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Rassegna stampa QUOTIDIANI Del 24/09/2013, pag. 5 VERSO IL 12 OTTOBRE La «via maestra», un corteo e poi in piazza del Popolo Per la conferenza stampa hanno scelto una sede dell'Arci a Roma (via dei Monti di Pietralata 16), fuori dai 'luoghi comuni' della politica. Viene lanciato oggi il percorso organizzativo nato dall'appello «La via maestra», per la difesa e soprattutto l'attuazione della Costituzione, promosso prima dell'estate da dai costituzionalisti Lorenza Carlassare e Gustavo Zagrebelsky, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà. E che culminerà nella manifestazione del 12 ottobre a Roma: un corteo partirà alle 13 da piazza della Repubblica per raggiungere piazza del Popolo, dove alle 15.30 inizieranno gli interventi dal palco. In molte città, spiegano gli organizzatori, stanno nascendo comitati che lavoreranno alla preparazione della mobilitazione con iniziative locali, assemblee, dibattiti e incontri, tutti modi e strumenti pensati per permettere anche alle singole persone di dare il proprio contributo di partecipazione. Passo indietro invece da parte dei partiti e dei movimenti politici, che il 12 infatti non saranno sul palco: richiesta è stata fatta sin dal principio dai promotori, per sottolineare l'inclusività dell'iniziativa. del 25/09/13, pag. 4 Rodotà dice sì all'amnistia, «nonostante Berlusconi», e all'abolizione dell'ergastolo. E boccia i saggi: documento modesto I bravi maestri della sinistra Angelo Mastrandrea «Una grande coalizione sociale per uscire dalla frammentazione e trasformare l'Italia». Le parole d'ordine del 12 ottobre secondo Bonsanti, Ciotti, Landini e Rodotà ROMA I numeri? È presto per darli e comunque, sostiene don Luigi Ciotti, «conta quello che ognuno dei partecipanti farà dopo il 12 ottobre, come agirà da moltiplicatore dei contenuti della manifestazione». Le adesioni al corteo (da piazza della Repubblica a piazza del Popolo)? Tante, almeno un centinaio di organizzazioni anche se, a ieri, erano ufficialmente ancora 27: oltre alla Fiom, a Libertà e Giustizia, al Gruppo Abele e alla Fondazione Basso dei promotori Maurizio Landini, Sandra Bonsanti, don Ciotti e Stefano Rodotà, c'è di tutto, dai Comitati Dossetti per la Costituzione alla neonata Fondazione Teatro Valle Bene Comune. Da Sbilanciamoci all'Arci. Suscita qualche malumore il mancato sì dell'Anpi. «Ci sarebbero problemi se l'obiettivo fosse quello di creare un'altra sinistra, perché non rientrerebbe nei nostri compiti e nella nostra natura», ha fatto sapere qualche giorno fa il presidente dell'Associazione nazionale partigiani Carlo Smuraglia, subordinando una risposta positiva ai «chiarimenti» richiesti. Dal tavolo della conferenza stampa convocata nella sede romana dell'Arci, dietro la stazione Tiburtina, lo rassicura Sandra Bonsanti: «Non vogliamo fare un altro partito politico». L'obiettivo, piuttosto, è una «grande coalizione sociale per la democrazia e i diritti», che assuma la Costituzione come punto fermo da cui ripartire e ne dia una lettura non imbalsamata ma innovativa, la consideri una «compagna di strada» (don Ciotti) attraverso la quale «trasformare questo Paese» (Landini). La premessa è che la «regressione culturale» italiana è devastante - 9 milioni di persone in stato di relativa povertà, sei milioni di analfabeti, agli ultimi posti in Europa per dispersione scolastica, per non parlare della demolizione dell'università e della ricerca, frutto dell'egemonia neoliberista del ventennio berlusconiano - e «ha investito tutti». Di converso, esiste «un'altra politica, un'altra cultura che in questi anni sono state ingabbiate», secondo Rodotà, che delinea la rotta da seguire per provare a invertire la tendenza: «Uscire dalla frammentazione, sociale e politica, e dare agli italiani quello che loro manca in questo momento, prospettiva e fiducia». Più che una manifestazione «contro», dice Landini, sarà «per»: «Per un piano di investimenti straordinari, pubblici e privati, per difendere il lavoro e riqualificare l'industria, per chiedere più servizi sociali». E per costruire un'Europa vera, fermando la dittatura dell'economia «che mette tra parentesi i problemi del Paese» (Rodotà) e ha fatto inserire il pareggio di bilancio in Costituzione «senza discussione», un provvedimento di cui ora si pagano duramente le conseguenze. Il «cattivo maestro» Rodotà non è spaventato dalle polemiche seguite alle sue dichiarazioni sui No Tav e le cosiddette «nuove Br», risponde alle domande e non si risparmia su nulla. Vittorio Antonini, ergastolano in semilibertà dell'associazione di detenuti del carcere di Rebibbia Papillon, gli chiede di pronunciarsi sull'amnistia sociale - c'è una campagna in proposito che ricalca una analoga lanciata in Francia dal Front de gauche, il manifesto ha ospitato numerosi articoli in proposito - e lui attacca: «Sosterrò in pieno il referendum radicale sull'abolizione dell'ergastolo e dico sì all'amnistia. Non mi faccio spaventare dall'argomento che ne potrebbe usufruire Silvio Berlusconi, sarebbe un po' arduo inserire la frode fiscale tra i reati da amnistiare. Ma il punto vero è la riforma della giustizia: ci sono diverse proposte di riforma del sistema penale, tra cui una di Giuliano Pisapia, perché il ministro Severino non le ritira fuori?». Visto che si parla di Costituzione, Rodotà ne ha anche per i «saggi» nominati da Napolitano: «Il loro documento è di una straordinaria pochezza culturale, è modesto, compilativo. Lo stesso lavoro poteva essere svolto meglio, e con minori costi, dagli uffici studi della Camera e del Senato, oppure da un gruppo di bravi dottorandi di ricerca, assegnando loro qualche borsa di studio». Impensabile, nell'Italia di oggi, dove accade che «un ragazzo debba farsi dare i soldi dal padre per pagare il biglietto della metropolitana e poter andare a discutere della sua ricerca all'università». È la risposta che si è sentito dare il giurista, qualche giorno fa, da un suo allievo dallo sguardo triste. del 25/09/13, pag. 9 Verso la piazza del 12 ottobre: la Costituzione va applicata ANDREA CARUGATI «Stiamo facendo una cosa mai fatta prima...», scandisce il leader Fiom Maurizio Landini. Accanto a lui Luigi Ciotti cita don Tonino Bello sulla difesa dei più deboli, Stefano Rodotà si commuove, Sandra Bonsanti spiega che, «se avessi avuto l’età, sul tetto coi grillini per difendere la Costituzione ci sarei salita anch’io...». Istantanee dalla conferenza stampa del comitato promotore della manifestazione organizzata a Roma per il 12 ottobre, «La via maestra» . A piazza del Popolo si ritroverà il popolo di quelli che dicono no al progetto di Pd e Pdl di riscrivere la seconda parte della Costituzione, modificando l’articolo 138. Dall’Arci al gruppo Abele, dalla Fiom a Legambiente e Articolo 21. Tra gli aderenti molti nomi noti della sinistra, da Salvatore Settis a Dario Fo, da Michele Serra a Gad Lerner e Moni Ovadia, più le direzioni del Fatto e de il manifesto. «Non dite che vogliamo solo difendere la Costituzione perché non è così », avverte Landini. «Noi vogliamo applicarla compiutamente per cambiare le cose in questo Paese». Cambiarla per affrontare di petto il macigno dei 5 milioni di poveri, una cifra che fa dire a don Ciotti: «Di fronte a questi numeri, che sono persone in carne ed ossa, non basta più l’indignazione, bisogna provare disgusto. Per questo volevamo chiamare la manifestazione “miseria ladra”, o “porca miseria”... ». Ascoltando i promotori i temi si intrecciano: se la molla è stata una questione molto tecnica come le modifiche dell’articolo 138 che il Parlamento dovrebbe approvare entro Natale, via via la manifestazione si è riempita di contenuti di sinistra. «Per riempire uno spazio politico vuoto, costruire una massa critica», spiegano i promotori, tra cui c’è anche Gustavo Zagrebelsky. «Il 12 non sarà un evento, ma l’inizio di un percorso», spiega Ciotti. «Ma non ci sarà un partito e meno che mai un piccolo partito», puntualizza Bonsanti. Il lavoro dei saggi incaricati di formulare proposte per ammodernare la Costituzione, presentato pochi giorni fa, viene bombardato di critiche. «Un testo di straordinaria pochezza culturale, senza scomodare tutti quei professori bastava affidarlo a 5-6 dottorandi...», ironizza Rodotà. «Mi sembra solo un riassunto di tutto il peggio che è stato pensato negli ultimi anni, dal nome del premier sulla scheda all’ipocrisia di limitare i decreti del governo dando tempi certi alla loro approvazione da parte del Parlamento ». «Troppi poteri nelle mani di uno solo, troppo leaderismo e poco spazio al Parlamento», taglia corto Bonsanti. «L’obiettivo è accentrare i poteri e diminuire i controlli», insiste Rodotà. «Siamo alla negazione dei meccanismi essenziali della democrazia ». I promotori respingono le accuse di conservatorismo arrivate anche dal premier Letta. «Conservatori sono quelli che ripropongono idee vecchie come il presidenzialismo», dice Bonsanti. Nel merito, però, i promotori non spiegano se e come vorrebbero modernizzare la Costituzione. Al contrario, annunciano un appello ai parlamentari, soprattutto del Pd, per invitarli a non votare la modifica del 138. Se non dovesse passare coi due terzi, il comitato è già pronto a organizzare un referendum che bloccherebbe il percorso immaginato dalla maggioranza. Servirebbero il 20% dei parlamentari oppure 500mila firme. Un traguardo possibile, visto che Cinquestelle e Sel, da soli, raggiungono il 20% degli eletti. Ma prima c’è da riempire piazza del Popolo. del 25/09/13, pag. 3 12 OTTOBRE IN PIAZZA “Via maestra” alla Carta Sandra Amurri Riscoprire la bussola della politica: la Costituzione. È questo l'invito che “la via maestra” promossa da Luigi Ciotti, Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Lorenza Carlassare e Gustavo Zagrebelsky rivolgono in vista della manifestazione del 12 ottobre a Roma (corteo alle 13 da Piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo con relativi interventi). Una tappa importante, sottolineano i promotori, di un viaggio iniziato il 2 giugno, Festa della Repubblica e della “Costituzione come ci piacerebbe che fosse” spiega Sandra Bonsanti, che proseguirà nelle scuole, nelle Università nelle fabbriche contro “l'idea che si è fatta strada, non a caso, e non innocentemente, che la Carta sia superata, che impedisca l'ammodernamento del paese, che i diritti siano da freno allo sviluppo economico, che la solidarietà sia una parola vuota”. Mentre “noi ci siamo resi conto di quanto sia giovane, attuale e da riscoprire” dice Landini che invia due messaggi. Il primo: “Non scrivete ‘vogliono difendere la Costituzione’, è riduttivo. Perché noi chiediamo la completa applicazione per cambiare il Paese, per superare le differenze sociali garantendo i diritti al lavoro, all' istruzione, alla salute”. Il secondo: “La manifestazione del 12, che non è contro qualcuno ma per unire ed evitare la frammentazione, nasce da un appello e da un’ assemblea aperta a tutti”. Segue Rodotà che si dice contrario all'abolizione dell'Imu sulla prima casa a prescindere dal reddito: “Io voglio pagarla. La Costituzione tutela la dignità di chi rinuncia a curarsi perchè non ha soldi per pagare il ticket. I diritti vanno tutelati sulla base di un criterio con cui si ripartiscono le scarse risorse esistenti”. E conclude: “Questa iniziativa nasce dal basso sul sito www.costituzionelaviamaestra.it troverete la lista di non meno di 100 associazioni locali, che dicono come si sta costruendo questo viaggio”. OBIETTIVO comune: ricostruire uno spazio politico vuoto perchè è in gioco la democrazia. “Ho due riferimenti molto cari: il Vangelo e la Costituzione” è la premessa delle parole dense di umanità e forza di Luigi Ciotti. “Non vogliamo inseguire la cronaca ma costruire una storia fatta delle storie delle persone. La ferita di 5 milioni di poveri, 6 milioni di analfabeti, 7 milioni che vivono il disagio lavorativo, non può lasciarci indifferenti. La speranza ha il volto delle persone che fanno più fatica e da loro bisogna partire. La prima forma di legalità e la fedeltà alla Costituzione perchè la legalità si fonda sulla giustizia sociale. La Costituzione è stata imbalsamata da troppe differenze da troppe cerimonie, dobbiamo prendercene cura”. E ricorda uno dei Padri Costituenti, Giuseppe Dossetti, che nel'94 abbandonò l'eremo per costruire i comitati per la Costituzione. Conclude con le tre parole chiave: “continuità, condivisione e corresponsabilità” del 25/09/13, pag. 4 LA VIA MAESTRA Una ruota per rifondare la politica Pierfranco Pellizzetti Urge una discussione a sinistra sui criteri plausibili per dare forma organizzata all'azione pubblica Al dà delle turbolenze stagionali, indizi consistenti inducono a pensare che la normalizzazione procede rapidamente, sotto la guida sagace di Enrico Letta; abile anche nel risiko tattico: se Berlusconi minaccia di far cadere il governo (attribuendone colpa al Pd) l'altro replica con la controminaccia del ritorno dell'Imu (con relativa responsabilità del Pdl); quando Renzi accusa di immobilismo la compagine governativa si sente rispondere con il minimalismo di chi ripara guasti concreti (la gag del cacciavite) a fronte di un critico che sciorina generiche promesse trionfalistiche. Nel gioco degli illusionismi contrapposti vince chi riesce a dare loro una parvenza di realtà. Sicché i competitori che esternano a getto continuo vengono macinati dalla mola silenziosa del giovane neodemocristiano, che tende a espellere dai criteri stessi della politica le ripartizioni tra un lato destro e uno sinistro; per riscoprire ataviche vocazioni alla centralità, da cui governare le negoziazioni e su cui far convergere consensi divergenti: logica con cui la Dc esercitò per quasi mezzo secolo la sua rendita posizionale di all catch party. E con questi sono serviti gli apprendisti stregoni alla Grillo. Simmetricamente, l'operazione anestetica in corso anacronizza i protagonismi delle star da talk show: la crisi sociale ed economica o la si affronta (improbabile con questo ceto politico) o la si annega in una miscela comunicativa da lotofagi; il «dico-disdico» dei Berlusconi e dei Renzi presto si tradurrà in rigetto. Intanto il tempo lavora per "l'operazione Oblio" del premier, per cui la spossatezza generale scivolerà nel deliquio: lo stato psicologico ideale per una corporazione del potere intenzionata a restare ben in sella sul groppone del Paese. Disegno irresistibile, se non si assisterà all'entrata di nuove soggettività che lo contrastino in breccia. Il 12 ottobre, ossia la grande mobilitazione per la difesa dei principi della nostra Costituzione dalle sovversioni con cui si pretenderebbe di avviare la Terza Repubblica postdemocratica, può essere il momento fondativo di tale soggetto, di cui da tempo voci nel deserto ne vorrebbero gridare il nome ineffabile? Insomma, la manifestazione per una nuova Repubblica democratica può essere l'inizio di un vero progetto rifondativo della politica? Il quintetto che ci chiama a raccolta (Carlassare, Ciotti, Landini, Rodotà, Zagrebelsky) ha tutte le credenziali per testimoniare in chiave propulsiva valori alti, dal pluralismo deliberativo a una ritrovata socialità solidale, dall'idea di un modello di sviluppo come costruzione collettiva (politica industriale partecipata) a una rappresentanza emendata dalle perversioni della corporazione trasversale del potere. Impensabile che questi benemeriti personaggi diventino gli assemblatori di una qualsivoglia struttura tradizionale. Da ciò deriva l'urgenza di una discussione a sinistra sui criteri plausibili per dare forma organizzata all'azione pubblica; assicurarne la continuità e la fattività. Quello che non si ha da fare sembra sufficientemente chiaro: il ritorno al modernariato del paradigma di partito stanziale novecentesco (associazione gerarchica e verticista che dà la linea e costruisce organigrammi), tanto meno prestare attenzione alle sirene che starnazzano (con successo pop e pratiche di segno opposto) di "potenza della Rete" in quanto delega salvifica all'internetcentrismo; il feticismo dell'Itc (information&comunication tecnology) come magia che orienta nella complessità. Resta fermo che le nuove tecnologie si rivelano preziose per la mobilitazione e il raccordo (effetto rendezvousing); ma la potenza della Rete sta altrove, nella qualità relazionale, ad oggi inutilizzata. Si pensi alle miriadi di energie che si segnalano sul territorio e che finiscono per isterilirsi nell'episodicità. Forse si può azzardare una risposta strutturale proprio partendo da queste straordinarie potenzialità, che richiedono l'approccio soft che oggi si afferma nei paradigmi della nuova centralità economica: la logistica. A conferma che la modellistica organizzativa degli ultimi due secoli ha il proprio laboratorio nel lavoro (le ferrovie e poi la fabbrica integrata fordista format dell'amministrazione pubblica e del partito di massa), come prima lo era l'esercito. E il nuovo modello si chiama hub and spoke, mozzo da cui si diparte una raggiera. Secondo metafora, possono fungere da mozzo (garanti di coerenza) proprio i firmatari del documento per il 12 ottobre (Via Maestra), offrendo connessioni interpersonali a filiere che partano dal volontarismo su base territoriale. Dunque, un'ipotesi di lavoro o - magari - una provocazione per il lavoro trascurato dal pensiero che insegue la balena bianca della trasformazione. Nell'accelerazione imposta dalla crisi che sta implodendo in degrado civile irreversibile, mentre i tranquilli e benevoli reazionari che ci governano operano abilmente per ritornare a un passato avvolto nel cellofan lucido/ingannevole del "non ci sono alternative". SITI Da Huffington Post del 24/09/13 Stefano Rodotà: "Sì ai referendum radicali anche se aiutano Berlusconi". Con Landini corteo il 12 ottobre “Io sosterrò il referendum radicale contro l’ergastolo. E sull’amnistia ho scritto tanto in passato: la mia risposta è sì. E se l’obiezione è: se ne giova Berlusconi, non me ne frega, a parte che mettere la frode fiscale nell’amnistia sarebbe un po’ arduo…”. Stefano Rodotà rompe gli indugi alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione del 12 ottobre, organizzata insieme a Maurizio Landini della Fiom, al don Luigi Ciotti di Libera, Gustavo Zagrebesky di Libertà e Giustizia. E’ Vittorio Antonini, di Papillon Rebibbia a fornire il pretesto per parlare di amnistia, tema scottante per la sinistra da quando riguarda il condannato Silvio Berlusconi che ha firmato i referendum radicali.“Ma voi che scendete in piazza siete favorevoli all’amnistia?”, chiede Antonini, condannato all’ergastolo dal 1985 e in semilibertà. Rodotà risponde per sé. Perché è chiaro che il variegato mondo di sinistra che manifesterà a Roma il 12 ottobre (da piazza della Repubblica a Piazza del Popolo) non ha una sensibilità omogenea rispetto a temi come la condizione nelle carceri. Per dirla in parole povere, è un arcobaleno che contiene diverse gradazioni di anti-berlusconismo ma anche nessuna: da 0 a 10, per dire. Basta scorrere l’elenco dei firmatari: dal sociologo Marco Revelli al vice direttore del Fatto Marco Travaglio, da Paolo Flores D’Arcais di MicroMega a don Tonio dell’Olio di Pax Christi e tanti altri singoli e associazioni, la stessa Papillon Rebibbia e Emergency, Antigone e l’Arci, la cui sede nazionale ospita la conferenza stampa. “Ognuno con la sua individualità e specificità che non vogliamo annullare”, assicura Rodotà. E continua: “Ma l’amnistia funziona solo se funziona il sistema penale. Per esempio: perché questo Parlamento non ritira fuori la proposta di riforma del codice penale elaborata da Pisapia?”. Parole che servono a ribattere alle accuse arrivate da Palazzo Chigi. “Conservatori”, li ha definiti Letta in diverse occasioni. “No, quelle dei saggi sono proposte vecchie: il presidenzialismo è formula da anni ‘80”, rilancia Sandra Bonsanti, altra promotrice della giornata del 12 ottobre. “Non si dica che scendiamo in piazza per difendere la Costituzione – precisa Landini – Non è così. Noi scendiamo in piazza per l’attuazione piena della Costituzione in tutte le sue parti, in modo che siano garantiti i diritti che essa sancisce. Di certo, la Carta non auspica i 5 milioni di poveri che attualmente ci sono in Italia”. “Questa manifestazione, volevamo chiamarla Porca miseria oppure miseria ladra, per usare un linguaggio comune – azzarda don Ciotti – poi abbiamo scelto ‘via maestra’ perché la Costituzione è la nostra compagna di strada”. Da Landini a Rodotà. La prima tappa di questo spaccato di protesta fu in piazza a Bologna il 2 giugno scorso, poi l’assemblea a Roma l’8 settembre, ora la manifestazione nazionale. Nasce un altro soggetto politico? “No”, insistono tutti. “Vogliamo offrire un terreno di partecipazione, uno spazio politico dove c’è il vuoto”, sottolinea Landini. Rodotà cerca l’orizzonte con lo sguardo: “Il tempo non sarà brevissimo ma tanti soggetti devono lavorare insieme per ridare fiducia e prospettiva al paese. Non si risolvono i problemi con le battute, tipo: faccio cadere il governo… Che politica è questa?”. Letta stia tranquillo, tanto più che i manifestanti del 12 ottobre sono forse gli unici del panorama politico a prendere sul serio le riforme dei saggi scelti dall’esecutivo, tanto da scendere in piazza per contestarle, insieme a Lorenza Carlassare e Nadia Urbinati, le due ex sagge fuggite dal comitato governativo. A dire il governo c’è un altro pezzo di sinistra che scende in piazza il 19 ottobre. Sono i No Tav e altre sigle della galassia antagonista, quelle che giorni fa sono state invitate dalle nuove Br a compiere il 'salto di qualità' su cui poi è 'scivolato' Rodotà ("Deprecabili ma comprensibili") beccandosi il soprannome di 'cattivo maestro' sulla stampa. Ora il professore ci scherza su: non voleva giustificare le Br (aveva chiarito: "Ingiustificabili") ma leggerne il fenomeno. Ad ogni modo, la domanda è un classico per la sinistra antagonista, spesso divisa: non si poteva promuovere un’unica manifestazione? Landini: “Noi non abbiamo escluso nessuno. Chi ha organizzato altre manifestazioni e non ha coinvolto, ne risponderà. Noi non manifestiamo contro nessuno ma per includere. E’ invitato chiunque voglia manifestare democraticamente. Per noi il problema della democrazia non è solo un valore, ma anche un vincolo rispetto alle forme della protesta”. Più morbido don Ciotti: "La nostra proposta sprizza simpatia ad altre attività. Dobbiamo collaborare e non contrapporci, unire forze ed energie". E’ possibile che, a distanza di una settimana a Roma, potrebbero andare in scena manifestazioni di segno e forme totalmente diverse. http://www.huffingtonpost.it/2013/09/24/stefano-rodota-si-ai-referendum-radicali-anche-seaiutano-berlusconi_n_3981992.html?utm_hp_ref=italy Da Repubblica.it del 24/09/13 Landini-Rodotà: in piazza per difendere la Costituzione Presentata la manifestazione "Costituzione la via maestra" promossa da Lorenza Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky. Si terrà il prossimo 12 ottobre a Roma, in piazza del Popolo. Sandra Bonsanti: "Il progetto di modifica della Costituzione" attualmente in discussione in parlamento "è molto invasivo, e non ci piace l'iter scelto" (di Francesco Cocco) Link al video http://video.repubblica.it/politica/landini-rodota-in-piazza-per-difendere-lacostituzione/140864/139401?ref=HREC1-10 Da Repubblica.it del 25/09/13 Sulla via maestra della Costituzione Verso il 12 ottobre. Il punto è non essere vittime di un dibattito pubblico del tutto fuorviante rispetto ai problemi del Paese. Un Paese che ha sì bisogno di riforme, ma ha prima di tutto la necessità di “riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione”. Crescono i preparativi e le adesioni per Costituzione: la via maestra, la manifestazione del 12 ottobre a Roma, indetta dopo un appello lanciato da Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Don Luigi Ciotti e Lorenza Carlassare. Per ritrovare il peso delle parole chiave della Repubblica: dignità delle persone, giustizia sociale, solidarietà, legalità, abolizione dei privilegi, equità e cultura. E per dire al governo Letta che “le uniche riforme necessarie sono quelle che attuano la Costituzione, non quelle che la stravolgono”. Riforme e stravolgimenti. La mobilitazione sui territori cresce. E il documento contenente l’appello diffuso dal comitato promotore inizia a circolare. Tra l’altro, vi si legge: “La difesa della Costituzione è la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente”. Un impegno culturale e politico che richiede “sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare”. Nessuno sterile conservatorismo nell’impianto ideale della manifestazione: “Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa”. Superare l’isolamento. E il ricorso alla piazza è così spiegato: “Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente”. Già in attività i comitati locali che stanno organizzando incontri a Napoli, Bari, Cosenza, Milano, Firenze. E in decine di altre città. Raccogliere idee ed energie, storie personali e collettive per impedire che la legge fondamentale dello Stato venga cambiata in senso “efficientistico-aziendalistico”. http://saviano.blogautore.repubblica.it/2013/09/24/sulla-via-maestra-dellacostituzione/?ref=HREC1-10 Da il FattoQuotidiano.it del 24/09/13 Il 12 ottobre in piazza per la Costituzione, Don Ciotti: “Indignarsi non basta più” di Tommaso Rodano Sarà Piazza del Popolo a Roma, il 12 ottobre, a ospitare la manifestazione del movimento per la difesa e l’applicazione della Costituzione lanciato nelle scorse settimane da Maurizio Landini, Stefano Rodotà assieme ad altri giuristi, giornalisti, intellettuali e decine di associazioni. “La manifestazione non è la conclusione, ma l’avvio di un percorso – promette il segretario della Fiom – che metterà assieme tutte le persone che vogliono cambiare il Paese applicando i principi e i valori della Carta”. Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento ha partecipato anche Don Ciotti, fondatore di Libera: “L’indignazione non basta più – ha detto – Per prenderci cura della Costituzione serve un’altra risorsa: serve il disgusto per quello che succede oggi nel nostro Paese”. Sandra Bonsanti ha parlato dell’ipotesi di un referendum per cancellare la modifica dell’articolo 138 della Costituzione: “Bisogna che in Parlamento non ci sia una maggioranza di due terzi. Ci appelleremo ad alcuni deputati del Partito democratico. In tal caso raccoglieremo le firme per il referendum”. Per abrogare quella che Stefano Rodotà definisce “una clamorosa violazione di una delle norme di garanzia”. “La Costituzione – conclude il giurista – non si manipola per ragioni politiche e strumentali”. Sei non hai ancora firmato, sottoscrivi la raccolta del Fatto Quotidiano Link al video http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/24/12-ottobre-in-piazza-percostituzione-don-ciotti-indignarsi-non-basta-piu/722147/ Da Globalist-Popoff e Liberazione.it del 24/09/13 12 ottobre, autunno caldo e disgelo costituzionale di Checchino Antonini «Attuarla vuol dire che non si può essere poveri lavorando». Maurizio Landini ha appena lanciato, parlando di lavoro, l'appuntamento del 12 ottobre per la difesa e l'attuazione della Costituzione. Al suo fianco, nella conferenza stampa nella sede nazionale Arci, Stefano Rodotà, Sandra Bonsanti e quel Luigi Ciotti di Libera!: «La prima forma di legalità è la fedeltà alla Costituzione - dirà il prete del Gruppo Abele - e le mafie sono più forti quando la politica è debole». Dalle prime adesioni è possibile pronosticare una reale partecipazione di massa all'appuntamento indetto dal leader della Fiom e dal gruppo dei costituzionalisti. Su una cosa sono chiarissimi: che ci sarà un "dopo" e non sarà un partito. Sarà l'apertura di uno spazio e di un tempo, piuttosto che un evento, necessari per recuperare partecipazione, una «grande coalizione - dice Rodotà - per la democrazia e i diritti». Anche se in platea ci sono diversi soggetti che vedrebbero bene una «condensazione» (Marco Revelli di Alba) di questo campo che si va delineando da quando, il 2 giugno scorso, si tenne a Bologna la prima manifestazione in difesa della Costituzione proprio nel giorno della festa della Repubblica. Poi è venuta la raccolta torrenziale di firme, l'assemblea dell'8 settembre. Infine questa piazza romana fra diciotto giorni preceduta da decine di assemblee in tutta Italia. Intanto è a un punto avanzato il tentativo di manomissione per il quale Letta ha coinvolto i "saggi" per partorire un documento che i costituzionalisti definiscono vecchio e modesto, tutto teso a imporre il presidenzialismo restringendo i tempi di decisione, e dunque di riflessione, riscrivendo 69 articoli e soprattutto quel 138 che avrebbe dovuto preservare la Carta fondamentale dai grimaldelli dei governi. Riduttivo dire che sia una manifestazione per la difesa della Carta. Rodotà, il professore, ricorda come la fase di riforme degli anni '60 venne definita di «disgelo costituzionale». Quando i promotori pensano a un nuovo disgelo, immaginano la Costituzione come lo strumento - finora poco attuato - per scardinare le diseguaglianze magari con un po' di «buona manutenzione» (Rodotà). In realtà, quella Carta è stata già manomessa dal centrosinistra per far tornare i Savoia o introdurre il federalismo fiscale. Uno dei membri della Corte costituzionale è quell'Amato, ex premier, che promosse la concertazione dopo il taglio della scala mobile e altre leve per il ventennale massacro sociale che sconvolge l'Italia. E, in sintesi, si può affermare che a poco è servita la Carta per fermare gli sfracelli del liberismo. Nemmeno nei confronti del pareggio di bilancio che fa inorridire i promotori del 12 ottobre, inserito senza discussione parlamentare da Pd e Pdl secondo i diktat di un'Europa che i promotori vorrebbero cambiare. Eppure, se si osserva la questione con gli occhi di don Ciotti, la Costituzione dovrebbe essere fatta da «parole di carne» e allora la "Via Maestra", è il titolo della manifestazione, riguarda tutti. Almeno finché quello «spazio non perimetrato» (Rodotà) servirà a costruire la massa critica necessaria a contrastare la «dittatura dell'economia» (Rodotà) che ha prodotto finora cinque milioni di poverissimi, nove milioni di persone in condizioni di povertà relativa, sei milioni di analfabeti. Numeri che don Ciotti snocciola con l'angoscia di chi ha negli occhi almeno tre funerali di operai che si sono uccisi per mancanza di una luce nel tunnel della crisi. Il punto decisivo per Landini è la democrazia, «vincolo rispetto alle forme con cui realizzi il conflitto sociale» ma la sua accettazione dell'accordo interconfederale del 31 maggio sulla rappresentanza (per alcuni una sorta di porcellum sindacale) intacca un po' l'immagine del protagonista di tanti talk show. Rodotà pensa a una «rilettura con occhi nuovi» della Costituzione, a «rifondare la cultura giuridica» anche grazie a un'amnistia o all'abolizione dell'ergastolo per affrontare una «vergogna carceraria che riguarda tutti i governi degli ultimi anni». «La nostra proposta sprigiona energie, è inclusiva», dicono i partecipanti ma Landini glissa la domanda sul 19 ottobre, la manifestazione dei movimenti per i beni comuni e il diritto all'abitare convocata già prima del lancio del 12. Non si poteva unificare le date? Landini se la cava dicendo che chiunque avrebbe potuto intervenire all'assemblea dell'8 settembre. In realtà ci saranno zone di sovrapposizione tra le due piazze ma confederali e sindacati combattivi non si parlano ancora ma dovrebbero farlo se è vero quello che dice Ciotti che «la speranza ha il volto degli esclusi». «Rifondazione comunista aderisce, parteciperà e si adopererà per garantire la più ampia partecipazione possibile al corteo per la difesa e la piena attuazione della Costituzione», è il commento a caldo di Ferrero, segretario del Prc, che si augura «diventi il punto di partenza per la costruzione di una opposizione di massa alle politiche di austerità che caratterizzano tanto il governo Letta quanto le direttive europee. Contro il governo delle larghe intese, contro la grande coalizione dei banchieri e dei poteri forti vogliamo quindi costruire la grande coalizione per il lavoro, i diritti sociali e civili, l'allargamento della democrazia». http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=87026&typeb=0 Da Meridiana Notizie del 24/09/13 L’appello di Rodotà, Landini e Don Ciotti per la Costituzione: il 12 ottobre scendere in piazza Promotori dell’iniziativa Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Stefano Rodotà. (MeridianaNotizie) Roma, 24 settembre 2013 – Lavoro, rispetto della dignità umana, attuazione dei diritti all’istruzione e alla salute. Il 12 ottobre si scenderà in piazza per la Costituzione, non per difenderla ma per attuarla, come ci tengono a sottolineare i promotori dell’iniziativa Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Stefano Rodotà che questo pomeriggio hanno presentato le linee guida della manifestazione dal nome “Costituzione: la via maestra”. Una via maestra per cambiare l’Italia anche grazie alla partecipazione come dichiara il presidente della Fiom Maurizio Landini. “Si può cambiare solo se si recupera la fiducia e il senso di stare insieme e si superano le divisioni che in questi anni si sono determinate soprattutto tra le persone dentro il mondo del lavoro Ad invitare alla partecipazione anche Don Luigi Ciotti. “non basta indignarci, dobbiamo rendere degno il lavoro, degna la democrazia, degna la politica”. Il servizio di Diana Romersi Link al video http://www.meridiananotizie.it/2013/09/politica-2/lappello-di-rodota-landini-edon-ciotti-per-la-costituzione-il-12-ottobre-scendere-in-piazza/ RADIO E TV Tg3 del 24/09/13 Servizio sulla conferenza stampa di presentazione della manifestazione del 12 ottobre a partire dal minuto 15.00 http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6e71dc6f-321e-48a8-bf3ce29708dd3f22-tg3.html#p=0 Radio Popolare del 24/09/13 Servizio e interviste nel corso della conferenza stampa Radio Popolare Roma del 24/09/13 Servizio e interviste nel corso della conferenza stampa AGENZIE Da Adn Kronos del 23/09/13 RIFORME: 'LA VIA MAESTRA' PER LA COSTITUZIONE INCONTRO DOMANI A ROMA INTERVENGONO BONSANTI, CIOTTI, LANDINI E RODOTA' Roma, 23 set. (Adnkronos) - Tempi e modi ormai decisi per la manifestazione nazionale "Costituzione: La via maestra" in programma per il 12 ottobre a Roma. Il corteo partira' alle 13 da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza del Popolo, dove, alle 15.30, inizieranno gli interventi dal palco. Sandra Bonsanti, Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Stefano Rodota' interverranno domani a Roma per illustrare obiettivi e contenuti dell'iniziativa: l'appuntamento e' alle 13.30, presso la sede nazionale dell'Arci, in via dei monti di Pietralata 16. La manifestazione nasce dal cosidetto appello dei cinque, firmato da Lorenza Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodota' e Gustavo Zagrebelsky. In molte citta' stanno nascendo comitati organizzatori locali, che lavorano alla preparazione della mobilitazione. Nelle prossime settimane saranno organizzate iniziative locali, assemblee e dibattiti. In vista dell'iniziativa sono stati pensati strumenti per permettere a tutti, anche ai singoli, di dare il proprio contributo. Il sito www.costituzionelaviamaestra.it raccoglie tutte le informazioni utili, materiali video, volantini-banner-locandine da stampare, notizie sui trasporti per raggiungere Roma, rassegne stampa. Online c'e' anche una pagina facebook Costituzione: la via maestra e un account twitter @xlacostituzione. (Rex/Zn/Adnkronos) Da Ansa del 24/09/13 Riforme: Ciotti-Landini-Rodota',corteo per Costituzione 12/10 100 associazioni a Roma, siamo Grande coalizione per i diritti (ANSA) ROMA, 24 SET - Oltre 100 associazioni, ''una grande coalizione culturale per la democrazia e i diritti'', con le parole di Stafano Rodota', manifesteranno a Roma il 12 ottobre nel corteo ''Costituzione. La via maestra''. Il corteo, che partira' da piazza della Repubblica alle 13 e arrivera' in piazza del Popolo, e' stato promossa da Rodota' con Luigi Ciotti (Libera), Maurizio Landini (Fiom), Gustavo Zagrebelsky (Liberta' e giustizia) e Lorenza Carlassare (Liberta' e giustizia). (ANSA). Y19 24-SET-13 16:30 NNN Da Adn Kronos del 24/09/13 RIFORME: LANDINI, PIENA ATTUAZIONE COSTITUZIONE PER ITALIA PIU' LIBERA PRESENTATA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 12 OTTOBRE A ROMA Roma, 24 set. (Adnkronos) - "La completa e piena attuazione della Costituzione in tutte le sue parti per trasformare il nostro paese e renderlo piu' libero". E' questo l'obiettivo della manifestazione nazionale 'Costituzione: la via maestra', in programma il 12 ottobre a Roma, nelle parole di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, tra i promotori dell'iniziativa, insieme a Luigi Ciotti, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky, Lorenza Carlassare e Sandra Bonsanti. "L'intento - spiega Landini nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa-e' quello di costruire un'Europa sociale anche con l'applicazione della Costituzione italiana". "La manifestazione - riferisce Landini - nasce da un appello e da un'assemblea (quella dell'8 settembre) aperta a tutti. La nostra e' una lotta per cambiare il paese senza escludere nessuno". "Vogliamo andare oltre il 12 ottobre, dopo la manifestazione -conclude- dovremo valutare quale sara' il ragionamento per impedire la modifica della Costituzione". (Amn/Ct/Adnkronos) 24-SET-13 16:06 NNNN Da Adn Kronos del 24/09/13 CARCERI: RODOTA', AMNISTIA FUNZIONA SOLO CON RIFORMA SISTEMA PENALE 'SOSTEGNO A REFERENDUM SU SOPPRESSIONE ERGASTOLO' Roma, 24 set. (Adnkronos) - Un provvedimento di amnistia ''funzionera' solo se il sistema penale verra' rivisto profondamente''. Lo ha detto Stefano Rodota', alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione "Costituzione: la via maestra". ''Non e' difficile, ci sono molte proposte di riforma del sistema penale - ha ricordato - eccellente quella di Pisapia". E rispondendo a una domanda di Vittorio Antonini, ergostolano del carcere romano di Rebibbia, Rodota' ha aggiunto: ''Sostengo in pieno il referendum sulla soppressione dell'ergastolo, bisogna rifondare la civilta' giuridica". (Amn/Ct/Adnkronos) 24SET-13 15:42 NNNN Da Redattore Sociale del 24/09/13 Costituzione, la “via maestra”: in piazza contro le modifiche alla Carta Sabato 12 ottobre a Roma la manifestazione indetta da Lorenza Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky contro le modifiche “efficientistico-aziendalistiche” della Carta fondamentale della Repubblica ROMA - "Ciò che vogliamo non è la semplice difesa della Costituzione, ma la sua piena applicazione". Maurizio Landini spiega così il senso della manifestazione indetta per sabato 12 ottobre a Roma, presentata oggi insieme a Stefano Rodotà, Luigi Ciotti e Sandra Bonsanti. La manifestazione è il punto di visibilità di un percorso iniziato il due giugno scorso, continuato durante l’estate e sintetizzato nell’appello "Costituzione: la via maestra", sottoscritto anche da Lorenza Carlassare e Gustavo Zagrebelsky. L’obiettivo è raccogliere la massima partecipazione dal basso, da tutti coloro che – affermano i promotori - credono che “la difesa della Costituzione è innanzitutto la promozione di un'idea di società, non è la difesa d'un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa”. La manifestazione ha già raccolto le adesioni di molti singoli e associazioni (dall'Arci a Legambiente, Articolo 21, Fiom, Flc, Antigone, solo per citarne alcune), "ma entro domani saranno più di cento - aggiunge Rodotà -. Stiamo cercando di fare qualcosa senza precedenti, mettere insieme una massa critica di persone che fanno un'altra politica, che hanno difeso la libertà di parola, le donne, che hanno fatto trionfare i referendum sull'acqua, e che fino adesso sono state disperse e divise". "Non siamo contro qualcuno - dice Landini -, bensì propositivi e inclusivi verso tutti coloro che si riconoscono nei valori fondanti della nostra Carta, nei diritti che afferma", negando ogni contrapposizione con altre manifestazioni dello stesso periodo. “Al termine del percorso non ci sarà un partito”, aggiunge Bonsanti, che spiega il punto di partenza di questo movimento: "La recente spinta alla modifica della Costituzione è sbagliata sia nel metodo, che parte dalla modifica dell'articolo 138, spianando la strada al cambiamento di altri 69 articoli, sia nel contenuto, sia negli interlocutori". "Non siamo contro ogni modifica - aggiunge il costituzionalista - anzi, negli anni ne abbiamo proposte diverse. Se si fosse fatta una buona manutenzione costituzionale ora non sentiremmo dire che è vecchia. La Costituzione è giovane, e oggi acquista nuovi sensi, a partire dall'articolo uno sul lavoro". Ma le riforme avanzate, secondo i promotori, vanno solo in direzione efficientistico-aziendalistico, con proposte "di una straordinaria pochezza culturale". Nell'attacco ai diritti fondamentali, dal lavoro, alla salute, all'istruzione, spiegano, rientra anche il progressivo abbandono del principio di progressività alla partecipazione delle spese pubbliche, facendo gravare il 90 per cento delle entrate sui lavoratori dipendenti e sui pensionati ed erodendo lo stato sociale. "I miei riferimenti sono il Vangelo e la Costituzione - ha aggiunto Ciotti -. La prima forma di legalità è la Costituzione, e siamo oltre l'indignazione, che non basta più, c'è il disgusto dato dalla ferita che ci siano cinque milioni di poveri assoluti, nove relativi, 6 di analfabeti, 7 che soffrono a vario titolo il disagio lavorativo, vediamo che ad essere calpestata è innanzitutto la dignità, prima ancora dei diritti che da essa nascono".Il corteo del 12 ottobre partirà alle 14 da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza del Popolo, dove, alle 15.30 inizieranno gli interventi dal palco. Punto di aggregazione organizzativa sono il sito, la pagina Facebook, l’account Twitter,, per raccogliere le adesioni, le informazioni utili, materiali video e da stampare, notizie sui trasporti per raggiungere Roma, rassegne stampa. C’è anche una mappa interattiva, per conoscere e aggiungere i riferimenti ai gruppi e ai pullman che partiranno alla volta della capitale. (Elena Filicori)