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Le precedenti visite presidenziali alla città di Imperia
QUANDO VENNERO
PERTINI E SCALFARO
di Andrea Gandolfo
persecuzioni e distruzioni, e circa 4000 partigiani
che operarono in Provincia riuscendo a infliggere
gravi perdite al nemico al prezzo di 613 caduti e
148 mutilati e invalidi.
Giunto a Imperia nel pomeriggio del 15 novembre,
dopo una breve sosta in prefettura, Pertini si recò al
circolo Parasio di Porto Maurizio per visitare la
mostra della Resistenza allestita dall’Istituto storico
della Resistenza e dell’Età contemporanea di Imperia. La sera il presidente cenò quindi al ristorante
«Clorinda» di Castelvecchio di Santa Maria Mag-
Nel novembre del 1980 Pertini, in veste di presidente della Repubblica, si recò in visita ufficiale a
Imperia per conferire al gonfalone della Provincia la
medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana, che era stata concessa alla 1ª Zona Liguria, corrispondente alla Provincia di Imperia, con decreto
presidenziale del 6 luglio 1979. In tale decreto si
ricordava l’alto tributo di sangue pagato dalla popolazione imperiese per la causa della liberazione
del territorio nazionale dall’occupazione nazifascista, con 1200 caduti, centinaia di deportati, stragi,
1980: il Presidente Pertini con il Prefetto Alessandrini e il Questore Setaiolo
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giore, in compagnia di una nutrita rappresentanza di
ex partigiani.
La giornata successiva iniziò con il ricevimento delle autorità civili, militari e religiose della Provincia in
Prefettura, dove Pertini si intrattenne a parlare con
uomini politici locali, i sindaci dell’Imperiese ed esponenti del mondo del lavoro e dell’economia. Il presidente si recò in seguito nella sede della Provincia,
dove, davanti al Consiglio Provinciale riunito in seduto straordinaria, ricevette il saluto del presidente
dell’Amministrazione Provinciale Giovanni Battista
Novaro, che lo ringraziò per l’onore della visita e gli
consegnò un dono come ricordo dell’incontro. Alle
10 il capo dello Stato, accompagnato dal seguito e
dalle autorità, tra cui il comandante della Regione
militare, si recò in piazza della Vittoria per deporre
una corona sul monumento ai caduti di tutte le guerre.
Il corteo presidenziale si spostò poi in piazza Doria
a Oneglia per proseguire a piedi, attraverso via S.
Giovanni e via Bonfante, verso piazza Dante, dove
si sarebbe tenuta la cerimonia di consegna della
medaglia d’oro al gonfalone della Provincia. Verso
le 10,30 Pertini, alla testa del corteo formato da ex
partigiani ed ex combattenti, raggiunse il palco delle
autorità, eretto su un lato della piazza gremita di
gente, che applaudì a lungo il presidente mentre si
alzavano in alto i gonfaloni dei Comuni, tra cui quelli
di Marzabotto e Stazzema, di associazioni partigiane e d’arma provenienti da ogni parte d’Italia. Pertini passò quindi in rassegna il reparto d’onore schierato con bandiera e musica. Alle 10, 40 iniziò la
cerimonia di consegna della medaglia d’oro al gonfalone della Provincia con il discorso del sindaco di
Imperia Pilade, che rivolse un saluto al presidente
per ringraziarlo della sua presenza.
Prese poi la parola il presidente della Provincia
Novaro, che ricordò come, dieci anni prima, la deputazione Provinciale di Imperia dell’Istituto storico della Resistenza, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale, aveva fatto pervenire al ministero della Difesa la documentazione comprovante il contributo dato dai partigiani e dalle popolazioni imperiesi alla lotta di liberazione per ottenere il
conferimento della medaglia d’oro al valor militare
come ricompensa degli atti di eroismo compiuti da
tutti i comuni della Provincia. Novaro sottolineò
quindi il decisivo apporto fornito dai partigiani imperiesi per la definitiva liberazione della Liguria occidentale dalle truppe di occupazione nazifasciste.
Il presidente della Provincia, rivoltosi a Pertini, affermò che il presidente era «il simbolo e l’esempio
più luminoso» della ricerca e difesa della libertà che
avevano caratterizzato la storia italiana degli ultimi
decenni. Novaro concluse il suo intervento ringraziando il capo dello Stato per il grande onore concesso alla Provincia di Imperia tramite il conferimento della medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana.
Fu poi la volta del presidente dell’Istituto storico
della Resistenza Ottavio Siri, che espresse la sua
profonda gioia e commozione per il conferimento
della medaglia d’oro alla Provincia, che aveva pagato a caro prezzo il suo contributo alla guerra di
Liberazione condotta dai partigiani delle divisioni
“Felice Cascione” e “Silvio Bonfante” con il concorso della popolazione e in particolare dei contadini delle vallate imperiesi. Siri ricordò che celebrazioni come quella che si stava allora svolgendo acquistavano un significato se alle parole seguivano i
fatti, e cioè l’impegno costante di tutte le forze politiche nel lottare contro la corruzione, il malcostume,
la demagogia e soprattutto la violenza. Il presidente
dell’Istituto storico ammonì inoltre che la Resistenza doveva servire da lezione per aver restituito alla
nazione, dopo molti anni di dittatura, quelle libertà
fondamentali che sarebbero state alla base della
nostra carta costituzionale.
Prese infine la parola il ministro della Difesa Lelio
Lagorio che disse che il governo era fiero ed onorato di partecipare alla cerimonia di consegna della
medaglia d’oro alla Provincia di Imperia, ringraziando in particolare della sua presenza Pertini, che rappresentava la parte migliore del Paese. Il ministro
ricordò allora i tempi terribili della Resistenza, quando dalla lotta di liberazione nacque la fede in un’Italia nuova e libera che sapesse realizzare i sogni e le
aspettative di tutti coloro che avevano combattuto
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per il riscatto della patria. Lagorio sottolineò poi
come rimanessero ancora sul tappeto molti problemi irrisolti riguardanti case, scuole, ospedali, lavoro, scissione fra Nord e Sud, fratture tra città e campagna e separazione tra la maggioranza della popolazione che avanzava e forti aliquote di gente, soprattutto giovani e anziani, destinati a rimanere emarginati dal processo di sviluppo economico e sociale. Lagorio individuò quindi specialmente nel terrorismo e nell’immoralità pubblica i due grandi nemici
del Paese, contro cui la classe politica era chiamata
ad opporsi con fermezza per riconquistare la fiducia dei cittadini.
Dopo i discorsi ufficiali, Pertini, affiancato dal capo
di Stato Maggiore dell’Esercito Rambaldi e visibilmente commosso, appuntò sul gonfalone della Provincia di Imperia la medaglia d’oro al valor militare
per la sua attività partigiana negli anni della lotta di
Liberazione.
Terminata la cerimonia e dopo una breve visita in
Comune, il presidente e il suo seguito si recarono a
Diano Castello presso la caserma «Camandone»,
dove Pertini partecipò ad un «rancio» insieme a seicento convitati provenienti da ogni parte della Provincia. Al termine del pranzo, presero la parola il
generale Rambaldi, un soldato ed un ex partigiano,
che ringraziarono il capo dello Stato per la sua visita, di cui rimarcarono il significato simbolico. Nelle
due ore trascorse nella caserma di Diano Castello,
Pertini si intrattenne a parlare con molti soldati e
invitati, che rimasero colpiti dalla sua schiettezza e
semplicità dei modi.
Nel primo pomeriggio il presidente visitò infine la
Casa di riposo di via Agnesi a Oneglia, dove erano
ospitati circa 150 anziani. Nella Casa di riposo Pertini,
alla presenza di molti ragazzi, assistette ad uno spettacolo di canti e musiche del folklore ligure organizzato in suo onore.
Al termine di due giornate particolarmente intense e
ricche di momenti altamente emozionanti, nel tardo
pomeriggio del 16 novembre Pertini lasciò infine
Imperia per rientrare a Roma.
La visita del Presidente Scalfaro non ebbe momenti di incontro con il pubblico ma si svolse in maniera ufficiale al
Palazzo della Provincia.
Nella foto, che apparve su questa rivista nel 1998, vediamo l’allora Presidente dell’Amministrazione provinciale
Gabriele Boscetto tenere l’orazione di benvenuto di fronte al Presidente e alle autorità locali, nella sala del Consiglio
provinciale.
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