Puoi usare la mia barca Signore

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Puoi usare la mia barca Signore
Puoi usare la mia barca Signore
Scritto da Marco Cicoletti
Bella barca!
Simone distolse lo sguardo dalle reti che stava rammentando per guardare quell’uomo alto e di
bell’aspetto che stava toccando la sua barca. Era Gesù, il tizio che aveva già incontrato in
precedenza in Giudea dove Simone era andato, spinto dal fratello, per ascoltare Giovanni
Battista predicare ma Simone non era rimasto affatto scosso. Pietro aveva sentito dire che
anche Gesù da qualche tempo si era messo a fare il maestro.
Gesù seguiva, sfiorando col dito, la finitura della barca di Simone elogiando la perfetta
manifattura. “Ben levigata” disse.
“Beniamino e i figli ci hanno messo sette mesi. Pensavo quasi che non l’avrebbero mai
terminata. Ma si è fatto pagare bene! Però non ho di che lamentarmi perché è per certo la barca
migliore di tutto il lago”. Quindi si alzò e si avvicinò alla barca ormeggiata sulla spiaggia di
ciottoli. “Sembra proprio che te ne intendi di legname!”. "Ho sempre fatto il falegname e mio
padre prima di me!”, disse Gesù stendendo la mano per presentarsi. “Piacere di conoscerti. Ti
dispiace se do uno sguardo alla prua?".
Simone esitò per un istante. Era una barca nuova e non gli piaceva che qualcuno ci ficcasse il
naso soprattutto qualcuno che non sapeva nulla di barche. Ma l’orgoglio ebbe la meglio sulla
sua ansietà. “Certamente ma fai attenzione a non inciampare su quelle funi”. Gesù saltò nella
barca e la esaminò attentamente: timone, scalmi, attacchi delle vele. “Beniamino ti ha fatto
proprio una barca eccellente" esclamò mentre saltava giù. “A proposito, questa sera terrò un
insegnamento lungo la spiaggia. Mi chiedevo se potessi dare una mano a tenere seduta la
gente. Se non ti dispiace, avrei bisogno di un aiuto".
"Felice di esserti utile, Gesù."
A Simone piaceva sentirsi utile e gli piaceva soprattutto il fatto che un carpentiere avesse
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definito la sua barca un capolavoro proprio come la considerava egli stesso. Quella sera, dopo
aver tentato invano di controllare la folla, Simone si sedette affascinato. “Il cieco che vedete
guarito davanti ai vostri occhi è prova che la potenza di Dio è in mezzo a voi per guarire la
vostra vita, liberare e donarvi gioia! Il Regno di Dio è qui!” Gesù aveva predicato: “Convertitevi,
date una svolta e mettere a posto la vostra vita con Dio!”.
Questo non era il discorso ripetuto a memoria del solito maestro itinerante che citava il Rabbino
tal dei tali per sostenere le proprie opinioni. Non era la stessa solita minestra. Gesù insegnava
con una autorità innata, una franchezza che lasciava i farisei che si trovavano in mezzo alla
folla senza parole e spingeva la gente comune a lacrime di vergogna e pentimento.
Mentre il sole tramontava e la gente si alzava per rimettersi in cammino, Pietro stesso, questa
volta, era rimasto profondamente toccato. Eccolo: un istintivo e profano pescatore. Era pronto
per il Regno di Dio ed il Messia?
Senza dubbio egli era un bravo pescatore. Ma era una brava persona? Su questo punto aveva
qualche riserva.
Ma non era quello il momento di riflettere. La flotta di Cafarnao stava già preparandosi per
avventurarsi in un’altra notte di pesca. Simone e suo fratello Andrea spinsero la barca con forza
in acqua facendola distanziare qualche metro da riva prima di saltarci dentro.
Remarono per un certo tempo per allontanarsi da terra e gettarono la prima di molte reti.
Avrebbero passato tutta la notte gettando reti per poi ritirarle a bordo e rilanciarle e così via. E
quando l’aurora cominciò a rischiarare l’orizzonte tingendolo di rosa, Simone ed Andrea
gettarono per l’ultima volta la loro ultima rete. A questo punto anche la non più tanto allegra
compagnia avrebbe desiderato poter gridare: “Gol!!!!!”. Gettarono la loro ultima rete della notte
pronti a far rotta verso riva, vendere il pesce pescato ed andarsene finalmente a dormire. Era
stata una notte lunga ma in compenso avevano fatto la miglior pesca di tutta la settimana.
"Si-mone!" riecheggiò una voce lungo la superficie delle acque.
"Si-mone!" Simone osservò la rete affondare al di sotto della superficie del lago per poi rialzare
lo sguardo. Era Gesù. Gesù, le cui parole del Regno di Dio lo avevano punzecchiato
continuamente tutta la notte mentre lavorava sodo.
"Si-mone!" La chiamata giunse
per la terza volta. E Simone alzò la mano come segno che lo aveva riconosciuto.
"Seguimi!". Quella parola era come una spada affilata, breve, ed esigente. "Seguitemi e farò di
voi pescatori di uomini!".
Pescatori di che? Di uomini? Pescare uomini al posto del pesce? Cosa voleva dire? Ma Gesù lo
stava chiamando. Gesù insisteva.
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Egli stava chiamando ora! La rete rimase immobile nell’acqua in cui Pietro l’aveva gettata con
le boe che galleggiavano ancora, ancora lì al suo posto per intrappolare qualche pesce incauto.
Ma quel pesce non avrebbe trovato la via per la tavola quella mattina perché sia Simone che
Andrea si erano tuffati dall’altra parte e nuotavano con forza verso riva. Zuppi e gocciolanti
come due gocce d’acqua pesanti, caddero sulle loro ginocchia davanti a Gesù.
"Simone!". Simone poteva sentire la mano del Maestro passare tra i suoi capelli arruffati e
bagnati. "Simone, seguimi!".
Simone alzò lo sguardo verso Gesù. "Si, Signore, ti seguirò. Dove stai andando!”.
"Vedrai", disse Gesù, tirandolo per il braccio con dolcezza come invito ad alzarsi. “E, Simone,
un’altra cosa: ho bisogno della tua barca!".
La sua nuova barca, orgoglio di tutta la flotta della città? E cosa poteva farci Gesù con una
barca? Simone continuò a guardare Gesù negli occhi. “Certo che potrai usarla” replicò
lentamente, “…….quando non ci serve." "Ma Io ne ho bisogno" insistette Gesù. "La barca è tua,
non è vero?"
"Certo che è mia; sono il legittimo
proprietario. Mi è costata tre anni di lavoro extra per pagarla!".
"E tu hai deciso di seguirmi, no, Simone?".
"Certo, Signore!"
"Allora anche la tua barca deve seguire me" rispose Gesù. "Non solo te ma tutto ciò sei e
possiedi deve seguire me ed esser a mia disposizione quando ne ho bisogno".
Simone provò vergogna. “Si Signore. Prendi pure la mia barca ed usala quando ne hai
bisogno…lo voglio davvero. Perdona il mio egoismo".
"Hai una casa
Simone?"
"Si,
Signore, possiedo una casa".
"Ho bisogno anche di quella”.
"Della mia casa?”.
"Si, la tua casa!”.
"Eh, Gesù. Non è semplice come pensi. Mia suocera vive con noi e non sta molto bene. Non
credo che sia bene disturbarla, con la febbre e tutto quello che ha!”
"La tua barca, la tua casa e te dovete seguirmi, Simone".
"Si, Signore"
"Non
temere per tua suocera. Mi prenderò cura di lei, vedrai. Perché intanto non mi fai strada?”
"Si, Signore" disse Simone e così lui, suo fratello e Gesù si incamminarono dalla spiaggia verso
la città dove giunsero quando il sole era già alto sopra le colline.
Questa storia è pura finzione ma è basata sui racconti di Gv 1,35-42 e Mt 4,12-22. Come
saprai quando Gesù giunse nella casa di Pietro, guarì subito la suocera dalla febbre e la casa
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divenne la base operativa di Gesù, la scena di innumerevoli miracoli ed insegnamenti. Anche la
barca venne usata più volte per trasportare Gesù ed i discepoli durante la missione in Galilea. A
questo punto ti chiederai perché mi sono inventato tutto questo. Se sei uno che legge tra le
righe forse hai già capito perché. Lascia che ti faccia una domanda: Cosa possiedi che DEVE
necessariamente seguire Gesù insieme a te?
Sai molti
amano Gesù….tanto… ma fino ad un certo punto:….finché amarlo non significa dare per la sua
causa non solo ciò che siamo ma anche ciò che abbiamo! Mettergli a disposizione tutto!
Cosa è che deve seguire Gesù insieme con te?? Solo tu sai e solo tu puoi rispondere!! Pensaci
e fallo!!
Marco Cicoletti
"Beniamino, il costruttore di barche, ha finito di lavorarci lo scorso autunno” disse Simone
pensando che anche Gesù conoscesse Beniamino e poi aggiunse: “è l’ultima barca che ha fatto
prima di morire".
Gesù lisciò con la mano le tavole del fianco del’imbarcazione. “Incastro perfetto!” disse, “giunti
meravigliosi. Ci è voluto molto tempo per costruirla. Un vero capolavoro!”.
"Molto tempo, esatto!”. Simone mise giù le reti. Parlare era decisamente più piacevole che
rammendare le reti.
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