Rassegna stampa - Ordine degli Avvocati di Trani
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Rassegna stampa - Ordine degli Avvocati di Trani
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA Ufficio stampa Rassegna stampa 17 gennaio 2008 Responsabile : Claudio Rao (tel. 06/32.21.805 – e-mail:[email protected]) 1 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA SOMMARIO Pag. 3 ORDINAMENTO GIUDIZIARIO: Ordinamento, via libera ai legali (italia oggi) Pag. 5 MINISTRO GIUSTIZIA: Napolitano firma, interim Giustizia a Prodi (www.repubblica.it) Pag. 6 MINISTRO GIUSTIZIA: Indagato il Guardasigilli, la moglie ai domiciliari. Mastella dà le dimissioni. E Prodi le respinge (diritto e giustizia) Pag. 8 RELAZIONE GIUSTIZIA: La giustizia-zavorra nel discorso non letto (il sole 24 ore) Pag. 9 RELAZIONE GIUSTIZIA:I numeri del dossier (il sole 24 ore) Pag.10 RELAZIONE GIUSTIZIA: Giustizia. Ministero: nelle carceri italiane oltre 48 mila detenuti (help consumatori) Pag.11 RELAZIONE GIUSTIZIA: Giustizia/relazione Mastella: nel 2006 calate cause penali (-1,5%) (ap com) Pag.12 RELAZIONE GIUSTIZIA: Giustizia/relazione Mastella: quella civile stazionaria ma lenta (ap com) Pag.13 MINISTERO GIUSTIZIA: Il ministero della giustizia resiste al terremoto (italia oggi) Pag.14 PROFESSIONI: Riforma, cala il gelo del Cup (italia oggi) Pag.15 PROFESSIONI: Riforma professioni: adottato il testo base (italia oggi) Pag.16 PROFESSIONI: Nel cassetto la proposta di legge popolare di riforma delle professioni intellettuali (mondo professionisti) Pag.17 SICUREZZA: Rifondazione comunista si smarca dal dl Amato (italia oggi) Pag.18 PREVIDENZA: La Cassa al bivio sulle pensioni (italia oggi) Pag.20 STUDI LEGALI: Non dimenticate l'attenzione al marketing interno (italia oggi) Pag.21 ANTIRICICLAGGIO: La riservatezza non si tocca (italia oggi) Pag.22 LENTEZZA PROCESSI: Giudici e legali si alle alleano contro i processi-lumaca (italia oggi) Pag.23 EUROPA: Magistrati di collegamento Italia-Romania (italia oggi) 2 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI I contenuti delle audizioni dell'Oua e Aiga il 10/1 in commissione giustizia a palazzo Madama Ordinamento, via libera dei legali Gli avvocati promuovono i ddl che sono all'esame del senato Tirocinio più lungo, preselezione informatica all'esame di stato e incompatibilità con l'esercizio di altre professioni: così il parlamento riforma la professione di avvocato, tentando di sfoltire l'eccessivo numero di aspiranti principi del foro. Il vecchio mestiere forense sarà modernizzato anche con la possibilità di creare società di persone con colleghi o altri professionisti, farsi pubblicità e pattuire il compenso in base al risultato. Sono alcune delle travi di volta della nuova impalcatura della professione forense. Il count-down per la riforma è già cominciato, con sei disegni di legge in queste ore all'esame della commissione giustizia del senato, che conta di approvarli per l'aula entro febbraio.E con un dato nuovo: questa volta le lobby dei professionisti non si asserragliano dietro i niet che per anni hanno bloccato con successo le riforme professionali. Al contrario, come indica l'audizione delle associazioni forensi del 10 gennaio in senato, vogliono una riforma che adegui la professione ai tempi e agli standard europei. E che soprattutto renda meno indiscriminato l'accesso, vista l'esplosione del numero di toghe, dalle circa 40 mila dei primi anni 90 alle attuali 200 mila. Una preoccupazione condivisa dal parlamento, tanto che cinque dei sei ddl presentati a palazzo Madama affrontano la questione (si veda scheda). Tra le proposte, due ddl, cosiddetti Calvi e Manzione dal nome dei senatori firmatari, contengono la riforma organica dell'ordinamento forense, e saranno probabilmente accorpati in un testo unico, contenendo disposizioni spesso identiche. Sembra dunque riuscita l'operazione alla quale puntavano gli avvocati fin dall'approvazione in consiglio dei ministri del ddl Mastella sulle professioni, e cioè lo stralcio della normativa sui legali e l'approvazione con corsia preferenziale di una riforma ad hoc. Nel corso dell'audizione le associazioni hanno condiviso anche nel merito l'impostazione dei ddl Calvi e Manzione, manifestando però alcune riserve su questioni specifiche, sulle quali si attende ora la mediazione dei senatori. Vediamo i dettagli. ACCESSO. La mancata previsione del numero chiuso nelle facoltà di legge, da un lato, e della frequenza obbligatoria delle scuole forensi dall'altro, sono tra i motivi di scontento. L'Aiga, per esempio, ritiene che l'unico rimedio contro l'accesso indiscriminato alla professione forense e l'inesorabile caduta della qualità del servizio legale sia il numero orientato per tutti gli indirizzi universitari, e non solo per «alcune facoltà di serie A. Non basta poi una riforma meramente nominale del tirocinio, spiega il presidente dell'associazione giovani avvocati, Valter Militi, per assicurare l'inserimento nel mondo professionale di giovani preparati, ma occorre «la frequenza obbligatoria delle scuole di specializzazione forense». Anche l'Oua sull'accesso reclama scelte più coraggiose. «Chiediamo un sistema più selettivo, basato sulla frequenza obbligatoria delle scuole forensi preceduta da una preselezione e accompagnata da verifiche periodiche e finali, che facciano arrivare all'esame di abilitazione solo chi ha le qualità necessarie per entrare nella professione», spiega Andrea Pasqualin, vicepresidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura. Favorevole al numero chiuso a giurisprudenza e alla frequenza obbligatoria delle scuole di specializzazione anche Salvatore Grimaudo, presidente dell'Unione camere civili. SOCIETÀ. Il modello proposto dal ddl Calvi è incentrato sulla possibilità di creare società di persone e associazioni tra legali (o anche multi-disciplinari purché in materie riconosciute compatibili dal Cnf). Escluse, quindi, le società di capitale. Sulla stessa linea il ddl Manzione, che da risalto anche 3 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA all'opportunità di costituire un'associazione temporanea per partecipare a determinati affari, senza compromettere l'autonomia del singolo associato. Un'impalcatura apprezzata dalle associazioni in linea generale, ma l'Oua vorrebbe «una maggiore flessibilità» degli strumenti previsti, che dovrebbero contemplare tanto le associazioni temporanee che le società di capitale a responsabilità limitata (riservate agli avvocati, ndr), oltre che la società semplice. Secondo l'Aiga «rimane irrisolto il problema della scarsa appetibilità del modello societario dal punto di vista fiscale e della forma giuridica». PROCESSO DISCIPLINARE. La novità è rappresentata dall'istituzione dei consigli distrettuali di disciplina ai quali è attribuito il potere disciplinare, attualmente in mano ai consigli dell'ordine. L' ipotesi soddisfa in linea di massima le associazioni, che suggeriscono però, tra l'altro, il possesso di determinati requisiti e l'assenza di incompatibilità per i componenti del nuovo organo di disciplina. TARIFFE. I ddl salvano i minimi tariffari, eccezion fatta per le controversie «aventi a oggetto il pagamento di una somma di denaro per la quale può essere pattuito un compenso in misura percentuale al risultato utile». Via libera, quindi, al patto di quota lite, a condizione che non si scenda mai sotto il minimo fissato per lo scaglione di valore più basso relativo alla prestazione compiuta. Le tariffe sono generalmente efficaci, comunque, in mancanza di un accordo tra le parti ai sensi dell'articolo 2233 del codice civile. Un recupero del valore delle tariffe valutato positivamente dalle associazioni, così come apprezzata è la «riserva di consulenza» legale prevista per gli avvocati anche in materia stragiudiziale. Teresa Pittelli 4 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA WWW.REPUBBLICA.IT Napolitano firma, interim Giustizia a Prodi Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, che gli ha sottoposto per la firma il decreto con il quale si accettano le dimissioni del senatore Clemente Mastella da ministro della Giustizia e si affida l'interim del dicastero allo stesso presidente del Consiglio dei ministri 5 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA DIRITTO E GIUSTIZIA Indagato il Guardasigilli, la moglie ai domiciliari. Mastella dà le dimissioni. E Prodi le respinge È stata una giornata politica densa di avvenimenti quella che ieri ha visto il Guardasigilli Clemente Mastella, indagato per concussione, rassegnare le sue dimissioni da Ministro della Giustizia, peraltro respinte dal Capo del Governo. La lunga giornata del leader dell’Udeur è iniziata alle 10,45 quando il Ministro si è presentato alla Camera dove era previsto il tradizionale discorso annuale sullo stato della Giustizia (la relazione è qui leggibile nei documenti correlati). Tuttavia, la notizia degli arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania e moglie del Guardasigilli ha travolto il normale corso degli impegni istituzionali. Prendendo la parola in Aula a Montecitorio, Mastella ha ammesso che avrebbe fatto un discorso diverso, avrebbe parlato della riforma della Giustizia e non certo della sua famiglia. Ma le novità erano destinate a susseguirsi. Il ministro nel pomeriggio è venuto a conoscenza di essere lui stesso indagato dalla Procura campana di Santa Maria Capua Vetere per concussione insieme agli assessori regionali dell’Udeur Andrea Abbamonte (Personale) e Luigi Nocera (Ambiente) e al consuocero Carlo Camilleri: concussione, questa l’ipotesi accusatoria, nei confronti del presidente della Giunta regionale campana Antonio Bassolino per le vicende legate alla nomina ai vertici del consorzio Asi di Benevento. Al presidente della Campania, agli inizi di novembre, sarebbe stato notificato un invito a comparire davanti ai magistrati sammaritani come persona informata sui fatti. L’istruttoria che portò alla nomina dei vertici dell’Area di Sviluppo Industriale è giudicata anomala dalla Procura: i magistrati ipotizzano che Bassolino sia stato costretto ad assicurare che la scelta ricadesse su una persona «designata da Mastella». Ma, nella giornata di ieri, le notizie hanno continuato a rincorrersi e, in serata, i reati, complessivamente, contestati al ministro della Giustizia Clemente Mastella erano diventati ben sette: concorso esterno in associazione per delinquere, due episodi di concorso in concussione e uno di tentata concussione, un concorso in abuso d’ufficio e due concorsi in falso. E ieri, fin dal primo momento, il presidente del Consiglio Romano Prodi ha respinto comunque le dimissioni del leader dell’Udeur. Nel caso in cui Mastella resti fermo sulla sua posizione il rischio è che si apra una crisi di Governo: quale che sia l’esito, solo le prossime ore - o giorni - dissolveranno le nebbie e i fumi della vicenda. Nel frattempo vale la pena di soffermarsi sulla relazione che il Ministro aveva preparato per il tradizionale discorso sullo stato della Giustizia e che poi è rimasto un testo “muto”, peraltro pubblicato con puntualità sul sito Web di via Arenula prima che la tempesta, giudiziaria e mediatica, si abbattesse sul capo del dicastero (e, in parte, sulla sua consorte). Giustizia civile. I dati statistici riferibili al 2006 - si legge nella relazione del Guardasigilli - ed il dato tendenziale annuo rilevato a giugno 2007 indicano una domanda globale di giustizia pressoché stazionaria rispetto al 2005. Le cause iscritte nell’anno 2006 (dato stimato in relazione alle informazioni ancora non del tutto disponibili) sono state 4.335.493 a fronte delle 4.330.305 iscritte nel corso del 2005. La capacità di risposta del sistema si è mantenuta costante, tenuto conto della ulteriore diminuzione, di circa il 3 per cento, del numero di magistrati in servizio. Il numero di procedimenti definiti nel 2006 è stato di poco inferiore a quello registrato nel 2005, e un andamento analogo si è riscontrato anche nel primo semestre del 2007. L’aumento della pendenza però non è omogeneo tra gli uffici giudiziari. Se, infatti, presso i tribunali si registra un minimo incremento, l’aumento delle pendenze finali è assai rilevante presso le corti di appello (+11,04 per cento) e presso i giudici di pace (+14,35 per cento), per un totale complessivo superiore ai cinque milioni (stimato in 5.127.450 al 31 6 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA dicembre 2006). I procedimenti civili e la giacenza media. La giacenza media dei procedimenti civili varia da circa 980 giorni per la cognizione ordinaria di primo grado (ma occorre ricordare che quasi il 90 per cento dei procedimenti in primo grado finisce con la pronunzia della sentenza che non viene impugnata) a circa 758 giorni per i procedimenti civili in materia di lavoro. La situazione è più grave in Corte di appello dove la giacenza media di un procedimento di cognizione ordinaria è stato di circa 1.405 giorni nel 2006, mentre per le controversie di lavoro è stato di circa 814 giorni, durata che si va a sommare a quella già accumulata per il giudizio di primo grado. Per il giudice di pace la giacenza media delle cause relative a risarcimento danni da circolazione stradale si è attestata a circa 545 giorni nel 2006 mentre per le opposizioni avverso le sanzioni amministrative in materia di circolazione stradale si è giunti nel medesimo periodo a 286 giorni. Sono necessari quindi interventi non ulteriormente procrastinabili per invertire la tendenza e ripristinare parametri in linea con quelli europei: i cittadini e gli operatori economici che vivono ed esercitano la loro attività nel nostro Paese hanno diritto ad un trattamento che assicuri parità di condizioni nel vivere e nel competere sul mercato. Giustizia penale. Mentre nel 2006 si è riscontrata una riduzione dell’1,5 per cento dei procedimenti iscritti contro noti e del 5 per cento di quelli contro ignoti, nei primi mesi del 2007 l’andamento sembra essersi invertito: si è infatti constatato un incremento delle sopravvenienze pari al 5 per cento relativamente ai procedimenti iscritti contro noti e del 6 per cento per quelli contro ignoti. Per quanto riguarda i procedimenti sopravvenuti dinanzi a tribunali si deve registrare una diminuzione nel corso del 2006 del 2,5 per cento per quelli collegiali e del 3 per cento per quelli monocratici. Relativamente ai procedimenti innanzi al giudice di pace si è registrata una diminuzione del 5 per cento di procedimenti iscritti nel 2006 ed un incremento del 10 per cento in relazione a quelli iscritti nel primo semestre 2007. Per quanto riguarda i giudizi di appello si è riscontrato un incremento dei procedimenti iscritti nel 2006 rispetto al 2005 del 4 per cento mentre si è registrata una diminuzione di circa il 9 per cento nel primo semestre del 2007. Tuttavia, il bilancio denuncia, anche nel settore penale, la necessità di interventi non più differibili per garantire la ragionevole durata del processo evitando che la vera sanzione sia costituita dalla pendenza del giudizio piuttosto che dalla pena conseguente al processo stesso. La giustizia minorile. La presenza di stranieri nel sistema è ancor più prevalente di quanto non sia per gli adulti (54 per cento degli ingressi in istituto penale e 40 per cento degli ingressi in comunità di accoglienza), ed è spesso complicata dalla presenza di minori non accompagnati, del tutto privi di riferimenti familiari noti. Inoltre, nella relazione viene osservato anche un deleterio fenomeno di assimilazione, da parte dei minori straneri, dei comportamenti devianti tipici delle società occidentali avanzate, come l’uso di sostanze tossiche; ed è più frequente la sinergia tra queste suggestioni del paese ospitante e altri comportamenti illeciti istigati o tollerati dagli adulti dell’originario nucleo affettivo. L’unica strategia possibile, dunque, è quella di politiche che mirano a responsabilizzare, quando possibile, i paesi di provenienza, e a coinvolgerli nel trattamento dei minori devianti. La politica penitenziaria. I detenuti presenti nelle carceri italiane all’inizio dell’anno erano oltre 48 mila, quasi diecimila in più della soglia minima toccata nel settembre 2006. Si tratta di un dato elevato, ma tollerabile. Del resto, conclude, la relazione annuale sullo stato della Giustizia in Italia, senza l’indulto le presenze sarebbero state oltre 72 mila. (cri.cap) 7 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL SOLE 24 ORE La relazione per l’anno giudiziario La giustizia-zavorra nel discorso non letto «A testa alta» e «con l’animo sereno», il ministro della Giustizia avrebbe chiesto «un’assunzione collettiva di responsabilità», perché «l’intera classe dirigente» non può permettersi che la Giustizia continui a essere una «pesante zavorra» per la crescita del Paese. «Chiedo espressamente che alla Giustizia sia riservata un’apposita sessione parlamentare, dando priorità all’esame dei provvedimenti proposti dal Governo», avrebbe detto Clemente Mastella - prima alla Camera e poi al Senato - a conclusione della «Relazione sullo stato della giustizia in Italia». «Assumo senza riserve la gravosa responsabilità politica e morale che dovesse derivare da un fallimento di quel che propongo -. avrebbe osservato, infine,il guardasigilli — ma non posso accettare la preventiva dichiarazione di impotenza e di sconfitta insita nel sostanziale disinteresse, nell’inerzia e nell’immobilismo generati da veti incrociati e da sterili e perenni conflitti». Tutto questo, però, Mastella non lo ha detto. La sua «Relazione» è stata solo allegata al resoconto dell’Aula della Carnera, dove ha pronunciato un discorso assai diverso da quello che si era preparato nei giorni scorsi, in vista di questo appuntamento con cui, ormai da due anni, si apre il nuovo anno giudiziario. Le sue 37 cartelle sono, perciò, destinate a rimanere negli archivi di Camera e Senato come una sorta di testamento che il guardasigilli lascia a chi lo sostituirà, sempre che confermi le dimissioni. In quelle 37 pagine c’è tutto ciò che Mastella e i suoi uffici hanno fatto in venti mesi di attività di Governo: disegni di legge presentati per accelerare i processi civili e penali, per garantire la sicurezza e la certezza della pena, per aumentare la produttività dei Tribunali (con la creazione dell’ufficio per il processo), per limitare le invasioni nella privacy dei cittadini (specie se non indagati) a causa delle intercettazioni; ci sono i risparmi di spesa realizzati a cominciare proprio dalle intercettazioni telefoniche (da 308 a 229 milioni di euro, malgrado i bersagli intercettati abbiano superato la soglia di 11.000); c’è il recupero, nelle carceri italiane, di 6 nuovi posti (che saliranno a 1980 nel 2008), grazie all’attività di ristrutturazione dei penitenziari; la scoperta delle somme sequestrate o confiscate (1 miliardo e 600 milioni di euro al 30 novembre 2007) e la richiesta al ministro dell’Economia di poterle gestire per le esigenze della Giustizia, evitando che finiscano tutte all’Erario. Ma nella Relazione del ministro c’è anche la fotografia di una macchina giudiziaria che stenta a recuperare efficienza A dicembre2006, si contavano più di 5 milioni di cause civili pendenti tra Tribunali, Corti d’appello e giudici di pace. La durata di una causa è stata di 980 giorni in primo grado e di 1.405 in appello; i processi del lavoro hanno viaggiato a una media di 758 giorni in primo grado e di 84 in appello. Non vanno meglio le cose nel penale. Se nel 2006 c’era stata una diminuzione dell’1,5% dei procedimenti iscritti contro persone note, nei primi sei mesi del2007 si è verificato un incremento del 5%, così come è stato del 7,5% l’aumento dei processi davanti al Tribunale in composizione collegiale. Il ricorso ai giudici di pace ha fatto registrare una vera e propria impennata: nel 2006 erano diminuiti del 5%, nei primi sei mesi del 2007 sono aumentati del 10% e il carico di lavoro pendente è cresciuto del 40%. Quanto alla durata dei processi, «è aumentata» ovunque, tranne che nella fase delle indagini, dov’è passata dai 469 giorni del 2005 ai del 2006. Le statistiche rivelano, ancora una volta, che la durata dei processi risente sia delle dimensioni dell’ufficio sia della sua collocazione geografica: si va dai 260-270 giorni delle Corti d’appello di Palermo e Catanzaro al 1.300 giorni di quelle di Ancona e Venezia (la media è di 68i). Quanto basta per far concludere a Mastella che il problema della «ragionevole durata» non è più rinviabile. Anche perché nel 2006 vi sono state 20.514 richieste di indennizzo presentate da chi aveva avuto un processo troppo lungo: il 14,43 % del carico di lavoro delle Corti d’appello. E nel 2007 sono già in aumento. D.St. 8 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL SOLE 24 ORE I numeri del dossier 5.127.450. Pendenze nella giustizia civile. L’aumento delle pendenze finali (al 31 dicembre 2006) è stato minimo presso i Tribunali, più rilevante presso Corti d’appello (+11,04) e giudici di pace (+14,35%) 1.405. Giorni di giacenza nel civile. La giacenza media di un procedimento in Corte di appello nel 2006. La giacenza media dei procedimenti civili varia da circa 980 giorni per il primo grado a circa 758 giorni peri procedimenti civili in materia di lavoro +10%. Pendenze nella giustizia penale. Incremento delle pendenze innanzi al giudice di pace al 30 giugno 2007. A fine 2006 si era registrato un aumento del 30% rispetto al 2005 681. Giorni di giacenza nel penale. Nelle Corti di appello la giacenza media passa dai 622 giorni del 2005 ai 681 giorni del 2006: è la variazione più elevata nella giustizia penale 48.78. Persone detenute. Detenuti nelle carceri italiane (al 7 gennaio scorso). Senza l’indulto le presenze sarebbero state 72 mila, cifra considerata non tollera bile dal sistema carcerario italiano 1,6 miliardi. Somme sequestrate. Depositi giudiziari presso le Poste a1 30 novembre riguardanti sequestri penali e civili 9 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA HELP CONSUMATORI Giustizia. Ministero: nelle carceri italiane oltre 48 mila detenuti I detenuti presenti nelle carceri italiane all'inizio dell'anno erano oltre 48 mila, quasi diecimila in più della soglia minima toccata nel settembre 2006. Si tratta di un dato "elevato, ma tollerabile". Senza l'indulto le presenze sarebbero stato oltre 72 mila. E il tasso di recidivi presenti è pari al 42% contro il 48% prima dell'indulto. Sono alcuni dei dati contenuti nella Relazione annuale sullo stato della Giustizia in Italia che Clemente Mastella ha consegnato prima di annunciare di voler rassegnare le proprie dimissioni. "Il nuovo ordinamento giudiziario - si legge nel documento - è legge dello Stato". Ma servono interventi "non più differibili" per la garanzia della ragionevole durata del processo.."Nelle carceri italiane erano presenti, il 7 gennaio 2008, 48.788 persone detenute, quasi diecimila in più della cifra minima toccata nel settembre 2006, pari a 38.326 - si legge nel documento - E' un dato elevato, ma tollerabile dal nostro sistema, che non avrebbe invece potuto sopportare le oltre 72.000 presenze che oggi si registrerebbero se non si fosse adottato il provvedimento d'indulto". Il tasso di recidivi presenti nelle carceri è pari al 42%, contro il 48% prima dell'indulto. GIUSTIZIA CIVILE. "I dati statistici riferibili al 2006 ed il dato tendenziale annuo rilevato a giugno 2007 indicano una domanda globale di giustizia pressoché stazionaria rispetto all'anno 2005 - si legge nel bilancio - Le cause iscritte nell'anno 2006 (dato stimato in relazione alle informazioni ancora non del tutto disponibili) sono state 4.335.493 a fronte delle 4.330.305 iscritte nel corso del 2005. La capacità di risposta del sistema si è mantenuta costante, tenuto conto della ulteriore diminuzione, di circa il 3%, del numero di magistrati in servizio. Il numero di procedimenti definiti nel 2006 è stato di poco inferiore a quello registrato nel 2005, e un andamento analogo si è riscontrato anche nel primo semestre del 2007. L'aumento della pendenza però non è omogeneo tra gli uffici giudiziari. Se, infatti, presso i tribunali si registra un minimo incremento, l'aumento delle pendenze finali è assai rilevante presso le corti di appello (+11,04%) e presso i giudici di pace (+14,35%), per un totale complessivo superiore ai cinque milioni (stimato in 5.127.450 al 31 dicembre 2006.""La giacenza media dei procedimenti civili varia da circa 980 giorni per la cognizione ordinaria di primo grado (ma occorre ricordare che quasi il 90% dei procedimenti in primo grado finisce con la pronunzia della sentenza che non viene impugnata) a circa 758 giorni per i procedimenti civili in materia di lavoro - si legge nel documento - La situazione è più grave in corte di appello dove la giacenza media di un procedimento di cognizione ordinaria è stato di circa 1.405 giorni nel 2006, mentre per le controversie di lavoro è stato di circa 814 giorni, durata che si va a sommare a quella già accumulata per il giudizio di primo grado". Il giudizio? "Si tratta, evidentemente, di una situazione che necessita di interventi non ulteriormente procrastinabili al fine di invertire la tendenza e ripristinare parametri in linea con quelli europei, avendo diritto i cittadini e gli operatori economici che vivono ed esercitano la loro attività nel paese ad un trattamento che assicuri parità di condizioni nel vivere e nel competere sul mercato". GIUSTIZIA PENALE. Mentre nel 2006 si è riscontrata una riduzione dell'1,5% dei procedimenti iscritti contro noti e del 5% di quelli contro ignoti, nei primi sei mesi del 2007 l'andamento sembra essersi invertito: si è infatti constatato un incremento delle sopravvenienze pari al 5% relativamente ai procedimenti iscritti contro noti e del 6% per quelli contro ignoti. Per i procedimenti sopravvenuti dinanzi a tribunali si registra, nel primo semestre 2007, un incremento del 7.5% per i procedimenti da trattare innanzi al collegio ed una riduzione dello 0,5% per quelli monocratici. Relativamente ai procedimenti innanzi al giudice di pace si è registrata una diminuzione del 5% di procedimenti iscritti nel 2006 ed un incremento del 10% in relazione a quelli iscritti nel primo semestre 2007. Per i giudizi di appello, all'aumento dei procedimenti iscritti nel 2006 ha invece fatto seguito una diminuzione nel primo semestre 2007. "Anche nel settore penale - rileva il bilancio - gli indicatori denunziano, tenuto anche conto della intervenuta riduzione del numero di magistrati in servizio, la necessità di interventi non più differibili per garantire la ragionevole durata del processo evitando che la vera sanzione sia costituita dalla pendenza del giudizio piuttosto che dalla pena conseguente al giudizio stesso". GIUSTIZIA MINORILE. Secondo quanto afferma lo studio, la presenza di stranieri nel sistema "è ancor più prevalente di quanto non sia per gli adulti (54% degli ingressi in istituto penale e 40% degli ingressi in comunità diaccoglienza), ed è spesso complicata dalla presenza di minori non accompagnati, del tutto privi di riferimenti familiari noti". I minori stranieri assimilano comportamenti devianti tipici delle società occidentali. La strategia è dunque quella di "politiche che mirano a responsabilizzare, quando possibile, i paesi di provenienza, e a coinvolgerli nel trattamento dei minori devianti". 10 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA AP COM Giustizia/relazione Mastella: nel 2006 calate cause penali (-1,5%) Ma nel 2007 la tendenza si è invertita: +5% delle cause Roma, 16 gen. (Apcom) - Nel corso del 2006 si è riscontrata una riduzione dell'1,5% dei procedimenti iscritti contro noti e del 5% di quelli contro ignoti, confermando l'andamento già riscontrato nel 2005. Nei primi sei mesi dell'anno 2007 tale andamento sembra essersi invertito, dal momento che si è constatato un incremento delle sopravvenienze pari al 5% relativamente ai procedimenti iscritti contro noti e del 6% per quelli contro ignoti. Questo lo stato della giustizia penale in Italia fotografata nella relazione che il ministro Clemente Mastella avrebbe dovuto tenere oggi in Parlamento e che invece è stata soltanto depositata agli atti. Per quanto riguarda i procedimenti sopravvenuti dinanzi a tribunali si deve registrare una diminuzione nel corso del 2006 del 2,5% per quelli collegiali e del 3% per quelli monocratici. Nel corso del 1° semestre 2007 si è registrato, invece, un incremento del 7.5% per i procedimenti da trattare innanzi al collegio ed una riduzione dello 0,5% per quelli monocratici. Relativamente ai procedimenti innanzi al giudice di pace si è registrata una diminuzione del 5% di procedimenti iscritti nel 2006 ed un incremento del 10% in relazione a quelli iscritti nel 1° semestre 2007. Per quanto riguarda i giudizi di appello si è riscontrato un incremento dei procedimenti iscritti nel 2006 rispetto al 2005 del 4% mentre si è registrata una diminuzione di circa il 9% nel primo semestre del 2007. Innanzi alle procure sono stati definiti più procedimenti rispetto a quelli iscritti relativamente ai procedimenti contro noti, mentre la definizione dei procedimenti contro ignoti si rivelata inferiore al numero di quelli iscritti. Per quanto riguarda i tribunali sono risultati definiti un numero di procedimenti di poco inferiore a quello dei sopravvenuti. Innanzi alle Corti di appello nel 2006 sono stati definiti una quantità di procedimenti del 15% inferiore a quella dei sopravvenuti, mentre il dato del primo semestre del 2007 appare più confortante, risultando definiti il 10% in più di procedimenti rispetto a quelli iscritti. La "positività" del dato, si legge nella relazione, "non va sopravvalutata, poiché deriva pressoché interamente dalla riduzione del 10% dei procedimenti sopravvenuti. Innanzi al giudice di pace nell'anno 2006 vi è stato un notevole peggioramento, in quanto malgrado la riduzione del 5% delle sopravvenienze, il numero dei procedimenti si è ridotto del 20% rispetto ai definiti dell'anno 2005, determinando un incremento delle pendenze a fine anno di circa il 30%". Nel corso del primo semestre del 2007 le sopravvenienze sono aumentate del 10% mentre le definizioni sono state del 20% inferiori alle sopravvenienze, producendo la crescita della pendenze al 30 giugno 2007 di un ulteriore 10%. La giacenza media in giorni dei procedimenti è aumentata per tutte le tipologie di ufficio, tranne che per le procure della Repubblica ove per i procedimenti in cui l'autore è noto diminuisce dai 469 giorni del 2005 ai 457 giorni del 2006. La variazione più elevata si registra per le corti di appello ove la giacenza media passa dai 622 giorni del 2005 ai 681 giorni del 2006. Notevole è risultata la variabilità tra il periodo di giacenza dei procedimenti tra i singoli uffici, che risente anche della collocazione territoriale e delle dimensioni. Nel caso delle corti di appello si passa, ad esempio, dai 260-270 giorni per le corti di Palermo e Catanzaro, agli oltre 1.300 giorni di Ancona e Venezia, a fronte della già ricordata media nazionale di 681 giorni. "Anche nel settore penale - è la conclusione del Guardasigilli - gli indicatori denunziano, tenuto anche conto della intervenuta riduzione del numero di magistrati in servizio, la necessità di interventi non più differibili per garantire la ragionevole durata del processo evitando che la vera sanzione sia costituita dalla pendenza del giudizio piuttosto che dalla pena conseguente al giudizio stesso". 11 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA AP COM Giustizia/relazione Mastella: quella civile stazionaria ma lenta “Interventi per sveltirla non più procrastinabili” Roma, 16 gen. (Apcom) - "I dati statistici riferibili al 2006 ed il dato tendenziale annuo rilevato a giugno 2007 indicano una domanda globale di giustizia pressoché stazionaria rispetto all'anno 2005". Questa la fotografia scattata dalla relazione che il Guardasigilli Clemente Mastella avrebbe dovuto leggere questa mattina in Aula alla Camera e che invece è stata soltanto depositata. Le cause iscritte nell'anno 2006, si legge nella relazione, sono state 4.335.493 a fronte delle 4.330.305 iscritte nel corso del 2005. La capacità di risposta del sistema si è mantenuta costante, tenuto conto della ulteriore diminuzione, di circa il 3%, del numero di magistrati in servizio. Il numero di procedimenti definiti nel 2006 è stato di poco inferiore a quello registrato nel 2005, e un andamento analogo si è riscontrato anche nel primo semestre del 2007. L'aumento della pendenza, però, non è omogeneo tra gli uffici giudiziari. Se, infatti, presso i tribunali si registra un minimo incremento, l'aumento delle pendenze finali è assai rilevante presso le corti di appello (+11,04%) e presso i giudici di pace (+14,35%), per un totale complessivo superiore ai cinque milioni (stimato in 5.127.450 al 31 dicembre 2006). La giacenza media dei procedimenti civili varia da circa 980 giorni per la cognizione ordinaria di primo grado (ma occorre ricordare che quasi il 90% dei procedimenti in primo grado finisce con la pronunzia della sentenza che non viene impugnata) a circa 758 giorni per i procedimenti civili in materia di lavoro. La situazione è più grave in corte di appello dove la giacenza media di un procedimento di cognizione ordinaria è stato di circa 1.405 giorni nel 2006, mentre per le controversie di lavoro è stato di circa 814 giorni, durata che si va a sommare a quella già accumulata per il giudizio di primo grado. Per il giudice di pace la giacenza media delle cause relative a risarcimento danni da circolazione stradale si è attestata a circa 545 giorni nel 2006 mentre per le opposizioni avverso le sanzioni amministrative in materia di circolazione stradale si è giunti nel medesimo periodo a 286 giorni. Si tratta, evidentemente, di una situazione che necessita di interventi non ulteriormente procrastinabili al fine di invertire la tendenza e ripristinare parametri in linea con quelli europei, avendo diritto i cittadini e gli operatori economici che vivono ed esercitano la loro attività nel paese ad un trattamento che assicuri parità di condizioni nel vivere e nel competere sul mercato. 12 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI Che si dice a Via Arenula Il ministero della giustizia resiste al terremoto Si aspettano gli eventi continuando a svolgere l'ordinaria amministrazione Certo, il terremoto si è sentito. Ma finché il ministro guardasigilli è in carica a Via Arenula si fa mostra di normalità. I sottosegretari e i capi degli uffici sono con il fiato sospeso, ovviamente, ma l'attività ordinaria del ministero continua. E nei corridoi del palazzone che ospita i dipartimenti non c'è confunsione, tutto sembra normale. Negli uffici magari si commentano gli eventi, ma le pratiche vanno avanti. Pochi sono riusciti a vedere il ministro dopo il suo intervento alla camera, nel quale ha annunciato le dimissioni. Il suo passaggio a via Arenula è stato fugace, prima di prendere la macchina per recarsi a Ceppaloni a dare solidarietà coniugale alla moglie, Sandra Lonardo. E' andata bene a Daniela Melchiorre, sottosegretario con delega alla giustizia minorile, voluta in quel posto da Lamberto Dini. «Ho potuto esprimergli la mia solidarietà. Ora siamo in attesa delle sue decisioni». «Abbiamo le deleghe e continuiamo a lavorare», taglia corto il sottosegretario che ha seguito la riforma dell'ordinamento giudiziario Luigi Scotti. Per le attività che il ministro tratta in proprio (per esempio le nomine per gli incarichi direttivi dei magistrati), si vedranno gli eventi, anche se Scotti ricorda che «il premier Romano Prodi ha respinto le dimissioni quindi il ministro è ancora in carica». «I tipi di intervento che stiamo conducendo hanno una natura strategica, nascono da una visione strategica: vorrei che questa attività non si interrompesse», commenta il sottosegretario dell'Idv Luigi Li Gotti, che nonostante la poca simpatica che regna tra il suo segretario, Antonio Di Pietro, e il guardasigilli, si professa «mastelliano». «L'attività ordinaria continua», assicura Arcibaldo Miller, e detto da lui che è il capo dell'ispettorato, significa le ispezioni già avviate andranno avanti, non si fermeranno. Un importante dirigente che preferisce l'anonimato parla della costituzione «di un comitato di salute pubblica. Tra pochi giorni ci sarà l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Ciascuno di noi sarà in sedi diverse a rappresentare il ministero. Occorre darci una linea unitaria. Certo, personalmente ritengo che questa situazione di limbo non possa continuare al di là di 48 ore». E comunque, parlando con il ministro quest'utlimo gli avrebbe rappresentato l'intenzione di non recedere dalla decisione. Ma si può sempre cambiare idea. Il capo dell'ufficio legislativo, Gianfranco Manzo, ieri era a Milano e quindi ha seguito come ha potuto per telefono gli eventi. «Mi risulta che tutto proceda regolarmente. Il ministero è anche un apparato burocratico, come tale autorganizzato». Il capo dell'Organizzazione giudiziaria, Claudio Castelli è chiaro sulla mission di queste ore: «abbiamo l'obbligo amministrativo di continuare l'attività e fare in modo che la situazione inevitabile di sbandamento non incida sulla gestione quotidiana degli uffici giudiziaria». Il capo di gabinetto Stefano Mogini non ha voglia di commentare: «Si rivolga all'ufficio stampa». Claudia Morelli 13 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI Partenza in salita per il testo Mantini-Chicchi. Categorie molto critiche Riforma, cala il gelo del Cup Sirica: nessuna nostra proposta presa in esame Cala il gelo degli ordini sul progetto di riforma delle professioni. La scelta della maggioranza di avviare il dibattito adottando come testo base il Mantini-Chicchi senza le correzioni annunciate dai due stessi relatori a dicembre scorso (si veda ItaliaOggi di ieri), proprio non va giù al Coordinamento unitario delle professioni. Che proprio l'altro ieri aveva esultato all'avvio dell'iter, alla camera, della proposta di legge di iniziativa popolare. Al momento si è rivelato tutto inutile, però. E anche se da qui al 6 febbraio, termine ultimo fissato per gli emendamenti, c'è tempo per apportare al Mantini-Chicchi tutte le modifiche del caso, il commento del Cup è lapidario: «Il parlamento è partito molto male», ha detto il presidente, Raffaele Sirica (architetti), «perché non ha tenuto conto di nessuna delle nostre proposte. C'è una nostra legge che è arrivata fino alla camera, con 80 mila firme raccolte e un lavoro intenso da parte del comitato promotore per chiudere tutto nei tempi opportuni. Ovvio che ci aspettavamo quantomeno una sua valutazione, così è come se la raccolta firme non avesse avuto senso». «Esprimiamo quindi un giudizio molto critico», ha proseguito Sirica, «soprattutto sulla base del fatto che i relatori ci avevano richiesto un contributo che abbiamo immediatamente fornito, e ci era stato detto che le nostre osservazioni sarebbero state incardinate. Insomma, ci aspettavamo un testo di partenza diverso». Getta acqua sul fuoco Giuseppe Chicchi, secondo il quale non sussiste nessun tipo di polemica. «Abbiamo semplicemente deciso che il nostro testo sarà quello di partenza», ha spiegato, «le altre proposte, comprese quelle del Cup, le abbiamo messe sul tavolo per gli emendamenti che verranno presentati da qui al 6 febbraio». Fatto sta che il comitato promotore della raccolta firme commenta molto duramente lo stralcio del ddl Cup. «È grave», ha detto il coordinatore del comitato, Pietro De Paola (geologi), «che la commissione della camera sottovaluti la legge di iniziativa popolare (ddl 3277) sottoscritta da circa 80 mila professionisti». E se agli ordini non è piaciuta per nulla la mossa del parlamento, critiche arrivano anche dal mondo delle associazioni. E in particolare dal Colap, che rappresenta oltre 190 sigle. «Peggio di così, il testo, anche senza le correzioni richieste dagli ordini, non potrebbe essere», ha dichiarato il presidente Giuseppe Lupoi, «perché dà la possibilità agli ordini di emettere delle leggi, e questa è già di per sé una cosa gravissima. Detto questo, anche se le osservazioni degli ordini non sono state inizialmente recepite, tutto si può fare in fase di emendamenti. Speriamo in un intervento del governo». Molto meno critica, invece, l'altra parte delle associazioni, rappresentata da Assoprofessioni. «Il testo così com'è ci va bene», ha detto il presidente, Giorgio Berloffa, «anche se restiamo convinti del fatto che prima si debba procedere al riconoscimento delle professioni, poi delle associazioni. Altrimenti si rischia di vedere col bollino blu delle associazioni di professioni totalmente sconosciute. Questa è una modifica fondamentale che va fatta al Mantini-Chicchi, e presenteremo degli emendamenti in questo senso. Detto questo, non rappresenta una conditio sine qua non». Gabriele Ventura 14 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA WWW.EDILPORTALE.COM Riforma professioni: adottato il testo base Dure critiche dall’opposizione: la professione intellettuale non può prescindere dalla laurea 17/01/2008 – La proposta di legge di riforma delle professioni presentata dai relatori Chicchi e Mantini è stata adottata come testo base dalle Commissioni Giustizia e Attività produttive della Camera. Su questo testo proseguirà dunque il lavoro di riforma della disciplina delle professioni, tenendo conto anche della proposta di legge di iniziativa popolare presentata pochi giorni fa dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP). Nella seduta del 15 gennaio scorso, i rappresentanti dell’opposizione non hanno risparmiato le critiche al testo Mantini-Chicchi: la deputata Maria Grazia Siliquini (AN) ha affermato che le proposte contenute nel testo base dei relatori, "non sono assolutamente convincenti, perché il testo, se da una parte avanza alcune proposte irricevibili, dall'altra contiene vere e proprie «trappole»” per tutte le professioni intellettuali italiane. D’altra parte – ha aggiunto Siliquini – lo stesso Governo, con il sottosegretario Luigi Scotti, nelle sedute dell'8 novembre e dell'11 dicembre scorsi ha affermato più volte che vi sono dei punti «non chiari» per cui sarebbe opportuno «effettuare precisazioni». Siliquini ha poi ricordato che anche i rappresentanti dei professionisti italiani, tramite il Comitato Unitario Professioni, hanno già dichiarato che la proposta di testo base deve essere «profondamente modificata e rivista», se non del tutto «bocciata», come deve essere assolutamente fermato il decreto legislativo di recepimento della direttiva 36/2005/CE, «al fine di ripristinare la legalità». Una bocciatura totale che si estende ad altri punti fondamentali del testo: secondo Siliquini non è sufficientemente chiara la distinzione tra professionista intellettuale ed imprenditore; poco chiara è anche la delega al Governo per accorpare gli ordini, e troppo sfumata è anche la linea di confine tra ordini e associazioni. “Non è assolutamente possibile – ha affermato Siliquini – prevedere di «elevare» a professione intellettuale qualunque lavoro intellettuale a prescindere dalla doverosa formazione universitaria”, “tale conoscenza, che deve essere certificata da un titolo di studio di livello universitario avente valore legale nel nostro ordinamento, è un aspetto insuperabile della professione intellettuale” – ha concluso. Altrettanto diretto è stato Andrea Lulli (PD) che ha chiesto se, a questo punto, l’opposizione ha la volontà di discutere seriamente su questo progetto di legge. “Ad ogni seduta – ha lamentato – vengono poste eccezioni procedurali e sottili distinguo. Le valutazioni sulle soluzioni normative, anche radicalmente diverse, attengono alla normalità del confronto parlamentare; quello che non è lecito è bloccare, con qualsiasi ragione, l'iter del provvedimento.” Per quanto riguarda il testo del CUP, il presidente della II Commissione, Pino Pisicchio, ha affermato che la proposta di legge di iniziativa popolare “non introduce elementi di novità, poiché tutte le istanze in essa contenute sembrano essere già confluite nel lungo dibattito svoltosi presso le Commissioni riunite”. La seduta è quindi terminata con l’adozione, come testo base, della proposta presentata dai relatori; è stato inoltre fissato al 6 febbraio 2008 il termine per la presentazione degli emendamenti. Immediata la reazione di Pietro De Paola, coordinatore del Comitato promotore della pdl presentata dal CUP: “Lo stralcio della legge di iniziativa popolare, appare un atto di grave sottovalutazione delle esigenze e delle richieste avanzate da circa 80 mila professionisti che hanno firmato quella legge”. “Apprendo con sconcerto – continua De Paola - che secondo l’on. Pisicchio e nonostante il parere contrario di alcuni deputati non ci sarebbero i margini per un esame congiunto della proposta di legge di iniziativa popolare in quanto quest’ultima, come dice lo stesso Pisicchio, non conterrebbe alcun “elemento di novità” rispetto al testo base assunto dalla II insieme alla X Commissione. Eppure, aggiunge De Paola, «mi sembra opportuno ricordare che nel testo base non esiste alcuna distinzione, per esempio, tra l’attività imprenditoriale e quella professionale, esiste la possibilità di delegare al governo, senza alcun parere vincolante da parte degli ordini, di accorparne alcuni, senza parlare poi delle norme sulle attività riservate che fanno piazza pulita di una serie di prerogative che garantiscono la qualità e l’indipendenza dei professionisti”. L’auspicio del coordinatore del Comitato promotore è comunque "di non far cadere nel nulla la proposta dei professionisti consentendo un iter parlamentare rispettoso dei principi democratici e delle esigenze di tutti i cittadini". 15 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA MONDO PROFESSIONISTI Uono schiaffo ai professionisti Nel cassetto la proposta di legge popolare di riforma delle professioni intellettuali «Lo stralcio della legge di iniziativa popolare (ddl 3277) deciso dal presidente della II commissione della Camera appare un atto di grave sottovalutazione delle esigenze e delle richieste avanzate da circa 80 mila professionisti che hanno firmato quella legge». Commenta così Pietro De Paola, coordinatore del Comitato promotore della legge in oggetto, la decisione del presidente Pino Pisicchio della II Commissione della Camera dei Deputati di non modificare il testo base alla luce delle norme contenute nella legge di inziativa popolare, n.3277, all’esame della stessa commissione. «Apprendo con sconcerto – continua De Paola - che secondo l’on. Pisicchio e nonostante il parere contrario di alcuni deputati non ci sarebbero i margini per un esame congiunto della proposta di legge di iniziativa popolare in quanto quest’ultima, come dice lo stesso Pisicchio, non conterrebbe alcun “elemento di novità” rispetto al testo base assunto dalla II insieme alla X Commissione». Eppure, aggiunge De Paola, «mi sembra opportuno ricordare che nel testo base non esiste alcuna distinzione, per esempio, tra l’attività imprenditoriale e quella professionale, esiste la possibilità di delegare al governo, senza alcun parere vincolante da parte degli ordini, di accorparne alcuni, senza parlare poi delle norme sulle attività riservate che fanno piazza pulita di una serie di prerogative che garantiscono la qualità e l’indipendenza dei professionisti. Elementi questi, ma ce ne sarebbero anche altri relativi agli studi professionali o alle professioni non regolamentate e alle questioni societarie, che mi paiono sostanziali e che hanno spinto i professionisti a presentare una propria legge e che però ora si vorrebbe ignorare». L’auspicio del coordinatore del Comitato promotore è comunque «di non far cadere nel nulla la proposta dei professionisti consentendo un iter parlamentare rispettoso dei principi democratici e delle esigenze di tutti i cittadini». 16 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI Il dibattito sulla sicurezza Rifondazione comunista si smarca dal dl Amato Presentati emendamenti per mitigare le sanzioni e precisare i motivi imperativi Decreto-bis sulla sicurezza, ma tutto nuovo. La tesi della completa autonomia del decreto 249/2007 è l'unica che lo può salvare dalla censura di incostituzionalità per violazione del divieto di reiterazione dei decreti legge. Il decreto in sintesi fa salve le misure antiterrorismo contenute nel decreto Pisanu la cui applicabilità veniva meno al 31 dicembre 2007, e ne estendere l'applicazione anche ai cittadini comunitari. Il dibattito parlamentare in commissione affari costituzionali ha visto già sollevare la questione della legittimità del provvedimento d'urgenza che riproduce in alcuni articoli le medesime norme già inserire nel decreto legge 181. E non solo. La maggioranza torna a dibattere sul testo e Rifondazione comunista ha già presentato una serie di emendamenti che stemperano le misure più drastiche nei confronti dei cittadini stranieri, riprendendo testi e norme del dlgs che ha recepito la direttiva sulla libertà di soggiorno. La maggioranza, a difesa del decreto-bis, mette in evidenza diverse ragioni. Innanzitutto, il decreto risponde ad autonomi casi straordinari di necessità e urgenza, e in particolare la necessità di introdurre una disciplina a regime dell'espulsione degli stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo, dato che la precedente disciplina, contenuta nel cosiddetto decreto Pisanu (144/2005) si applicava «fino al 31 dicembre 2007», così come la necessità di estendere l'applicabilità di tali misure ai cittadini comunitari. Inoltre nuovi motivi d'urgenza sarebbero rappresentati dalla necessità di introdurre una disciplina sull'allontanamento dei cittadini comunitari per motivi imperativi di pubblica sicurezza. In secondo luogo il decreto-bis sarebbe nei contenuti diverso dal precedente. Infine, parte della disciplina del decreto-bis sarebbe la riproposizione di norme introdotte in fase di conversione (disciplina sostanziale dell'allontanamento dei cittadini comunitari per motivi imperativi di pubblica sicurezza). Ci si riferisce alle norme sulla convalida da parte del giudice delle misure di allontanamento, a quelle sulla determinazione dei motivi imperativi di ordine pubblico. Nel contenuto il decreto legge in commento introduce modifiche al decreto Pisanu, 144/2005, disciplinante il decreto di espulsione degli stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo, introducendo per quest'ultimo l'istituto della convalida da parte del giudice (articolo 1) e attribuendo la competenza per la convalida al tribunale in composizione monocratica in questo come in tutti i casi di espulsione amministrativa (articolo 2). Il provvedimento, inoltre, introduce l'istituto dell'allontanamento del cittadino dell'Unione europea per motivi di prevenzione del terrorismo (articolo 3) e per motivi imperativi di pubblica sicurezza (articoli 4, 5, 6 e 7), prevedendo, anche con riferimento a questi due istituti, la convalida da parte del giudice e attribuendo la competenza per la convalida, anche in questo caso, al tribunale in composizione monocratica. Nel dettaglio il decreto 249 rende immediatamente esecutivo il decreto di espulsione dello straniero disposto per motivi di prevenzione del terrorismo, anche se l'interessato ha proposto ricorso. Il provvedimento deve essere convalidato da parte del tribunale in composizione monocratica, che subentra al giudice di pace quale autorità giudiziaria competente in tema di espulsione di stranieri e di allontanamento di cittadini europei. Anche nei confronti di questi ultimi si introduce la regola dell'allontanamento immediato per motivi di prevenzione del terrorismo. In tale caso a carico dell'interessato scatta il divieto di reingresso per una durata da cinque a dieci anni. L'interessato non può fare ingresso nel territorio neanche nelle more del procedimento amministrativo di revoca, avviato su sua richiesta. L'allontanamento immediato dei cittadini dell'Unione europea è previsto nel decreto anche per motivi imperativi di pubblica sicurezza. In tale caso la motivazione è appunto quella dell'esistenza di una minaccia concreta e attuale alla pubblica sicurezza, come la tenuta di comportamenti che costituiscono una minaccia concreta, effettiva e grave alla dignità umana o ai diritti fondamentali della persona o all'incolumità pubblica, i quali rendano urgente l'allontanamento. L'articolo 5 del decreto prevede in caso di violazione del divieto di reingresso conseguente all'allontanamento la reclusione fino a quattro anni. Il decreto, infine, incardina nel Tar Lazio la competenza sui ricorsi contro i provvedimenti di allontanamento dei cittadini comunitari per motivi di terrorismo e nel tribunale territorialmente competente quelli relativi ai provvedimenti di allontanamento per motivi imperativi di pubblica sicurezza. Antonio Ciccia 17 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI Il 25/1 il comitato dei delegati esaminerà le tre proposte formulate dai gruppi di studio La Cassa al bivio sulle pensioni Dovrà scegliere tra il sistema retributivo e contributivo Riforma delle pensioni, la Cassa forense è al bivio tra un sistema retributivo strutturato o un sistema di calcolo contributivo. Tre le proposte in campo e il 25 gennaio il comitato dei delegati dovrà scegliere una di queste per articolare una riforma che integri o superi (a seconda delle opzioni) quella varata il 17 marzo del 2006 basata tra l'altro sull'aumento dal 10 al 12% del contributo soggettivo e l'aumento dal 2 al 4% del contributo integrativo (bocciato dai ministeri vigilanti). Il comitato dei delegati ha formato tre gruppi di lavoro al fine di individuare gli ulteriori interventi da approvare rapidamente per garantire la sostenibilità economico-finanziaria del sistema previdenziale forense nel lungo periodo, individuato dalla Finanziaria 2007 in almeno 30 anni. Tutti gli interventi messi a punto dai gruppi di lavoro presuppongono l'indispensabilità, ai fini di un sufficiente finanziamento, dell'aumento del contributo integrativo nella misura dal 2 al 4%, già deliberata dal comitato dei delegati nel 2006. Tutti i gruppi si muovono nell'ambito del sistema di finanziamento a ripartizione. Il primo gruppo di lavoro propone di proseguire e portare a termine l'intervento riformatore già intrapreso, rimanendo nell'ambito del sistema di calcolo retributivo della pensione. La commissione ha quindi elaborato una proposta di allungamento sino a 70 anni dell'età pensionabile, correlativamente aumentando da 30 a 35 l'anzianità contributiva necessaria, garantendo un forte risanamento dei conti sulla via del raggiungimento dell'equilibrio nel lungo periodo e della sostenibilità del sistema sino al 2050. Nel proporre un salto, apparentemente così ampio, la commissione ha considerato che una larghissima percentuale degli avvocati ultra 65enni continua, con buon profitto, nell'attività sino almeno a 70 anni e quindi un pur così cospicuo allungamento non dovrebbe trovare nella categoria eccessive resistenze. Da altro punto di vista la commissione ha anche voluto tener conto delle istanze di coloro che non se la fossero sentita di accettare un così cospicuo allungamento della vita lavorativa predisponendo quindi un sistema flessibile che consentisse agli avvocati, raggiunta l'età di 65 anni, di poter optare per il pensionamento anticipato pur continuando a rimanere iscritti all'Albo. Tale prepensionamento dovrà avvenire però senza maggiori oneri per la Cassa, applicando cioè una riduzione sul trattamento pensionistico che l'Ufficio attuariale interno ha calcolato essere nella misura del 5% annuo. La commissione ha poi regolamentato il periodo transitorio. Quanto alle aliquote di riferimento, si è proposto un accorpamento delle quattro aliquote vigenti (1,75 - 1,50 - 1,30 - 1,15) riducendole a due: una all'1,50% fino ai del tetto e l'altra al 1,20% per il restante . La commissione ha proposto un ulteriore ritocco al contributo di solidarietà da versare da parte dei pensionati che restano iscritti pari al 5% contro il 4% già approvato entro il tetto e al 3%, come gli attivi, oltre il tetto. È previsto un aumento del contributo soggettivo minimo e del contributo integrativo minimo. Per la pensione di anzianità si è elevato da 35 a 40 anni il numero di anni di anzianità contributiva necessari al conseguimento. Il secondo gruppo di lavoro propone l'introduzione del metodo contributivo di calcolo della pensione usufruendo del riferimento normativo di cui all'art. 3, comma 12, della legge 335/95. Il gruppo ha previsto: l'aumento del contributo soggettivo attraverso un'aliquota variabile, determinabile, a scelta dell'iscritto, fra un'aliquota minima del 12% e una massima del 20%; contributo integrativo minimo con l'aliquota fissa del 2% ma con previsione di una maggiorazione straordinaria temporanea al 4% destinata alla gestione finanziaria della fase di transito al metodo contributivo, all'assestamento del 18 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA relativo equilibrio di bilancio e a interventi solidaristici in ottica di equità intra e intergenerazionale per la stessa fase di transito; contributo transitorio di solidarietà, sul reddito eccedente il massimale contributivo, a carico degli avvocati iscritti alla Cassa con conferma dell'aliquota del 3% per il periodo contributivo dall'1/01/2009 al 31/12/2018, con riduzione dell'aliquota dell'1,50% per il periodo dall'1/01/2019 al 31/12/2028 da destinarsi a fini solidaristici nella fase di transito dal sistema retributivo a quello contributivo. Quindi questo 3% non partecipa, in alcun modo, sino al 2028, alla formazione del montante contributivo. Il terzo gruppo di lavoro, sul presupposto che sia raggiunta la stabilità di mediolungo periodo, introduce accanto alla pensione calcolata con il metodo retributivo una pensione modulare che si presenta come un nuovo strumento previdenziale, che unisce al versamento dei contributi obbligatori destinati alla pensione retributiva alcuni contributi volontari, in misura determinata dall'iscritto, e che gli consente di costruirsi nel tempo un trattamento pensionistico più adeguato alle singole esigenze e comunque personalizzato attraverso un contributo soggettivo obbligatorio modesto, per esempio del 2%, e uno volontario, più elevato. I vantaggi della quota modulare della pensione sarebbero: totale deducibilità della contribuzione obbligatoria e volontaria; deducibilità immediata e programmazione annuale delle fatture; possibilità di modulare il versamento del contributo; nessun vincolo assoluto di continuità nei versamenti; erogazione della quota di pensionamento modulare insieme a quella retributiva per rendimento minimo garantito della Cassa di previdenza; trasparenza degli investimenti ed estratto conto personale; nessuna spesa di erogazione per l'iscritto; esiguità delle spese di gestione assorbite in quelle generali della Cassa; affidabilità della gestione alla stessa Cassa di previdenza. 19 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI A lezione di marketing Non dimenticate l'attenzione al marketing interno Vi ricordate il racconto dell'artista che stava visitando la cattedrale di S. Paul durante la sua costruzione? Egli chiese a uno dei muratori che cosa stesse facendo... e l'ovvia risposta fu: «Sto posando dei mattoni». Fece la stessa domanda allo scalpellino, ai gessai ecc. A fine giornata l'artista notò una vecchia signora che spazzava il sagrato e domandò anche a lei che cosa stesse facendo. «Sto contribuendo a costruire la casa di Dio», fu la risposta. Il vostro team è come questo? Vede solo i dettagli od opera avendo ben chiara la visione d'insieme? Chi è preposto a gestire lo studio permette lo sviluppo di questo tipo di visione o ci sono abitudini e/o personalità che fanno sentire i membri dello staff come persone di serie B confinate in un angolo? Abbiamo incontrato di recente un office. Tutti i membri dello staff riconoscono il valore del contributo che stanno dando allo studio? Immaginate che l'artista del racconto sia uno dei vostri clienti e che decida di girare da un ufficio all'altro facendo ai componenti del vostro team la stessa domanda. Secondo voi risponderebbero: «Sto contribuendo a creare un grande studio legale»? E adesso invece immaginate che siano i vostri dipendenti a cominciare a chiedersi: «Che cosa diavolo sto facendo?». Un gruppo di associati senior di uno dei più prestigiosi studi legali italiani si è fatto questa domanda quando si è trovato a lavorare regolarmente fino alle 4 del mattino. Ora hanno un loro studio di successo e hanno un orario di lavoro normale, per non parlare del maggior PPP (Profit Per Perspiration?!). Che traguardi (oltre agli ovvi obiettivi finanziari) ha raggiunto il vostro team (a partire dai soci stessi fino al personale del back office) durante l'anno? Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza, le aree da migliorare? Di che capacità avrà bisogno per far progredire lo studio, per rendere efficiente la sua gestione? Nuove tecniche organizzative, competenze linguistiche, capacità interpersonali... abilità informatiche? Gli studi di solito aggiornano il loro programma Word a distanza di pochi anni per rimanere al passo con i mutevoli bisogni della tecnologia. E voi avete aggiornato (preparato) con la stessa frequenza il vostro staff in modo che possa affrontare i mutevoli bisogni dello studio? A livello interno, state lavorando in modo efficiente come dovreste? Che cosa state facendo per dissuadere il vostro team dall'abbandonare la nave? Rispondere sinceramente a queste domande fornisce allo studio un feedback dall'interno su ciò che funziona e non funziona. Le verifiche indicheranno le aree in cui lo staff deve migliorare e forniranno informazioni sulle aree in cui anche lo studio può perfezionarsi. Alle persone, a tutti livelli, piace sentirsi apprezzate per il loro contributo. Un'atmosfera sana all'interno si respira anche all'esterno. Lo staff vi rimarrà fedele e sarà, essendone consapevole o no, il vostro ambasciatore e la vostra forza di vendita implicita. D'altra parte, pensateci: non vi è mai capitato di andare a una festa e sentire qualcuno parlare con entusiasmo del proprio lavoro? Questo è passaparola... pubblicità... marketing... capite il legame? L'interazione all'interno dello staff può anche avere degli impatti forti sul business. A tal proposito basti citare l'aneddoto di quell'avvocato che davanti all'opportunità di presentare un nuovo cliente a due soci, uno dei quali aveva di recente lasciato lo studio, decise di presentare il cliente proprio a quest'ultimo a scapito di quello con cui stava lavorando, meno avvezzo a usare le buone maniere. Gli studi anglosassoni sono ben consapevoli del potere che deriva dalla rete di conoscenze degli ex allievi. Il senior associate di quest'anno potrebbe diventare un domani il giurista d'impresa di una delle Fortune500. Meglio non rompere i legami che potrebbero essere potenziali opportunità di sviluppo in futuro. Ringraziamo Sim di Legal marketing Italia per il prezioso aiuto che ci ha fornito per questo articolo e continuiamo a raccogliere le vostre esperienze: se volete, potete inviare i vostri commenti e le vostre riflessioni a: [email protected]. Giulia Picchi e Silvia Hodges 20 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI ANTIRICICLAGGIO/ I chiarimenti del Mineconomia in una risposta La riservatezza non si tocca Una fiduciaria non può svelare per chi lavora Il dlgs 231 di recepimento della terza direttiva antiriciclaggio non modifica in alcun modo il regime di riservatezza tipica dell'attività delle società fiduciarie in quanto l'identità del soggetto per conto del quale la società fiduciaria agisce non può mai essere resa pubblica. È quanto sostiene il Mineconomia che ieri, per bocca del sottosegretario Alfiero Grandi ha risposto in sesta commissione senato a una interrogazione di Giorgio Benvenuto. I dati relativi all'identità del cliente della società fiduciaria devono essere acquisiti e trattati dall'intermediario, dalla banca, dal notaio, ecc. nel rispetto del segreto bancario e professionale, al fine di valutare se l'operazione presenti o meno profili di sospetto riciclaggio o finanziamento del terrorismo. La nuova normativa antiriciclaggio obbliga banche, sim e sgr ad acquisire informazioni sul cosiddetto titolare effettivo per tale intendendosi la persona o le persone fisiche per conto delle quali l'operazione o il contratto viene concluso. Nel raccogliere tali informazioni sul titolare effettivo la banca dovrà quindi prestare particolare attenzione alla puntuale osservanza di quanto previsto dal decreto antiriciclaggio in termini di trattamento riservato del dato che dovrebbe essere conosciuto, sulla falsariga di quanto avviene per i conti cifrati svizzeri, soltanto da poche persone all'interno dell'intermediario. È importante ricordare che la violazione della citata speciale riservatezza comporta sanzioni in capo alla banca o al professionista sia di tipo penale che di tipo civile. Il richiamo fatto dalla nota in commento all'osservanza da parte di chi viene a conoscenza del nominativo del cliente della società fiduciaria del segreto bancario e professionale fa chiaramente intuire, infatti, che la responsabilità in caso di comunicazione a terzi del nominativo del cliente della società fiduciaria, ed in genere del titolare effettivo, è quella prevista dall'art. 622 cp che sanziona la rivelazione del segreto professionale. Banche e intermediari, in attesa dell'emanazione dei regolamenti con le modalità per trattare tali informazioni, dovranno pertanto adottare soluzioni organizzative (fascicolo separato, database accessibile solo al direttore della banca, ecc.) che consentano di assicurare un più elevato e comprovato livello di protezione. Fabrizio Vedana 21 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL SOLE 24 ORE Sperimentazioni. Protocollo in appello a Milano Giudici e legali si alle alleano contro i processi-lumaca Rito ambrosiano nel processo penale. Almeno nel caso degli appelli, che peraltro, stando ai dati diffusi solo ieri dal ministero della Giustizia, si confermano uno dei maggiori settori di sofferenza. E un’alleanza tra avvocati e magistrati per provare a restituire efficienza e velocità alle udienze penali. «Un piccolo ma significativa progresso», lo ha definito il presidente della Corte d’appello di Milano Giuseppe Grechi, ma il protocollo firmato ieri, in un’affollata Aula magna, dall’Ordine degli avvocati di Milano, con il presidente Paolo Giuggioli, da Camere penali e Procura, si qualifica come una collaborazione in condizioni di emergenza tra operatori di giustizia. Il testo dell’accordo tocca punti nevralgici come l’istituzione di una corsia preferenziale per alcuni tipi di processo: la precedenza andrà accordata ai procedimenti con detenuti, a quelli di pronta soluzione (è il caso di quelli destinati a pronunce di «non doversi procedere») e a quelli in cui le parti sì rifanno a atti scritti, senza effettiva discussione orale. E poi, con l’obiettivo di cancellare i tempi morti, è prevista l’anticipazione in una data precedente all’udienza delle richieste di patteggiamento, formulate sulla base dell’articolo del Codice di procedura penale, al Procuratore generale e la comunicazione delle proposte di accordo su un modulo specifico al presidente del collegio giudicante. Il protocollo si fa carico poi anche dei maxiprocessi, con la previsione di una prima udienza riservata alla sola verifica della regolare costituzione delle parti e quindi delle altre successive udienze, a una distanza di tempo che permetta la rinnovazione delle eventuali notifiche nulle; l’udienza dovrà poi anche essere precedente all’eventuale scadenza dei termini di custodia cautelare. Viene poi introdotta la richiesta preventiva di un parere del Procuratore generale suì ricorsi per incidente di esecuzione da depositare in cancelleria con un anticipo di 10 giorni per consentire ai difensori il deposito di una memoria scritta, cui fare riferimento nel corso dell’udienza. Numerosi anche i punti dedicati agli orari: le udienze non potranno iniziare dopo le 9,15 e quelle in camera di consiglio saranno accorpate al termine della mattinata per renderle compatibili con l’orario del personale di cancelleria. Previste poi l’istituzione di un servizio di interpreti con turni quotidiani di reperibilità, la segnalazione da parte dei difensori nella prima pagina dell’atto di impugnazione delle modifiche su nomine e domicilio dell’imputato, un percorso agevolato per la liquidazione degli onorari per gratuito patrocinio. A vigilare, infine, sull’attuazione e l’efficacia del Protocollo sarà un Osservatorio con rappresentanza mista avvocati-magistrati. Giovanni Negri I contenuti dell’intesa La corsia preferenziale. La precedenza deve essere assegnata, tra l’altro, ai processi peri quali non c’è una regolare costituzione delle parti, a quelli con detenuti, a quelli per i quali è intervenuto il patteggia mento e a quelli di pronta soluzione, come nel caso della conclusione di «non doversi procedere; infine andranno trattati in via anticipata quelli in cui le parti si riportano ad atti scritti senza effettiva discussione orale Il patteggiamento. Anticipazione in una data precedente l’udienza delle richiesta al Procuratore generale di applicazione della pena e comunicazione su specifico modulo della proposta di accordo al presidente del collegio giudicante Interpreti e difensori. Istituzione di un servizio di interpreti con rotazione quotidiana di disponibilità che potranno essere utilizzati da tutte le sezioni e previsione di un percorso agevolato per la liquidazione degli onorari per gratuito patrocinio ccn l’introduzione di criteri forfetari per tipologia di processo Gli orari. Le udienze non potranno iniziare dopo le 9,15 e quelle in camera di consiglio saranno accorpate al termine della mattinata per renderle compatìbili con l’orario del personale di cancelleria 22 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI Magistrati di collegamento Italia-Romania Si stringe la cooperazione giudiziaria fra l'Italia e la Romania. Grazie agli scambi di magistrati di collegamento. Il ministero della giustizia e l'omologo romeno hanno siglato un accordo grazie al quale intendono migliorare l'efficacia della cooperazione giudiziaria tra i due paesi, soprattutto per prevenire e contrastare le forme gravi della criminalità transnazionale. Nell'attuazione dell'Azione congiunta del 22 aprile 1996 adottata dal Consiglio ai sensi dell'articolo K.3 del Trattato sull'Unione europea, relativo alla creazione di un quadro per lo scambio di magistrati di collegamento. In particolare sarà compito dei magistrati di collegamento adempiere alle attività che favoriscono e accelerano, specialmente tramite i contatti diretti con i servizi competenti e con le autorità giudiziarie dello stato ospitante, tutte le forme di cooperazione giudiziaria civile e penale. I magistrati di collegamento potranno dunque svolgere anche attività mirate a garantire le funzioni di scambio di informazioni e statistiche, al fine di favorire la conoscenza reciproca dei sistemi giuridici dei due paesi, delle banche di dati giuridiche, nonché i rapporti fra le professioni giuridiche tra i due paesi. Il paese ospitante metterà perciò a disposizione del magistrato di collegamento inviato tutte le agevolazioni, che includono l'uso dello spazio e dei servizi di telecomunicazioni, nonché tutto il sostegno per qualsiasi azione destinata a raggiungere gli obiettivi dell'accordo di cooperazione. Secondo il ministro per la giustizia romeno, Tudor Chiuariu, «entrambi i governi hanno affrontato il problema con la serietà e concretezza necessarie. Sono stati avviati molti contatti bilaterali, sfociati nel lancio di questo progetto comune di cooperazione giudiziaria che prevede, tra l'altro, un interscambio anche di forze di polizia tra i due paesi». Altro frutto importante sottolineato da Chiuariu «è l'accordo sul trasferimento delle persone condannate». In questo modo la cooperazione giudiziaria tra i due paesi dovrebbe scattare in avanti in termini di efficacia. «Ciò che conta di più è lavorare insieme», ha aggiunto Chiuariu. «Per quanto riguarda l'integrazione dei rom, i nostri due capi di governo si sono già mossi istituendo anche un gruppo di lavoro bilaterale». I progressi della riforma giudiziaria avviata in Romania, comunque, procedono in maniera non del tutto spedita. Chiuariu ha presentato al Consiglio dei ministri il disegno per i nuovi codici di procedura penale e civile, con l'obiettivo di sanare uno dei problemi più pesanti, quello della durata media dei procedimenti giudiziari. L'intenzione è quella di distinguere tra casi più e meno gravi, in modo da agevolare e rendere più efficiente il lavoro dei magistrati, in particolare nei processi d'appello. C'è anche il progetto di eliminare la «sospensione in via cautelativa» in attesa del giudizio della Corte costituzionale, dando ai magistrati la facoltà di scegliere se sospendere o meno il procedimento in corso. In termini di collaborazione con altri paesi dell'Ue, quella con l'Italia sembra la migliore come stato d'avanzamento. Gli unici paesi con i quali la Romania partecipa a indagini congiunte, infatti, risultano la stessa Italia e la Francia. 23 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected]