Italia_ssi - Dipartimento di Economia
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Italia 2011 Board Index Osservatorio sui Consigli di Amministrazione delle società quotate Italiane Indice Executive Summary 1 I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Italia: il confronto tra settori di attività — Indicatori principali 2010 6 I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Europa e Stati Uniti — Statistiche Comparative 7 Consigli di Amministrazione 14 Compensi 26 Comitati 36 Metodologia 40 I Consigli di Amministrazione delle società del Board Index 42 Spencer Stuart e la Corporate Governance 52 Spencer Stuart Italia 54 Pubblicazioni disponibili 55 Executive Summary È questa la sedicesima edizione del Board Index Spencer Stuart Italia, l’Osservatorio sui Consigli di Amministrazione delle Società quotate in Italia. Il Board Index fornisce un ampio quadro delle caratteristiche e del funzionamento dei Consigli di Amministrazione; ricerche analoghe sono da noi svolte ogni anno nei principali Paesi industriali. A seguito della modifica degli indici della Borsa Italiana, operativi da giugno 2009, abbiamo deciso di focalizzare il Board Index 2011 sui Consigli di Amministrazione delle prime 100 società in ordine di capitalizzazione al 1° marzo 2011, incluse le 38 maggiori dell’indice FTSE Mib. Il quadro di insieme che emerge dall’analisi delle caratteristiche del Consiglio di queste aziende comincia, seppur lentamente, a trarre beneficio da un atteggiamento più attento della business community, dal dibattito sulle tematiche di corporate governance, e da alcune modifiche normative e regolamentari che sono intervenute di recente. Tra queste giova ricordare: il nuovo testo dell’articolo 7 del Codice di Autodisciplina in materia di remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche; il decreto legislativo n. 27 del 2010, attuativo della Direttiva 2007/36/CE dell’11 luglio 2007 relativa agli shareholders rights, che delinea il nuovo assetto dei diritti degli azionisti delle società quotate italiane ed in particolare la regola della record date; la legge Golfo — Mosca relativa alla parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati. Ci piace inoltre sottolineare come contributo certamente importante al dibattito sulla materia, l’iniziativa dell’ENI che ha portato alla definizione di 35 proposte, normative o di autodisciplina, mirate al miglioramento dell’efficienza del sistema italiano di corporate governance. Siamo infine fiduciosi che il lavoro da poco intrapreso dal Comitato di Corporate Governance focalizzato sull’aggiornamento del Codice di Autodisciplina delle società quotate possa contribuire ad incorporare nel sistema italiano altre best practice adottate a livello internazionale. Tutta questa evoluzione in ambito normativo e di autodisciplina sprigionerà il suo pieno potenziale negli anni a venire. Detto questo, non possiamo dirci soddisfatti della fotografia che emerge dalle approfondite analisi da noi effettuate, rimanendo immutati gli elementi strutturali di contesto, quali ad esempio l’assetto azionario delle imprese italiane, la forte presenza dello Stato in alcuni settori, la modesta presenza di attori esteri in Italia, il ruolo limitato degli investitori istituzionali e non da ultimo l’assenza di un processo strutturato di scelta dei Consiglieri. 1 In un quadro ancora piuttosto statico emergono per fortuna alcuni specifici segnali positivi nella governance di un buon numero di società che vale la pena sottolineare: la maggiore partecipazione degli azionisti alle assemblee societarie; la crescente informativa sulle politiche e sui pacchetti retributivi dei manager; il maggior ruolo dei Comitati, in particolare di Controllo Interno e per le Remunerazioni e, più in generale, dei Consiglieri indipendenti. Al fine di favorire una riflessione sulla governance delle imprese italiane, abbiamo riportato qui di seguito le principali criticità che a nostro avviso condizionano negativamente la valorizzazione del ruolo e del contributo del Consiglio di Amministrazione nella gestione aziendale. Principali Criticità Succession Plan Come sottolineato nella recente Comunicazione Consob dello scorso 24 febbraio, la strutturazione di un adeguato piano di successione degli amministratori esecutivi rappresenta un elemento programmatico d’estrema rilevanza, sotto il profilo della continuità aziendale e della coerenza fra le strategie aziendali e le capacità e competenze di chi è chiamato a realizzarle. La pianificazione preventiva della sostituzione dei manager consente di scongiurare periodi di incertezza nella gestione, che costringono le società a scelte frettolose e non supportate da un processo strutturato che garantisca una selezione delle risorse in un’ottica sostenibile nel lungo periodo. Purtroppo, a oggi, i Consigli d’Amministrazione appaiono ancora poco sensibili a considerare questo tema come una delle loro responsabilità chiave, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi. Al riguardo, si veda l’intervista a Marco Tronchetti Provera più avanti nel testo, che affronta il tema dei piani di successione del top management e del progressivo rafforzamento del ruolo del Comitato Nomine. Composizione del Consiglio La composizione del Consiglio risulta spesso non adeguata alle esigenze aziendali: il ricambio è modesto, la selezione dei Consiglieri, in particolare i non Esecutivi e non Indipendenti, altra peculiarità del nostro paese, è ancora fondata sul passaparola e spesso prescinde dalle competenze. Ben che vada si definisce un unico profilo per tutti i Consiglieri ricercati, senza lavorare sulla complementarietà necessaria tra i diversi componenti il Consiglio. 2 I Consiglieri hanno in media diversi incarichi (e quindi poco tempo a disposizione), l’età è elevata, la matrice estera è sempre molto contenuta, contrariamente al trend in atto in altri paesi, ed i rappresentanti delle minoranze continuano ad essere pochi, così come le donne. Le basi per un forte cambiamento sono state tuttavia poste dalle modifiche al TUF con la previsione di quote “di genere” disposte dalla Legge Golfo — Mosca. Essa produrrà un forte impatto sui Consigli di Amministrazione nei prossimi anni. Al riguardo, si veda l’intervista all’On. Mosca più avanti nel testo, la quale delinea un quadro complessivo delle aspettative e degli interventi a sostegno della corretta applicazione della nuova legge. Il processo di autovalutazione L’autovalutazione annuale del Consiglio ha avuto ampia e crescente diffusione negli ultimi anni, specie nelle società del FTSE Mib, da notare però che spesso si è trattato più di esercizio formale che di un’attività realmente mirata ad incidere con efficacia sui meccanismi di funzionamento della governance aziendale. In questo quadro la Consob ha ritenuto utile intervenire per sensibilizzare le società nel migliorare l’informativa rivolta al mercato, in particolare circa le modalità mediante le quali l’autovalutazione viene realizzata. Purtroppo, il riscontro del mercato è stato piuttosto difensivo. A nostro avviso un processo di autovalutazione ben strutturato è cruciale per migliorare l’efficacia del lavoro del Consiglio d’Amministrazione e, più in generale, la governance aziendale. Crediamo peraltro che in prospettiva le principali società italiane debbano, seguendo un trend che sta prendendo consistenza in altri paesi, progressivamente passare da un sistema di autovalutazione del Consiglio nel suo insieme ad una valutazione del contributo dato da ogni singolo Consigliere, in modo da potere poi intervenire non solo sul funzionamento complessivo del Consiglio stesso, ma anche in maniera ragionata sulla sua composizione. La rivisitazione del Codice di disciplina recentemente avviata (di cui all’intervista del dott. Galateri, vedi infra) dovrebbe a nostro avviso, almeno per le società più grandi, prevedere dei requisiti minimi per dare sostanza ed efficacia al processo di autovalutazione, evitando che esso venga considerato soltanto una delle tante formalità da rispettare. I compensi del top management I compensi corrisposti ai Consiglieri di Amministrazione sono stati recentemente oggetto di specifici interventi regolamentari volti anche a migliorare l’informativa al mercato. In particolare, per i Consiglieri esecutivi e i dirigenti chiave è stata resa più agevole e meno “opaca” dagli interventi di Banca d’Italia, Consob e Isvap 3 la possibilità di comprendere la natura delle varie voci retributive che compongono i compensi, le modalità e i criteri di erogazione di eventuali componenti variabili, gli accordi in essere in caso di fine anticipata del rapporto di lavoro. Anche la presentazione in Assemblea di documenti riepilogativi riguardanti le politiche retributive e la loro attuazione, ancorché con voto non vincolante da parte dei soci, va nella medesima direzione. Adesso i soci ed il mercato devono fare la loro parte, penalizzando le società che non aderiscono in modo sostanziale alle richieste dei regolatori e alle indicazioni dei soci e premiando le altre. I compensi degli Amministratori Indipendenti La crescente complessità normativa produce degli oneri di controllo e di compliance che ricadono spesso e in modo consistente sui membri indipendenti del Consiglio, cui è demandata in buona parte l’attuazione. L’impegno richiesto e le responsabilità che gravano sui Consiglieri indipendenti, specie su coloro che fanno parte di Comitati, sono in continuo aumento. Viceversa, i loro compensi rimangono sostanzialmente invariati nel tempo. Il rapporto fra l’impegno richiesto e le responsabilità assegnate, da una parte, e l’ammontare dei compensi riconosciuti dall’altra, dovrebbe essere più bilanciato. Il numero medio degli incarichi ricoperti da ogni Sindaco Un’ultima notazione, come già nella precedente edizione del Board Index, la riserviamo al Collegio Sindacale: a fronte della sempre maggiore complessità delle attività e degli adempimenti previsti aumenta, anziché diminuire, il numero medio degli incarichi ricoperti da ogni Sindaco. Se da una parte riteniamo che anche il numero di incarichi ricoperti debba essere più contenuto, per permettere di svolgere al meglio il proprio lavoro, dall’altra pensiamo che anche il livello retributivo debba essere rivisto, per le stesse motivazioni espresse con riferimento ai Consiglieri Indipendenti. Le nostre Proposte Cosa fare nel breve — medio termine per muoversi progressivamente nella giusta direzione di un governo delle imprese più efficace? La rivisitazione del Codice di Autodisciplina, tuttora in corso di realizzazione mentre scriviamo queste note, è un’occasione unica per poter effettuare un ulteriore salto di qualità nella governance delle società quotate e poter dare un grande contributo al necessario processo di convergenza tra normativa, autoregolamentazione e comportamenti delle singole aziende. In particolare riteniamo che il nuovo Codice possa essere più “coraggioso” rispetto a quello attuale sui seguenti aspetti: 4 >> supportare il processo in corso da parte di alcune aziende particolarmente avanzate nel definire il piano di successione strutturato del capo azienda — e possibilmente della prima linea manageriale — prevedendo adeguata comunicazione al mercato del processo e delle modalità operative seguite (lungi da noi ovviamente pensare alla disclosure dei nominativi interni ed esterni interessati); tutto questo almeno per le società quotate più grandi (in prima battuta ci si potrebbe focalizzare sulle aziende del FTSE Mib); >> richiedere che l’autovalutazione del Consiglio d’Amministrazione sia realizzata con processi e metodologie sostanziali ed efficaci, per consentire l’effettivo miglioramento del funzionamento del Consiglio stesso ed avviare una prima riflessione/moral suasion sulla autovalutazione del contributo dei singoli Consiglieri; >> avviare una riflessione specifica sul Comitato Nomine e sul suo specifico ruolo relativo al top management operativo (primo fra tutti il capo azienda), e ai componenti dei Consigli delle società appartenenti al Gruppo; >> limitare il numero di incarichi di amministratori e sindaci, per permettere loro di concentrarsi e svolgere al meglio la propria attività, spendendo il tempo necessario per prepararsi e partecipare agli incontri; collegare quindi il compenso all’impegno e alle responsabilità, in particolare dei Consiglieri che partecipano ai Comitati “tecnici” (Controllo Interno, Remunerazioni, Rischi, Corporate Governance ecc.); >> richiedere che ciascun Comitato sia composto in maggioranza e comunque presieduto da esperti della materia di riferimento del Comitato stesso, non solo ritenuti tali a fronte di generiche qualifiche professionali ma soprattutto in relazione a specifiche e comprovate competenze maturate nel corso della loro carriera; >> rendere i Comitati “accountable” nei confronti dell’Assemblea dei Soci, mediante l’illustrazione dei programmi di lavoro concordati con il Consiglio d’Amministrazione e la successiva informativa sulla loro attuazione, nel rispetto della confidenzialità di taluni argomenti che non possono essere divulgati al mercato. Carlo Corsi Presidente e Amministratore Delegato di Spencer Stuart Italia Enzo De Angelis Responsabile della Board Services Practice di Spencer Stuart Italia 5 I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Italia: Il confronto tra settori di attività — Indicatori principali 2010 Banche Assicuraz. Industriale Beni di Consumo Telec. e Media Altri Settori Media Osservatorio Numero medio Consiglieri 16,3 18,9 11,6 9,7 14,0 12,3 12,7 Numero medio Consiglieri Esecutivi 2,7 3,7 2,8 2,5 3,4 2,5 2,8 Numero medio Consiglieri non Esecutivi 13,6 15,2 8,6 7,2 10,6 9,8 9,9 Di cui Indipendenti 7,4 6,3 4,9 4,4 4,7 5,0 5,4 Tasso di rinnovo dei Consiglieri1 16% 16% 10% 15% - 8% 15% Età media dei Consiglieri 62 61 59 58 59 60 60 Consiglieri non italiani 7% 7% 4% 7% 12% 8% 6% Consiglieri Donna 4% 9% 5% 5% 7% 3% 5% Composizione Consigli Background Professionale Consiglieri non Esecutivi Imprenditori 22% 15% 17% 16% 23% 9% 17% Manager 40% 47% 50% 49% 45% 58% 48% Professionisti e Professori 35% 34% 30% 36% 28% 30% 32% Altro 3% 3% 2% - 4% 3% 3% Tabella 1: Confronto tra settori 1 Incidenza dei Consiglieri nominati per la prima volta negli ultimi cinque anni in una società quotata sul totale dei consiglieri in scadenza nel 2010 6 I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Europa e Stati Uniti — Statistiche Comparative USA UK Francia2 Spagna Italia Svizzera Germania Campione Società analizzate 500 150 40 94 100 55 30 Numero medio Consiglieri 10.7 10.3 14.4 11.9 12.7 8.9 16.7 Numero medio Consiglieri Indipendenti 9 6 7.8 4.2 5.5 7.1 16.7 Percentuale Consiglieri Indipendenti 84% 94% 54% 35% 43% 79% 100% Età media dei Consiglieri 62.4 55.623 60 59 60 60.7 56.74 Percentuale Consiglieri Stranieri 8% 32% 27% 10.1% 6.4% 39.8% 15%5 Percentuale Consiglieri Donna 16.2%7 12.0% 21% 10.0% 4.8% 9.5% 15.2%6 Percentuale Società con Consiglieri Donna 90.5% 79.0% 95.0% 67.0% 45.0% 63.6% 90% 8.2 8.1 8.5 10.1 11.2 7.6 6 Numero medio riunioni/anno 7 2 Dati aggiornati al 30 Giugno 2011 3 Età media dei Consiglieri Non Esecutivi in UK è pari a 59.4. In UK: il 96% dei Consiglieri Non Esecutivi è Indipendente. In UK: il 57% dei Consiglieri di Amministrazione sono Consiglieri Non Esecutivi Indipendenti 4 Età media dei Rappresentanti degli Azionisti : 61.1. Età media dei Rappresentanti dei Dipendenti : 53.4 5 Percentuale Consiglieri Stranieri tra i Rappresnetati degliAzionisti : 25.4 %. Percentuale Consiglieri Stranieri tra i Rappresentatnti dei Dipendenti 4,1% 6 shareholder representatives: 10.9 %. Employee representatives: 19.7 % 7 I dati USA relativi a Consiglieri Stranieri e Consiglieri Donna fanno riferimento alle prime 200 Società. 7 In Evidenza Un traguardo ed un punto di partenza L’On. Alessia Mosca è deputato del PD, segretario della Commissione Lavoro della Camera, prima firmataria, per il centrosinistra, del disegno di legge bipartisan sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate e di quelle pubbliche. Ha fatto parte della segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, fino all’aprile 2008. Nel febbraio del 2009 è stata nominata tra gli Young Global Leaders del World Economic Forum. L’iter parlamentare che ha portato all’approvazione della legge è stato complesso e, per certi versi, travagliato, con dibattiti parlamentari duri e forti opposizioni delle lobby che tentavano di impedire la modifica di equilibri consolidati nel tempo. Si sono scontrati diversi modelli e concezioni interpretative della realtà sociale del nostro Paese. Il risultato finale è positivo, nonostante alcuni aggiustamenti dell’ultima ora al testo: per la prima volta è stato sancito nel nostro ordinamento il principio di rappresentanza dei generi nei Consigli di Amministrazione, dopo alcuni tentativi di autoregolamentazione che non erano andati a buon fine. L’ingresso di forze nuove tenderà a sbloccare un sistema prossimo all’ingessamento, attraverso energia fresca ed occhi diversi. E’ un traguardo importante ma è anche il punto dal quale partire, per garantire l’applicazione della legge sfruttando al massimo le opportunità che offre. Non solo per aprire le “stanze dei bottoni” alle donne ma anche per migliorare la qualità, l’efficienza e la trasparenza dei Consigli di Amministrazione. Le donne e, più 8 in generale, tutte le differenze culturali (la cosiddetta diversity), portano punti di vista e prospettive variegati, favoriscono la eterogeneità, l’emergere di idee nuove, in sintesi contribuiscono al miglioramento della performance dell’azienda. I Consigli di Amministrazione sono un club chiuso, costituito da persone con vari incarichi, in genere attenti a non turbare gli equilibri. L’ingresso di forze nuove tenderà a sbloccare un sistema prossimo all’ingessamento, attraverso energia fresca ed occhi diversi. Ma attenzione: per conseguire questi risultati la selezione deve essere basata sul merito, evitando di replicare situazioni note. Il ricambio deve essere qualificato e basato sulle competenze e sulla professionalità. Va evitata la scelta di donne solo perché tali e perché garantiscono di non dare “troppo fastidio”. Se la legge venisse applicata così produrrebbe pessimi risultati. Il ruolo del legislatore, con l’approvazione della legge, è formalmente esaurito. Ma può supportare la corretta applicazione con l’introduzione di norme già sperimentate con successo in altri Paesi. Mi riferisco al cosiddetto “bilancio di genere”, che richiede l’estensione della diversity all’interno delle aziende, da un punto di vista organizzativo. I Consigli di Amministrazione devono poi essere monitorati non solo dal punto quantitativo ma anche da quello qualitativo, ad esempio valutando le decisioni che assumono per favorire la diversity in azienda. Infine occorre intervenire anche sulla limitazione del numero degli incarichi che ciascun consigliere può assumere contemporaneamente, per assicurare che dedichi il tempo necessario a ciascun incarico e liberare spazi “occupati” a favore di forze nuove. Determinante sarà anche il coinvolgimento delle università, delle associazioni di categoria e delle aziende per la formazione e la selezione delle donne attraverso percorsi professionali e processi qualificati. Il legislatore può contribuire per favorire tutte le possibile alleanze e partnership che hanno questi obiettivi. Anche le amministrazione pubbliche, che sono direttamente interessate dalla legge (ad una prima stima di larga massima sarebbero circa 5.000 le donne da inserire nei Consigli di Amministrazione delle società pubbliche, ante manovre correttive sul cosiddetto “taglio dei costi della politica”), devono diventare parte attiva. 9 In Evidenza La “manutenzione straordinaria” del Codice di Autodisciplina. Gabriele Galateri di Genola, Cavaliere del Lavoro, è Presidente di Assicurazioni Generali, ricopre ed ha ricoperto diversi incarichi esecutivi e non, presso alcune delle più importanti società ed istituzioni del nostro Paese. È componente della Giunta di Assonime e della Giunta e del Consiglio Direttivo di Confindustria. È il Presidente del Comitato di Corporate Governance che sta aggiornando il Codice di Autodisciplina delle società quotate. Il Codice di Autodisciplina è stato profondamente rivisto nel 2006 e tocca gli aspetti chiave del governo societario che vanno dal ruolo del consiglio di amministrazione, alla sua composizione, dalla istituzione e funzionamento dei comitati interni al consiglio, alla remunerazione degli amministratori, al sistema dei controlli interni, ecc.. Nel 2010 è stato effettuato un aggiornamento, che ha riguardato il solo articolo 7 del Codice, relativo alle remunerazioni degli amministratori, per recepire le raccomandazioni formulate in materia dalla Commissione Europea. A seguito dei numerosi interventi legislativi e regolamentari degli ultimi anni, si è sentita la necessità di avviare il riesame dell’intero Codice, affidando tale compito al Comitato di Corporate Governance, da me presieduto. Gli obiettivi di tale lavoro sono aggiornare il Codice, semplificandolo per quanto possibile e renderlo un incentivo alla quotazione in Borsa delle aziende, e non un deterrente per via degli ulteriori adempimenti richiesti; verificare se i principi ed i criteri applicativi possano essere differenziati in funzione della dimensione e della complessità della società emittente; e, infine, interagire con tutti gli attori di mercato interessati portandoli intorno ad uno stesso tavolo di lavoro e chiedendo il loro contributo. Le aree di intervento sono quindi numerose ed il lavoro è stato da poco avviato; è possibile tuttavia anticipare i seguenti aspetti che vorrei porre nell’agenda dei lavori del Comitato: il sistema dei controlli interni; l’indipendenza dei Consiglieri di amministrazione; l’autovalutazione del Consiglio. 10 Il primo aspetto, quello del sistema dei controlli interni, è in particolare riferito all’interazione, con talune sovrapposizioni, di una serie di attori — Comitato Controllo Interno, Collegio Sindacale, Organismo di Vigilanza, Internal Audit, Dirigente Preposto, Società di Revisione, ecc.; una rivisitazione critica dell’intero sistema, che precisi le rispettive aree d’intervento e definisca le relative responsabilità è considerata una priorità da tutti i soggetti coinvolti e potrebbe concludersi con una rivisitazione del Codice di Autodisciplina, ma anche con raccomandazioni al legislatore ed ai regolatori per quanto di loro competenza. Gli obiettivi di tale lavoro sono aggiornare il Codice, semplificandolo per quanto possibile e renderlo un incentivo alla quotazione in Borsa delle aziende Il secondo tema è quello dell’indipendenza dei Consiglieri, e riguarda l’armonizzazione della definizione di indipendenza ed il chiarimento del ruolo e delle responsabilità del Consigliere nominato dai soci di minoranza. A tale proposito ritengo che non ci siano Consiglieri più indipendenti di altri per il solo fatto di essere nominati da alcuni soci, quanto piuttosto che l’indipendenza di giudizio debba caratterizzare tutti i Consiglieri; d’altra parte gli indipendenti non dovrebbero interpretare il loro ruolo come se fossero dei gendarmi chiamati a vigilare gli interessi di una sola parte degli azionisti, ancorché importante, ma dare il loro contributo ai lavori del Consiglio, al pari degli altri Consiglieri. Un terzo tema che vorrei portare all’attenzione del Comitato di Corporate Governance riguarda l’autovalutazione della dimensione, della composizione e del funzionamento del Consiglio di Amministrazione. Come Presidente di società quotate ho personalmente sperimentato il miglioramento che un processo di autovalutazione serio, approfondito, basato su interviste individuali ai Consiglieri, eventualmente gestite da un advisor indipendente, apporta al modo di lavorare del Consiglio, alla sua efficacia. Per ottenere i benefici attesi è determinante che l’autovalutazione sia il frutto di un lavoro strutturato e analitico, e non solo formale, e che i suggerimenti emersi dall’autovalutazione stessa siano adeguatamente indirizzatial Consiglio, agli azionisti, al Top Management — per mettere in atto specifiche azioni volte al miglioramento. 11 In Evidenza Il piano di successione del top management Marco Tronchetti Provera è Presidente e Amministratore Delegato di Pirelli & C. e ricopre altre importanti cariche in società del gruppo e non, tra le quali: Mediobanca, Confindustria, RCS Quotidiani, Università Commerciale Luigi Bocconi, F.C. Internazionale Milano, Alitalia. La capacità di gestire al meglio il leadership team presente e futuro è uno dei fattori distintivi che caratterizzano un’azienda di successo. La definizione di adeguati piani di successione deve partire da quello relativo al capo azienda; abbiamo infatti tutti il dovere di garantire la continuità aziendale e di preoccuparci per tempo di chi potrà prendere il posto dell’Amministratore Delegato alla scadenza naturale o a fronte di un evento non previsto che comporti la necessità di immediata individuazione di un nuovo manager. Detto questo però non ci si può limitare a definire un sistema strutturato di successione del capo azienda e della prima linea manageriale; occorre costruire un sistema pervasivo che, traguardando le posizioni chiave in azienda, verifichi come queste sono coperte al momento, quali i piani di sviluppo e i percorsi di carriera dei manager che possono evolvere verso una posizione più senior. Da non sottovalutare l’esigenza che il sistema sia dinamico e garantisca un continuo aggiornamento della mappa delle posizioni e delle risorse chiave, partendo dalla individuazione dei giovani talenti ad alto potenziale, tenendo conto che l’evoluzione del business fa sì che in tempi diversi servano persone diverse (facile declaratoria che purtroppo però spesso viene disattesa nei fatti). L’importante è che ci siano sempre più persone in corsa per la stessa posizione; questo garantisce un ambiente di lavoro stimolante, permette di valutare meglio le caratteristiche, la performance e il potenziale dei manager considerati. Nel definire i piani di successione, non solo per le posizioni in cima alla piramide aziendale, elemento chiave da valutare è la capacità di visione futura del business accompagnata da una adeguata valutazione dei rischi e da una efficace execution: è quello che si richiede ad un professionista che vuole crescere in azienda. Non è più il tempo della mera focalizzazione sull’esistente e sulla sub-ottimizzazione delle leve operative di cui si è direttamente responsabili. Occorre invece tendere 12 a coinvolgere il management ai diversi livelli aziendali attraverso una gestione dell’informazione totalmente diversa rispetto al passato. Tutti i livelli, a seconda delle responsabilità di ciascuno, devono avere ben chiare priorità e leve a disposizione, in modo che il singolo possa agire essendo informato e responsabilizzato ad essere propositivo. Tutto ciò per poter valutare punti di forza e aree di miglioramento del singolo, nell’interesse della persona e dell’azienda. La capacità di gestire al meglio il leadership team presente e futuro è uno dei fattori distintivi che caratterizzano un’azienda di successo Nel continuo sforzo di arricchire il management team il focus deve essere sulla valorizzazione delle risorse interne. È chiaro comunque che in ogni caso occorre avere una continua attenzione al mercato esterno: è da qui che, in caso di emergenza, possono arrivare quelle professionalità al momento non disponibili all’interno, soprattutto se l’azienda è caratterizzata dallo sviluppo di tecnologie avanzate e in fase di forte evoluzione. Tutto questo fa capire che i piani di successione non sono un sistema che si può standardizzare, sono fortemente legati alla tipicità dell’azienda, alla caratterizzazione del proprio management team, alla esigenza o meno di arricchirlo con talenti provenienti dall’esterno. Il cosa c’è da fare e il chi fa cosa (Consiglio di amministrazione, top management, funzione risorse umane) possono quindi avere risposte molto diverse. Fino a qualche tempo fa questi processi erano gestiti operativamente all’interno dell’azienda senza il coinvolgimento degli organi sociali. Oggi, e non solo per la moral suasion derivante dai codici di autodisciplina e dalla regolamentazione, si è riscontrata l’opportunità di coinvolgere su questo tema il Consiglio di Amministrazione, ed in particolare il Comitato Nomine e Successioni, al fine di avere una vista dall’esterno che possa portare un contributo di freschezza e di best practice nella gestione di un’area così delicata per la sopravvivenza e il successo dell’azienda. Non è un caso che il Comitato Nomine, con il suo tipico ruolo di presidio della continuità aziendale, sia una realtà che progressivamente si sta diffondendo nelle aziende quotate italiane, a partire da quelle grandi. 13 Consiglio Di Amministrazione Dimensione del Consiglio di Amministrazione Nelle società dell’Osservatorio la dimensione del Consiglio di Amministrazione varia da un minimo di 5 ad un massimo di 25 componenti. Il numero medio dei Consiglieri risulta pari a 12,7 (14,3 nelle società FTSE Mib e 11,8 nelle altre), confermando una sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno. Analizzando le società del campione per settore di appartenenza, si nota una maggiore numerosità dei Consigli di Amministrazione delle compagnie di assicurazione (18,8) e delle banche (16,1) rispetto agli altri settori. Dimensione del Consiglio di Amministrazione 2011 Fino a 8 11% 2010 8% 9–11 33% 9–11 37% 12–14 23% 12–14 24% 15 o più 33% 15 o più 31% Fino a 8 In un’ottica internazionale, analizzando i dati dei Board Index8 di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, si conferma la maggiore numerosità dei Consigli italiani rispetto a quelli anglosassoni (10,3 UK — che ha riscontrato una flessione rispetto allo scorso anno — e 10,7 USA), spagnoli (11,9) e svizzeri (8,9). Valori più alti presentano invece i Consigli di Amministrazione francesi (14,4) e tedeschi (16,7). 8 Board Index 2011, disponibili sul sito Spencer Stuart all’indirizzo www.spencerstuart.com, sezione Articoli e Ricerche. 14 Consiglieri Esecutivi (delegati o che ricoprono funzioni direttive nella società) 95 delle 100 aziende dell’Osservatorio hanno Consiglieri Esecutivi, cioè dotati di deleghe o che ricoprono funzioni direttive nella società. Le 5 società che ne sono prive, eccezion fatta per un istituto bancario, sono amministrate col sistema dualistico, di cui si è scelto d’analizzare il Consiglio di Sorveglianza, privo di membri esecutivi. Il numero di esecutivi in ciascuna società varia da un minimo di 1 a un massimo di 9 (8 nel campione dell’anno passato). Il numero medio dei Consiglieri Esecutivi, pari a 2,8, ha registrato un lieve decremento rispetto al 2009. Tale variazione ha origine nelle società del campione non rientranti nel FTSE Mib, mentre il corrispondente valore medio per le società appartenenti a tale indice (pari a 2,5) è rimasto invariato rispetto allo scorso anno. In 28 società sulle 100 del nostro Osservatorio è presente un solo membro Esecutivo. Le compagnie assicurative presentano, in media, il maggiore numero di consiglieri con cariche esecutive (3,6), mentre le società dei beni di consumo e quelle appartenenti alla categoria “Altre”9 hanno in media il numero più contenuto (2,5). Consiglieri non Esecutivi (senza delega nè funzioni direttive) Tutte le 100 società dell’Osservatorio hanno Consiglieri non Esecutivi, ossia Consiglieri senza delega né funzioni direttive all’interno della società o del gruppo di appartenenza. Il loro numero varia da 3 a 24. Il numero medio dei Consiglieri non Esecutivi è pari a 9,9, valore in linea con la rilevazione relativa al campione 2010. Si nota tuttavia una discreta variabilità del dato se osservato sulle società FTSE Mib (11,7) rispetto alle altre società del campione (8,9). Il numero medio di Consiglieri non Esecutivi è lievemente diminuito nel segmento FTSE Mib (dal precedente 11,9) ed è, di converso, lievemente salito nelle altre società del campione (nel 2010 era pari a 8,6). Nelle società finanziarie, banche ed assicurazioni, i consiglieri non esecutivi sono, in media, più numerosi (13 e 15 rispettivamente) e hanno anche il maggior peso in termini percentuali (83 e 80%) sul totale dei componenti del Consiglio. 9 Società finanziarie diverse dalle banche e dalle assicurazioni; settore immobiliare; holding di partecipazioni. 15 In 5 Società dell’Osservatorio il Consiglio di Amministrazione è composto interamente da Consiglieri non Esecutivi.10 48 società del Campione hanno un numero di Consiglieri non Esecutivi pari o superiore a 10; di queste, il maggior numero è concentrato nei settori industriale (29%) e soprattutto bancario (31%). Tutte le compagnie di assicurazione hanno Consigli composti da un numero di Amministratori non Esecutivi pari o superiore a 10. Consiglieri Indipendenti Se si considerano i soli Consiglieri Indipendenti che si qualificano come tali ai sensi del Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana, 9811 società sulle 100 dell’Osservatorio hanno Consiglieri Indipendenti, il cui numero varia da 1 a 23. Il numero medio dei Consiglieri Indipendenti è di 5,5, valore invariato rispetto al campione 2010. Dai dati raccolti risulta che due società dell’Osservatorio (un Istituto di Credito e una società industriale, entrambi con sistema dualistico) hanno il proprio Consiglio di Sorveglianza costituito esclusivamente da Consiglieri Indipendenti. Il più alto valore medio di Consiglieri Indipendenti si ritrova nelle società del settore finanziario (banche e assicurazioni con, rispettivamente, 7,6 e 6,3) mentre, tra tutti i settori considerati, le aziende operanti nei beni di consumo presentano il minor valore (4,3). A livello internazionale, ad eccezione della Spagna (4,2), tutti gli altri paesi considerati presentano un numero medio di Consiglieri Indipendenti nettamente superiore a quanto riscontrato in Italia: USA (9), Francia (7,8),Svizzera (7,1), UK (6). Un caso a parte è rappresentato dalla Germania, dove la totalità dei Consiglieri risulta indipendente per via del sistema dualistico vigente. La tabella 3 evidenzia il numero medio e l’incidenza dei Consiglieri Indipendenti sul totale dei componenti del Consiglio e il confronto col campione 201012 , suddiviso fra FTSE Mib e le altre società. 10 Si tratta di quattro casi di società con sistema dualistico; il dato è pertanto riferito al Consiglio di Sorveglianza. L’ulteriore caso si riferisce a una banca in cui esplicitamente non sono attribuite deleghe o funzioni direttive ai Consiglieri. 11 Due banche, alla data della presente relazione non adottano il Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana. Pertanto gli Amministratori Indipendenti presenti nei loro Consigli si qualificano come tali ai soli sensi del T.U.F., artt. 148, comma 3 e 147 ter. 12 Dal calcolo dell’incidenza dei Consiglieri non Esecutivi — e nello specifico dei Consiglieri Indipendenti — sul totale dei Consiglieri dell’Osservatorio, sono state escluse le due banche che non aderiscono al Codice di Autodisciplina ed i cui Amministratori Indipendenti si qualificano come tali ai soli sensi del T.U.F. 16 2011 2010 Numero medio Incidenza media Numero medio Incidenza media FTSE Mib 7,2 50,4% 7,5 52,1% Altre 4,4 37,7% 4,3 38,01% Tabella 3: Consiglieri Indipendenti L’incidenza media del numero dei Consiglieri Indipendenti sul totale dei componenti del Consiglio è del 43%, dato pressoché invariato rispetto allo scorso anno; la maggiore incidenza si riscontra nei settori bancario ed industriale (rispettivamente 46,7% e 45,9%). Nei paesi analizzati, è il Regno Unito a presentare la più alta percentuale di incidenza dei Consiglieri Indipendenti (94%), seguito da USA (84%), dalla Svizzera (79%) e, più indietro, da Francia (55%) e Spagna (35%). La tabella 4 evidenzia invece l’incidenza dei Consiglieri Indipendenti sul numero dei Consiglieri non Esecutivi, con un confronto con l’anno passato. I Consiglieri non Esecutivi rappresentano il 78,1% del totale dei Consiglieri. Gli Indipendenti sono il 55,2% dei non Esecutivi13. 2011 Independente 2010 Non Independente Independente Non Independente FTSE Mib 61% 39% 63% 37% Altre 51% 49% 51% 49% Tabella 4: Incidenza Consiglieri Indipendenti I valori mostrano quanto il numero, decisamente elevato, dei Consiglieri non Esecutivi non Indipendenti (cioè di Consiglieri senza deleghe ma in qualche modo collegati con la società), pari al 34% del totale dei Consiglieri, rappresenti una peculiarità del nostro paese; la struttura del capitale delle aziende italiane quotate e la sostanziale assenza di vere “public companies” comportano Consigli “controllati” dall’azionista di riferimento mediante propri rappresentanti nell’organo consiliare, non indipendenti e senza deleghe operative. 13 Vale la precisazione di cui alla nota 12 17 Consiglieri di nuova nomina Delle 100 società dell’Osservatorio, 56 hanno registrato l’ingresso di Amministratori non presenti in Consiglio nell’esercizio 2009 e quindi di nuova nomina nel 2010 (sia mediante il rinnovo triennale dell’intero Consiglio, sia attraverso la sostituzione di singoli Consiglieri in corso d’anno). Il loro numero ammonta a 142 (54 nelle FTSE Mib e 88 nelle altre); di essi il 46% si qualifica come Indipendente. Sulla base delle informazioni disponibili, nell’ambito dei Consigli rinnovati nel corso del 2010, solo il 12,7% dei Consiglieri di nuova nomina è entrato per la prima volta negli ultimi cinque anni in un Consiglio di società quotata. Questa percentuale, sostanzialmente invariata rispetto allo scorso anno, dimostra come l’Italia si caratterizzi per un tasso di rinnovo dei Consiglieri piuttosto basso. Fra i cooptati in corso d’anno (34 unità) i “nuovi” sono invece ben 18. Età dei Consiglieri Sulla base delle informazioni disponibili, l’età dei Consiglieri di Amministrazione va dai 23 agli 89 anni, con una media pari a 60 anni (poco più di 60 nelle FTSE Mib e 59 nelle altre). Le società dei settori bancario e assicurativo presentano un’età media dei Consiglieri (63 e 61 anni) maggiore rispetto agli altri segmenti analizzati; i consiglieri del settore dei beni di consumo sono, in media, i più giovani del campione (58 anni). L’età media dei Consiglieri di Amministrazione in USA e UK è rispettivamente di 62,4 e 55,6 anni, mentre in Spagna è di 59 anni ed in Germania di 56,7. La Francia (60 anni) presenta il nostro stesso dato, mentre la Svizzera ha un’età media lievemente superiore (60,7). La maggiore concentrazione dell’età dei Consiglieri di Amministrazione è nella fascia degli over 60 (50,2%). L’età media dei Consiglieri diminuisce sensibilmente se si considerano i soli Consiglieri donna. In questo caso la media si colloca intorno ai 51 anni (49 nelle società FTSE Mib e 52 nelle altre). 18 Altri incarichi dei Consiglieri Dalle relazioni di Corporate Governance abbiamo rilevato, laddove questo dato era disponibile, il numero di Consiglieri che hanno altri incarichi, oltre quello nella società in esame, ed il corrispondente numero medio. Segmento Numero Totale Consiglieri Numero Consiglieri con Altri Incarichi Numero medio Incarichi FTSE Mib 467 359 4,73 Altre 676 478 4,5614 Tabella 5: Altri Incarichi Le singole persone fisiche rilevate nel campione di 100 società osservato sono 1.056, le quali si dividono complessivi 1274 incarichi. Di queste, 87 persone hanno incarichi in almeno una società FTSE Mib e in una delle altre, 380 hanno incarichi esclusivamente all’interno delle 38 società FTSE Mib, 589 solo nelle altre 62 società del nostro campione. La tabella indica inoltre il numero medio degli incarichi in essere (inclusivi, cioè, di quello osservato) per ciascun consigliere. Il maggior peso relativo nel computo degli incarichi medi proviene da cariche al di fuori delle 100 società italiane a maggiore capitalizzazione. Prendendo a riferimento l’ammontare complessivo degli incarichi, la percentuale di Consiglieri con almeno 7 incarichi è particolarmente elevata per i consiglieri delle società FTSE Mib (24,8%), mentre è leggermente più contenuta (21%) nelle altre società del campione. Consiglieri non italiani Delle 100 società dell’Osservatorio, 35 hanno dei Consiglieri stranieri, per un totale di 82 amministratori di nazionalità non italiana. Tale dato è in diminuzione rispetto all’anno scorso, per la simultanea esclusione dal campione di una società soggetta a delisting e di un’altra per motivi dimensionali, ambedue con una forte matrice estera nei rispettivi Consigli. I settori in cui si concentra percentualmente la maggior parte delle società con Consiglieri stranieri sono l’industriale e le banche (entrambi con il 23%), mentre il primato dell’incidenza estera sul totale dei Consiglieri di un singolo settore spetta alle telecomunicazioni (12% del totale) . 14 Non sono inclusi nel computo n°29 consiglieri di cui non si dispone del numero totale degli incarichi in essere. 19 I Consiglieri stranieri rappresentano il 6,4% del totale dei Consiglieri delle Società dell’Osservatorio, in diminuzione di un punto percentuale rispetto all’anno passato. In un’ottica internazionale, questa percentuale risulta decisamente superiore in paesi come Svizzera (39,8%), Gran Bretagna (32%), la Francia (27%) e la Spagna: quest’ultimo paese ha registrato nel 2011 uno straordinario incremento dei Consiglieri stranieri, passando dall’8,4% al 21,1%. La Germania registra invece un’incidenza percentuale dei Consiglieri stranieri del 15%, mentre negli Stati Uniti la percentuale è dell’8%. Il numero dei Consiglieri stranieri all’interno dei Consigli di Amministrazione nei quali sono presenti varia da 1 a 8, con una media pari a 2,3. Sulla base dei dati disponibili, la nazionalità più rappresentata è quella francese, per un totale di 28 Consiglieri, seguita da quella tedesca, per un totale di 14. Segue poi la matrice anglosassone, con Usa (7) e UK (6). I restanti Consiglieri rappresentano, per nazionalità, ulteriori 13 paesi. Donne nei Consigli Delle 100 società considerate nell’Osservatorio, 45 hanno dei Consiglieri donna, 2 in più dello scorso anno. La maggior parte delle società con Consiglieri donna si concentra nei settori industriale (37%) e finanziario (16% cadauno per assicurazioni e banche). Le donne figurano 62 volte all’interno dei Consigli delle società del campione e ricoprono pertanto il 4,8% del totale degli incarichi, con un’ incidenza invariata rispetto allo scorso anno. Questa percentuale risulta essere sensibilmente bassa se confrontata con lo stesso dato analizzato per gli altri paesi: 16,2% per gli USA (in cui il 90,5% delle Società del campione ha Consiglieri donna nei propri Board), 15,2% in Germania (90% delle Società), 12% per UK (79% delle Società), 21% per Francia (95%), 10% per la Spagna (67%) e 9,5% per la Svizzera (63,6%). Nei Consigli in cui sono presenti le donne, il loro numero varia da 1 a 5. Se, calcolando la presenza delle donne nei Consigli italiani, si prendesse in considerazione il numero effettivo di persone fisiche (senza considerare le cariche in diverse società quotate che uno stesso Consigliere può cumulare), il numero dei Consiglieri donna scenderebbe a 52. Sotto questo profilo, la legge bipartisan Golfo — Mosca (di cui all’intervista in 20 apertura), di recente approvazione parlamentare, costituirà una forte discontinuità nella composizione dei Consigli di Amministrazione delle società quotate e di quelle pubbliche. A decorrere dal primo rinnovo degli organi di amministrazione e degli organi di controllo, trascorso un anno dall’approvazione della legge15, verrà riservata una quota pari almeno a un quinto degli amministratori e dei sindaci eletti al genere meno rappresentato. Dal successivo rinnovo, la quota minima salirà fino a un terzo. Numero di riunioni 2010 e durata All’interno delle società del campione, il numero di riunioni di Consiglio tenute nel corso del 2010 varia da 5 a 28. Il numero medio delle riunioni risulta pari a 11,2, valore in leggero aumento rispetto all’anno precedente (10,5). Seppur prossimi in valore assoluto, i valori medi osservati nelle FTSE Mib e nelle altre società si sono rovesciati negli ultimi due anni, con andamenti contrastanti (FTSE Mib da 11,3 a 10,4 , altre società del campione da 10 a 11,1). In Spagna si riscontra un numero medio di riunioni pari a 10,1; gli altri paesi considerati presentano invece valori inferiori: USA (8,2), Francia (8,4), UK (8,1), Svizzera (7,6). Per quanto riguarda la Germania, il numero delle riunioni dei Consigli di Sorveglianza è fissato a 6, cui vanno aggiunti in media 18 riunioni dei Comitati annualmente. La durata media delle riunioni tenute nel corso del 2010 è di poco superiore alle due ore (due ore e venti minuti circa, leggermente superiore nelle FTSE Mib rispetto alle altre società dell’Osservatorio). Presenza dei Consiglieri Nelle 100 società dell’Osservatorio per le quali abbiamo potuto reperire questa informazione si è verificata, nel corso dell’esercizio 2010, una presenza media alle riunioni dell’89% dei Consiglieri (90% FTSE Mib e 88% altre società). Tali percentuali sono sostanzialmente invariate rispetto allo scorso anno. Il grado di partecipazione dei Consiglieri Indipendenti alle riunioni risulta di poco inferiore (87%) rispetto a quello della totalità dei Consiglieri. 15 Quindi con la campagna assembleare 2013. 21 Riunioni dei Consiglieri Indipendenti Sulla base delle informazioni disponibili, abbiamo riscontrato che 53 delle 100 società dell’Osservatorio hanno visto i propri Consiglieri Indipendenti riunirsi in assenza degli altri Amministratori. Il numero di queste riunioni va da un minimo di 1 a un massimo di 6. Voto di Lista Rinnovo dei Consigli di Amministrazione Nel corso del 2011 sono stati nominati i Consigli di Amministrazione di 33 società del campione per le quali è prevista, in forma obbligatoria, l’applicazione del voto di lista. In particolare, in 16 società il rinnovo è avvenuto mediante la presentazione di un’unica lista. Le minoranze sono riuscite ad insediare propri Consiglieri in tutti i rimanenti 17 Consigli, con una percentuale di incidenza sul totale dei rinnovi con voto di lista pari al 51,5%. In 5 società sono state presentate due o più liste di minoranza, ma solo in un caso sono riuscite ambedue a guadagnare la rappresentanza nel Consiglio. FTSE Mib Altre Totale Società che hanno rinnovato il Consiglio nel 2011 15 18 33 Con sola Lista di Maggioranza 6 10 16 Con Liste di Minoranza elette 9 8 17 Totale liste di minoranza elette/presentate 10/12 8/10 18/22 Società in cui è stata eletta una sola lista 8 8 16 Società in cui sono state elette due o più Liste 1 Consiglieri eletti da azionisti di minoranza 25 13 38 Investitori Istituzionali Italiani 22 10 32 Piccoli Azionisti 3 3 6 1 Tabella 6: Voto di Lista Come si evince dalla tabella, gli investitori istituzionali, anche sotto formule di rappresentanza aggregata, hanno insediato gran parte dei consiglieri di minoranza nelle FTSE Mib soggette a rinnovo (84% del totale). Nelle altre, rilevante è il ruolo delle famiglie e delle fondazioni nella presentazione delle liste di minoranza. 22 Il numero di liste di minoranza presentate per la nomina dei Consiglieri (22) è superiore al dato dell’anno passato (19), così come il numero medio dei Consiglieri eletti per ogni lista presentata (2,1). Nei rinnovi 2010, due Consigli risultarono composti di soli consiglieri di maggioranza, malgrado fossero state presentate liste dalle minoranze. In un’ottica prospettica, si intravedono già effettivi miglioramenti nella partecipazioni delle minoranze alle assemblee, in seguito all’entrata in vigore anche in Italia della direttiva 36/07 che ha modificato la cosiddetta “record date”. Il sostanziale snellimento procedurale16 degli adempimenti necessari per l’intervento degli azionisti in assemblea ha reso meno onerosa la partecipazione delle minoranze e quindi più partecipata la governance societaria. Rinnovo dei Collegi Sindacali Un eguale numero di società (33) ha rinnovato il proprio collegio sindacale nei primi mesi del 2011; anche qui l’osservanza dell’obbligo della nomina con voto di lista non ha avuto eccezioni (12 FTSE Mib, 21 altre). In particolare, in 15 società (6 FTSE Mib, 9 altre società) il rinnovo è avvenuto mediante la presentazione di un’unica lista, con esclusione delle minoranze; queste ultime hanno partecipato attivamente alla nomina dei restanti 18 Collegi (7 FTSE Mib, 11 altre società), con una percentuale di incidenza sul totale dei rinnovi pari al 54,5%. A differenza dei Consigli, in nessuna società sono state presentate due o più liste da parte delle minoranze per la nomina dei sindaci e in una sola società queste ultime hanno insediato nell’Organo di controllo più di un membro. Analizzando le compagini di minoranza che hanno presentato liste per i suddetti rinnovi, si conferma il ruolo predominante degli investitori istituzionali, sia nelle FTSE Mib (eletti 6 sindaci su 8) che nelle altre (10 su 11). 16 I requisiti per la partecipazione in assemblea prevedevano che l’azionista rinunciasse alla disponibilità dei propri titoli in portafoglio dal momento della richiesta di certificazione della proprietà fino al momento dell’assemblea. Con la nuova normativa, è richiesto soltanto che l’azionista risulti proprietario dell’azione della società almeno il settimo giorno di Borsa antecedente lo svolgimento dell’assemblea. Ciò consente pertanto una certa flessibilità operativa. 23 Autovalutazione del Consiglio di Amministrazione Anche quest’anno abbiamo analizzato la rispondenza, da parte delle società dell’Osservatorio, alle raccomandazioni previste dall’articolo 1.C.1.g. del Codice di Autodisciplina, in tema di autovalutazione.17 Le società che, con riferimento all’esercizio 2010, hanno esplicitamente dichiarato di aver realizzato tale pratica sono 84. Il dato è in ascesa rispetto all’anno precedente (81) e mostra che tale prassi di governance è più diffusa nelle FTSE Mib (89,5%) piuttosto che nelle altre società del campione (80%). Otto società omettono completamente la menzione nelle loro relazioni sul processo di autovalutazione, non rispettando la regola “comply or explain”, a base del Codice di Autodisciplina. Degli altri paesi considerati sia la Spagna che la Germania presentano una percentuale inferiore a quella riscontrata in Italia (77% e 44% rispettivamente). Nei paesi dove la pratica è diffusa e consolidata, tale valore è decisamente superiore: USA (99%), UK (98%), e Francia (100% delle società CAC 40). In base alle indicazioni disponibili, in 13 casi il Consiglio si è avvalso di un consulente esterno per conferire al processo di autovalutazione un’adeguata strutturazione, profondità d’analisi e indipendenza nella raccolta ed elaborazione delle informazioni. Tale dato è sottostimato, perché alcune società preferiscono non fare menzione del ricorso ad un supporto esterno. È tuttora prassi poco diffusa comunicare al mercato le modalità e i criteri seguiti per effettuare l’autovalutazione, unica via per rendere trasparente l’efficacia e la profondità delle analisi svolte. 17 “Il Consiglio di Amministrazione effettua, almeno una volta all’anno, una valutazione sulla dimensione, sulla composizione e sul funzionamento del Consiglio stesso e dei suoi comitati, eventualmente esprimendo orientamenti sulle figure professionali la cui presenza in Consiglio sia ritenuta opportuna”. 24 Lead Independent Director Le società dell’Osservatorio che, al 31 dicembre 2010, hanno esplicitamente dichiarato di aver introdotto la figura del Lead Independent Director18 sono 36 (9 FTSE Mib, 27 nelle altre società del campione). Le rimanenti società hanno invece esplicitamente dichiarato di non aver introdotto tale figura, non ricorrendone i presupposti. Simile era l’incidenza l’anno precedente, con 35 figure analoghe. Background Professionale dei Consiglieri non Esecutivi Anche quest’anno abbiamo analizzato il background professionale dei Consiglieri di Amministrazione non Esecutivi e quindi il mix di competenze all’interno dei Consigli di Amministrazione delle società che costituiscono l’Osservatorio; a tal proposito si è fatto ricorso ad una classificazione delle competenze per categorie e sottocategorie, seppure non sempre agevole, che ha comportato alcune semplificazioni, ad esempio il ricorso al concetto dell’attività prevalente. La percentuale più alta dei Consiglieri non Esecutivi è composta da manager d’azienda, con un’ incidenza del 48%. Tra i manager sono sempre i Top Executive ad occupare il maggior numero di posizioni come Consiglieri non Esecutivi, a testimonianza di una generale preferenza per figure professionali che abbiano comunque ricoperto o ricoprano ruoli esecutivi. Non è infrequente, anche all’interno del campione, che un Consigliere non esecutivo abbia un ruolo esecutivo in altra società. La categoria manageriale è seguita da quelle dei Professionisti (32%) e degli Imprenditori (17%). L’analisi per settori di appartenenza indica la predominanza della categoria dei manager nei settori assicurativo (47%) e Altro19 (58%) sugli altri segmenti industriali. Importante è la componente imprenditoriale relativa nei Media (23%), dove c’è un maggior presidio dei Consigli a cura della famiglia azionista di riferimento. Tra i Consiglieri non Esecutivi i Professionisti sono presenti in misura percentualmente superiore nel mondo dei beni di consumo e nelle banche (35%). 18 Tale figura è raccomandata dal Codice di Autodisciplina: – nei casi di concentrazione delle cariche di Presidente e di Chief Executive Officer (o comunque di principale responsabile della gestione dell’emittente) in una sola persona; – nei casi in cui il Presidente sia la persona che controlla l’emittente. 19 Società finanziarie diverse dalle banche e dalle assicurazioni; settore immobiliare; holding di partecipazioni. 25 Compensi Compensi del Consiglio di Amministrazione I dati relativi ai compensi dei componenti del Consiglio di Amministrazione sono stati desunti, come nelle precedenti edizioni, dalle tabelle riportate nei bilanci approvati nel corso del 2011, secondo le modalità previste dalla delibera CONSOB del 1999 e successivi aggiornamenti. Compensi del Presidente Nelle 100 società dell’Osservatorio, il compenso totale del Presidente20 varia da 17.000 a 5.950.000 Euro. Il compenso medio è di 994.466 Euro. In 15 società su 100 il Presidente riveste anche il ruolo di Amministratore Delegato; in due casi il Presidente è allo stesso tempo anche Amministratore Delegato e Direttore Generale. Ulteriori 42 Presidenti hanno deleghe esecutive all’interno del Consiglio. I rimanenti 41 Presidenti non esecutivi sono indipendenti in 7 società. Interessante notare come cariche multiple da parte del Presidente siano molto più ricorrenti nelle società non appartenenti al FTSE Mib (15 casi sui 17), dove la proprietà è meno diffusa e più incline a concentrare ruoli direttivi su un medesimo soggetto. I compensi medi dei Presidenti21 sono scesi, in media, del 2,5% rispetto al campione selezionato per il 2010. Il confronto tra i paymix evidenzia altresì un maggior peso della componente legata ai bonus (dal 9 al 12%). La componente di emolumenti legati alle società controllate è pari al 9,6%, mentre ben poco deriva dalla partecipazione ai comitati (meno dell’1%). Il compenso totale medio dei Presidenti è sensibilmente superiore nelle compagnie di assicurazione (1.316.830 Euro) rispetto agli altri settori. I valori più bassi si riscontrano invece nelle società del mondo dei beni di consumo (824.000 Euro) e altri settori22 (924.000 Euro). Sensibilmente più alta, com’è intuibile, la remunerazione delle figure che ricoprono più cariche, con i compensi medi dei Presidenti/AD che superano il milione e mezzo di euro e quelli del Presidente che è anche Amministratore Delegato e Direttore Generale intorno agli 1,8 milioni. Significativo, infine, il divario, all’interno dei Presidenti non esecutivi, tra quelli indipendenti e non: nel primo caso (indipendenti) il compenso medio è pari a 255 mila Euro, nel secondo a 590 mila. 20 Dal calcolo sono stati esclusi i Presidenti Onorari. Anche i valori degli scorsi esercizi sono stati ricalcolati tenendo conto dello stesso criterio di esclusione. 21 Opportunamente annualizzati per tener conto delle cariche ricoperte per frazioni di anno 22 Società finanziarie diverse dalle banche e dalle assicurazioni; settore immobiliare; holding di partecipazioni. 26 Poche sono le variazioni significative rispetto allo scorso anno nelle fasce delle retribuzioni dei Presidenti: la distribuzione continua ad avere una rilevante “coda” nella fascia alta, con oltre un terzo dei Presidenti che percepisce oltre il milione di Euro. N° Presidenti in % 2011 2010 Al di sotto di € 100.000 10% 11% Da € 100.000 a € 249.999 10% 10% Da € 250.000 a € 499.999 19% 21% Da € 500.000 a € 749.999 19% 17% Da € 750.000 a € 999.999 8% 9% Da € 1 milione in su 34% 33% Tabella 7: Compenso medio totale Compensi del Vice Presidente Delle 100 società considerate nell’Osservatorio, 62 avevano in carica al 31 dicembre 2010 almeno un Vice Presidente, per un totale di 93 Vice Presidenti. In 7 casi il Vice Presidente è anche Amministratore Delegato, in altrettanti casi svolge funzioni vicarie. I compensi variano da un minimo di 4.000 ad un massimo di 4.212.000 Euro. L’emolumento medio è pari a 494.813 Euro. Se si eccettua una componente straordinaria relativa ad una significativa buonuscita all’interno del campione 2010, il compenso medio risulta cresciuto di circa 16 mila Euro. Come per il Presidente, rilevano particolarmente i compensi da società controllate, pari a un quinto del totale erogato. Il compenso totale medio dei Vice Presidenti è nettamente superiore nelle società appartenenti alla categoria Telecomunicazioni e Media (1.227.500 Euro) rispetto a quanto riscontrato negli altri settori di competenza. Tuttavia, vista la scarsa ricorrenza della figura in tale settore, risultano maggiormente significative le risultanze dei settori beni di consumo e industriale. In quest’ultimo la carica è spesso associata a quella di Amministratore Delegato. Il valore più basso si riscontra invece nel mondo bancario (262.229 Euro). 27 I Vice Presidenti non Esecutivi hanno un compenso mediamente inferiore del 60% rispetto a quelli con poteri esecutivi (732 mila euro contro 290 mila). Analogamente a quanto visto per i Presidenti, esiste un rilevante divario tra le figure indipendenti e non indipendenti, con le prime che percepiscono in media 53 mila Euro in meno (252 e 305 mila Euro rispettivamente). Osservando la tabella 8 si nota che la maggior percentuale di Vice Presidenti concentra il proprio emolumento totale medio nella fascia retributiva che va dai 100 mila a 249 mila Euro. Malgrado la rilevante quota di Vice Presidenti sopra il milione di Euro, la distribuzione risulta maggiormente concentrata nelle fasce centrali rispetto a quanto osservato per i Presidenti. N° Vice Presidenti in % Al di sotto di € 100.000 2011 2010 11,8% 11,6% Da € 100.000 a € 249.999 36,6% 32,6% Da € 250.000 a € 499.999 26,9% 26,3% Da € 500.000 a € 749.999 7,5% 9,5% Da € 750.000 a € 999.999 3,2% 8,4% Da € 1 milione in su 14,0% 11,6% Tabella 8: Compenso medio totale Compensi dell’Amministratore Delegato 72 delle società dell’Osservatorio hanno almeno un Amministratore Delegato distinto dal Presidente e Vice Presidente, per un totale di 83 Amministratori Delegati. 12 di loro ricoprono anche la carica di Direttore Generale. Il compenso degli Amministratori Delegati varia da 30.000 a 5.010.000 Euro. L’ammontare medio, pari a 1.465.877 Euro, è in lieve aumento (+4,7%) rispetto al 2009, quando s’assestò ad Euro 1.399.859. Nelle FTSE Mib, l’incremento è più marcato (vicino al 6%). Mediamente, si rileva un maggior peso della componente variabile, che si è attestata al 27% dal 20% del campione passato. Se si restringe il perimetro d’osservazione alle sole FTSE Mib, si nota che la somma delle componenti variabili connesse alle performance è pari a oltre il 31% del totale dei compensi erogati, rispetto al 23% dell’esercizio passato. Meno rilevante la componente dei compensi erogati per la partecipazione ai Consigli delle controllate rispetto alle altre figure, vicina al 9% del totale. 28 Analizzando i settori di attività è possibile riscontrare che il compenso totale medio degli Amministratori Delegati del mondo assicurativo (2.813.761 Euro) è nettamente superiore rispetto agli altri settori, in particolar modo rispetto alla categoria Altro, dove si riscontra il valore medio più basso (727.271 Euro). La differenza è riconducibile, per buona parte, alla duplice veste di Amministratore Delegato e Direttore Generale in capo a molte figure apicali del mondo assicurativo. Un’ampia maggioranza degli Amministratori Delegati del campione percepisce oltre un milione di Euro, con la fascia 750mila — 1 milione che si è notevolmente ridotta rispetto all’anno passato a vantaggio delle fasce limitrofe. Il valore che divide in due la classifica è pari a 1.211.000 Euro, in vistosa crescita rispetto all’anno precedente (1.017.000 Euro). N° Amministratori Delegati in % 2010 2009 Al di sotto di € 100.000 1,2% 2,4% Da € 100.000 a € 249.999 3,6% 1,2% Da € 250.000 a € 499.999 21,7% 22,0% Da € 500.000 a € 749.999 9,6% 6,1% Da € 750.000 a € 999.999 9,6% 15,9% Da € 1 milione in su 54,2% 52,4% Tabella 9: Compenso medio totale Compensi dei Consiglieri non Esecutivi Il compenso medio per gli 898 Consiglieri non Esecutivi23 all’interno del campione è pari a 83.596 Euro, con un range compreso da 0 a 3.512.000 Euro. Il divario retributivo tra mondo finanziario (banche 120 mila Euro, assicurazioni 104 mila) e resto dei settori è ancora elevato, con un minimo nel settore Media di 56 mila Euro. Abbiamo poi analizzato separatamente i compensi dei Consiglieri non Esecutivi, Indipendenti e non Indipendenti. La peculiare figura del Consigliere non Esecutivo non Indipendente ricorre in 87 società del campione. Quella degli Indipendenti, come già accennato, in 98 23 Sono esclusi dal computo i consiglieri ricadenti nelle analisi precedenti (Presidenti e Vice Presidenti) 29 società. Il compenso dei Consiglieri Indipendenti varia da un minimo di 140 a un massimo di 423.000 Euro, con una media di 77.373 Euro. Il compenso totale medio dei Consiglieri Indipendenti del settore bancario (132.420 Euro) è di gran lunga superiore rispetto a quanto si riscontra negli altri settori, anche per effetto degli emolumenti per la partecipazione ai comitati (33 mila Euro in media, ma con un impegno complessivo, in termini di numero di riunioni, circa doppio rispetto alla media degli altri settori). Come si può notare nella tabella 10, la più alta concentrazione percentuale (29,11%) si ha nella fascia retributiva 25–50 mila Euro, mentre la fascia minimale (0–10 mila) si sta riducendo a favore della successiva (10–24.999). Con un andamento piuttosto irregolare da settore a settore, il compenso medio dei Consiglieri privi del connotato d’indipendenza s’attesta, a livello globale, ben al di sopra di quello degli indipendenti (92.542 Euro, 15% circa in più). Stante il più frequente conferimento agli indipendenti di incarichi in comitati (575 incarichi per 551 consiglieri contro i 205 assegnati ai 445 non indipendenti), l’aspettativa era per un responso numerico diametralmente opposto. Il dato potrebbe derivare dalla valorizzazione del legame fiduciario con l’azionista di riferimento, ad esempio mediante il conferimento di cariche in società controllate, fattispecie di un certo rilievo retributivo (circa 23 mila Euro è il compenso medio dei Consiglieri non esecutivi e non indipendenti per cariche ricoperte in società controllate) dalla quale gli indipendenti sono esclusi24. N° Consiglieri Indipendenti in % 2011 2010 Al di sotto di € 10.000 0,95% 2,01% Da € 10.000 a € 24.999 8,32% 7,50% Da € 25.000 a € 49.999 29,11% 30,71% Da € 50.000 a € 74.999 20,04% 19,01% Da € 75.000 a € 99.999 16,82% 16,82% Da € 100.000 in poi 24,76% 23,95% Tabella 10: Compenso medio totale 24 Ex art. 3.C.1 del Codice di Autodisciplina, “un amministratore non appare, di norma, indipendente [….] b) se è, o è stato nei precedenti tre esercizi, un esponente di rilievo dell’emittente,di una sua controllata avente rilevanza strategica o di una società sottoposta a comune controllo con l’emittente, ovvero di una società o di un ente che, anche insieme con altri attraverso un patto parasociale, controlla l’emittente o è in grado di esercitare sullo stesso un’influenza notevole” 30 Stock Option Dalle relazioni di Bilancio abbiamo rilevato le società che hanno segnalato casi di esercizio di Stock Option. In totale 11 società hanno segnalato 21 casi di esercizio delle Stock Option per un valore medio di 923.993 Euro, con ben 9 casi in cui l’esercizio ha prodotto una plusvalenza, anche solo potenziale, superiore al milione di Euro. Un’ulteriore società ha riportato l’avvenuto esercizio di stock option, ma non ha specificato l’identità dei beneficiari. Presidente Importo medio N° Importo Medio 2 156.285 3 1 2.411.443 4 Nr. Società N° 2009 7 2010 11 Anno Vice Presidente25 Amministratore Delegato Consiglieri N° Importo Medio N° Importo Medio 348.740 3 549084 4 611.806 781.608 10 687977 6 1.164.369 Tabella 11: Valori medi delle Stock Option esercitate Complessivamente, i casi di esercizio durante l’anno 2010 hanno fruttato ai beneficiari più del doppio di quanto fu realizzato da coloro che esercitarono stock option durante il 2009. È ragionevole attendersi un ricorso sempre meno frequente a questo sistema d’incentivazione nell’ambito del settore finanziario, per il quale la recente manovra finanziaria ha previsto un ulteriore inasprimento della tassazione della retribuzione variabile. Già 11 banche su 17 nel nostro campione non dispongono, al momento, di piani d’incentivazione azionaria. Complessivamente, nel campione 2010 si contano 58 aziende con piani di stock option in essere, più 6 società che hanno optato per le sole stock grant, più un’ulteriore azienda in procinto d’introdurre piani d’incentivazione azionaria. Anche il campione passato ne includeva 58, con 3 casi di sole stock grant. 25 Nello specifico, per il 2010 vi sono 2 vice presidenti anche AD e — per ambo gli anni — un vice presidente vicario. 31 Piani d’incentivazione Restringendo l’analisi alle sole società del segmento FTSE Mib, e sulla base delle informazioni disponibili, abbiamo analizzato l’adozione di piani d’incentivazione a lungo termine — LTIP: >> 31 società (pari all’82% del segmento hanno adottato almeno un piano di incentivazione a lungo termine, sia esso azionario o monetario. >> 28 società hanno introdotto piani di Incentivazione Azionaria, sotto forma di Stock Option (24 società) o di Stock Grant/Performance Share Plans (4 società). Cinque società combinano le due modalità; >> 15 società adottano entrambi i piani di incentivazione, azionario e monetario; >> 7 società non hanno introdotto alcuna forma di incentivazione a lungo termine. >> 18 società (pari al 47%) hanno introdotto piani esclusivamente monetari. Informativa sui compensi Abbiamo approfondito il tema del cosiddetto “Say on Pay”, ovvero il diritto degli azionisti di approvare o esprimere pareri sulle politiche retributive dei top manager delle società quotate. A tal proposito abbiamo analizzato l’informativa attualmente fornita al mercato dalle società FTSE Mib e dalle banche che rientrano nel campione. Abbiamo constatato un sensibile miglioramento del livello d’informativa al mercato, sia nelle relazioni annuali che negli specifici documenti predisposti per la trattazione in assemblea. Partendo proprio dalle banche, che hanno specifici obblighi posti a loro carico dalla Banca d’Italia26, abbiamo accertato che, ad oggi, tutti gli istituti bancari considerati hanno trattato il tema delle politiche di remunerazione nel corso delle Assemblee 2011, aderendo pertanto alle disposizioni di Banca d’Italia. Quasi tutte hanno trattato il tema delle politiche retributive attraverso la presentazione di documentazione approfondita e conseguente delibera in Assemblea. Solo due banche hanno trattato sinteticamente il 26 Tale principio era già presente nelle Raccomandazioni della Commissione Europea 913/2004 e 385/2009 (e nella relativa delega al Governo Italiano per il recepimento approvata a metà maggio scorso). Era contenuto anche nel Bollettino di Vigilanza 3/08 della Banca d’Italia che ha introdotto la scadenza del 30 giugno 2009 per la modifica degli Statuti delle banche italiane. L’espressione del parere non vincolante degli azionisti sulle politiche retributive è stata di recente introdotta anche nel nuovo art. 7 del Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana. 32 tema in termini di informativa ex post agli azionisti sullo stato di attuazione delle politiche di remunerazione deliberate nel corso dell’esercizio 2010. Spostando il focus dell’analisi dalle banche alle altre società non bancarie appartenenti al segmento FTSE Mib, si apprezza come la raccomandazione del Comitato per la Corporate Governance di Borsa Italiana risalente allo scorso anno27 abbia prodotto un largo seguito: ben 21 società sulle 31 non bancarie rientranti nel FTSE Mib hanno affrontato il tema delle politiche retributive già durante le assemblee d’approvazione del bilancio 2010. Passando ad esaminare il livello di informazione sulle politiche retributive dei vertici aziendali che le società FTSE Mib forniscono al mercato tramite la documentazione prodotta, si nota che: >> in poco più di un terzo dei casi viene fornita un’informativa approfondita sui compensi dei Consiglieri e dei manager con responsabilità strategiche, quantificando con sufficienti dettagli i parametri alla base della remunerazione variabile e permettendo di comprendere la struttura dei pacchetti retributivi ed i meccanismi d’incentivazione; >> in un numero rilevante di casi (28%) le società del segmento FTSE Mib forniscono un’informazione basilare che non va al di là della mera distinzione tra componente fissa e variabile, senza entrare nel merito della composizione di quest’ultima; >> la fetta più consistente delle società (37%) entra maggiormente nel dettaglio delle politiche retributive, quantificando la componente variabile e indicando i parametri al raggiungimento dei quali essa viene corrisposta; >> tutte le società forniscono informazioni sulle politiche di remunerazione. 27 Con questo nuovo articolo 7 del Codice di Autodisciplina il Comitato per la Corporate Governance raccomandava che “gli amministratori presentino all’assemblea annuale una relazione che descriva la politica generale relativa alle remunerazioni degli amministratori esecutivi, degli altri amministratori investiti di particolari cariche […], nonché dei dirigenti con responsabilità strategiche”. Gli emittenti sono invitati ad applicare il nuovo articolo entro la fine dell’esercizio che ha inizio nel 2011. 33 Un’altra area particolarmente “sensibile” per gli azionisti ed il mercato è quella degli accordi con i manager chiave, ed in particolare con l’Amministratore Delegato, in caso di cessazione anticipata del mandato. Tutte le società FTSE Mib trattano l’argomento, fornendo informazioni sull’esistenza — o meno — di indennità di fine rapporto per i Consiglieri (in particolar modo per l’Amministratore Delegato) in caso di dimissioni, licenziamento o cessazione del rapporto di lavoro a seguito di un’offerta pubblica d’acquisto (i cosiddetti Golden Parachute). 16 società prevedono indennità a favore dei propri Amministratori Delegati e in tutti i casi è possibile desumerne l’importo, mentre nelle restanti 22 è chiaramente detto che non è prevista alcuna forma di indennità. La recente Raccomandazione Consob avente ad oggetto, fra l’altro, la disclosure in merito a questi accordi, dovrebbe consentire, in prospettiva, di contare su un quadro esaustivo di tutte le fattispecie connesse ai patti, ivi compreso l’eventuale perdurare di benefici in capo al dirigente cessato. Compensi del Presidente del Collegio Sindacale Delle 96 società dell’Osservatorio in cui lo statuto prevede l’esistenza del Collegio Sindacale28, il compenso del Presidente del Collegio varia da 18.000 a 485.000 Euro, con una media di 97.019 Euro (nel 2009 s’attestò a 94.243 Euro). Compensi dei Sindaci Delle medesime 96 società dell’Osservatorio, il compenso dei Sindaci varia da un minimo di 9.000 ad un massimo di 305.000 Euro, con una media di 68.043 Euro, in calo rispetto all’anno precedente (72.080 Euro). 28 Ricordiamo che le 4 società del campione strutturate col sistema dualistico sono prive, per disposizione civilistica, del collegio sindacale. 34 Altri incarichi del Collegio Sindacale Anche quest’anno abbiamo rilevato dalle relazioni di Corporate Governance, laddove questo dato era disponibile, il numero medio di altri incarichi, inclusivo di quello nella società in esame, dei componenti il Collegio Sindacale. Il numero medio degli incarichi dei Sindaci risulta in aumento, dall’anno passato, anche per effetto della maggiore trasparenza nell’informativa al mercato29. N° Sindaci con Altri Incarichi Numero medio Incarichi 2010 2009 2010 2009 Presidenti del Collegio Sindacale 86,5% 84,7% 12 9,8 Sindaci 79,5% 71% 9,4 9 Tabella 15: Altri Incarichi 29 Si rimanda a tal proposito al Regolamento CONSOB di attuazione del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, concernente la disciplina degli emittenti. Il Regolamento suddetto limita il cumulo degli incarichi dei componenti gli organi di controllo (fra i quali il Collegio Sindacale) ed impone la loro comunicazione al mercato. 35 Comitati Natura dei Comitati Tutte le società dell’Osservatorio prevedono almeno un Comitato nell’ambito del Consiglio di Amministrazione, per un totale di 300 Comitati. Di questi, 30 sono Esecutivi, 97 di Controllo Interno, 94 per le Remunerazioni, 16 di Proposte di Nomina e 63 hanno natura diversa. Inoltre sostanzialmente tutte le società dell’Osservatorio hanno l’Organismo di Vigilanza e Controllo, ai sensi del D.Lgs. 231/2001. In sole 5 i Consiglieri non Esecutivi fanno tutti parte di almeno un comitato fra le quattro categorie menzionate. Un terzo dei consiglieri privi di cariche esecutive siede nei rispettivi Comitati per il Controllo Interno, costituendone l’intero comitato. Dando seguito alle disposizioni contenute nella delibera Consob n. 17221 in materia di operazioni con parti correlate, 22 società del campione hanno istituito un Comitato ad hoc. Comitato Esecutivo Le società dell’Osservatorio che prevedono il Comitato Esecutivo sono 30 (11 FTSE Mib, 19 altre società). Nelle 30 società citate la dimensione del Comitato Esecutivo varia da 3 a 9 componenti, con una media di 5,5 componenti. L’11% dei membri è indipendente. I Comitati Esecutivi si riuniscono da un minimo di una volta all’anno ad un massimo di 9430, con una media di 13,5 riunioni e una durata media di poco superiore all’ora e quaranta minuti. Comitato di Controllo Interno In base alle informazioni disponibili 97 società dell’Osservatorio (37 FTSE Mib, 60 altre) prevedono il Comitato di Controllo Interno, confermando quindi la presenza dello stesso nella quasi totalità delle società, come già rilevato in passato. A livello internazionale il Comitato di Controllo Interno (Audit Committee) è presente in tutte le società dei paesi considerati nell’Osservatorio. 30 Dato riferito a una banca con Comitato Esecutivo che si riunisce, di norma, due volte la settimana. 36 In tre casi il Comitato di Controllo Interno svolge anche le funzioni proprie dell’Organismo di Vigilanza (D.Lgs. 231/2001) e in due casi quelle del Comitato per le Remunerazioni. La denominazione, ed i relativi compiti, del Comitato di Controllo Interno si presenta spesso con delle varianti, la più diffusa delle quali è Comitato per il Controllo Interno e la Corporate Governance. La dimensione del Comitato di Controllo Interno varia da 2 a 7 componenti. La media è pari a 3,4, valore in linea rispetto a quello riscontrato negli ultimi anni. La maggior parte delle società (65%) ha un Comitato di Controllo Interno composto da 3 membri e mediamente l’83% dei componenti è indipendente, in ulteriore crescita rispetto allo scorso anno. Solo una società dell’Osservatorio dotata di Comitato di Controllo Interno non ha Consiglieri Indipendenti31 all’interno dello stesso. Il numero di componenti va da 1 a 6. In 50 aziende (pari al 51,5%) tutti i membri del Comitato sono Indipendenti. Nelle 97 società dell’Osservatorio che hanno il Comitato di Controllo Interno, le relative riunioni si svolgono da una volta all’anno ad un massimo di 53. La media è di 8,4 adunanze annue. Il segmento di società nelle quali si evidenzia il più alto numero medio di riunioni annue del Comitato di Controllo Interno è quello delle FTSE Mib, con quasi 12 riunioni. Nelle altre società il corrispondente valore è di 6,25. Sulla base delle informazioni disponibili, la durata media delle riunioni del Comitato di Controllo Interno è di un’ora e quaranta minuti circa. Comitato per le Remunerazioni In base alle informazioni disponibili, 94 aziende dell’Osservatorio (36 FTSE Mib, 58 altre) prevedono il Comitato per le Remunerazioni, con un’incidenza del 94,7% per le FTSE Mib e del 93,5% per le altre società, dato stabile rispetto all’anno scorso. In 11 società il Comitato per le Remunerazioni svolge anche le funzioni del Comitato per le Proposte di Nomina. In altri 2 casi i compiti del Comitato per le Remunerazioni vengono svolti dal Comitato Risorse Umane. 31 Qualificati come tali ai sensi del Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana. 37 Negli Stati Uniti e in UK tutte le società dell’Osservatorio hanno nominato un Comitato per le Remunerazioni. In Spagna (dove il Comitato assolve anche le funzioni di Comitato per le Nomine) esso è presente nel 97% dei casi. In Francia il Comitato per le Remunerazioni è presente nel 95% delle società dell’Osservatorio (nel 50% dei casi nella sua forma pura e per il 50% assolvendo anche le funzioni di Comitato per le Nomine). Spesso il Comitato per le Remunerazioni è presentato con nomi diversi, come Compensation Committee, Comitato Retribuzioni di Gruppo, ecc. La dimensione del Comitato per le Remunerazioni varia da 3 a 8 componenti, con una media di 3,4 Consiglieri. Il 73% circa dei Comitati per le Remunerazioni è composto da tre membri. Tra i segmenti di società considerati, le FTSE Mib presentano la maggiore dimensione del Comitato per le Remunerazioni (3,8 membri), mentre le altre società hanno un numero medio di componenti pari a 3,2. 91 società dell’Osservatorio con Comitato per le Remunerazioni hanno Consiglieri Indipendenti32 tra i loro componenti. Il numero varia da 1 a 5. 28 aziende (30%) dichiarano che tutti i membri del Comitato sono Indipendenti. Il numero medio dei Consiglieri Indipendenti è 2,5 rispetto ad una media totale di 3,4 membri del Comitato per le Remunerazioni. Anche in questo caso il quadro è in linea rispetto all’anno scorso. Nelle 94 aziende per le quali questo dato è disponibile, i Comitati per le Remunerazioni si riuniscono da un minimo di una volta all’anno ad un massimo di 21. La media generale è di 3,8 riunioni annue. Il segmento di società dell’Osservatorio in cui il Comitato per le Remunerazioni si riunisce più frequentemente è quello delle FTSE Mib, con 5,1 riunioni annue, mentre nelle altre società del campione il dato s’attesta a 3. Sulla base delle informazioni disponibili, la durata media delle riunioni del Comitato per le Remunerazioni è di poco più di un’ora. 32 Qualificati come tali ai sensi del Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana. 38 Comitato per le Proposte di Nomina In base alle informazioni disponibili, 16 aziende dell’Osservatorio equiripartite tra FTSE Mib e altre, ma con un’incidenza rispettivamente del 21 e 13%, prevedono il Comitato per le Proposte di Nomina distinto dal Comitato di Remunerazione. Questa del Comitato per le Proposte di Nomina è l’area nella quale emerge la differenza maggiore rispetto agli altri paesi con sistemi di corporate governance evoluti. In UK e USA pressocchè tutte le società dell’Osservatorio hanno al loro interno il Comitato per le Nomine. In Francia il Comitato è presente in oltre il 95% delle società dell’Osservatorio. In Spagna, come già osservato, le funzioni proprie del Comitato per le Nomine vengono svolte dal Comitato per le Remunerazioni. Nelle 17 società che hanno il Comitato per le Proposte di Nomina, la sua dimensione varia da 2 a 8 componenti, con una media di 4 Consiglieri, valore in leggera flessione rispetto all’anno passato. Tra i segmenti di società considerati le aziende FTSE Mib presentano la maggiore dimensione del Comitato per le Proposte di Nomina (4,5 membri), mentre le altre società hanno un numero medio di componenti pari a 3,5. Tutte le società dell’Osservatorio con Comitato per le Proposte di Nomina hanno Consiglieri Indipendenti tra i suoi membri. Il loro numero varia da 1 a 5. Tre società dichiarano che tutti i membri del Comitato per le Proposte di Nomina sono Indipendenti. In media, la componente indipendente pesa per circa 2/3 sul Comitato per le Proposte di Nomina. Nelle 16 aziende con Comitato per le Proposte di Nomina, esso si riunisce da un minimo di una volta all’anno ad un massimo di 16. La media è di 2,5 riunioni annue e in quattro casi non si sono tenute riunioni 39 Metodologia In seguito alla riorganizzazione dei segmenti azionari della Borsa Italiana, abbiamo provveduto a revisionare i nostri parametri di campionatura. Quest’anno il Board Index ha esaminato le 100 società italiane con la maggiore capitalizzazione di Borsa al 1° marzo 2011. Di queste, 38 appartengono al segmento FTSE Mib (che com’è noto, ha in parte rimpiazzato il Blue Chip) e 62 provengono dai segmenti Mid Cap e Small Cap. Sono state escluse dal computo due società FTSE Mib sottoposte a legislazione non italiana e pertanto non soggette agli adempimenti normativi e regolamentari. Inoltre due società, che alla data di definizione del campione 2011 avrebbero avuto il parametro dimensionale idoneo ad essere incluse, sono state forzatamente escluse, una in quanto di recente costituzione, l’altra perché oggetto di recentissimo delisting. Tali società sono state rimpiazzate dalla 101° e 102° in graduatoria Per effettuare confronti di dati omogenei, le cifre sono state ricalcolate con gli stessi criteri anche per l’anno precedente, prendendo a riferimento il market cap delle prime cento società quotate al 31 marzo 2010. Le informazioni contenute nel Board Index 2011 sono state tratte dalle Relazioni di Corporate Governance e dai Bilanci relativi all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010, pubblicati nel 2011. Per raccogliere i dati riguardanti le nomine con voto di lista abbiamo utilizzato le comunicazioni delle società sulle nomine della tornata assembleare di aprile-giugno 2011. Per le informazioni sulle politiche di remunerazione ci siamo avvalsi inoltre dei verbali delle Assemblee di approvazione dei bilanci e delle relative relazioni sulle politiche retributive. Nell’ambito dell’analisi condotta sui Consigli di Amministrazione abbiamo considerato i Consigli di Sorveglianza (propri delle società che adottano il sistema di governance “dualistico”) alla stregua dei Consigli delle società che applicano il modello tradizionale (in altri termini le nostre analisi non hanno riguardato i Consigli di Gestione). Non abbiamo rilevato, all’interno del campione, alcuna società che adotti il sistema monistico. 40 Anche quest’anno abbiamo condotto l’analisi della distribuzione di alcuni dati per settori di attività, confermando i cinque settori principali di competenza nei quali le società dell’Osservatorio sono state suddivise: Banche, Assicurazioni, Industriale, Beni di Consumo, Telecomunicazioni e Media. A questi settori si aggiunge la categoria Altro nella quale rientrano le società finanziarie diverse dalle banche e dalle assicurazioni, il settore immobiliare e le holding di partecipazioni. Infine, relativamente alle informazioni sulle retribuzioni di Amministratori e Sindaci, nel calcolare le medie dei compensi abbiamo dato un peso proporzionale all’effettiva presenza quando la posizione non è stata coperta per l’intero anno. In qualche caso non tutte le componenti del compenso sono stati percepite. Per le società che non chiudono il bilancio al 31 dicembre, sono state analizzati gli ultimi documenti disponibili. 41 Le società del Board Index Italia 2010 ftse Consiglieri Totale Non Esecutivi Di cui Indipendenti Donne Non Italiani A2A27 15 15 15 Ansaldo Sts 9 2 7 5 Atlantia 15 2 13 5 Autogrill 12 1 11 5 Azimut 10 6 4 2 Banca MPS 12 12 2 1 (F) Banca Popolare di Milano 18 12 8 1 (F) Banco Popolare27 20 20 16 6 1 (E) 1 Bulgari 7 2 5 4 Buzzi Unicem 13 6 7 4 Campari 9 4 5 3 3 (A,D,GB) Diasorin 10 1 9 3 1 (IL) Enel 9 2 7 5 1 2 (D) Eni 9 1 8 7 Exor 17 2 15 5 2 (F) Fiat 15 3 12 8 3 (D,F, IND) Finmeccanica 12 1 11 10 1 (D) Fondiaria Sai 19 3 16 6 3 1 (CH) Generali Assicurazioni 19 9 10 7 2 4(2 CZ,E,F) Geox 9 3 6 6 Impregilo 15 1 14 4 LEGENDA: 1 Membro/Presidente del Comitato Esecutivo 2 Membro del Comitato Nomine 3 Membro del Comitato per il Controllo Interno 4 Membro del Comitato per la Remunerazione 5 Ricopre anche la carica di AD 6 Ricopre anche la carica di DG 42 Esecutivi 7 In carica sino ad Aprile 2010 8 In carica da Aprile 2010 9 Vice Presidente Vicario 10 Presidente del Comitato Nomine e Remunerazioni 11 Presidente del CdA da dicembre 2010 12 L’importo comprende compensi erogati nel 2010 di competenza del 2009 13 L’importo include compensi per incarichi in altri comitati 14 L’importo comprende il compenso non annualizzato per la carica di presidente/vicepresidente ricoperta fino ad aprile 15 In carica da Settembre 2010 Compensi Presidente Emolumenti per la Carica Vice Presidente Totale Emolumenti per la Carica Totale 3852,3 505 2102,3 305 60 60 40 186 7 136 320 1138 537 Amministratore Delegato Emolumenti per la Carica Totale 40 1.585 Consiglieri Indipendenti Emolumenti per la carica N. Cons. con Altri Emolumenti Altri Emolumenti (importo totale in € 000) 55 12 37 40 5 24 353 6 1.530 55 4 32 5 15 80 2 89 32 8 91 100 15 45 52 52 510 1.839 45 1.0605 1.494 215 541 45 713 715 6581 704 400 518 170 172 2039 412 1581 205 1581 378 240 264 2657,9 282 2808,9 299 253 253 176 176 2.000 2.000 45 4 25 330 415 195 288 298 298 45 3 12 195 195 1.045 1.045 25 2 37 337 936 337 926 400 461 711 35 3 10 700 1.69512 600 4.9426,12 85 5 34 765 1.101 430 4.4206 115 7 37 1.00013 1.589 1.250 1.789 10 5 34 3.050 3.473 67 5 23 60 10 32 51 3 20 100 7 34 550 589 4.306 2.353 2.503 100 100 1.600 5.011 3.382,5 1.750 3.4111,6,13 2.0611,7 2.310 1.750 3.5581,6 1.8001,13 1.800 1501 150 4001 1.183 35 0 1.401 1.407 1011 107 9441 2.132 20 4 105 111 1 3.181,5 1,8,13 16 Consigliere delegato 17 In carica fino a Luglio 2010 18 In carica da Luglio 2010 19 In carica fino a Maggio 2010 20 In carica da Maggio 2010 21 Managing Director Finance 22 Chief Technical Officer 251 150 254 1.211 400 1.5905 150 251 277 1 811 2891 556 2801 2.249 1 4,6 23 Ha ricoperto la carica di DG fino ad Aprile 24 In carica fino a Settembre 2010 25 In carica da Settembre 2010 26 Include incentivo all’esodo e impegno di non concorrenza annuale 27 Questa società adotta il sistema dualistico;i dati si riferiscono al Consiglio di Sorveglianza 25 28 Chiude il bilancio al 30/6 29 Chiude il bilancio al 31/1 30 Alla data di stesura della Relazione non aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana;non ha pertanto consiglieri indipendenti ai sensi di tale Codice all’interno del CdA 43 Le società del Board Index Italia 2010 ftse Consiglieri Totale Non Esecutivi Di cui Indipendenti Donne Non Italiani 19 18 2 1 (F) 1 Intesa San Paolo27 19 Italcementi 20 3 17 11 Lottomatica 13 6 7 6 Luxottica 15 4 11 7 1 Mediaset 15 7 8 4 2 Mediobanca28 21 4 17 5 2 Mediolanum 14 4 10 3 Parmalat 11 1 10 9 Pirelli 19 2 17 10 Prysmian 10 4 6 4 Saipem 9 2 7 4 1 2 (F,IRL) Snam Rete Gas 9 1 8 5 1 5(D,2 ES,1 F,TN) Telecom 14 2 12 5 Terna 9 1 Ubi Banca27 23 Unicredit 23 Unipol 25 LEGENDA: 1 Membro/Presidente del Comitato Esecutivo 2 Membro del Comitato Nomine 3 Membro del Comitato per il Controllo Interno 4 Membro del Comitato per la Remunerazione 5 Ricopre anche la carica di AD 6 Ricopre anche la carica di DG 44 Esecutivi 5 (CZ,3 F,2 TN) 1 8 4 23 23 1 1 22 17 2 1 24 9 7 In carica sino ad Aprile 2010 8 In carica da Aprile 2010 9 Vice Presidente Vicario 10 Presidente del Comitato Nomine e Remunerazioni 11 Presidente del CdA da dicembre 2010 3 (CH,F,MG) 6 (2 GB,NL,3 USA) 8(2 A,4 D,GB,LAR) 2(B,F) 12 L’importo comprende compensi erogati nel 2010 di competenza del 2009 13 L’importo include compensi per incarichi in altri comitati 14 L’importo comprende il compenso non annualizzato per la carica di presidente/vicepresidente ricoperta fino ad aprile 15 In carica da Settembre 2010 Compensi Presidente Vice Presidente Amministratore Delegato Totale Emolumenti per la Carica 1.3702,13 1.370 3517,13 351 3517,2,13 357 3498,2,13 363 3498,2,13 363 1 269 2.1331,16 2.165 4 106 8451 2.039 91 1.640 3.967 217 4351 435 96 1 Totale Emolumenti per la Carica Consiglieri Indipendenti Emolumenti per la Carica Totale Emolumenti per la carica N. Cons. con Altri Emolumenti Altri Emolumenti (importo totale in € 000) 150 16 91 11 24 4 22 831 1239 139 1.836 900 3.815 81 7 17 15241 3729 10161 1.968 5161,16 3.312 16 4 46 3.242,41,2,4,7 3.268,4 2252 225 2.4001,2 2.556 150 3 133 2.505 2 225 225 100 300 600 600 800 25 2 72 200 216 530 550 30 9 56 50 8 24 2.400 1,2,4,8 100 9 280 300 2.490 5.950 200 200 3937 713 211 8 1.123 384 5018 50 841 1.786 4 600 850 469 564 1.600 88 2.089 970 2.4576 70 4 447 1.200 40 4 663 1.408 37 5 7 1.8121 2.925 110 5 53 1.200 2.400 25 4 80 94 20 58 86 12 74 727 50 9 27 16 Consigliere delegato 17 In carica fino a Luglio 2010 18 In carica da Luglio 2010 19 In carica fino a Maggio 2010 20 In carica da Maggio 2010 21 Managing Director Finance 22 Chief Technical Officer 185 88 184 2349 334 23913 281 1.72425 1.946 241 13 361 3.45324 41.45326 24113 333 187 1.719 241 727 5 211 1.5981 1.5063,4,13 640 38417 3,4,9,13 439 1748 219 174 282 7 23 Ha ricoperto la carica di DG fino ad Aprile 24 In carica fino a Settembre 2010 25 In carica da Settembre 2010 26 Include incentivo all’esodo e impegno di non concorrenza annuale 27 Questa società adotta il sistema dualistico;i dati si riferiscono al Consiglio di Sorveglianza 28 Chiude il bilancio al 30/6 29 Chiude il bilancio al 31/1 30 Alla data di stesura della Relazione non aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana;non ha pertanto consiglieri indipendenti ai sensi di tale Codice all’interno del CdA 45 Le società del Board Index Italia 2010 altro Consiglieri Totale Esecutivi Non Esecutivi Di cui Indipendenti Acea 9 2 7 6 1 1 (F) Amplifon 7 1 6 3 2 1 (GB) Ascopiave 5 1 4 2 Astaldi 13 4 9 5 1 Autostrada TO-MI 15 6 9 7 1 Banca Carige 18 6 12 5 1 Banca Generali 10 2 8 4 Banca Intermobilare 11 1 9 2 Banca Popolare dell'Emilia Romagna30 15 4 11 Banca Popolare di Sondrio30 15 5 10 Banco Desio Brianza 11 1 10 4 Benetton Group 12 4 8 4 Beni Stabili 7 1 6 2 Brembo 11 3 8 6 Cattolica Assicurazioni 18 1 17 6 Cementir Holding 15 4 11 4 Cir 14 1 13 7 Cofide 15 1 14 7 Credem 14 7 7 3 Credito Artigiano 11 6 5 3 Credito Bergamasco 16 1 15 12 LEGENDA: 1 Membro/Presidente del Comitato Esecutivo 2 Membro del Comitato Nomine 3 Membro del Comitato per il Controllo Interno 4 Membro del Comitato per la Remunerazione 5 Ricopre anche la carica di AD 6 Ricopre anche la carica di DG 46 Donne 7 In carica sino ad Aprile 2010 8 In carica da Aprile 2010 9 Vice Presidente Vicario 10 Presidente del Comitato Nomine e Remunerazioni 11 Presidente del CdA da dicembre 2010 Non Italiani 3 (F) 1 1 3 (F) 2 1 (E) 1 1 1 (F) 1 12 L’importo comprende compensi erogati nel 2010 di competenza del 2009 13 L’importo include compensi per incarichi in altri comitati 14 L’importo comprende il compenso non annualizzato per la carica di presidente/vicepresidente ricoperta fino ad aprile Compensi Presidente Emolumenti per la Carica Vice Presidente Totale 264 300 2004 200 1505 316 417 885 237 289 1.2001 1.200 Amministratore Delegato Consiglieri Indipendenti Emolumenti per la Carica Totale Emolumenti per la Carica 318 355 36 4 36 1803 184 200 1.416 55 3 40 51 0 2934 298 301 977 50 3 10 1.157 1.556 107 220 207 477 20 4 5 55 5 34 8 114 114 3501 350 Totale Emolumenti per la carica N. Cons. con Altri Emolumenti Altri Emolumenti (importo totale in € 000) 25 25 800 1.470 25 4 18 1818 218 1068 106 418 418 20 1 39 2967 296 1577 157 1.766 1.843 245 394 1 126 356 1.766 1.843 1251 209 1 1251 159 952 1.064 148 148 6931,10 752 2741 344 2741 504 800 1.100 1.600 5411 1.600 6401 1.545 77 4 36 800 1008 409 50 4 80 1.100 1008 425 9007 2.007 634 828 54 1 14 30 5 13 2.300 2.301 68 4 20 0 4 21 18 66 1.000 1.350 774 802 5 2.440 2.503 220 220 2123,10 309 1 1 260 260 3349 344 4 4 220 720 6 1.491 20 5 220 120 1.614 20 6 11 36 3 10 27 3 40 36 12 34 361 49 511 90 4327 437 967 5 355 8 368 100 8 113 1871 260 381,9 112 28 1 15 In carica da Settembre 2010 16 Consigliere delegato 17 In carica fino a Luglio 2010 18 In carica da Luglio 2010 19 In carica fino a Maggio 2010 20 In carica da Maggio 2010 21 Managing Director Finance 5781 632 111 22 Chief Technical Officer 23 Ha ricoperto la carica di DG fino ad Aprile 24 In carica fino a Settembre 2010 25 In carica da Settembre 2010 26 Include incentivo all’esodo e impegno di non concorrenza annuale 27 Questa società adotta il sistema dualistico;i dati si riferiscono al Consiglio di Sorveglianza 28 Chiude il bilancio al 30/6 29 Chiude il bilancio al 31/1 30 Alla data di stesura della Relazione non aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana;non ha pertanto consiglieri indipendenti ai sensi di tale Codice all’interno del CdA 47 Le società del Board Index Italia 2010 blue chip Consiglieri Creval Esecutivi Non Esecutivi Di cui Indipendenti 15 1 14 7 Donne Danieli28 6 3 3 2 1 Datalogic 10 2 8 3 1 Dea Capital 11 2 9 4 De'Longhi 10 2 8 3 Edison 13 1 12 3 Enel Green Power 7 1 6 1 1 Erg 12 7 5 4 1 Esprinet 12 4 8 3 1 Gemina 13 2 11 5 Gewiss 9 5 4 2 1 Gruppo Coin29 9 1 8 2 1 Gruppo Editoriale L'Espresso 11 2 9 5 1 Hera 18 2 16 16 1 Igd 15 1 14 8 IMA 12 2 10 3 1 Indesit 12 2 10 6 2 Interpump 10 3 7 3 Iren 13 4 9 6 Italmobiliare 12 2 10 4 1 Landi Renzo 7 2 5 2 1 Maire Tecnimont 9 3 6 2 Marr 7 1 6 3 Milano Assicurazioni 18 4 14 7 5 Mondadori Editore 14 4 10 6 2 Nice 11 8 3 3 LEGENDA: 1 Membro/Presidente del Comitato Esecutivo 2 Membro del Comitato Nomine 3 Membro del Comitato per il Controllo Interno 4 Membro del Comitato per la Remunerazione 5 Ricopre anche la carica di AD 6 Ricopre anche la carica di DG 48 Totale 7 In carica sino ad Aprile 2010 8 In carica da Aprile 2010 9 Vice Presidente Vicario 10 Presidente del Comitato Nomine e Remunerazioni 11 Presidente del CdA da dicembre 2010 Non Italiani 1 4 (3 F, 1 CH) 1 (SG) 2 (F) 2 (CH, B) 12 L’importo comprende compensi erogati nel 2010 di competenza del 2009 13 L’importo include compensi per incarichi in altri comitati 14 L’importo comprende il compenso non annualizzato per la carica di presidente/vicepresidente ricoperta fino ad aprile Compensi Presidente Emolumenti per la Carica 1.3291 Vice Presidente Totale Emolumenti per la Carica 1.377 6121,5 612 276 276 Amministratore Delegato Totale Emolumenti per la Carica 2943,9 466 2381 250 141 312 Totale N. Cons. con Altri Emolumenti Altri Emolumenti (importo totale in € 000) 1.566,51,6 1.652,5 56 7 27 34 0 515 2.114 30 0 30 30 30 30 850 1.257 743 743 1.205 17 17 48 791 925 437 891 400 30 3 11 40 2 4,5 1.983 46 3 81 1956 12 3 65 992 1.214 48 4 59 300 899 37 3 37 253 470 15 4 17 30 2 5 2.220 604 4.212 113 412 372 827 580 590 2.0305,6 2.030 1313 131 4 430 430 3501 433 1201,13 120 5613 56 5613 56 1613 5545 773 1.8187 2.028 8708 1.234 879 152 8 881 1,16 126 540 330 541 14 634 2.117 33 320 1.523 20 5 16 1251 451 50 15 30 266 16,5 8 12 20 2 15 519 621 369 1.811 70 6 15 1.219 6145 1.252 604 954 40 2 20 532 9915 99 127 507 23 6 20 5.071 81 147 21 3 31 389 436 20 2 10 16 167 225 30 2 10 705 905 20 3 9 10 3 24 10 3 15 1 136 1.2305 1.230 204 20 300 316 1 330 Consiglieri Indipendenti Emolumenti per la carica 515 515 400 400 15 In carica da Settembre 2010 16 Consigliere delegato 17 In carica fino a Luglio 2010 18 In carica da Luglio 2010 19 In carica fino a Maggio 2010 20 In carica da Maggio 2010 21 Managing Director Finance 100 116 1001,3 136 1.0105 2791 1 535 535 22 Chief Technical Officer 23 Ha ricoperto la carica di DG fino ad Aprile 24 In carica fino a Settembre 2010 25 In carica da Settembre 2010 26 Include incentivo all’esodo e impegno di non concorrenza annuale 27 Questa società adotta il sistema dualistico;i dati 16 si riferiscono al Consiglio di Sorveglianza 28 Chiude il bilancio al 30/6 29 Chiude il bilancio al 31/1 30 Alla data di stesura della Relazione non aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana;non ha pertanto consiglieri indipendenti ai sensi di tale Codice all’interno del CdA 49 Le società del Board Index Italia 2010 “star” Consiglieri Totale Esecutivi Non Esecutivi Di cui Indipendenti Donne Non Italiani Piaggio 11 1 10 4 Prelios 13 5 8 6 RCS Mediagroup 21 1 20 4 Recordati 9 4 5 5 2 (D,S) Safilo 7 2 5 4 2 (USA, NL) Saras 10 5 5 3 Save 13 3 10 6 2 Sias 15 5 10 7 2 Sogefi 9 2 7 7 1 Sol 7 4 3 1 Sorin 15 2 13 6 Tod's 12 6 6 4 Trevi Fin Ind 9 4 5 5 3 (2 USA, 1 D) 1 1 (D) 1 (F) 100 Yoox 7 1 6 3 Zignago Vetro 11 2 9 4 LEGENDA: 1 Membro/Presidente del Comitato Esecutivo 2 Membro del Comitato Nomine 3 Membro del Comitato per il Controllo Interno 4 Membro del Comitato per la Remunerazione 5 Ricopre anche la carica di AD 6 Ricopre anche la carica di DG 50 7 In carica sino ad Aprile 2010 8 In carica da Aprile 2010 9 Vice Presidente Vicario 10 Presidente del Comitato Nomine e Remunerazioni 11 Presidente del CdA da dicembre 2010 1 1 (F) 12 L’importo comprende compensi erogati nel 2010 di competenza del 2009 13 L’importo include compensi per incarichi in altri comitati 14 L’importo comprende il compenso non annualizzato per la carica di presidente/vicepresidente ricoperta fino ad aprile 351 Compensi Presidente Emolumenti per la Carica Vice Presidente Totale Emolumenti per la Carica Totale 1.2905 1.290 100 100 396 396 600 1,13 600 130 1.664 704 70 2.536 2.536 550 595 265 5,6 45 1,13 80 336 45 Amministratore Delegato Emolumenti per la Carica Totale 69420,21 707 888 932 66019,21 1.512 327 N. Cons. con Altri Emolumenti Altri Emolumenti (importo totale in € 000) 40 3 20 28 6 21,5 15 4 18 30 5 16 49622 506 550 1.8731,6 152 3.839 59 2.536 2.536 36 224 224 18 3 8 388 388 261 440 15 7 15 315 356 43023 1.330 20 5 12 46 1 20 470 1.024 Consiglieri Indipendenti Emolumenti per la carica 120 120 120 53916 120 5414,5 5001 754 704 70 5111 1.345 20 4 15 9261,5 3.033 6261,5 2.033 3101 428 25 3 11 200 628 185 623 145 485 40 0 99 229 5 4505 900 21 21 20 6795 684 31 31 35 15 In carica da Settembre 2010 16 Consigliere delegato 17 In carica fino a Luglio 2010 18 In carica da Luglio 2010 19 In carica fino a Maggio 2010 20 In carica da Maggio 2010 21 Managing Director Finance 22 Chief Technical Officer 23 Ha ricoperto la carica di DG fino ad Aprile 24 In carica fino a Settembre 2010 25 In carica da Settembre 2010 26 Include incentivo all’esodo e impegno di non concorrenza annuale 27 Questa società adotta il sistema dualistico;i dati si riferiscono al Consiglio di Sorveglianza 28 Chiude il bilancio al 30/6 29 Chiude il bilancio al 31/1 30 Alla data di stesura della Relazione non aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana;non ha pertanto consiglieri indipendenti ai sensi di tale Codice all’interno del CdA 51 Spencer Stuart e la Corporate Governance Fondata nel 1956, Spencer Stuart è oggi società leader a livello mondiale nella ricerca di capi azienda e senior executives, con oltre 320 consulenti operanti in 52 uffici, situati in 28 Paesi. Ogni anno svolgiamo nel mondo circa 4.500 ricerche di dirigenti di alto livello per conto di grandi società tipicamente leader nel proprio settore e operative su più mercati. Oltre a questa tipica attività di executive search abbiamo anche sviluppato una practice dedicata ai Board Services, focalizzata sulla selezione di Consiglieri d’Amministrazione e sulla consulenza sulle principali tematiche di Corporate Governance. Spencer Stuart è la prima società mondiale nella ricerca dei Consiglieri di Amministrazione e conduce ogni anno oltre 600 ricerche in questo specifico settore negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in altri Paesi in Europa, America, Asia, Australia e Sud Africa. Queste ricerche riguardano spesso anche Consiglieri di nazionalità diversa da quella delle società che ci affidano l’incarico. Spencer Stuart assiste inoltre le aziende nella costituzione di Comitati Consultivi Internazionali (International Advisory Boards). I nostri clienti sono sia società con Consigli di Amministrazione consolidati che società in sviluppo, che nominano per la prima volta il proprio Consiglio di Amministrazione. Da alcuni anni Spencer Stuart riveste un ruolo attivo nel campo della Corporate Governance, talvolta in collaborazione con altre primarie istituzioni: >> pubblicando, in sedici Paesi, lo Spencer Stuart Board Index; >> organizzando regolarmente dei seminari per i Consiglieri d’Amministrazione, con la SDA Bocconi in Italia, con la Wharton University negli Stati Uniti e con la London Business School in Gran Bretagna. Essi hanno lo scopo di formare gli Amministratori ed aiutarli ad accrescere il proprio contributo ai Consigli di cui fanno parte; 52 >> organizzando annualmente con la Wharton School il Board Excellence Award >> sponsorizzando la Conferenza Annuale sulla Corporate Governance organizzata dalla J.L. Kellogg Graduate School of Management, presso la Northwestern University; >> partecipando alla pubblicazione della rivista trimestrale americana “Directors & Boards”; >> redigendo numerosi articoli e pubblicazioni; >> partecipando a conferenze, seminari ed altri eventi. 53 Spencer Stuart Italia Milano Via Visconti di Modrone, 12 20122, Milano Tel. +39 02 771251 Roma Via Atanasio Kircher, 7 00197, Roma Tel. +39 06 802071 Contatti — Board Services Practice Carlo Corsi Presidente e Amministratore Delegato di Spencer Stuart Italia [email protected] Enzo De Angelis Responsabile della Board Services Practice di Spencer Stuart Italia [email protected] 54 Pubblicazioni disponibili Oltre che in Italia il Board Index è pubblicato anche nei seguenti Paesi. >> >> >> >> >> >> >> >> >> >> >> >> Austria Canada Francia Germania India Nord Europa (Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia) Olanda Regno Unito Sud Africa Spagna Svizzera Stati Uniti Le relative pubblicazioni sono reperibili sul sito www.spencerstuart.com 55 56 Uffizi Amsterdam Frankfurt Montreal Shanghai T 31 (0) 20.305.73.05 F 31 (0) 20.305.73.50 T 49 (0) 69.61.09.27.0 F 49 (0) 69.61.09.27.50 T 1.514.288.3377 F 1.514.288.4626 T +86 21.2326.2828 F +86 21.2326.2888 Atlanta Geneva Mumbai Silicon Valley T 1.404.504.4400 F 1.404.504.4401 T 41.22.312.36.38 F 41.22.312.36.39 T 91.22.6616.1414 F 91.22.6616.1444 T 1.650.356.5500 F 1.650.356.5501 Barcelona Hong Kong Munich Singapore T 34.93.487.23.36 F 34.93.487.09.44 T 852.2521.8373 F 852.2810.5246 T 49 (0) 89.45.55.53.0 F 49 (0) 89.45.55.53.33 T 65.6586.1186 F 65.6438.3136 Beijing Houston New Delhi Stamford T 86.10.6535.2100 F 86.10.6505.1032 T 1.713.225.1621 F 1.713.658.8336 T 91. 124.469.6727 T 1.203.324.6333 F 1.203.326.3737 Bogota Johannesburg New York Stockholm T 571.618.2488 F 571.618.2317 T 27.11.557.5300 F 27.11.463.3371 T 1.212.336.0200 F 1.212.336.0296 T 46.8.534.801.50 F 46.8.534.801.69 Boston London Orange County Sydney T 1.617.531.5731 F 1.617.531.5732 T 44 (0) 20 7298.3333 F 44 (0) 20 7298.3388 T 1.949.930.8000 F 1.949.930.8001 T 61.2.9240.0100 F 61.2.9240.0180 Brussels Los Angeles Paris Tokyo T 32.2.732.26.25 F 32.2.732.19.39 T 1.310.209.0610 F 1.310.209.0912 T 33 (0) 1.53.57.81.23 F 33 (0) 1.53.57.81.00 T 81.3.3238.8901 F 81.3.3238.8902 Budapest Madrid Philadelphia Toronto T 36.1.200.08.50 F 36.1.394.10.97 T 34.91.745.85.00 F 34.91.561.42.75 T 1.215.814.1600 F 1.215.814.1681 T 1.416.361.0311 F 1.416.361.6118 Buenos Aires Melbourne Prague Vienna T 54.11.4310.9100 F 54.11.4313.2299 T 61.3.8661.0100 F 61.3.8661.0180 T 420.221.411.341 F 420.222.233.087 T 43.1.36.88.700.0 F 43.1.36.88.777 Calgary Mexico City Rome Warsaw T 1.403.538.8658 F 1.403.538.8656 T 52.55.5002.4950 F 52.55.5281.4184 T 39.06.802071 F 39.06.80207200 T 48.22.321.02.00 F 48.22.321.02.01 Chicago Miami San Francisco Washington, D.C. T 1.312.822.0080 F 1.312.822.0116 T 1.305.443.9911 F 1.305.443.2180 T 1.415.495.4141 F 1.415.495.7524 T 1.202.639.8111 F 1.202.639.8222 Dallas Milan Santiago Zurich T 1.214.672.5200 F 1.214.672.5299 T 39.02.771251 F 39.02.782452 T 56.2.940.2700 F 56.2.249.7883 T 41.44.257.17.17 F 41.44.257.17.18 Dubai Minneapolis/St. Paul Sao Paulo T 971.4.426.6500 F 971.4.426.6501 T 1.612.313.2000 F 1.612.313.2001 T 55.11.3759.7700 F 55.11.3759.7736 ©2011 Spencer Stuart. All rights reserved. For information about copying, distributing and displaying this work, contact [email protected]. Sign up to receive publications in your areas of interest via email or RSS by visiting www.spencerstuart.com.
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