Riunione del 7 maggio 2002

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Riunione del 7 maggio 2002
Comitato direzionale
(art. 9 legge n. 49 del 26-2-1987)
Riunione del 7-5-2002
Delibera n. 42
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare l’art. 9 comma 4;
Vista la legge n. 266 del 28-7-1999 e in particolare l’art. 8;
Vista la legge n. 448 del 28-12-2001 “Legge finanziaria 2002” e specificamente la tabella C;
Vista la legge n. 449 del 28-12-2001 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2002” e
in particolare la tabella n. 5, Upb n. 9;
Approva
la programmazione delle attività di cooperazione allo sviluppo per il triennio 2002-2004, da attuare con le
risorse finanziarie assegnate, secondo le indicazioni di massima del documento predisposto dalla Dgcs.
Linee programmatiche della cooperazione allo sviluppo per il 2002
(art. 9 comma 4 lett. a) della legge n. 49/87)
Premessa
Essendo stato perfezionato dal Ministero dell’Economia il provvedimento che, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 266/89, trasferisce le giacenze del Fondo rotativo per crediti di aiuto sui capitoli di bilancio relativi agli interventi a dono della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs), è ora possibile finalizzare le Linee programmatiche per il 2002, in coerenza con gli interventi in itinere.
Specificamente, nel quadro degli Indirizzi generali della cooperazione italiana approvati dal Cipe nel
giugno 1995, e tenuto conto della Relazione previsionale e programmatica per l’anno 2002 presentata al
Parlamento, le seguenti Linee danno esecuzione alla Direttiva generale sull’azione dei Centri di responsabilità del Mae, impartita in data 8-1-2002 dal Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri ad interim, e in particolare agli obiettivi assegnati alla Dgcs.
Gli obiettivi internazionali dello sviluppo
La recente Conferenza di Monterrey sul finanziamento dello sviluppo ha confermato gli impegni sottoscritti con la “Dichiarazione del Millennio”, approvata dai Capi di Stato e di Governo delle Nazioni Unite nel settembre 2000, che ha stabilito i seguenti obiettivi dello sviluppo riconosciuti dalla comunità internazionale:
• lotta alla povertà e alla fame, mediante il perseguimento del dimezzamento (assumendo come riferimento il periodo 1990-2015) del numero di persone che hanno un reddito inferiore a 1 dollaro al giorno e di quelle che soffrono la fame;
• educazione di base universale, assicurando che entro il 2015 tutti i bambini e le bambine siano
messi in grado di completare il ciclo di istruzione elementare;
• eliminazione delle disparità tra i sessi, garantendo alle bambine la parità di accesso alle scuole
primarie e secondarie entro il 2005 e a tutti i livelli scolastici entro il 2015;
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• riduzione della mortalità infantile di due terzi entro il 2015;
• miglioramento della salute materna, riducendo di tre quarti entro il 2015 la mortalità per parto;
• lotta contro l’Aids e le altre malattie infettive, riducendone entro il 2015 l’incidenza;
• protezione dell’ambiente, mediante l’integrazione dei princìpi dello sviluppo sostenibile nelle politiche nazionali; dimezzamento, entro il 2015, del numero di persone senza accesso all’acqua potabile;
miglioramento delle condizioni di vita di 100 milioni di poveri in ambiente urbano (appoggiando l’iniziativa “Cities Alliance for Cities without Slums”, lanciata da Nelson Mandela e gestita dalla Banca mondiale
e da Habitat);
• crescita dei rapporti di partenariato globale per lo sviluppo.
Tali obiettivi richiedono un approccio ispirato ai seguenti princìpi:
• condivisione dei princìpi di “good governance” (in sintesi, rispetto dei diritti umani, stato di diritto
e trasparenza amministrativa);
• coerenza tra le varie politiche connesse allo sviluppo: regole commerciali e piena apertura dei
mercati a beneficio dei Pvs; sostenibilità del debito; flussi pubblici di aiuto; promozione degli investimenti
diretti esteri;
• coordinamento tra soggetti donatori nazionali e multilaterali per evitare scelte contraddittorie nell’allocazione delle risorse;
• complementarità tra le attività di sostegno sanitario, di educazione e formazione delle risorse
umane, di assistenza alimentare, di sviluppo rurale, delle piccole e medie imprese (Pmi) e delle infrastrutture, di tutela del patrimonio culturale;
• collaborazione tra sistemi-paese tramite, in particolare, le Ong (cooperazione orizzontale), gli enti
locali (cooperazione decentrata), le imprese (multinazionali ma innanzitutto le Pmi), le istituzioni universitarie (cooperazione interuniversitaria), per trasferire know-how nei Pvs e per portare sul terreno risorse
umane preziose ai fini della formazione in loco e della “good governance”.
L’Italia definisce le linee di cooperazione allo sviluppo all’interno di questo quadro, tenendo presente che l’ultimo obiettivo sopraindicato (rapporti di partenariato globale) intende – innovativamente – vincolare la comunità dei donatori e quella dei beneficiari a una condivisione di interessi e di strategie, al fine di concretizzare il concetto di “ownership”, cioè di piena appropriazione da parte dei singoli paesi,
con le loro articolazioni interne socioistituzionali, dei rispettivi percorsi di sviluppo (a maggior ragione
dopo i tragici eventi dell’11 settembre).
Linee di impegno principali
Gli interventi della cooperazione italiana sono articolati nel 2002 su nove linee programmatiche
principali.
1) Riduzione della povertà
La riduzione della povertà è l’obiettivo centrale della cooperazione italiana perseguito, da un lato,
con gli stanziamenti assegnati dalla legge finanziaria e, dall’altro lato, mediante gli accordi bilaterali di
cancellazione, conversione o ristrutturazione del debito, impegnando i paesi in via di sviluppo (Pvs) beneficiari a destinare le risorse liberate dalla cancellazione all’attuazione di un programma nazionale di riduzione della povertà. Il fondamento di una più efficace lotta alla povertà è dato innanzitutto dagli sforzi
messi in atto dai paesi stessi per attuare riforme adeguate a ottenere una crescita elevata, un buon governo e un più equilibrato sviluppo sociale, che includa la partecipazione e il coinvolgimento dei poveri.
L’Italia, in linea con la comunità internazionale, si è impegnata nell’aiutare questi paesi a sviluppare e
mettere in atto strategie di riduzione della povertà (Prsp) trasparenti, disegnate in modo da riflettere le
priorità del paese stesso e con la partecipazione della società civile, in grado di integrare politiche volte a
migliorare la produttività e a sostenere la crescita, condizioni necessarie per poter ridurre la povertà, con
interventi intesi ad ampliare la distribuzione dei benefici economici tramite l’effettuazione di maggiori e
più equi investimenti e politiche sociali.
Sono stati individuati alcuni elementi che sottendono all’approccio della cooperazione italiana verso
la lotta alla povertà.
Il primo è l’adozione di “linee-guida” coerenti con quelle approvate nell’aprile 2001 dai paesi dell’Ocse.
Un secondo elemento è quello del decentramento dei programmi e della partecipazione dei soggetti
direttamente interessati (enti locali, organizzazioni della società civile, piccole e medie imprese, Ong italiane e internazionali) alla definizione e all’attuazione dei programmi stessi.
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Un terzo elemento è quello della coerenza tra i diversi apporti del sistema-Italia per la cooperazione
con i Pvs, nel momento in cui il tema del finanziamento dello sviluppo è stato al centro della Conferenza
internazionale svoltasi a Monterrey. L’aiuto pubblico allo sviluppo non è l’unico fattore di crescita economica dei Pvs. Come delineato nel documento “Debt Relief and Beyond” presentato al G8 di Genova, è
necessaria una strategia globale che preveda la partecipazione di tutti i partner dello sviluppo – compresi
le organizzazioni multilaterali, i donatori bilaterali e gli stessi Pvs – e l’interazione costruttiva del settore
privato e della società civile, concentrandosi in tre aree largamente collegate: il commercio, gli investimenti privati e l’aiuto allo sviluppo. Quest’ultimo può costituire un catalizzatore del reddito e della mobilitazione delle risorse interne, dell’afflusso degli investimenti diretti esteri, della partecipazione ai benefici
della liberalizzazione del commercio internazionale, dell’utilizzazione appropriata delle risorse derivanti
dalla cancellazione dei debiti.
In base alle stime della Banca mondiale (tratte da uno studio sull’efficacia degli aiuti), ogni dollaro
di Aps indirizzato a un paese ispirato a “good policies” genera mediamente, nel prosieguo, un afflusso di
0,6 dollari di investimenti stranieri. Riguardo il potenziale di un’ulteriore apertura dei mercati a favore dei
Pvs, la Banca mondiale calcola che un “phasing out” dei sussidi agricoli nell’area Ocse (attualmente oltre
1 miliardo di dollari al giorno) potrebbe far conseguire nel 2015 un incremento di reddito dei Pvs di circa
400 miliardi di dollari.
2) Piano di Genova per l’Africa
La lotta contro la povertà si situa in primo luogo nel continente africano. L’Italia mette pertanto le
esigenze dell’Africa subsahariana al centro della sua azione di cooperazione. Con l’impulso della Presidenza italiana, il Vertice G8 ha adottato il “Piano di Genova per l’Africa”, finalizzato al sostegno della
Nepad (New Partnership for Africa’s Development), promossa dall’Unione africana in occasione del suo
ultimo Vertice a Lusaka.
L’Italia, in attuazione di tale Piano, sostiene con i suoi programmi di cooperazione il perseguimento
delle finalità indicate dalla Nepad:
• la democrazia e il buon governo (anche con la diffusione delle tecnologie informatiche);
• la prevenzione e la composizione dei conflitti;
• la sicurezza alimentare, l’educazione e la salute;
• la crescente partecipazione dei paesi africani al commercio internazionale;
• la promozione degli investimenti privati in Africa.
3) Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria
Il Vertice G8 di Genova ha fornito la cornice per il lancio del Fondo globale per la lotta contro
l’Aids, la tubercolosi e la malaria. L’iniziativa si è concretizzata grazie all’impulso della Presidenza italiana
e al sostegno ricevuto dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.
Il Fondo è un’iniziativa di partenariato pubblico-privato, cui già aderiscono circa 40 Stati, organismi
internazionali (come la Banca mondiale, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Agenzia delle Nazioni
Unite per la lotta contro l’Aids) e associazioni private (Gates Foundation, World Economic Forum, Global
Alliance for Vaccines and Immunization). Il Fondo è operativo dal gennaio 2002. L’Italia è membro del
Consiglio di amministrazione.
Il Governo italiano ha deciso di finanziare il Fondo con la somma di 200 milioni di dollari. Il nostro
contributo per il 2002 è di 100 milioni di dollari, di cui 44 milioni circa anticipatamente impegnati nel dicembre 2001 e versati alla Banca mondiale nel febbraio 2002.
Nel quadro della partnership pubblico-privata che caratterizza il Fondo, un ulteriore contributo italiano potrà scaturire dall’apporto del settore privato e dei cittadini, che potrà essere canalizzato sul Fondo
allorché sarà recepita nel nostro ordinamento tributario la nota proposta governativa di “de-tax”.
Le attività finanziate con il Fondo – rivolte in particolare alla prevenzione e alla cura nonché al
rafforzamento dei sistemi sanitari locali – si realizzeranno soprattutto in Africa. L’Italia si adopererà per integrare le attività future del Fondo con quelle già in corso nell’ambito del Programma italiano di lotta all’Aids in Africa, presentato alla Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sull’Aids del
giugno 2001, come pure con la componente del programma “Roll back malaria” dell’Oms, finanziata dalla
cooperazione italiana.
In questo quadro si possono prospettare anche sinergie con la recente iniziativa italo-franco-spagnola di partenariato ospedaliero Nord/Sud nella lotta contro l’Aids.
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4) Educazione
L’istruzione è un fattore centrale per la lotta alla povertà e per la crescita dell’occupazione. In particolare l’istruzione elementare di base e l’accesso delle bambine alla scuola devono ricevere elevata priorità nelle strategie nazionali dei governi dei Pvs. La cooperazione italiana si prepara a rafforzare la propria
capacità di operare sul terreno dell’educazione di base, in coerenza con i lavori della “Education Task
Force” del G8 incaricata di sostenere i Piani educativi nazionali dei Pvs e di individuare le “best practices”
utili al raggiungimento degli obiettivi del “Dakar Framework of Action for Education for All”, adottato in
sede Unesco.
Inoltre la cooperazione italiana, sviluppando le indicazioni della task force del G8 sulle opportunità
digitali (dot.force), si sta adoperando per estendere l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) per la formazione degli insegnanti e per rafforzare le strategie educative.
Le conclusioni del G8 in materia di educazione nei Pvs che saranno assunte al Vertice di Kananaskis
si integreranno inoltre con gli impegni che la comunità internazionale andrà ad adottare con il piano
d’azione per l’educazione che la Banca mondiale ha presentato in sede di Comitato sviluppo durante
l’ultimo “Spring Meeting”.
5) L’iniziativa italiana in materia di e-government
Uno dei temi principali della Presidenza italiana del G8 è stato quello di come colmare il “digital divide”, ossia di far fronte alla difficoltà per molti Pvs di accedere alle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione.
Il Governo italiano ritiene, in particolare, che l’e-government sia uno strumento strategico per far
compiere un salto di qualità ai paesi in via di sviluppo, in termini di efficienza nei servizi della Pubblica
amministrazione e, in ultima analisi, per contribuire al soddisfacimento dei princìpi di “good governance”,
che sono condizioni imprescindibili per accrescere l’efficienza del sistema economico e con essa la possibilità di attrarre investimenti esteri e di garantire l’efficacia dell’aiuto bilaterale e multilaterale nei Pvs.
L’azione dell’Italia è volta al raggiungimento di cinque obiettivi:
• sviluppo di un modello di riferimento digitalizzato delle funzioni e dei servizi della Pubblica amministrazione, che possa poi essere adattato e applicato secondo le richieste e le peculiarità dei paesi. Per
la realizzazione di questo modello è stata creata nell’ottobre 2001 una task force composta da esperti provenienti dalla Pubblica amministrazione, dal settore non-profit e da responsabili di aziende operanti nelle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che lavora sotto il coordinamento del Ministro per
l’Innovazione tecnologica;
• costituzione di un partenariato, inizialmente con cinque paesi (Albania, Giordania, Tunisia, Mozambico e Nigeria), per l’attuazione di progetti concreti di e-government nelle aree prioritarie definite dai paesi
stessi. Con un finanziamento della cooperazione italiana è in via di costituzione un Trust Fund con l’Undesa
destinato ad attività nel campo dell’“information technology” e dell’e-government per lo sviluppo;
• sostegno alla creazione di un portale dedicato all’e-government per lo sviluppo in cooperazione
con la Banca mondiale;
• formulazione di una proposta di piano d’azione per far sì che l’e-government possa rafforzare la
democrazia e lo Stato di diritto, dando centralità ai cittadini e migliorando l’erogazione dei servizi pubblici essenziali;
• organizzazione di una Conferenza internazionale sull’e-government per lo sviluppo a Palermo
(10-11 aprile 2002). Tale Conferenza è stata organizzata dal nostro Governo in collaborazione con l’Undesa,
anche attraverso il sostegno finanziario della cooperazione italiana mirato ad assicurare la presenza dei
Pvs. A Palermo è stata altresì annunciata la partecipazione della cooperazione italiana a due iniziative
promosse dalla Banca mondiale: a) la “Development Gateway Foundation” (che si propone di creare un
portale che fornisca a tutti gli attori della cooperazione allo sviluppo le informazioni di base per operare);
b) il “Global Distance Learning Network”.
Al Vertice di Kananaskis l’Italia presenterà le conclusioni della Conferenza di Palermo e prospetterà
al G8 il progressivo allargamento dei programmi-pilota, fino a definire un macromodello digitalizzato di
riferimento per le Amministrazioni dei Pvs.
6) Cancellazione e conversione del debito dei Pvs
Con l’adozione del Regolamento di attuazione, è entrata nella fase operativa la legge n. 209/2000
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sulla cancellazione del debito dei paesi più poveri e indebitati. Il ruolo specifico della cooperazione italiana è quello di assicurare che nei singoli accordi bilaterali conclusi con i paesi beneficiari le risorse in valuta locale rese disponibili a seguito della cancellazione siano destinate alla realizzazione effettiva di strategie di riduzione della povertà.
La sollecita attuazione da parte dell’Italia dell’Iniziativa internazionale Hipc (cancellazione del debito
in favore dei paesi più poveri altamente indebitati) occupa un posto di primo piano, insieme all’evidenziazione della necessità che le cancellazioni del debito (che si contabilizzano come Aps) vengano finanziate senza distogliere risorse dai bilanci ordinari della cooperazione allo sviluppo. Da questo punto di vista la legge n. 209/2000 assicura l’addizionalità delle risorse. Dopo i primi accordi bilaterali di cancellazione del debito, sottoscritti dall’Italia con la Guinea, la Tanzania, la Bolivia e l’Uganda (con cui è stato firmato anche l’accordo di cancellazione definitiva, dopo il raggiungimento del “completion point”), nel
2002 è in calendario la conclusione dell’accordo di cancellazione definitiva con il Mozambico. Vi è poi un
gruppo di dieci paesi (Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Guinea Bissau, Madagascar, Malawi, Mali,
Mauritania, Senegal) che ha raggiunto il “decision point”, con i quali sarà possibile pervenire all’intesa bilaterale nel corso del 2002.
È noto il legame tra l’Iniziativa Hipc “rafforzata” e la riduzione della povertà. Una fattispecie della
legge n. 209/2000 rilevante a tal fine è quella contemplata dall’art. 2, comma 2, che oltre alla cancellazione prevede anche la conversione di parte del debito a favore di investimenti per lo sviluppo e per la riduzione della povertà, mediante appositi accordi bilaterali, che prevedono un coinvolgimento e un ruolo
nella concezione e attuazione dei relativi programmi di soggetti privati italiani (“enti e organizzazioni che
abbiano raccolto liberalità in forma documentata per iniziative di riduzione del debito”). L’accordo bilaterale sottoscritto con la Guinea prevede questo coinvolgimento privato.
Un tema aperto nel dibattito internazionale è quello relativo alle forme di alleggerimento del debito
ipotizzabili in favore dei Pvs non ricompresi nell’Iniziativa Hipc, cioè di quei paesi “IDA-only” (con un
reddito pro capite inferiore a 885 dollari) che hanno un’esposizione debitoria meno pesante. Anche sotto
questo profilo la normativa di cui l’Italia dispone è particolarmente avanzata in quanto le consente sia di
ridurre il debito dei Pvs (indistintamente) nel caso di catastrofi naturali e di emergenze umanitarie, ma soprattutto di ridurre il debito dei paesi “IDA-only non HIPC”, purché vi sia una previa intesa in sede multilaterale. Va notato però in proposito che finora sono pochi i paesi “IDA-only non HIPC” che hanno concluso un’intesa al Club di Parigi.
Inoltre, per quanto riguarda i Pvs non considerati dalla legge n. 209/2000, la cooperazione italiana
porta avanti l’attuazione della disposizione contenuta nell’art. 54 della legge n. 449/1997 (collegato alla
legge finanziaria 1998), divenuta operativa a fine 1999, che consente la conversione del debito dei paesi
beneficiari di crediti d’aiuto italiani – per i quali sia intervenuta una intesa multilaterale in tal senso fra i
paesi creditori partecipanti al Club di Parigi – in fondi in valuta locale da destinare a programmi di protezione ambientale e di sviluppo socioeconomico. Sono in corso di attuazione quattro accordi con Marocco, Giordania, Egitto e Perù. Sono stati parafati gli accordi con l’Ecuador e l’Algeria.
La conversione del debito si avvia a diventare uno strumento ordinario e aggiuntivo di cooperazione, da attivare secondo un approccio sistematico e con modalità operative simili a quelle utilizzate per le
risorse a dono. I criteri per l’individuazione dei paesi sono i seguenti:
• la conversione del debito è condizionata alla sussistenza di una intesa multilaterale in tal senso fra
i paesi creditori partecipanti al Club di Parigi;
• l’individuazione dei paesi eleggibili è effettuata di concerto tra i Ministeri degli Affari Esteri e dell’Economia in base a:
– richiesta specifica del paese interessato;
– considerazioni di opportunità derivanti dalle priorità di cooperazione e della politica estera italiana;
– verifica che il paese partner sia in condizione di liberare risorse in valuta locale equivalenti all’ammontare del debito nei confronti dell’Italia.
7) Creazione nei Pvs di un quadro propizio per gli investimenti esteri
L’aiuto pubblico allo sviluppo rappresenta nel mondo, mediamente, circa un quinto dei flussi finanziari netti diretti verso i Pvs, gli altri quattro quinti sono costituiti da movimenti di capitali privati, nel cui
ambito assumono un’importanza particolare ai fini dello sviluppo gli investimenti diretti esteri. Sono noti,
d’altra parte, i problemi che può causare la volatilità delle altre forme di investimento privato, che – nei
momenti di crisi – evidenziano la vulnerabilità delle economie dei Pvs.
Nel caso dell’Italia, gli aiuti pubblici negli ultimi anni hanno rappresentato il 15% circa dei flussi fi5
nanziari complessivi; al medesimo livello si sono collocati gli investimenti diretti esteri, mentre il rimanente è rappresentato da movimenti bancari e investimenti di portafoglio.
L’aiuto pubblico riveste un ruolo determinante – come già evidenziato – non solo quale elemento
autonomo di crescita, ma soprattutto come fattore catalizzatore per la creazione di quell’ambiente favorevole allo sviluppo, che aumenta anche la propensione a investire nei Pvs da parte delle imprese private.
La cooperazione italiana ha una lunga esperienza nel promuovere, in collaborazione anche con le
agenzie delle Nazioni Unite, lo sviluppo della piccola e media impresa nei Pvs e la creazione di un ambiente propizio per gli investimenti delle imprese italiane, anche attraverso lo strumento dell’assistenza
tecnica.
Particolare attenzione viene posta al consolidamento della rete di crediti di aiuto nell’area mediterranea-mediorientale a sostegno delle Pmi e delle joint venture, replicandola in prospettiva con le medesime
finalità a sostegno dei processi di ricostruzione nei Balcani.
Fra le nuove formule che associano i vari tipi di flussi finanziari rientrano le iniziative di partenariato
pubblico-privato, che vanno assumendo un’importanza crescente. L’iniziativa di maggior rilievo cui partecipa l’Italia è il citato Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria, al quale accanto
ai Governi potrà contribuire il settore privato.
8) Partecipazione dei Pvs al commercio internazionale
La tornata di negoziati commerciali multilaterali lanciata a Doha viene comunemente denominata
“development round”, nella consapevolezza che il commercio rappresenti uno dei principali motori dello
sviluppo dei Pvs, come è testimoniato anche dal fatto che i “trade related issues” sono stati uno dei punti
specifici dell’agenda della Conferenza internazionale di Monterrey del marzo 2002 sul finanziamento dello
sviluppo.
A Doha è stata concordata un’Agenda per lo sviluppo riassumibile in quattro punti:
1) rendere disponibili maggiori risorse finanziarie per l’assistenza tecnica rispetto al passato;
2) migliorare le capacità dei Pvs di partecipare attivamente ai negoziati commerciali in corso e futuri;
3) fornire assistenza tecnica per avviare un processo di “confidence-building” nei Pvs impegnati in
negoziati commerciali;
4) identificare meccanismi appropriati per la fornitura di assistenza tecnica.
Come stabilito dalla Dichiarazione ministeriale di Doha, per garantire le risorse necessarie per tale
ampio programma di lavoro, il Consiglio generale dell’Omc ha deciso l’istituzione del “Doha Development Agenda Global Trust Fund”. Scopo del Fondo è quello di raccogliere risorse supplementari e maggiormente stabili nel tempo rispetto agli attuali contributi volontari all’Omc, con l’obiettivo di finanziare
programmi di assistenza tecnica ai Pvs conformemente agli impegni contenuti nella “Doha Development
Agenda” e nella “New WTO Strategy for Technical Cooperation”.
La recente “pledging conference” del citato nuovo Fondo, che ha raccolto complessivamente dai donatori circa 15 milioni di euro, ha visto l’Italia impegnarsi con un contributo di 1 milione di euro, a valere
sui fondi della programmazione 2002.
Al fine di inquadrare il contesto in cui questo nuovo contributo si inserisce, si rammenta che finora
l’assistenza tecnica dell’Italia ai Pvs in materia commerciale si è estrinsecata nei seguenti finanziamenti sul
canale multilaterale:
• “Integrated Framework”, che coinvolge varie agenzie (Itc, Fmi, Unctad, Undp, Banca mondiale,
Omc) ed è coordinato dal Segretariato dell’Omc. Il suo obiettivo è la costituzione di un Trust Fund la cui
gestione è affidata all’Undp e che ha sinora raccolto 7 milioni di dollari destinati al finanziamento di programmi-pilota per tre Pma (Cambogia, Mauritania e Madagascar) ai quali ne seguiranno altri. L’Italia è
uno dei maggiori donatori con un contributo di 900.000 euro, tramite l’“International Trade Center”;
• il Centro di assistenza giuridica, creato a Ginevra nel settembre 2001 con l’obiettivo di fornire
consulenza giuridica ai Pvs sui meccanismi di soluzione delle controversie in ambito Omc. Anche in questo caso l’Italia è uno dei principali contributori con un finanziamento di 1 milione di dollari.
9) Promozione del ruolo delle donne, tutela dei minori e dei portatori di handicap
Nel quadro della strategia italiana di riduzione della povertà, la promozione del ruolo delle donne e
la tutela dei minori e dei portatori di handicap rivestono un’importanza speciale.
Dopo aver adottato linee-guida in materia di genere e di tutela dei minori, nel corso di quest’anno
saranno adottate dalla cooperazione italiana linee-guida per la tutela dei portatori di handicap.
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Volume delle risorse
La presente programmazione delle attività si fonda sulle risorse messe a disposizione della Dgcs dalla legge finanziaria 2002, dalla legge di bilancio 2002 e dall’art. 8 della legge n. 266/99, nonché sui residui
di stanziamento disponibili alla data dell’1-1-2002. Esse sono le seguenti (in milioni di euro):
• doni
a)
b)
c)
d)
d)
e)
2002
interventi a dono
interventi a dono
interventi a dono
interventi a dono
contributi obbligatori
funzionamento e contenzioso
422
207
67
10
16
61
Totale
legge finanziaria (tabella C)
art. 8 legge n. 266/99
residui di stanziamento
legge n. 58/01 (sminamento)
legge di bilancio
legge finanziaria e legge di bilancio
783
In una prospettiva triennale (2002-2004), le risorse attribuite dalla legge finanziaria e dalla legge sullo sminamento umanitario per interventi a dono nel 2003 (470 milioni di euro) e nel 2004 (517 milioni di
euro) configurano – a legislazione vigente – una riduzione delle risorse globali a disposizione della Dgcs
per i doni. Per evitare questo rischio, è in corso la concertazione interministeriale sulla richiesta del Ministero degli Affari Esteri di una proroga triennale della disposizione (art. 8 della legge n. 266/99) che nello
scorso triennio ha consentito di trasferire ai doni il surplus del Fondo rotativo per i crediti d’aiuto.
Sempre nella prospettiva triennale, è da considerare l’impegno assunto in sede di Consiglio europeo
di Barcellona: conseguimento, entro il 2006, dello 0,33% di Aps sul Rnl (reddito nazionale lordo) per i
paesi Ue attualmente al di sotto di tale soglia.
• crediti d’aiuto
Sul Fondo rotativo presso il Mediocredito centrale erano disponibili, alla data dell’1-1-2002, 1.314 milioni di euro per la concessione ai Pvs di crediti d’aiuto nel triennio 2002-2004, ex art. 6 della legge
n. 49/87. Questa disponibilità sarà ridotta tuttavia di 30 milioni di euro, in attuazione dell’art. 52, comma
40, della legge finanziaria 2002, che consente al Ministero degli Affari Esteri prelievi dal Fondo rotativo
per finanziare le iniziative di pace e umanitarie, di cui alla legge n. 180/92. Inoltre il Ministero dell’Economia deve ancora assumere impegni di spesa per 500 milioni di euro circa per crediti, sui quali il Comitato
direzionale ha già espresso il proprio parere favorevole preliminare. I fondi per i quali è possibile programmare nuovi impegni ammontano quindi effettivamente a 780 milioni di euro circa.
• aiuti alimentari
Sono disponibili presso l’Agea (ex Aima) 36 milioni di euro per la concessione di aiuti alimentari, in
attuazione della Convenzione di Londra.
Per un puntuale inquadramento del contesto nel quale si attua la programmazione dei fondi affidati
alla Dgcs va tenuto presente che si tratta di una componente dell’Aps italiano. Le altre maggiori componenti sono costituite:
– dai trasferimenti all’Unione europea (circa 670 milioni di euro annui) per finanziare i suoi programmi di cooperazione con i Pvs, per il tramite sia del Fondo europeo di sviluppo (la quota dell’Italia è
del 12,54%), che del bilancio comunitario ordinario (la quota dell’Italia è del 13,04%);
– dalle quote di contribuzione obbligatoria alla ricostituzione del capitale di Banche e Fondi di sviluppo, con uno stanziamento 417 milioni di euro previsto nel 2002 a carico del Ministero dell’Economia;
– dalla partecipazione italiana alle operazioni di cancellazione e di conversione del debito dei Pvs, ai
sensi della legge n. 209/2000 e della legge finanziaria 1998 rispettivamente, nonché degli accordi bilaterali
di ristrutturazione conclusi in attuazione delle intese multilaterali in seno al Club di Parigi. La legge n. 209
prevede un tetto massimo di 12.000 miliardi di lire (6,2 miliardi di euro) per le operazioni di riduzione
del debito, di cui 4.000 miliardi (2,1 miliardi di euro) per i crediti d’aiuto e 8.000 miliardi (4,1 miliardi di
euro) per i crediti commerciali.
Risorse per i finanziamenti alle imprese miste nei Pvs
La Dgcs gestisce l’istruttoria dei crediti agevolati per il finanziamento di imprese miste, concessi in
attuazione dell’art. 7 della legge n. 49/87. Si tratta di uno strumento utile per promuovere nei Pvs lo svi7
luppo del settore privato e della piccola e media impresa, anche se ai fini statistici in sede Ocse queste
operazioni non sono classificate come Aps. Per finanziare nuove imprese miste sono disponibili presso il
Mediocredito centrale fondi per 65 milioni di euro circa.
Fondi da programmare
I fondi destinabili nel 2002 agli interventi nei Pvs, di competenza Mae-Dgcs, al netto delle spese di
funzionamento e dei contributi obbligatori, ammontano a 706 milioni di euro per i doni, 784 milioni di
euro per i crediti d’aiuto (sia per delibere che per impegni) e 36 milioni di euro per gli aiuti alimentari. In
totale si tratta di 1.527 milioni di euro, così ripartiti:
Iniziative bilaterali
a) doni
• Bacino del Mediterraneo e Vicino Oriente
• Europa balcanica
• Africa subsahariana
• Asia
• America
b) aiuti alimentari
• Africa subsahariana
• Bacino del Mediterraneo
• Asia
• America
c) crediti d’aiuto
• Bacino del Mediterraneo e Vicino Oriente
• Europa balcanica
• Africa subsahariana
• Asia
• America
d)
e)
f)
g)
interventi umanitari d’emergenza
programmi promossi da Ong
programmi di formazione in Italia
sminamento umanitario
Iniziative multilaterali
a) Fondo globale per la lotta contro Aids, tubercolosi e malaria
b) contributi volontari organismi famiglia Nazioni Unite
c) contributi fondi italiani costituiti presso Ifi
1.253 milioni
31
20
135
27
20
milioni
milioni
milioni
milioni
milioni
18
8
8
2
milioni
milioni
milioni
milioni
274
150
60
150
150
milioni
milioni
milioni
milioni
milioni
64
99
27
10
milioni
milioni
milioni
milioni
274 milioni
70 milioni
170 milioni
34 milioni
Ripartizione geografica degli aiuti
La ventilazione geografica dell’Aps viene proposta – in stretto raccordo con le competenti Direzioni
generali geografiche – in linea con le seguenti finalità della direttiva generale dell’On. Ministro:
• concorrere all’obiettivo internazionale del dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015;
• sostenere i processi di “peace-building”, di “peace-keeping” e di dialogo politico;
• concorrere alla prevenzione delle migrazioni incontrollate;
• accompagnare la capillare attività diplomatica bilaterale dell’Italia;
• rafforzare il ruolo del paese nell’orientare la programmazione dei principali organismi internazionali preposti all’aiuto allo sviluppo.
Nell’area balcanica le attività di cooperazione nel 2002 assegnano la priorità al consolidamento dei
processi di transizione economica e democratizzazione, al fine di favorire la stabilità della regione e la gestione dei flussi migratori, in coordinamento con le azioni intraprese dall’Unione europea. Le iniziative
della cooperazione italiana sono in funzione dei processi di ricostruzione concordati in sede internazionale (Patto di stabilità, Ince, Osce, Iniziativa Adriatica).
Gli interventi previsti accompagnano l’azione politica italiana di sostegno ai processi di riconciliazione, con particolare attenzione agli aspetti di “institution-building” e di “capacity building”. Per quanto ri8
guarda la dotazione di infrastrutture dell’area, i programmi di cooperazione concorrono al superamento
delle strozzature nella rete dei trasporti, delle reti elettriche e idriche, in modo coordinato con i programmi finanziati dalle Ifi. Pari rilievo viene attribuito al sostegno delle Pmi locali, concentrando gli interventi
di aiuto sulle strutture produttive locali e sulla realtà istituzionale e amministrativa dei paesi interessati in
un’ottica d’integrazione con il sistema-Italia e di avvicinamento alle strutture europee.
Per quanto concerne i singoli paesi, il rinnovo dell’accordo di cooperazione con l’Albania per il
triennio 2002-2004 conferma l’impegno preminente dell’Italia con l’obiettivo di aiutare il paese nel cammino di stabilizzazione interna e nel processo negoziale per la conclusione di un accordo di associazione
con l’Unione europea. Le risorse destinate all’Albania sono orientate al sostegno prioritario nel settore
delle infrastrutture elettriche, idriche e viarie, nonché allo sviluppo delle piccole e medie imprese albanesi, attivando tutti i possibili strumenti finanziari: linea di credito agevolato, fondo di garanzia e servizi di
consulenza e di assistenza tecnica. L’accordo include i settori agricolo, dello sviluppo delle risorse umane
(sistema educativo e affari sociali) e del rafforzamento istituzionale.
Con la Repubblica federale di Jugoslavia, secondo gli impegni assunti in occasione della Conferenza
dei donatori tenutasi a Bruxelles nel giugno 2001, le priorità di intervento riguardano i settori della sanità,
energia, ambiente, istruzione, con un’attenzione particolare allo sviluppo delle Pmi locali. Per quanto riguarda il Kosovo, la cooperazione italiana è impegnata nello sviluppo del tessuto economico e sociale,
con iniziative nei settori della sanità, del restauro del patrimonio culturale nel contesto della riconciliazione interetnica, dell’agricoltura, della formazione professionale, della promozione dell’occupazione e di attività di supporto all’Unmik.
Per la Bosnia, l’aiuto italiano è concentrato nei settori sociosanitario, ambientale (specialmente riforestazione), produttivo (Pmi e occupazione), energetico, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Per la Macedonia, a seguito della Conferenza dei donatori di Bruxelles del marzo 2002, le attività riguardano i campi sanitario, infrastrutturale e il supporto alle Pmi locali attraverso una nuova linea di credito di aiuto che andrà a integrare quella già esistente.
L’area del Medio Oriente e del Nordafrica mantiene nel 2002 il carattere di alta priorità coniugando,
per quanto possibile, l’ottica bilaterale con l’integrazione sub-regionale e con il sostegno al perseguimento della pace nel conflitto israelo-palestinese.
In linea con gli altri donatori, con gli organismi internazionali e l’Unione europea, i programmi della
cooperazione italiana si inseriscono nel quadro degli impegni assunti sin dalla Dichiarazione di Barcellona del novembre 1995 e poi con gli accordi di associazione all’Unione europea e con gli accordi in ambito migratorio, in una visione che contempera le esigenze di sviluppo dei paesi con la riduzione del rischio di flussi migratori incontrollati. La tipologia e il volume degli interventi nell’area potranno evolvere
in rapporto con le intese bilaterali sottoscritte dall’Italia in materia di riammissione degli immigranti clandestini.
In tale contesto, i programmi di cooperazione seguono fondamentalmente due linee direttrici: da un
lato, il sostegno al processo teso alla progressiva integrazione dei paesi della sponda sud del Mediterraneo nell’economia mondiale, attraverso la promozione diretta e indiretta della piccola e media impresa
(vale a dire sia linee di credito destinate alle Pmi e alle società miste, sia programmi di assistenza tecnica
e formazione a livello istituzionale delle imprese) e, dall’altro, la lotta alla povertà e alla disoccupazione
(che ha evidenti riflessi sulla pressione migratoria), mediante interventi in settori decisivi per lo sviluppo
socioeconomico: agricoltura, ambiente, sanità, istruzione, infrastrutture di base, formazione professionale,
rafforzamento istituzionale e valorizzazione del patrimonio culturale.
Uno strumento per contribuire allo sviluppo dei paesi del Mediterraneo è rappresentato dalla conversione del debito concessionale in progetti di sviluppo, che interessa i paesi che hanno avviato con il
Club di Parigi la definizione di un quadro negoziale di riferimento (Egitto, Marocco, Giordania e Algeria).
A fronte dell’annullamento di una parte del debito che tali paesi hanno contratto con l’Italia, l’ammontare
in valuta locale corrispondente viene utilizzato per realizzare progetti di sviluppo socioambientale. Così,
ad esempio, in Marocco, dove le operazioni di conversione del debito sono a un livello più avanzato che
in altri paesi, si sono potute attuare iniziative per la costruzione di scuole, strade rurali, centri sanitari,
schemi irrigui e di approvvigionamento idrico.
Le iniziative di cooperazione in atto con l’Autorità nazionale palestinese sono indirizzate a preparare
il terreno per il Piano organico di riabilitazione dell’economia palestinese (cosiddetto “Piano Marshall”)
prospettato dal Governo italiano al Consiglio europeo di Barcellona come strumento di accompagnamento dell’auspicato processo di pacificazione e per il rilancio economico della regione mediorientale. Nel
brevissimo periodo, i drammatici sviluppi del conflitto israelo-palestinese comportano che gli interventi
immediati della cooperazione abbiano quel carattere umanitario e d’emergenza che – prima della crisi –
stavano evolvendo a favore di progetti più specificamente di sviluppo.
9
Nell’area africana subsahariana, permane una concentrazione delle attività nelle regioni prioritarie
(Corno d’Africa, Africa meridionale), ma anche alcune significative iniziative al di fuori di tale quadro
consolidato, in particolare nell’Africa occidentale, dove l’Italia si riaffaccia con un innovativo programma
regionale di lotta alla povertà. Si terranno presenti, soprattutto, gli sviluppi che la Nepad determinerà sul
piano della strategia generale e della “governance” del continente.
A livello di singoli destinatari, la cooperazione con Etiopia, Mozambico, Uganda e Sudafrica, definita attraverso le rispettive strategie-paese e tradotta in programmi triennali di attività, prevede l’attuazione
dei programmi già concordati. La particolare situazione che si è venuta a creare con l’Eritrea nel 2001,
proprio nell’anno in cui massimo è stato lo sforzo realizzativo della cooperazione italiana, ha rallentato i
flussi finanziari, che si limitano alle attività di emergenza e umanitarie. Con l’Angola, altro tradizionale
paese prioritario, verrà effettuata una verifica alla luce dei recenti sviluppi, per definire la strategia da seguire, finora contraddistinta da un prevalente carattere di emergenza e da una pregressa serie di impegni
per iniziative a credito d’aiuto difficilmente realizzabili nel contesto del paese.
L’attenzione che l’Italia tradizionalmente riserva al Corno d’Africa e alle situazioni di conflitto ripropone il caso della Somalia, giunta a un momento cruciale della sua involuzione, e del Sudan, dove si
profilano iniziali scenari di pacificazione: in entrambi i casi la cooperazione italiana asseconda gli sforzi
esercitati nell’ambito dei partner dell’Igad, dei quali l’Italia detiene la presidenza. Nei limiti delle risorse,
attenzione viene riservata anche alla regione dei Grandi laghi, sostenendo le azioni multidonatori volte alla pacificazione di quell’area.
Sotto il profilo tematico, l’azione della cooperazione italiana nell’Africa subsahariana si contraddistingue per l’assoluta prevalenza dei programmi a forte impatto sociale: oltre agli specifici programmi di lotta
alla povertà previsti in Mozambico, Eritrea, Etiopia, Uganda e Sahel (Mali, Senegal, Niger, Burkina Faso),
vengono portate avanti iniziative nel campo della protezione dei minori e delle donne (Eritrea, Sudan,
Mali, Senegal, Angola, Sudafrica, Zimbabwe). Negli ultimi due anni ha preso corpo l’iniziativa di lotta all’Aids in Africa, in collaborazione con l’Oms che riguarda 17 paesi. Essa andrà armonizzata con l’attività
del Fondo globale contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria (Gfatm), cui l’Italia contribuisce con 200 milioni di dollari.
Finora la strategia di lotta all’Aids portata avanti dalla cooperazione sanitaria italiana è stata diretta in
primo luogo al sostegno dei servizi sanitari nazionali dei Pvs. Con l’istituzione del Gfatm sono allo studio
anche approcci innovativi che combinino aspetti di prevenzione, assistenza e cura dell’Aids. Va inoltre
sottolineato il ruolo delle Ong italiane presenti nei paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.
La collaborazione con istituti scientifici e centri di ricerca di eccellenza in Italia viene parimenti valorizzata dall’accresciuto impegno nella lotta alle grandi malattie e alla povertà, mentre nuove prospettive si
dischiudono per l’Aps italiano con il progressivo affermarsi di iniziative della cooperazione decentrata,
spesso collegate a interventi governativi (Mozambico, Sahel, ecc.).
Continua, per il resto, una particolare attenzione per l’attuazione di programmi settoriali nel quadro
delle politiche e strategie nazionali. Ne sono esempio i programmi a favore del settore sanitario e dell’istruzione in Etiopia, che verranno realizzati attraverso modalità di esecuzione in linea con l’attuale evoluzione della tematica degli aiuti a livello internazionale.
Proseguiranno, inoltre, alcuni vasti programmi tradizionali che hanno dato buona prova in passato,
soprattutto nel settore dello sviluppo rurale, tornato nuovamente al centro dell’attenzione per il suo ruolo
chiave nello sviluppo di numerosi paesi africani (es. progetto nell’Arsi e Bale in Etiopia; progetto nell’Ader Doutchi Maggia-Keita in Niger, entrambi in fase di riformulazione e rifinanziamento).
L’azione di cooperazione sarà accompagnata, nei paesi a rischio, dall’invio di aiuti alimentari Agea,
sulla base di una programmazione flessibile che tiene conto delle nuove emergenze (da ultimo in alcuni
paesi dell’Africa meridionale), come anche delle esigenze dei paesi con deficit alimentare strutturale e di
quelli in conflitto.
Nell’area asiatica, la cooperazione italiana interviene in un continente caratterizzato da una dinamica economica di grande rilevanza globale, ma non esente da squilibri (come nel caso della Cina, dove la
forte crescita dell’economia si accompagna a una estesa ristrutturazione economico-sociale), da fenomeni
di povertà quantitativamente molto estesi (soprattutto nel sub-continente indiano) – che colpiscono in
particolare i minori, le donne e altri gruppi vulnerabili – e, in alcuni casi, da situazioni di crisi politicoumanitarie, come in Afghanistan.
In Asia, come negli altri continenti, la cooperazione italiana persegue gli obiettivi di sviluppo e riduzione della povertà definiti in sede internazionale, favorendo il partenariato tra il sistema-Italia e i nostri
maggiori partner e rispondendo alle crisi umanitarie e alla prevenzione dei conflitti.
Riguardo ai principali paesi e settori di intervento, in Cina la cooperazione italiana mira a sostenere
lo sviluppo delle province centro-occidentali nei settori della formazione, sanitario, ambientale, della pro10
mozione delle Pmi e della conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e storico-culturale, migliorando soprattutto le condizioni di accesso della popolazione indigente alla formazione e all’assistenza
sanitaria di urgenza e di base. Si segnala in particolare l’avvio del programma di formazione professionale
nelle province dello Shaanxi e del Sichuan, volto a favorire l’occupazione in una fase economica caratterizzata da profonde ristrutturazioni. Nel corso dell’anno dovrebbero essere approvate nuove linee di credito nei settori sanitario, ambientale e delle Pmi.
In India la cooperazione italiana ha lanciato un programma di riduzione della povertà urbana e di
miglioramento dei servizi municipali nello Stato dell’Andhra Pradesh e a Mumbay. Altri settori rilevanti
della cooperazione italiana sono quelli della sanità, formazione e tutela dei minori, nonché il sostegno al
settore delle Pmi tramite linee di credito, assistenza tecnica e fondi di garanzia.
Con il Vietnam è in corso un programma di cooperazione nei settori idrico, sanitario e di supporto
al processo di riforme del sistema economico, tra cui l’appoggio al sistema delle Pmi e all’adesione del
Vietnam al Wto. È stata finalizzata la cancellazione del debito per 20 milioni di euro.
In Afghanistan l’Italia è stata tra le prime a rispondere alla crisi umanitaria e si prefigge ora di sostenere fattivamente la stabilizzazione del paese con l’Amministrazione Karzai, insediatasi a Kabul al termine
di un processo di cui Roma – sede dell’ex re – è stata uno degli snodi principali. In tale contesto il nostro
paese si è impegnato, alla Conferenza donatori di Tokyo, con un “pledge” annuo di 45 milioni di euro a
dono, che verranno impiegati soprattutto nel settore della “governance” (che include le istituzioni locali e
il ripristino del sistema giudiziario), della riabilitazione agricola, della sanità e delle tematiche di genere.
Nell’area latinoamericana, la cooperazione italiana interviene in un sub-continente caratterizzato da
forti legami politico-culturali con il nostro paese, ma anche da una dinamica economica attraversata da ricorrenti squilibri e conseguenti tensioni politico-sociali, come quelle verificatesi alla fine del 2001 in Argentina, a cui si uniscono fenomeni di instabilità e debolezze strutturali negli assetti istituzionali come in
Colombia.
La cooperazione italiana si prefigge di accompagnare i processi di riduzione dei predetti squilibri
economici, favorendo un rapporto di partenariato tra il “modello Italia” e i principali interlocutori latinoamericani, nonché di appoggiare il rafforzamento delle istituzioni locali sostenendo il decentramento e un
dialogo efficace tra Stato e società civile.
Specificamente, in Argentina, a seguito della recente crisi economica e della conseguente emergenza politico-sociale che tocca anche la popolazione di origine italiana, la nostra cooperazione ha approvato nel febbraio 2002 due rilevanti iniziative a credito di aiuto: la prima, del valore di 75 milioni di euro, a
sostegno delle Pmi per progetti a impatto occupazionale, la seconda, di 25 milioni di euro, in appoggio al
sistema sanitario pubblico.
In Brasile proseguono le iniziative di lotta alla povertà e di tutela ambientale avviate negli anni
scorsi.
Nell’area andina gli interventi sono prevalentemente indirizzati al sostegno delle fasce più povere
delle zone rurali maggiormente coinvolte dal problema delle colture di coca (Perù, Colombia, Bolivia), da
conflitti recentemente conclusi (Perù, Ecuador) o in corso (Colombia). Ad essi si aggiungono le iniziative
di conversione del debito con Perù ed Ecuador derivante da pregressi crediti di aiuto, trasformato in programmi di riduzione della povertà attraverso un meccanismo che prevede il forte coinvolgimento della
società civile locale.
In particolare, con il Perù, dopo l’insediamento del Presidente Toledo, è stato firmato un accordo bilaterale per la riconversione del debito concessionale (127 milioni di dollari su cinque anni), in base al
quale progetti di lotta alla povertà identificati con la partecipazione della società civile locale cominceranno ad essere approvati e finanziati nell’anno in corso. La cooperazione italiana inoltre sostiene i programmi nazionali di rilancio dell’economia e di sviluppo delle colture alternative alla coca.
In America centrale la cooperazione italiana è impegnata insieme all’Undp in un programma di lotta
alla povertà nei paesi colpiti dall’uragano “Mitch” – Nicaragua, Honduras, Guatemala ed El Salvador –
con il coinvolgimento dei governi nazionali, delle istituzioni e della società civile locale, delle Ong e della
cooperazione decentrata italiana. Un altro settore di intervento è quello della protezione dei minori, anche nei confronti della criminalità organizzata.
Nei Caraibi, la cooperazione italiana appoggia soprattutto i paesi aderenti al Caricom nell’ambito del
“capacity building” e a Cuba sono in corso programmi multisettoriali volti a sostenere lo sviluppo dell’isola e, nel contempo, a valorizzare le potenzialità locali rispetto ai meccanismi di pianificazione centralizzata.
In termini percentuali, gli aiuti (doni+crediti d’aiuto+aiuti alimentari) si ripartiscono per aree geografiche nel modo seguente:
11
• Africa subsahariana
20%;
• Medio Oriente e Nordafrica
29%;
• Asia
18%;
• Balcani
17%;
• America
16%.
La percentuale assegnata all’Africa subsahariana è in realtà dell’ordine del 25% se si tiene conto che i
70 milioni di euro destinati sull’esercizio 2002 dall’Italia al Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la Tbc
e la malaria saranno spesi soprattutto nel continente africano.
La collaborazione della cooperazione italiana con i più importanti organismi internazionali
La cooperazione italiana persegue una strategia di integrazione delle sue attività nelle grandi campagne realizzate dalle agenzie delle Nazioni Unite, dalla Banca mondiale e da organismi regionali in Africa
(Igad, Sadc, Cilss), nei Balcani (Bers) e in America Latina (Cepal). Va tenuto presente che i programmi
multibilaterali sono scelti, delineati e valutati dalla Dgcs, la quale ne affida la realizzazione sul terreno all’organizzazione internazionale prescelta, mantenendo un preciso ruolo di indirizzo, nonché di monitoraggio durante la fase esecutiva.
La rete di accordi di partenariato, sottoscritti anche con la Banca mondiale oltreché con le agenzie
della famiglia delle Nazioni Unite, consente all’Italia di esercitare in seno a questi organismi un’influenza
superiore al peso specifico dei contributi volontari che il nostro paese versa. Ai dieci più importanti organismi (Undp, Undesa, Unicef, Undcp, Unhcr, Fao, Pam, Oil, Unrwa, Cicr) è assegnato circa il 67% dei 170
milioni di euro destinati ai contributi volontari a organismi delle Nazioni Unite, nonché alla Croce rossa
internazionale.
L’intensa collaborazione della cooperazione italiana con le tre grandi organizzazioni del polo agricolo romano (Fao, Pam, Ifad) concorre a consolidare il ruolo di Roma come sede di organismi multilaterali.
In preparazione del Vertice mondiale sull’alimentazione del giugno 2002, la cooperazione italiana sta concordando con la Fao la finalizzazione della prima tranche del contributo straordinario di 50 milioni di euro al Fondo speciale per la sicurezza alimentare deliberato nel novembre 2001.
È significativo il sostegno fornito da parte italiana alle attività di ricerca nel settore della sicurezza
alimentare e dell’ambiente, svolte dal Cgiar (Consultative Group for International Agricultural Research),
valorizzando altresì il ruolo dell’Istituto agronomico per l’oltremare quale organo tecnico-scientifico del
Ministero degli Affari Esteri nel campo dell’agricoltura e, in misura crescente, anche in quello ambientale.
Il sistema formativo: il ruolo delle università e dei centri di eccellenza
La cooperazione italiana ha una solida tradizione nel sostenere la collaborazione tra le università italiane e africane. Questa azione nell’ultimo anno si è ampliata in direzione dei paesi balcanici e mediterranei, dove i programmi di cooperazione si integrano con quelli di collaborazione culturale.
Lo sviluppo della cooperazione interuniversitaria e dei programmi di formazione a favore dei Pvs
viene promosso anche attraverso il finanziamento di corsi di specializzazione e di master, concordati per
quanto riguarda sia i settori formativi che la provenienza dei partecipanti.
Gli obiettivi dei programmi di formazione superiore cui contribuisce la Dgcs sono così riassumibili:
– realizzare, tramite contributi agli enti formativi nazionali di eccellenza, programmi di alta formazione, possibilmente di breve durata e indirizzati alle classi dirigenti dei Pvs delle aree prioritarie, volti a
soddisfare loro specifiche esigenze, in stretto coordinamento con i programmi-paese e con gli interventi
bilaterali realizzati dalla Dgcs;
– sviluppare attività formative in collaborazione con altre strutture pubbliche dotate di capacità di
spesa (altri dicasteri, regioni, enti locali), anche in funzione integrativa delle varie attività della cooperazione decentrata;
– operare, in un’ottica di massima valorizzazione delle potenzialità della società civile, al fine di raccordare gli apporti e i contributi che i soggetti privati o non-profit (banche, imprese, associazioni, fondazioni, enti) intendono fornire ai Pvs nel settore della formazione;
– attivare progetti e iniziative nel campo della formazione a distanza in collaborazione con le organizzazioni interessate (organismi internazionali, università e consorzi universitari, enti locali), considerato
il crescente rilievo che va assumendo tale modalità, grazie alle sue potenzialità e allo scopo di disporre di
uno strumento flessibile e interattivo, in grado di corrispondere a specifiche esigenze formative collegate
agli interventi di aiuto allo sviluppo.
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Interventi umanitari d’emergenza
La cooperazione italiana continuerà nel 2002 a intervenire nelle situazioni di crisi e nelle emergenze
umanitarie, sia operando bilateralmente che rispondendo agli appelli lanciati dalle grandi organizzazioni
internazionali (Segretariato delle Nazioni Unite, Undp, Unhcr, Pam, Alto Commissariato per i diritti umani,
Unicef, Oms, ecc.). Il nostro paese partecipa a tutte le più importanti iniziative umanitarie in favore delle
popolazioni civili colpite da catastrofi naturali oppure coinvolte in conflitti armati. Nel caso delle iniziative
strettamente umanitarie, l’ambito di azione della cooperazione italiana non è limitato ai soli Pvs, ma può
essere esteso anche ad altri paesi, laddove politicamente opportuno.
Gli aiuti di emergenza, proprio perché realizzati per rispondere a situazioni impreviste e imprevedibili, non si prestano a una programmazione di medio-lungo termine. Peraltro, quando si parla di aiuti di
emergenza si fa riferimento sia agli interventi nelle situazioni di “emergenza acuta”, sia a quelli di “emergenza complessa”. I primi si realizzano in risposta a catastrofi naturali (terremoti, alluvioni, uragani, eruzioni vulcaniche) o a crisi umanitarie provocate dall’uomo (conflitti, guerre civili) e sono, per loro natura,
di difficile pianificazione; i secondi, che possono essere meglio programmabili, si hanno quando, da singoli eventi di emergenza, scaturiscono situazioni che tendono a cronicizzarsi in bisogni acuti che rappresentano un ostacolo all’avvio dei processi di sviluppo e di lotta alla povertà.
Presso la comunità dei donatori questa distinzione fra emergenze acute e complesse e il legame fra
queste ultime e le iniziative di avvio della ricostruzione e di sostegno allo sviluppo è ormai un dato acquisito. La necessità di colmare il divario fra emergenza e sviluppo rappresenta quindi una priorità trasversale nelle politiche di cooperazione internazionale. Occorre infatti evitare che le iniziative di emergenza si interrompano bruscamente una volta che la crisi che ha determinato l’intervento si sia attenuata,
mentre è necessario che dall’aiuto di emergenza prenda avvio un piano di sviluppo a più lungo termine.
Per quanto riguarda l’anno in corso, le aree nelle quali si possono prevedere più rilevanti interventi
della cooperazione italiana a sostegno della ricostruzione in una fase di post-emergenza sono la regione
dei Grandi laghi nel continente africano (si pensi alla Repubblica democratica del Congo, in particolare la
parte orientale, recentemente colpita dall’eruzione del vulcano Nyiragongo, all’Uganda e al Burundi), il
Medio Oriente (in particolare i Territori palestinesi), nei Balcani la Macedonia e, infine, l’Afghanistan nel
continente asiatico.
I programmi da attuare in questi paesi sono per la maggior parte volti a ricostituire le infrastrutture
di base minime per la ripresa dei servizi sociali essenziali (sanità, educazione, acqua, agricoltura di sussistenza) e a migliorare le condizioni di vita dei gruppi più vulnerabili, con particolare riguardo ai profughi
e agli sfollati.
Le altre aree di attività programmabili nel settore dell’emergenza durante il 2002 sono:
• la prosecuzione del sostegno al Deposito umanitario di Brindisi, attraverso finanziamenti in favore
dell’Ocha (l’Ufficio di coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, che assicura le scorte di
materiali di prima necessità presenti a Brindisi) e al Pam (che gestisce il Deposito e cura la logistica e i
trasporti);
• la gestione dei fondi bilaterali presso i principali organismi internazionali che realizzano aiuti di
emergenza, attivabili da parte italiana per interventi urgenti nelle situazioni di emergenza acuta;
• gli aiuti alimentari Agea, che, sulla base degli impegni assunti dall’Italia nella Convenzione di Londra sugli aiuti alimentari, vengono disposti dalla Dgcs su fondi gestiti dall’Agenzia per le erogazioni in
agricoltura al fine di alleviare i deficit alimentari congiunturali e strutturali nei Pvs;
• i programmi di sminamento umanitario, realizzati, su indicazione della Direzione per gli affari politici multilaterali e delle Direzioni geografiche del Ministero, con gli appositi stanziamenti di bilancio previsti dalla legge n. 58/2001 sullo sminamento umanitario.
Presso alcune organizzazioni internazionali (Unhcr, Ocha, Unicef, Undp, Oim, Pam) sono attivi fondi
bilaterali per la partecipazione italiana alle iniziative nei paesi colpiti da particolari eventi calamitosi, che
per il 2002 vengono rifinanziati per un importo complessivo di 8 milioni di euro.
Organizzazioni non governative (Ong)
In linea con il costante aumento degli ultimi anni, vengono ulteriormente incrementati i fondi per
contributi ai programmi promossi dalle Ong, con una disponibilità di 79 milioni di euro nel 2002 (63
milioni di euro nel 2001).
La Dgcs non richiede alle Ong che finanzia di ricalcare necessariamente le proprie priorità geografiche, bensì ritiene che meritino un sostegno specifico gli interventi delle Ong anche in quei Pvs dove non
13
sono presenti altre forme di cooperazione italiana. D’altra parte la Dgcs conta di valorizzare il contributo
delle Ong nella preparazione delle strategie regionali e tematiche della cooperazione governativa, favorendo così la presentazione da parte delle stesse Ong di programmi complementari a quelli finanziati direttamente dalla Dgcs nel quadro delle iniziative di riduzione della povertà, di lotta all’Aids, di tutela delle
donne e dei minori, di valorizzazione del patrimonio culturale. In questo senso si sta lavorando, ad esempio, nel quadro dei programmi di lotta alla povertà nel Sahel e in America centrale.
Un’attenzione specifica continuerà ad essere attribuita per agevolare l’inserimento delle Ong italiane
nelle iniziative e nei programmi dell’Unione europea e delle agenzie delle Nazioni Unite, in raccordo con
la presenza dei soggetti della cooperazione decentrata.
Cooperazione decentrata
L’Italia costituisce un esempio avanzato in Europa di attenzione da parte degli enti locali (regioni,
province, comuni) alle problematiche dell’aiuto allo sviluppo. Le disponibilità finanziarie che tali enti riservano alla cooperazione, anche se finora modeste in cifre assolute (ma crescenti), sono importanti per
le ampie risorse che possono mobilitare sul territorio. La moltiplicazione dei soggetti e delle iniziative ha
reso urgente dotare la Dgcs di strumenti per orientare gli enti locali che ad essa si rivolgono, pur nel rispetto delle loro priorità. In tal senso si è provveduto con le linee-guida approvate dal Comitato direzionale nel marzo del 2000. Inoltre nel 2002, in collaborazione con l’Anci e con l’Oics, la Dgcs promuoverà
corsi di formazione per operatori di cooperazione dei comuni e delle regioni.
La continua crescita di questo settore rappresenta una grande opportunità e, nel contempo, costituisce un impegno complesso per la cooperazione italiana, che è chiamata a collaborare con le regioni e
con decine di enti locali, per assicurare che i loro interventi siano sinergici ai programmi di sviluppo dei
Pvs interessati e si inseriscano nelle più ampie strategie di cooperazione che il Governo persegue. Ciò
comporta tra l’altro un attento negoziato con gli organismi internazionali con cui la Dgcs lavora, al fine di
assicurare spazi e ruoli specifici alla cooperazione decentrata, come del resto alle Ong italiane.
Delibera n. 43
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e successive modificazioni e in particolare l’art. 2 comma 3 lett. b);
Vista la legge n. 448 del 28-12-2001 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2002)” e in particolare l’Upb n. 9 “Cooperazione allo sviluppo” dello
stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione per l’anno 2002 dei seguenti contributi volontari a organismi internazionali impegnati nella
cooperazione con i paesi in via di sviluppo, a valere sul cap. 2180/0800 dello stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri.
Organismo
–
–
–
–
Banca mondiale - Infodev
Wbi
Wbi - Development Gateway Foundation
Banca mondiale - Global Development Learning Network
14
euro
N. Aid
1.500.000,00
1.100.000,00
5.165.289,26
1.100.000,00
5553.06.3
5556.06.2
7391.01.6
7392.01.1
Delibera n. 44
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e successive modificazioni e in particolare l’art. 2 comma 3 lett. b);
Vista la legge n. 449 del 28-12-2001 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2002” e
in particolare l’Upb n. 9 “Cooperazione allo sviluppo” dello stato di previsione del Ministero degli Affari
Esteri;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione per l’anno 2002 di un contributo volontario all’organismo finanziario internazionale InterAmerican Investment Corporation (Iic) destinato alla costituzione del Trust Fund per consulenti italiani, a
valere sul cap. 2180/0800 dello stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri.
Organismo: Inter-American Investment Corporation (Iic)
Importo: euro 1.000.000,00
N. Aid: 7189.02.2
Delibera n. 45
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988;
Considerato che l’iniziativa “Territori palestinesi - Progetto di sviluppo rurale integrato nel distretto
di Hebron” è inserita nel Memorandum d’intesa tra il Governo italiano e l’Anp firmato il 6-6-2000;
Tenuto conto che l’iniziativa rappresenta un’estensione della terza fase del “Local Rural Development
Programme (Lrdp)” realizzato dal Ministry of Local Government in collaborazione con United Nations
Development Programme/Programme of Assistance to the Palestinian People (Undp/Papp);
Considerato che l’iniziativa si propone il miglioramento delle condizioni di vita e la lotta alla povertà
nelle comunità rurali del distretto di Hebron attraverso l’aumento della produzione agricola e la creazione
di opportunità di lavoro per la popolazione locale;
Sulla base della documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
il finanziamento dell’iniziativa:
Territori palestinesi - Progetto di sviluppo rurale integrato nel distretto di Hebron. Estensione III fase, per un importo complessivo di euro 2.199.474,15.
Organismo esecutore: Undp/Papp
L’importo è così ripartito:
2002 - euro 1.168.695,85
2003 - euro 1.030.778,30
Capitolo 2180
N. Aid: 6519.02.6
15
Delibera n. 46
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988;
Considerato il “Memorandum of Understanding” sottoscritto a Roma il 26-5-1997 tra il Governo italiano e il Governo vietnamita;
Visto il parere dal Comitato direzionale n. 8 del 7-5-2002 con cui viene approvata la componente a
credito di aiuto dell’iniziativa sotto indicata;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs a acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
il finanziamento di euro 15.493,71 per la realizzazione della componente a dono della seguente iniziativa:
Vietnam - Rafforzamento delle capacità di ricerca e formazione nel settore delle tecnologie alimentari e delle tecnologie agricole rispettivamente nelle Università di Hanoi e Thai Nguyen
Il costo graverà sul cap. 2182/0500 per l’esercizio finanziario 2002.
N. Aid: 6351.01.5
Delibera n. 47
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Visti la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e il Regolamento di esecuzione approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988;
Tenuto conto del programma triennale 2002-2004 di cooperazione tecnica e finanziaria a sostegno
del Piano nazionale di ricostruzione del Governo libanese;
Vista la richiesta del febbraio 2001 da parte del Consiglio per lo sviluppo e la ricostruzione libanese,
che propone, in aggiunta alla riforma dei servizi sanitari di base del sud del paese, un programma di più
vaste proporzioni per il sostegno alla sanità di base a livello nazionale;
Sulla base della documentazione tecnica predisposta e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
il finanziamento dell’iniziativa:
Libano - Sviluppo integrato dei servizi sanitari di base, per un importo complessivo di euro
3.471.109,00, così ripartito:
– Fondo esperti
– Fondi in loco
Capitolo 2182/0300
N. Aid: 6926
16
2002
2003
2004
233.480,00
1.560.397,00
233.480,00
628.242,00
233.480,00
582.030,00
Delibera n. 48
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Albania - Intervento a favore dei bambini e delle bambine a rischio di abbandono scolastico nelle
aree di Romanat e Valias
Organismo esecutore: Cies - Centro informazione ed educazione allo sviluppo
Importo totale del contributo: euro 585.041,15, così suddiviso:
2002 - euro 222.584,84
2003 - euro 223.198,38
2004 - euro 139.257,93
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 42.607,69 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi del personale volontario e cooperante previsto dal progetto.
L’importo totale del finanziamento di euro 627.648,84 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 6881
Delibera n. 49
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Albania - Progetto per il recupero dell’handicap uditivo nei bambini albanesi
17
Organismo esecutore: Magis - Movimento e azione dei gesuiti italiani per lo sviluppo
Importo totale del contributo: euro 543.715,00, così suddiviso:
2002 - euro 235.436,00
2003 - euro 160.792,00
2004 - euro 147.487,00
L’importo totale del finanziamento di euro 543.715,00 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7137
Delibera n. 50
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Albania - Promozione sociale e formazione professionale di giovani albanesi attraverso il potenziamento della scuola di formazione professionale “Maria Mazzarello” di Tirana
Organismo esecutore: Vis - Volontariato internationale per lo sviluppo
Importo totale del contributo: euro 466.876,00, così suddiviso:
2002 - euro 258.228,00
2003 - euro 139.443,00
2004 - euro 69.205,00
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 37.185,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi del personale volontario e cooperante impiegato nel progetto.
L’importo totale del finanziamento di euro 504.061,00 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7131
Delibera n. 51
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
18
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Bosnia Erzegovina - Realizzazione di un centro regionale per i servizi all’agricoltura nel cantone
di Gorazde. Riconduzione
Organismo esecutore: Cefa - Comitato europeo per la formazione e l’agricoltura
Importo totale del contributo: euro 141.960,00, a valere sull’esercizio finanziario 2002.
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 30.987,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 172.947,00 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7421
Delibera n. 52
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Repubblica federale di Jugoslavia (Kosovo) - Progetto di sviluppo della formazione professionale
e di riqualificazione dei quadri docenti a Pristina
Organismo esecutore: Vis - Volontariato internazionale per lo sviluppo
Importo totale del contributo: euro 726.971,96, così suddiviso:
2002 - euro 258.228,45
2003 - euro 258.228,45
2004 - euro 210.515,06
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 60.425,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi per il personale volontario e cooperante impiegato nel progetto.
L’importo totale del finanziamento di euro 787.396,96 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7082
19
Delibera n. 53
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Libano - Formazione professionale e promozione dello sviluppo rurale integrato nel nord del Libano
Organismo esecutore: Movimondo
Importo totale del contributo: euro 704.233,14, così suddiviso:
2002 - euro 257.613,35
2003 - euro 252.013,34
2004 - euro 194.606,45
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 45.189,90 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 749.423,04 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7114
Delibera n. 54
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Tunisia - Promozione e miglioramento della cunicoltura familiare in dodici governatorati
20
Organismo esecutore: Coopi - Cooperazione internazionale
Importo totale del contributo: euro 758.654,42, così suddiviso:
2002 - euro 258.177,29
2003 - euro 258.227,76
2004 - euro 242.249,37
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 45.500,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 804.154,42 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7053
Delibera n. 55
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Kenya - Sviluppo rurale nelle zone aride del nord del Kenya: sostegno alle comunità pastorali Turkana nella gestione delle risorse produttive e naturali
Organismo esecutore: Ten - Terra nuova
Importo totale del contributo: euro 740.512,43, così suddiviso:
2002 - euro 255.388,97
2003 - euro 255.545,46
2004 - euro 229.578,00
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 52.936,83 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi per il personale volontario e cooperante impiegato nel progetto.
L’importo totale del finanziamento di euro 793.449,26 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7275
Delibera n. 56
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
21
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Vista la domanda di verifica di conformità ai criteri stabiliti dalla legge, presentata dalla Ong Alm in
ordine al programma promosso da realizzare in Zambia;
Delibera
Si riconosce conforme ai criteri stabiliti dalla citata legge n. 49/87 il programma di seguito indicato:
Zambia - Giovani e Aids. Riconduzione
Organismo esecutore: Alm - Associazione laicale missionaria
Si approva l’assunzione a carico della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo della
spesa di euro 108.000,00 per il pagamento degli oneri previdenziali e assicurativi in favore del personale
volontario e cooperante di cui è previsto l’impiego nell’ambito del suddetto programma.
L’importo del finanziamento di euro 108.000,00 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7253
Delibera n. 57
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Bolivia - Appoggio agli allevatori del sud di Potosí per lo sfruttamento produttivo e commerciale dei
lama
Organismo esecutore: Acra - Associazione di cooperazione rurale in Africa e America Latina
Importo totale del contributo: euro 700.379,63, così suddiviso:
2002 - euro 245.436,24
2003 - euro 235.782,55
2004 - euro 219.160,84
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 44.640,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 745.019,63 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7384
22
Delibera n. 58
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Bolivia - Progetto per lo sviluppo rurale integrale dei cantoni di Chati e Toropalca
Organismo esecutore: Mlal - Movimento laici America Latina
Importo totale del contributo: euro 645.560,00, così suddiviso:
2002 - euro 256.034,00
2003 - euro 253.346,00
2004 - euro 145.180,00
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 55.800,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 710.360,00 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7299
Delibera n. 59
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Ecuador - Appoggio alle organizzazioni di base dei piccoli produttori agroalimentari
23
Organismo esecutore: Cric - Centro regionale d’intervento per la cooperazione
Importo totale del contributo: euro 770.322,72, così suddiviso:
2002 - euro 371.020,11
2003 - euro 228.703,32
2004 - euro 170.599,29
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 59.393,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 829.715,72 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 6545
Delibera n. 60
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Repubblica dominicana - Programma “Guariquen” di sviluppo del turismo sostenibile ed ecocompatibile nella zona di Las Galeras e dintorni
Organismo esecutore: Acra - Associazione di cooperazione rurale in Africa e America Latina
Importo totale del contributo: euro 498.910,27, così suddiviso:
2002 - euro 220.994,49
2003 - euro 185.491,69
2004 - euro 92.424,09
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 46.481,12 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 545.391,39 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7087
Delibera n. 61
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare gli artt. 1 comma 2; 2 comma 3 lett. e); 5 comma 3; 28 e 29;
24
Visto il Regolamento di esecuzione della legge n. 49/87, approvato con Dpr n. 177 del 12-4-1988 e
in particolare gli artt. 43 e 44;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 36 del 13-5-1997 relativa all’approvazione del documento “Progetti promossi da Ong - Schema di presentazione e procedure”;
Viste le domande di contributo presentate da organizzazioni non governative riconosciute idonee
per il parziale finanziamento di iniziative di cooperazione;
Vista la documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Delibera
la concessione di un contributo per il programma promosso da organismo non governativo di seguito indicato:
Vietnam - Programma integrato per la lotta alla malnutrizione infantile in cinque distretti suburbani di Hanoi
Organismo esecutore: Cesvi - Cooperazione e sviluppo
Importo totale del contributo: euro 772.526,55, così suddiviso:
2002 - euro 257.607,70
2003 - euro 257.605,32
2004 - euro 257.313,53
Per l’iniziativa sopra descritta è altresì previsto l’importo di euro 46.000,00 a carico della Dgcs per
oneri previdenziali e assicurativi.
L’importo totale del finanziamento di euro 818.526,55 graverà sul cap. 2181.
N. Aid: 7358
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Parere n. 8
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare l’art. 9 comma 4 lett. f);
Vista la proposta della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo ex art. 10 della legge
n. 49/87;
Considerato che nel “Memorandum of Understanding”, sottoscritto a Roma il 26-5-1997, il Governo
italiano ha messo a disposizione del Vietnam 100 miliardi di lire, pari a euro 51.645.689,91, a credito di
aiuto per il finanziamento di progetti in diversi settori tra cui quello agroalimentare;
Vista la delibera del Comitato direzionale n. 46 del 7-5-2002 con cui viene approvata la componente
a dono dell’iniziativa sotto indicata;
Sulla base della documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Esprime parere favorevole
alla seguente iniziativa da finanziarsi mediante la concessione di un credito di aiuto:
Vietnam - Rafforzamento della capacità di ricerca e formazione nel settore delle tecnologie alimentari e delle tecnologie agricole rispettivamente nelle Università di Hanoi e Thai Nguyen
Organismo esecutore: da definire a seguito di gara ristretta a imprese italiane
Stanziamento: fino a un massimo di euro 3.098.741,39
L’uso del credito sarà legato all’acquisto di beni e servizi di origine italiana attraverso procedure di
gara, conformi alla normativa europea per l’aiuto pubblico allo sviluppo, ristrette a società italiane.
Sulla base della delibera Cics n. 69/91 la percentuale massima per spese da effettuare in loco potrà
essere elevata fino al 15%.
N. Aid: 6351.02.6
Parere n. 9
Il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo
Vista la legge n. 49 del 26-2-1987 sulla disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di
sviluppo e in particolare l’art. 9 comma 4 lett. f);
Viste le proposte della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo ex art. 10 della legge
n. 49/87;
Visto l’art. 7 della legge n. 49/87;
Sulla base della documentazione predisposta dalla Dgcs e acquisita agli atti della presente riunione;
Esprime parere favorevole
alla seguente iniziativa suscettibile di essere finanziata a valere sul Fondo rotativo presso il Mediocredito
centrale:
Costa d’Avorio - Credito agevolato per il parziale finanziamento del capitale di rischio investito nell’impresa mista italo-ivoriana, di nuova costituzione, “Castelli Côte d’Ivoire - Cci”
Impresa beneficiaria: Nuova Castelli Spa
Stanziamento: euro 6.406.809,97
L’emanazione del decreto di concessione del credito agevolato rimane subordinata all’acquisizione
del parere favorevole delle Autorità locali.
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* * *
Nella riunione del 7-5-2002 il Comitato direzionale ha inoltre preso atto delle seguenti note informative:
– Prossimo adeguamento del trattamento economico dei volontari e dei cooperanti impiegati in progetti delle organizzazioni non governative;
– Giordania: Credito di aiuto per il programma di riabilitazione dell’acquedotto metropolitano di
Amman, esiti della gara di appalto;
– Honduras: Credito di aiuto per il programma di riabilitazione e miglioramento dei sistemi di acqua potabile e fognante di Tegucigalpa, esiti della gara di appalto.
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