presentazione dell`autore

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presentazione dell`autore
Biblioteca Civica di Spilimbergo
In collaborazione con
Scuola Primaria di Spilimbergo
Scuola Secondaria di Primo grado di Spilimbergo
Istituti Superiori riuniti di Spilimbergo
6-7 APRILE 2006
INCONTRI CON L’AUTORE
Paola Zannoner
Progetto scuole 2005-2006
Biblioteca Civica di Spilimbergo www.bibliotecaspilimbergo.it
PAOLA ZANNONER SI PRESENTA
A CASA
Abito in un appartamento in un palazzo antico del 1500. In casa ci sono sempre molte piante, anche sui
davanzali delle finestre, i mobili sono antichi, ereditati da generazioni e i libri sono sparsi dappertutto.
Nel mio studio ho un piccolo camino, e la scrivania è il mio regno: qui è dove lavoro, con un mio
portatile, il telefono ed il collegamento ad Internet.
Ho quadri di amiche e amici pittori ed amo collezionare conchiglie raccolte in varie spiagge che conservo
in bottigliette sui ripiani del soggiorno.
Cucino tutti i giorni, ma faccio cose semplici. Il mio piatto preferito è il tortello alla maremmana: in pratica
un raviolone farcito di ricotta e spinaci, condito con sugo (il migliore è con i funghi). La mia bevanda
preferita è il tè: lo bevo la mattina, il pomeriggio e alla sera mi faccio pure una tisana.
FAMIGLIA ED AMICI
Vivo con mio marito e mio figlio Tommaso ed ho anche una sorella ed un fratello. Mia sorella è anche una
delle mie migliori amiche. La mia famiglia è enorme: zii, zie, cugini e poi c’è la famiglia di mio marito che
ha fratelli e sorelle ed una decina di nipoti. Sono molto orgogliosa di essere una zia!
Mi piace conoscere gente nuova, ma ho amici di lunga durata. Un amico è una persona molto preziosa,
perciò credo che nell’amicizia siano indispensabili la lealtà e l’affetto. È bello stare con le amiche, perché
insieme scherziamo, parliamo delle nostre cose segrete, entriamo nei magazzini a curiosare e a provarci gli
abiti, spettegoliamo un po’, ci sfoghiamo. È bello anche avere delle cose da fare insieme: viaggi, progetti,
lavoro, sport. Con gli amici maschi chiacchiero, a volte discuto, a volte ascolto i loro sfoghi sul loro lavoro
o sulle fidanzate… spesso gli amici maschi sono i mariti delle mie amiche.
Amici animali: fin da bambina, ho sempre avuto degli animali. I più importanti sono stati i due gatti Cody
e Macchia. Ho anche avuto un barboncino, e poi canarini, criceti, pappagallini, pesci rossi e tartarughe
d’acqua. Amo tutti gli animali, a parte i rettili e gli insetti che non mi suscitano una particolare tenerezza.
Adesso non ho animali in casa perché non ci sono terrazze né giardini. Così mi accontento di qualche
papera di porcellana e di uno scoiattolo di peluche.
LETTURE
Leggo un po’ di tutto e dappertutto: in autobus, in treno, in spiaggia. Ho sempre un paio di libri con me:
non si sa mai!
SCRITTORI PREFERITI
Italiani Bianca Pitzorno, Matilde Lucchini e Domenica Lucani
Stranieri Melvin Burgess, Robert Westall, Theresa Tomlinson, Philip Ridley, Gari Paulsen, Cynthia D.
Grant, Jerry Spinelli, Margaret Mahy, Yoram Kaniuk.
Classici Charles Dickens, Mark Twain, Roald Dahl, Robert L. Stevenson, Tove Jannson, A.A. Milne
MUSICA
Ho gusti molto vari. Ecco alcuni brani.
Classica Che soave Zeffiretto da Le nozze di Figaro
Pop italiana Spirito libero, Litfiba
Pop inglese I save the world today, Annie Lennox
Folksinger You learn, Alanis Morrisette
Rock Road trippin’, Red Hot Chili Pepper
Genio Life on mars, David Bowie
SPORT
A calcio sono una schiappa, mentre mi piacciono il nuoto, l’aerobica e lo step, faccio trekking le
domeniche d’estate e faccio jogging anche se è faticoso. Penso che la bicicletta sia il mezzo più fantastico
del mondo. Ho provato a fare pallavolo ma perdo tutte le schiacciate. Basket non lo so giocare, ma sono
stata una grandissima tifosa. A tennis il maestro mi ha cacciata perché…non vedo le palline! Non so
sciare.
ARTE
Quando ero piccola mi piaceva moltissimo disegnare. Da ragazza facevo fumetti e storie illustrate. Ora,
hem…diciamo che non sono proprio quello che si dice un’artista! Mi piace visitare le città e le mostre
d’arte. …qualche quadro che mi fa impazzire?
Il battesimo di Cristo di Piero della Francesca (1445).
Trafugamento del corpo di San Marco di Tintoretto (1562)
Las meniñas di Velasquez (1656)
Il canto dello stornello di Silverstro Lega (1867)
Il ramo di Marc Chagall (1976)
CINEMA
Mi piace moltissimo andare al cinema. Fin da bambina, al cinema mi commuovo molto, a volte mi metto
proprio a piangere! Vuoi sapere quali sono i film che preferisco? Ecco alcune scelte, ma solo alcune!
Horror Mi fa paura tutto, figuriamoci se vado a soffrire al cinema!
Western C’era una volta il west di Sergio Leone e poi Balla coi Lupi di Kevin Kostner
Thriller Mi appassiono! I soliti sospetti
Commedia all’italiana Sordi o Totò, ma anche Carlo Verdone Maledetto il giorno che ti ho incontrato.
Sentimentale Un po’ si piange, un po’ si ride, molto ci si emoziona: Mignon è partita di Francesca
Archibugi
Fantascienza Ok, se è Spielberg o Lucas. E poi: Man in Black!
Avventura I Goonies di Spielberg e poi tutta la saga di Indiana Jones
Cartoni Animati Li vedo tutti. L’ultimo che mi ha appassionato tantissimo è Mulan di Disney
Storico Abitini, duelli, carrozze, castelli: che meraviglia! Uno degli ultimi che ho visto: Elizabeth
Comico Adoro i vecchi film di Stanlio e Ollio. Dei comici di oggi mi piace Roberto Benigni, film
consigliato: Johnny Stecchino
Cinema muto Mai visto? Ti consiglio Charlie Chaplin Tempi Moderni o qualunque altro suo film
Attrice preferita Julia Roberts
Attore preferito Parecchi. Tra gli italiani Kim Rossi Stuart
QUALCHE DOMANDA
D. Quando ha cominciato ad occuparsi di letteratura giovanile?
Da molti anni, ma prima di diventare scrittrice ho fatto molti altri lavori: l’animatrice, la bibliotecaria,
la redattrice editoriale, la giornalista, il critico letterario, la traduttrice.
Ma al centro di tutti questi mestieri c’è sempre stato il libro, perché a me è sempre piaciuto
moltissimo leggere, fin da bambina. Anzi, quand’ero ragazzina, ero famosa per leggere tanto e di tutto:
libri, giornalini, riviste, quotidiani, mi piaceva spulciare ogni cosa.
Avevo una passione per i fumetti e per i giornalini pieni di pettegolezzi e di chiacchiere, che
leggevo insieme a cose difficilissime. Chi l’ha detto che si legge solo romanzoni e saggi? A quattordici anni
io leggevo le biografie dei cantanti, le storie romantiche e d’avventura, ma anche opere impegnative di
filosofi francesi e scrittori americani. Non pensavo ancora a scrivere.
D. Come le vengono le idee per i suoi libri?
Ho bisogno di osservare, di studiare, di documentarmi, soprattutto se la vicenda che intendo
raccontare è ambientata in un’altra epoca.
Ma devo dire che anche l’occasione dei corsi di aggiornamento mi stimola e mi offre idee, perché è
una possibilità di incontro, di scambio, di relazione. Perché credo che sia dal rapporto umano, dalla
vita, dal viaggio che nascono le storie.
D. Ci sono state delle esperienze che hanno influito sul suo modo di scrivere?
Certamente. Mi sono avvicinata al teatro quando avevo quindici anni e andavo a vedere sia le
rappresentazioni classiche nei teatri ufficiali che le opere d’avanguardia più folli, finché non ho fatto io
stessa parte di una compagnia teatrale molto “off”.
A vent’anni, passata l’infatuazione per il teatro, mi sono appassionata al cinema e via, al cinema quasi
tutti i giorni: ho visto di tutto, i film girati dai primi cineasti, compresi quelli in bianco e nero e in lingua
originale dei maestri svedesi e tedeschi. Una vera cinefila masochista! Devo dire che questa passione
per le arti rappresentative è passata nella mia scrittura, perché è essenziale per me partire da una
visione e svolgere, mentre scrivo, le scene del mio personale film. Molte situazioni che racconto
hanno espliciti riferimenti cinematografici e molte suggestioni sono date dalla musica e da quella forma
attuale di cinema che sono i video-clip. Perché, naturalmente, da sempre sono una patita della musica
classica, pop, rock e punk. Mi piacciono i gruppi inglesi e americani, ma molto anche gli italiani. Anzi,
certe canzoni italiane le trovo meravigliose! E anche la musica è presente nei miei romanzi, perché io
racconto spesso degli adolescenti e il loro è un mondo essenzialmente musicale, e sentimenti e
condivisioni passano attraverso il linguaggio della musica contemporanea.
D. Lei scrive racconti e romanzi per ragazzi, ma anche manuali per la didattica; scrive dei giovani
e per i giovani…
A me piace raccontare dei ragazzi e delle ragazze di oggi: lo sfondo delle mie storie è spesso realistico
e i personaggi vestono e parlano in modo vicino agli adolescenti che ho la fortuna di incontrare.
Credo che la scrittura sia anche testimonianza del proprio tempo e rifletta i comportamenti e la vita
sociale contemporanea. Ma le storie contengono sempre temi più profondi e universali, altrimenti
sarebbero solo cronaca. Chi scrive va oltre se stesso, la propria epoca e la propria biografia e scrivendo
contatta l’essenza di temi eterni come la giustizia, l’amore, l’amicizia, la verità.
A me piace raccontare storie in cui i ragazzi e le ragazze agiscono e affrontano le difficoltà,
provano a capire, vogliono cambiare le cose, perché io credo che dentro ciascuno di noi ci sia un
ribelle con una giusta causa, quella che si contrappone alla superficialità dell’immagine,
all’apparire che ci vorrebbe tutti a rincorrere soldi e a consumarli il prima possibile.
In alcuni romanzi ho voluto affrontare questo problema, la discrepanza tra essere e apparire, che non
è soltanto un tema specifico dell’adolescenza, ma interessa tutti noi, in una società narcisista e
consumistica come quella attuale. Non è un discorso moralista da vecchia zia: sta nelle canzoni rap, lo
scrivono i graffiti sulla metropolitana, te lo trovi nei video punk.
D. Che cosa fa quando non scrive?
Io non passo le mie giornate a scrivere: non potrei. Prima di tutto perché svolgo anche un altro lavoro
(tengo corsi di formazione sulla lettura), e poi perché per scrivere ho bisogno di riflettere, pensare,
immaginare, pormi dubbi, trovare soluzioni. Perciò vado in bicicletta, a correre, a camminare in aperta
campagna.
Testi tratti dal sito http://ragazzi.mondadori.com/autori/zannoner/paslet.htm ed elaborati da Silvia May
Per saperne ancora di più sull’autrice consultare il nuovo sito
www.paolazannoner.splinder.com
dove l’autrice interviene con una serie di comunicazioni quasi quotidiane
BIBLIOGRAFIA
Il portachiavi (Mondadori, Giallo junior, 1998) - Giallo - Premio Asola 2000 - Un misterioso omicidio in
una cittadina di provincia; le indagini vengono condotte da due ragazzi – Oltre i 12 anni
Il Salto più lungo (Giunti, T-shirt, 1998) - Biografia romanzata dell'atleta Fiona May - Premio Nazionale
Cento 1999 e premio Lunigiana 1999 – Età 10-15 anni
Excalibur, Il ragazzo che divenne cavaliere e La tavola rotonda (Mondadori, I Sassolini) - Tre
romanzi per bambini che rivisitano la leggenda di re Artù – Età 9-11 anni
Il Vento di Santiago (Mondadori, Superjunior, 2000) - Romanzo per adolescenti - Premio Alpi Apuane
2000, Premio Suzara 2001, Miglior libro 2000 designato dalla rivista Li.ber, Premio Guidonia Leggere è
bello 2001) - È un romanzo sull'identità e la memoria: protagonista un ragazzo di quindici anni, nel Cile di
oggi che ha dimenticato la recente storia di dittatura e desaparicion – Oltre i 12 anni
Nell'anno del Giubileo (Elemond-Signorelli, 2000) - Romanzo storico di narrativa per la scuola media Nel 1300, una ragazza di dodici anni intraprende, con il fratellino di otto anni, il pellegrinaggio che dalla
Francia la porterà a Roma, inseguita da un terribile cavaliere – Età 11-14 anni
Il grande Martin (Mondadori, I Sassolini, 2000) - Racconto per bambini sul tema dell'amicizia - Un
bambino i cui genitori si stanno separando diventa amico di un compagno di classe che sembra più grande
e più maturo – Età 9-10 anni
Assedio alla Torre (Mondadori, Giallo junior, 2001) - Giallo - Estate, mare, vacanze per quattro ragazzi
di sedici anni che si trovano testimoni di sbarchi notturni dei contrabbandieri – Oltre i 12 anni
Fuga da Napoli (Mondadori, Storie d'Italia, 2001) - Romanzo storico - Narra il periodo dei moti
carbonari a Napoli nel 1820-1821 attraverso le vicende di due giovanissimi "carbonari" e la sorella di uno
dei due – Oltre i 10 anni
Quel giorno pioveva (Mondadori, Shorts, 2002) - Racconto per adolescenti - Premio Bastia Umbra 2003
- in cui si ricostruisce il tragico episodio della strage di Brescia del 1973 attraverso gli occhi di una
giovanissima protagonista – Oltre i 13 anni
La rubamamma (Mondadori, I Sassolini, 2002) e Cresci Lorenzo! (Mondadori, I Sassolini, 2003) Racconti per i più piccoli – Età 5-7 anni
Xché 6 qi (Mondadori, Superjunior 2002) - Romanzo per adolescenti - Premio II gigante delle Langhe
2003 - Spaccato sulla vita dei ragazzi di oggi tra musica, poesia, arte, ambientato in un centro sociale –
Oltre i 12 anni
Mia (Mondadori) - Collana incentrata sul personaggio di Mia, una bambina che cresce – Età 8-11 anni
Linea di traguardo (Mondadori, Junior Bestseller, 2003) - Romanzo - Premio Città di Verone 2004,
Premio Bancarellino 2004 - Un romanzo sullo sport e la disabilità, la forza dell'amicizia e della speranza –
Oltre i 13 anni
Tutto sta cambiando (Mondadori, Gaia Junior, 2005) - Romanzo - L’adolescenza tra amicizia, amore e
confronti generazionali – Oltre gli 11 anni
Dance (Mondadori, Junior Bestseller, 2005) - Romanzo - Sull’amicizia, l’adolescenza e la danza – Oltre i 13
anni
A piedi nudi, a cuore aperto (Fanucci, 2006) - Romanzo - Affronta i problemi legati all’amicizia e
all’amore tra una ragazza italiana e un ragazzo palestinese – Oltre i 13 anni
Ha inoltre pubblicato i saggi sulla lettura:
Come sì costruisce un percorso di lettura (Mondadori, Infanzie, 2000). Scaturito dall'esperienza di
"Progetto Lettura", ciclo di incontri per gli insegnanti della scuola elementare e media sul tema della
narrativa per ragazzi.
Libro facci ridere. Ricette di lettura e scrittura umoristica (Mondadori, Infanzie, 2001). Un agile
manuale che alla riflessione sulla scrittura umoristica accompagna indicazioni operative per la
composizione di testi.
La storia attraverso le storie (Mondadori, Infanzie 2002). Propone percorsi sul romanzo a sfondo
storico per i ragazzi.
Alcune recensioni degli ultimi libri pubblicati
La linea del traguardo
Leo è un ragazzo che gioca a calcio con passione, si alza presto al mattino per allenarsi prima di andare a scuola. Della scuola, invece, non gli piace niente e antipatizza cordialmente con una ragazza,
Viola, che gli sembra recitare la parte della prima della classe. La cosa del resto è reciproca: anche se
quel tipo piace a tutte, lei lo rifiuta perché pare non avere altri interessi al di fuori del pallone. Un brutto
giorno, Leo ha un pauroso incidente con la moto, che lo lascia paralizzato alle gambe. Quando si
rende conto di essere precipitato in uno stato di invalidità permanente, sfugge per qualche momento
alla sorveglianza angosciata della madre nel parco in riva al fiume ed ha la forte tentazione di lasciarsi
cadere con la carrozzina nella corrente. Ma c'è qualcosa che lo trattiene. In quel momento, sotto un
luminoso cielo primaverile, sceglie di vivere, anzi di rinascere. Perché, in realtà, si tratta di reinventarsi
una vita da zero, come se lui fosse un'altra persona.
Nel frattempo, infatti, proprio quella sua compagna di classe che non sopportava è stata incaricata di
andarlo ogni pomeriggio a trovare per fargli recuperare le lezioni e piano piano è cresciuta in lui - in modo inizialmente quasi
inspiegabile - la sensazione che quella presenza sia più significativa delle nozioni che gli trasmette. Viola non è l'unica persona ad
accompagnare e favorire la sua rinascita: c'è anche il suo fratellino piccolo, c'è la bella figura dell'allenatore di calcio che gli vuole
bene ed è dotato di una singolare sensibilità pedagogica. Sono invece proprio i genitori - la madre sempre più angosciosamente
incombente, il padre che non riesce ad accettare la nuova situazione di Leo e si illude nel miracolo della guarigione - a capire in
ritardo il bisogno di autonomia e le nuove ragioni di vita che crescono in Leo. Viola, alle prese con una madre vittimisticamente
ripiegata nella sua condizione di separata, va scoprendo in lui una persona completamente diversa da quella che aveva incontrato
prima dell'incidente, in sorprendente sintonia col suo bisogno di lottare, di essere se stessa, di non cedere al vittimismo. Una
persona che la fa innamorare.
«C'è solo una ragazza che sembra lo abbia capito. I tuoi compagni di classe sono venuti due volte tutti insieme/ anche loro come
un gregge portato dal pastore-professore. Ma lei è tornata molte volte, con l'incarico di spiegarti le lezioni, perché tu non rimanessi
indietro con la scuola. Dev'essere stata scelta dagli insegnanti perché è la più brava della classe, ma ora non ti sembra affatto quella
presuntuosa che ti era apparsa: ti pare che sia gentile e che abbia un'enorme pazienza. Ma la cosa più importante è che ti sembra
contenta di venire a trovarti, mentre spiega italiano o matematica ci infila qualche battuta, fa il verso ai professori e ridete fino alle
lacrime. Lei non ti guarda impietosita o spaventata o stufa o fiera di sé per il compito che si è presa. L'avresti mai detto che proprio lei
sarebbe stata la tua ancora di salvezza? Che sarebbe stata proprio quella ragazza che non sopportavi: Viola?»
Recensione tratta da A tutto bib, supplemento a: BIB - Notiziario della Biblioteca Comunale di Trento, n. 30 (mar. 2004)
Dance
Con Dance Paola Zannoner ci regala ancora uno spaccato di quel mondo cangiante e inafferrabile
che è l’età adolescenziale. Quasi tredici anni, ossuta, mascolina, un’ostentata durezza su un volta che
ancora lascia di tanto in tanto affiorare lineamenti di bambina, un corpo che allontana energicamente
ogni sospetto di grazia, ma che magicamente si lascia catturare dal ritmo quando si immerge nelle
performances di hip-hop; la danza è per Robin ben più di un hobby, è una valvola di sfogo, è una via di
fuga da un quotidiano non sempre sereno. Robin porta con disinvoltura la sua “diversità”, ostentando
fastidio e disprezzo per la leziosità stucchevole e i pettegolezzi delle coetanee. Preferisce le compagine
maschili, alle quali non riserva però più di un superficiale cameratismo. Sarà l’incontro nella scuola di
ballo con un altro “diverso”, il giovanissimo ballerino di danza classica Guido, dolce e tranquillo al punto
da apparire effeminato, a suscitare in lei ammirazione e curiosità, a spingerla a cercare uno spessore
diverso nella comunicazione.
Mentre il riflettore è puntato sui giovani protagonisti, tutt’intorno, in secondo piano, viene appena tracciato il bozzetto di altre
generazioni, le loro incapacità, i loro tratti qualche volta patetici: il nonno vedovo che non smette di parlare con l’amata moglie, il papà
e i suoi amici pieni di fragilità e rimpianti, la mamma-non-mamma pronta ad alleviare la sofferenza del mondo e incapace di essere
madre per la sua bambina. Una storia questa – come quelle che in genere propone la Zannoner – nella quale è facile per i ragazzi
rispecchiarsi, condividere problematiche e stati d’animo e, perché no, proiettarsi in conclusioni non improntate ad un facile ottimismo,
ma che lasciano intravvedere una prospettiva costruttiva.
Recensione di Paola Parlato, tratta da Il Pepeverde, n. 26 (ott.-dic. 2005)
Tutto sta cambiando
Un elemento di importante novità corre nel libro di Paola Zannoner Tutto sta cambiando
(Mondadori). All'inizio è una storia d'amicizia tra due adolescenti compagne di scuola. Insicura, non
contenta del suo fisico, un po' introversa, digiuna di rapporti amorosi la prima, Antonia, con genitori di
quella classe borghese che si definisce abitualmente sana, equilibrata e che tiene in gran conto i figli.
Bella, sicura di sé, indipendente, tutt'altro che all'oscuro di esperienze sessuali l'altra, Psiche. Ha vicino
a sé solo la madre, ex pop star degli Anni Sessanta, ancora immersa nel ruolo di personaggio
ipertrasgressivo dei tempi delle sue performance più famose.
L'intensa amicizia s'incrina e si spezza quando Eros, il ragazzo che suscita i primi sussulti amorosi in
Antonia, viene catturato senza tanti riguardi da Psiche.
E fin qui la storia potrebbe essere quella di una "intesa controversa" (l'ossimoro è voluto) e niente più,
ma vi si innesta, elegantemente sommesso, l'elemento nuovo e interessante. Un incidente di
percorso, chiamiamolo così, fa sì che Psiche scompaia totalmente dalla circolazione. Solo dopo
diverso tempo Antonia è convocata a casa della ex pop star da cui viene a sapere che Psiche è rimasta incinta e
che,"insensatamente", vuole sposare Eros.
Secondo la donna, proprio Antonia dovrebbe dissuaderla a «non incaponirsi su idee stupide». Ma Antonia non ne vuoi sapere e
con la stessa determinazione si oppone alle opinioni della propria madre che, commentando la vicenda e pur scusando Psiche a
cui è sempre mancata una guida materna, giudica una follia il matrimonio fra due ragazzini e il conseguente loro ruolo di genitori.
Sulla stessa lunghezza d'onda le due amiche si reincontrano. Non fisicamente giacché l'Autrice ha già fatto prendere a ciascuna la
propria strada, ma separatamente sul modo di pensare, l'una senza sapere di condividerlo con l'altra (ed è questo un dettaglio di
indubbia capacità narrativa). Sanno opporsi su due fronti diversi alla generazione precedente che, da due diversi punti di vista, quello
della ex pop star e quello della madre borghese, non sanno condividere la presa di posizione delle due ragazze.
Due generazioni a confronto, quindi: quella che negli anni Sessanta voleva scardinare un vecchio ordine stabilito e battersi su tutti i
fronti per instaurare nuovi modi di pensare e di agire e quella degli adolescenti odierni che vengono spesso considerati poco inclini
all'impegno, indifferenti e persino vuoti.
Due generazioni, due epoche, due pezzi di storia vengono proposti in filigrana dalla Zannoner che non vuole assolutamente fare un
romanzo storico, ma fa della storia sociale il background della sua narrativa. Un tipo di fiction che non è facile trattare, soprattutto
quando è implicato l'oggi.
Segna un bel punto a favore del romanzo italiano.
Recensione di Paola Parlato, tratta da Il Pepeverde, n. 24 (apr.-giu. 2005)
A piedi nudi, a cuore aperto
Paola Zannoner ci regala una storia d'amore intelligente, acuta, magnificamente autentica.
Romeo qui si chiama Taisir ed è un giovane arabo palestinese profugo dall'occupazione
israeliana di Ramallah nel 1982, Giulietta è Rachele, una ragazza italiana. Si incrociano per caso
in una piazza, poi si ritrovano a scuola. Lui è uno skater, lei studia canto; entrambi frequentano un
liceo nel centro della città, ma mentre Rachele abita in una zona residenziale, Taisir vive nel
quartiere arabo. Con spavalda incoscienza lei comincia a frequentare strade e piazze percorse da
famiglie magrebine e ragazze in chador, diventano il suo segreto le cucine odorose di spezie e le
risate e le discussioni chiusa in bagno con l'amica Patema, perché questa, in quanto ragazza, non
ha una stanza sua.
La sera Rachele torna a casa, in una famiglia democratica e progressista a cui cerca di
rubacchiare punti di vista che la aiutino a interpretare i due mondi inconciliabili in cui si trova a
vivere, ma ogni categoria si sbriciola di fronte ai portoni scalcinati del quartiere arabo, dove è
normale essere fermati dalla polizia anche tre volte al giorno e sull'equazione arabo uguale
terrorista non vale nemmeno la pena di discutere. E mentre come una viaggiatrice interplanetaria
osserva tutto questo, Rachele scopre i suoi genitori, per la prima volta persone con un vissuto e delle fragilità, e ne prova un senso di
calore e di complicità che la fa tornare a quando da bambina le leggevano le storie per farla addormentare.
Nessuna fascia d'età consigliata, come sempre accade per i libri belli davvero.
Recensione di Enrica Guidotto, tratta da Andersen, anno XXV, n. 222 (febb. 2006)
Redazione a cura di Maria Antonietta Moro e Massimo Milan
Biblioteca Civica di Spilimbergo
Tel. 0427.591170
Fax 0427.591171
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