Politica d`investimento N° 02 / 2016

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Politica d`investimento N° 02 / 2016
Politica d'investimento – Febbraio 2016
Né rialzo né ribasso
Contenuti
Asset allocation tattica in sintesi
3
Commento sul mercato
4
Né rialzo né ribasso
Congiuntura
5
Preoccupazioni sempre elevate per la crescita globale
Obbligazioni
6
Le obbligazioni societarie rimangono relativamente interessanti
Azioni
7
La correzione è ampiamente avanzata
Investimenti alternativi
8
L'oro registra un forte aumento nella preferenza degli investitori
Valute
9
L'USD è in difficoltà
Panoramica del portafoglio
10
Previsioni
11
Asset allocation tattica in sintesi
sottoponderato
Categoria d'investimento
fortemente
leggermente
neutrale
Cash
sovraponderato
leggermente
fortemente
o
Obbligazioni (durata auspicata: 6.0 anni)*
o
Qualità del credito elevata / media
o
Titoli di stato
o
Obbligazioni societarie
o
Bassa qualità del credito (global high yield)
o
Paesi emergenti
o
Azioni
o
Svizzera
o
Mondiali
o
Azioni Europa
o
Azioni USA
o
Azioni Giappone
o
Azioni paesi emergenti
o
Investimenti alternativi
o
Strategie alternative
o
Metalli preziosi
o
Oro
o
altri
o
Materie prime
o
Metalli industriali
o
Energia
o
Immobili
o
sottoponderato
Valute
fortemente
leggermente
neutrale
EUR
o
USD
o
JPY
o
sovraponderato
leggermente
fortemente
Durata CHF
da 1 a 3 anni
o
da 3 a 7 anni
o
7 e più anni
o
* Durata media del portafoglio obbligazionario
o = ponderazione nel mese precedente
Messaggi chiave
1. La correzione sui mercati azionari è molto avanzata. Dopo la recente svendita, i rischi superiori dovrebbero essere in gran parte scontati nei corsi azionari. In seguito a una graduale ricostituzione della quota azionaria neutrale, gli attuali livelli dei corsi offrono una buona opportunità.
2. Quanto alle obbligazioni, le obbligazioni societarie di media qualità del credito offrono il potenziale di rendimento più interessante, mentre i rischi di credito sono gestibili. Le obbligazioni societarie in EUR offrono un
interesse preferenziale rispetto al CHF – con una prevista leggera rivalutazione dell'EUR rispetto al CHF. Continuiamo a evitare le obbligazioni high yield in USD, mentre per quelle in EUR raccomandiamo una riduzione
della quota high yield a neutrale.
3. L'oro ha ritrovato la funzione di porto sicuro. Inoltre, il rialzo dell'USD dovrebbe essere terminato, poiché nel
2016 dalla Banca centrale statunitense non prevediamo alcun aumento dei tassi, il che supporta ulteriormente
l'oro. Continuiamo a raccomandare una sovraponderazione nelle strategie alternative e negli immobili.
3
Politica d'investimento 2/2016
Commento sul mercato
Né rialzo né ribasso
Con il crollo nello SMI di oltre il 20% in un semestre, il mercato azionario dovrebbe aver scontato
in gran parte i rischi globali. Dove comincerà precisamente la normalizzazione è difficilmente prevedibile. Per una costituzione graduale della quota
azionaria il momento sembra però conveniente. I
valori più sicuri, come oro e immobili, rimangono
attualmente interessanti.
Da agosto 2015, l'indice di riferimento svizzero ha subito un calo di 2'000 punti e sui mercati è diffusa la
paura che seguano ancora altre perdite. La congiuntura
statunitense causa sempre più preoccupazioni, poiché
gli indicatori anticipatori confermano che il ciclo congiunturale è ampiamente avanzato. Allo stesso tempo,
dopo circa 7 anni di espansione economica i tassi sono
ancora sempre vicini allo zero. L'aumento dei tassi della
Fed statunitense a dicembre 2015 dovrebbe essere
stato l'ultimo per molto tempo. Quest'anno non prevediamo alcun altro aumento dei tassi. Ciò che avrebbe
fatto felici i mercati ancora alcuni mesi fa, viene valutato
oggi in maniera più obiettiva: se la Fed non può aumentare i tassi, la congiuntura e i profitti aziendali dovrebbero avere al massimo un andamento moderato. La fiducia nelle Banche centrali di poter sostenere i mercati
in caso di necessità è attualmente svanita. Il tentativo
della Cina di fermare il crollo delle borse è fallito. Alla
fine di gennaio, il Giappone ha ridotto i tassi nel settore
negativo ed è riuscito a indebolire lo yen solo per alcuni
giorni. L'indice giapponese Nikkei ha invece subito una
forte perdita. Nella prima metà di febbraio, la Banca
centrale svedese ha fatto scendere più del previsto i tassi
nel settore negativo – l'effetto sul mercato è sfumato. E
a marzo la Banca centrale europea dovrebbe intervenire
nuovamente e anch'essa non riuscirà più a generare
fuochi d'artificio.
Mercato ribassista o rialzista?
I mercati finanziari non hanno più fiducia nelle misure
di normalizzazione dei mercati delle Banche centrali, la
dinamica economica globale si indebolisce. Ciò viene
rafforzato dal rallentamento della crescita dei pesi massimi Cina e USA. Il basso prezzo del petrolio mette in
difficoltà molti paesi emergenti e imprese del settore
dell'energia. E di recente è aumentata nettamente anche l'incertezza nel settore finanziario. Le discussioni
sulle perdite e sulle possibili difficoltà di rimborsare i debiti causano nervosismo.
A causa del mix di fattori negativi ci si domanda se le
azioni si trovano in un mercato ribassista, ossia in una
lunga fase di perdite, come era avvenuto dopo gli eccessi alla fine del millennio oppure dopo la crisi finanziaria ed economica globale. Riferito all'attuale andamento dei corsi, uno sviluppo analogo a quello dei passati mercati ribassisti significherebbe che non si sta delineando ancora alcuna fine delle perdite (ved. grafico).
Durante un periodo di quasi 2 anni, lo SMI ha perso per
esempio nella crisi finanziaria oltre il 50%. Un mercato
ribassista non è però il nostro scenario principale. Per
questo scenario l'economia statunitense dovrebbe scivolare in una grave recessione, la Cina dovrebbe registrare un calo incontrollato della crescita o il settore finanziario dovrebbe trovarsi in difficoltà. Soprattutto
l'ultima ipotesi non è probabile, poiché la situazione per
quanto riguarda indebitamento e liquidità non è paragonabile al periodo precedente alla crisi finanziaria globale.
Correzione avanzata nello SMI
Scenari SMI analoghi a precedenti mercati ribassisti dal
punto massimo dello SMI in agosto 2015
10'000
Mercato rialzista
9'000
8'000
7'000
Crisi dell'euro
2011
6'000
Mercato
ribassista
5'000
Crisi finanziaria globale
2008
Bolla delle
dot-com
4'000
01/11 01/12 01/13 01/14 01/15 01/16 01/17 01/18 01/19
SMI
SMI, da agosto 2015
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Ma i segnali non indicano neppure un mercato rialzista.
Le previsioni sullo SMI di 10'000 punti, ancora ampiamente diffuse nell'estate 2015, per il momento dovrebbero appartenere al passato. Per arrivare a questo livello, i profitti aziendali dovrebbero aumentare enormemente e gli investitori accettare rapporti prezzo / utile
nettamente maggiori, il che all'attuale livello nel ciclo
congiunturale non è probabile.
Costituire gradualmente azioni, oro e immobili rimangono interessanti
A nostro avviso, l'esito più probabile sta nel mezzo – né
rialzo né ribasso. Una correzione del mercato era giustificata considerato l'andamento dei dati fondamentali e
delle valutazioni. I mercati sembrano però ora scontare
i rischi e in parte addirittura tendere a eccessi. Agli investitori tattici raccomandiamo di sfruttare le valutazioni
di nuovo comprensibili sul mercato azionario per una
graduale costituzione di una quota azionaria neutrale.
Indovinare esattamente il punto minimo sarà tuttavia
quasi impossibile. Un ingresso a tappe può migliorare
però il prezzo medio d'ingresso. Una concentrazione su
società che distribuiscono elevati dividendi in settori difensivi è consigliabile durante le oscillazioni sempre attese.
La continua incertezza del mercato e la prudenza sui
tassi della Fed dovrebbero anche far sì che il rialzo
dell'oro duri ancora un po'. Il contesto di tassi bassi è
inoltre sempre favorevole agli investimenti immobiliari.
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Politica d'investimento 2/2016
4
Congiuntura
Preoccupazioni sempre elevate per la crescita globale
Dopo la Cina, le preoccupazioni per la congiuntura
hanno raggiunto anche gli Stati Uniti. La debole
industria statunitense penalizza anche il settore
dei servizi. Non prevediamo tuttavia un crollo della
crescita.
La fiducia delle imprese nelle nazioni
industrializzate peggiora
Indice dei responsabili degli acquisti composite (PMI)
Nei paesi emergenti, a gennaio la fiducia delle imprese
è leggermente migliorata. Le preoccupazioni per la crescita globale rimangono comunque sempre forti. Un importante motivo è che le preoccupazioni per la congiuntura hanno raggiunto anche gli Stati Uniti. In diversi sondaggi tra economisti, la probabilità di recessione per l'economia statunitense viene stimata nel frattempo al
20% circa. La preoccupazione principale riguarda la
possibilità che il calo della produzione industriale penalizzi ancora maggiormente il settore dei servizi. Per contro, in considerazione della buona situazione finanziaria
delle famiglie il consumo si mostra sempre resistente.
Una recessione è quindi poco probabile nel 2016 – a
patto che la disoccupazione rimanga bassa e sui mercati
azionari non si registri un'ulteriore forte correzione. Poiché nell'industria USA non vi sono segnali di una rapida
ripresa, con il 2% circa quest'anno prevediamo tuttavia
una crescita del PIL più debole rispetto all'anno precedente. Dato che contemporaneamente esiste poca pressione sui prezzi, un aumento dei tassi nel 2016 è poco
probabile. Nel caso in cui i salari aumentino maggiormente, la Fed si lascia però aperte tutte le opzioni.
55
La BCE sottolinea i rischi di crescita
Nell'Eurozona, anche gli indici dei responsabili degli acquisti sono per lo più diminuiti. Nel complesso segnalano tuttavia sempre una robusta congiuntura interna.
Inoltre, la crescita del PIL nel T4 è stata in linea con
quella dei mesi precedenti. Diversamente dagli USA non
ci sono quasi previsioni di recessione. La ripresa non è
ancora così matura come sull'altro lato dell'Atlantico. E
gli esportatori europei continuano a beneficiare di una
valuta debole. Tuttavia, la domanda di esportazioni
poco dinamica dai paesi emergenti ha un effetto negativo. La BCE continua quindi a sottolineare i rischi per le
prospettive di crescita. Poiché inoltre ultimamente l'inflazione è rimasta inferiore alle aspettative, per la prossima riunione del Consiglio a marzo la BCE ha prospettato un nuovo allentamento della politica monetaria.
Disomogenea fiducia delle imprese svizzere
In Svizzera invece, gli indicatori anticipatori per gennaio
sono stati misti. Il calo della componente degli ordinativi
dell'indice dei responsabili degli acquisti segnala però
che il forte franco rappresenta sempre una grande sfida
e che anche nel 2016 non è prevista alcuna rapida ripresa dell'industria. Ciò conferma la nostra previsione
che la crescita economica svizzera nel 2016, dopo il raffreddamento nell'anno precedente, dovrebbe accelerare solo leggermente attestandosi allo 0.9%.
60
50
45
40
35
01/07
07/08
01/10
07/11
Paesi emergenti
01/13
07/14
01/16
Paesi industrializzati
Fonte: Datastream, Raiffeisen Research
Debole industria penalizza l'economia USA
Indici dei responsabili degli acquisti ISM e PIL, qoq
10%
70
65
5%
60
55
0%
50
45
-5%
40
35
30
-10%
88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16
Recessione
PIL, qoq, scala di destra
Industria manifatturiera
Servizi
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Le aziende svizzere comunicano sempre un debole andamento degli ordinativi
Ordinativi dell'industria (yoy) e componente degli
ordinativi PMI
70
25%
20%
15%
10%
5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%
-25%
65
60
55
50
45
40
35
30
00
02
04
06
08
10
12
14
Portafoglio ordini, yoy, scala di destra
Stima sugli ordinativi, PMI
16
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
[email protected]
5
Politica d'investimento 2/2016
Obbligazioni
Le obbligazioni societarie rimangono relativamente interessanti
Preferenza per investment grade
Confermiamo la raccomandazione per le obbligazioni societarie da buona a media qualità del credito per l'Eurozona e la Svizzera. Per le obbligazioni del settore finanziario è tuttavia opportuna una maggiore prudenza, anche
dopo che i rendimenti alla scadenza di recente sono nettamente aumentati. Numerosi fattori negativi penalizzano
il settore, quali bassi tassi, i rischi in sospeso nel settore
dell'energia nonché le preoccupazioni congiunturali in generale. I premi per l'assicurazione dei debiti contro un'insolvenza nel settore finanziario europeo si sono impennati
(ved. grafico). Questi premi non sono al livello del periodo
della crisi finanziaria globale, il che tuttavia non sarebbe
neppure giustificato a causa delle condizioni attualmente
più vantaggiose. L'avversione al rischio degli investitori dovrebbe però rimanere elevata, per cui diminuiamo a neutrale anche l'allocazione per le obbligazioni high yield
dell'Eurozona.
I premi di rischio per i paesi emergenti aumentano
I paesi emergenti e soprattutto i produttori di petrolio
sono esposti ancora a ostacoli. La svalutazione monetaria
rende più pesante l'onere del debito delle obbligazioni denominate in USD. Contemporaneamente al deprezzamento delle valute sono aumentati i rendimenti per le obbligazioni dei paesi emergenti (ved. grafico). Fino a
quando non si registrerà un'inversione di tendenza per le
valute dei paesi emergenti, eviteremo le obbligazioni in valuta locale. Per le obbligazioni in USD manteniamo una
ponderazione neutrale.
[email protected]
Politica d'investimento 2/2016
6
35
29.5%
30
25
20
15
9.4%
10
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JP
DE
FR
02/16
01/16
12/15
11/15
10/15
09/15
08/15
07/15
06/15
05/15
04/15
03/15
02/15
0
01/15
Titoli di stato: fuga verso la sicurezza
La crescente domanda di investimenti sicuri durante le turbolenze dei mercati ha spinto ulteriormente al rialzo i
prezzi dei sicuri titoli di stato. Una quota sempre più elevata di titoli di stato dei paesi sviluppati mostra nel frattempo un rendimento alla scadenza negativo. Anche i rendimenti delle obbligazioni giapponesi a 10 anni hanno superato al ribasso per la prima volta la soglia dello 0%. La
percentuale dei titoli di stato con tasso negativo si è più
che triplicata da gennaio 2015 (ved. grafico).
Il basso prezzo del petrolio, le preoccupazioni per la congiuntura statunitense e l'aumento della volatilità sui mercati globali hanno fatto scendere nettamente le aspettative per il numero degli aumenti dei tassi da parte della
Banca centrale statunitense e quindi supportato il calo dei
tassi sul mercato obbligazionario. Non si sta delineando
alcuna rapida inversione di tendenza, ma con rendimenti
alla scadenza bassi o addirittura negativi rimaniamo fortemente sottoponderati per quanto riguarda i titoli di stato.
Sempre più titoli di stato con interessi negativi
Percentuale di titoli di stato con interesse negativo
nell'indice Bloomberg Developed Sovereign Bond, in %
Altri
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Preoccupazioni per il settore finanziario aumentano
CDS delle obbligazioni del settore finanziario europeo investment grade con duration comparabile (quasi 5.0)
350
Crisi del debito europea
300
250
Crisi finanziaria globale
200
150
Valore medio
100
50
0
12/06 02/08 04/09 06/10 08/11 10/12 12/13 02/15
CDS IG europee settore finanziario
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
L'indebolimento valutario nei paesi emergenti
aumenta l'onere del debito
Tasso di cambio rispetto all'USD e titoli di stato a 10 anni
in USD, differenza rispetto alla metà del 2014, in % e pb
Brasile
Titoli di stato a 10 anni in USD
Durante le turbolenze dei mercati, i rendimenti dei
titoli di stato svizzeri sono scesi ulteriormente nel
settore negativo. Le obbligazioni societarie da buona
a media qualità rimangono interessanti. I premi di rischio nel settore finanziario sono nettamente aumentati e dovrebbero rimanere elevati. Anche per i
paesi emergenti occorre sempre prudenza.
300
250
Colombia
Messico
200
150
Russia (-57.24)
-50
100
Turchia
Indonesia
50
0
-40
-30
-20
-10
0
Tasso di cambio valuta locale in USD
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Azioni
La correzione è ampiamente avanzata
In sei mesi lo SMI ha perso 2'000 punti. La correzione
dovrebbe essere ampiamente avanzata e il momento
raggiunto per una graduale ricostituzione a neutrale
della quota azionaria. Inoltre nelle prossime settimane saranno pagati interessanti dividendi.
Le azioni sono scese molto
Il lento calo dei corsi azionari che dura dall'estate 2015 si
è accentuato nettamente dall'inizio dell'anno. Lo SMI è nel
frattempo a 2'000 punti, ossia quasi il 25% sotto il livello
massimo dell'estate 2015. Nell'ampio mercato svizzero,
un'azione su cinque viene scambiata addirittura sotto il valore minimo raggiunto durante la crisi economica e finanziaria globale. Nel mercato europeo quasi il 30% delle
azioni è inferiore a questo livello minimo (ved. grafico). Il
rallentamento congiunturale negli Stati Uniti, l'indebolimento della crescita in Cina, un prezzo del petrolio in caduta libera e di recente le preoccupazioni nel settore bancario hanno giustificato una correzione. Nel frattempo, i
rischi dovrebbero essere però ampiamente scontati. Una
recessione negli Stati Uniti non si delinea attualmente e,
con la correzione, la sopravvalutazione sul mercato azionario è diminuita. Dove la stabilizzazione comincerà esattamente è difficilmente prevedibile dal punto di vista fondamentale e infine sarà motivata anche tecnicamente. Gli
attuali livelli sembrano però convenienti per proseguire la
costituzione graduale di una quota azionaria neutrale. Gli
indici azionari dovrebbero tuttavia rimanere volatili. In
questo contesto preferiamo i mercati e i settori difensivi.
Tra questi annoveriamo la Svizzera con i settori farmaceutico e alimentare. Nel settore finanziario, alle banche continuiamo a preferire le assicurazioni.
Aumento dei dividendi nonostante il calo degli utili
La stagione delle comunicazioni relativa ai risultati aziendali nel 2015 in Svizzera è molto avanzata. Gli attuali risultati confermano il contesto difficile, non solo a causa del
forte franco, ma anche a causa della debole crescita dei
paesi emergenti. Di conseguenza, le imprese dello SMI,
che hanno già comunicato i loro risultati, hanno registrato
un calo degli utili rispetto all'anno precedente. I dividendi
rimangono comunque stabili o vengono talvolta addirittura aumentati, come per esempio per Givaudan, Novartis,
Julius Bär o Actelion. Dopo il calo dei corsi azionari il rendimento dei dividendi nel mercato svizzero ammonta a
quasi il 4% (ved. grafico).
Valutazioni un po' più interessanti dopo la correzione
Le valutazioni sul mercato azionario si sono normalizzate
con la correzione del mercato. Il previsto rapporto prezzo
/ utile dello SMI si è avvicinato da oltre 18 alla media di
lungo termine di 15 (ved. grafico). Anche negli Stati Uniti
e nell'Eurozona le valutazioni sono di nuovo più interessanti, anche se non convenienti, il che supporta la nostra
raccomandazione di una quota azionaria neutrale.
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7
Le azioni sono scese molto
Numero di azioni scambiate sotto i livelli minimi della crisi
finanziaria globale a marzo 2009, in %
30
25
20
15
10
5
0
USA: Russell 3000
Svizzera: SPI
Europa: EURO STOXX
TMI
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
I dividendi e i rendimenti dei dividendi aumentano
ulteriormente
Valori aggregati per lo SMI, in %
4.0
14
3.8
12
3.5
10
3.3
8
6
3.0
4
2.8
2.5
12/11
2
0
07/12
02/13
09/13 04/14
11/14
06/15
01/16
Rendimento dei dividendi
Crescita dei dividendi, rispetto all'anno precedente, scala di
destra
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Valutazione più interessante dopo la correzione del
mercato
Rapporti prezzo / utile
20
18
16
14
12
10
8
6
2005
2007
2009
2011
Svizzera SMI
Eurozona: EuroStoxx 50
2013
2015
Media a 10 anni
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Politica d'investimento 2/2016
Investimenti alternativi
L'oro registra un forte aumento nella preferenza degli investitori
L'oro beneficia delle persistenti turbolenze sui mercati azionari, per cui aumentiamo la quota da neutrale a sovraponderata. Quanto al petrolio, riteniamo
ancora opportuno un posizionamento neutrale, mentre manteniamo la sovraponderazione per le strategie alternative e gli investimenti immobiliari.
L'oro riprende il ruolo di porto sicuro
Dall'estate 2011, gli investitori hanno quasi trascurato
completamente il metallo giallo e quindi l'oro veniva scambiato anche durante le crisi e le turbolenze delle borse
all'interno di una continua tendenza ribassista. Ciò significa che la correlazione tra il prezzo dell'oro e gli andamenti azionari era caratterizzata da diversi cambi di segno:
in caso di rialzo dei corsi azionari, l'oro perdeva terreno
(segno negativo, intuitivamente corretto), mentre in caso
di calo delle azioni l'oro persisteva comunque nel movimento ribassista (segno positivo, controintuitivo). Con la
correlazione sempre più negativa in seguito alle continue
turbolenze del mercato azionario, l'oro trova di nuovo in
misura sempre maggiore il suo tradizionale ruolo di valuta
rifugio. Ciò si rileva anche dalla domanda ETF di oro fisico,
aumentata a seguito del calo dei corsi azionari. Anche se
prevediamo che la correzione sui mercati azionari sia già
molto avanzata, per il momento la volatilità dovrebbe rimanere elevata. Per questo motivo e considerato il posticipo della normalizzazione dei tassi USA vediamo ulteriore
potenziale rialzista per l'oro e raccomandiamo quindi una
sovraponderazione.
Nessuna normalizzazione sul mercato petrolifero
Sul mercato petrolifero non si delinea alcuna sensibile normalizzazione dell'enorme eccedenza dell'offerta. Oltre alla
produzione OPEC finora non diminuita e al timore di una
minore domanda dalla Cina, un motivo per l'inondazione
di petrolio è la produzione sempre elevata degli USA tramite l'estrazione non convenzionale. Infatti, anche se il
basso livello dei prezzi costringe alla rinuncia sempre più
imprese di fracking, questo riguarda soprattutto quelle relativamente poco produttive / inefficienti. Infatti da ottobre 2014 il numero degli impianti di estrazione shale è diminuito del 68% circa, mentre nello stesso periodo l'estrazione dei produttori shale è scesa solo di appena l'1% – il
volume produttivo per impianto di estrazione rimasto registra quindi una tendenza sempre rialzista. Fino a quando
non si registrerà un'inversione di tendenza, le quotazioni
del petrolio dovrebbero tendere lateralmente a un basso
livello. Manteniamo quindi il posizionamento neutrale.
Investimenti immobiliari indiretti: rendimenti interessanti
Come per le strategie alternative, anche per gli investimenti immobiliari indiretti continuiamo a ritenere opportuno un posizionamento sovraponderato. Infatti, le outperformance ottenibili rendono i fondi immobiliari una categoria d'investimento sempre interessante.
[email protected]
Gli investitori cercano di nuovo rifugio nell'oro
come investimento nei periodi di crisi
Corso dello S&P 500 e correlazione a 30 giorni con il
prezzo dell'oro e con le consistenze fisiche di oro ETF
1
2'150
2'100
0.5
2'050
2'000
0
1'950
1'900
-0.5
1'850
1'800
11/15
-1
11/15
12/15
01/16
01/16
SPX
Oro rispetto a SPX, scala di destra
ETF rispetto a SPX, scala di destra
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Basso prezzo del petrolio determina per ora solo
esclusioni di imprese fracking relativamente poco
produttive
Numero impianti di estrazione shale USA attivi e volume
di produzione per impianto di estrazione (in migliaia di
barili al giorno)
1'500
13
1'300
11
1'100
9
900
7
700
5
500
3
1
300
01/08
01/10
01/12
01/14
01/16
Impianti di estrazione di shale attivi
Produzione/impianto di estrazione di shale, scala di destra
Fonte: EIA, Bloomberg, Raiffeisen Research
Forte outperformance degli investimenti immobiliari
indiretti rispetto alle azioni svizzere
Volatilità SMI e outperformance accumulate dell'indice SXI
Real Estate, indicizzato (100 = 1.1.2015)
125
35
120
30
115
25
110
20
105
100
15
10
01/15
95
03/15 05/15
Volatilità SMI
06/15
90
08/15 10/15 12/15
SXI Real Estate, scala di destra
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Politica d'investimento 2/2016
8
Valute
L'USD è in difficoltà
L'espansiva politica monetaria della BCE e della BoJ
limita il potenziale ribassista dell'USD. Non prevediamo inoltre alcuna recessione USA. Sul periodo di
un anno, l'euro dovrebbe tuttavia recuperare leggermente, anche rispetto al franco svizzero.
Il calo dei mercati azionari e i timori di recessione hanno
fatto slittare di molto le previsioni sui tassi negli USA. Sui
mercati a termine per i prossimi due anni non è più scontato alcun aumento dei tassi (ved. grafico). Di conseguenza, l'USD è in difficoltà. L'USD/CHF è diminuito in una
settimana da 1.02 a 0.97. L'EUR/USD è aumentato di quasi
il 5%. Anche per il 2016 non prevediamo più alcun aumento dei tassi, ma riteniamo esagerate le previsioni di recessione. Se il temporale borsistico si allontana e il consumo privato come previsto si mostra resistente, un aumento dei tassi non è da escludere completamente.
Nel corso dell'anno l'euro dovrebbe aumentare leggermente
Per il 2016 non prevediamo quindi alcuna marcata debolezza del dollaro. Anche il potenziale ribassista a breve termine è limitato se la BCE come accennato effettuerà nuovamente un allentamento durante la sua riunione del Consiglio a marzo. Lasciamo quindi a 1.12 la nostra previsione
a 3 mesi per l'EUR/USD. Sul periodo di un anno, l'euro dovrebbe essere scambiato a 1.15 – a causa delle prospettive
sempre intatte per una crescita del PIL europeo in leggero
aumento rispetto all'anno precedente. Lo stesso vale anche per l'EUR/CHF, che prevediamo a 1.16 tra 12 mesi, sul
periodo di 3 mesi tuttavia quasi invariato a 1.11. A febbraio, le turbolenze borsistiche hanno determinato afflussi
nei porti sicuri e hanno fatto rivalutare il franco, dopo che
a gennaio si era nettamente indebolito. Se la pressione
rialzista dovesse intensificarsi, la Banca nazionale dovrebbe intervenire. Il Presidente della BNS, Thomas Jordan,
ha confermato con forza la disponibilità a ridurre ulteriormente il tasso negativo in caso di necessità. Rispetto
all'USD, il franco dovrebbe rimanere tra 3 e 12 mesi vicino
alla parità.
Yen più forte nonostante il tasso negativo
La Bank of Japan ha introdotto sorprendentemente tassi
negativi. La Banca centrale riscuoterà in futuro sui nuovi
crediti depositati presso di essa un interesse penale dello
0.1%. Allo stesso tempo, ha spostato l'orizzonte temporale per il raggiungimento dell'obiettivo d'inflazione del
2% a settembre 2017. Le misure hanno indebolito lo yen
nel breve termine. Tuttavia, la fuga nei porti sicuri e il calo
delle previsioni sui tassi USA hanno fatto successivamente
salire di molto la valuta. Il Presidente della Banca centrale,
Kuroda, si lascia aperta l'opzione di ulteriori misure. Prevediamo che la BoJ diventerà di nuovo attiva e sul periodo
di 3 mesi ci aspettiamo quindi per l'USD/JPY un'inversione
a 122.
[email protected]
I mercati prevedono un'interruzione della
normalizzazione dei tassi negli Stati Uniti
Aspettative dei tassi sul mercato monetario a 2 anni,
in %
2.0
1.5
1.0
0.5
0.0
-0.5
-1.0
-1.5
-2.0
01/13
01/14
USD
01/15
CHF
EUR
01/16
JPY
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Alla fine dell'anno l'EUR/CHF dovrebbe essere
scambiato a 1.16 circa
Tassi di cambio
1.40
1.30
Previsioni
1.20
1.10
1.00
0.90
0.80
01/14
07/14
01/15
EUR/USD
07/15
01/16
EUR/CHF
07/16
01/17
USD/CHF
Fonte: Datastream, Raiffeisen Research
Elevata correlazione tra l'USD/JPY e il Nikkei
160
22'000
150
20'000
140
18'000
130
120
16'000
110
14'000
100
12'000
90
10'000
80
8'000
70
6'000
60
00
USD/JPY
Nikkei, scala di destra
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
9
Politica d'investimento 2/2016
Reddito
strategico
Categoria d'investimento
min.
tattico
neutrale
max.
5.0%
Liquidità
31.8%
Equilibrio
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
40%
31.8%
Cash
95.0%
Obbligazioni (durata auspicata 6.0 anni)
Qualità del credito elevata / media*
75%
90.0%
100%
8.6%
Crescita
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
40%
8.6%
7.0%
Azioni
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
40%
7.0%
6.7%
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
35%
6.7%
1.8%
1.8%
61.7%
45%
60.0%
75%
52.0%
25%
40.0%
55%
34.0%
5%
20.0%
35%
15.3%
0%
0.0%
15%
0.0%
58.7%
40%
55.0%
70%
49.0%
20%
35.0%
50%
31.0%
0%
15.0%
30%
12.3%
0%
0.0%
10%
0.0%
Titoli di stato
60.0%
9.6%
33.0%
7.8%
18.0%
6.0%
7.5%
2.4%
0.0%
Obbligazioni societarie
30.0%
49.1%
22.0%
41.2%
17.0%
25.0%
7.5%
9.9%
0.0%
0.0%
0.0%
Bassa qualità del credito** (global high yield)
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
0.0%
10%
0.0%
Paesi emergenti
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
0.0%
10%
0.0%
Azioni
0%
0.0%
0%
0.0%
5%
20.0%
35%
20.1%
25%
40.0%
55%
40.0%
45%
60.0%
65%
60.0%
65%
80.0%
95%
80.0%
Azioni Svizzera
0%
10.0%
20%
10.5%
10%
20.0%
30%
21.0%
20%
30.0%
40%
31.0%
30%
40.0%
50%
41.0%
Azioni mondiali
0%
6.0%
16%
5.6%
5%
15.0%
25%
14.0%
14%
24.0%
34%
23.0%
23%
33.0%
43%
32.0%
Azioni Europa
2.4%
2.0%
6.0%
5.0%
9.6%
8.6%
13.0%
12.0%
Azioni USA
2.4%
2.4%
6.0%
6.0%
9.6%
9.6%
13.0%
13.0%
Azioni Giappone
1.2%
1.2%
3.0%
3.0%
4.8%
4.8%
7.0%
Azioni dei paesi emergenti
7.0%
0%
4.0%
14%
4.0%
0%
5.0%
15%
5.0%
0%
6.0%
16%
6.0%
0%
7.0%
17%
7.0%
10
Investimenti alternativi
0%
0.0%
15%
6.5%
0%
15.0%
30%
19.3%
0%
15.0%
30%
19.0%
0%
15.0%
30%
18.0%
0%
15.0%
30%
18.2%
Strategie alternative
0%
0.0%
10%
0.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
0.0%
10%
2.0%
Metalli preziosi
0%
0.0%
10%
1.5%
0%
4.0%
13%
5.3%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
0.0%
10%
1.0%
Oro
0%
0.0%
10%
1.5%
0%
4.0%
13%
5.3%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
0.0%
10%
1.0%
altri
0%
0.0%
10%
0.0%
0%
0.0%
13%
0.0%
0%
0.0%
13%
0.0%
0%
0.0%
13%
0.0%
0%
0.0%
10%
0.0%
0%
0.0%
0%
0.0%
0%
4.0%
13%
4.0%
0%
5.0%
13%
5.0%
0%
6.0%
13%
6.0%
0%
8.0%
18%
8.0%
Metalli industriali
0%
0.0%
0%
0.0%
0%
2.0%
13%
2.0%
0%
2.5%
13%
2.5%
0%
3.0%
13%
3.0%
0%
4.0%
18%
4.0%
Energia / petrolio
0%
0.0%
0%
0.0%
0%
2.0%
13%
2.0%
0%
2.5%
13%
2.5%
0%
3.0%
13%
3.0%
0%
4.0%
18%
4.0%
0%
0.0%
10%
5.0%
0%
4.0%
13%
6.0%
0%
4.0%
13%
6.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
7.0%
17%
7.2%
Materie prime
Immobili
100%
Totale
0%
Valute
100.0%
20%
8.0%
100%
0%
100.0%
30%
12.8%
100%
0%
100.0%
40%
17.0%
100%
0%
100.0%
60%
25.5%
100%
0%
100.0%
70%
29.8%
Quota attuale***
EUR
4.0%
6.0%
8.0%
12.0%
14.0%
USD
4.0%
6.0%
8.0%
12.0%
14.0%
JPY
0.0%
0.8%
1.0%
1.5%
1.8%
altri
0.0%
0.0%
0.0%
0.0%
0.0%
* Investment grade (rating da AAA fino a BBB)
** Obbligazioni societarie, sub investment grade (<BBB)
*** Viene ottenuta tra l'altro mediante transazioni valutarie
Panoramica del portafoglio
Politica d'investimento 2/2016
Sicurezza
Previsioni
Prognosen
Congiuntura
2012
2013
2014
2015**
Previsione 2016
PIL
Crescita annua media (in %)
Svizzera
Germania
Eurozona
USA
Cina
Giappone
Globale (PPP)
1.0
0.6
-0.7
2.2
7.7
1.8
3.4
2.0
0.4
-0.5
1.5
7.7
1.6
3.3
2.0
1.6
0.9
2.4
7.3
0.0
3.3
0.7
1.5
1.5
2.4
6.9
0.5
3.2
0.9
1.9
1.8
2.2
6.2
0.8
3.2
Inflazione
Crescita annua media (in %)
Svizzera
Germania
Eurozona
USA
Cina
Giappone
-0.7
2.0
2.5
2.1
2.6
0.0
-0.2
1.5
1.3
1.6
2.6
0.3
0.0
0.9
0.4
1.8
2.2
2.8
-1.1
0.2
0.0
0.1
1.4
0.8
0.0
0.8
0.5
1.4
1.6
0.7
Mercati finanziari
2014
2015
Attuale*
Previsione a 3 mesi
Previsione a 12 mesi
Libor a 3 mesi
Fine anno (in %)
CHF
EUR
USD
JPY
-0.06
0.08
0.26
0.11
-0.76
-0.13
0.61
0.08
-0.77
-0.19
0.62
0.01
-0.75
-0.25
0.65
0.00
-0.75
-0.25
0.65
-0.10
Tassi d'interesse del mercato dei capitali
Rendimenti dei titoli di stato decennali (a fine anno; rendimenti in %)
CHF
0.33
-0.06
-0.33
EUR (Germania)
0.56
0.66
0.25
EUR (PIIGS)
2.22
2.05
2.25
USD
2.18
2.30
1.75
JPY
0.32
0.26
0.07
-0.2
0.5
2.0
2.0
0.0
0.3
1.0
2.1
2.6
0.6
Tassi di cambio
Fine anno
EUR/CHF
USD/CHF
JPY/CHF (per 100 JPY)
EUR/USD
USD/JPY
1.20
0.99
0.83
1.21
120
1.09
1.00
0.83
1.09
120
1.10
0.99
0.87
1.12
114
1.11
0.99
0.81
1.12
122
1.16
1.01
0.81
1.15
125
Materie prime
Fine anno
Greggio (Brent, USD/b.)
Oro (USD/oncia)
57
1185
37
1061
32
1208
35
1250
45
1250
*17.02.2016
**dati 4T2015 parziali essendo mancanti
11
Politica d'investimento 2/2016
Editore
Raiffeisen Svizzera, Economic Research
Economista capo Martin Neff
Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo
044 226 74 41
[email protected]
Analisi del mercato finanziario & Strategia
Research macro e immobili
Roland Kläger
044 226 74 22
[email protected]
Darya Granata
044 226 72 54
[email protected]
Alexander Koch
044 226 74 37
[email protected]
Lukas Seger
044 226 74 16
[email protected]
Santosh Brivio
044 226 74 35
[email protected]
Andreas Hauser
044 226 74 39
Domagoj Arapovic
044 226 74 38
[email protected]
Michael Kunz
044 226 74 15
[email protected]
[email protected]
Christoph Vonwiller
044 226 74 17
[email protected]
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