Oropher e La Guerra degli Anelli
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OROPHER E LA GUERRA DEGLI ANELLI C orreva l’anno 700 della Seconda Era: Celeborn e Galadriel, due fra i più potenti Signori Elfici, fondarono il Regno dell’Eregion ad est dell’Eriador. Qui, nel 750, venne fondata la città di Ost-in-Edhil, alla confluenza del torrente Sirannon (che sgorga dalle Miniere di Moria) nel fiume Glanduin (che nasce sulle Montagne Nebbiose). In breve il regno crebbe in potenza e ricchezza, soprattutto grazie alla collaborazione tra gli Elfi Noldorin ed i Nani di Moria. Proprio in quegli anni, però, Sauron stava riprendendosi dalla disgrazia capitata al suo antico Padrone e mirava agli Elfi per sottometterli ed usarli a fini malvagi. Così, celando la sua vera identità, si presentò nell’Eregion nel 1200 con il nome di Annatar sostenendo di essere stato mandato dai Valar per alleviare le ferite della Terra di Mezzo. Col passare degli anni egli acquisì sempre più potere ed influenza, soprattutto nei confronti della confraternita segreta detta Gwaith-i-Mirdain, il cui capo era Celebrimbor, figlio di Curufin, maestro nella metallurgia. Il re e la regina dell’Eregion tentarono di porre fine all’invadenza di Sauron, ma il successo di questi fra gli Alti Elfi non consentì loro di proseguire in questo senso. Così, nel 1400 della Seconda Era, Galadriel indisse un consiglio segreto, invitando solo gli amici più fidati: -Se lasciamo che Annatar continui la sua opera di persuasione conquisterà tutti i cuori dei Noldor!- esclamò Celeborn. -La tenebra ha ripreso ad estendersi e qualcosa si muove a nostra insaputa nell’Eregion!- disse Galadriel. -Cosa intendete dire, madre?- chiese Amroth, Principe dell’Eregion. -Credo che qualcun’altro qui ce lo dirà oggi! Non è così Oropher?- chiese Galadriel rivolgendosi al consigliere del re. -Sì, mia Signora: ho scoperto che Celebrimbor ha fondato una setta segreta che lavora i metalli con le arti magiche e che di essa fanno parte, a nostra insaputa, molti Noldor!-Ma questo è inaudito!- esclamò sconcertata Celebrian, figlia di Celeborn e Galadriel. -Il tempo a nostra disposizione sta per scadere!- disse Galadriel volgendo lo sguardo al suo sposo –Temo che qualcosa di terribile stia per accadere a noi tutti!-Non temete madre- esclamò Amroth. 1 -Dobbiamo organizzare un piano di fuga nel caso in cui le cose dovessero mettersi male!- disse Oropher. -Credo che l’unica via di fuga sia Moria!- disse Galadriel, ma a quel nome il volto di Celeborn si corrucciò ed egli disse: -Io non metterò piede nella dimora di quel popolo rachitico che ha ucciso i miei stessi parenti e ha contribuito alla distruzione del Regno del Doriath per la pura e semplice avidità di cuore!-Sai benissimo, padre, che questi Nani non hanno niente a che fare con lo sterminio della nostra gente avvenuto l’era passata nel Beleriand!- disse Celebrian. -Giusto, a noi occorrerà il loro aiuto e a loro le nostre informazioni: se Celebrimbor o Annatar prendessero il potere, il male inizierebbe a diffondersi sotto una nuova forma- disse Galadriel. Ma Celeborn fu irremovibile e così si decise che in caso di pericolo Galadriel sarebbe partita, portando con se Amroth e Celebrian, ed avrebbe raggiunto la foresta di Lothlorien, sul versante orientale delle Montagne Nebbiose, attraversando Moria, mentre Celeborn e Oropher sarebbero rimasti. Nei giorni che seguirono Galadriel sentì crescere la paura ed ogni volta che incrociava Celebrimbor un brivido gelido le percorreva la schiena. Così decise di far compiere un’ impresa della massima importanza al consigliere del re, un Elfo fidato. Si recò nei giardini del palazzo, dai quali si vedeva il fiume Glanduin, e rivoltasi ad Oropher disse: -Credi forse che non sappia ciò che ti dice il tuo cuore? So che temi anche tu per il tuo re e per la tua regina!- in quel momento una folata di vento le agitò i biondi e lunghi capelli ondulati, mentre le bianche vesti si increspavano come le onde del mare. -Dimmi, Signora, cosa posso fare per aiutare il mio re?domandò Oropher, inginocchiandosi di fronte a Galadriel ed abbassando il capo e le lunghe chiome corvine con gesto cavalleresco. -Disubbidirgli!- esclamò Galadriel –Ed esaudire una mia preghiera: voglio che tu vada ad avvertire Sire Gilgalad del Lindon del pericolo che corriamo, poiché io ho previsto la caduta dell’Eregion! Gli domanderai di chiedere l’aiuto dei Dunedain di Numenor, con i quali egli ha buoni rapporti, infatti temo che la guerra nell’Eriador si scatenerà velocemente, e temo anche a causa di Annatar!Oropher rimase a bocca aperta sia per l’importanza della richiesta sia per la valanga di brutte notizie dalle quali era stato sommerso. 2 -Lo farò, mia Signora- disse infine, alzandosi e scrutando il pallido orizzonte al chiaro di luna -Per te e per il mio popolo!In quello stesso momento tornò nei suoi alloggi, raccolse in fretta le sue cose e partì a cavallo, mentre Galadriel lo salutava dal giardino. Quando, infine, si voltò vide una scena penosa e capì di essere partito appena in tempo: Celebrimbor aveva fatto arrestare Galadriel, mentre Annatar le toglieva la corona dalla testa. Era l’inizio della fine. In men che non si dica Oropher cavalcò a valle: seguì il corso del Glanduin, superò le paludi denominate l’Acqua dei Cigni e raggiunse l’Inondagrigio. Voltatosi vide in lontananza il luccichio delle torri di Ost-in-Edhil al chiarore lunare, poi ripartì e raggiunse un piccolo molo che gli Elfi avevano costruito per navigare sul fiume ed attraversarlo. Trovò una piccola imbarcazione e, lasciato il cavallo a terra, salpò verso sud, seguendo il corso del fiume. Il viaggio durò parecchi giorni: Oropher non remò quasi mai, ma lasciò che la corrente lo portasse al mare. Una notte, mentre riposava come ogni sera sulla riva del fiume, fece un sogno: vide Galadriel, con vesti luminose, che portava con sé i suoi figli in salvo verso Moria mentre Celebrimbor dava ordine alle sue truppe di non inseguirla; Celeborn fu lasciato in pace e dimenticato, mentre Annatar si rivelò come Sauron ed iniziò a lavorare con gli altri fabbri ad anelli magici. Oropher raggiunse la foce dell’Inondagrigio e fu accolto da un gruppo di Uomini numenoreani che stavano nella Terra di Mezzo a guardia del porto di Lond Daer: -Il porto e le mura sono quasi complete, ma la città no e noi siamo stati assegnati alla sua vigilanza e difesa!disse Anarion, uno degli Uomini che trovarono Oropher. -Ma difenderla da chi?- chiese Oropher, temendo che Sauron agisse anche lì. -Dagli Uomini selvaggi che vivono lungo le foreste, che si trovano tra le due sponde dell’Inondagrigio- rispose Ardamir, amico di Anarion -Ma dicci, cosa ci fa un Elfo da queste parti?-Devo raggiungere i porti del Lindon, dove regna Gil-galad per riferirgli importanti messaggi da parte della regina dell’Eregion, Galadriel- disse Oropher. -Perché stanotte non resti qui con noi? Domani una delle nostre navi salpa per Numenor, ma prima attraccherà nel Lindon per alcune commissioni di legname!- disse Anarion. -Legname?- chiese l’Elfo. -Sì- riprese Ardamir –noi qui produciamo legname, ricavandolo dalle foreste e lo inviamo nella nostra isola- 3 Infine Oropher accettò la loro offerta, anche perché la sua piccola imbarcazione non era adatta alla navigazione marittima e, inoltre, le navi numenoreane erano famose per la loro velocità e robustezza. Il giorno seguente partì a bordo della nave numenoreana e viaggiò in compagnia dei Venturieri, cioè di marinai esperti che navigavano, sprezzanti del pericolo, nelle rotte più insolite. Costoro, dopo essere stati in stanziamenti numenoreani del sud, erano rimasti qualche tempo a Lond Daer, prima di tornare a casa. Raggiunsero il Lindon dopo pochi giorni di veloce navigazione e Oropher poté recarsi da Gil-galad, mentre gli Elfi aiutavano i Numenoreani a scaricare il legname. Gil-galad lo accolse con cortesia, ma quando seppe che era un messaggero di Galadriel mandò subito a chiamare Elrond Mezzelfo e Cirdan il Carpentiere, entrambi fra i più saggi Elfi della Terra di Mezzo. Poi, chiusi in una stanza, parlarono: -Dicci, dunque, quali sono le parole di Dama Galadriel!disse Gil-galad. -La mia Signora vi manda a dire che il terrore sta imperversando nell’Eregion: io stesso ho visto Celebrimbor ed Annatar che arrestavano Dama Galadriel mentre mi allontanavo da Ost-in-Edhil per questa missione!-Galadriel arrestata da Annatar?- chiese Elrond. -Sì, purtroppo, ma credo anche che forse sia riuscita a mettersi in salvo a Lothlorien attraversando Moria. Solo Sire Celeborn è rimasto in Eregion, mentre Annatar e Celebrimbor hanno preso il potere con una confraternita segreta detta Mirdain e temo con scopi malvagi!-Sai forse qualcosa di sicuro? Cosa possono mai forgiare di tanto pericoloso?- chiese Cirdan. -Temo siano Anelli di Potere, se il mio sogno è vero!-Anelli? Allora Annatar ha rivelato ai fabbri Noldorin i segreti della metallurgia!- disse Gil-galad. -Non è tutto: Galadriel vi chiede di inviare messaggeri a Numenor e chiedere l’aiuto dei Dunedain poiché ha previsto una terribile guerra che devasterà l’Eriador!- concluse Oropher. Il silenzio invase la stanza: ognuno era perso nei suoi pensieri e cercava di capire il veloce evolversi degli eventi. -Temo che i Numenoreani non saranno così lesti ad aiutarci: sono molto presi dai loro affari e poco loro importa della Terra di Mezzo!- esclamò infine Gil-galad. -Ma se Dama Galadriel ha detto di inviare messaggi di soccorso è perché sente qualcosa, ed anch’io sono del suo stesso parere!- disse Elrond. 4 -Sì, hai ragione- disse Gil-galad, convincendosi –invierò un Elfo fidato sulla nave numenoreana a parlare con re TarSurion di Numenor!Così il consiglio si sciolse: Gil-galad preparò una missiva per il re di Numenor e la affidò ad un Elfo saggio e di fiducia; Cirdan invitò Oropher a restare fino al ritorno del messo per poi riferire a Galadriel i risultati delle trattative; Elrond, invece, se ne andò in disparte consultandosi con i suoi pensieri e cercando di vedere oltre, nel futuro. Passarono molti anni, giunse il 1600 e la risposta di Numenor non arrivò. Infine si scoprì che la nave numenoreana era affondata in un naufragio e con essa era andato perduto il messaggio di Gil-galad. -Qualcosa di oscuro ha provocato questa disgrazia… Temo che il potere di Annatar si sia ingrandito!- disse Elrond afflitto. In quei mesi giunsero notizie dall’Eregion: Sauron aveva lasciato il regno per tornare a Mordor, la sua patria, affidando il governo a Celebrimbor; questi, però, scoprì che Annatar/Sauron aveva forgiato un Anello Sovrano per governare gli altri, così rinsavì, provocando l’ira del Signore Oscuro. -Devo partire subito ed avvertire Dama Galadriel di ciò che avviene nel suo regno- disse Oropher all’udire queste notizie terribili. -Va pure!- esclamò Gil-galad –Ma dì a Galadriel che se avrà bisogno di noi non esiteremo a soccorrerla!Oropher prese il più veloce cavallo del Lindon, uno dei pochi, e partì verso sud-est. Passarono lunghi giorni, ma dopo aver viaggiato un mese, giorno e notte, raggiunse l’ Eregion. Qui fu accolto da Celebrimbor: -Oropher! Ti credevo con Dama Galadriel a Lothlorien!-No, Galadriel mi aveva mandato a svolgere un compito! Ma che ne è stato di Sauron?-Se n’è andato a Mordor e ci ha traditi! Vedi, devi sapere che durante la tua assenza egli ci ha insegnato molte cose sulla metallurgia e ci ha convinto a forgiare Anelli di Potere! La prima volta ne forgiammo Nove, poi Sette e Sauron partì allora per forgiare un Anello Sovrano che li domasse tutti! Io, in sua assenza, ho forgiato Tre Anelli molto potenti, ma adesso tutti vengono controllati da lui!-E’ spaventoso quello che Sauron vuole fare! E pensare che era giunto qui con buoni propositi, dicendo di essere stato mandato dai Valar!-Già, io per primo ho voluto fidarmi di lui, restando scottato! Ma adesso finirà! Non ho alcuna intenzione di 5 continuare a fare il suo gioco: andrò a consultarmi con Galadriel! Vuoi venire con me?-Verrò con piacere!Così, qualche giorno dopo, i due partirono per la foresta di Lothlorien. Giunsero alle Miniere di Moria e furono accolti e sorvegliati dai Nani. Il viaggio nelle miniere durò quattro giorni e, giunti ad est dei monti, ringraziarono il Popolo di Durin e, impazienti di parlare con Galadriel, ripresero il cammino verso la sua contrada. Giunsero la sera ai boschi di Lothlorien e vennero accolti dagli Elfi Silvani che lì dimoravano da lunghissimi anni e che avevano accettato la sovranità di Galadriel. Alle frontiere vennero raggiunti da Amroth, che li condusse a Caras Galadhon, la città in mezzo alla foresta. -Sei dunque giunto qui da me!- esclamò Galadriel vedendo Celebrimbor –Oh, ma ci sei anche tu Oropher!-Sì, mia Signora: Gil-galad ti dà il suo pieno appoggio e ha inviato un messo a Numenor che non è mai giunto!-Queste non sono buone notizie!-Quando l’ho lasciato si apprestava a inviarne un altro!-Io devo farti le mie scuse Galadriel- disse Celebrimbor, poiché mi sono comportato male con te: ero convinto che Sauron fosse davvero ciò che fingeva di essere, ma mi sarei dovuto fidare del tuo consiglio!-Non temere, io non nutro rancore per coloro che si redimono! Ma non credo tu sia qui solo per chiedere il mio perdono!-Infatti sono venuto per chiedere il tuo consiglio sulla questione degli Anelli del Potere-Hai qui con te i Tre?- domandò Galadriel in apprensione. -Sì- e così dicendo Celebrimbor tirò fuori da un sacco uno scrigno e, apertolo, mostrò ai presenti i Tre Anelli degli Elfi: Narya, Nenya e Vilya. Erano meravigliosi: il primo aveva un rubino incastonato nell’oro più lucente che mai fosse stato visto sulla Terra di Mezzo; il secondo era composto da un diamante e dal mithril indistruttibile che risplendeva come seta al sole; il terzo aveva uno zaffiro circondato da argento luminoso e sembrava che un frammento di cielo fosse stato imprigionato in quella gemma azzurra. A questa vista tutti e tre gli Elfi non trovarono la forza di fare ciò che era più ovvio, cioè distruggere gli Anelli all’istante per evitare che Sauron potesse controllarli. -Dobbiamo nasconderli e custodirli in segreto!- disse infine Galadriel –Nessuno, a parte i presenti ed i custodi, dovrà sapere a chi sono stati dati e dove si trovano!-Sì, credo sia l’unica cosa da fare!- disse Celebrimbor. Poi trasse Nenya dallo scrigno e lo porse a Galadriel – Prendilo tu, poiché non conosco mani più sicure delle tue!- 6 Galadriel ringraziò l’Elfo per il dono e prese per se l’ Anello Bianco. Poi Celebrimbor chiese: -A chi andranno l’Anello Rosso e l’Anello Azzurro?-Se posso permettermi- interloquì Oropher –a Lindon vivono molti Elfi saggi, a cominciare da Sire Gil-galad, perché non li affidiamo a loro?-Era proprio quello che volevo proporre!- disse Galadriel –Credo che avrai una nuova missione da compiere, Oropher: affiderai Narya e Vilya alla custodia di Gil-galad. Sarà lui a decidere se tenerli o affidarli ad altri Elfi del Lindon!-C’è un’altra cosa!- disse Celebrimbor –Temo che Sauron sarà ormai stato informato della mia rivolta e giungerà presto con numerosi eserciti per sottometterci con la forza!-Credo che tu abbia ragione, ma non è ancora il momento: a Sauron occorrerà del tempo per radunare un esercito tanto potente da combattere contro Eregion e Lindon insieme! Inoltre non sa che potremmo avere l’appoggio dei Dunedain di Numenor!- disse Galadriel. -Tutto dipende da questo: coinvolgere i Numenoreani in questa guerra!- disse quasi tra sé e sé Oropher. Dopo qualche tempo trascorso nella splendida dimora di Galadriel, Oropher e Celebrimbor ripartirono per l’Eregion. La Dama del bosco si rivolse ad entrambi: -Vi auguro buona fortuna! Non ci rivedremo, Namarie!I due compagni di viaggio attraversarono nuovamente le miniere dei Nani e raggiunsero Ost-in-Edhil qualche mese dopo la loro partenza. Celebrimbor rimase in Eregion ad organizzare la futura difesa contro Sauron, mentre Oropher partì immediatamente per il Lindon con il suo prezioso bagaglio. Dopo l’arrivo di Oropher nel Lindon questi spiegò e narrò al re i fatti avvenuti a Lothlorien e in Eregion e gli consegnò i due anelli superstiti. Gil-galad rimase anche lui esterrefatto dal loro splendore, ma non si sentì di custodirli entrambi, così affidò Narya a Cirdan e tenne per se Vilya. Essi non vennero mai usati, poiché Sauron avrebbe potuto controllarli, e così attesero tempi più propizi. Oropher restò alquanto meravigliato dalla scelta del re, poiché vedeva in Elrond assai più potere e saggezza che negli altri Elfi del Lindon. Gli anni trascorsero e Gil-galad riuscì a contattare l’ erede al trono di Numenor, Minastir, che amministrava il regno per conto dell’anziana regina Tar-Telperien (sua zia). Nella missiva che Gil-galad aveva ricevuto si diceva: 7 -“Sono onorato di accettare la richiesta di aiuto del più potente Sire Elfico della Terra di Mezzo, ed inizierò immediatamente i preparativi per la flotta e gli eserciti”-Lascia ben sperare, non credi anche tu Oropher?- chiese Gil-galad all’Elfo. -Credo di sì, ma non dobbiamo dimenticare che il tempo incalza e che Sauron è quasi giunto nell’Eriador!Infatti correva l’anno 1695 della Seconda Era e Sauron aveva iniziato ad invadere il sud dell’Eregion. Gil-galad inviò Elrond con tutti i suoi Elfi in soccorso, ma le forze di Sauron erano assai più numerose: solo Celeborn ed alcuni esuli dell’Eregion si salvarono dall’assalto al regno. In seguito si seppe che Sauron aveva saccheggiato la Casa della Mirdain, impossessandosi dei Nove e dei Sette, e aveva messo a morte Celebrimbor. Egli, tuttavia, intuì che i Tre erano stati affidati a custodi elfici e si gettò con tutte le sue forze sulle truppe di Elrond, spingendole sempre più a nord. Solo l’intervento dei Nani di Moria e degli Elfi Silvani di Lothlorien (che attaccarono la retroguardia di Sauron) permisero ad Elrond di rifugiarsi nella valle di Gran Burrone e fondare lì un rifugio, nel 1697. Dopo aver inutilmente inseguito Nani ed Elfi (che si barricarono nelle impenetrabili miniere), Sauron mandò il grosso delle sue forze verso il Lindon, lasciando delle guarnigioni a Gran Burrone. Proprio quando i suoi eserciti raggiunsero il regno di Gil-galad arrivarono le navi numenoreane di Minastir che diedero a Sauron il colpo di grazia. Nel 1701, grazie anche ad un attacco numenoreano da Lond Daer, Sauron fuggì, completamente sconfitto, a Mordor. L’Eriador era distrutta: le grandi foreste erano state devastate dalle battaglie e molti Elfi e Uomini erano periti durante i combattimenti. Ma la Terra di Mezzo era stata salvata da Sauron e dalle sue immonde creature, almeno per il momento: non solo Oropher era rimasto inorridito dagli eventi avvenuti. -Credo che l’autunno degli Elfi sia arrivato e poiché non amo l’inverno ho deciso di lasciare la Terra di Mezzo per luoghi più tranquilli!- disse Oropher a Gil-galad. -Sei proprio sicuro di volerlo fare? Non vuoi rivedere Dama Galadriel?-Ormai il mondo come lo conoscevo non esiste più e la mia Signora sapeva che non ci saremmo più rivisti! Ho una preghiera da rivolgervi, Sire!-Dimmi pure!-Custodite con attenzione il vostro Anello e non usatelo finché Sauron avrà il suo! Inoltre fate in modo di lasciarlo in mani sicure se doveste lasciare il Lindon per andare in guerra o in luoghi poco sicuri: è importante che non va- 8 da perduto nessuno di essi!- disse Oropher ricordando al re ciò che il consiglio aveva ribadito tempo prima sulla questione degli Anelli e le sue implicazioni. Oropher disse addio a Cirdan e ad Elrond e quest’ultimo gli disse: -Non so se sei cosciente di tutto ciò che hai fatto per la salvezza della Terra di Mezzo, ma ti ringrazio per la tua fiducia e per la tua amicizia! Un giorno ci rincontreremo nelle verdi contrade di Eressea e anche Galadriel sarà con me!Oropher diede il suo ultimo saluto alla Terra di Mezzo e partì a bordo di una nave numenoreana per l’isola degli Uomini, poiché voleva visitarla prima di raggiungere Valinor. Qualche tempo dopo raggiunse il grande porto di Andunie, in una profonda insenatura della costa numenoreana, e qui fu gentilmente accolto dal re Tar-Minastir, che era da poco stato incoronato (dopo la morte della zia). -Sono felice di conoscere una delle figure di rilievo della resistenza contro Sauron!- disse il re alla vista di Oropher. -Sono io, Sire, ad essere onorato di conoscere un così potente sovrano di Uomini che ricorda ancora le vecchie alleanze!- rispose con riconoscenza Oropher. -Vieni, ti condurrò alla città dei re, Armenelos la splendente!- disse Minastir. Dopodiché partirono a cavallo per la capitale di Numenor che sorgeva ai piedi di un’immensa montagna, il Meneltarma: era un grande cono con la cima immersa nelle nuvole e ricoperta di neve, quasi un pilastro del cielo. Proprio in quei giorni autunnali si celebrava l’Eruhantale, una cerimonia di ringraziamento ad Iluvatar, padre e creatore degli Uomini, a cui la montagna era sacra. Le celebrazioni si svolgevano in cima al Meneltarma, dove si trovava un altare, e solo il re, che presiedeva l’evento, poteva prendere la parola in quei luoghi. Oropher fu invitato ad assistere e rimase colpito dalla semplicità e magnificenza della cerimonia: il re, vestito di bianco e inghirlandato, camminava a piedi, seguito da una grande folla, fino alla cima del monte e sopra la gente tre Aquile volavano in segno di approvazione. Poi Oropher si congedò dal re, raggiunse il porto di Eldalonde, dall’altra parte dell’isola, e partì con una nave di Alti Elfi (che avevano fatto visita ai Dunedain), che ritornavano a Tol-Eressea. Voltatosi verso oriente dal bordo della nave, Oropher disse addio anche a Numenor ed iniziò ad immaginare la sua vita nelle Terre Imperiture. 9
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