero autobiografico”, e pertanto richiede lavoro, coraggio, metodo, ma procura, al contempo, non poco benessere. Le schede presentate riportano l’esperienza della narrazione di fiabe, feste, viaggi, giochi, sogni, esperienze, avventure, piatti tipici, parti di diario. La finalità pedagogica della narrazione è quella di offrire un approccio metodologico alla didattica e ai percorsi educativi all’interno delle classi. La produzione del materiale è importante per dare visibilità al lavoro svolto, ma maggiormente significativo è il percorso effettuato per arrivare alla realizzazione di contenuti. La comparazione è un altro metodo utilizzato secondo il quale si mettono a confronto più visioni, più narrazioni, più variabili su uno stesso argomento. Il metodo comparativo permette sul piano educativo l’allargamento della visione della realtà attraverso l’utilizzo di nuove risorse, mezzi, punti di vista. Si esce da un approccio soggettivo e unidimensionale dell’educazione, per favorire un’educazione alla complessità, al pluralismo e al confronto. Nella comparazione si coglie il riconoscimento formale dell’uguaglianza in termini di valore e di civiltà delle culture da cui si parte per addentrarsi nei rapporti tra le persone di culture altre. Nella relazione educativa giocarsi la pratica della decostruzione dei pregiudizi, dei luoghi comuni, delle immagini stereotipate, delle diverse categorie linguistiche aiuta le persone ad avvicinarsi, conoscersi ed apprezzarsi. Questo approccio può essere impostato favorendo l’assunzione del punto di vista dell’altro, promuovendo esperienze di decentramento attraverso la simulazione e l’empatia. La decostruzione in tal senso si intende come promozione della capacità di mettersi in questione, di rivisitare e rivedere le proprie idee. Si sostiene così il principio della reciprocità e dell’uguaglianza dove non esiste uno che ha tutto ed un altro che non ha niente: entrambi abbiamo qualcosa da dare e da ricevere. Viene spontaneo lavorare sulla capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista, imparando a considerare che il proprio modo di pensare non è l’unico immaginabile o l’unico valido ma uno fra tanti. 76 Il valore educativo del decentramento risiede nel percorso che una persona opera per uscire dal proprio egocentrismo e etnocentrismo. È un addestramento alla democrazia, un’esercitazione per apprendere che la propria verità è parziale e limitata. Si può sintetizzare nelle parole di L. Corradini «Far percepire e sperimentare all’alunno che una cosa può avere un valore per un altro ma non per se stessi e che, viceversa, una cosa può avere valore per sé, ma non per un altro» Le scuole e i centri educativi che hanno partecipato al concorso hanno utilizzato la pedagogia dei gesti, cioè hanno valorizzato le azioni, i comportamenti. Promuovere attività, azioni e relazioni significa dare valore educativo al gesto per costruire e realizzare l’acquisizione della cittadinanza attiva. La partecipazione in classe o nei gruppi di immigrati per un confronto diretto, dei mediatori linguistico culturali per avvicinarsi alle diverse culture, di associazioni del territorio per conoscere le opportunità educative sono gesti che aiutano a esercitare relazioni significative. Favorire le attività espressive per l’allestimento di una mostra interculturale; preparare uno spettacolo, organizzare una festa dei popoli anche cucinando piatti etnici sono tutte azioni che aiutano nella crescita degli alunni se l’educatore fa cogliere agli alunni il valore educativo del gesto. Anche il gioco è stato proposto come uno strumento importante per l’educazione interculturale. Bambini, ragazzi e giovani mostrano un grande desiderio di mettersi “in gioco”. Gli insegnanti dovrebbero ritornare bambini e saper mettersi in gioco con i loro alunni pur mantenendo il ruolo di educatori. Nelle proposte vengono valorizzati il coinvolgimento diretto, la simulazione, i giochi di ruolo, le danze, gli spettacoli teatrali, le drammatizzazioni, ecc. Una buona pratica proposta è quella di lavorare in rete con gli enti e le associazioni del territorio. La Scuola ha a che fare con il capitale sociale che presenta ogni alunno/a, cioè con le risorse relazionali della fiducia e della cura reciproca. La Scuola oltre a riconoscere il capitale sociale può anche, nella sua attività, produrlo. Infatti essa può connotarsi come modello positivo nelle relazioni ed invogliare ogni alunno/a a spendersi in relazioni significative tra persone. Da queste esperienze nasce dallo studente la volontà e la consapevolezza di diventare attore e protagonista nella società, contento di interagire con gli altri. Il lavoro di rete all’interno della scuola vuole sostenere l’operare delle relazioni sociali e quindi a emancipare l’intelligenza di tutti/e. Il lavoro di rete favorisce il lavoro di comunità che è quel “processo tramite cui si aiutano le persone a migliorare le loro comunità di appartenenza attraverso iniziative collettive.” In tal caso il raccordo fra scuole e istituzioni del territorio può assolvere una funzione strategica per la definizione e l’implementazione di politiche adeguate in materia di integrazione dei minori stranieri e delle loro famiglie. Cinzia Maggi e Lucia Bernardi Bibliografia di riferimento D. DEMETRIO, Narrazione e intercultura, Studi explorer, web 2005 L. CORRADINI, Educazione interculturale e progetti ministeriali, in AA.VV., Pedagogia interculturale. Problemi e concetti, 1992, La Scuola, Brescia F. FOLGHERAITER, Teoria e metodologia del servizio sociale: la prospettiva di rete, 1998, Angeli, Milano ALAN TWELVETREES, Il lavoro sociale di comunità. Come costruire progetti partecipati, 2006, Ed. Erikson 77 Appunti 78 79 Stampato nel 2010 da Cierre Grafica via Ciro Ferrari 5 - Sommacampagna (Verona) tel. 045 8580900 fax 045 8580907 www.cierrenet.it