Milano, Keith Haring in mostra a Palazzo Reale,Real Bodies, la
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Milano, Keith Haring in mostra a Palazzo Reale,Real Bodies, la
Milano, Keith Haring mostra a Palazzo Reale in Dal 21 febbraio al 18 giugno 2017, Milano celebra il genio di Keith Haring (1958-1990) con una grande mostra, allestita a Palazzo Reale. L’esposizione Keith Haring. About Art, curata da Gianni Mercurio, promossa e prodotta dal Comune di MilanoCultura, Palazzo Reale, Giunti Arte mostre musei e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, con la collaborazione scientifica di Madeinart, con il prezioso contributo della Keith Haring Foundation, presenta 110 opere, molte di dimensioni monumentali, alcune delle quali inedite o mai esposte in Italia. La rassegna ruota attorno a un nuovo assunto critico: la lettura retrospettiva dell’opera di Haring non è corretta se non è vista anche alla luce della storia delle arti che egli ha compreso e collocato al centro del suo lavoro, assimilandola fino a integrarla esplicitamente nei suoi dipinti e costruendo in questo modo la parte più significativa della sua ricerca estetica. Le opere dell’artista americano si affiancano a quelle di autori di epoche diverse, a cui Haring si è ispirato e che ha reinterpretato con il suo stile unico e inconfondibile, in una sintesi narrativa di archetipi della tradizione classica, di arte tribale ed etnografica, di immaginario gotico o di cartoonism, di linguaggi del suo secolo e di escursioni nel futuro con l’impiego del computer in alcune sue ultime sperimentazioni. Tra queste, s’incontrano quelle realizzate da Jackson Pollock, Jean Dubuffet, Paul Klee per il Novecento, ma anche i calchi della Colonna Traiana, le maschere delle culture del Pacifico, i dipinti del Rinascimento italiano e altre. Keith Haring è stato uno dei più importanti autori della seconda metà del Novecento; la sua arte è percepita come espressione di una controcultura socialmente e politicamente impegnata su temi propri del suo e del nostro tempo: droga, razzismo, Aids, minaccia nucleare, alienazione giovanile, discriminazione delle minoranze, arroganza del potere. Haring ha partecipato di un sentire collettivo diventando l’icona di artista-attivista globale. Tuttavia, il suo progetto, reso evidente in questa mostra, fu di ricomporre i linguaggi dell’arte in un unico personale, immaginario simbolico, che fosse al tempo stesso universale, per riscoprire l’arte come testimonianza di una verità interiore che pone al suo centro l’uomo e la sua condizione sociale e individuale. È in questo disegno che risiede la vera grandezza di Haring; da qui parte e si sviluppa il suo celebrato impegno di artista-attivista e si afferma la sua forte singolarità rispetto ai suoi contemporanei. La mostra sarà ordinata in un allestimento emozionante e al contempo denso di rimandi al contesto in cui la breve ed esplosiva vita di Haring gli consentì di esprimersi come una delle personalità più riconosciute dell’arte americana del dopoguerra. Il catalogo, pubblicato da GAmm Giunti/24 ORE Cultura, comprenderà oltre a una vasta biografia illustrata e a tutte le opere esposte, i saggi del curatore, Gianni Mercurio, Demetrio Paparoni, Marina Mattei e Giuseppe Di Giacomo. KEITH HARING. ABOUT ART Milano, Palazzo Reale 21 febbraio – 18 giugno 2017 www.palazzorealemilano.it www.mostraharing.it Orari: lunedì: 14.30-19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30 giovedì e sabato: 9.30-22.30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura) Ingresso: Intero € 12 / Ridotto € 10 / Ridotto scuole € 6 / Biglietto Famiglia: uno o due adulti € 10 a testa, bambini fino a 5 anni gratuito, da 6 a 14 anni € 6 Catalogo: GAmm Giunti/24 ORE Cultura (nella foto in alto: Keith Haring, Tree of Life, 1985, Acrilico su tela 152,5 x 152,5 cm Collezione privata © Keith Haring Foundation) Keith Haring in Keith Haring, Untitled, June 11 1984, acrilico su tela, 238,8 x 716,3 cm, Collezione privata © Keith Haring Foundation Keith Haring, Untitled, 1983 Inchiostro un ritratto di Timothy Greenfield – Sanders, 1986, stampa a contatto 28×36 cm vinilico su telone di vinile 213,4 x 213,4 cm Courtesy Laurent Strouk © Keith Haring Foundation Real Bodies, la discussa mostra di anatomia umana presto a Milano Il corpo (morto) teso nella plasticità del movimento sportivo o devastato dalla malattia sarà in mostra a Milano, dal primo ottobre 2016 al 29 gennaio 2017. Con la straniante esposizione Real Bodies, allestita da Venice Exhibition nei 2 mila metri quadrati dello Spazio Ventura XV a Lambrate, ex fabbrica Faema, dopo il grande successo di Lisbona in Portogallo con 220 mila visitatori. La finalità è esplicitamente educativa e di grande interesse scientifico: mostrare dall’interno il corpo umano e stimolare uno stile di vita sano e attivo. “La salute e come allungare la vita”: questo è infatti il tema dell’edizione milanese che ha quale testimonial non a caso un divulgatore come Alessandro Cecchi Paone. La più grande esposizione itinerante di anatomia umana ha numeri degni di nota, per fornire un’esperienza decisamente suggestiva: 350 tra organi e corpi interi ricavati da 165 persone che hanno donato il proprio corpo alla ricerca scientifica, trasportati in 13 container, allestimento di 125 vetrine, chilometri di pannelli e teli nelle varie sale, illuminazione fornita da 1200 fari. Come ideale omaggio alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, una sezione della mostra sarà dedicata a varie discipline sportive come aerobica, arti marziali, atletica, ballo, basket, body building, calcio, tiro con l’arco. Nella “Galleria degli Atleti” dodici corpi di veri sportivi saranno visibili per la prima volta sotto la pelle, conservati grazie alla tecnica della plastinazione, che consente di fermare la naturale decomposizione sostituendo i liquidi corporei con polimeri di silicone lasciando inalterati i colori. Un procedimento che costa, fanno sapere gli organizzatori, 50 mila euro per ogni corpo e richiede 1500 ore. Non solo atleti catturati in perpetuo in pose dinamiche con muscoli, tendini e articolazioni tesi e in bella vista, ma anche corpi plastinati di persone affette da dipendenze quali alcoolismo e fumo e malattie croniche causate dall’obesità, o singoli organi corrotti da patologie, i cui danni saranno visibili in maniera impietosa, messi a confronto con organi sani. Un totale di 40 corpi, di varie età e cristallizzati nelle varie attività umane. Persino il corpo di un ultracentenario, concesso da un ateneo statunitense, mai esposto prima e costato per la conservazione ben 450 mila euro e 3 anni di lavoro. Sarà esposto anche un ermafrodita, con genitali sia maschili sia femminili: scelta che ha suscitato polemiche (almeno 1800 email di protesta) ma esplicitamente voluta dagli organizzatori per stimolare il dibattito sulla questione della fluidità del genere, tema che investe la nostra società. Sarà possibile osservare come funzionano i sistemi cardiovascolare, scheletrico e nervoso; anche gli apparati respiratorio e riproduttivo e persino, quello riproduttivo sia maschile sia femminile, e il processo che dalla fecondazione alla nascita porta allo sviluppo del feto. Sicuramente questa sorta di danza macabra laica contemporanea ha un grande impatto sul visitatore, serve a far acquisire consapevolezza sul proprio corpo e su come i comportamenti personali possano incidere e fare la differenza. La mostra è aperta a tutti e ha spiegazioni chiare anche per bambini e studenti: una vera e propria enciclopedia per esplorare dal vivo il corpo umano, la sua naturale complessità. La particolarità dell’esposizione ha attirato grande curiosità, con almeno 20 mila richieste di prenotazione e di informazioni. di Valentino Salvatore http://www.realbodies.it/ Dal 1 ottobre 2016 al 10 gennaio 2017 Spazio Ventura XV (via Ventura 15, Milano) Orari: da lunedì a venerdì 10-19, giovedì 10-21, sabato e domenica 10-20 Biglietto intero 18 € (previste riduzioni per alcune categorie, gruppi e scuole) Al Palazzo Reale di Milano apre la mostra: Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra. Di Marzia Santella. Milano evoca attraverso il suo programma dedicato all’arte del XIX e XX secolo, un periodo storico foriero di stravolgimenti. Mentre è in corso la mostra Alfons Mucha e Le Atmosfere Art Noveau, fino al 20 marzo, si è inserita la mostra: Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra, aperta dal 3 febbraio al 5 giugno 2016. Il Simbolismo, corrente artistica che nacque in Francia nel XIX secolo, si manifestò nella letteratura, nelle arti figurative e nella musica. Con il Simbolismo l’arte rivela, per “Segni”, una realtà che si pone e si contrappone alla coscienza. Le immagini che salgono dal profondo dell’essere umano si incontrano con le immagini che giungono dall’esterno. La tela diviene una superficie attraverso cui si attua una misteriosa osmosi. Il Simbolismo anticipa la concezione surrealista del segno come rivelazione della realtà profonda dell’essere, dell’esistenza inconscia. Curatori della mostra sono Fernando Mazzocca, Claudia Zevi con la collaborazione di Michel Draguet. Mazzocca ha definito il Simbolismo: “Il significato è ciò che sta sotto l’apparenza materiale reale. In ogni cosa c’è un significato nascosto”. Un alone di mistero, una dimensione onirica, a tratti demoniaca, connotano alcune sezioni dell’esposizio ne che si si estende in 21 sezioni tematiche nellesaledelpianonobilediPalazzoReale.150leopere presentate contrapponendo, per la prima volta, i simbolisti itali ani e quelli stranieri. Nelle sale potrete ammirare alcune opere di Gustav Klimt, Gustave Moreau, Odillon Redon, Franz Von Stuck, Ferdinand Hodler. Gli italiani Giulio Aristide Sartorio, Leo Putz, Giorgio Kienerk; tra gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi. Una delle sezioni più scenografiche della mostra è composta dalle sale dedicate alla Sala dell’Arte e del Sogno allestita nella Biennale di Venezia del 1907 che consacrò il Simbolismo nel nostro Paese. La mostra, promossa da Milano- Cultura e prodotta da Gruppo 24 Ore Arthemisia Group, presenta, per la prima volta, capolavori del Simbolismo europeo come “Carezze” (L’Arte) di Fernand Khnopff, “La Testa di Orfeo” di Jean Delville entrambi provenienti da Musées Royaux Des Beaux Arts de Belgique di Bruxelles. “L’Eletto” enorme sublime opera di Ferdinand Hodler proveniente dall’ Hostaus Museum di Hagen e “Il Silenzio della Foresta” di Arnold Böcklin. La mostra si chiude con l’atmosfera fantastica de “Le Mille e una Notte” di Vittorio Zecchin realizzato alla vigilia della Grande Guerra. Il Simbolismo ha dato rilievo ai grandi valori universali della vita e della morte, dell’amore e del peccato alla continua ricerca dei misteri della natura e dell’umana esistenza suscitando incessantemente interesse e ammirazione dei visitatori. EXPO 2015. Quando la bellezza surclassa ogni dubbio iniziale Egregio Direttore, Ho visitato EXPO 2015 a Milano. Dopo tante polemiche ed incertezze iniziali, ero un po’ scettico sulla riuscita dell’evento. E invece mi sono completamente ricreduto. Un’organizzazione a dir poco perfetta : controlli ed assistenza da parte del personale eccezionali. Mi riesce difficile trovare una sola lacuna. I collegamenti con la città sono insuperabili. Non e’ necessario dormire a Rho, perché la metropolitana, che passa ogni due minuti, porta direttamente da Milano all’ingresso della Mostra. E oltre alla metropolitana esistono collegamenti con treni, autobus, navette e tanto altro. I controlli sono estremamente meticolosi e si passa attraverso il Metal Detector. Giustissimo ! Non si può minimamente rischiare un attentato da parte di folli. Il decumano, tutto coperto per riparare dalla pioggia, è lungo alcuni chilometri e già da solo rappresenta uno spettacolo. Ai lati si aprono i numerosi padiglioni delle varie nazioni: Europa, Africa, Oriente e Occidente, tutti con un’impronta particolare, che ti colpisce e ti suggestiona. Inutile dire quale mi abbia interessato maggiormente, perché è tutto l’insieme che affascina. Forse ho apprezzato più di tutto Piazza Italia con “l’albero della vita”, enorme costruzione, che si illumina in mille giochi di luce, tutti di colore bianco, rosso e verde. E’ il trionfo dell’Italia, che ancora una volta ha dimostrato di non essere inferiore a nessuno, anzi ha espresso quel gusto e quella classe che ci hanno caratterizzato in ogni tempo. Pietro Gelso Weekend al Museo della Scienza Leonardo da Vinci di Milano di Marzia Santella. Quest’estate la scelta di visitare Milano con il solleone può avere un suo fascino grazie all’EXPO e agli eventi ad esso correlati che animano la città. Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano prosegue il programma estivo MuseoEstate rimanendo aperto il sabato dalle 9.30 alle 21. Nel week end di Ferragosto sono previste moltissime attività per adulti e bambini per conoscere la scienza da vicino, per stimolare la loro curiosità, per trascorrere due giorni fantastici. Il Museo, nato nel 1953, si sviluppa su 50 mila mtq di cui 33 mila coperti. Contiene 15 sezioni espositive, 13 laboratori interattivi ed 1 laboratorio di rierca in collaborazione con l’Università di Milano ed ha un flusso di 450 mila visitatori all’anno. Un universo in cui perdervi ed imparare ed approfondire la propria conoscenza. Qui troverete per bambini, età minima 8 anni, Tinkering Zone: come creare sculture in equilibrio, che dondolano, pendono in cerca di stabilità. L’ispirazione deriva dalle sculture cinetiche dell’artista e ingegnere meccanico Alexander Calder “I mobiles”. Potrete misurarvi anche in attività strabilianti ed è prevista la prenotazione fino ad esaurimento posti, della durata di 45 minuti. Nell’area dei piccoli potrete trovare: Le api robot: età minima 3 anni e si svolgerà sabato 15 dalle 11 alle 16.Si tratta di produrre uno sciame di api robotiche per capire come si muove un robot, come funziona e come si può programmare per realizzare coreografie e farle muovere insieme a ritmo di musica. Dal seme alla carta: età minima 3 anni, sabato alle ore 15. I bimbi impareranno a riciclare la carta, foglie e bucce di cipolla per realizzare una fantastica creazione e produrre un foglio di carta speciale da piantare in giardino. Ombre e pianeti: età minima 3 anni, sabato ore 12 e 17. Un’avventura nello spazio pensata per i piccoli ospiti che ascolteranno una divertente storia spaziale e inventeranno nuovi personaggi per creare una missione verso i pianeti lontani utilizzando luci ed ombre. Area spazio. Con il naso all’insù: età minima 4 anni sabato alle 14. Avventura educativa attraverso cui i bambini potranno apprendere tante piccole curiosità sullo spazio. I.lab Biotecnologie. Orti stellari: età minima 8 anni sabato e domenica ore 11, 14, 16. Tra microscopi e terreni di laboratorio, gli ospiti osserveranno di cosa necessitano le piante per vivere, scopriranno se si può coltivare l’insalata nello spazio. I.lab Genetica. Segni particolari: età minima 7 anni, sabato e domenica alle ore 14, 15, 16e 17. Nel laboratorio di genetica si potranno utilizzare i microscopi e soluzioni per scoprire quante impronte lasciamo, cosa ci identifica e cosa ci accomuna. Galleria Leonardo: Leonardo: età minima 8 anni sabato e domenica alle ore 14, 15, 16 e 17 Un animatore accompagnerà gli ospiti per scoprire i molteplici interessi di Leonardo da Vinci che spaziano dall’ambito tecnico e scientifico, all’anatomia, alla meccanica, dall’ottica all’urbanistica. In esposizione in Galleria la collezione di modelli storici leonardeschi. Bolle di sapone I segreti delle bolle di sapone: età minima 3 anni domenica alle oe 14, 15, 16 e 17. I bambini prenderanno parte ad un viaggio alla scoperta del magico mondo della bolle di sapone. Oltre queste fantastiche attività per i più piccoli sarà possibile visitare le mostre temporanee presenti nel museo. #FoodPeople. La mostra per chi ha fame di innovazione. Visitabile fino al 31 dicembre 2015. qui troverete una grande esposizione dedicata ai cambiamenti che hanno segnato il nostro modi di mangiare e alle prospettive future del sistema alimentare. #FoodPeople rappresenta una delle iniziative di EXPO in Città in cui sono protagoniste le persone, ciascuno di noi nella sua relazione con il cibo. Coinvolti professionisti della produzione agroalimentare, ricercatori ed esperti del settore. Make in Italy- The Exhibition termina invece il 16 agosto e racconta l’innovazione italiana attraverso l’esposizione di 50 anni di eccellenze. Oggetti e storie che hanno mostrato la preminenza italiana nell’ambito della tecnologia e del digitale da Programma 10, il primo personal computer, passando per il microchip e la scheda Arduino fino alla prima macchina del caffè espresso utilizzata nelle missioni spaziali. Il mio Pianeta dallo Spazio- Fragilità e Bellezza visitabile fino al 10 gennaio 2016. La mostra è promossa e organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione l’Agenzia Spaziale Italiana e la Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea e la Comunità Europea. E’ un viaggio che si compie attraverso immagini satellitari e video installazioni, nei luoghi più belli e talvolta remoti, del mondo. Immagini di eccezionale bellezza che invitano a riflettere sulla fragilità del nostro pianeta minacciato dal cambiamento climatico a livello globale. Aperta fino al 6 settembre anche la mostra Milano da Expo a Expo. L’esposizione è divisa in due sezioni: la prima intitolata “La città che nasce” racconta la storia di quasi un secolo a attraverso immagini e materiali degli archivi del Touring. La seconda “Prospettive, volti e chiaroscuri” mette in mostra 20 immagini di grande formato di Francesco Radino che ritraggono i simboli classici e nuovi della metropoli tirata a lustro nell’anno dell’Expo . E’ possibile visitare con un biglietto aggiuntivo la visita guidata al sottomarino Enrico Toti e separatamente per il simulatore virtuale di volo in elicottero. Ciascuno al costo di 8 euro la prenotazione e stesso alla biglietteria fino sito www.museoscienza.org o giorni, poi, è possibile catamarano AC72 “Luna Rossa” padiglione aeronavale. l’acquisto avvengono il giorno ad esaurimento posti oppure sul al numero 02 485551. Tutti i ammirare il in mostra nel Ferragosto 2015, lontano dalle solite spiagge, diviene un momento dedicato alla conoscenza per bimbi e grandi offrendovi emozioni indimenticabili. Milano: Il Mio Pianeta Dallo Spazio – Fragilità e Bellezza di Marzia Santella. Tra le molteplici prospettive suscitate dal tema di Expo 2015: “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” si è aperta oggi a Milano, nel Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci, la mostra “Il Mio Pianeta Dallo SpazioFragilità e Bellezza. L’esposizione, che proseguirà fino al 10 gennaio 2016, è un viaggio che conduce attraverso immagini satellitari e videoinstallazioni nei luoghi più belli e remoti della Terra. Il progetto espositivo, promosso e organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea, ESA, in collaborazione con L’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, la Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea e la Commissione Europea, è stato presentato dall’astronauta Luca Parmitano, Simonetta Cheli di ESA e Roberto Battiston presidente di ASI, Viviana Panaccia curatrice della mostra. Il percorso espositivo è diviso in quattro aree tematiche: ghiacci e acqua, foreste, agricoltura e città per richiamare l’interesse del pubblico con una particolare attenzione sui giovani, per sensibilizzarli a uno stile di vita eco-sostenibile e a un utilizzo più consapevole delle risorse naturali. Le regioni polari sono ritenute le più sensibili ai cambiamenti climatici e migliori sensori per il monitoraggio della salute del pianeta, monitorati dai satelliti. Immagini satellitari documentano anche i processi di deforestazione e la conversione delle foreste in terreni agricoli. L’agricoltura è fondamentale per nutrire il pianeta ma può far fronte alle necessità di una popolazione in continuo aumento solo se essa è sostenibile. Nelle aree metropolitane, oggi oltre 30 superano i 10 milioni di abitanti ciascuna, la crescita demografica e lo spostamento di masse di persone dalle zone rurali necessitano di un monitoraggio affinché il processo avvenga su una base sostenibile tale da non influenzare la qualità della vita e la sicurezza degli abitanti. I dati ad alta risoluzione forniti dai satelliti sono importanti per la pianificazione e lo sviluppo sostenibile delle aree urbane. Immagini di rara bellezza mostrano la Terra nei suoi più accesi contrasti che invitano a riflettere sulla fragilità del nostro pianeta minacciato dal cambiamento climatico e su come i satelliti possano contribuire a gestirne gli effetti. Nel percorso della mostra, collocata al 1°piano in uno spazio attiguo all’esposizione permanente dedicata allo Spazio e all’Astronomia curata da Giovanni Caprara, risulta evidente il cambiamento, a tratti drammatico del pianeta, in cui si sciolgono i ghiacciai, si innalzano gli oceani, le foreste pluviali sono minacciate dalla deforestazione, è evidente l’inaridimento delle terre coltivate e l’incontrollato sviluppo delle megalopoli. Il Direttore Generale del Museo Fiorenzo Galli ha dichiarato: “Il Museo vede convergere in questa mostra l’attenzione per lo Spazio, testimoniata dalla mostra permanente inaugurata nell’ottobre 2014, che ha tra i suoi capitoli tematici lo studio della Terra vista dallo Spazio con il tema collegato ad Expo 2015. “Nutrire il Pianeta” significa innanzitutto averne cura. Mostrare con queste straordinarie immagini la bellezza e la fragilità della “nostra casa” dà la possibilità di comprendere il valore della gestione delle risorse naturali, dalla protezione dell’ambiente, della tutela delle foreste che ci fanno respirare, della terra da coltivare, della biodiversità, dell’aggressività antropocenica da contenere, per dare un giusto futuro ai nostri figli”. Ospite del Museo, per la prima volta,Volker Liebig, Direttore dei Programmi di Osservazione della Terra di ESA che è intervenuto dicendo: “Penso che sia una grande opportunità avere un’importante vetrina in questo famoso museo a Milano in occasione dell’Expo. La mostra offrirà al pubblico l’occasione per vedere il nostro bel pianeta con gli occhi dei satelliti e capire quanto questi preziosi strumenti possono contribuire alla sicurezza alimentare e allo studio della Terra”. La mostra presentata al Palazzo delle Esposizioni di Roma lo scorso anno, presenta in questa nuova edizione una focalizzazione su agricoltura, foreste e territorio collegandosi ai temi principali di Expo. Visitare il Museo rappresenta un’esperienza unica per la conoscenza e per arricchire la visita di Milano in un’ottica di salvaguardia del benessere proprio, dell’ umanità e del pianeta che ci ospita. A Milano, #FoodPeople inaugurata: di Marzia Santella Il cibo rappresenta un elemento fondamentale di ciò che siamo: a prescindere dal nurimento, parla di cultura, di famiglia, di patrimoni territoriali ed umani inestimabili. Nondimeno ogni anno centinaia di milioni di persone soffrono la denutrizione e quasi tre milioni hanno problemi legati all’obesità. La situazione è drammaticamente paradossale se si pensa che ogni anno vengono sprecate 1,3 miliardi di tonellate di cibo. Il Pianeta necessita una riflessione globale, necessita l’adozione di politiche che possano generare risorse e distribuirle a tutti nel modo migliore e più efficace. Oggi, in via San Vittore nel Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, si è inaugurato un evento speciale: #Food People. La mostra per chi ha fame di innovazione. Aperta dal 22 aprile al 31 ottobre 2015. Progettata e realizzata dal Museo con il contributo di Fondazione Cariplo, partner istituzionale della Regione Lombardia- Direzione Agricoltura. In #FoodPeople sono protagoniste le persone, ciascuno di noi nella sua relazione con il cibo. Si tratta di una grande esposizione dedicata ai cambiamenti che hanno influenzato il modo di mangiare con particolare attenzione alle prospettive future del sistema alimentare. La mostra mette in risalto l’importanza che le innovazioni tecnologiche e scientifiche rivestono nel settore agroalimentare e, quindi, nella vita quotidiana. Lo stesso allestimento è stato curato secondo un approccio definito cocurating basato sul lavoro congiunto di progettazione e realizzazione tra staff del Museo e gruppi di visitatori, in particolare adolescenti e adulti italiani e stranieri. Tanti i personaggi rappresentati in foto o in video che accompagnano i visitatori con i loro video, le loro storie in due percorsi complementari. Il primo ripercorre alcune delle principali innovazioni scientifico- tecnologiche che hanno attraversati il settore agroalimentare e le sue attività degli ultimi 150 anni. Il secondo permette di confrontarsi con scenari e prospettive sul futuro del cibo a partire da domande spontanee che esperti da diversi settori aiutano a mettere a fuoco. Sabato 25 e domenica 26 aprile il primo week end di attività speciali legate alla mostra. Saranno proposte speciali visite guidate con i curatori dell’esposizione. Nei laboratori Alimentazione Biotecnologie e Genetica si potrà immaginare e preparare il cibo de futuro, fare un’indagine su frutti e fiori commestibili o scoprire quanto possono essere buoni e utili muffe e batteri nella produzione alimentare. Inaugurata durante l’open night dell’inaugurazione la Dutch Zone organizzata dal Museon di L’Aia realizzata nell’ambito della partecipazione dell’Olanda all’Expo. Qui si pone l’enfasi su come L’Olanda abbia individuato, nella ricerca scientifica, nell’innovazione intelligente e nella cooperazione internazionale elementi fondamentali per la ricerca di soluzioni sostenibili alle sfide globali nel settore alimentare. Il Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Fiorenzo Galli, durante l’inaugurazione, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di presentare oggi la mostra #FoodPeople che si inserisce in un percorso di sviluppo di risorse culturali ed educative sul tema dell’alimentazione che il Museo ha avviato dal 2009. Il ruolo del Museo è interpretare il passato per fornire chiavi di lettura del presente e lanciare uno sguardo sul futuro. In questa occasione, stimolati dall’Expo 2015, abbiamo preso l’impegno di raccontare l’innovazione nella filiera agroalimentare evidenziandone le relazioni con gli altri sistemi e le prospettive future. Abbiamo potuto affrontare questi temi, che toccano da vicino ciascuno di noi, anche grazie a tante aziende partner che lavorano ciascuna per l’innovazione nel proprio settore”. Il Museo della Scienza e della Tecnologia vi attende per un percorso affascinante tra storia e futuro. Code al Tribunale di Napoli. Parola alla difesa. Degli avvocati di Lidia Monda Li abbiamo visti in file chilometriche attendere pazienti di entrare e poter lavorare. Li abbiamo visti urlare esasperati. Abbiamo letto di porte rotte e feriti sparsi. Persino la Lucarelli li ha bacchettati dalla sua pagina social, definendo poco edificante il tutto. ‘Cornuti e mazziati’ gli Avvocati di Napoli hanno detto basta. Da ieri e fino a venerdì è stato deliberato lo stato di agitazione con astensione dalle udienze perché lavorare così no, incassare così no, finire sulla gogna così … no. A tutto c’è un limite. foto da il mediano.it In conseguenza dei fatti di Milano, della sparatoria ad opera di un folle, di tre morti, due feriti e un trauma collettivo si sono presi provvedimenti d’urgenza, che sembravano dettati più da reattività che da un’ organizzazione sistematica di tutela. Da un lato i ministri dell’Interno e della Giustizia, Alfano e Orlando, hanno premuto sul rafforzamento delle misure di sicurezza, dall’altro i tribunali si sono scoperti vulnerabili e impreparati a gestire l’imprevedibile. Così, sull’onda emotiva di sconcerto e cordoglio, a Napoli il facente funzioni Procuratore Generale presso la Corte d’Appello Mastrominico decide che a passare sotto i metal detector debbano essere tutti, ma proprio tutti, a cominciare dagli avvocati. La tutela della pubblica incolumità, prima di tutto. “Situazione sperimentale, andava testata ” dice il Procuratore in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. Sennonché, nella furia mistificatoria della sicurezza über alles, qualche dettaglio è andato smarrito. Era prevedibile, infatti, che le strutture si sarebbero rivelate troppo scarne e graciline per reggere la mole di quest’enorme impalcatura protettiva; che strozzare in tre varchi e sei metal detector un flusso di circa 12.000 persone, quale è quello che transita giornalmente dal tribunale, avrebbe comportato disguidi inaccettabili persino a Pordenone, e infine che la situazione sarebbe diventata paradossale soprattutto per quegli avvocati costretti ad entrare e uscire più volte dalla sede del tribunale e a fare spola con la vicina Procura. Ora, non è che questo abbia a che fare con l’essere napoletano o meno. Un provvedimento che ha leso democraticamente tutti – avvocati, consulenti, cancellieri, danneggiati e danneggiantisi può giudicare inappropriato indipendentemente dalla regione d’Italia in cui venga adottato, perché, per fortuna, il buon senso è ancora una dote comprensibile da Trento a Lampedusa. Ma a una certa fetta di qualunquisti benpensanti non è sembrato vero di cogliere due piccioni con una fava e di giudicare avvocati e napoletani insieme, dall’alto di scranni altamente filantropici, sulla base di video diventati virali in rete, in cui si rappresenta esclusivamente una reazione di pancia a un provvedimento di pancia. foto da reporternuovo.it Le contestazioni di chi, comune cittadino, è stato costretto a sopportare tre ore di fila per ottenere giustizia, sono state affiancate da quelle degli avvocati, ritenute però capricci convulsi, laddove hanno fatto notare che, come altri operatori di giustizia, anche loro in tribunale ci vanno per lavorare, sebbene come liberi professionisti. E a quel punto ecco venir giù valanghe di critiche dal web su facili guadagni, privilegi ingiustificati, e naturalmente evasione fiscale. Accade allora che quel provvedimento adottato dalla procura generale cambi forma, che lo si guardi in modo diverso, che assuma i tratti di un provvedimento esatto, teso alla redistribuzione sociale del disagio. Una sorta di vendetta piccola piccola, poggiata su improbabili luoghi comuni nei confronti degli avvocati, che finalmente impareranno a svegliarsi presto la mattina, a fare la fila in modo educato e a mantenere una freddezza britannica in ogni circostanza. E ora che il dispositivo è stato revocato ma che le file sono rimaste per la lungaggine dei controlli, sarebbe il caso che gli avvocati napoletani ricevessero le scuse da chiunque li abbia trattati così, senza riguardo, in virtù di un frettoloso ossequio alla sicurezza. Delle scuse che avessero un duplice significato: assunzione –per una volta- di responsabilità per un provvedimento incongruo e ristoro nei confronti di una categoria ingiustamente esposta alla pubblica gogna per professione e cittadinanza. Ma quanto è più facile mettersi comodi pontificando sugli avvocati, e soprattutto su avvocati napoletani? Luogo comune tra luoghi comuni. Mancava la pizza e il pulcinella, mentre per il presepio di S. Gregorio Armeno si staranno già attrezzando, questo Natale insieme ai re Magi e al pastorello addormentato avremo la fila di pastori-avvocati con la valigetta, che Betlemme. proveranno a entrare nella grotta di Grande attesa per il nuovo Centro Congressi Hotel Da Vinci Milano Apre a Milano Nord Ovest il rinnovato Centro Congressi Hotel Da Vinci Milano. A seguito di un sapiente lavoro di ristrutturazione, le spaziose 307 camere sono pronte ad ospitare una clientela d’affari e turistica: caratterizzate da un gusto contemporaneo e minimalista, tutte le camere hanno una metratura minima di 27 mq. L’ampio Centro Congressi diventa inoltre polo di attrazione per eventi e congressi di ampia portata. In vista di Expo, L’Hotel ricopre un ruolo fondamentale per i visitatori che verranno: l’ottima posizione – a poche decine di metri dalla fermata del passante ferroviario Milano Bruzzano Parco Nord – permette di raggiungere il sito dell’Expo in meno di 30 minuti. L’Hotel ha un comodo accesso da Via Senigallia 6, ed è inoltre posizionato a poche centinaia di metri dalla linea gialla della metroloplitana, fermata Comasina. “La soluzione cromatica della gamma del lilla scelta per l’esterno, è stata voluta e ben ponderata: a seconda dell’ora del giorno, la tonalità si omogenizza con il colore del cielo, creando un effetto ottico armonico ma dall’impatto originale” – spiegano gli architetti Barbara Bartocci e Sebastiano Coriglione che hanno sviluppato l’intervento di recupero della struttura. – “Per le pareti degli interni sono state scelte delle tonalità più calde con toni del grigio e del dorato alle quali sono stati contrapposti gli arredi variopinti delle zone comuni: i divani dalle forme sinuose, colorati e dalle tinte più decise, creano un originale e particolare gioco di rimandi e di contrasti” – illustrano inoltre gli architetti ed Interior designer della Se.Pe design Milano di Severino/Pellegrini che hanno progettato la ristrutturazione del Ristorante, delle zone living e della Hall. Ed aggiungono: -“Gli spazi e le superfici sono connotati da elementi caratterizzati da una marcata valenza artistica, resi unici e vibranti grazie alla scelta di una vasta gamma cromatica. Anche i salottini della lobby sono stati reinventati scegliendo toni vivaci. L’ospite che varca l’ingresso viene accolto da forme morbide e dal design moderno, sperimentando così un percorso cromatico ed artistico”-. A “Pollice Illuminazione” è stato invece affidato il compito di illuminare al meglio il giardino, la facciata dell’Hotel ed il parcheggio. In particolare le lesene della facciata sono state esaltate con fari posizionati dal basso verso l’alto, mentre per il giardino è stata scelta una luce radente. La progettazione architettonica per la ristrutturazione delle 307 camere e Suite sviluppa il concetto che l’Hotel è dedicato alla figura di Leonardo da Vinci. “Per le camere è stata scelta la geometria delle “lunule” – uno degli studi leonardeschi “- svela ancora l’architetto Barbara Bartocci – “ Si tratta di un disegno di cerchi concentrici in un punto perimetrale che danno origine ad una forma armonica, arricchita dalla presenza di luci a led ed adatta a funzionare da boiserie, sia per il testa letto che per la parete scrittoio. La forma arrotondata della testata del letto e la leggera sporgenza con un accenno di baldacchino, danno un senso di avvolgenza. Tra i colori scelti ci sono il sabbia e il lilla, che si rimandano tra i corridoi dei piani, le pareti, i runner dei letti e le tende. La realizzazione dei bagni nasce dall’esigenza di avere uno spazio molto comodo e funzionale: qui per la pavimentazione è stato scelto il gres porcellanato grigio, che sale anche come rivestimento su due pareti, mentre per le restanti superfici verticali il mosaico bianco e grigio è stuccato in lilla, per richiamare il colore di pareti e plafone. Le pareti dello specchio e della nicchia della doccia vengono incorniciate da una fascia luminosa con un ‘inclinazione di 45° verso l’Ospite ” -. L’Hotel dispone di 307 camere totali distribuite su 8 piani. Sono disponibili tutte le tipologie incluse triple e quadruple, camere per famiglie e Suite che possono ospitare fino a 4 persone. Tutte le camere, arredate in stile moderno, prevedono generosi spazi e sono dotate di bagno privato dalle pareti rivestite di piastrelle in mosaico, con vasca o ampia doccia dal soffione extralarge dai getti rigeneranti, asciugacapelli, aria condizionata e riscaldamento regolabili individualmente, minibar, tv satellitare a schermo sottilissimo con 50 canali in tutte le lingue straniere più diffuse. 16 Camere sono attrezzate per accogliere clienti disabili. L’intero stabile è assolutamente privo di qualsiasi barriera architettonica: anche l’ascensore è omologato per poter accogliere qualsiasi tipo di carrozzina mentre la connessione Wi-Fi è disponibile gratuitamente nelle camere e nella Hall. L’Hotel offre anche ampi e funzionali spazi congressuali: la Sala Conferenze principale, priva di colonne, è dotata di un ampio palco e di pareti mobili insonorizzate che ne permettono la suddivisione in 4 sale minori modulabili e adatte ad accogliere fino 1000 persone. La Sala è inoltre dotata di un grande palco e di accesso carrabile per l’esposizione di macchine e merci pesanti. La sala ” Leonardo“, ampia 250 m², è l’ideale per lo svolgimento di banchetti e feste; la sala “Codici“, ampia 350 m², è circondata da una splendida terrazza che si affaccia su un rigoglioso giardino, la posizione e l’ampiezza la rendono adatta a qualsiasi tipo di manifestazione. Le altre 9 sale, tutte esposte alla luce naturale, sono perfette per lo svolgimento di brevi corsi, riunioni e seminari da 10 a 60 partecipanti. Il Ristorante ed il Bar rappresentano infine il giusto corollario dove servire pranzi, cene aziendali, intrattenere gli Ospiti che dormono in Hotel oppure accogliere eventi privati. “La notte a Milano”. Bardamù si raccontano I di Marina Capasso Esce oggi in streaming e free download “La notte a Milano” il nuovo singolo del progetto Bardamù e per l’occasione li abbiamo intervistati. Chi sono i Bardamù e quali sono le vostre suggestioni? «I Bardamù sono due musicisti che esprimono le loro emozioni mediante la musica, scrivendo ed interpretando canzoni di cui sono compositori ed arrangiatori. Dopo aver vissuto per molti anni all’estero siamo tornati in Italia e adesso stiamo ultimando il nostro secondo lavoro discografico. Per quanto riguarda le suggestioni, al momento siamo attratti dalla rarefazione del tempo, e dal fascino impercettibile di alcune sensazioni. In musica, tentiamo di dar forma a queste suggestioni… Con l’augurio di riuscirci». Come nasce questo brano? «La notte a Milano appartiene ad un qualcosa accaduto quindici anni fa circa… e che si era rifugiato chissà in quale subconscio. Musica e testo sono giunti all’improvviso, a distanza di tanti anni e senza un ben preciso motivo. Quel che è certo è che più ne sviluppavamo la storia più questa storia era in sintonia con quel mood che stavamo cercando… O dovremmo dire: aspettando. In linea di massima è un brano che verte sul tema della distanza e dell’innocenza. E conseguentemente della distanza da un’innocenza, sotto gli occhi languidi di una Milano complice e un po’ voyeurista». Quali sono i vostri progetti futuri? «In un futuro prossimo, abbiamo in programma la pubblicazione del nuovo album, che uscirà a fine marzo. Sarà un concept album contenente 8 tracce inedite. Per quanto riguarda invece un futuro in senso più ampio, il progetto è di continuare a suonare e far conoscere la nostra musica». https://www.youtube.com/watch?v=dhZn0jnFnK8