53. xxx domenica t. o. b 25.10.15
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53. xxx domenica t. o. b 25.10.15
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B 25 ottobre 2015 Geremia 31, 7-9 Ebrei 5, 1-6 Marco 10, 46-52 Domanda di perdono L'incontro domenicale con il Signore, così rituale, che facciamo con le stesse Parole, con gli stessi gesti, è il mistero della nostra fede, ma può essere ovattato dentro la stanchezza della abitudinarietà. Che diventi invece, un momento di autoliberazione dalle nostre miopie e ci aiuti ad offrire a quanti lo concelebrano con noi, un po' di fraternità, di pace, di libertà, nel sereno e dolce incontro con il comune nostro Dio. Preghiera collettiva della Comunità Donaci la luce, o Signore, perché possiamo riconoscerci davvero come siamo, creature povere, cieche e bisognose di tanta umanità; affinché la Tua Parola scenda su di noi, rompa le croste della nostra pigrizia, fruttifichi e diventi dono per tutti. Spunti dall'omelia per la riflessione in preghiera personale e comunitaria Il racconto vuole rispondere ad una domanda, che è il tema di fondo del Vangelo di S: Marco: Cosa vuol dire seguire Gesù? Cosa bisogna fare per essere suoi discepoli? Il miracolo s'intreccia così con circostanze, gesti, parole che vogliono indicare al catecumeno che si prepara a ricevere il Battesimo, i momenti dei passaggi della fede; e a noi, il cambiamento radicale che deve avvenire in colui che è disposto a seguire veramente Gesù: 1° Riconoscere di essere poveri e ciechi, bisognosi di luce. C'è in noi, spesso, una presunzione di essere autosufficienti nel cammino spirituale…Anche se conosciamo le fortissime parole del Maestro: "Senza di Me, non potete far nulla" ci comportiamo come "se Dio non ci fosse". E' difficile che ci sia nel campo spirituale, un’altra disposizione d'animo così deleteria! Quando poi questa disposizione è collettiva, essa ci toglie la coscienza stessa di essere ciechi, come sembra che esistesse in quella folla che sgridava il cieco di Gerico, per farlo tacere. Sembra che per l'evangelista Marco, i veri ciechi siano tra quella folla! 2° Chiedere la luce al Signore. Il cieco invoca Gesù che passa, con un titolo messianico pieno di speranza: "Figlio di David". Nella nostra fede, la preghiera è la soluzione di tutti i problemi spirituali. Senza preghiera, non c'è nulla in noi di Cristianesimo! 3° Chiedere con insistenza, coraggio e con costanza, nonostante le possibili stanchezze e le barriere che si possono frapporre alle nostre preghiere. E le opposizioni alle preghiere saranno le più impensate, perché Satana contro nulla ha tanto avversione, quanto contro la preghiera. Qui addirittura sono "gli addetti a Gesù" a sgridare al cieco! 4° Essere convinti che Gesù risponde sempre alla preghiera. Le assicurazioni nel Vangelo sono tante; ma più di una volta ha ripetuto ai suoi mistici che le sue "orecchie" sono attaccate alle nostre labbra, per percepire i più piccoli sospiri. Anche se risponde sempre, non risponde né può rispondere sempre a ciò che noi chiediamo. © - CVX “IMMACOLATA AL GESÙ NUOVO” - NAPOLI Alcune volte, e per nostro bene, il Signore risponde "chiamando". E' necessario quindi essere sempre in posizione di ascolto a simili “privilegiate” risposte. Il chiasso, il rumore, esterno ed interno, possono impedire queste preziose risposte-domande! Come lo fu allora per il cieco, all'inizio, a causa della folla intorno a Gesù. 5° Essere pronti alla chiamata di Gesù, che questa volta gli viene comunicata proprio da quella folla che prima era stata piuttosto di ostacolo. Il cieco scatta con prontezza, butta via addirittura il proprio mantello. Gesto ricco di simbolismo: quando Gesù chiama è il Tutto che chiama, e quindi è logico che il niente lasci l'insignificante... Alcune volte un piccolo filo che ci attacca al niente…può fermarci dall'incontro col Divino Maestro.| 6° Questo incontro personale con Gesù è l'essenziale della nostra fede. E' l'incontro dell' innamoramento e dell' intimità. Senza questa intimità, Gesù ci dice più volte, che noi non l'ameremo mai come Lui desidera essere amato. 7° Il cieco "prese a seguirlo per la strada". Anche qui il simbolismo è forte: La strada da Gerico a Gerusalemme è in molta salita. Gesù a Gerusalemme incontrerà la passione e la croce della sua morte. Se il cieco preferisce questo futuro, a quello affascinante della sua nuova vita, può significare che l'intimità e l'innamoramento era già cominciato. Preghiera dei fedeli (inizio) Fratelli e sorelle, la domanda essenziale del cieco a Gesù è questa: “che io veda!” Una bellissima preghiera che possiamo ripetere a Gesù… all'infinito, perché sono tanti i veli, le ombre, le false luci, le allucinazioni che ci ostacolano all'intimità e all'innamoramento col Maestro. Che lo Spirito Santo riversi su di noi i suoi doni, per renderci più facile questo obiettivo essenziale della nostra vita cristiana. (preghiere personali) (fine) Signore Gesù, tu hai ridato al cieco di Gerico la vista fisica, ma anche la luce potente per conoscere Te e il tuo progetto d'amore. Sei sempre generoso e non ti fai mai battere in magnificenza. Donala anche alle creature che sono avvolte nel buio della fede, in tante regioni della terra. Preghiere sulle offerte Signore Gesù, che questo contatto con te nella frequente Eucarestia, ci liberi dall'influsso che i mass-media e la cultura superficiale di questa società, esercitano sulla nostra fede, corrodendo i moti creativi della coscienza, appiattendoli e soddisfacendoli col il niente degli obiettivi a portata di mano. Preghiera dopo la Comunione Padre, tu vedi come anche noi siamo paralizzati da una condizione di cecità collettiva, organizzata in modo tale che i ciechi non sappiano di esserlo, anzi, che s'innamorino della loro cecità, e la teorizzino pure come condizione di maturazione, e con l'arroganza di essere allineati ai fatti del tempo. Aprici gli occhi, Tu, Padre, altrimenti non riusciremo a superare le suggestioni del nostro tempo. © - CVX “IMMACOLATA AL GESÙ NUOVO” - NAPOLI