MERCATO DEL LAVORO File - Dipartimento di Scienze Sociali ed
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MERCATO DEL LAVORO File - Dipartimento di Scienze Sociali ed
1 Misurare il lavoro Che si intende per “Occupato” ? e per “Disoccupato” ? Cosa sono le “Forze di Lavoro” ? Cos’è una “Unità di Lavoro” ? e un “Posto Vacante” ? Operatore FAMIGLIE IMPRESE 0FFRE DOMANDA I servizi dei fattori produttivi fra cui il Lavoro 2 Grado di partecipazione al mercato del lavoro Occupati fissi full time Max Occupati fissi part time Occupati saltuari Persone in ricerca attiva di occupazione Persone che si dichiarano in ricerca di occupazione Persone che hanno cercato un’occupazione in tempi recenti Persone non in ricerca attiva ma forse interessate Persone non interessate Persone escluse per legge Min 3 MISURE DELLA DISOCCUPAZIONE (Aprile 1995) DEFINIZIONI Italia Persone in cerca di occupazione Include chi non cerca lavoro ma sarebbe disponibile a lavorare Tassi di Disoccupazione (%) Italia CentroNord Sud 5.864.000 22,7 15,8 30,5 Ufficiale 2.637.000 11,6 7,3 20,9 Esclude chi ha effettuato meno di 3 azioni di ricerca nelle ultime 4 settimane 730.000 3,5 2,8 5,3 Esclude chi è disposto a lavorare solo full-time o solo part-time 1.669.000 7,7 4,8 14,2 Esclude chi è disposto a lavorare solo nel comune di residenza 1.585.000 7,3 4,6 13,6 Include solo chi non ha riserve su luogo, orario o tipo di contratto 144.000 0,7 0,2 1,9 Fonte: “Una disoccupazione a molte facce”, Il Sole 24ore, Aprile 1995 4 Rilevazioni Lato del mercato Offerta (famiglie) Domanda (imprese) Frequenza della rilevazione Bassa Alta (analisi strutturale e territoriale) (analisi congiunturale e conti nazionali) Censimento della Popolazione Rilevazione delle Forze di Lavoro Censimento dell’Industria e Servizi; Rilevazione del sistema dei conti delle imprese Censimento dell’Agricoltura Rilevazione sull’occupazione dipendente nelle grandi imprese Indagine sui posti vacanti presso le imprese dell’industria e dei servizi 5 Censimento della Popolazione Unità di rilevazione Famiglie Periodicità Decennale Copertura Totale Dettaglio geografico Comunale Per una data area geografica questa rilevazione fornisce i membri delle famiglie censite che sono occupati. Esempio: Comune di Roma, 2001: 1.002.253 occupati 6 Censimenti dell'Industria e Servizi, e dell'Agricoltura Unità di rilevazione Unità Locali Periodicità Decennale Copertura Totale Dettaglio geografico Comunale Per una data area geografica questa rilevazione fornisce gli addetti alle unità censite. Esempio: Comune di Roma, 2001: 1.098.172 addetti 7 ADDETTI e OCCUPATI Un po’ di confusione può sorgere confrontando i dati sull’occupazione desumibili dal censimento della popolazione da un lato e dai censimenti economici dall’altro. È vero che entrambe le rilevazioni censuarie cercano di cogliere in maniera esaustiva le dimensioni del mercato del lavoro, con riferimento ad una stessa data e ad uno stesso territorio (ad esempio un comune): i dati risultanti sono però differenti. Guardiamo ad esempio i dati dei Censimenti 2001 per il Comune e la Provincia di Roma, la Regione Lazio, e l’Italia in complesso. Censimenti 2001 Risultati relativi al mercato del lavoro Comune di Provincia di Regione Italia Roma Roma Lazio Addetti (°) 1.098.172 1.369.044 1.746.229 19.410.556 Forze di lavoro 1.127.190 1.612.404 2.164.470 23.742.262 Occupati 1.002.253 1.414.413 1.885.229 20.993.732 In cerca di occupazione 124.937 197.991 279.241 2.748.530 Addetti - Occupati 95.919 -45.369 -139.000 -1.583.176 (°) Solo Censimento dell’Industria e Servizi; manca il Censimento dell’Agricoltura, condotto nell’anno 2000. Il fenomeno, a prima vista sconcertante, ha una serie di cause. Il termine "Occupazione" desunto dai censimenti delle attività produttive fa riferimento alla definizione di addetto all’unità locale; non è confrontabile con il concetto di occupazione desumibile dal censimento della popolazione, che fa riferimento alla definizione di popolazione attiva. Le cause di diversità sono: la diversa definizione; la popolazione attiva comprende le persone in condizione professionale (occupate, disoccupate e alla ricerca di nuova occupazione) e in cerca di prima occupazione; gli addetti comprendono le persone occupate presso l’unità locale alla data del censimento. 8 la diversa unità di rilevazione (famiglia e unità locale). Ciò porta, nel censimento della popolazione, a rilevare tutte le persone che svolgono un’attività lavorativa senza fare capo ad un’unità locale (in prevalenza lavoratori a domicilio, lavoratori autonomi, liberi professionisti, ecc.) mentre le stesse possono risultare di fatto escluse dal censimento delle attività produttive a causa delle difficoltà connesse con la loro individuazione da parte del rilevatore. la diversa distribuzione territoriale; gli addetti risultano localizzati nel comune in cui ha sede l’unità locale mentre gli attivi sono localizzati nel comune di residenza. la classificazione secondo l’attività economica, poiché è diverso il rispondente (capofamiglia in un caso, titolare dell’unità locale nell’altro). Infatti, sia gli addetti rilevati con il censimento economico sia gli attivi rilevati con il censimento demografico sono classificati secondo l’attività economica, unica o prevalente, svolta dall’unità locale da cui dipendono. Nel censimento economico però, tutto il personale di un’unità locale è classificato in base all’unica dichiarazione fornita dal titolare dell’unità locale stessa, mentre nel censimento demografico le dichiarazioni sono individuali. il diverso campo di osservazione, che di fatto è esaustivo di tutte le attività economiche per il censimento della popolazione, mentre è relativo all’elenco delle attività produttive appositamente previste per il censimento economico. 9 SCI Rilevazione del Sistema dei Conti delle Imprese L'Istat effettua annualmente una rilevazione del sistema dei conti delle imprese (SCI), per permettere l'analisi statistico-economica delle singole voci costitutive del valore aggiunto delle imprese, oltre che delle principali variabili economico-contabili. L'indagine SCI è censuaria. Tutte le imprese dei settori dell'industria e artigianato; del commercio, alberghi e pubblici esercizi; dei trasporti e comunicazioni e degli altri servizi hanno l'obbligo di rispondere. L'indagine utilizza la tecnica del questionario telematico auto-compilato. Le imprese che non hanno la possibilità di rispondere telematicamente utilizzano un formato cartaceo da spedire via fax. Nel modello ISTAT/SCI viene richiesta la quantificazione di importanti variabili economiche, compresi i seguenti dati relativi all’occupazione: ADDETTI - Per le singole categorie professionali si rileva la MEDIA ANNUA, calcolata dividendo per dodici la somma del personale occupato alla fine di ciascun mese: DIRIGENTI QUADRI E IMPIEGATI (e personale equiparato: intermedi, ecc.); OPERAI e COMMESSI; LAVORANTI A DOMICILIO: iscritti nel libro paga dell'impresa; APPRENDISTI: iscritti nel libro paga dell'impresa; DIPENDENTI STAGIONALI: occupati di qualsiasi categoria che hanno prestato la loro opera solo per una parte dell'anno per lavori di tipo stagionale (per questi si rileva anche il numero complessivo); DIPENDENTI A TEMPO PARZIALE: occupati di qualsiasi categoria che hanno prestato la loro opera in maniera continuativa nell'anno ma ad orario ridotto o a part-time (per questi si rileva anche il numero complessivo). Sono rilevati inoltre gli assunti in base al contratto di formazione lavoro (o di inserimento), al contratto di lavoro ripartito (job sharing), al contratto di lavoro intermittente (job on call). Nel computo deve essere incluso anche il personale temporaneamente assente per malattia, ferie, cassa integrazione guadagni (ordinaria e straordinaria), ecc., ed escluso invece il personale dipendente che lavora all'estero, non residente in Italia. I lavoratori interinali, e quelli in staff leasing tramite agenzie per il lavoro, non sono inclusi tra gli addetti. Tali lavoratori sono considerati come propri dipendenti solamente dalle agenzie per il lavoro. 10 RILEVAZIONE SULL’OCCUPAZIONE DIPENDENTE NELLE GRANDI IMPRESE La Rilevazione sull’occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese ha frequenza mensile. All’indagine partecipano circa 1.100 imprese aventi nella media dell'anno base almeno 500 addetti, che svolgono la loro attività economica in uno dei settori dell’industria o dei servizi distributivi e alle imprese. L’elenco delle imprese che costituiscono la base è derivato da ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) relativo all’anno 2005. Il grado di copertura aggregato è pari al 20,0 % del numero complessivo delle posizioni di lavoro dipendente risultante da ASIA (15,5 % nell’industria e 24,3 % nei servizi). La base di calcolo dei numeri indice viene aggiornata periodicamente, al fine di verificare la rappresentatività del panel delle imprese soggette all’indagine, sotto il profilo sia dell’effettiva dimensione occupazionale, sia della loro appartenza ai settori inclusi nel campo di osservazione. Gli indici dell’occupazione – che rispecchiano l’evoluzione dell’occupazione media nel panel delle imprese soggette - sono calcolati come rapporto tra i dati mensili ed i corrispondenti valori medi dell'anno base (a partire dal gennaio 2007, media 2005=100). Le serie storiche dei nuovi indici mensili in base 2005 sono disponibili dal gennaio 2005 e sostituiscono quelle precedenti (base 2000). Sulla banca dati Conistat (http://con.istat.it/) sono disponibili le serie storiche degli indici dal gennaio 1996, opportunamente raccordate. Gli indici delle serie storiche relative all’occupazione (al netto e al lordo della Cig), degli orari di lavoro, delle retribuzioni orarie e del costo del lavoro per ora lavorata vengono diffusi anche in forma destagionalizzata, con riferimento ai settori industria e servizi. La procedura di destagionalizzazione adottata si basa sull'assunzione che ogni serie storica sia rappresentabile come una combinazione di tre componenti non direttamente osservabili: componente ciclo-trend, che rappresenta la tendenza di medio e lungo periodo; componente stagionale, costituita da movimenti periodici, la cui influenza si esaurisce nel corso di un anno; componente irregolare, dovuta a fattori erratici. Occupazione dipendente nelle grandi im prese 100 99 N.I. 2010=100 98 97 96 95 94 11 20 tt O ic D b Fe 12 20 r Ap iu G Totale o Ag 12 20 tt O Industria ic D b Fe Servizi 13 20 r Ap iu G o Ag 13 20 t O 11 Posti Vacanti Definizione e concetti Posti di lavoro retribuiti che siano nuovi, liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo. La ricerca attiva di un candidato idoneo può essere effettuata in diversi modi: notifica ad agenzie del lavoro pubbliche; contatto con agenzie del lavoro private; pubblicazione di avvisi di ricerca di personale sui media (internet, quotidiani, riviste) o su una bacheca di avvisi pubblica; contatto, intervista o selezione diretta di candidati; contatto con dipendenti o altri conoscenti al fine di chiedere un loro interessamento per la ricerca di un candidato idoneo; uso di stage ai fini della scelta di futuri dipendenti. I dati misurati dall’indagine si riferiscono ai posti vacanti per lavoratori dipendenti (dirigenti esclusi) in essere all’ultimo giorno del trimestre di riferimento, e misurano le ricerche di personale iniziate e che nel giorno finale del trimestre non sono ancora concluse (perché un candidato idoneo non è già stato assunto e perché l’impresa non ha deciso di interrompere la ricerca). Il tasso di posti vacanti è definito come il rapporto percentuale fra i posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate (dirigenti esclusi). Il tasso misura dunque la quota di tutti i posti di lavoro dipendente per qualifiche non dirigenziali, occupati o vacanti, per i quali è in corso una ricerca di personale. Questo indicatore, misurando la quota di posti di lavoro per i quali le imprese cercano lavoratori idonei, corrisponde alla parte di domanda di lavoro non soddisfatta. Presenta una diretta analogia con il tasso di disoccupazione, che misura la quota di forze di lavoro in cerca di un’occupazione e rappresenta, quindi, la parte di offerta non impiegata. Di considerevole importanza per l’analisi del ciclo economico, è stato incluso in sede europea nella lista dei Principali Indicatori Economici Europei: questi ultimi (in tutto19, di cui quattro sul mercato del lavoro) corrispondono alle statistiche ritenute indispensabili alle autorità di politica economica europee per cogliere con tempestività l’evoluzione dell’economia nell’Unione e nella zona dell’euro. L’indagine trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate L’indagine trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate, condotta dall’Istat a partire dal terzo trimestre 2003, raccoglie informazioni presso le imprese su diversi aspetti dell’evoluzione della domanda di lavoro: numero di dipendenti alla fine del trimestre corrente e alla fine del trimestre precedente; flussi occupazionali in entrata e in uscita nel trimestre; numero di posti vacanti alla fine del trimestre corrente; ore effettivamente lavorate (ordinarie e straordinarie) nel trimestre, ore non lavorate ma retribuite dal datore di lavoro. I dati vengono richiesti separatamente per impiegati e operai; sono esclusi i dirigenti. La popolazione oggetto di indagine è l’insieme di imprese con almeno 10 addetti dipendenti del settore privato non agricolo, ad esclusione dei servizi sociali e personali (sezioni di attività economica da C a K della classificazione Ateco 2002). Il campione è composto da circa 14.000 imprese estratte dalla versione più recente dell’Archivio statistico sulle imprese attive (Asia). Per le imprese con almeno 500 dipendenti (circa 1.300 in Asia 2006) la rilevazione è censuaria; per quelle da 10 a 499 dipendenti è campionaria ad uno stadio, stratificato per attività economica, classe dimensionale e ripartizione geografica. Per le imprese sottoposte a estrazione campionaria è prevista la rotazione di circa un terzo delle unità ogni quarto trimestre dell’anno. Il disegno campionario longitudinale garantisce la produzione di stime di variazioni affidabili. La rotazione permette di mantenere una rappresentatività soddisfacente rispetto a un universo in evoluzione, e di distribuire il carico statistico tra le imprese. La raccolta dei dati avviene principalmente tramite due modalità di rilevazione: interviste Cati (condotte per telefono e assistite da computer) e compilazione del questionario sul web; una quota marginale di questionari è ricevuta tramite fax o posta. Alle imprese che entrano per la prima volta nel campione viene richiesto di rispondere ad una intervista Cati; per le occasioni di indagine successive possono scegliere la modalità di rilevazione. 12 Il controllo della variabile posti vacanti avviene attraverso una procedura di identificazione di valori anomali, che si avvale di tecniche di regressione robusta. Particolare attenzione è riservata alle imprese di grandi e grandissime dimensioni, attraverso la formazione di un gruppo specializzato di intervistatori, e con procedure di follow-up e ricontatto, per massimizzare le risposte e verificare i dati anomali. Al momento, le serie storiche del tasso di posti vacanti non sono sottoposte a procedure di destagionalizzazione, in quanto la loro brevità impedisce di identificare e correggere gli effetti stagionali con un grado di approssimazione accettabile. Posti vacanti e disoccupazione Un’ampia letteratura enfatizza l’uso delle due grandezze per l’interpretazione delle dinamiche cicliche del mercato del lavoro. La relazione attesa tra i due indicatori è negativa: quando l’attività economica si espande il tasso di posti vacanti aumenta, riflettendo la crescita della domanda di lavoro la quale, a sua volta, tende a tradursi in un calo del tasso di disoccupazione. Viceversa, in periodi di rallentamento o contrazione dell’attività economica, le imprese riducono la ricerca di lavoro: il tasso di posti vacanti tende a declinare, e quello di disoccupazione ad aumentare. Il tasso di posti vacanti nell’industria e nei servizi Nel periodo I Trim. 2004 – III Trim. 2013 il tasso medio registrato nel Totale di Industria e Servizi è sceso dall’1,2% allo 0,4%. Per avere un’idea sulla dimensione dei fenomeno, si può osservare che ad ogni 0,1% corrispondono circa 8 mila posti vacanti, a fronte di oltre 8 milioni di posizioni lavorative dipendenti occupate (insieme delle imprese con almeno 10 dipendenti). Posti Vacanti - Industria e Servizi 1,6 Tasso % 1,2 0,8 0,4 0 4 5 5 6 7 8 9 0 0 1 2 3 3 7 4 6 8 9 1 2 00 00 00 01 01 01 00 00 00 00 00 01 01 01 00 00 00 00 01 01 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 1 3 1 3 1 3 1 1 3 3 1 3 1 1 3 3 1 1 3 3 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T Totale Industria Servizi La quota di imprese con posti vacanti Ulteriori informazioni sul fenomeno derivano dalla quota di imprese con posti vacanti, che misura la diffusione presso le imprese della presenza di posizioni lavorative per cui si effettuano ricerche di candidati idonei all’assunzione. Nel periodo I Trim. 2004 – II Trim. 2008 il tasso medio di imprese con posizioni vacanti a fine trimestre è dell’11,1%. La dimensione media delle imprese sembra uno dei principali fattori che spiegano la variabilità di questo indicatore: maggiore è la dimensione delle imprese più alta è la probabilità che si riscontri una ricerca per almeno un’unità di personale, anche in periodi di stabilità o contrazione dello stock occupazionale. Un secondo fattore influente è la durata della ricerca di personale: Maggiore è la lunghezza media della ricerca, più facilmente quel posto vacante sarà registrato a fine trimestre e misurato dall’indagine. La durata dipende a sua volta da molti fattori, tra cui le qualifiche e competenze richieste ai candidati e il grado di strutturazione delle procedure di ricerca, che possono presentare caratteristiche specifiche a livello settoriale. 13 Posizioni Lavorative e Unità di LAvoro PL - Posizione Lavorativa È definita come un contratto di lavoro, esplicito o implicito, tra una persona e un'unità produttiva (impresa) residente, finalizzata allo svolgimento di una prestazione lavorativa contro corrispettivo di un compenso (retribuzione, che in senso ampio include il reddito misto dei lavoratori indipendenti). Le posizioni lavorative rappresentano il numero dei posti di lavoro occupati (a tempo pieno e a tempo parziale), dati dalla somma delle prime posizioni lavorative e delle posizioni lavorative plurime, indipendentemente dal numero di ore lavorate. ULA - Unità di LAvoro (o equivalente tempo pieno) Unità di misura del volume di lavoro prestato nelle posizioni lavorative, calcolata riducendo il valore unitario delle posizioni a tempo parziale in equivalenti a tempo pieno. Quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un Paese a prescindere dalla loro residenza (occupati interni). Tale misura è necessaria dato che un occupato può assumere una o più posizioni lavorative in funzione: 1) dell'attività (unica, principale, secondaria); 2) della posizione nella professione (dipendente, indipendente); 3) della durata (continuativa, non continuativa); 4) dell'orario di lavoro (a tempo pieno, a tempo parziale); 5) della posizione contributiva o fiscale (regolare, irregolare). Una unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestato nell'anno da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro. Questo concetto non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato ad un numero di ore annue corrispondenti ad un'occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa. Le unità di lavoro sono utilizzate come misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi rientranti nelle stime del Prodotto interno lordo in un determinato periodo di tempo. 14 Principali cause di discrepanza: Cassa Integrazione Guadagni; straordinario; Lavoro Lavoro part-time; Secondo Lavoro; Lavoro irregolare. Consideriamo ad esempio la seguente tabella Italia 2012 ULA PL Ula/Pl Agricoltura Industria Servizi 1.185,9 6.083,9 16.476,1 1.725,6 6.798,9 20.659,9 68,7% 89,5% 79,7% Totale 23.745,9 29.184,4 81,4% Si può rilevare il diverso “contenuto”, in termini di ULA, delle PL nei 3 Rami dell’Economia. ULA << Posizioni Lavorative Ad es. Agricoltura: prevalgono il secondo lavoro, il lavoro part-time, il lavoro irregolare. ULA <,≤,> Posizioni Lavorative Ad es. Industria: è diffuso il lavoro straordinario, ma anche la CIG. 15 Rilevazione delle Forze di Lavoro Unità di rilevazione: Famiglie residenti (Convivenze escluse) Frequenza: Continua sulle settimane di ogni Trimestre 13 Copertura: Campionaria. Campione: A due stadi, stratificazione del 1° stadio: con 1°. Comuni: 1400 in totale, stratificati per popolazione; con inclusione di tutti i comuni maggiori di una soglia variabile per provincia ed estrazione tra i più piccoli 2°. Famiglie: 70.000 a trimestre, pari a 280.000 per anno. Ogni famiglia estratta è intervistata per due rilevazioni, poi sospesa per due, poi intervistata per altre due (2-2-2). 16 I Comuni vengono stratificati per provincia. Si determina una soglia dimensionale per ogni provincia, al di sopra della quale tutti i comuni vengono inclusi nel piano di campionamento (Comuni Autorappresentativi). Al di sotto di questa soglia vengono selezionati dei comuni per ogni strato (Comuni non Autorappresentativi), con probabilità proporzionale al peso demografico. FAMIGLIA = insieme di persone che coabitano, legate da matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi. L’estrazione delle famiglie dalle liste anagrafiche dei comuni viene effettuata in modo tale da assicurare sia la formazione dei diversi campioni per l’intero ciclo, sia un elenco di famiglie di riserva per eventuali sostituzioni. Il sistema di rotazione delle famiglie (2-2-2) consente di mantenere invariata metà della composizione del campione in due trimestri consecutivi, e l’altra metà in due trimestri a distanza di un anno fra loro. 17 Forze di Lavoro=Occupati+Disoccupati Occupati: con oltre 15 anni; hanno lavorato nella settimana dell’indagine almeno 1 ora retribuita (anche non retribuita se in azienda familiare); Disoccupati: con esperienze lavorative (ex-occupati), senza esperienze lavorative (in cerca di prima occupazione), ex-inattivi; hanno effettuato un’azione di ricerca nelle ultime 4 settimane e sono disponibili a lavorare entro 2 settimane. Inattivi (Non Forze di Lavoro) In età lavorativa (15 – 64 anni): Cercano lavoro non attivamente ma sono disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non sono disponibili a lavorare Non cercano lavoro ma sono disponibili a lavorare Non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare In età non lavorativa: minori di 15 o maggiori di 64 anni; 18 La rilevazione sulle forze di lavoro riveste un ruolo di primo piano nella documentazione statistica sul mercato del lavoro. Obiettivo dell’indagine è produrre le stime ufficiali degli occupati e delle persone in cerca di occupazione. In base alle definizioni ispirate dall’International Labour Office e recepite dai Regolamenti comunitari, la popolazione in età lavorativa (15 anni e oltre) è ripartita in tre gruppi distinti: occupati, disoccupati, inattivi. I primi due gruppi formano insieme le “forze di lavoro”; il terzo le “non forze di lavoro”. Nel mercato del lavoro le forze di lavoro costituiscono la cosiddetta "offerta di lavoro", che va a soddisfare la "domanda di lavoro" proveniente da imprese e istituzioni. Oltre a misurare l’occupazione e la disoccupazione, l’indagine approfondisce modalità e gradi di partecipazione al mercato del lavoro e fornisce informazioni su tutte le forme di occupazione: lavoro a tempo indeterminato e determinato, a tempo pieno e parziale, con molte o poche ore nella settimana, stagionale, a turni o svolto in orari non standard. Nata nel 1959, la rilevazione trimestrale campionaria sulle forze di lavoro ha visto nel corso degli anni miglioramenti metodologici e revisioni delle definizioni. L’ultima revisione, del 2004, ha introdotto una rilevazione detta continua, che rende disponibile una base informativa non più limitata ad uno specifico periodo temporale, e consente una valutazione più ampia e attendibile dei cambiamenti di stato occupazionale, sia reali che percepiti del soggetto intervistato, e dei fenomeni di mobilità territoriale. Nella nuova indagine, sono considerate occupate le persone con più di 15 anni che nella settimana a cui si riferisce l'intervista hanno svolto almeno un'ora di lavoro retribuita (se l’attività è svolta nella ditta di un familiare nella quale si collabora abitualmente, il lavoro può anche non essere retribuito). E' questo un criterio oggettivo che differenzia la nuova indagine rispetto alla precedente, dove valeva la condizione percepita e dichiarata dall'intervistato. La condizione di occupato è completamente svincolata dall’opinione che il soggetto intervistato ha della propria condizione. Un individuo classificato come occupato può infatti percepire in modo differente il proprio status, così come un individuo può non rientrare nei criteri per essere classificato come occupato nonostante si ritenga tale. Un quesito sulla condizione autopercepita, collocato dopo le sezioni necessarie alla classificazione della posizione lavorativa dell’intervistato, consente di confrontare i risultati ottenuti con i nuovi criteri con quelli correlati alle valutazioni soggettive sulla partecipazione al mercato del lavoro. Un’ulteriore caratteristica della nuova rilevazione riguarda le condizioni che devono essere verificate per classificare come occupato un individuo assente dal lavoro. Se l’intervistato non ha svolto ore di lavoro, si verifica l’esistenza di due requisiti: ripresa dell’attività dopo il periodo di assenza e durata della stessa non superiore a tre mesi. Per i lavoratori dipendenti la durata dell’assenza può essere superiore a tre mesi se la retribuzione percepita è almeno pari al 50% di quella antecedente l’inizio del periodo di assenza; per i lavoratori autonomi se l’attività viene comunque mantenuta. Essere disoccupato deriva da una condizione, un comportamento, un atteggiamento. L’individuazione delle persone in cerca di occupazione (di età compresa tra 15 e 74 anni) si fonda sui seguenti requisiti: Condizione: risultare non occupato. Comportamento: avere fatto almeno un’azione di ricerca di lavoro (tra quelle previste nel questionario) nelle quattro settimane precedenti l’intervista; questo criterio non viene applicato a chi dichiara di avere trovato un lavoro che inizierà entro tre mesi dalla data dell’intervista. Atteggiamento: essere disponibile a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive il momento dell’intervista. 19 20 Importanti contributi conoscitivi sono dati, nella nuova indagine, dalla raccolta di informazioni su: le motivazioni del ricorso al lavoro a tempo parziale, con particolare attenzione a quelle relative alla conciliazione tra tempi di lavoro e impegni familiari. Questa scelta è infatti collegata all’eventuale accessibilità di adeguati servizi per la cura dei figli e/o dei familiari. la possibile stima dell’effetto della carenza di servizi di assistenza sulle persone in cerca di lavoro, con un apposito quesito rivolto a coloro che dichiarano di non cercare lavoro per prendersi cura dei figli e/o di altri familiari; gli spostamenti legati a motivi di lavoro, distinguendo quelli a breve (all’interno dei confini provinciali o regionali) da quelli a lungo raggio (interregionali), integrando la base informativa già presente nella precedente indagine circa il luogo di svolgimento dell’attività principale; le collaborazioni coordinate e continuative e le prestazioni d’opera occasionali. La posizione nella professione viene ora rilevata distinguendo le collaborazioni e le prestazioni occasionali sia dal lavoro dipendente sia da quello autonomo, mentre in precedenza era centrata sulla dicotomia tra lavoro dipendente e autonomo (i soggetti coinvolti nelle tipologie di lavoro “non standard” potevano dichiararsi ed essere classificati lavoratori dipendenti o indipendenti); l’effettivo grado di autonomia nello svolgimento del lavoro di collaborazione coordinata e continuativa o di prestazione occasionale, con l’individuazione delle principali modalità di erogazione dell’attività: a favore di uno o più datori di lavoro, nel luogo di pertinenza del committente o altrove, secondo prestabiliti schemi di orario o senza vincolo alcuno. Le collaborazioni coordinate e continuative e le prestazioni d’opera occasionali vengono di norma incluse nel lavoro autonomo, ma le informazioni circa le modalità con cui queste figure professionali svolgono di fatto il lavoro forniscono importanti elementi per valutare il loro reale status, più spesso simile al lavoro subordinato piuttosto che a quello autonomo. il lavoro interinale, con l’integrazione delle informazioni rese disponibili dalle fonti amministrative (in particolare, Inps e Inail). Due sono le tipologie di contratti incluse nel lavoro interinale: il contratto di fornitura (l’impresa fornitrice mette a disposizione di un’impresa utilizzatrice uno o più lavoratori) e il contratto di lavoro temporaneo (l’impresa fornitrice assume il lavoratore che metterà a disposizione dell’impresa utilizzatrice). l’inserimento lavorativo, attraverso la rilevazione della data di inizio della prima occupazione. Un ampliamento dei contenuti informativi viene fornito anche con riguardo alla condizione lavorativa retrospettiva e la residenza, ad un anno di distanza dall’intervista; le azioni effettuate dai non occupati che si dichiarano alla ricerca di un lavoro. Per ciascuna azione è previsto uno specifico quesito (con esplicito riferimento anche al periodo in cui le azioni sono state effettuate), in sostituzione dell’unica domanda a risposta multipla utilizzata nella precedente indagine. La nuova indagine separa poi i quesiti relativi alle azioni passive, che non prefigurano un’attiva partecipazione al mercato del lavoro, mentre la rilevazione trimestrale si limitava ad inserirle indistintamente in un più generale elenco di azioni attive e passive. Disegno campionario La popolazione di riferimento è costituita da tutti componenti delle famiglie residenti in Italia, anche se temporaneamente all’estero. Sono escluse le famiglie che vivono abitualmente all’estero e i membri permanenti delle convivenze (istituti religiosi, caserme ecc.). Il campionamento è a due stadi, le unità di primo stadio (UPS) sono i comuni mentre quelle di secondo stadio (USS) sono le famiglie anagrafiche. Le UPS sono stratificate all’interno di ciascuna provincia sulla base della dimensione demografica dei comuni, con l’identificazione di due tipologie di comuni: gli autorappresentativi (AR), che fanno tutti parte del campione; i non autorappresentativi (NAR), selezionati in base alla dimensione demografica. I comuni AR con maggiore dimensione demografica sono coinvolti nella rilevazione tutte le settimane; gli altri comuni AR una settimana al mese. Ogni 21 comune NAR è coinvolto nella rilevazione una settimana al mese secondo uno schema di associazione casuale delle settimane ai comuni del campione. Per ciascun comune viene estratto dalla lista anagrafica un campione casuale semplice, composto da un numero di gruppi di quattro famiglie pari alla dimensione del campione prevista per il comune stesso; ad ogni famiglia base da intervistare (la prima del gruppo estratto) si assegnano altre tre famiglie da utilizzare in sostituzione, qualora questa non voglia o possa partecipare all’indagine. L’indagine prevede uno schema di rotazione delle famiglie campione del tipo 2, 2, 2 (ogni famiglia estratta nel campione partecipa all’indagine per due trimestri consecutivi, non viene intervistata nei due trimestri successivi e partecipa nuovamente all’indagine per altri due trimestri). Da ciò consegue che il 50% delle famiglie intervistate a 3 e a 12 mesi di distanza sono le stesse, mentre a 9 e 15 mesi la sovrapposizione del numero delle famiglie è del 25%; inoltre ogni trimestre un quarto del campione delle famiglie si trova rispettivamente alla prima, seconda, terza o quarta intervista. Complessivamente vengono estratte circa 77.000 famiglie a trimestre. In un anno vengono dunque intervistate circa 300.000 famiglie. La rilevazione continua è in grado di garantire stime significative a livello regionale con cadenza trimestrale e a livello provinciale in media d’anno. Estrazione delle famiglie L’estrazione delle unità di secondo stadio effettuata dai comuni del campione segue alcune rigide regole metodologiche, dall’utilizzo di un specifico passo di estrazione ai criteri di ordinamento delle liste anagrafiche. Il sistema di estrazione delle famiglie coinvolge i comuni, che forniscono le liste dei nominativi, con un sistema basato su un software prodotto dall’Istat e sulle potenzialità delle trasmissioni telematiche. Il processo di acquisizione dei nominativi delle famiglie è progettato al fine di: sfruttare le potenzialità dei comuni con anagrafe informatizzata; aiutare i comuni senza anagrafe informatizzata a registrare i nominativi del campione in modo uniforme; ridurre i tempi di acquisizione del campione; monitorare l’intero processo. Tecnica di indagine. Il sistema CAPI-CATI La nuova rilevazione continua prevede che ogni unità campionaria sia soggetta ad un ciclo di quattro interviste con l’utilizzo di una tecnica mista di rilevazione computer assisted: CAPI-CATI. La prima intervista viene effettuata faccia a faccia da un rilevatore Istat presso il domicilio della famiglia con l’ausilio di un personal computer che gestisce il questionario elettronico (CAPI, computer assisted personal interview). Le successive vengono realizzate con intervista telefonica assistita da computer (CATI, computer assisted telephon interview) da rilevatori di una società esterna, tranne nel caso di famiglie senza telefono che vengono reintervistate tramite CAPI. Il monitoraggio del lavoro sul campo, rivolto a verificare il corretto comportamento dei rilevatori, è una delle condizioni fondamentali per evitare larga parte degli errori non campionari che si verificano nelle rilevazioni. La costruzione di una rete di rilevatori direttamente gestita dall’Istituto accresce l’importanza di tale attività. Esiste un insieme di regole da rispettare riguardo le modalità di esecuzione delle interviste e di sostituzione delle famiglie, il numero massimo di tentativi (appuntamenti telefonici o visite al domicilio) per famiglia, l’orario delle interviste. Tutto ciò viene registrato dal questionario elettronico. Queste regole e l’utilizzo della tecnica CAPI-CATI hanno permesso la progettazione di un sistema di monitoraggio della qualità del lavoro sul campo tra i più avanzati che l’Istat abbia mai prodotto. Con riguardo alle interviste CAPI svolte dai rilevatori, vengono calcolati alcuni indicatori che forniscono informazioni sulla performance della rilevazione: tasso di completezza; rapporto tra le famiglie che vengono intervistate e quelle che bisognerebbe intervistare (ad esempio, oltre il 92% nel primo trimestre del 2004); tasso di fedeltà; rapporto tra numero delle famiglie base con intervista completa e le famiglie base complessive del campione, che l’intervistatore può sostituire in caso di caduta; mancate risposte totali, distribuite per motivi della non risposta (essenzialmente quattro, di cui i principali sono il rifiuto delle famiglie a concedere l’intervista faccia a faccia e la conclusione del tempo a disposizione del rilevatore per effettuare le interviste assegnate). 22 Rilevazione delle Forze di Lavoro – Media 2012 (migliaia di unità) Tempo pieno 4.886 Indipendenti 5.685 Tempo parziale 799 Permanenti a tempo pieno 12.407 Occupati 22.899 Dipendenti 17.214 Forze di Lavoro 25.643 Disoccupati 2.744 Senza esperienze lavorative (in cerca di prima occupazione) 742 Ex-inattivi 620 Inattivi 34.872 A termine a tempo pieno 1.700 A termine a tempo parziale 675 Con esperienze lavorative (ex-occupati) 1.382 Popolazione residente 60.515 Permanenti a tempo parziale 2.432 Inattivi in età lavorativa 14.386 Inattivi in età non lavorativa 20.486 Cercano lavoro non attivamente ma disponibili a lavorare 1.574 Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare 304 Non cercano ma disponibili a lavorare 1.422 Non cercano e non disponibili a lavorare 11.086 > 64 anni 11.973 < 15 anni 8.513 23 Tasso di attività generico Forze di lavoro/Popolazione = 42,37% Forze di lavoro + Inattivi = Occupati + Disoccupati + Inattivi in età lavorativa + Inattivi in età non lavorativa = 22.899 + 2.744 + 14.386 + 20.486 = 60.515 Occupati + Disoccupati = 22.899 + 2.744 = 25.643 Tasso di attività specifico Forze di lavoro/Popolazione in età lavorativa = 64,06% Occupati + In cerca di occupazione + Inattivi in età lavorativa = 22.899 + 2.744 + 14.386 = 40.029 Occupati + Disoccupati = 22.899 + 2.744 = 25.643 Tasso di disoccupazione Disoccupati/Forze di lavoro = 10,70% 2.744 25.643 24 Italia Tassi di Attività Specifici (età 15-64) per sesso (%) IV Trimestre 1992 – IV Trimestre 2013 76 72 68 Tassi (%) 64 60 56 52 48 44 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 99 99 99 99 99 99 99 99 00 00 00 00 00 00 00 00 00 00 01 01 01 01 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T maschi femmine totale Italia Tassi di Disoccupazione per sesso (%) IV Trimestre 1992 – IV Trimestre 2013 16 14 Tassi (% ) 12 10 8 6 totale -2 0 13 12 T4 11 -2 0 T4 -2 0 T4 T4 -2 0 10 09 08 -2 0 T4 -2 0 T4 T4 -2 0 07 06 05 -2 0 T4 -2 0 04 femmine T4 03 -2 0 T4 -2 0 T4 -2 0 02 01 -2 0 maschi T4 00 T4 -2 0 T4 -1 9 99 98 T4 97 -1 9 T4 -1 9 T4 -1 9 96 95 T4 94 -1 9 T4 -1 9 93 T4 -1 9 T4 T4 -1 9 92 4