CasoTelecom,ilPdlinpressing

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CasoTelecom,ilPdlinpressing
CON IL PDL
ANNO LXI N.221
Caso Telecom, il Pdl in pressing:
il governo faccia sentire la sua voce
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Boldrini-Vendola-Kyenge:
nasce il trio “clandestino
è bello” e (soprattutto)
di sinistra
Girolamo Fragalà
La sinistra continua a chiudere gli occhi: che nessuno
ne parli più di tanto, lʼimportante è che le frontiere diventino un colabrodo, le porte
siano spalancate a tutti gli extracomunitari che vogliono
mettere piede in Italia e non ci
siano né regole né controlli.
Non per questioni di umanità,
sʼintende, e nemmeno di fratellanza, ma per un preciso
squallido calcolo elettorale. A
fare da cornice, creando un
clima “buonista” e imponendo
un linguaggio di comodo cʼè il
duo Boldrini-Kyenge con frasi
che la buttano sempre su un
inventato razzismo strisciante.
Le cifre smascherano sia la
“ministra” che la presidente
della Camera e parlano
chiaro: altri 83 immigrati sono
giunti sulle coste siracusane,
che si aggiungono ai 50 soccorsi al largo di Lampedusa,
ai 120 somali arrivati poche
d’Italia
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REDAZIONE PAG.2
ore prima e ai 94 di due giorni
fa, per non parlare dei maxisbarchi delle ultime settimane.
Dallʼinizio dellʼanno la Marina
ne ha messi in salvo 3293. Il fenomeno non si arresta, è un
flusso continuo e non può es-
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sere affrontato con superficialità o ideologismo. Papa Francesco ha chiaramente detto
che occorre «un reciproco aiuto
tra i Paesi», i sindaci siciliani
non sanno più come affrontare
la questione, «non lasciateci
mercoledì 25/9/2013
soli». Ma sotto accusa finisce
Angelino Alfano per aver avvertito: «Chi arriva deve rispettare
le nostre leggi». A distanza di
giorni, cʼè ancora chi lo contesta, e fortemente, per aver
“osato” dire una cosa normalissima. Che però si scontra con
la “cultura” pseudo-dominante
imposta dalla sinistra e con gli
interessi di Pd e Sel. Non a
caso, di fronte a tutto quel che
sta accadendo, la Boldrini ha ripetuto, che «lʼItalia ha tutti gli
strumenti per gestire lʼaccoglienza» (senza specificare
quali siano questi strumenti e
soprattutto come debba avvenire lʼaccoglienza, specie sotto
il profilo lavorativo e della sicurezza). Nichi Vendola, dal
canto suo, si è spinto fino a
strumentalizzare il Papa per
“condannare” Alfano e rilanciare: «Si abolisca subito il
reato di clandestinità che trascina tanti migranti in una condizione insopportabile». Più o
meno la stessa tesi della
Kyenge. Dal duo si passa al trio
«clandestino è bello». Il Pd
tace per quieto vivere, ma è il
momento che dica qualcosa
«non di sinistra», per il bene
del Paese e degli immigrati.
Perché non è grave fermare i
flussi ma creare illusioni in chi
soffre e sarebbe condannato a
soffrire di più.
La Russia “riscrive” la sua storia: finisce il mito della Rivoluzione dʼOttobre
Antonio Pannullo
La Russia post-comunista ha il
coraggio di fare i conti col proprio passato. E lo fa con un manuale scolastico in cui la storia
è diversa da comʼè stata raccontata per oltre settantʼanni in
quel Paese. Ed è subito polemica per quanto scritto sulla Rivoluzione
dʼOttobre.
Finalmente, dopo quasi un secolo, Putin fa giustizia di una favola troppo a lungo raccontata,
quella appunto sulla rivoluzione
del 1917, che rivoluzione non fu
mai, ma piuttosto golpe, e
cruento, anche se il peggio
verrà negli anni seguenti. La
bozza, elaborata su incarico del
presidente Putin da esperti dellʼAccademia delle Scienze e del
ministero della pubblica Istru-
zione, deve essere consegnata
entro il primo novembre ma potrebbe essere pronta già la
prossima settimana, secondo
alcuni media. Le attese sono
forti, in un Paese che secondo
molti non ha ancora fatto del
tutti i conti con il proprio passato
e non mancano le voci dissenzienti. Uno degli autori, Serghiei
Zhuzavliov ha anticipato che
dopo un lungo dibattito si è deciso di chiudere il testo con un
capitolo dedicato alla stagione
attuale, segnata dalla figura di
Putin, sino alla sua rielezione al
Cremlino nel marzo del 2012:
una scelta contestata da altri
studiosi, favorevoli a chiudere il
manuale allʼanno 2000 per lasciare un margine di prospettiva
e allontanare il sospetto di con-
dizionamenti politici. In realtà
lʼoperazione è condivisibile: la
Russia esce da un periodo in
cui la storia è stata letteralmente
scritta dal governo, anche
quella passata. Per decenni ha
imperato il culto della personalità nel confronti di Stalin e degli
altri della nomenklatura comunista, gli scrittori e gli intellettuali
non conformi non solo non
erano citati nei libri di storia ma
erano addirittura rinchiusi nei
gulag. Dʼaltra parte è indubbio
che Putin stia segnando unʼautentica epoca per la Russia, caratterizzata da svolte e da scelte
differenti rispetto al passato.
Pochi giorni fa Putin ha detto di
non escludere la possibilità di
una sua nuova candidatura al
Cremlino. Il presidente russo è
stato eletto lo scorso anno per il
suo terzo mandato, dopo aver
ceduto la carica a Dmitri Medvedev nel 2008 e nel frattempo
modificato la costituzione introducendo la possibilità di ricandidarsi. Nel quadro della stessa
riforma, il mandato del presidente è stato esteso da quattro
a sei anni.
Il Pdl in pressing: il governo faccia sentire la sua voce.
Il premier: vigileremo, ma Telecom è una società privata
Secolo
2
Redazione
La cessione di Telecom infiamma il dibattito politico ed
economico. Scendono in campo
i sindacati, invocando chiarezza
sulle future ricadute occupazionali dellʼaccordo che riguardano
migliaia di lavoratori. Preoccupa
anche il possibile passaggio di
Alitalia ad Air France che chiede
intanto tempo per proporre una
ristrutturazione del debito della
compagnia italiana (ma su questo fronte il ministro Zanonato si
dice sicuro che non cʼè nulla di
concreto sul tavolo). Le forze
politiche chiedono al governo di
riferire in aula su operazioni che
mettono a rischio, con lʼoccupazione, la politica industriale del
paese.
Lo sottolinea Fabrizio Cicchitto
(Pdl), ricordando che Telefonica
“è oberata di debiti, per cui non
si sa il destino complessivo di
tutta lʼoperazione”. Sulla Telecom, prosegue Cicchitto (riferendosi a Tronchetti Provera e
Colaninno) “si sono esercitati in
molti, compresi alcuni imprenditori ʻcoraggiosiʼ vicini alla sinistra. Lʼesito complessivo è una
catastrofe che pagheremo caro
per quello che riguarda la qualità del sistema industriale ita-
MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013
d’Italia
liano”. Allarmato anche il commento di Renato Schifani, capogruppo Pdl al Senato: “La
circolazione di capitali è in genere un fatto positivo, ma quello
che allarma – afferma Schifani –
sono i passaggi di proprietà,
specie di asset strategici, sempre dallʼItalia verso lʼestero e mai
viceversa. Ci auguriamo che
quanto meno questa vendita non
intacchi gli attuali e i futuri livelli
occupazionali”. Giorgia Meloni
(Fratelli dʼItalia) critica il “vergognoso” silenzio del governo
mentre il Pd assicura che vigi-
lerà sulle conseguenze della
cessione per i lavoratori e, con
Michele Meta (presidente della
commissione Trasporti della Camera) punto lʼindice contro la
mancanza di politiche industriali.
Il presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè, sarà
ascoltato domani mattina in audizione dalla Commissione Lavori pubblici e comunicazioni del
Senato “sulle prospettive del
gruppo Telecom”. E mentre tutti
sottolineano che Telecom parlerà spagnolo, Bernabè mette le
mani avanti e minimizza: “Lo
Delibera choc. Vendola regala soldi a chi vuole
cambiare sesso. Il Pdl: ma pensi ai malati veri…
Gloria Sabatini
Un regalo in denaro della Regione Puglia per
chi decide di cambiare sesso. Non è una
boutade ma il contenuto di una delibera con
cui lʼilluminata giunta Vendola ha stanziato
170mila euro per le attività di sostegno ai
transgender allʼinterno del Policlinico di Bari.
Il tutto mentre gli ospedali pugliesi continuano a essere chiusi uno dopo lʼaltro e le
attese per gli esami cardiaci spesso si allungano al di là delle capacità di sopravvivenza
dei pazienti. La decisione ha scatenato una
valanga di critiche e polemiche durissime
con il Pdl pronto a fare le barricate. È una
scelta ideologica –protestano i consiglieri di
centrodestra – che non tiene contro delle
vere priorità del sistema sanitario regionale.
Al governatore-poeta, leader di Sinistra e Libertà, il capogruppo pidiellino Ignazio Zullo
manda a dire che «la Regione deve farsi carico di garantire innanzitutto i livelli essenziali
di assistenza piuttosto che fare scelte basate
su un substrato ideologico, usando soldi
pubblici per la felicità di alcuni e non della
collettività, perché un diabetico può essere
di destra o di sinistra, ma ha diritto a essere
curato». Prima di sostenere il percorso dei
transgender, insomma, la giunta Vendola
deve essere in grado di farsi carico anche
degli altri bisogni: «ad esempio, abbiamo il
problema della dislessia su cui si è abbattuto
un taglio di 150mila euro». Contro la delibera
arriva il no anche di Antonio Martucci di Moderati e popolari che parla di beffa ai danni
dei pugliesi con un stato di salute precario
che tutti i giorni devono combattere con la
scaristà di strutture e di apparecchiature sanitarie. Tre anni fa il governatore dovette accettare un piano di rientro “lacrime e sangue”
per arginare i disastri prodotti dalla dissennata e clientelare gestione della Sanità pugliese, sulla quale continuano a pendere un
paio di procedimenti penali. Dallʼassessorato
al Welfare e dagli Uffici fanno sapere che il
spagnolo – ironizza – è una delle
poche lingue che non parlo”. Ma
lʼaccordo è chiaro: la spagnola
Telefonica salirà con successive
ricapitalizzazioni
dallʼattuale
46,18 al 66% di Telco (che controlla il 22,4% di Telecom) con
lʼopzione ad arrivare fino al
100%. Cosa ha da dire il premier
Letta su unʼoperazione che –
come sottolinea Renato Brunetta – “coinvolge gli sforzi che
le imprese e la pubblica amministrazione stanno mettendo in
campo per affrontare la sfida dellʼeconomia digitale”? Dopo la trasferta a New York i partiti
attendono dal presidente del
Consiglio parole chiare. Lo chiedono il Pdl, il Pd e il Movimento
Cinque Stelle, mentre per Scelta
civica “Telecom – come ha commentato il presidente dei senatori di Sc Gianluca Susta – è
figlia di una storia sbagliata che
affonda le radici in un capitalismo salottiero poco propenso al
rischio vero e troppo ʻprotettoʼ “.
Letta ha per ora dedicato alla vicenda un breve commento:
”Guardiamo, valutiamo, vigileremo sul fronte occupazionale,
ma bisogna ricordare che Telecom è una società privata e
siamo in un mercato europeo”.
provvedimento non sottrae risorse ad altri
servizi, «con questa delibera di giunta, andiamo quindi a sostenere unʼattività di servizio del Policlinico, per disturbi dellʼidentità di
genere. Un servizio unico nellʼItalia meridionale, che da oltre 10 anni svolge assistenza
psicologica ai transgender». Insomma chi critica questo prezioso servizio «non riesce a
comprendere la sua importanza e suo risvolti
per la collettività».
Sale il consumo dei farmaci ma la spesa è sotto
controllo. Prima di Natale il “Patto per la Salute”
MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013
Roberto Mariotti
Nonostante «l'aumento del consumo di farmaci tra gli italiani, la
spesa farmaceutica è rimasta
sotto controllo». È quanto ha sottolineato il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, intervenendo
ieri alla presentazione del rapporto “L'uso dei farmaci in Italia”,
curato dall'Agenzia italiana del
farmaco (Aifa). Questo, ha spiegato il ministro, «grazie a una
maggior appropriatezza nella prescrizione dei medicinali, ma
anche grazie all'immissione di farmaci a brevetto scaduto e di farmaci generici». Tuttavia, ha
rilevato, «c'è ancora una forte disomogeneità tra le regioni e in alcuni ambiti si consumano più
farmaci. In tali regioni bisogna ovviamente ancora lavorare ai fini di
una maggior appropriatezza delle
prescrizioni». Altra questione è
poi il consumo di farmaci legati all'invecchiamento della popolazione: «Per diminuire in tal senso
la spesa farmaceutica – ha detto
Lorenzin – bisogna necessariamente investire in prevenzione e
Secolo
d’Italia
Partiti, non c'è ancora
l'intesa sui finanziamenti:
l'esame passa all'aula
stili di vita migliori, in misura sempre maggiore». Secondo il ministro bisogna cioè «fare uno sforzo
grande a favore della prevenzione che può produrre risultati
eccezionali, controllando in modo
significativo il consumo dei farmaci, come nel caso del diabete e
delle malattie cardiovascolari. Su
queste linee lavoreremo nei
prossimi mesi». Il lavoro per arrivare alla definizione del Patto per
la Salute «sta andando avanti e le
commissioni stanno lavorando in
conferenza Stato-Regioni. Spero
che prima di Natale riusciremo a
portarlo a casa». Il Patto per la
Salute, ha sottolineato Lorenzin,
«è uno strumento necessario in
primis alle Regioni e ai cittadini,
per avere una pianificazione di
una programmazione sanitaria
che tenga conto di tante dinamiche». Il ministro, interpellata dai
cronisti, ha inoltre annunciato che
anche il tavolo relativo alla farmaceutica «sarà convocato a
breve».
Migliora il mercato della casa: a Roma i prezzi
più alti, crollano le compravendite a Genova
Redazione
Decelera il trend negativo del
mercato immobiliare nel secondo trimestre dell'anno.
Con un calo del 7,7% rispetto
allo stesso periodo del 2012,
il volume delle compravendite si attesta a quota
242.817 e recupera sei punti
rispetto al -13,8% del primo
trimestre.
Lo
comunica
l'Agenzia delle Entrate. Nel
secondo trimestre 2013 le
vendite registrate nel settore
residenziale
comunica
l'Agenzia delle Entrate, si
sono ridotte del 9,3%, per un
volume di abitazioni pari a
180.618; il mercato delle pertinenze registra un calo del
7,5%. Continua la contrazione anche nei settori non
residenziali: il terziario ha
perso il 10,6% delle compravendite, il settore produttivo il
3
6,5% mentre il settore commerciale registra un -2,7%. È
Roma la città in cui i prezzi
delle case sono più alti. Nel
primo semestre 2013 il valore
medio di un'abitazione nella
capitale è di 298.200 euro,
3.276 euro al metro quadro (2,4% rispetto al secondo semestre 2012). Segue Milano,
dove il prezzo medio di
un'abitazione è di 246.500,
2.972 euro a metro quadro.
Nel secondo trimestre 2013,
per quanto riguarda le compravendite di abitazioni nelle
grandi città, resta marcata la
flessione a Genova (-15,7%),
a Firenze (-11,3%) e a Palermo (-9,4%), mentre più
lievi sono quelle rilevate a
Roma (-6,9%), Torino (-4,7%)
e Milano (-2%). Lo comunica
l'Agenzia delle entrate sottolineando che a questo trend
fanno eccezione Bologna,
che sena un rialzo del 5% e
Napoli con +1,8% (ma il dato
della città partenopea è legato alla consistente dismissione
del
patrimonio
immobiliare pubblico del Comune).
Redazione
Il ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello
esprime soddisfazione perché «la
Prima Commissione della Camera ha licenziato, pur senza
averne completato l'esame, un
testo sul finanziamento ai partiti
che mantiene l'impianto dell'ac-
cordo raggiunto in sede di governo integrando istanze delle
forze politiche. Ne va dato atto ai
gruppi, alla Commissione e al
presidente Sisto che l'ha guidata
in compito così delicato. Il testo,
cui il governo annette grande importanza – osserva Quagliariello
– passa ora all'esame dell'Aula,
nel corso del quale verranno affrontati nodi cruciali. È evidente a
tutti che su un tema così importante per la vita dei partiti e per lo
stesso funzionamento della democrazia, qualsiasi intervento di
modifica richiede una condivisione tra le forze politiche, quantomeno fra quelle che fanno parte
della maggioranza di governo. È
dunque fortemente auspicabile –
conclude il ministro – che in Aula
permanga l'atteggiamento di collaborazione e responsabilità che
ha caratterizzato i lavori in Commissione, e che di fronte alla possibilità di atti di rottura ci si renda
conto delle conseguenze che
essi produrrebbero». Restano ancora irrisolti i nodi che dividono
Pd e Pdl, a partire dal tetto alle
donazioni dei privati.
Nairobi, forse anche una donna inglese
nel commando che ha assaltato il mall
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Redazione
Mentre ancora non è chiaro cosa
stia accadendo nel centro commerciale diNairobi, poiché si sono sentiti colpi di arma da fuoco anche
dopo l'evacuazione, gli shabaab somali,a autori del clamoroso gesto
che ha causato decine di morti, minacciano nuove azioni sul territorio
keniota. Intanto si raccolgono le testimonianze degli scampati: «Le
persone che hanno fatto questo
sono animali, usano la religione per
uccidere la gente», ha dichiarato al
Daily Telegraph Louis Bawa, un cittadino britannico che ha perso la
moglie Zahira e la figlia Jennah di
otto anni, entrambe musulmane,
nell'attacco terroristico dagli inte-
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gralisti Shabaab nel centro commerciale Westgate. «Zahira e Jennah erano musulmane ma questi
animali hanno sparato a loro nello
stesso modo in cui hanno sparato
agli altri», ha detto il manager, che
lavora a Dubai e fa la spola ogni
settimana con il Kenya dove viveva
la sua famiglia, da un anno trasferita in Africa dall'Inghilterra. Ha dovuto riconoscere moglie e figlia
scorrendo le fotografie di decine di
vittime nell'attentato. «Quando le ho
viste il mio cuore si è quasi fermato
- ha detto -. Le avevo sentite l'ultima
volta venerdì sera, purtroppo non
ho potuto telefonare sabato mattina
prima dell'attacco». Intanto si apprende che un soldato britannico
fuori servizio, membro delle forze
speciali Sas, avrebbe salvato 100
persone nel corso dell'attacco terroristico di Nairobi difendendosi
solo una pistola. Il militare, di cui
non è stato rivelato il nome per ragioni di sicurezza, sabato stava
prendendo un caffè all'interno del
centro commerciale Westgate
quando è cominciato l'assalto. Il
soldato, che secondo il giornale
probabilmente si trovava in Kenya
per partecipare ai programmi di intelligence e addestramento fra Londra
e
Nairobi,
avrebbe
accompagnato fuori dall'edificio decine di persone e sarebbe tornato
all'interno del centro commerciale
12 volte. Per quanto riguarda gli autori della strage, è «possibile» che
Samantha Lewthwaite, "vedova
bianca" del terrorismo internazionale abbia preso parte al commando che ha attaccato il centro
commerciale. Lo si legge sul sito
del Times, che riporta fonti di intelligence, stando alle quali non sono
tuttavia elementi certi. Secondo il
giornale, l'MI5 collabora con le autorità keniote per stabilire l'eventuale coinvolgimento di Lewthwaite,
29enne vedova di Germaine Lindsey, uno dei terroristi suicidi del
sanguinoso attentato alla metro di
Londra del 2005.
grande maggioranza dei morti e
delle atrocità sono state fatte con
armi convenzionali», ha precisato ancora Ban. Si è poi saputo
che sarebbero diecimila i miliziani di nazionalità straniera morti
in Siria dall'inizio della guerra: lo
sostiene l'agenzia americana di
statistica Pentapolis. La maggior
parte degli stranieri morti sarebbero tunisini, 1.902, seguiti dai libici, 1.802. 821 i miliziani egiziani
uccisi; 412 i marocchini; 273 gli
algerini; 42 i somali e tre i sudanesi. Infine, si apprende che una
bomba piazzata da terroristi in
un'automobile nella zona meridionale della capitale Damasco, è
esplosa causando sette morti e
almeno una ventina di feriti. Nel
frattempo il patriarca greco ortodosso siriano ha rivolto un appello
alla
Croce
rossa
internazionale, la Mezza Luna
rossa siriana e tutte le organizzazioni governative e non governative affinché portino soccorso a
una quarantina di cristiani, tra cui
religiosi e orfani, rimasti isolati nel
monastero di Santa Tecla a Maalula, cittadina cristiana dove continuano i combattimenti tra forze
governative e ribelli.
Siria, settemila i mercenari stranieri morti finora in Siria
Redazione
Mosca spera che un accordo per
una risoluzione Onu che sostenga l'accordo sulle armi chimiche in Siria possa essere
raggiunto questa settimana,
«anche se non ci sono garanzie
al cento per cento»: lo ha detto il
vice ministro degli esteri russo
Serghiei Riabkov. Le Nazioni
Uniti, che nelle prossime ore rimanderanno gli ispettori in Siria,
stanno occupandosi della situazione in modo più costante:
basta con le forniture di armi a
tutte le parti coinvolte nel conflitto
in Siria, ha detto infatti aprendo
la 68esima assemblea generale
dell'Onu a New York il segretario
generale Ban Ki moon facendo
appello agli Stati perché «smettano di alimentare il bagno di
sangue ponendo fine al flusso di
armi» dirette a regime e ai ribelli.
«C'è una guerra più vasta e la
MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013
Marò, de Mistura rientra
a Roma. Nuova Delhi:
«Non c'è l'accordo»
Redazione
L'emissario del governo italiano per il dossier dei marò,
Staffan de Mistura, è rientrato
in queste ore a Roma da
Nuova Delhi per consultazioni.
La partenza di De Mistura dall'India, che non ha rilasciato dichiarazioni, avviene al termine
di sei giorni di intensi incontri e
discussioni con responsabili
governativi indiani mirati a cercare di sbloccare lo stallo in cui
si trova la vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il nodo irrisolto riguarda
la volontà della polizia investigativa indiana Nia di interrogare a New Delhi gli altri
quattro marò che formavano il
team di sicurezza sulla petroliera "Enrica Lexie" coinvolta
nell'incidente del 15 febbraio
2012 in cui morirono due pescatori indiani. L'Italia ha offerto tre ipotesi alternative a
questa richiesta (missione Nia
a Roma, videoconferenza e risposte a domande scritte) che
però non sono state accettate.
A quanto si è appreso, comunque, i contatti con le autorità indiane continueranno ora anche
cogliendo l'occasione delle delegazioni governative presenti
a New York in occasione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Più diretta la
diplomazia indiana: le consultazioni con il governo italiano
sulla vicenda dei marò «sono
terminate senza un accordo»
sulle modalità dell'interrogatorio dei quattro fucilieri presenti
sulla petroliera Enrica Lexie.
Parigi, a rischio lo shopping notturno
sugli Champs-Elysées: Sephora deve chiudere alle 21
MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013
Secolo
d’Italia
Redazione
Turisti e parigini rischiano di
dover rinunciare presto allo
shopping notturno sugli ChampsElysées. La Corte d'Appello di
Parigi ha infatti deciso che il
grande punto vendita di Sephora
sul celebre viale parigino dovrà
d'ora in poi abbassare le saracinesche alle 21 e non più a mezzanotte o all'una nei week-end. Il
marchio di profumi e cosmetici,
che appartiene al gruppo Lvmh,
ha pochi giorni di tempo per adeguarsi ai nuovi orari e rischia una
multa di 80mila euro per dipendente ad ogni eventuale infrazione. È una nuova vittoria per
l'associazione
intersindacale
Clip-P che in passato ha già vinto
battaglie contro altri marchi
(Apple, Monoprix, Uniqlo). Una
delle più emblematiche fu quella
dell'anno scorso contro le Galeries Lafayette, obbligate a chiudere le boutique del Boulevard
Haussman alle 19,30 proprio all'inizio dei saldi primaverili.
Sephora, che aveva vinto in
prima istanza, incassa un brutto
colpo, ma non intende arrendersi: l'ultimo atto si svolgerà in
Cassazione. E, se la Cassazione
dovesse confermare la decisione
dell'Appello, il caso Sephora potrebbe fare giurisprudenza. Ecco
perché gli altri grandi marchi che continuano ad aprire le loro
boutique degli Champs-Elysees
dopo le 21, come Marionnaud e
la Fnac - restano col fiato sospeso. È sul viale parigino che
queste multinazionali registrano i
loro fatturati più alti (anche +2030% rispetto agli altri quartieri
della capitale).
Sephora ha denunciato una sentenza che «avrà gravi conseguenze sul lavoro». Ha ricordato
che tutti e 50 i dipendenti che lavorano di notte sugli ChampsElysees sono volontari e che
sono remunerati il 25% in più
dopo le 21. Ha anche pubblicato
sul “Journal du Dimanche" una
petizione dei suoi dipendenti che
vogliono poter continuare a lavorare anche la notte.
I giudici transalpini hanno ricordato però che per legge il lavoro
notturno (cioè dopo le 21 e fino
alle 6 del mattino) deve restare
un'eccezione e che è «giustificato solo dalla necessità di assicurare la continuità dell'attività
economica o dei servizi di utilità
sociale». Secondo un recente
studio, lavorare di notte può causare gravi danni sulla salute. Il lavoro notturno riguarda in Francia
il 15,2% dei lavoratori, ovvero 3,5
milioni di persone, secondo dati
del ministero del Lavoro risalenti
al 2009.
Gabriele Alberti
Ancora una volta le porte del
carcere si sono aperte per un innocente. E ancora una volta bisogna registrare una storia di
sofferenza, un inferno improvviso, l'urlo di chi non aveva fatto
niente e si è improvvisamente ritrovato nei guai. Per fortuna,
però, stavolta l'incubo è durato
poco, a differenza dei tanti casi
di errori giudiziari che hanno
provocato tragedie umane. È
stato rinchiuso per cinque mesi
in carcere con l'accusa di aver
spacciato una dose di eroina
che ha provocato la morte di un
tossicodipendente. Poi nel corso
del processo, come spiegato
dalla difesa, è emerso che lui
quel giorno stava semplicemente rientrando a casa dal lavoro e che, sfortunatamente, in
quel percorso il suo telefono
aveva agganciato una cella
“compatibile” con il luogo dello
spaccio. Così l'uomo, un egiziano di trent'anni, è stato assolto con formula piena e
scarcerato e, assistito dal suo legale, ha fatto ricorso alla quinta
sezione penale della Corte d'Appello di Milano per chiedere che
gli venga riconosciuta, a titolo di
risarcimento per “ingiusta deten-
zione”, la somma di cinquecentomila euro. Davanti al collegio
(giudice relatore Paolo Torti), si è
discussa la “domanda di riparazione per ingiusta detenzione''
presentata dall'avvocato Mauro
Straini, legale dell'egiziano, assolto il 2 marzo 2010 dopo essere finito in carcere il 3 ottobre
2009 ''per un totale di centocinquanta giorni''.
Giustizia ed errori: assolto dopo cinque mesi
di carcere: chiede 500mila euro di risarcimento
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La “rivoluzione”
della Indesit: ci saranno
meno esuberi
e aumenterà la produzione
Redazione
Meno esuberi, maggiori produzioni e attività, più investimenti:
la Indesit Company ha prospettato al tavolo al ministero Sviluppo la possibilità di ridurre
l'impatto del piano di ristrutturazione delle attività italiane presentato a inizio giugno.
Nonostante margini di azione
strettissimi, su un piano che
l'azienda ritiene “necessario”
per garantire continuità aziendale e un futuro alle produzioni
italiane, il gruppo di Fabriano si
è presentato alla ripresa del
confronto sulla vertenza con
una proposta di miglioramenti illustrata a governo, sindacati e
istituzioni; che ora devono rispondere, anche in termini di
strumenti da mettere in campo
per sostenere il progetto: il tavolo si riunirà ancora il 14 ottobre. L'azienda è pronta a
mettere in campo più investimenti, dunque: altri 8 milioni, in
aggiunta ai 70 già previsti. E
propone di destinare un numero
maggiore di produzioni ai poli
industriali italiani e di portare all'interno dell'azienda alcune attività oggi svolte fuori: così,
rispetto alla prima stesura del
piano, non chiude il sito di Melano, a Fabriano, dove possono
invece arrivare alcune produzioni aggiuntive su cucine, maxiforni e prodotti speciali; e si
rafforzano le attività previste
per Fabriano e Caserta (attività
di assistenza tecnica, ulteriori
progetti di amministrazione e
gestione nelle sedi centrali, un
IT service center a Caserta).
Roma, il sindaco Marino “tartassa” i residenti
di Testaccio per l'accesso alla Ztl
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Secolo
d’Italia
Redazione
«Il Popolo delle Libertà toglie lʼImu
sulla prima casa, mentre il sindaco
di Roma, Ignazio Marino, applica
ai residenti di Testaccio una tariffa
sul permesso per la Ztl di ben 94
euro (più alta di quella del centro
e di San Lorenzo), anche per la
prima e spesso unica autovettura!». Lo affermano il consigliere
capitolino Giovanni Quarzo e
lʼesponente del Pdl Alessandro
Cochi, che aggiungono: «Lʼassessore alla Mobilità Guido Improta,
con lʼAgenzia della Mobilità sotto
la mancata tutela del presidente
del I Municipio Sabrina Alfonsi, garantisce il periodo di sperimentazione, che dovrebbe scadere il 6
ottobre, e che finora non ha mai
registrato la prevista presenza dei
vigili urbani per impedire il passaggio ai varchi ai non autorizzati.
Nel frattempo lʼAgenzia ha da
tempo inviato le lettere prioritarie
informative su come e dove effettuare il versamento, non tenendo
conto della sperimentazione ancora in corso, della concertazione
e partecipazione che molti richiedono. Perché ancora non si è mai
discusso sullʼapplicazione di piccole ma importanti modifiche, in
modo da consentire ai residenti,
infastiditi e oppressi dalla crisi, di
non pagare il permesso per la
prima auto per accedere ai varchi
elettronici. È necessario scrivere
subito unʼapposita delibera in
Giunta capitolina, ma per questo
occorre la volontà politica, che dovrebbe tenere in seria considerazione che i varchi sono già stati
ben pagati dallʼappalto appositamente bandito dallʼAgenzia della
Mobilità durante le passate consiliature, tenendo presente che le
prime fasi del progetto sulla Ztl risalgono addirittura allʼex sindaco
Rutelli (poi proseguito dai due successori). Dopo i vari passaggi in
commissione e sul territorio – proseguono Quarzo e Cochi - sarebbe opportuno decidere di
comune accordo, dopo aver sentito il parere delle associazioni dei
residenti e degli operatori di zona,
se i varchi debbano essere messi
in funzione alle 21,30 o alle 23. La
fascia oraria dalle 23 alle 3, tuttora
in vigore, è il minimo che possano
sopportare soprattutto i ristoranti
della caratteristica cucina romana,
in tempi di dura crisi. Sarebbe
estremamente importante – concludono - anche ampliare lʼarea di
estensione dei varchi, perché chi
abita appena fuori dalla Ztl e dai
suoi varchi non può accedere nel
rione, anche se per competenza
territoriale ne fa parte».
Redazione
Il consigliere comunale del Pdl
Carlo Castori ha messo nero su
bianco tutti i tagli alla mobilità
della linea Z5: ben cinque punti di
cambiamenti non voluti dai residenti. Il prezzo della crisi di Umbria Mobilità continuano a pagarlo
i cittadini di Perugia. Castori ha
effettuato un sopralluogo nella
zona residenziale di Monte Malbe
raccogliendo la rabbia dei residenti che hanno visto drasticamente ridotte le corse degli
autobus. «La zona di Monte
Malbe, via Sella e via Ricasoli è
servita da una sola linea: la Z5. Il
servizio era stato già ampiamente
stravolto nel 2009, non portando
più in centro a piazza Morlacchi e
cambiando percorso, tanto da diventare una circolare che gira in
un unico verso con tutti i disagi facilmente intuibili. Nonostante
tutto, la linea Z5 si è rivelata un
servizio efficiente appunto perché
garantiva il passaggio ogni ora;
inoltre il capolinea al MM di via
Cortonese, unitamente al passaggio alle fermate di Elce e dei
Rimbocchi, in orari adeguati, permettevano di effettuare lʼinterscambio con numerose linee di
Umbria Mobilità. Ora un nuovo
stravolgimento e il disservizio
dall'11 settembre sono stati serviti
ai cittadini-utenti di questa parte
della città. In particolare, è stata
soppressa la corsa in partenza
dal MM di via Cortonese alle
10,45 con transito a San Marco
alle 11,02 (corsa importante per
gli utenti che, avendo terminato
gli impegni della mattina, potevano tornare a casa a unʼora adeguata). Inoltre sono stati
soppressi numerosi passaggi alle
fermate di Elce e dei Rimbocchi,
punti di interscambio molto importanti, che permettevano di collegare velocemente via Sella e
via Ricasoli alle linee di Umbria
Mobilità per stazione o centro.
Non è sostenibile una situazione
del genere che penalizza un territorio che ha gli stessi diritti degli
altri quartieri perugini», ha concluso Castori.
Perugia, il Pdl denuncia il taglio alle corse
del trasporto pubblico
MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013
Torino, convivenza
impossibile fra occupanti
abusivi e studenti di Edisu
Redazione
Dal sopralluogo effettuato
con il presidente di Edisu
(Ente Regionale Trabucco
per il diritto allo studio universitario del Piemonte), Umberto Trabucco, e l'assessore
regionale all'Università, Riccardo Molinari, è emerso un
quadro drammatico dell'intera area ex Moi a Torino.
«Le occupazioni abusive in
una parte delle palazzine –
afferma Paola Ambrogio,
consigliere comunale di Fratelli d'Italia – hanno reso insostenibile la situazione per
gli ospiti di Edisu. A distanza
di pochi anni dalla loro realizzazione le palazzine ex Moi,
che oggi raccolgono il 10%
dei posti letto dell'Edisu in
tutto il Piemonte, sono state
abbandonate, in condizioni di
insicurezza, degrado ed incuria. Quella che l'amministrazione
comunale
di
centrosinistra, proprietaria
delle palazzine attraverso il
fondo Città di Torino, ha
"spacciato" per cittadella residenziale universitaria è, invece, un'area degradata con
accumuli di rifiuti e rottami
vari (ferri vecchi, pneumatici,...) con cui i nostri studenti
convivono ogni giorno. L'illuminazione è scarsa, le aree
verdi sono occupate da orti
abusivi e mercanzie di ogni
genere e gli studenti non si
sentono sicuri di rientrare
nelle proprie abitazioni. L'assessore Pellerino aveva promesso che le palazzine
confinanti con quelle locate
da Edisu sarebbero state adibite all'accoglienza di nuovi
studenti universitari: oggi, al
contrario, le occupazioni abusive nell'intera area mettono
a rischio la presenza stessa
di Edisu all'interno del complesso».
«L'auto di Siani? L'ho fatta ripartire io...».
Risi sbugiarda Saviano
Secolo
MERCOLEDì 25 SETTEMBRE 2013
d’Italia
Giovanna Taormina
Dopo la condanna per plagio per Roberto
Saviano arriva anche una tiratina d'orecchie da un vip. È il regista Marco Risi a
bacchettare lo scrittore e la “questio” riguarda la Citroen Mehari verde di Giancarlo Siani, il giornalista del “Mattino”
ucciso dalla camorra 28 anni fa. Quest'anno in occasione della sua commemorazione è stata tirata fuori la sua vecchia
auto e le agenzie hanno scritto: «Saviano
fa ripartire l'auto di Siani». La vecchia Mehari adesso percorrerà un tour in Italia e in
Europa come testimonianza della lotta alla
mafia. Ma da Risi è subito arrivata la puntualizzazione. Intervistato da “L'Huffington
Post” ha subito chiarito: «La figura di Giancarlo Siani deve essere ricordata ed è una
buona idea quella del percorso a bordo
della sua auto. Però la Citroen Mehari non
è ripartita il 23 e sarebbe giusto ricordarlo».
Il regista ha spiegato: «È giusto che abbiano chiamato anche l'autore di “Gomorra” che ha una certa affinità con
Giancarlo, tanto che tra i camorristi che lo
minacciavano qualcuno lo chiamava
“Siano”. Però qualche volta dovrebbe
anche tenere a mente il lavoro degli altri».
E poi ha raccontato la storia dell'auto. «Due
settimane prima delle riprese di “Fortàpasc”
– ha detto – ritrovammo la vettura di Siani
in un agriturismo in Sicilia. Dentro c'erano
ancora tutti i documenti a nome di Giancarlo. Decidemmo così di utilizzarla, tanto
che sarebbe diventata un simbolo del film.
Era inutilizzabile, piena di polvere e di colore lilla. Così l'abbiamo rimessa a nuovo:
abbiamo cambiato la batteria e l'abbiamo
dipinta di verde, il suo colore originale. Da
quel momento la Mehari non ci ha mai abbandonato. La Mehari non era più sotto sequestro da parte dell'autorità giudiziaria, i
genitori e i parenti di Siani, distrutti dalla tragedia, non la reclamarono. Così fu comprata all'asta dal titolare di questo
agriturismo. Non so se senza il nostro intervento l'auto sarebbe mai stata recuperata».
Nicole Kidman può attendere: fuori dagli Oscar, per colpa di “Grace”
Giorgia Castelli
Nicole Kidman può attendere. Potenziale candidata allʼOscar 2014 è stata tagliata fuori dalla
corsa allʼambita statuetta. Come riporta “The
Hollywood Reporter” è stata, infatti, costretta a
incassare la decisione della Weinstein Company
di rimandare alla prossima primavera, decisamente fuori tempo massimo dunque per gli Academy Awards (pure se questʼanno si terranno più
tardi: il 2 marzo), “Grace di Monaco”, il biopic sullʼex attrice e principessa interpretata proprio dalla
star australiana. Dopo la doccia fredda del gennaio scorso quando i figli della principessa avevano sconfessato il progetto con un comunicato
ufficiale in cui denunciavano «importanti inesattezze storiche e una serie di scene puramente
fittizie», ora per Nicole Kidman è arrivata un'altra amara notizia. La Weinstein Company
avrebbe deciso di concedere al regista Olivier
Dahan più tempo per completare il montaggio del
film, ma secondo alcune fonti altre sono le moti-
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
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d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
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Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
7
vazioni dietro lʼinattesa decisione. Non ultima
quella di aver deciso di puntare su altre valide
contendenti lʼOscar, tutte sotto contratto con la
compagnia, come la Judi Dench di “Philomena” o
la coppia Meryl Streep e Julia Roberts, protagoniste di “August: Osage County”. Una curiosità:
Olivier Dahan è il regista de “La vie en Rose”, la
cine-biografia di Edith Piaf che permise a Marion
Cotillard di vincere nel 2008 il suo primo Oscar
da attrice protagonista. Nicole Kidman, in un'intervista a Figaro, dal canto suo ha parlato di
Grace come del ruolo più importante della sua
carriera: «Ho letto moltissime biografie e mi sono
resa conto che spesso dicevano cose contrastanti. Questo mi ha liberata e mi ha permesso di
farla mia. Ho voluto raccontare le sue paure e la
sua vulnerabilità. La mia intenzione non è stata
imitarla ma cercare di restituire la sua personalità, le difficile scelte che ha preso e che, secondo
me, sono da ricercare nel rapporto con suo
padre».
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7 agosto 1990 n. 250