Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda

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Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda
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SPECIALE NGN2
MOBILE
Evoluzioni delle reti mobili
verso la larga banda
LUCA D’ANTONIO
PAOLO GIANOLA
GIOVANNI ROMANO
L’utilizzo sempre più diffuso di Internet, in particolare dei servizi di download
di file musicali e video, e di strumenti di lavoro a distanza come la posta
elettronica, hanno generato una robusta domanda di connessioni a larga
banda in mobilità. Per soddisfare questa richiesta, le reti radiomobili hanno
iniziato la loro evoluzione verso il mondo del Broadband Wireless Access.
Nell’articolo sono presentate le attuali tecniche di trasmissione dati in mobilità e il loro sviluppo verso i sistemi di quarta generazione, le problematiche
relative al trasporto dell’informazione tra le stazioni radio e la rete e, infine,
la tecnica Radio over Fiber (RoF) per la remotizzazione del segnale radio
tramite fibra ottica.
1. Introduzione
Nello sviluppo di un sistema di comunicazioni
mobili possono, in generale, identificarsi due
macro-blocchi che ne costituiscono ad un tempo
l’ambiente e i vincoli: la tecnologia e la situazione
dello spettro radio.
La tecnologia (e lo standard, che ne rappresenta la formalizzazione al massimo livello) identifica essenzialmente qual è lo stato dell’arte, quali
prestazioni sono prevedibili per il sistema e quali
sono le “regole” (cioè le interfacce e i protocolli) a
cui dovranno attenersi i player che vorranno partecipare.
Lo spettro radio rappresenta la realtà fisica
con la quale il sistema radiomobile si dovrà confrontare, e dalla sua situazione (disponibilità di
banda, più o meno grande, interferenze, bande di
guardia, potenze massime in gioco) dipenderanno le reali prestazioni del sistema e, probabilmente, la possibilità stessa del sistema di
“sopravvivere”.
Esaminiamo quindi cosa contengono oggi questi due macro blocchi per i sistemi Broadband
Wireless Access, per vedere poi un altro tema
chiave per la larga banda mobile: l’evoluzione delle
tecniche di trasporto per la rete d’accesso.
2. Tecnologia e Standard
La domanda di mercato di servizi radiomobili a
banda larga è in crescita e gli Operatori stanno
valutando quali tecnologie possono essere in
grado di soddisfare i requisiti della clientela, riducendo al contempo, il costo per bit.
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L’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni
(ITU-R) ha individuato un insieme di tecnologie
disponibili che offrono velocità di trasmissione
superiori a 2 Mbps1. È inoltre in corso la procedura
per individuare i requisiti dei sistemi mobili di
quarta generazione, identificati con il nome IMTAdvanced2.
All’inter no di questo processo, uno degli
attori più rappresentativi è l’Operatore giapponese NTT DoCoMo, che ha dimostrato con trial
la raggiungibilità di velocità di trasmissione pari
a 100 Mbps in mobilità e a 5 Gbps in laboratorio; il tutto sfruttando tecniche di trasmissione e
ricezione, in cui il flusso dati è suddiviso su più
antenne (MIMO - Multiple Input Multiple Output)
e conseguendo un’efficienza spettrale pari a 50
bit/s/Hz (per confronto, in HSDPA è circa 3
bit/s/Hz , senza MIMO) (si veda il riquadro “La
tecnica MIMO”).
Ma cosa accadrà nell’interregno tra il 3G e il
4G, che arriverà non prima del 2015? Poiché
“Natura non facit saltum”, ecco il 3,5G … .
Nel caso dell’UMTS, infatti, lo standard ha rilasciato inizialmente la Release 99, in grado di fornire teoricamente 2 Mbps, ma praticamente 384
kbps, con la quale gli Operatori hanno sviluppato
l e re t i p e r i s e r v i z i d i t e r z a g e n e r a z i o n e .
Successivamente, si è avuta la diffusione delle
soluzioni HSDPA (High Speed Downlink Packet
Access), inizialmente a 1,8 Mbps, poi a 3,6 Mbps,
per arrivare, nella seconda metà del 2007, a 14,4
Mbps. Parallelamente si è affiancato al miglioramento delle prestazioni in downlink un’evoluzione
dell’uplink (Enhanced Uplink, conosciuto anche
come HSUPA), che permette velocità fino a oltre 5
Mbps (figura 1).
Ora il 3GPP sta finalizzando nella Release 7 le
soluzioni HSPA evolute3 che, utilizzando tecniche
MIMO e modulazioni di ordine superiore alla
16QAM, sono in grado di erogare 28 Mbps in
downlink e 11 Mbps in uplink, nella stessa banda
di 5 MHz dell’UMTS/HSPA.
L’attività in 3GPP è in continuo progresso ed è
ora in corso anche la specifica della soluzione
indicata come Long Term Evolution (LTE), la cui
finalizzazione è prevista per la Release 8 e la cui
pubblicazione è prevista per fine 2007. Questa
nuova interfaccia radio, basata sulla tecnica di
accesso OFDMA (Orthogonal Frequency Division
Multiple Access), sarà in grado di offrire velocità
di trasmissione maggiori di 100 Mbps in downlink
e 50 Mbps in uplink, in una banda di 20 MHz,
garantendo nel contempo una latenza dei pacchetti dati molto bassa (inferiore a 20 ms), che
abilita quindi servizi conversazionali e real time a
pacchetto (si veda il riquadro di approfondimento
“La tecnica OFDMA e LTE”).
3. La situazione dello spettro radio
Sul fronte della tecnologia c’è quindi molto fermento sia per l’evoluzione degli attuali sistemi, sia
per la definizione del nuovo IMT-Advanced, ma uno
dei punti chiave per lo sviluppo del wireless broadband è la disponibilità di spettro radio.
La propagazione delle onde elettromagnetiche è
sfavorita all’aumentare della gamma di frequenze
nella quale opera il sistema. Purtroppo, però, lo
spettro al di sotto dei 2 GHz (circa) è già molto utilizzato (GSM 900/1800 MHz e UMTS a 2 GHz) e
quindi è difficile trovare abbastanza banda per l’evoluzione dei servizi mobili. In Europa la banda di
maggiore interesse per questa evoluzione è stata
individuata nei 2,5 GHz. Più precisamente nelle
porzioni 2500-2570 MHz accoppiata con la 26202690 MHz per i sistemi FDD (Frequency Division
Duplexing) e nella 2570-2620 MHz per quelli TDD
(Time Division Duplexing).
2006
2007
2008
2009
2010
3GPP GSM EDGE Radio Access Network Evolution
Enhanced
EDGE
EDGE
DL:474 Kbps
DL:1,3 Kbps
UL: 474 Kbps
UL: 653 Kbps
in 200 kHz
in 200 kHz
3GPP UMTS Radio Access Network Evolution
HSDPA
HSDPA/HSUPA HSPA Evolution
DL:14,4 Mbps DL:14,4 Mbps
DL:28 Mbps
UL: 384 Kbps UL: 5,76 Mbps UL: 11,5 Mbps
in 5 MHz
in 5 MHz
in 5 MHz
3GPP Long Term Evolution
EDGE
HSDPA
HSUPA
LTE
=
=
=
=
LTE
DL:100 Mbps
UL: 50 Mbps
in 20 MHz
Enhanced Data for GSM Evolution
High Speed Downlink Packet Access
High Speed Uplink Packet Access
Long Term Evolution
FIGURA 1› Evoluzione dei principali sistemi mobili.
Nella maggior parte delle nazioni europee ci
sono quattro Operatori UMTS e quindi questa allocazione, che prevede un totale di 70+70 MHz FDD
e 50 MHz TDD, può portare ciascuno di essi ad
avere 17,5 MHz FDD e 12,5 MHz TDD, che risultano un po’ “stretti” per l’obiettivo dei 100 Mbps (la
larghezza di banda obiettivo per questa velocità è
infatti 20+20 MHz). Una soluzione alternativa devia
dal criterio salomonico della divisione, per consentire un utilizzo della banda finalizzato al broadband
wireless, portando ad esempio tre Operatori su
FDD e un Operatore sul TDD.
(2)
I sistemi di terza generazione, come UMTS, appartengono
invece alla famiglia di sistemi IMT-2000 e sono raccolti nella
raccomandazione ITU-R M.1457.
(1)
Le velocità di trasmissione sono sempre riferite al downlink
(verso di trasmissione dalla stazione radio al terminale mobile) a meno di esplicito riferimento.
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(3)
Nella terminologia standard la presenza contemporanea di
HSDPA e HSUPA è indicata dalla contrazione HSPA.
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LA TECNICA
MIMO
Nell’accezione più ampia, si indicano
con il termine MIMO (Multiple Input
Multiple Output)* tutte le tecniche di
trasmissione che prevedono l’utilizzo
di M (M>1) antenne lato trasmissione
e N (N>1) antenne in ricezione; le M
antenne lato Nodo B possono trasmettere in linea di principio:
• uno stesso segnale (conseguendo
la diversità nello spazio);
• lo stesso segnale, ma in intervalli
temporali diversi (diversità nel
tempo e nello spazio);
• segnali diversi (multiplazione spaziale), riutilizzando gli stessi
codici nella stessa banda.
L’ultima modalità è quella che consente di aumentare il throughput ed è
stata storicamente il primo impiego
studiato per i sistemi MIMO. Nella
multiplazione spaziale il flusso informativo può essere codificato e suddiviso, per essere trasmesso da
antenne diverse contemporaneamente nella stessa banda. In questa
situazione le antenne riceventi
vedono un campo risultante, che è la
sovrapposizione di tutti i segnali in
trasmissione, che avranno tipicamente percorso cammini differenti e
saranno stati soggetti a riflessioni
multiple differenti. Si può dimostrare
che se i vari cammini sono indipendenti, è possibile ricostruire tutte le
informazioni trasmesse, a partire da
tutti i segnali presenti sulle antenne
riceventi. La multiplazione spaziale
permette, su canali trasmissivi ad alto
rapporto segnale/rumore e molto ricchi di oggetti riflettenti sparsi, di
aumentare notevolmente la velocità di
trasmissione. Questa tecnica è realiz-
Distribuzione
dati
zabile a patto di avere, in ricezione,
un numero di antenne maggiore o
uguale al numero di flussi di informazione trasmessi in parallelo.
A titolo di esempio, nella figura A è
mostrato uno schema generale di un
sistema MIMO con N antenne in trasmissione e N in ricezione.
*
Per approfondimenti sulla tecnica
MIMO si veda l’articolo “Dietro le
quinte del ... MIMO”, Notiziario Tecnico,
n° 1, 2006, pp. 123-126.
[email protected]
TX 1
RX 1
TX 2
RX 2
TX N
RX N
Decodifica
dati
FIGURA A› Schema di un sistema MIMO.
La risposta si aspetta che arrivi dalla
Conferenza Mondiale per la Radio (WRC - World
Radio Conference), in cui l’ITU-R definisce l’allocazione dello spettro radio a livello mondiale. Infatti,
per fornire velocità di trasmissione così elevate
come quelle citate, si rende necessario identificare
ulteriori porzioni dello spettro radio da assegnare ai
sistemi IMT2000 e IMT-Advanced. L’appuntamento
è a Ginevra per il prossimo novembre per la WRC
2007: se durante questa conferenza non si riusciranno a definire porzioni adeguate di spettro, lo
sviluppo dei servizi mobili a larga banda potrebbe
essere ritardato, poiché la successiva WRC sarà
nel 2011.
4. Backhauling, ROF & NGN2
Gli Operatori radiomobili stanno valutando le
evoluzioni delle reti verso il broadband wireless, sia
per gli aspetti legati all’interfaccia radio, che influiscono direttamente sul throughput offribile al
cliente, sia per i requisiti di trasporto sul backhauling, che collega i siti d’antenna con il resto della
rete. Sarà infatti di vitale importanza poter disporre
di una rete di trasporto capace di soddisfare la cre-
scente necessità di banda informativa richiesta dal
broadband wireless.
Si potrebbe sintetizzare il tutto, dicendo che
fino a ieri i servizi mobili a larga banda trovavano
un collo di bottiglia nell’interfaccia radio, mentre da
oggi in poi si deve evitare il collo di bottiglia nella
rete di raccolta.
In questo scenario, il percorso di rinnovamento
di tutta la rete di trasporto e di accesso, che ha
intrapreso Telecom Italia e che va sotto il nome di
Next Generation Network 2 (NGN2), garantirà
anche un dispiegamento delle reti mobili a larga
banda economicamente sostenibile. Un esteso
inserimento di fibra ottica nelle configurazioni
FTTCab (Fiber To The Cabinet), FTTB (Fiber To The
Building) e FTTH (Fiber To The Home) consentirà di
disporre delle necessarie velocità di trasporto per il
backhauling dei siti di antenna che realizzano il
broadband wireless.
La pervasività della fibra è anche un decisivo
abilitante per lo sviluppo di tecnologie basate sul
trasporto del segnale radio digitalizzato sulla fibra
(RoF - Radio over Fiber), che consentono di remotizzare le funzioni di ricetrasmissione a radiofrequenza in apparati (detti Remote Unit o Radio
Head), che possano essere installati direttamente
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LA TECNICA
OFDMA
NTS
(ORTHOGONAL FREQUENCY
DIVISION MULTIPLE ACCESS)
TS
NTS
E
LTE (LONG TERM EVOLUTION)
N = Numbers of
Sub-Carriers
FFT
5 MHz Bandwidth
Sub-carriers
Guard Intervals
Symbols
Frequency
La tecnica OFDMA (Orthogonal
Frequency Division Multiple Access)
si basa sul seguente principio.
Il flusso ad alta velocità dei dati da
trasmettitore viene suddiviso in numerosi sottoflussi a bassa velocità che
modulano differenti sottoportanti ciascuna “ortogonale” alle altre (figura
A). Poiché ciascuna sottoportante
genera uno spettro a banda stretta, le
distorsioni lineari della risposta in frequenza del canale che si manifestano
a causa dei cammini multipli possono
essere “approssimate” nell’intorno
della sottoportante come attenuazioni
piatte in frequenza: ciò rende agevole
l’equalizzazione al ricevitore.
Time
FFT = Fast Fourier Transform
FIGURA A› Schema di principio della tecnica OFDMA.
La tecnica OFDM può essere vista
come una tecnica FDM, ma con maggiore efficienza spettrale: in tal caso,
infatti, è ammessa una parziale
sovrapposizione degli spettri associati alle sottoportanti. Tale tecnica è
impiegata nei sistemi di quarta gene-
vicino alle antenne; le funzioni di banda base e di
controllo sono affidate ad un modulo principale
(detto Main Unit o Baseband Unit). La Main Unit
(MU) è collegata alla Radio Unit (RU) via fibra ottica
e può essere installata nello stesso edificio della
Remote Unit (RoF locale), oppure in centrale (RoF
geografico). Un’ulteriore estensione di quest’ultimo
concetto è l’architettura DAS (Distributed Antenna
System), nella quale una MU è connessa a numerose RU che coprono un’area assegnata.
Il RoF locale, confrontato con un sito radio tradizionale, offre il vantaggio di collocare il ricetrasmettitore prossimo all’antenna, minimizzando così
le perdite di potenza sui cavi coassiali, aumentando l’efficienza di trasmissione e il livello del
segnale in ricezione.
Il RoF geografico, oltre a questi vantaggi, permette di installare la Main Unit in edifici sociali, con
evidenti risparmi in termini di Capex (allestimento
sala, condizionamento, alimentazione, ...) e di
Opex (affitto locali, manutenzione, ...).
Bisogna considerare che per lo sviluppo di una
tradizionale rete di accesso radio, buona parte degli
investimenti è dedicata alla preparazione del sito di
antenna (ricerca, acquisizione e opere civili), mentre
per quel che riguarda i costi di esercizio, questi sono
prevalentemente dovuti ai canoni di locazione e ai
consumi energetici. Inoltre, la competizione e le economie di scala hanno consentito un abbattimento dei
prezzi degli apparati, che rende difficile un ulteriore
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razione come l’LTE (Long Term
Evolution).
[email protected]
calo nel prossimo futuro. Di conseguenza l’auspicata
riduzione dei Capex e degli Opex potrà essere ottenuta soltanto attraverso un forte calo dei costi associati all’allestimento dei siti di antenna, ai canoni di
locazione e ai consumi energetici. Il livello di flessibilità di installazione, raggiungibile grazie alla tecnica
RoF e la forte riduzione dei consumi energetici, consente di ottenere già nel breve periodo il risultato
atteso, a fronte tuttavia di un dispiegamento massivo
di fibra ottica (almeno in ambito urbano), così come
previsto dal progetto NGN2.
L’architettura generale della rete di accesso
mobile in ottica NGN2 è descritta in figura 2.
Il RoF digitale e i sistemi di antenne distribuite
potranno vedere un estensivo sviluppo, se si determineranno delle compatibilità con le tecnologie di
trasporto tipiche della fibra ottica come la GbE
(Gigabit Ethernet) o la GPON (Gigabit PON). Le
attuali interfacce RoF sono proprietarie (Common
Public Radio Interface -CPRI, e Open Base Station
Architecture Iniziative -OBSAI), dipendono dall’implementazione specifica del singolo costruttore e
necessitano di una relativamente elevata capacità
di trasporto, senza peraltro fare uso di nessuna tecnica di compressione. Eventuali implementazioni di
tecniche di compressione sull’interfaccia RoF renderebbero più agevole l’inserimento del flusso dati
su tecnologie di trasporto GbE o GPON, abilitando
ulteriori ottimizzazioni infrastrutturali con conseguenti risparmi di Capex e di Opex.
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Questo approccio costituisce un importante
abilitatore tecnologico per la NGN2 e differenti
scenari per la rete mobile potranno essere valutati
in funzione delle scelte di dispiegamento della
fibra. La soluzione FTTC faciliterà in particolare
l’introduzione di soluzioni di tipo microcellulare,
sfruttando in modo ottimale l’infrastruttura di rete.
Il cabinet NGN2 rappresenta, da un punto di vista
infrastrutturale, un punto di locazione ideale per
una microcella in tecnologia RoF per la disponibilità di fibra e soprattutto dell’alimentazione (locale
o da centrale). La RU potrebbe essere agevolmente installata sul cabinet NGN2, sfruttando
eventuali supporti esistenti (facciate di edifici) o,
meglio, sistemando un palo di altezza opportuna (3
– 5 m) nei pressi del cabinet. In questo modo verrebbero abbattuti i costi di installazione e soprattutto i canoni di locazione. D’altra parte questa
soluzione dovrà essere valutata caso per caso in
funzione della compatibilità tra il posizionamento
geografico degli armadi e le esigenze di copertura
radio, tenuto conto che, in particolare, l’uso delle
antenne distribuite microcellulari potrà abilitare una
migliore qualità del servizio offerto soprattutto per
traffico dati ad elevato bit-rate, essendo la copertura geografica radio garantita da soluzioni macrocellulari.
Come già accennato, la tecnica RoF digitale
abilita l’implementazione di architetture DAS con
allocazione dinamica delle risorse radio. In particolare Telecom Italia detiene alcuni IPR che descrivono le architetture hardware e software, a cui tali
sistemi devono richiamarsi per potere operare in
diversi scenari di integrazione tra reti macro tradizionali e micro RoF. Più nel dettaglio queste implementazioni consentirebbero di gestire dinamicamente le risorse radio, passando da una distribuzione microcellulare tradizionale, dove ad ogni RU
viene assegnata una cella UMTS, ad una distribuzione di RU allocate su una o più celle UMTS,
oppure a distribuzioni più evolute e che richiedono
l’implementazione di opportuni algoritmi di
gestione, peraltro anch’essi ben presidiati da IPR
di Telecom Italia con celle definite su più livelli
gerarchici.
La tecnica RoF consente di utilizzare ricetrasmettitori ottici digitali, sia in ottica “grigia” (una
sola lunghezza d’onda), sia in ottica colorata (più
lunghezze d’onda in multiplexing, WDM Wawelength Division Multiplexing), che, congiuntamente a tecniche di multiplazione del segnale
elettrico, consentono comunque una buona efficienza di occupazione di banda sulla fibra ottica.
Ad esempio la specifica di interfaccia OBSAI prevede velocità di trasmissione comprese tra 768
Mbits/sec e 3072 Mbit/sec, consentendo la multiplazione elettrica di segnali radio con allocazione
statica di risorse radio equivalenti ad un numero
di RU da 4 a 16. Nel caso che questa interfaccia
utilizzi anche tecniche di multiplazione ottica c o m e i l C W D M ( C o a r s e Wa l e n g t h D i v i s i o n
Multiplexing) a 8 lunghezze d’onda - il numero di
RU collegabili con un’unica coppia di fibre può
salire fino a 128. Tenuto conto di queste caratteristiche, le RU possono anche evolvere in sistemi
di antenna intelligenti con funzionalità di riconfigurabilità o di adattatività
del diagramma di antenna,
o costituire gli elementi di
antenna di sistemi MIMO.
In particolare, la moltepliBackhauling in
cità di elementi radianti di
fibra per capacità
un sistema MIMO può
Antenne per Macrosito
essere ottenuta attraverso
un sistema di antenne
GW A
Remote Unit per microcella
GW A
distribuite, con la possibiFTTC
VDSL2
ONU FTTB
lità di ottimizzare le carattemodem
ristiche di diversità spaziale
Sedi SGU (aree urbane)
Sede
dei canali di propagazione
SL
in funzione del posizionaDAS 1
GbE
mento dei rispettivi eleCabinet
Cabinet
Cabinet
menti di antenna.
Ovviamente gli scenari di
Main Unit pool
di
risorse
di
tecniche
RoF e DAS
DAS 2
Banda Base
descritti sono estendibili a
RoF geografico utilizzo fibra per
tutti i sistemi radio-mobili. In
FTTH
remotizzazione modulo RF delle
particolare i sistemi basati
stazioni radio micro.
RoF locale per
Portata: 10-15 km
su OFDMA, come il WiMax e
macrosito
LTE, faranno uso di tecnologie di antenna avanzate
DAS = Distributed Antenna System
ONU = Optical Network Unit
FTTB = Fiber To The Building
RoF = Radio over Fiber
basate su MIMO, che
FTTC = Fiber To The Cabinet
SGU = Stadio di Gruppo Urbano
FTTH = Fiber To The Home
VDSL2 = Very high bitrate Digital Subsriber Line 2
potranno essere dispiegate
GW = Gateway
con costi e prestazioni compatibili con le prospettive di
mercato grazie alle tecnoloFIGURA 2› Architettura NGN2 per l’accesso mobile.
gie del RoF digitale e delle
antenne distribuite.
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5. Conclusioni
I sistemi radiomobili, che dal momento della
loro introduzione e successiva diffusione di massa
hanno rappresentato una rivoluzione nel modo di
comunicare, si apprestano ora ad affrontare un
ulteriore cambiamento, quello del passaggio alla
larga banda in mobilità. L’intero settore delle telecomunicazioni si è attivato da tempo per arrivare
preparati a questo passaggio e Telecom Italia con il
progetto NGN2 è come sempre tra i pionieri nella
progettazione e nello sviluppo delle reti innovative.
luca.d’[email protected]
[email protected]
[email protected]
Gli autori ringraziano Paolo Semenzato e Maurizio
Marcelli per le preziose indicazioni date alla stesura
dell’articolo.
Luca D’Antonio si è laureato nel 1995
in Ingegneria Elettronica presso l’Università
degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Nel gennaio
1996 è entrato in TIM, nel settore Tecnologie
e Industrializzazione della linea Sviluppo
Sistemi Radio. Nella sua attività si è occupato
di analisi dei prodotti BSS GSM e UMTS,
della loro evoluzione e dello scouting di nuove
tecnologie. Ha partecipato come delegato TIM
al comitato tecnico RAN (Radio Access
Network) del consorzio 3GPP, per lo sviluppo delle specifiche
radio dell’UMTS, ed è stato il coordinatore delle sperimentazioni
UMTS di TIM. Attualmente lavora nella struttura Wireless Access
Engineering, dove si occupa di evoluzione della rete radiomobile
di terza generazione e dell’integrazione con NGN2.
Paolo Gianola, ingegnere elettronico,
dal 1992 lavora in Telecom Italia, presso il
centro ricerche del Gruppo, dove si è
occupato della progettazione e della
qualificazione di antenne e di sistemi radio per
applicazioni satellitari e per le reti di accesso
mobile. Nel 1995 ha vinto il Premio Marconi
Young Scientist. Tra il 1992 ed il 1998 ha
contribuito in numerosi progetti alla
realizzazione di sistemi di antenna per stazioni
di terra in consorzi europei patrocinati dall’ESA (European Space
Agency), mentre tra il 1997 ed il 2002 è stato responsabile delle
attività di qualificazione tecnica dei sistemi radianti per le reti di
accesso mobili GSM/UMTS. Dal 2000 è responsabile dello
sviluppo di strumenti software per la progettazione
elettromagnetica dei siti di antenna, inoltre è stato ideatore e
responsabile dello sviluppo e dell’analisi tecnica ed economica di
tecnologie avanzate per sistemi di antenna come il Radio over
Fiber e le Reconfigurable Antennas.
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— ACRONIMI
BWA
CPRI
CWDM
DAS
EDGE
FDD
FDM
FFT
FTTB
FTTC
FTTH
GbE
GPON
GW
HSDPA
HSUPA
LTE
MIMO
MU
NGN2
OBSAI
OFDMA
ONU
RoF
RU
SGU
TDD
VDSL2
WDM
WRC
Brodband Wireless Access
Common Public Radio Interface
Coarse Wavelenght Division Multiplexing
Distributed Antenna System
Enhanced Data for GSM Evolution
Frequency Division Duplexing
Frequency Division Multiplexing
Fast Fourier Transform
Fiber To The Building
Fiber To The Cabinet
Fiber To The Home
Gigabit Ethernet
Gigabit Passive Optical Network
Gateway
High Speed Downlink Packet Access
High Speed Uplink Packet Access
Long Term Evolution
Multiple Input Multiple Output
Main Unit
Next Generation Network 2
Open Base Station Architecture Initiative
Orthogonal Frequency Division Multiple Access
Optical Network Unit
Radio over Fiber
Remote Unit
Stadio di Gruppo Urbano
Time Division Duplexing
Very high bitrate Digital Subscriber Line
Wavelenght Division Multiplexing
World Radio Conference
Giovanni Romano, ingegnere elettronico,
dal 1992 lavora in Telecom Italia, presso il
centro ricerche del Gruppo, dove si è occupato
dell’analisi delle prestazioni delle tecniche di
accesso radio per sistemi radio mobili. In
particolare, tra il 1999 ed il 2001 è stato
responsabile tecnico della sperimentazione
UMTS effettuata a Torino da TIM in
collaborazione con Ericsson. Fino al 2005 è
stato responsabile di numerosi progetti su
UMTS, focalizzati alla valutazione delle prestazioni del sistema,
alla standardizzazione, alla sperimentazione in campo ed al
testing. A partire dal 1996 ha iniziato a seguire i gruppi di
standardizzazione internazionale (ITU-R, ETSI e 3GPP) e
attualmente è delegato Telecom Italia in 3GPP RAN, che si
occupa della definizione dell’accesso radio di UMTS e delle sue
evoluzioni (HSPA ed LTE). Dal novembre 2005 fa parte del
gruppo Technology Plan, Standards & IPR che per TILab si
occupa del coordinamento delle attività di standardizzazione.