Creolizzazione - CVM – Comunità Volontari per il Mondo

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Creolizzazione - CVM – Comunità Volontari per il Mondo
Scuola Primaria “G.B. Fratadocchi”
Montottone IC Petritoli
Docenti : Antodicola Maria Teresa, Claretti
Tiziana, Corbelli Gabriella
[email protected]
www.iscpetritoli.it
Unità di lavoro : CREOLIZZAZIONE
PROSPETTIVA
MONDIALISTA
=
COSCIENZA
di essere una
COMUNITÀ PLURALE
con
CULTURA
COMPLESSA/CREOLA
Mappa Concettuale
( micro-concetto)
CREOLIZZAZIONE
=
RELAZIONE
di
ELEMENTI ETEROGENEI
provenienti da
DIVERSITÀ CULTURALE
Fase 0. Conoscere la percezione che gli alunni hanno della
creolizzazione
1. Cosa ti fa venire in mente l’incontro con
l’altro?
Amicizia
Amore
Famiglia
Pace
Abbracci
Allegria
Parlarsi
Chiarimenti
Alla prima domanda “Cosa ti fa venire
in mente l’incontro con l’altro?” gli
allievi rispondono citando sentimenti
come amicizia, amore, pace, allegria
o azioni quali abbracciarsi, chiarirsi,
parlarsi. Un ragazzo fa riferimento
alla comunità familiare.
2 Chi è l’altro?
Persona diversa da noi
Amico
Fratello, parente
Compagno di classe
Nemico
Vicino di casa
Il prossimo
La mamma
La maestra
Alla seconda domanda “Chi è l’altro?”
alcuni chiamano in causa persone
amiche, familiari, compagni di classe,
la maestra, la mamma. Un bambino
indica il prossimo ed un altro il
nemico.
3 “Dove vedi la presenza dell’altro?”
Quando ti aiuta, ne senti la presenza
Quando ti sta vicino
Quando si parla insieme
Se ti vuole minacciare o prendere a
botte
Se ti vuole bene
Nel gioco
Nel fare i compiti insieme
Alla terza domanda “Dove vedi la
presenza dell’altro?” gli allievi
oscillano tra un contesto in cui
prevale la collaborazione, il reciproco
aiuto e il gioco ed un altro segnato
dalla minaccia e dalla violenza.
4 Dove l’incontri?
A casa
Al mercato
Al supermercato
A un appuntamento
A scuola
In giro
Nei viaggi
In strada
Al parco
In biblioteca
Al catechismo
Al calcio
Quando facciamo la recita
Alla quarta domanda “Dove l’incontri?”
i luoghi di riferimento sono la casa, il
mercato. il supermercato, la scuola, la
strada, il parco, la sede del
catechismo, la biblioteca, nel campo di
calcio. Alcuni indicano genericamente
quando si va in giro e si viaggia.
5 Cosa accade quando incontri l’altro?
Ci fai amicizia
Ci litighi
Ci giochi
Ci parli
Ci discuti
Ti aiuti a vicenda
Ti dai una mano
Ti innamori
Alla quinta domanda “Cosa accade
quando incontri l’altro?” gli allievi si
orientano a rilevare sentimenti o
azioni positive quali il parlare, il fare
amicizia, l’innamorarsi il giocare, il
darsi una mano. C’è chi invece mette
in rilievo il litigio.
6 Come ti senti dopo l’incontro?
Felice
Triste
Annoiato
Fiero
Gioioso
Arrabbiato
Divertito
Stanco
Malato
Maltrattato
Ferito
Dispiaciuto
Confuso
Soddisfatto
Impaziente di incontrarlo di nuovo
Alla sesta domanda “Come ti senti
dopo l’incontro?” le risposte sono
varie : da chi si sente felice,
impaziente di rivedere l’altro,
soddisfatto, fiero a chi invece prova
noia, stanchezza, dispiacere,
confusione, un senso di malattia e
frustrazione fino alla rabbia.
L’altro è:
L’altro è:
la maestra
la maestra
la mamma
la mamma
il prossimo
il prossimo
il nemico
il nemico
persone amiche
persone amiche
familiari
familiari
compagni di classe
compagni di classe
I luoghi di incontro sono:
I luoghi di incontro sono:
la casa
la casa
il mercato
il mercato
il supermercato
il supermercato
la scuola
la scuola
la strada
la strada
il parco
il parco
la sede del catechismo
la sede del catechismo
la biblioteca
la biblioteca
il campo di calcio
il campo di calcio
L’incontro genera:
L’incontro genera:
amicizia
amicizia
innamoramento
innamoramento
colloquio
colloquio
discussione
discussione
litigio.
litigio.
il gioco
il gioco
il darsi una mano.
il darsi una mano.
Dopo l’incontro si prova:
Dopo l’incontro si prova:
felicità
felicità
impazienza di rivedere l’altro
impazienza di rivedere l’altro
soddisfazione
soddisfazione
dispiacere
dispiacere
noia
noia
stanchezza
stanchezza
confusione
confusione
un senso di malattia e frustrazione
un senso di malattia e frustrazione
rabbia.
rabbia.
MAPPA MENTALE
MAPPA MENTALE
Commento alla Conversazione Clinica
Gli allievi oscillano tra una visone positiva dell’incontro con l’altro ed una
negativa. L’altro è il familiare, l’amico, la maestra ma anche il nemico.
Un allievo parla di prossimo e su questa accezione di altro si può
lavorare per comprendere come il concetto di prossimità varia nel
tempo e nello spazio (crono spazialità) e che è stato rivoluzionato in
questi ultimi decenni con l’incremento delle comunicazioni che rendono
possibili relazioni tra soggetti di culture diverse. I luoghi dell’incontro
sono quelli del proprio spazio quotidiano (casa, scuola, biblioteca, campo
di calcio…) ma si potrebbe anche sperimentare con gli allievi modalità
sempre più usuali legati a facebook o skype che rappresentano oramai
piazze di incontro sempre più frequentate, magari mettendo in contatto
la propria classe con una classe di altro paese del mondo. (Questa
modalità va finalizzata dal progetto educativo e seguita con l’assistenza
dell’insegnante evitando usi non adeguati di internet). Nell’incontro si
vede il momento del dialogo, dell’amicizia, dell’innamoramento o del
litigio: anche qui gli alunni seguono una logica di polarità contrapposte.
Vale la pena di riflettere con loro come l’incontro possa essere motivo di
crescita, di maggior apertura a visioni altre del mondo, di acquisizione
reciproca di valori, saperi, arti portando alcuni esempi in tal senso.
Ovviamente gli stati d’animo dell’incontro vanno contestualizzati e
legati a situazioni concrete in grado di definire ciò che realmente si
sente analizzando le varie dimensioni e sfaccettature fino a
comprendere che non è l’altro in quanto tale a provocare reazioni più o
meno positive ma è il tipo di relazione che si crea in base ad una serie
di variabili tutte da prendere in considerazione. Così si aiutano gli allievi
a gestire i loro sentimenti e gli inevitabili conflitti che fanno crescere
qualora siano vissuti con capacità di rifletterci sopra. Un percorso
didattico sul tema della creolizzazione potrebbe aiutare gli alunni a
constatare come l’incrocio tra soggetti diversi sia stato spesso positivo
e propositivo.
Rete Concettuale
Matrice cognitiva
(ciò che sanno)
L’altro è fonte di
sensazioni, sentimenti
e atteggiamenti.
Compito di
apprendimento
( ciò che non sanno)
L’incontro genera
spaesamento e
reciproca crescita
EMPATIA – INCONTRO
basati su
SPAESAMENTO ,
COMPRENSIONE
e AVVICINAMENTO
per una
INTERAZIONE RECIPROCA
con possibilità di
CREOLIZZAZIONE
I Boscimani
In base alle caratteristiche del vostro gruppo etnico dovete preparare una
calorosa cerimonia per ricevere dei forestieri che vi vengono trovare e a cui,
oltre a dedicare il vostro tempo, offrirete dei doni in senso di amicizia.
Preparate una serie di domande per capire che interessi hanno per poter
essere ospitali nel miglior modo possibile in rispetto delle vostre tradizioni.
I Newyorchesi
In base alle caratteristiche del vostro gruppo etnico dovete preparare una
fredda cerimonia frettolosa per ricevere dei forestieri che vi vengono trovare
e a cui mostrate degli oggetti con l’obiettivo di “piazzarli” nel loro “mercato”.
Preparate una serie di domande per capire che interessi hanno rammentando
il vostro scopo e tenendo conto del poco tempo che avete a disposizione.
Fase 1. Comprendere le dinamiche dell’incontro tra cultura diverse:
il gioco del “BAFA BAFA”
Come vivi l’incontro con chi
è diverso da te? Comunità a confronto
Caratteristiche
Boscimani
Newyorchesi
Economia
Caccia con arco e frecce
avvelenate,lance, giavellotti,
trappole, tagliole; baratto.
Macchinari, centri
bancari, allevamento,
agricoltura, commercio.
Stile di vita
Vivono in famiglie e piccole
comunità. Se l’uomo è un abile
cacciatore, può avere due mogli.
Mangiano di tutto.
Sempre di corsa,
inseguono il profitto e il
successo individuale.
Miliardari
Comportamento
individuale
Temono gli spiriti dei morti, si
ornano di amuleti, sono rispettosi
della natura.
Attivi, frenetici, sempre in
movimento; competitivi.
Vita sociale
La famiglia è alla base
dell’organizzazione sociale. Hanno
profondo rispetto degli altri, non
interrompono mai i vecchi saggi.
Non amano avere strette
relazioni con gli altri.
Comportamento
verso forestieri
Accolgono i forestieri con danze,
musica e doni come segno di
ospitalità, dedicandogli molto tempo.
Molto freddi. Poco
accoglienti
Fase 2. Conoscere uno scambio culturale tra una fiaba araba e una
marchigiana: lettura
Gli zoccoli d’oro
Fiaba di I. Calvino
di origine araba
L’acqua nel cestello
Fiaba di I. Calvino
di origine marchigiana
Fase 3 Cogliere negli scambi culturali tra il mondo arabo e quello
marchigiano momenti di incontro e confronto attraverso ciò che
uguale e ciò che è differente.
Zoccoletti d’oro
Analogie
L’acqua nel
cestello
Matrigna. Vedovo. Due figlie:una bella e una
brutta. Maltrattamento della figliastra bella da
parte della matrigna. Bontà della figlia bella.
Vittoria della protagonista e nozze con il figlio del
re. Punizione per l’antagonista .
Differenze
Prendere il pesce
pesciolino
Festa
unguenti
Attività
Aiutante
Riconoscimento della protagonista
Tranello
Prendere l’acqua al
torrente
Vecchia
Richiesta di
matrimonio
Caldaia d’acqua
Oggetti
Cenerentola araba
zoccoletti dorati
unguenti puzzolenti
cesto con i pesci
moneta d'oro
henné
fagotto
diadema
vestiti lisi
vestiti di seta
dispensa
velo
Cenerentola marchigiana
Brocca e cestello
pulci
perle
diamanti
letto
rose e gelsomini
rubini e cherubini
armadio
vestiti di seta
vestito di sacco
scrigno
orecchini di cristallo o di diamanti
una coda di somaro sulla fronte
una stella sulla fronte.
carrozza
caldaia d’acqua bollente
botte
Cosa vuol dire che ci sono
tante Cenerentole in tutto il mondo?
In ogni luogo del mondo le persone hanno
gli stessi bisogni, provano gli stessi
sentimenti, soffrono e sono felici,
ma la bontà e la
generosità sono
sempre
riconosciute e
premiate, mentre
la cattiveria viene
sempre punita.
Fase 4. Scrivere una storia “creola” per i nostri giorni
Inventiamo una fiaba
Ciascun gruppo scrive una fiaba
utilizzando gli oggetti delle fiabe lette
Leggiamo le nostre storie al grande
gruppo e le valutiamo in base
all’originalità e alla capacità di
sottolineare la positività dell’incontro
e dello scambio culturale.
LA GRANDE RIVOLUZIONE
C'era una volta un povero contadino, che fu
chiamato in guerra contro gli arabi. Era
dispiaciuto perché doveva lasciare la sua casa
e la sua famiglia. Preparò le valigie e si
avventurò verso la caserma nei pressi del
fiume Ete. Gli arabi volevano conquistare le
Marche, ma i marchigiani naturalmente si
ribellarono e quindi iniziò la terza guerra
mondiale. Gli arabi cominciarono a bombardare
i paesi, cominciando proprio dal fiume Ete. I
marchigiani si difesero con i loro cannoni
antiaerei, ma gli arabi stavano vincendo
sterminando tutti i soldati marchigiani a parte
il povero contadino. Il contadino soldato
sconvolto pregò Dio dicendo: “Oh, mio Dio, fai
cadere un miracolo partendo dal fiume Ete ”.
Dopo un’ ora si aprirono le nuvole e
cominciarono a cadere scintille magiche nel
fiume Ete dal quale si alzò l'acqua e ne spuntò
un enorme pesce dell’amore che rappacificò i
soldati arabi e marchigiani che gettarono via
tutte le armi. Il contadino, non più soldato,
tornò a casa con un arabo che non aveva né
casa né familiari e che sposò la sua figlia
maggiore. Così vissero tutti felici e contenti.
La Principessa perduta
C'era una volta, una principessa che era stata
rapita da una signora che aveva una figlia di
nome Alessia. La ragazza si chiamava Salima,
ed era di origine araba , ma,era stata portata in
Italia, più precisamente nella regione Marche. La
madre “adottiva” era molto severa e le faceva
fare tutti i lavori più difficili e faticosi. Un giorno
Salima andò a prendere l'acqua al pozzo con la
brocca, perché è un recipiente di terracotta
tipico dell'entroterra marchigiano. Una povera
ragazza, che incontrò per strada, le chiese un
po' d'acqua e, Salima gentilmente gliela diede.
Si misero a parlare e si raccontarono delle loro
vite, così si conobbero bene. La povera ragazza
le disse di esprimere almeno un desiderio e così
fece: desiderava tanto poter riabbracciare i suoi
veri genitori. Quando tornò a casa Salima trovò
la madre furiosa e le chiese il perché del suo
ritardo e del suo volto così felice. La ragazza le
raccontò della sua avventura e la matrignaa le si
scagliò contro tentando di ucciderla. Salima
fuggì e scappò nel bosco; furono subito avvertite
le guardie del Re che riuscirono a ritrovarla il
giorno dopo. La fecero prigioniera e fu
interrogata dal principe. Lei fra le lacrime
raccontò tutta la sua storia e chiese aiuto al
principe. Quest'ultimo indagò e scoprì che
Salima era una principessa e la fece incontrare
con i suoi veri genitori. Il principe marchigiano e
la principessa Salima si innamorarono, si
sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
Un’esperienza indimenticabile
In un piccolo paese della Libia la famiglia Acknau viveva
felice. Salim era figlio unico,aveva 11 anni ed era un
ragazzo molto curioso. Per il suo compleanno chiese ai suoi
genitori di fare un viaggio nella capitale della Libia insieme
al suo migliore amico italiano: Martino. Dopo pochi mesi
arrivò il grande giorno; arrivati alla capitale, la madre di
Salim gli fece un regalo, gli regalò una collana d’oro, che
però era solo la parte destra di un sole; Salim notò anche
un buco, e chiese alla madre cosa fosse. Lei lo abbracciò e
gli sussurrò: -In quel buco dovrai porre la perla Genesi, lei
ti darà tutti i poteri possibili . Pochi giorni dopo però, iniziò
la ribellione contro Gheddafi. Quindi una notte scapparono
per trovare una barca sulla quale arrivare in Italia. La notte
navigarono; improvvisamente dall’acqua uscì un tornado
pieno di piranha, li fece volare in aria, girare e infine
ricadere, ma Salim tenne sempre stretto il suo medaglione.
Un sogno lo persuase, vide un varco: si incantò a
guardarlo, ma non fece in tempo ad ammirarlo che lo
risucchiò… Si ritrovò in un bosco sopra un letto di foglie,
accanto a lui c’era Martino, davanti a loro un gladiatore,
ma non uno qualsiasi, era una donna. Salim notò il suo
medaglione: era uguale al suo, ma con una pietra. I due
unirono i rispettivi medaglioni e, in un lampo di luce, si
ritrovarono nella propria casa. Nel medaglione ora intero,
inserì la perla Genesi e poté esprimere un desiderio:
diventò il protettore del mondo, all’improvviso un bagliore
fece comparire i suoi genitori. Il medaglione venne riposto
in una cassa al centro del mondo, così pochi secondi dopo
le guerre finirono e regnò la pace per sempre. In tutto il
mondo, non ci furono più né poveri né ricchi, ma
solamente persone appartenenti tutte allo stesso gruppo,
quello dell’umanità.
La Principessa Isabella
C’era una volta una ragazza marchigiana di nome
Isabella, che viveva in un castello stregato. Ogni
giorno veniva maltrattata dalla matrigna Salima e
dalla sua sorellastra Amira. Isabella aveva i capelli
biondi, gli occhi azzurri, le labbra carnose ed era
veramente bella. Un giorno la matrigna mandò
Isabella e Amira a prendere l’acqua al pozzo dei
desideri. Mentre Isabella prendeva l’acqua Amira la
controllava e vide che Isabella lanciava una moneta
nel pozzo. Amira la spinse e Isabella cadde nel
pozzo. Isabella cominciò a gridare e la fata Sarai la
soccorse tirandola fuori dal pozzo. A un certo punto
arrivò il principe Alì, dai capelli neri e gli occhi
castani, che veniva da lontane terre dell’Africa.
Vedendola se ne innamorò follemente. Le disse che
il giorno successivo doveva attraversare il deserto
per arrivare al suo palazzo, poi il principe se ne
andò sul suo cavallo bianco. Isabella accettò.
L’indomani Isabella si mise in viaggio e, a metà
percorso, incontrò Sarai, la fata del deserto. La fata
le diede un cavallo per arrivare più in fretta alla
reggia. Prima di entrare nel palazzo del principe Alì,
Isabella chiamò Sarai per chiederle un bel vestito e
Sarai l’accontentò. Entrata nel palazzo incontrò il
principe Alì e ballarono insieme per ore. Il principe
la invitò a cena e le chiese di sposarlo. L’ indomani
celebrarono le nozze e vissero per sempre felici e
contenti con tanti bambini, alcuni biondi e altri mori
e la più piccola non era né bionda, né mora ma
“rossa”.
Fase 5. Incontrare bambini di altre culture
I nostri amici del Togo hanno una nostra
stessa passione:
anche loro amano il calcio
Il gioco del calcio ci unisce … e la palla
è l’oggetto magico che crea amicizia
Abbiamo mandato attraverso un signore
del volontariato locale (ALOE onlus) un
bel pallone ai nostri amici del Togo
Fase 6 .Ripercorrere l’itinerario didattico e prendere
coscienza dell’incremento cognitivo e affettivo raggiunto.
Paesi diversi, ma stessi ideali …
Voglia di mettersi in gioco attraverso
l’immaginario delle fiabe e di migliorarsi
giorno dopo giorno
Seguire sempre i principi etici di lealtà,
correttezza
Comunicare emozioni
Trasmettere passione e regalare magia ai
nostri amici che come noi fanno parte di
una unica famiglia umana.
I bambini delle fiabe