Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda
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Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda
NGN2 MOBILE 20-06-2007 17:23 Pagina 47 SPECIALE NGN2 MOBILE Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda LUCA D’ANTONIO PAOLO GIANOLA GIOVANNI ROMANO L’utilizzo sempre più diffuso di Internet, in particolare dei servizi di download di file musicali e video, e di strumenti di lavoro a distanza come la posta elettronica, hanno generato una robusta domanda di connessioni a larga banda in mobilità. Per soddisfare questa richiesta, le reti radiomobili hanno iniziato la loro evoluzione verso il mondo del Broadband Wireless Access. Nell’articolo sono presentate le attuali tecniche di trasmissione dati in mobilità e il loro sviluppo verso i sistemi di quarta generazione, le problematiche relative al trasporto dell’informazione tra le stazioni radio e la rete e, infine, la tecnica Radio over Fiber (RoF) per la remotizzazione del segnale radio tramite fibra ottica. 1. Introduzione Nello sviluppo di un sistema di comunicazioni mobili possono, in generale, identificarsi due macro-blocchi che ne costituiscono ad un tempo l’ambiente e i vincoli: la tecnologia e la situazione dello spettro radio. La tecnologia (e lo standard, che ne rappresenta la formalizzazione al massimo livello) identifica essenzialmente qual è lo stato dell’arte, quali prestazioni sono prevedibili per il sistema e quali sono le “regole” (cioè le interfacce e i protocolli) a cui dovranno attenersi i player che vorranno partecipare. Lo spettro radio rappresenta la realtà fisica con la quale il sistema radiomobile si dovrà confrontare, e dalla sua situazione (disponibilità di banda, più o meno grande, interferenze, bande di guardia, potenze massime in gioco) dipenderanno le reali prestazioni del sistema e, probabilmente, la possibilità stessa del sistema di “sopravvivere”. Esaminiamo quindi cosa contengono oggi questi due macro blocchi per i sistemi Broadband Wireless Access, per vedere poi un altro tema chiave per la larga banda mobile: l’evoluzione delle tecniche di trasporto per la rete d’accesso. 2. Tecnologia e Standard La domanda di mercato di servizi radiomobili a banda larga è in crescita e gli Operatori stanno valutando quali tecnologie possono essere in grado di soddisfare i requisiti della clientela, riducendo al contempo, il costo per bit. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 47 NGN2 MOBILE 20-06-2007 17:23 Pagina 48 D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda L’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU-R) ha individuato un insieme di tecnologie disponibili che offrono velocità di trasmissione superiori a 2 Mbps1. È inoltre in corso la procedura per individuare i requisiti dei sistemi mobili di quarta generazione, identificati con il nome IMTAdvanced2. All’inter no di questo processo, uno degli attori più rappresentativi è l’Operatore giapponese NTT DoCoMo, che ha dimostrato con trial la raggiungibilità di velocità di trasmissione pari a 100 Mbps in mobilità e a 5 Gbps in laboratorio; il tutto sfruttando tecniche di trasmissione e ricezione, in cui il flusso dati è suddiviso su più antenne (MIMO - Multiple Input Multiple Output) e conseguendo un’efficienza spettrale pari a 50 bit/s/Hz (per confronto, in HSDPA è circa 3 bit/s/Hz , senza MIMO) (si veda il riquadro “La tecnica MIMO”). Ma cosa accadrà nell’interregno tra il 3G e il 4G, che arriverà non prima del 2015? Poiché “Natura non facit saltum”, ecco il 3,5G … . Nel caso dell’UMTS, infatti, lo standard ha rilasciato inizialmente la Release 99, in grado di fornire teoricamente 2 Mbps, ma praticamente 384 kbps, con la quale gli Operatori hanno sviluppato l e re t i p e r i s e r v i z i d i t e r z a g e n e r a z i o n e . Successivamente, si è avuta la diffusione delle soluzioni HSDPA (High Speed Downlink Packet Access), inizialmente a 1,8 Mbps, poi a 3,6 Mbps, per arrivare, nella seconda metà del 2007, a 14,4 Mbps. Parallelamente si è affiancato al miglioramento delle prestazioni in downlink un’evoluzione dell’uplink (Enhanced Uplink, conosciuto anche come HSUPA), che permette velocità fino a oltre 5 Mbps (figura 1). Ora il 3GPP sta finalizzando nella Release 7 le soluzioni HSPA evolute3 che, utilizzando tecniche MIMO e modulazioni di ordine superiore alla 16QAM, sono in grado di erogare 28 Mbps in downlink e 11 Mbps in uplink, nella stessa banda di 5 MHz dell’UMTS/HSPA. L’attività in 3GPP è in continuo progresso ed è ora in corso anche la specifica della soluzione indicata come Long Term Evolution (LTE), la cui finalizzazione è prevista per la Release 8 e la cui pubblicazione è prevista per fine 2007. Questa nuova interfaccia radio, basata sulla tecnica di accesso OFDMA (Orthogonal Frequency Division Multiple Access), sarà in grado di offrire velocità di trasmissione maggiori di 100 Mbps in downlink e 50 Mbps in uplink, in una banda di 20 MHz, garantendo nel contempo una latenza dei pacchetti dati molto bassa (inferiore a 20 ms), che abilita quindi servizi conversazionali e real time a pacchetto (si veda il riquadro di approfondimento “La tecnica OFDMA e LTE”). 3. La situazione dello spettro radio Sul fronte della tecnologia c’è quindi molto fermento sia per l’evoluzione degli attuali sistemi, sia per la definizione del nuovo IMT-Advanced, ma uno dei punti chiave per lo sviluppo del wireless broadband è la disponibilità di spettro radio. La propagazione delle onde elettromagnetiche è sfavorita all’aumentare della gamma di frequenze nella quale opera il sistema. Purtroppo, però, lo spettro al di sotto dei 2 GHz (circa) è già molto utilizzato (GSM 900/1800 MHz e UMTS a 2 GHz) e quindi è difficile trovare abbastanza banda per l’evoluzione dei servizi mobili. In Europa la banda di maggiore interesse per questa evoluzione è stata individuata nei 2,5 GHz. Più precisamente nelle porzioni 2500-2570 MHz accoppiata con la 26202690 MHz per i sistemi FDD (Frequency Division Duplexing) e nella 2570-2620 MHz per quelli TDD (Time Division Duplexing). 2006 2007 2008 2009 2010 3GPP GSM EDGE Radio Access Network Evolution Enhanced EDGE EDGE DL:474 Kbps DL:1,3 Kbps UL: 474 Kbps UL: 653 Kbps in 200 kHz in 200 kHz 3GPP UMTS Radio Access Network Evolution HSDPA HSDPA/HSUPA HSPA Evolution DL:14,4 Mbps DL:14,4 Mbps DL:28 Mbps UL: 384 Kbps UL: 5,76 Mbps UL: 11,5 Mbps in 5 MHz in 5 MHz in 5 MHz 3GPP Long Term Evolution EDGE HSDPA HSUPA LTE = = = = LTE DL:100 Mbps UL: 50 Mbps in 20 MHz Enhanced Data for GSM Evolution High Speed Downlink Packet Access High Speed Uplink Packet Access Long Term Evolution FIGURA 1› Evoluzione dei principali sistemi mobili. Nella maggior parte delle nazioni europee ci sono quattro Operatori UMTS e quindi questa allocazione, che prevede un totale di 70+70 MHz FDD e 50 MHz TDD, può portare ciascuno di essi ad avere 17,5 MHz FDD e 12,5 MHz TDD, che risultano un po’ “stretti” per l’obiettivo dei 100 Mbps (la larghezza di banda obiettivo per questa velocità è infatti 20+20 MHz). Una soluzione alternativa devia dal criterio salomonico della divisione, per consentire un utilizzo della banda finalizzato al broadband wireless, portando ad esempio tre Operatori su FDD e un Operatore sul TDD. (2) I sistemi di terza generazione, come UMTS, appartengono invece alla famiglia di sistemi IMT-2000 e sono raccolti nella raccomandazione ITU-R M.1457. (1) Le velocità di trasmissione sono sempre riferite al downlink (verso di trasmissione dalla stazione radio al terminale mobile) a meno di esplicito riferimento. 48 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 (3) Nella terminologia standard la presenza contemporanea di HSDPA e HSUPA è indicata dalla contrazione HSPA. 20-06-2007 17:23 Pagina 49 D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda LA TECNICA MIMO Nell’accezione più ampia, si indicano con il termine MIMO (Multiple Input Multiple Output)* tutte le tecniche di trasmissione che prevedono l’utilizzo di M (M>1) antenne lato trasmissione e N (N>1) antenne in ricezione; le M antenne lato Nodo B possono trasmettere in linea di principio: • uno stesso segnale (conseguendo la diversità nello spazio); • lo stesso segnale, ma in intervalli temporali diversi (diversità nel tempo e nello spazio); • segnali diversi (multiplazione spaziale), riutilizzando gli stessi codici nella stessa banda. L’ultima modalità è quella che consente di aumentare il throughput ed è stata storicamente il primo impiego studiato per i sistemi MIMO. Nella multiplazione spaziale il flusso informativo può essere codificato e suddiviso, per essere trasmesso da antenne diverse contemporaneamente nella stessa banda. In questa situazione le antenne riceventi vedono un campo risultante, che è la sovrapposizione di tutti i segnali in trasmissione, che avranno tipicamente percorso cammini differenti e saranno stati soggetti a riflessioni multiple differenti. Si può dimostrare che se i vari cammini sono indipendenti, è possibile ricostruire tutte le informazioni trasmesse, a partire da tutti i segnali presenti sulle antenne riceventi. La multiplazione spaziale permette, su canali trasmissivi ad alto rapporto segnale/rumore e molto ricchi di oggetti riflettenti sparsi, di aumentare notevolmente la velocità di trasmissione. Questa tecnica è realiz- Distribuzione dati zabile a patto di avere, in ricezione, un numero di antenne maggiore o uguale al numero di flussi di informazione trasmessi in parallelo. A titolo di esempio, nella figura A è mostrato uno schema generale di un sistema MIMO con N antenne in trasmissione e N in ricezione. * Per approfondimenti sulla tecnica MIMO si veda l’articolo “Dietro le quinte del ... MIMO”, Notiziario Tecnico, n° 1, 2006, pp. 123-126. [email protected] TX 1 RX 1 TX 2 RX 2 TX N RX N Decodifica dati FIGURA A› Schema di un sistema MIMO. La risposta si aspetta che arrivi dalla Conferenza Mondiale per la Radio (WRC - World Radio Conference), in cui l’ITU-R definisce l’allocazione dello spettro radio a livello mondiale. Infatti, per fornire velocità di trasmissione così elevate come quelle citate, si rende necessario identificare ulteriori porzioni dello spettro radio da assegnare ai sistemi IMT2000 e IMT-Advanced. L’appuntamento è a Ginevra per il prossimo novembre per la WRC 2007: se durante questa conferenza non si riusciranno a definire porzioni adeguate di spettro, lo sviluppo dei servizi mobili a larga banda potrebbe essere ritardato, poiché la successiva WRC sarà nel 2011. 4. Backhauling, ROF & NGN2 Gli Operatori radiomobili stanno valutando le evoluzioni delle reti verso il broadband wireless, sia per gli aspetti legati all’interfaccia radio, che influiscono direttamente sul throughput offribile al cliente, sia per i requisiti di trasporto sul backhauling, che collega i siti d’antenna con il resto della rete. Sarà infatti di vitale importanza poter disporre di una rete di trasporto capace di soddisfare la cre- scente necessità di banda informativa richiesta dal broadband wireless. Si potrebbe sintetizzare il tutto, dicendo che fino a ieri i servizi mobili a larga banda trovavano un collo di bottiglia nell’interfaccia radio, mentre da oggi in poi si deve evitare il collo di bottiglia nella rete di raccolta. In questo scenario, il percorso di rinnovamento di tutta la rete di trasporto e di accesso, che ha intrapreso Telecom Italia e che va sotto il nome di Next Generation Network 2 (NGN2), garantirà anche un dispiegamento delle reti mobili a larga banda economicamente sostenibile. Un esteso inserimento di fibra ottica nelle configurazioni FTTCab (Fiber To The Cabinet), FTTB (Fiber To The Building) e FTTH (Fiber To The Home) consentirà di disporre delle necessarie velocità di trasporto per il backhauling dei siti di antenna che realizzano il broadband wireless. La pervasività della fibra è anche un decisivo abilitante per lo sviluppo di tecnologie basate sul trasporto del segnale radio digitalizzato sulla fibra (RoF - Radio over Fiber), che consentono di remotizzare le funzioni di ricetrasmissione a radiofrequenza in apparati (detti Remote Unit o Radio Head), che possano essere installati direttamente NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 49 SPECIALE NGN2 NGN2 MOBILE NGN2 MOBILE 20-06-2007 17:23 Pagina 50 D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda LA TECNICA OFDMA NTS (ORTHOGONAL FREQUENCY DIVISION MULTIPLE ACCESS) TS NTS E LTE (LONG TERM EVOLUTION) N = Numbers of Sub-Carriers FFT 5 MHz Bandwidth Sub-carriers Guard Intervals Symbols Frequency La tecnica OFDMA (Orthogonal Frequency Division Multiple Access) si basa sul seguente principio. Il flusso ad alta velocità dei dati da trasmettitore viene suddiviso in numerosi sottoflussi a bassa velocità che modulano differenti sottoportanti ciascuna “ortogonale” alle altre (figura A). Poiché ciascuna sottoportante genera uno spettro a banda stretta, le distorsioni lineari della risposta in frequenza del canale che si manifestano a causa dei cammini multipli possono essere “approssimate” nell’intorno della sottoportante come attenuazioni piatte in frequenza: ciò rende agevole l’equalizzazione al ricevitore. Time FFT = Fast Fourier Transform FIGURA A› Schema di principio della tecnica OFDMA. La tecnica OFDM può essere vista come una tecnica FDM, ma con maggiore efficienza spettrale: in tal caso, infatti, è ammessa una parziale sovrapposizione degli spettri associati alle sottoportanti. Tale tecnica è impiegata nei sistemi di quarta gene- vicino alle antenne; le funzioni di banda base e di controllo sono affidate ad un modulo principale (detto Main Unit o Baseband Unit). La Main Unit (MU) è collegata alla Radio Unit (RU) via fibra ottica e può essere installata nello stesso edificio della Remote Unit (RoF locale), oppure in centrale (RoF geografico). Un’ulteriore estensione di quest’ultimo concetto è l’architettura DAS (Distributed Antenna System), nella quale una MU è connessa a numerose RU che coprono un’area assegnata. Il RoF locale, confrontato con un sito radio tradizionale, offre il vantaggio di collocare il ricetrasmettitore prossimo all’antenna, minimizzando così le perdite di potenza sui cavi coassiali, aumentando l’efficienza di trasmissione e il livello del segnale in ricezione. Il RoF geografico, oltre a questi vantaggi, permette di installare la Main Unit in edifici sociali, con evidenti risparmi in termini di Capex (allestimento sala, condizionamento, alimentazione, ...) e di Opex (affitto locali, manutenzione, ...). Bisogna considerare che per lo sviluppo di una tradizionale rete di accesso radio, buona parte degli investimenti è dedicata alla preparazione del sito di antenna (ricerca, acquisizione e opere civili), mentre per quel che riguarda i costi di esercizio, questi sono prevalentemente dovuti ai canoni di locazione e ai consumi energetici. Inoltre, la competizione e le economie di scala hanno consentito un abbattimento dei prezzi degli apparati, che rende difficile un ulteriore 50 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 razione come l’LTE (Long Term Evolution). [email protected] calo nel prossimo futuro. Di conseguenza l’auspicata riduzione dei Capex e degli Opex potrà essere ottenuta soltanto attraverso un forte calo dei costi associati all’allestimento dei siti di antenna, ai canoni di locazione e ai consumi energetici. Il livello di flessibilità di installazione, raggiungibile grazie alla tecnica RoF e la forte riduzione dei consumi energetici, consente di ottenere già nel breve periodo il risultato atteso, a fronte tuttavia di un dispiegamento massivo di fibra ottica (almeno in ambito urbano), così come previsto dal progetto NGN2. L’architettura generale della rete di accesso mobile in ottica NGN2 è descritta in figura 2. Il RoF digitale e i sistemi di antenne distribuite potranno vedere un estensivo sviluppo, se si determineranno delle compatibilità con le tecnologie di trasporto tipiche della fibra ottica come la GbE (Gigabit Ethernet) o la GPON (Gigabit PON). Le attuali interfacce RoF sono proprietarie (Common Public Radio Interface -CPRI, e Open Base Station Architecture Iniziative -OBSAI), dipendono dall’implementazione specifica del singolo costruttore e necessitano di una relativamente elevata capacità di trasporto, senza peraltro fare uso di nessuna tecnica di compressione. Eventuali implementazioni di tecniche di compressione sull’interfaccia RoF renderebbero più agevole l’inserimento del flusso dati su tecnologie di trasporto GbE o GPON, abilitando ulteriori ottimizzazioni infrastrutturali con conseguenti risparmi di Capex e di Opex. NGN2 MOBILE 20-06-2007 17:23 Pagina 51 Questo approccio costituisce un importante abilitatore tecnologico per la NGN2 e differenti scenari per la rete mobile potranno essere valutati in funzione delle scelte di dispiegamento della fibra. La soluzione FTTC faciliterà in particolare l’introduzione di soluzioni di tipo microcellulare, sfruttando in modo ottimale l’infrastruttura di rete. Il cabinet NGN2 rappresenta, da un punto di vista infrastrutturale, un punto di locazione ideale per una microcella in tecnologia RoF per la disponibilità di fibra e soprattutto dell’alimentazione (locale o da centrale). La RU potrebbe essere agevolmente installata sul cabinet NGN2, sfruttando eventuali supporti esistenti (facciate di edifici) o, meglio, sistemando un palo di altezza opportuna (3 – 5 m) nei pressi del cabinet. In questo modo verrebbero abbattuti i costi di installazione e soprattutto i canoni di locazione. D’altra parte questa soluzione dovrà essere valutata caso per caso in funzione della compatibilità tra il posizionamento geografico degli armadi e le esigenze di copertura radio, tenuto conto che, in particolare, l’uso delle antenne distribuite microcellulari potrà abilitare una migliore qualità del servizio offerto soprattutto per traffico dati ad elevato bit-rate, essendo la copertura geografica radio garantita da soluzioni macrocellulari. Come già accennato, la tecnica RoF digitale abilita l’implementazione di architetture DAS con allocazione dinamica delle risorse radio. In particolare Telecom Italia detiene alcuni IPR che descrivono le architetture hardware e software, a cui tali sistemi devono richiamarsi per potere operare in diversi scenari di integrazione tra reti macro tradizionali e micro RoF. Più nel dettaglio queste implementazioni consentirebbero di gestire dinamicamente le risorse radio, passando da una distribuzione microcellulare tradizionale, dove ad ogni RU viene assegnata una cella UMTS, ad una distribuzione di RU allocate su una o più celle UMTS, oppure a distribuzioni più evolute e che richiedono l’implementazione di opportuni algoritmi di gestione, peraltro anch’essi ben presidiati da IPR di Telecom Italia con celle definite su più livelli gerarchici. La tecnica RoF consente di utilizzare ricetrasmettitori ottici digitali, sia in ottica “grigia” (una sola lunghezza d’onda), sia in ottica colorata (più lunghezze d’onda in multiplexing, WDM Wawelength Division Multiplexing), che, congiuntamente a tecniche di multiplazione del segnale elettrico, consentono comunque una buona efficienza di occupazione di banda sulla fibra ottica. Ad esempio la specifica di interfaccia OBSAI prevede velocità di trasmissione comprese tra 768 Mbits/sec e 3072 Mbit/sec, consentendo la multiplazione elettrica di segnali radio con allocazione statica di risorse radio equivalenti ad un numero di RU da 4 a 16. Nel caso che questa interfaccia utilizzi anche tecniche di multiplazione ottica c o m e i l C W D M ( C o a r s e Wa l e n g t h D i v i s i o n Multiplexing) a 8 lunghezze d’onda - il numero di RU collegabili con un’unica coppia di fibre può salire fino a 128. Tenuto conto di queste caratteristiche, le RU possono anche evolvere in sistemi di antenna intelligenti con funzionalità di riconfigurabilità o di adattatività del diagramma di antenna, o costituire gli elementi di antenna di sistemi MIMO. In particolare, la moltepliBackhauling in cità di elementi radianti di fibra per capacità un sistema MIMO può Antenne per Macrosito essere ottenuta attraverso un sistema di antenne GW A Remote Unit per microcella GW A distribuite, con la possibiFTTC VDSL2 ONU FTTB lità di ottimizzare le carattemodem ristiche di diversità spaziale Sedi SGU (aree urbane) Sede dei canali di propagazione SL in funzione del posizionaDAS 1 GbE mento dei rispettivi eleCabinet Cabinet Cabinet menti di antenna. Ovviamente gli scenari di Main Unit pool di risorse di tecniche RoF e DAS DAS 2 Banda Base descritti sono estendibili a RoF geografico utilizzo fibra per tutti i sistemi radio-mobili. In FTTH remotizzazione modulo RF delle particolare i sistemi basati stazioni radio micro. RoF locale per Portata: 10-15 km su OFDMA, come il WiMax e macrosito LTE, faranno uso di tecnologie di antenna avanzate DAS = Distributed Antenna System ONU = Optical Network Unit FTTB = Fiber To The Building RoF = Radio over Fiber basate su MIMO, che FTTC = Fiber To The Cabinet SGU = Stadio di Gruppo Urbano FTTH = Fiber To The Home VDSL2 = Very high bitrate Digital Subsriber Line 2 potranno essere dispiegate GW = Gateway con costi e prestazioni compatibili con le prospettive di mercato grazie alle tecnoloFIGURA 2› Architettura NGN2 per l’accesso mobile. gie del RoF digitale e delle antenne distribuite. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 51 SPECIALE NGN2 D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda NGN2 MOBILE 20-06-2007 17:23 Pagina 52 D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda 5. Conclusioni I sistemi radiomobili, che dal momento della loro introduzione e successiva diffusione di massa hanno rappresentato una rivoluzione nel modo di comunicare, si apprestano ora ad affrontare un ulteriore cambiamento, quello del passaggio alla larga banda in mobilità. L’intero settore delle telecomunicazioni si è attivato da tempo per arrivare preparati a questo passaggio e Telecom Italia con il progetto NGN2 è come sempre tra i pionieri nella progettazione e nello sviluppo delle reti innovative. luca.d’[email protected] [email protected] [email protected] Gli autori ringraziano Paolo Semenzato e Maurizio Marcelli per le preziose indicazioni date alla stesura dell’articolo. Luca D’Antonio si è laureato nel 1995 in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Nel gennaio 1996 è entrato in TIM, nel settore Tecnologie e Industrializzazione della linea Sviluppo Sistemi Radio. Nella sua attività si è occupato di analisi dei prodotti BSS GSM e UMTS, della loro evoluzione e dello scouting di nuove tecnologie. Ha partecipato come delegato TIM al comitato tecnico RAN (Radio Access Network) del consorzio 3GPP, per lo sviluppo delle specifiche radio dell’UMTS, ed è stato il coordinatore delle sperimentazioni UMTS di TIM. Attualmente lavora nella struttura Wireless Access Engineering, dove si occupa di evoluzione della rete radiomobile di terza generazione e dell’integrazione con NGN2. Paolo Gianola, ingegnere elettronico, dal 1992 lavora in Telecom Italia, presso il centro ricerche del Gruppo, dove si è occupato della progettazione e della qualificazione di antenne e di sistemi radio per applicazioni satellitari e per le reti di accesso mobile. Nel 1995 ha vinto il Premio Marconi Young Scientist. Tra il 1992 ed il 1998 ha contribuito in numerosi progetti alla realizzazione di sistemi di antenna per stazioni di terra in consorzi europei patrocinati dall’ESA (European Space Agency), mentre tra il 1997 ed il 2002 è stato responsabile delle attività di qualificazione tecnica dei sistemi radianti per le reti di accesso mobili GSM/UMTS. Dal 2000 è responsabile dello sviluppo di strumenti software per la progettazione elettromagnetica dei siti di antenna, inoltre è stato ideatore e responsabile dello sviluppo e dell’analisi tecnica ed economica di tecnologie avanzate per sistemi di antenna come il Radio over Fiber e le Reconfigurable Antennas. 52 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 — ACRONIMI BWA CPRI CWDM DAS EDGE FDD FDM FFT FTTB FTTC FTTH GbE GPON GW HSDPA HSUPA LTE MIMO MU NGN2 OBSAI OFDMA ONU RoF RU SGU TDD VDSL2 WDM WRC Brodband Wireless Access Common Public Radio Interface Coarse Wavelenght Division Multiplexing Distributed Antenna System Enhanced Data for GSM Evolution Frequency Division Duplexing Frequency Division Multiplexing Fast Fourier Transform Fiber To The Building Fiber To The Cabinet Fiber To The Home Gigabit Ethernet Gigabit Passive Optical Network Gateway High Speed Downlink Packet Access High Speed Uplink Packet Access Long Term Evolution Multiple Input Multiple Output Main Unit Next Generation Network 2 Open Base Station Architecture Initiative Orthogonal Frequency Division Multiple Access Optical Network Unit Radio over Fiber Remote Unit Stadio di Gruppo Urbano Time Division Duplexing Very high bitrate Digital Subscriber Line Wavelenght Division Multiplexing World Radio Conference Giovanni Romano, ingegnere elettronico, dal 1992 lavora in Telecom Italia, presso il centro ricerche del Gruppo, dove si è occupato dell’analisi delle prestazioni delle tecniche di accesso radio per sistemi radio mobili. In particolare, tra il 1999 ed il 2001 è stato responsabile tecnico della sperimentazione UMTS effettuata a Torino da TIM in collaborazione con Ericsson. Fino al 2005 è stato responsabile di numerosi progetti su UMTS, focalizzati alla valutazione delle prestazioni del sistema, alla standardizzazione, alla sperimentazione in campo ed al testing. A partire dal 1996 ha iniziato a seguire i gruppi di standardizzazione internazionale (ITU-R, ETSI e 3GPP) e attualmente è delegato Telecom Italia in 3GPP RAN, che si occupa della definizione dell’accesso radio di UMTS e delle sue evoluzioni (HSPA ed LTE). Dal novembre 2005 fa parte del gruppo Technology Plan, Standards & IPR che per TILab si occupa del coordinamento delle attività di standardizzazione.