CasoTelecom,ilPdlinpressing
Transcript
CasoTelecom,ilPdlinpressing
CON IL PDL ANNO LXI N.221 Caso Telecom, il Pdl in pressing: il governo faccia sentire la sua voce Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Boldrini-Vendola-Kyenge: nasce il trio “clandestino è bello” e (soprattutto) di sinistra Girolamo Fragalà La sinistra continua a chiudere gli occhi: che nessuno ne parli più di tanto, lʼimportante è che le frontiere diventino un colabrodo, le porte siano spalancate a tutti gli extracomunitari che vogliono mettere piede in Italia e non ci siano né regole né controlli. Non per questioni di umanità, sʼintende, e nemmeno di fratellanza, ma per un preciso squallido calcolo elettorale. A fare da cornice, creando un clima “buonista” e imponendo un linguaggio di comodo cʼè il duo Boldrini-Kyenge con frasi che la buttano sempre su un inventato razzismo strisciante. Le cifre smascherano sia la “ministra” che la presidente della Camera e parlano chiaro: altri 83 immigrati sono giunti sulle coste siracusane, che si aggiungono ai 50 soccorsi al largo di Lampedusa, ai 120 somali arrivati poche d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT REDAZIONE PAG.2 ore prima e ai 94 di due giorni fa, per non parlare dei maxisbarchi delle ultime settimane. Dallʼinizio dellʼanno la Marina ne ha messi in salvo 3293. Il fenomeno non si arresta, è un flusso continuo e non può es- ➼ sere affrontato con superficialità o ideologismo. Papa Francesco ha chiaramente detto che occorre «un reciproco aiuto tra i Paesi», i sindaci siciliani non sanno più come affrontare la questione, «non lasciateci mercoledì 25/9/2013 soli». Ma sotto accusa finisce Angelino Alfano per aver avvertito: «Chi arriva deve rispettare le nostre leggi». A distanza di giorni, cʼè ancora chi lo contesta, e fortemente, per aver “osato” dire una cosa normalissima. Che però si scontra con la “cultura” pseudo-dominante imposta dalla sinistra e con gli interessi di Pd e Sel. Non a caso, di fronte a tutto quel che sta accadendo, la Boldrini ha ripetuto, che «lʼItalia ha tutti gli strumenti per gestire lʼaccoglienza» (senza specificare quali siano questi strumenti e soprattutto come debba avvenire lʼaccoglienza, specie sotto il profilo lavorativo e della sicurezza). Nichi Vendola, dal canto suo, si è spinto fino a strumentalizzare il Papa per “condannare” Alfano e rilanciare: «Si abolisca subito il reato di clandestinità che trascina tanti migranti in una condizione insopportabile». Più o meno la stessa tesi della Kyenge. Dal duo si passa al trio «clandestino è bello». Il Pd tace per quieto vivere, ma è il momento che dica qualcosa «non di sinistra», per il bene del Paese e degli immigrati. Perché non è grave fermare i flussi ma creare illusioni in chi soffre e sarebbe condannato a soffrire di più. La Russia “riscrive” la sua storia: finisce il mito della Rivoluzione dʼOttobre Antonio Pannullo La Russia post-comunista ha il coraggio di fare i conti col proprio passato. E lo fa con un manuale scolastico in cui la storia è diversa da comʼè stata raccontata per oltre settantʼanni in quel Paese. Ed è subito polemica per quanto scritto sulla Rivoluzione dʼOttobre. Finalmente, dopo quasi un secolo, Putin fa giustizia di una favola troppo a lungo raccontata, quella appunto sulla rivoluzione del 1917, che rivoluzione non fu mai, ma piuttosto golpe, e cruento, anche se il peggio verrà negli anni seguenti. La bozza, elaborata su incarico del presidente Putin da esperti dellʼAccademia delle Scienze e del ministero della pubblica Istru- zione, deve essere consegnata entro il primo novembre ma potrebbe essere pronta già la prossima settimana, secondo alcuni media. Le attese sono forti, in un Paese che secondo molti non ha ancora fatto del tutti i conti con il proprio passato e non mancano le voci dissenzienti. Uno degli autori, Serghiei Zhuzavliov ha anticipato che dopo un lungo dibattito si è deciso di chiudere il testo con un capitolo dedicato alla stagione attuale, segnata dalla figura di Putin, sino alla sua rielezione al Cremlino nel marzo del 2012: una scelta contestata da altri studiosi, favorevoli a chiudere il manuale allʼanno 2000 per lasciare un margine di prospettiva e allontanare il sospetto di con- dizionamenti politici. In realtà lʼoperazione è condivisibile: la Russia esce da un periodo in cui la storia è stata letteralmente scritta dal governo, anche quella passata. Per decenni ha imperato il culto della personalità nel confronti di Stalin e degli altri della nomenklatura comunista, gli scrittori e gli intellettuali non conformi non solo non erano citati nei libri di storia ma erano addirittura rinchiusi nei gulag. Dʼaltra parte è indubbio che Putin stia segnando unʼautentica epoca per la Russia, caratterizzata da svolte e da scelte differenti rispetto al passato. Pochi giorni fa Putin ha detto di non escludere la possibilità di una sua nuova candidatura al Cremlino. Il presidente russo è stato eletto lo scorso anno per il suo terzo mandato, dopo aver ceduto la carica a Dmitri Medvedev nel 2008 e nel frattempo modificato la costituzione introducendo la possibilità di ricandidarsi. Nel quadro della stessa riforma, il mandato del presidente è stato esteso da quattro a sei anni. Il Pdl in pressing: il governo faccia sentire la sua voce. Il premier: vigileremo, ma Telecom è una società privata Secolo 2 Redazione La cessione di Telecom infiamma il dibattito politico ed economico. Scendono in campo i sindacati, invocando chiarezza sulle future ricadute occupazionali dellʼaccordo che riguardano migliaia di lavoratori. Preoccupa anche il possibile passaggio di Alitalia ad Air France che chiede intanto tempo per proporre una ristrutturazione del debito della compagnia italiana (ma su questo fronte il ministro Zanonato si dice sicuro che non cʼè nulla di concreto sul tavolo). Le forze politiche chiedono al governo di riferire in aula su operazioni che mettono a rischio, con lʼoccupazione, la politica industriale del paese. Lo sottolinea Fabrizio Cicchitto (Pdl), ricordando che Telefonica “è oberata di debiti, per cui non si sa il destino complessivo di tutta lʼoperazione”. Sulla Telecom, prosegue Cicchitto (riferendosi a Tronchetti Provera e Colaninno) “si sono esercitati in molti, compresi alcuni imprenditori ʻcoraggiosiʼ vicini alla sinistra. Lʼesito complessivo è una catastrofe che pagheremo caro per quello che riguarda la qualità del sistema industriale ita- MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013 d’Italia liano”. Allarmato anche il commento di Renato Schifani, capogruppo Pdl al Senato: “La circolazione di capitali è in genere un fatto positivo, ma quello che allarma – afferma Schifani – sono i passaggi di proprietà, specie di asset strategici, sempre dallʼItalia verso lʼestero e mai viceversa. Ci auguriamo che quanto meno questa vendita non intacchi gli attuali e i futuri livelli occupazionali”. Giorgia Meloni (Fratelli dʼItalia) critica il “vergognoso” silenzio del governo mentre il Pd assicura che vigi- lerà sulle conseguenze della cessione per i lavoratori e, con Michele Meta (presidente della commissione Trasporti della Camera) punto lʼindice contro la mancanza di politiche industriali. Il presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè, sarà ascoltato domani mattina in audizione dalla Commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato “sulle prospettive del gruppo Telecom”. E mentre tutti sottolineano che Telecom parlerà spagnolo, Bernabè mette le mani avanti e minimizza: “Lo Delibera choc. Vendola regala soldi a chi vuole cambiare sesso. Il Pdl: ma pensi ai malati veri… Gloria Sabatini Un regalo in denaro della Regione Puglia per chi decide di cambiare sesso. Non è una boutade ma il contenuto di una delibera con cui lʼilluminata giunta Vendola ha stanziato 170mila euro per le attività di sostegno ai transgender allʼinterno del Policlinico di Bari. Il tutto mentre gli ospedali pugliesi continuano a essere chiusi uno dopo lʼaltro e le attese per gli esami cardiaci spesso si allungano al di là delle capacità di sopravvivenza dei pazienti. La decisione ha scatenato una valanga di critiche e polemiche durissime con il Pdl pronto a fare le barricate. È una scelta ideologica –protestano i consiglieri di centrodestra – che non tiene contro delle vere priorità del sistema sanitario regionale. Al governatore-poeta, leader di Sinistra e Libertà, il capogruppo pidiellino Ignazio Zullo manda a dire che «la Regione deve farsi carico di garantire innanzitutto i livelli essenziali di assistenza piuttosto che fare scelte basate su un substrato ideologico, usando soldi pubblici per la felicità di alcuni e non della collettività, perché un diabetico può essere di destra o di sinistra, ma ha diritto a essere curato». Prima di sostenere il percorso dei transgender, insomma, la giunta Vendola deve essere in grado di farsi carico anche degli altri bisogni: «ad esempio, abbiamo il problema della dislessia su cui si è abbattuto un taglio di 150mila euro». Contro la delibera arriva il no anche di Antonio Martucci di Moderati e popolari che parla di beffa ai danni dei pugliesi con un stato di salute precario che tutti i giorni devono combattere con la scaristà di strutture e di apparecchiature sanitarie. Tre anni fa il governatore dovette accettare un piano di rientro “lacrime e sangue” per arginare i disastri prodotti dalla dissennata e clientelare gestione della Sanità pugliese, sulla quale continuano a pendere un paio di procedimenti penali. Dallʼassessorato al Welfare e dagli Uffici fanno sapere che il spagnolo – ironizza – è una delle poche lingue che non parlo”. Ma lʼaccordo è chiaro: la spagnola Telefonica salirà con successive ricapitalizzazioni dallʼattuale 46,18 al 66% di Telco (che controlla il 22,4% di Telecom) con lʼopzione ad arrivare fino al 100%. Cosa ha da dire il premier Letta su unʼoperazione che – come sottolinea Renato Brunetta – “coinvolge gli sforzi che le imprese e la pubblica amministrazione stanno mettendo in campo per affrontare la sfida dellʼeconomia digitale”? Dopo la trasferta a New York i partiti attendono dal presidente del Consiglio parole chiare. Lo chiedono il Pdl, il Pd e il Movimento Cinque Stelle, mentre per Scelta civica “Telecom – come ha commentato il presidente dei senatori di Sc Gianluca Susta – è figlia di una storia sbagliata che affonda le radici in un capitalismo salottiero poco propenso al rischio vero e troppo ʻprotettoʼ “. Letta ha per ora dedicato alla vicenda un breve commento: ”Guardiamo, valutiamo, vigileremo sul fronte occupazionale, ma bisogna ricordare che Telecom è una società privata e siamo in un mercato europeo”. provvedimento non sottrae risorse ad altri servizi, «con questa delibera di giunta, andiamo quindi a sostenere unʼattività di servizio del Policlinico, per disturbi dellʼidentità di genere. Un servizio unico nellʼItalia meridionale, che da oltre 10 anni svolge assistenza psicologica ai transgender». Insomma chi critica questo prezioso servizio «non riesce a comprendere la sua importanza e suo risvolti per la collettività». Sale il consumo dei farmaci ma la spesa è sotto controllo. Prima di Natale il “Patto per la Salute” MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013 Roberto Mariotti Nonostante «l'aumento del consumo di farmaci tra gli italiani, la spesa farmaceutica è rimasta sotto controllo». È quanto ha sottolineato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo ieri alla presentazione del rapporto “L'uso dei farmaci in Italia”, curato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Questo, ha spiegato il ministro, «grazie a una maggior appropriatezza nella prescrizione dei medicinali, ma anche grazie all'immissione di farmaci a brevetto scaduto e di farmaci generici». Tuttavia, ha rilevato, «c'è ancora una forte disomogeneità tra le regioni e in alcuni ambiti si consumano più farmaci. In tali regioni bisogna ovviamente ancora lavorare ai fini di una maggior appropriatezza delle prescrizioni». Altra questione è poi il consumo di farmaci legati all'invecchiamento della popolazione: «Per diminuire in tal senso la spesa farmaceutica – ha detto Lorenzin – bisogna necessariamente investire in prevenzione e Secolo d’Italia Partiti, non c'è ancora l'intesa sui finanziamenti: l'esame passa all'aula stili di vita migliori, in misura sempre maggiore». Secondo il ministro bisogna cioè «fare uno sforzo grande a favore della prevenzione che può produrre risultati eccezionali, controllando in modo significativo il consumo dei farmaci, come nel caso del diabete e delle malattie cardiovascolari. Su queste linee lavoreremo nei prossimi mesi». Il lavoro per arrivare alla definizione del Patto per la Salute «sta andando avanti e le commissioni stanno lavorando in conferenza Stato-Regioni. Spero che prima di Natale riusciremo a portarlo a casa». Il Patto per la Salute, ha sottolineato Lorenzin, «è uno strumento necessario in primis alle Regioni e ai cittadini, per avere una pianificazione di una programmazione sanitaria che tenga conto di tante dinamiche». Il ministro, interpellata dai cronisti, ha inoltre annunciato che anche il tavolo relativo alla farmaceutica «sarà convocato a breve». Migliora il mercato della casa: a Roma i prezzi più alti, crollano le compravendite a Genova Redazione Decelera il trend negativo del mercato immobiliare nel secondo trimestre dell'anno. Con un calo del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2012, il volume delle compravendite si attesta a quota 242.817 e recupera sei punti rispetto al -13,8% del primo trimestre. Lo comunica l'Agenzia delle Entrate. Nel secondo trimestre 2013 le vendite registrate nel settore residenziale comunica l'Agenzia delle Entrate, si sono ridotte del 9,3%, per un volume di abitazioni pari a 180.618; il mercato delle pertinenze registra un calo del 7,5%. Continua la contrazione anche nei settori non residenziali: il terziario ha perso il 10,6% delle compravendite, il settore produttivo il 3 6,5% mentre il settore commerciale registra un -2,7%. È Roma la città in cui i prezzi delle case sono più alti. Nel primo semestre 2013 il valore medio di un'abitazione nella capitale è di 298.200 euro, 3.276 euro al metro quadro (2,4% rispetto al secondo semestre 2012). Segue Milano, dove il prezzo medio di un'abitazione è di 246.500, 2.972 euro a metro quadro. Nel secondo trimestre 2013, per quanto riguarda le compravendite di abitazioni nelle grandi città, resta marcata la flessione a Genova (-15,7%), a Firenze (-11,3%) e a Palermo (-9,4%), mentre più lievi sono quelle rilevate a Roma (-6,9%), Torino (-4,7%) e Milano (-2%). Lo comunica l'Agenzia delle entrate sottolineando che a questo trend fanno eccezione Bologna, che sena un rialzo del 5% e Napoli con +1,8% (ma il dato della città partenopea è legato alla consistente dismissione del patrimonio immobiliare pubblico del Comune). Redazione Il ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello esprime soddisfazione perché «la Prima Commissione della Camera ha licenziato, pur senza averne completato l'esame, un testo sul finanziamento ai partiti che mantiene l'impianto dell'ac- cordo raggiunto in sede di governo integrando istanze delle forze politiche. Ne va dato atto ai gruppi, alla Commissione e al presidente Sisto che l'ha guidata in compito così delicato. Il testo, cui il governo annette grande importanza – osserva Quagliariello – passa ora all'esame dell'Aula, nel corso del quale verranno affrontati nodi cruciali. È evidente a tutti che su un tema così importante per la vita dei partiti e per lo stesso funzionamento della democrazia, qualsiasi intervento di modifica richiede una condivisione tra le forze politiche, quantomeno fra quelle che fanno parte della maggioranza di governo. È dunque fortemente auspicabile – conclude il ministro – che in Aula permanga l'atteggiamento di collaborazione e responsabilità che ha caratterizzato i lavori in Commissione, e che di fronte alla possibilità di atti di rottura ci si renda conto delle conseguenze che essi produrrebbero». Restano ancora irrisolti i nodi che dividono Pd e Pdl, a partire dal tetto alle donazioni dei privati. Nairobi, forse anche una donna inglese nel commando che ha assaltato il mall 4 Redazione Mentre ancora non è chiaro cosa stia accadendo nel centro commerciale diNairobi, poiché si sono sentiti colpi di arma da fuoco anche dopo l'evacuazione, gli shabaab somali,a autori del clamoroso gesto che ha causato decine di morti, minacciano nuove azioni sul territorio keniota. Intanto si raccolgono le testimonianze degli scampati: «Le persone che hanno fatto questo sono animali, usano la religione per uccidere la gente», ha dichiarato al Daily Telegraph Louis Bawa, un cittadino britannico che ha perso la moglie Zahira e la figlia Jennah di otto anni, entrambe musulmane, nell'attacco terroristico dagli inte- Secolo d’Italia gralisti Shabaab nel centro commerciale Westgate. «Zahira e Jennah erano musulmane ma questi animali hanno sparato a loro nello stesso modo in cui hanno sparato agli altri», ha detto il manager, che lavora a Dubai e fa la spola ogni settimana con il Kenya dove viveva la sua famiglia, da un anno trasferita in Africa dall'Inghilterra. Ha dovuto riconoscere moglie e figlia scorrendo le fotografie di decine di vittime nell'attentato. «Quando le ho viste il mio cuore si è quasi fermato - ha detto -. Le avevo sentite l'ultima volta venerdì sera, purtroppo non ho potuto telefonare sabato mattina prima dell'attacco». Intanto si apprende che un soldato britannico fuori servizio, membro delle forze speciali Sas, avrebbe salvato 100 persone nel corso dell'attacco terroristico di Nairobi difendendosi solo una pistola. Il militare, di cui non è stato rivelato il nome per ragioni di sicurezza, sabato stava prendendo un caffè all'interno del centro commerciale Westgate quando è cominciato l'assalto. Il soldato, che secondo il giornale probabilmente si trovava in Kenya per partecipare ai programmi di intelligence e addestramento fra Londra e Nairobi, avrebbe accompagnato fuori dall'edificio decine di persone e sarebbe tornato all'interno del centro commerciale 12 volte. Per quanto riguarda gli autori della strage, è «possibile» che Samantha Lewthwaite, "vedova bianca" del terrorismo internazionale abbia preso parte al commando che ha attaccato il centro commerciale. Lo si legge sul sito del Times, che riporta fonti di intelligence, stando alle quali non sono tuttavia elementi certi. Secondo il giornale, l'MI5 collabora con le autorità keniote per stabilire l'eventuale coinvolgimento di Lewthwaite, 29enne vedova di Germaine Lindsey, uno dei terroristi suicidi del sanguinoso attentato alla metro di Londra del 2005. grande maggioranza dei morti e delle atrocità sono state fatte con armi convenzionali», ha precisato ancora Ban. Si è poi saputo che sarebbero diecimila i miliziani di nazionalità straniera morti in Siria dall'inizio della guerra: lo sostiene l'agenzia americana di statistica Pentapolis. La maggior parte degli stranieri morti sarebbero tunisini, 1.902, seguiti dai libici, 1.802. 821 i miliziani egiziani uccisi; 412 i marocchini; 273 gli algerini; 42 i somali e tre i sudanesi. Infine, si apprende che una bomba piazzata da terroristi in un'automobile nella zona meridionale della capitale Damasco, è esplosa causando sette morti e almeno una ventina di feriti. Nel frattempo il patriarca greco ortodosso siriano ha rivolto un appello alla Croce rossa internazionale, la Mezza Luna rossa siriana e tutte le organizzazioni governative e non governative affinché portino soccorso a una quarantina di cristiani, tra cui religiosi e orfani, rimasti isolati nel monastero di Santa Tecla a Maalula, cittadina cristiana dove continuano i combattimenti tra forze governative e ribelli. Siria, settemila i mercenari stranieri morti finora in Siria Redazione Mosca spera che un accordo per una risoluzione Onu che sostenga l'accordo sulle armi chimiche in Siria possa essere raggiunto questa settimana, «anche se non ci sono garanzie al cento per cento»: lo ha detto il vice ministro degli esteri russo Serghiei Riabkov. Le Nazioni Uniti, che nelle prossime ore rimanderanno gli ispettori in Siria, stanno occupandosi della situazione in modo più costante: basta con le forniture di armi a tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria, ha detto infatti aprendo la 68esima assemblea generale dell'Onu a New York il segretario generale Ban Ki moon facendo appello agli Stati perché «smettano di alimentare il bagno di sangue ponendo fine al flusso di armi» dirette a regime e ai ribelli. «C'è una guerra più vasta e la MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013 Marò, de Mistura rientra a Roma. Nuova Delhi: «Non c'è l'accordo» Redazione L'emissario del governo italiano per il dossier dei marò, Staffan de Mistura, è rientrato in queste ore a Roma da Nuova Delhi per consultazioni. La partenza di De Mistura dall'India, che non ha rilasciato dichiarazioni, avviene al termine di sei giorni di intensi incontri e discussioni con responsabili governativi indiani mirati a cercare di sbloccare lo stallo in cui si trova la vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il nodo irrisolto riguarda la volontà della polizia investigativa indiana Nia di interrogare a New Delhi gli altri quattro marò che formavano il team di sicurezza sulla petroliera "Enrica Lexie" coinvolta nell'incidente del 15 febbraio 2012 in cui morirono due pescatori indiani. L'Italia ha offerto tre ipotesi alternative a questa richiesta (missione Nia a Roma, videoconferenza e risposte a domande scritte) che però non sono state accettate. A quanto si è appreso, comunque, i contatti con le autorità indiane continueranno ora anche cogliendo l'occasione delle delegazioni governative presenti a New York in occasione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Più diretta la diplomazia indiana: le consultazioni con il governo italiano sulla vicenda dei marò «sono terminate senza un accordo» sulle modalità dell'interrogatorio dei quattro fucilieri presenti sulla petroliera Enrica Lexie. Parigi, a rischio lo shopping notturno sugli Champs-Elysées: Sephora deve chiudere alle 21 MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013 Secolo d’Italia Redazione Turisti e parigini rischiano di dover rinunciare presto allo shopping notturno sugli ChampsElysées. La Corte d'Appello di Parigi ha infatti deciso che il grande punto vendita di Sephora sul celebre viale parigino dovrà d'ora in poi abbassare le saracinesche alle 21 e non più a mezzanotte o all'una nei week-end. Il marchio di profumi e cosmetici, che appartiene al gruppo Lvmh, ha pochi giorni di tempo per adeguarsi ai nuovi orari e rischia una multa di 80mila euro per dipendente ad ogni eventuale infrazione. È una nuova vittoria per l'associazione intersindacale Clip-P che in passato ha già vinto battaglie contro altri marchi (Apple, Monoprix, Uniqlo). Una delle più emblematiche fu quella dell'anno scorso contro le Galeries Lafayette, obbligate a chiudere le boutique del Boulevard Haussman alle 19,30 proprio all'inizio dei saldi primaverili. Sephora, che aveva vinto in prima istanza, incassa un brutto colpo, ma non intende arrendersi: l'ultimo atto si svolgerà in Cassazione. E, se la Cassazione dovesse confermare la decisione dell'Appello, il caso Sephora potrebbe fare giurisprudenza. Ecco perché gli altri grandi marchi che continuano ad aprire le loro boutique degli Champs-Elysees dopo le 21, come Marionnaud e la Fnac - restano col fiato sospeso. È sul viale parigino che queste multinazionali registrano i loro fatturati più alti (anche +2030% rispetto agli altri quartieri della capitale). Sephora ha denunciato una sentenza che «avrà gravi conseguenze sul lavoro». Ha ricordato che tutti e 50 i dipendenti che lavorano di notte sugli ChampsElysees sono volontari e che sono remunerati il 25% in più dopo le 21. Ha anche pubblicato sul “Journal du Dimanche" una petizione dei suoi dipendenti che vogliono poter continuare a lavorare anche la notte. I giudici transalpini hanno ricordato però che per legge il lavoro notturno (cioè dopo le 21 e fino alle 6 del mattino) deve restare un'eccezione e che è «giustificato solo dalla necessità di assicurare la continuità dell'attività economica o dei servizi di utilità sociale». Secondo un recente studio, lavorare di notte può causare gravi danni sulla salute. Il lavoro notturno riguarda in Francia il 15,2% dei lavoratori, ovvero 3,5 milioni di persone, secondo dati del ministero del Lavoro risalenti al 2009. Gabriele Alberti Ancora una volta le porte del carcere si sono aperte per un innocente. E ancora una volta bisogna registrare una storia di sofferenza, un inferno improvviso, l'urlo di chi non aveva fatto niente e si è improvvisamente ritrovato nei guai. Per fortuna, però, stavolta l'incubo è durato poco, a differenza dei tanti casi di errori giudiziari che hanno provocato tragedie umane. È stato rinchiuso per cinque mesi in carcere con l'accusa di aver spacciato una dose di eroina che ha provocato la morte di un tossicodipendente. Poi nel corso del processo, come spiegato dalla difesa, è emerso che lui quel giorno stava semplicemente rientrando a casa dal lavoro e che, sfortunatamente, in quel percorso il suo telefono aveva agganciato una cella “compatibile” con il luogo dello spaccio. Così l'uomo, un egiziano di trent'anni, è stato assolto con formula piena e scarcerato e, assistito dal suo legale, ha fatto ricorso alla quinta sezione penale della Corte d'Appello di Milano per chiedere che gli venga riconosciuta, a titolo di risarcimento per “ingiusta deten- zione”, la somma di cinquecentomila euro. Davanti al collegio (giudice relatore Paolo Torti), si è discussa la “domanda di riparazione per ingiusta detenzione'' presentata dall'avvocato Mauro Straini, legale dell'egiziano, assolto il 2 marzo 2010 dopo essere finito in carcere il 3 ottobre 2009 ''per un totale di centocinquanta giorni''. Giustizia ed errori: assolto dopo cinque mesi di carcere: chiede 500mila euro di risarcimento 5 La “rivoluzione” della Indesit: ci saranno meno esuberi e aumenterà la produzione Redazione Meno esuberi, maggiori produzioni e attività, più investimenti: la Indesit Company ha prospettato al tavolo al ministero Sviluppo la possibilità di ridurre l'impatto del piano di ristrutturazione delle attività italiane presentato a inizio giugno. Nonostante margini di azione strettissimi, su un piano che l'azienda ritiene “necessario” per garantire continuità aziendale e un futuro alle produzioni italiane, il gruppo di Fabriano si è presentato alla ripresa del confronto sulla vertenza con una proposta di miglioramenti illustrata a governo, sindacati e istituzioni; che ora devono rispondere, anche in termini di strumenti da mettere in campo per sostenere il progetto: il tavolo si riunirà ancora il 14 ottobre. L'azienda è pronta a mettere in campo più investimenti, dunque: altri 8 milioni, in aggiunta ai 70 già previsti. E propone di destinare un numero maggiore di produzioni ai poli industriali italiani e di portare all'interno dell'azienda alcune attività oggi svolte fuori: così, rispetto alla prima stesura del piano, non chiude il sito di Melano, a Fabriano, dove possono invece arrivare alcune produzioni aggiuntive su cucine, maxiforni e prodotti speciali; e si rafforzano le attività previste per Fabriano e Caserta (attività di assistenza tecnica, ulteriori progetti di amministrazione e gestione nelle sedi centrali, un IT service center a Caserta). Roma, il sindaco Marino “tartassa” i residenti di Testaccio per l'accesso alla Ztl 6 Secolo d’Italia Redazione «Il Popolo delle Libertà toglie lʼImu sulla prima casa, mentre il sindaco di Roma, Ignazio Marino, applica ai residenti di Testaccio una tariffa sul permesso per la Ztl di ben 94 euro (più alta di quella del centro e di San Lorenzo), anche per la prima e spesso unica autovettura!». Lo affermano il consigliere capitolino Giovanni Quarzo e lʼesponente del Pdl Alessandro Cochi, che aggiungono: «Lʼassessore alla Mobilità Guido Improta, con lʼAgenzia della Mobilità sotto la mancata tutela del presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi, garantisce il periodo di sperimentazione, che dovrebbe scadere il 6 ottobre, e che finora non ha mai registrato la prevista presenza dei vigili urbani per impedire il passaggio ai varchi ai non autorizzati. Nel frattempo lʼAgenzia ha da tempo inviato le lettere prioritarie informative su come e dove effettuare il versamento, non tenendo conto della sperimentazione ancora in corso, della concertazione e partecipazione che molti richiedono. Perché ancora non si è mai discusso sullʼapplicazione di piccole ma importanti modifiche, in modo da consentire ai residenti, infastiditi e oppressi dalla crisi, di non pagare il permesso per la prima auto per accedere ai varchi elettronici. È necessario scrivere subito unʼapposita delibera in Giunta capitolina, ma per questo occorre la volontà politica, che dovrebbe tenere in seria considerazione che i varchi sono già stati ben pagati dallʼappalto appositamente bandito dallʼAgenzia della Mobilità durante le passate consiliature, tenendo presente che le prime fasi del progetto sulla Ztl risalgono addirittura allʼex sindaco Rutelli (poi proseguito dai due successori). Dopo i vari passaggi in commissione e sul territorio – proseguono Quarzo e Cochi - sarebbe opportuno decidere di comune accordo, dopo aver sentito il parere delle associazioni dei residenti e degli operatori di zona, se i varchi debbano essere messi in funzione alle 21,30 o alle 23. La fascia oraria dalle 23 alle 3, tuttora in vigore, è il minimo che possano sopportare soprattutto i ristoranti della caratteristica cucina romana, in tempi di dura crisi. Sarebbe estremamente importante – concludono - anche ampliare lʼarea di estensione dei varchi, perché chi abita appena fuori dalla Ztl e dai suoi varchi non può accedere nel rione, anche se per competenza territoriale ne fa parte». Redazione Il consigliere comunale del Pdl Carlo Castori ha messo nero su bianco tutti i tagli alla mobilità della linea Z5: ben cinque punti di cambiamenti non voluti dai residenti. Il prezzo della crisi di Umbria Mobilità continuano a pagarlo i cittadini di Perugia. Castori ha effettuato un sopralluogo nella zona residenziale di Monte Malbe raccogliendo la rabbia dei residenti che hanno visto drasticamente ridotte le corse degli autobus. «La zona di Monte Malbe, via Sella e via Ricasoli è servita da una sola linea: la Z5. Il servizio era stato già ampiamente stravolto nel 2009, non portando più in centro a piazza Morlacchi e cambiando percorso, tanto da diventare una circolare che gira in un unico verso con tutti i disagi facilmente intuibili. Nonostante tutto, la linea Z5 si è rivelata un servizio efficiente appunto perché garantiva il passaggio ogni ora; inoltre il capolinea al MM di via Cortonese, unitamente al passaggio alle fermate di Elce e dei Rimbocchi, in orari adeguati, permettevano di effettuare lʼinterscambio con numerose linee di Umbria Mobilità. Ora un nuovo stravolgimento e il disservizio dall'11 settembre sono stati serviti ai cittadini-utenti di questa parte della città. In particolare, è stata soppressa la corsa in partenza dal MM di via Cortonese alle 10,45 con transito a San Marco alle 11,02 (corsa importante per gli utenti che, avendo terminato gli impegni della mattina, potevano tornare a casa a unʼora adeguata). Inoltre sono stati soppressi numerosi passaggi alle fermate di Elce e dei Rimbocchi, punti di interscambio molto importanti, che permettevano di collegare velocemente via Sella e via Ricasoli alle linee di Umbria Mobilità per stazione o centro. Non è sostenibile una situazione del genere che penalizza un territorio che ha gli stessi diritti degli altri quartieri perugini», ha concluso Castori. Perugia, il Pdl denuncia il taglio alle corse del trasporto pubblico MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013 Torino, convivenza impossibile fra occupanti abusivi e studenti di Edisu Redazione Dal sopralluogo effettuato con il presidente di Edisu (Ente Regionale Trabucco per il diritto allo studio universitario del Piemonte), Umberto Trabucco, e l'assessore regionale all'Università, Riccardo Molinari, è emerso un quadro drammatico dell'intera area ex Moi a Torino. «Le occupazioni abusive in una parte delle palazzine – afferma Paola Ambrogio, consigliere comunale di Fratelli d'Italia – hanno reso insostenibile la situazione per gli ospiti di Edisu. A distanza di pochi anni dalla loro realizzazione le palazzine ex Moi, che oggi raccolgono il 10% dei posti letto dell'Edisu in tutto il Piemonte, sono state abbandonate, in condizioni di insicurezza, degrado ed incuria. Quella che l'amministrazione comunale di centrosinistra, proprietaria delle palazzine attraverso il fondo Città di Torino, ha "spacciato" per cittadella residenziale universitaria è, invece, un'area degradata con accumuli di rifiuti e rottami vari (ferri vecchi, pneumatici,...) con cui i nostri studenti convivono ogni giorno. L'illuminazione è scarsa, le aree verdi sono occupate da orti abusivi e mercanzie di ogni genere e gli studenti non si sentono sicuri di rientrare nelle proprie abitazioni. L'assessore Pellerino aveva promesso che le palazzine confinanti con quelle locate da Edisu sarebbero state adibite all'accoglienza di nuovi studenti universitari: oggi, al contrario, le occupazioni abusive nell'intera area mettono a rischio la presenza stessa di Edisu all'interno del complesso». «L'auto di Siani? L'ho fatta ripartire io...». Risi sbugiarda Saviano Secolo MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013 d’Italia Giovanna Taormina Dopo la condanna per plagio per Roberto Saviano arriva anche una tiratina d'orecchie da un vip. È il regista Marco Risi a bacchettare lo scrittore e la “questio” riguarda la Citroen Mehari verde di Giancarlo Siani, il giornalista del “Mattino” ucciso dalla camorra 28 anni fa. Quest'anno in occasione della sua commemorazione è stata tirata fuori la sua vecchia auto e le agenzie hanno scritto: «Saviano fa ripartire l'auto di Siani». La vecchia Mehari adesso percorrerà un tour in Italia e in Europa come testimonianza della lotta alla mafia. Ma da Risi è subito arrivata la puntualizzazione. Intervistato da “L'Huffington Post” ha subito chiarito: «La figura di Giancarlo Siani deve essere ricordata ed è una buona idea quella del percorso a bordo della sua auto. Però la Citroen Mehari non è ripartita il 23 e sarebbe giusto ricordarlo». Il regista ha spiegato: «È giusto che abbiano chiamato anche l'autore di “Gomorra” che ha una certa affinità con Giancarlo, tanto che tra i camorristi che lo minacciavano qualcuno lo chiamava “Siano”. Però qualche volta dovrebbe anche tenere a mente il lavoro degli altri». E poi ha raccontato la storia dell'auto. «Due settimane prima delle riprese di “Fortàpasc” – ha detto – ritrovammo la vettura di Siani in un agriturismo in Sicilia. Dentro c'erano ancora tutti i documenti a nome di Giancarlo. Decidemmo così di utilizzarla, tanto che sarebbe diventata un simbolo del film. Era inutilizzabile, piena di polvere e di colore lilla. Così l'abbiamo rimessa a nuovo: abbiamo cambiato la batteria e l'abbiamo dipinta di verde, il suo colore originale. Da quel momento la Mehari non ci ha mai abbandonato. La Mehari non era più sotto sequestro da parte dell'autorità giudiziaria, i genitori e i parenti di Siani, distrutti dalla tragedia, non la reclamarono. Così fu comprata all'asta dal titolare di questo agriturismo. Non so se senza il nostro intervento l'auto sarebbe mai stata recuperata». Nicole Kidman può attendere: fuori dagli Oscar, per colpa di “Grace” Giorgia Castelli Nicole Kidman può attendere. Potenziale candidata allʼOscar 2014 è stata tagliata fuori dalla corsa allʼambita statuetta. Come riporta “The Hollywood Reporter” è stata, infatti, costretta a incassare la decisione della Weinstein Company di rimandare alla prossima primavera, decisamente fuori tempo massimo dunque per gli Academy Awards (pure se questʼanno si terranno più tardi: il 2 marzo), “Grace di Monaco”, il biopic sullʼex attrice e principessa interpretata proprio dalla star australiana. Dopo la doccia fredda del gennaio scorso quando i figli della principessa avevano sconfessato il progetto con un comunicato ufficiale in cui denunciavano «importanti inesattezze storiche e una serie di scene puramente fittizie», ora per Nicole Kidman è arrivata un'altra amara notizia. La Weinstein Company avrebbe deciso di concedere al regista Olivier Dahan più tempo per completare il montaggio del film, ma secondo alcune fonti altre sono le moti- Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi 7 vazioni dietro lʼinattesa decisione. Non ultima quella di aver deciso di puntare su altre valide contendenti lʼOscar, tutte sotto contratto con la compagnia, come la Judi Dench di “Philomena” o la coppia Meryl Streep e Julia Roberts, protagoniste di “August: Osage County”. Una curiosità: Olivier Dahan è il regista de “La vie en Rose”, la cine-biografia di Edith Piaf che permise a Marion Cotillard di vincere nel 2008 il suo primo Oscar da attrice protagonista. Nicole Kidman, in un'intervista a Figaro, dal canto suo ha parlato di Grace come del ruolo più importante della sua carriera: «Ho letto moltissime biografie e mi sono resa conto che spesso dicevano cose contrastanti. Questo mi ha liberata e mi ha permesso di farla mia. Ho voluto raccontare le sue paure e la sua vulnerabilità. La mia intenzione non è stata imitarla ma cercare di restituire la sua personalità, le difficile scelte che ha preso e che, secondo me, sono da ricercare nel rapporto con suo padre». Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250