Io e Plinio, il saluto

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Io e Plinio, il saluto
ART HOUSE
Bagno Vignoni (SIENA)
Io e Plinio, il saluto
a cura di Mario Pissacroia
Sergio Lombardo - “Il saluto (Io e Plinio)” - 1962
idropittura vinilica su tela
Courtesy Collezione Maramotti, Reggio Emilia
Plinio De Martiis fotografato da Alberto Burri negli anni ‘70
ART HOUSE
Piazza Moretto, 40
53027 Bagno Vignoni Siena - Italia
Telefono +39 347 7187288 | +39 348 5558522 | +39 335 8448641
E-mail: [email protected] - Web: www.art-house.it
1° Febbraio - 30 Marzo 2015
Domenica 1° febbraio 2015, dalle ore 11:30, inaugurerà a Bagno Vignoni (Siena) il nuovo spazio d’arte ART HOUSE, con la mostra Io e Plinio, il saluto, a cura di Mario Pissacroia (ideatore e
art director di ART HOUSE ) dedicata al grande gallerista romano di origini abruzzesi Plinio De
Martiis (scomparso nel 2004), che seppe rivoluzionare il panorama dell’arte in Italia dagli anni
’50 agli anni ’80, con le sue scelte coraggiose e lungimiranti, la sua carica innovativa e il suo
metodo sperimentale nell’ideare e organizzare eventi espositivi.
Negli ultimi anni della sua vita, trascorsi in Val d’Orcia, De Martiis organizzò numerose mostre
in uno spazio a Castelluccio di Pienza, e abitò proprio nell’antica casa di Bagno Vignoni che
ora ospita Art House: la sua stessa presenza carismatica, che aleggia ancora in questo luogo
magico, ha in qualche modo suggerito la creazione di questo nuovo spazio espositivo e performativo dedicato all’arte internazionale in Toscana.
ART HOUSE intende così rendere omaggio a un grande personaggio del mondo dell’arte il cui
talento - sia come fotografo che come gallerista, ideatore e organizzatore di eventi culturali - e
la cui attività, ricchissima di straordinarie iniziative e di lungimiranza culturale, non sono stati
ancora sufficientemente valorizzati.
Il più importante riconoscimento gli era stato tributato nel 2003 da Duccio Trombadori, che in
qualità di Presidente della Giuria della 54° edizione del Premio Michetti gli aveva fatto assegnare il “Premio Michetti alla Carriera”. Nel 2007 la Regione Abruzzo (di cui era originario) aveva
voluto omaggiarlo con una grande mostra alla sua memoria, presso il Museo Vittoria Colonna
di Pescara, dove erano presenti i maggiori artisti internazionali che aveva lanciato, in Italia e in
Europa, da Rauschenberg a Twombly, da Schifano a Rotella, e una selezione di splendide foto
da lui scattate agli artisti e ai personaggi del mondo della cultura che frequentavano la sua
mitica galleria romana La Tartaruga (fondata nel ’54), da Duchamp a Ungaretti, a Leo Castelli.
Nel 2014 la Galleria Marchetti di Roma gli ha dedicato una mostra in occasione del decennale
della sua scomparsa.
Protagonisti della mostra di ART HOUSE (anche con lavori del tutto inediti), alcuni fra i maggiori artisti che lavorarono con De Martiis ed esposero presso La Tartaruga tra il 1954 e il 1984
(anno della chiusura), e altri artisti che conobbero e stimarono De Martiis, o che comunque
ben rappresentano la vocazione internazionale e multidisciplinare della galleria (che riserva
una sala al design, al fashion, all’arte drammatica, sperimentando contaminazioni con la sound
art). Durante la mostra rivivrà anche la musica di Luciano Berio, che come altri grandi musicisti
contemporanei frequentò la galleria di De Martiis e vi tenne concerti.
Artisti presenti: Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Enrico Baj, Alberto Burri, Ennio Calabria, Tommaso Cascella, Tano Festa, Franco Fontana, Sergio Lombardo, Robert Mapplethorpe, Sebastián Matta, Gastone Novelli, Achille Perilli, Gerhard Richter, Mimmo Rotella, Mario Schifano,
Ugo Sterpini.
Plinio De Martiis e “La Tartaruga”
Nato a Giulianova (Teramo) nel 1920, Plinio De Martiis lasciò da ragazzino la città natale insieme ai genitori, per andare a vivere a Roma. Fin da ragazzo si appassionò alla fotografia,
al cinema e al teatro, frequentando il gruppo del “Teatro dell’Arlecchino”, insieme a Franca
Valeri, Carlo Mazzarella e Vittorio Caprioli. Aderì ben presto all’antifascismo, e dopo la guerra
diventò funzionario del Partito Comunista Italiano.Nel 1954 – suscitando diverse polemiche si allontanò dal PCI per aprire la mitica galleria d’arte “La Tartaruga”. La nascita della Galleria
avvenne quasi per caso, in una serata tra amici, nel 1954, quando dentro un cappello - di
Mario Mafai - furono messi 5 bigliettini piegati per estrarre a sorte il nome della galleria: fu
estratto un bigliettino con su scritto “la Tartaruga”. Lo aveva scritto Mino Maccari. Il 25 febbraio del 1954, Plinio De Martiis inaugurò la Galleria d’Arte in Via del Babuino, a pochi passi
da Piazza del Popolo, insieme alla moglie, Antonietta Pirandello (nipote di Luigi Pirandello).
Gli ispiratori di questa nuova avventura furono Leoncillo, Leonardi, Salvatore Scarpitta, Mario
Mafai e Giulio Turcato, artisti italiani già affermati nel panorama nazionale ed internazionale.
Oltre alle mostre dedicate a questi artisti, si tennero negli anni ’50 importanti mostre di artisti
come Afro e Burri, Fausto Pirandello, Dorazio, Novelli, Perilli, Rotella, Corpora, Consagra, Colla
(con la sua prima personale a Roma), Karel Appel e Asger Jorn (entrambi con la loro prima
personale a Roma). Tra il ‘57 e il ‘59, la Galleria “La Tartaruga” lanciò, per prima in Europa,
l’arte americana: vi esposero artisti americani come Rauschenberg, De Kooning, Marca-Relli
(con la sua prima personale a Roma), Kline e Twombly (entrambi con la loro prima personale
in Europa), ai quali negli anni ‘60 si sarebbero aggiunti anche Sam Francis e Andy Warhol.
Gli anni ‘60 si aprirono con l’esordio di Kounellis, con la sua prima personale assoluta, nel
giugno 1960, e continuarono con Schifano, Giosetta Fioroni, Castellani, Manzoni, Angeli, Festa, Ceroli (con la sua prima personale assoluta nel ‘64) e Pascali (con la sua prima personale
assoluta nel ’65). Nel 1963 la galleria si trasferì in Piazza del Popolo, e in quell’anno si ebbero
qui anche le prime apparizioni di Lombardo, Mambor, Tacchi. Anche Eliseo Mattiacci tenne
alla Tartaruga, nel 1967, la sua prima mostra personale. La Galleria La Tartaruga, era diventata
in breve tempo uno dei punti cruciali dell’arte nella “dolce vita” romana. La frequentava anche
Duchamp, e vi si potevano incontrare grandi intellettuali e scrittori come Giuseppe Ungaretti,
Nanni Balestrini (che vi tenne una mostra di poesia visuale), Tristan Tzara, Alberto Moravia e
Sandro Penna.
gli inizi del 1968 De Martiis ha ancora un’idea geniale: il “Teatro delle Mostre - Festival - Una
mostra ogni giorno. Dalle 16 alle 20”. L’evento prefigura la chiusura della galleria, ma di fatto
diventa leggenda. Il progetto trasformò la galleria in un laboratorio permanente, in una quotidiana occasione di incontro fra gli artisti, i critici, gli intellettuali che, con la loro assiduità di
frequentazione, costituivano l’anima della Galleria e la forza propulsiva contemporaneamente
del suo sviluppo e della più avanzata ricerca artistica romana. L’idea di una manifestazione così
congegnata era emersa a fronte della qualità più accentuatamente effimera che la produzione
artistica stava assumendo in quella fase, tale da richiedere un diverso modello di esposizione e
di rapporto con l’opera. Era la ricerca di un modo espositivo che assecondasse la nuova provvisorietà e transitorietà dell’arte.
La prima fase della Tartaruga si chiuse nel 1969, lasciando una traccia indelebile nell’arte contemporanea italiana e internazionale. Una delle ultime esposizioni fu un’importante mostra di
Giulio Paolini (maggio 1969). La galleria riaprì nel 1970 nella nuova sede di Via Principessa
Clotilde. Per tutti gli anni ‘70 continuò ad essere un insostituibile laboratorio d’arte, una fucina
di sperimentazione in cui esposero per la prima volta le loro opere artisti come Spalletti, Parmiggiani, Agnetti, nonché una vetrina importante per le ricerche della poesia visuale di quegli
anni. Alla fine degli anni ’70, De Martiis dà la sua interpretazione della “rinascita della pittura”
che va delineandosi in quel periodo. Dopo un’ennesima chiusura, la galleria riapre infatti, in
Piazza Mignanelli, con un piccolo gruppo di pittori “Anacronisti” (Piruca, Ligas, Di Stasio, Bulzatti, Gandolfi...), che dipingono a olio su tela: una pittura figurativa e “antica”. Ma ormai l’energia
più potente e guizzante si è esaurita: De Martis continuerà a organizzare mostre in galleria fino
a metà degli anni ’80, mostre anche belle e importanti, ma prevalentemente “di repertorio”,
utilizzando spesso materiali d’archivio, in particolar modo le splendide fotografie che lui aveva
sempre continuato a scattare, durante il suo percorso di grande gallerista di arte contemporanea.
Negli anni ’90, De Martis si trasferisce nella Val d’Orcia (Siena), dove a Castelluccio di Pienza dà
vita a un’associazione culturale che chiama ancora “La Tartaruga”. Qui organizza le affascinanti
collettive Gli anni originali e Per il clima felice degli anni ‘60, retrospettive di Angeli e di Manzoni, personali di Kounellis e Mauri, insieme a interessanti mostre di giovani artisti.
Muore a Bagno Vignoni il 2 luglio 2004.
Scheda tecnica
Mostra: Io e Plinio, il saluto
Artisti: Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Enrico Baj, Alberto Burri, Ennio Calabria, Tommaso Cascella,
Tano Festa, Franco Fontana, Sergio Lombardo, Robert Mapplethorpe, Sebastián Matta, Carlo Mattioli, Gastone Novelli, Achille Perilli, Franco Piruca Gerhard Richter, Mimmo Rotella, Mario Schifano,
Ugo Sterpini.
A cura di: Mario Pissacroia
Sede: ART HOUSE
Indirizzo: Piazza Moretto, 40 - 53027 Bagno Vignoni, Siena - Italia
Inaugurazione: domenica 1° febbraio 2015, dalle ore 11.30
Periodo espositivo: 1° febbraio – 30 marzo 2015
Ingresso: Iscrizione
Orari: VEN 17.00-21.00 ; SA 11.00-22.00 ; DOM 11.00-20.00, e per appuntamento.
Informazioni: Telefono +39 347 7187288 | +39 348 5558522 | +39 335 8448641
E-mail: [email protected] - Web: www.art-house.it