ALESSANDRIA Il Santo Spirito rilancia sul parto senza dolore
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ALESSANDRIA Il Santo Spirito rilancia sul parto senza dolore
Copia di dac39ffc6f5eecd0ab33c23ae8802d8c VI TORINO CRONACA la Repubblica GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 Pd, per le firme false adesso scatta la verifica di un “tribunale” interno I PARERI VIOTTI “Il Pd non può demandare solo alla magistratura l’accertamento su questa vicenda” La chiedono i “civatiani” guidati dall’europarlamentare Viotti Il segretario Gariglio: “D’accordo, è giusto fare chiarezza” DIEGO LONGHIN L A RIUNIONE di segreteria era già stata convocata, ma alla luce delle novità emerse da Palazzo di Giustizia dopo che sono stati ascoltati dai pm i primi indagati sull’inchiesta “firme false” in salsa centrosinistra, l’ordine del giorno sarà stravolto. Ed è probabile che il Pd avvii una commissione di verifica interna, il segretario regionale Davide Gariglio dice «nulla in contrario», su quello che è successo nella settimana precedente alla consegna delle liste per le Regionali del 2014. Il partito è in fibrillazione. Un conto sono le ipotetiche firme false di militanti a sostegno della presentazione delle liste, un conto sono le firme false dei consiglieri, come Pasquale Valente, chiamati ad autenticare i fogli con le sigle. E nei corridoi ci si chiede: «Ma come è possibile? Chi è stato?». Lo stesso Pasquale Valente, a cui è stata falsificata la firma, è rimasto interdetto. «Tanti militanti del Pd mi hanno chiamato esterrefatti per le notizie dei giornali sulla vicenda firme. Nella segreteria regionale di domani (oggi, ndr) affronteremo le novità emerse oggi e decideremo in che modo agire per fare chiarezza il prima possibile sui fatti e per agevolare il lavoro dei magistrati. Lo dobbiamo al lavoro ed alla passione di tanti militanti che si impegnano per il partito e che hanno diritto di sapere cosa è successo», ha scritto il segretario del Pd regionale, Gariglio, sul suo profilo Facebook. Valente non è l’unico preso in mezzo. Su alcuni moduli, che riguardano probabilmente la raccolta firme per il listino Chiamparino, compare anche la firma falsificata di Marco Grimaldi di Sel. A chiedere la commissione d’inchiesta interna al Pd sono i civatiani. «Il Pd non può deman- GARIGLIO “Abbiamo il dovere di fare chiarezza per i tanti che lavorano nel partito e vogliono sapere” LA POLEMICA I sindacati a Fassino: “Non dichiari esuberi tra gli ex lavoratori della provincia di Torino” C GIL, Cisl, Uil chiedono al sindaco metropolitano Piero Fassino «di non procedere alla dichiarazione di esuberi degli ex lavoratori della Provincia di Torino fino a quando non sarà definito il quadro». «La legge - ricordano - stabilisce che gli esuberi siano dichiarati in base alle funzioni attribuite alle città metropolitane. E la Regione ha approvato un disegno di legge che nulla dice riguardo alle risorse e quindi non è chiaro con quanti dipendenti saranno necessari e chi li pagherà» ni parli e subito?». Si dovrà ricostruire la catena di comando. Chi è stato incaricato? Qualcuno, preso dal momento di caos per il cambio delle liste all’ultimo, non ha controllato o, peggio, ha dato il via libera? Per ora si tratta di domande. Molti sono curiosi di capire se sui moduli, accanto alle firme di autentica falsificate di Valente e Grimaldi, compaia il timbro di un consigliere provinciale e comunale. Per ora sono sette gli indagati: i due consiglieri regionali Nadia Conticelli (Pd) e Marco Grimaldi (Sel), gli MALAGNINO “Si analizzi la situazione, e poi si prendano i necessari durissimi provvedimenti” CONTROLLI I controlli sull’autenticità delle firme negli uffici della Corte d’Appello di Torino ex consiglieri provinciali di Torino Umberto Perna, Pasquale Valente e Davide Fazzone (segretario organizzativo regionale), tutti Pd, il presidente della Circoscrizione V, Rocco Florio, e il suo vice, Giuseppe Agostino. Altri saranno inseriti nel registro? ne. Ricordo di aver detto di raccoglierle e di fare un lavoro con la massima perizia. Se ora si vuole indagare all’interno va bene. Ne discuteremo in segreteria: se serve lo si farà, non ho nulla in contrario». © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO/FONDI INCERTI PER TUTTO IL 2015 Non autosufficienti sbloccati gli assegni pagheranno le Asl MARIACHIARA GIACOSA SARANNO le Asl a pagare gli assegni di cura per i non autosufficienti. Una soluzione temporanea, raggiunta ieri durante l'incontro tra gli assessori alla sanità Antonio Saitta e all'assistenza Augusto Ferrari e i direttori delle quattro aziende sanitarie torinesi che consente di tamponare l'emergenza delle ultime settimane, con centinaia di malati ai quali è stata comunicata l'interruzione del contributo perché i consorzi socio assistenziali che dovrebbero erogarli sono a corto di liquidità. Con questa soluzione, già da venerdì i pagamenti dovrebbero essere sbloccati. “In attesa di approvare il bilancio e capire quante risorse ci saranno per l'assistenza – spiega Saitta – abbiamo chiesto alle Asl di anticipare i soldi”. Tirano un sospiro di sollievo le associazioni (e i 13 mila piemontesi che ricevono l'assegno) dopo l'allarme sollevato nelle scorse settimane, anche se per loro l'obiettivo finale è la modifica della delibera che esclude servizi dal fondo sanitario nazionale (una norma che vale per tutte le Regioni, come il Piemonte, sottoposte a piano di rientro) e che è al momento sotto il giudizio del Tar. Per il futuro, è difficile che lo stato attuale dei conti di piazza Castello consenta di garantire i 64 milioni spesi lo scorso anno, ma gli assessori assicurano ogni sforzo per trovare i soldi “e – aggiunge Ferrari – qualche risparmio ci sarà migliorando il sistema, oggi molto complesso”. La questione sarà messa all’ordine del giorno della segretaria convocata per domani dare le indagini unicamente alla magistratura, è necessario aprire un’inchiesta interna che accerti le responsabilità politiche e materiali. E che si concluda in tempi brevissimi», dice Daniele Viotti, europarlamentare. E aggiunge: «Dalla lettura di ciò che sta emergendo, il quadro appare preoccupante e sta gettando ombre sulla vittoria alle regionali». I civatiani sostengono che la commissione dovrà prendere provvedimenti: «Si analizzi la situazione e si prendano i necessari, durissimi, provvedimenti — sottolinea Fabio Malagnino, membro di segreteria — abbiamo il dovere di tutelare e proteggere i nostri iscritti e militanti che lavorano ogni giorno con immensa fatica. Chi ha informazio- Rassegna del 29 gennaio.pdf Dipende dalle indagini sulla falsificazione delle firme degli stessi autenticatori. Il segretario Gariglio rivendica la scelta di raccogliere le firme: «Volevamo dare l’idea di un partito radicato sul territorio, forte. Una grande mobilitazio- pagina 33 L’assessore Antonio Saitta Forza Italia attacca ancora per i tagli ai posti letto a Cuneo, Torino Alessandria e Novara Se sul fronte dell'assistenza c'è una tregua, non si placano le polemiche relative alla revisione della rete ospedaliera. Forza Italia attacca per il taglio di 1600 posti letto (213 a Cuneo, 226 ad Alessandria, 319 a Novara e 240 a Torino) mentre il Movimento 5 stelle , torna a lanciare l'allarme per l'ospedale di Lanzo. “I posti ospedalieri da tagliare nei prossimi due anni saranno recuperati con quelli in continuità assistenziale – risponde Saitta che a proposito di Lanzo assicura: “Il presidio resterà perché l'ospedale di Ciriè da solo non è in grado di soddisfare la domanda di salute di quel territorio”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità Socio-Assistenziale 12 42 .Casale e Valenza STAMPA .LA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 In breve L’ANNUNCIO ALLA PRESENTAZIONE DELLO SPETTACOLO «NASCERE A CASALE» Il Santo Spirito rilancia sul parto senza dolore Mombello Giovane trovato morto nel bosco di Zenevreto 1 Tragico gesto di un giova- Tecnica che potrà incentivare il numero dei parti: 447 nel 2014 Primo livello FRANCA NEBBIA CASALE MONFERRATO Nell’ospedale casalese così considerato altre chicche sono: il parto in acqua esami prenatali per identificare anomalie centro della fertilità cui si rivolgono una settantina di coppie l’anno L’Ostetricia Ginecologia a Casale diretta da cinque anni da Roberto Chiapponi, con l’obiettivo di dare sempre più assistenza alle partorienti, ora auspica un ulteriore salto di qualità, legato ai Lea (Livelli essenziali di assistenza) di cui si discute al Ministero. Si punta cioè a disporre della partoanalgesia, sfruttando l’iniezione epidurale che consente alla donna di essere attiva in tutte le fasi del parto, senza provare dolore, una tecnica che richiede la presenza di anestesisti. A dire il vero il primario Chiapponi, con la sua équipe ha introdotto da tempo una tecnica che sfrutta le caratteristiche del protossido di ossigeno, comunemente usato in Stomatologia, che diminuisce ampiamente la soglia del dolore. Lo spettacolo al Castello Il rilancio sull’ambizioso obiettivo è stato fatto alla presentazione dello spettacolo «Nascere a Casale» che si terrà sabato al Castello dalle 9 alle 12, dove i narratori, l’attore Fabio Fazi e gli studenti del liceo di Scienze Umane del plesso Lanza, (affiancati dal primario Chiapponi e dalla sua équipe, da personale del Consultorio familiare, dalle associazioni Mammeincerchio e il Cerchio degli uomini e supportati dall’assessorato alla Cultura) «racconteranno» appunto le nascite sul territorio. I numeri del reparto Sono stati 447 i neonati l’anno scorso al Santo Spirito, un po’ meno che nel 2013 (485): la Regione per la permanenza dei Punti nascita ne vuole 500. Ed è il direttore sanitario dell’Asl, Francesco Ricagni a ribadire che «l’apertura ministeriale sui Lea e sulla partoanalgesia, aiuterebbe sicura- Cda della casa di riposo Restadanominareilpresidente sceltofraglistessi7componenti 1 Manca più solo la figura del presidente che sarà no- minato quanto prima tra i sette neo componenti del cda della casa di riposo. Gruppo che è stato completato con la nomina degli ultimi rappresentanti da parte del Comune e dell’Asl. Il cda risulta così composto. Nominato dall’Asl, Mario Dealessi, dirigente medico nella struttura di Medicina all’ospedale Santo Spirito; nominati dal Comune, pescando sia nella maggioranza che nella minoranza, Mario Botta (resterà un solo anno perché pensionato), Fabrizio Giampaoli, coppiere d’Aleramo e, per la minoranza, Marina Buzzi Pogliano, architetto, storica e animatrice della onlus Santa Caterina. Poi ci sono gli eletti da soci privati: Alessandra Balestriero, commercialista, Alessandro Cerrato, ingegnere e Cesare Calabrese, che fa parte dell’amministrazione di Ticineto. Alla prima riunione del cda si eleggerà il presidente. [F. N.] La storia SILVANA MOSSANO CASALE MONFERRATO A ll’alba del 27 gennaio 1945 accaddero due fatti degni di essere ricordati: uno entrato nel libro della Storia del mondo con epicentro ad Auschwitz e l’altro appuntato nel libriccino della storia monferrina con fulcro a Fubine. Entrambi germogliati dalle radici della guerra ed entrambi meritevoli di «memoria»: una memoria macrocosmica, a ricordare l’entrata dei soldati russi nel lager polacco che alzò il velo torbido dalla vergogna della shoah, e una microcosmica che ebbe per protagonisti Rosetta e Rinaldo Ravera. Storia d’amore Nel gelido inverno del ’45, con la neve aggrappata tenacemente alla terra ghiacciata e dura, avevano 23 e 24 anni. Vicini di casa, lavoravano entrambi la campagna. Era naturale che Rassegna del 29 gennaio.pdf mente a mettere in sicurezza i numeri delle nascite di Casale», dove del resto «è già presente un nido in un ospedale che – ribadisce la direttrice del Santo Spirito, Paola Costanzo - nel quadrante Alessandria-Asti, è tra quelli di 1° livello». E Ricagni annuncia l’assunzione a breve di tre anestesisti, limitando la mobilità passiva verso altri ospedali che già dispongono di tecniche epidurali. La fase prenatale Incoraggianti sono anche i numeri della fase prenatale. Fulvia D’Addezio, responsabile dei 23 Consultori familiari del distretto di Casale parla di «circa 6000 accessi di donne solo a quello di Casale, di corsi di preparazione al parto, di diminuzione di aborti e di parti cesarei, come di corsi di supporto alla genitorialità». ne di Trino, Vincenzo Mulone, 23 anni, trovato morto in un bosco di Zenevreto di Mombello. Era solito tutti i giorni uscire per un giro in mountain bike, come ha fatto l’altro pomeriggio. Non vedendolo rientrare i genitori hanno iniziato a preoccuparsi e verso le 21,30 hanno dato l’allarme. Sono iniziate le ricerche di carabinieri, volontari e vigili del fuoco che hanno installato un campo base a Piazzano di Camino. Alle ricerche hanno partecipato anche volontari in mountain bike. Alle 4,30 il tragico ritrovamento in un bosco sulla strada che da Camino porta a Zenevreto. [R. SA.] Ozzano Trecento chili di rame sull’auto: arrestati 1 Un Doblò parcheggiato di notte nei pressi di uno stabilimento ad Ozzano ha insospettito i carabinieri del paese che con la collaborazione dei colleghi di Rosignano e del Nucleo operativo radiomobile hanno poi fermato il veicolo con a bordo due romeni residenti a Biella. Trovati in possesso 300 chili di cavi di rame. Sequestrata anche diversa attrezzatura per lo scasso. Bogdan Isvoran, 22 anni e Costantin Bercea, 24, sono così stati arrestati per furto. [R. SA.] Camino Reportage in Tibet con video e foto 1 Stasera alle 21 nella sede dell'associazione Il Picchio (via Roma 31) a Camino, Roberto Bellini, medico e appassionato di reportages fotografici, racconterà la sua esperienza in Tibet, attraverso immagini e video. [F. N.] Casale Una ricercatrice Unesco al convegno sulla scuola 1 Anche Rita Locatelli, dell'Università di Bergamo, ricercatrice Unesco a Parigi parteciperà al convegno di domani (dalle 9,15) all'Università di Casale, «Quale scuola per una buona scuola?», coordinato da Renza Marinone di «I care family onlus». [F. N.] OLTRE I 4500 Museo civico e gipsoteca un boom di visitatori Al Museo civico e della Gipsoteca Bistolfi l’anno scorso sono transitate 557 persone in più rispetto al 2013, per un totale di 4585 biglietti venduti. Ancora più eclatanti i risultati dell’iniziativa Casale Città aperta che, la seconda domenica del mese, in concomitanza con il mercatino dell’Antiquariato, vede molti monumenti della città aperti. Sono stati infatti quasi 10 mila i passaggi che si sono contati in questa iniziativa, con un incremento di 3 mila 164 persone rispetto all’anno precedente, di cui solo 1200 durante la festa del vino e del Monferrato. I monumenti più visitati sono stati la Chiesa di Santa Caterina, la Torre civica, la Cattedrale di S. Evasio, la Biblioteca del Seminario che nell’arco del 2014 ha aperto le sue porte in due occasioni, quella della Fiera di S. Giuseppe e sempre per la festa del vino e del Monferrato, richiamando 117 visitatori. Per il Museo Civico l’incremento di visitatori parte dal 2012: 4 mila 214 visitatori, nel 2013 4 mila 028, nel 2014, come già detto 4 mila 585. «Si tratta per lo più – dice l’assessore Daria Carmi – di turisti provenienti da regioni limitrofe o da stranieri, il cui apprezzamento va soprattutto alle sculture di Leonardo Bistolfi». Gli studenti con la presenza di gruppi-scuola sono altra presenza importante per il Museo, convogliata anche dalla positiva esperienza dei laboratori didattici rivolti a bambini e ragazzi delle fasce d’età più basse. Buono anche il riscontro dell’esposizione temporanea di opere della Sabauda in tour, con visite guidate e conferenze che hanno accompagnato l’iniziativa della Galleria Sabauda di Torino. Dodici infine sono state le opere prestate ad altri musei per altrettante im[F. N.] portanti mostre. Sposati a Fubine 70 anni fa il giorno di Auschwitz libera La decisione presa in fretta anche per la paura di morire cominciassero, come si diceva da quelle parti, «a parlarsi», a flirtare, insomma. Quando la guerra era scoppiata, manco erano maggiorenni. E quando lo divennero, il triangolo tra Viarigi, Fubine e Vignale che rappresentava il perimetro del loro mondo, divenne assai pericoloso. Dopo l’8 settembre ’43, tra i boschi di queste colline, si nascondevano molti partigiani, parecchi accolti e rifocillati nelle case di Rosetta e Rinaldo. E loro stessi, fiancheggiavano l’attività dei partigiani con compiti di staffetta. Il timore delle rappresaglie era costante. «Se mi accade qualcosa, Rosetta...». «Se mi succede qualcosa, Rinaldo...». Ebbene, decisero che, qualunque cosa fosse accaduta, sarebbero stati uniti davanti a Rosetta e Rinaldo Dio. E così, soprattutto dopo l’eccidio dei partigiani della Banda Tom, il 15 gennaio, affrettarono i tempi. Il 27 gennaio ’45, nel buio di un’alba non ancora levata, attraversarono boschi e pagina 34 campi imbiancati. Era caduto un bel metro di neve. Sull’uscio della chiesa di Fubine, videro il prevosto don Emilio Buzio con una candela accesa: il segnale del «via libera». «Tu, Rinaldo, I coniugi Ravera vissero insieme 66 anni Nelle foto già anziani e com’erano da giovani Uniti fino al 12 marzo 2011 quando Rosetta morì Due anni dopo toccò a Rinaldo vuoi... E tu, Rosetta, vuoi...». Sì. Sì. Tornarono alla Cascina Bordona del Conte Barozzi, ma non seguì nessuna festa, che c’erano da sbrigare i lavori nella stalla. La festa nuziale fu rimandata di 50 anni. Ricorda il figlio Gian Luigi Ravera, presidente Gruppo Alpini di Casale: «Una grande festa per le nozze d’oro». Rinaldo e Rosetta, che si erano sposati in fretta per paura di morire prima di diventare marito e moglie, rimasero insieme 66 anni, trasferiti a Casale, lui muratore, lei sarta, genitori di Gian Luigi e Maria. Oggi, figli e nipoti, nella Giornata universale della memoria, trovano uno spazio per ricordare quello straordinario slancio d’amore che, con coraggio, fece una pernacchia alla guerra. Sanità Socio-Assistenziale 12 LA STAMPA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 . Asti .37 SANITA’ Sant’Anna e la “beffa” dei fondi In arrivo solo una parte dei trasferimenti per il 2014 perché i conteggi risalgono ancora ai tempi in cui la struttura era nella vecchia sede. Preoccupati i dipendenti ENRICA CERRATO ASTI Clinica Alberto Peveraro direttore sanitario della Sant’Anna e Iolanda Camera La clinica Sant’Anna,che offre il servizio di riabilitazione neuro-ortopedica, nell’Astigiano è rimasta l’unico polo privato con posti letto. Se la Sanità pubblica sta vivendo momenti critici, non va molto meglio per chi lavora in regime di convenzione. Nel piano di rientro della Regione infatti, i tagli (sia sotto le giunta Cota, sia con quella di Chiamparino), hanno anche intaccato i «budget» previsti per queste strutture. Esempio ne sia il fatto che ad oggi, per il 2014, alla Sant’Anna è in arrivo solo una piccola quota parte dei fondi stanziati per l’anno, vale a dire circa 240 mila euro al mese per tre mesi. Trasloco e posti letto La casa di cura astigiana, all’interno di un meccanismo che in generale già controlla con attenzione la spesa in convenzione, vive una situazione particolare. E’ infatti penalizzata perché i fondi a lei dovuti 240 Mila euro È la somma al mese erogata per tre mesi della quota spettante alla clinica Sant’Anna per l’anno 2014 655 Pazienti Curati alla clinica Sant’Anna nel corso dello scorso anno con un’occupazione media di letti del 92% sanitario Alberto Peveraro – abbiamo curato 655 pazienti con un’occupazione media di posti letto di oltre il 92 per cento. E le richieste di ricovero non mancano, in un territorio con una popolazione anziana, e per settori delicati di lavoro, come la riabilitazione ortopedica e soprattutto neurologica». La struttura, moderna e con attrezzature all’avanguardia, offre anche radiodiagnostica, tutti i tipi di terapie fisiche e i trattamenti per le patologie neurologiche (post ictus ad esempio). Costi e personale per l’attività, sono calcolati su quando lavorava con soli 38 letti nella vecchia sede a Valmanera. Ciò è accaduto perché nel 2010, quando già la Regione stringeva i cordoni della borsa su indicazioni nazionali, la Sant’Anna era in pieno trasloco nella nuova sede di via Carlo Urbani. E i conti in pratica è come se fossero ancora fatti con i parametri di allora e non su quelli attuali. I posti letto accreditati, oggi sono infatti 60 di cui 40 di secondo livello ( vale a dire per pazienti che richiedono riabilitazioni impegnative per medici e mezzi) e 20 di primo livello (necessità di cure minori). Riabilitazione e cure «Nel 2014 – spiega il direttore Bertero, ha presentato ricorso al Tar anche per conto di altri 43 centri dell’Acquese e del Basso Astigiano. Questi ultimi, che da sempre gravitano prevalentemente sull’ospedale della città termale, sono: Cassinasco, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina, Cessole, Fontanile, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Olmo Gentile, Quaranti, Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime. Ad assisterli gli avvocati Vittorio Barosio, Serena Dentico e Mariagrazia Cirio. Perché? Sud Astigiano Il Comune di Acqui Terme, nella persona del sindaco Enrico VETTURA ANNO PREZZO € Il sindaco Bertero ha precisato che si tratta di «un ricorso tecnico per la tutela della salute dei Dusino San Michele L’ospedale di Acqui Terme cittadini». C’era, secondo il primo cittadino, una linea dalla quale non indietreggiare: il mantenimento, nell’ospedale acquese, almeno dei reparti salvavita, cioè Cardiologia e Rianimazione. In- PEUGEOT 206 1.4 16V 3P. 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Poi si è deciso di non procedere per ora: «Non possiamo dirci soddisfatti della nuova versione della delibera - ha detto Malino - comunque ci siamo riservati di esaminarla con molta attenzione e d’intesa con il legale, se lo riterremo necessario, faremo ricorso contro di essa». Secondo Malino nella delibera molti punti non sono chiari e vi è inoltre la situazione critica di Nizza dove si perdono letti e si chiude il punto di primo soccorso. TATA 1.4 GLS SW METANO, ARGENTO 2008 € 2.700 RENAULT KANGOO 1.5 DCI 70 CV 5 P., VAN, BIANCO 2007 € 3.400 2014 € 23.600 AZIENDALI & KM ZERO OPEL ANTARA 2.2 CDTI 163 CV COSMO 4X4, NERO MET. 2009 € 7.800 OPEL ASTRA ST (FAMIGLIARE), 1.6 CDTI 110 CV ELECTIVE, SILV. 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I dipendenti sono 53 e un po’ di preoccupazione c’è, soprattutto per la difficoltà di impostare il lavoro a lungo termine senza dati certi. Occhi rivolti a Torino dunque, per sapere quando e come saranno versati i fondi da marzo in avanti. vece, pur con qualche piccolissima concessione, questo ci è stato negato, cancellando praticamente Cardiologia e riducendo al lumicino la Rianimazione che rimarrà quasi esclusivamente a supporto dell’attività della sala chirurgica». Nonostante il “diktat” di Chiamparino 18 Comuni astigiani si rivolgono al Tar Ignorando il minaccioso avvertimento di Chiamparino a non avventurarsi in ricorsi contro la delibera sul riordino della sanità regionale, un centinaio di Comuni piemontesi si sono rivolti al Tar. Per chiedere l’annullamento della delibera «1-600» del novembre scorso. Non hanno fatto desistere i sindaci gli aggiustamenti apportati dall’assessore Saitta; che, al contrario, hanno convinto altri centri, tra cui Asti, a non rivolgersi al tribunale amministrativo. Nella Asti del boom economico le cliniche non mancavano, poi poco per volta se ne sono andate per motivi diversi le storiche San Secondo e San Giuseppe, e i posti letto privati (o in regime di convenzione), sono oggi 80, alla Sant’Anna. La struttura a fine anni ’90 divenne insufficiente e, dopo varie e infruttuose trattative della proprietà con l’Asl venne presa la decisione di costruire ex novo in via Urbani, dove lo staff medico e di terapisti si trasferì nel dicembre 2010. Offre servizi riabilitativi neuro-ortopedici e una vasta gamma di attività correlate anche ambulatoriali a pagamento: dalla densitometria ossea ad ecografie, radiodiagnostica, terapie in acqua, logopedia per adulti e bambini. All’interno della vasta struttura sono anche ospitati ambulatori di medici di libera professione. Si va dall’agopuntura, alla dermatologia, a endocrinologia. Ma ci sono inoltre anche nutrizionisti, ortopedici e chirurghi. Per problemi cardiovascolari (dottor Valerio Tolva), dell’alluce valgo (Cosimo Leo), o di plastica ricostruttiva, affidata a Claudio Ligresti, anche docente e formatore di infermieri specializzati, all’interno del Polo universitario astigiano [E. CE.] La casa di cura Sant’ Anna Delibera regionale sulla sanità FRANCO CAVAGNINO ASTI Gli ambulatori Dall’agopuntura allachirurgiaplastica pagina 35 2005 2014 Sanità Socio-Assistenziale 12 LA STAMPA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 Ospedale e sindaci Summit senza Saitta il caso FRANCESCA FOSSATI BIELLA assessore regionale alla Sanità non verrà alla conferenza dei sindaci Asl convocata per lunedì alle 18 a Palazzo Oropa per discutere delle conseguenze che la riorganizzazione ospedaliera della Regione avrà sul nuovo ospedale. Antonio Saitta sarà a Biella il 19 febbraio, data indicativa che ha segnato in agenda in accordo col sindaco di Biella Marco Cavicchioli. Intanto lunedì, in presenza anche dei due consiglieri regionali biellesi Vittorio Barazzotto (maggioranza) e Gilberto Pichetto (minoranza), i sindaci biellesi dovranno decidere una linea comune di protesta per far valere a Torino le ragioni di un territorio che si ritrova con un ospedale moderno ma che a poco più di un mese dall’inaugurazione già rischia un declassamento. L’ Antonio Saitta L’assessore regionale alla Sanità non sarà presente lunedì alla Conferenza dei sindaci Cosa si perde Geriatria, Dermatologia, Malattie Infettive, Oncologia, Pneumologia sono i reparti che la Regione vuole eliminare. A Biella, secondo il documento allegato alla delibera regionale, resteranno 22 specialità: Cardiologia, Medicina generale, Nefrologia/Dialisi, Neurologia, Oncologia senza letti (ambulatoriale), Radioterapia oncologica, Chirurgia generale, Chirurgia vascolare, Oculistica, Otorinolaringoia- Biella e provincia .37 . Forfait dell’assessore regionale, forse ci sarà il 19 Barazzotto Il nuovo ospedale al centro del piano di «tagli» della Regione tria, Ortopedia, Urologia, Ostetricia, Pediatria, Medicina e chirurgia d’urgenza, Terapia intensiva-RianimazioneAnestesia, Recupero-Riabilitazione, Anatomia e istologia patologica, Direzione sanitaria, Farmacia ospedaliera, Laboratorio analisi, Radiologia. Ronzani «Tocca al territorio opporsi in modo unito e compatto alle decisioni che declassano il nuovo ospedale, non ai vertici dell’Asl, anche se in questa vicenda non hanno affatto brillato per evitare la pericolosa situazione - dice Wilmer Ronzani, ex consigliere regionale Pd-. Sottoscrivo l’invito degli ex primari Adriano Guala e Leo Galligani a contestare la riorganizzazione ospedaliera chiedendo ai biellesi uno scatto di orgoglio. Loro stessi, alla guida dell’associazione ‘’Amici del nuovo ospedale’’ hanno promosso iniziative e raccolto fondi per sostenerne l’attività, convinti nella straordinaria opportunità per la sanità biellese e non solo». Il piano sanitario indica Biella come il principale Dea (dipartimento d’emergenza e accettazione) di primo livello del quadrante Nord Est con Novara come «hub». «Basta polemiche alimentate dalla scarsa informazione -dice Barazzotto-. I numeri premiano la nostra nuova struttura. Continuerò a battermi per Geriatria e per la salvaguardia degli 80 posti letto, non per ciò che non è oggettivamente difendibile all’interno di un piano di rientro sanitario regionale da 200 milioni di euro. E se Biella, conserva 23 specialità (22 per ora che diventeranno 23 con Geriatria), Borgomanero ne conserva 18, Vercelli 12 e Verbania 10». Marco Cavicchioli Il sindaco di Biella tra i più «morbidi» nella difesa del nuovo ospedale Giallo dei numeri Ieri in serata i consiglieri regionali Fi Vignale e Porchietto hanno diffuso i numeri dell’assessorato alla Sanità dei posti letto attuali in ciascuna Asl e di quelli che dovrebbero esserci che però non coincidono con quelli finora noti. Biella avrebbe 447 posti letto (mentre all’Asl risultano 432 ordinari e 50 per il day hospital) e dovrebbe averne 426, mentre si parla di un taglio di 80 posti entro il 2016. In breve Airc Le arance della salute per la lotta al cancro 1 Tornano le Arance della Salute e si apre ufficialmente un anno importante per l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro che taglia il traguardo di mezzo secolo di attività: 50 anni di coraggio e impegno per portare risultati concreti dal laboratorio ai pazienti. Nel Biellese appuntamento sabato in città in piazza della Trinità, al Santuario di Oropa e nei comuni di Cavaglià, Coggiola, Cossato, Crocemosso, Gaglianico, Mosso Santa Maria, Ponzone, Sandigliano, Vallemosso e Viverone. Biella Evade 1,8 milioni Scoperto dalla Finanza 1 Lo «spesometro» e le altre banche dati in uso ai militari della Guardia di Finanza hanno permesso di incastrare un imprenditore in parte «fantasma». L’uomo, F. A., 60 anni, titolare di una ditta individuale di impiantistica, non avrebbe presentato dichiarazioni Iva per oltre 250 mila euro. Negli anni sarebbero stati oltre un milione e 800 mila euro i redditi non dichiarati. L’uomo è stato denunciato per omesse dichiarazioni fiscali, per emissione di fatture false, occultamento e distruzione di documenti contabili. Le fiamme gialle hanno chiesto all’autorità giudiziaria il sequestro dei beni dell’artigiano. Biella Picchiò con la spranga un uomo: condannato RACCOLTI PIÙ DI 10 MILA EURO IN PAESE A DONATO, ANTONIO MAINA AVEVA 81 ANNI Lessona vince la gara di solidarietà per il bimbo che non può sorridere Trovato morto in un burrone l’anziano margaro scomparso Obiettivo raggiunto e superato per il progetto di solidarietà «L’albero del sorriso» che ha mobilitato il paese di Lessona. Si sperava di raccogliere almeno 8 mila euro, ma ne sono stati raccolti più di 10 mila per aiutare un bambino lessonese di 11 anni che a causa di una grave patologia non può ingerire cibi solidi e, quindi, nemmeno condurre una vita normale. Gli interventi chirurgici odontoiatrici e le cure a cui deve sottoporsi per riavere il sorriso hanno costi proibitivi per la sua famiglia monoreddito. Così il È morto assiderato in fondo ad una scarpata Antonio Renato Mania, 81 anni, di Donato. L'anziano è stato trovato nel pomeriggio dopo che il figlio, preoccupato per non averlo più visto dalla sera precedente, ha dato l'allarme è ha chiesto ad amici e conoscenti di aiutarlo nelle ricerche. A trovare il corpo dell'uomo, ormai privo di vita, prima ancora dei carabinieri, sono stati proprio dei residenti in paese. Il suo cappello rimasto impigliato tra i rami ha indicato dove dover cercare. Mania l'altra sera Gruppo di volontariato vincenziano presieduto da Gianfranco Mazzon si è fatto promotore di una raccolta di fondi organizzando concerti, eventi e vendite di stelle e alberi di Natale con cui sono stati raccolti 2.796 euro. L’aiuto La voce, grazie all’assessore Maura Bagatin, si è sparsa tra le associazioni del paese e in tanti hanno contribuito: i cittadini privati (4.415 euro), il Circolo di Lessona (1.005 euro), il Comitato Carnevale (300 euro), il rione Sant’Eusebio (200 Rassegna del 29 gennaio.pdf euro), l’associazione volontariato lessonese (620 euro), la cantoria (200 euro), la Bocciofila Vallemosso (170 euro) i produttori di vino lessonesi (750 euro). Il Gruppo di volontariato vincenziano ringrazia chi ha risposto all’appello e sottolinea che i soldi saranno gestiti dall’associazione per pagare di volta in volta le operazioni e le cure necessarie. Nel caso in cui si riuscisse a spendere meno del previsto, l’intenzione è di usare i fondi risparmiati per aiutare altri bambini seguiti dall’associazione. [F. FO.] pagina 36 era uscito per andare a trascorrere qualche ora al circolo. Nel rientro, forse un malore, ha perso l'equilibrio ed è caduto lungo il pendio, non distante dal ponte che dalla frazione Ceresito conduce alle case di borgata Riondasso. Il suo corpo è stato recuperato da una squadra Saf dei vigili del fuoco. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri è da escludere che il pensionato possa essere stato travolto da un'automobile di passaggio. A provocare la morte dell'anziano con ogni probabilità il freddo intenso della notte. [A. FO.] 1 Quattro mesi, sospesi, di reclusione per Vito Ramella, 66 anni, di Biella. Questa è la condanna inflitta dal gup Claudio Passerini al biellese che nel maggio del 2011 aveva picchiato, con una spranga, un altro uomo procurandogli oltre a diversi traumi anche il distacco della retina. Biella Maltratta la moglie In aula a 90 anni 1 Quando comparirà in au- la, nel maggio del prossimo anno, per difendersi dalle accuse di maltrattamenti familiari e lesioni personali nei confronti della moglie avrà 90 anni. I fatti risalgono al maggio 2013. Ieri l’anziano, classe 1926, residente a Trivero, è stato rinviato a giudizio dal gip Claudio Passerini. Sanità Socio-Assistenziale 12 45 LA STAMPA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 . Valsesia .41 In breve LA UIL CONTESTA IL TAGLIO DELLA REPERIBILITÀ NOTTURNA Via i medici, analisi a rischio “In caso di prelievo urgente il sangue farà 50 chilometri per essere esaminato” Decisione GIUSEPPE ORRÙ BORGOSESIA Serve un’analisi del sangue urgente? Il prelievo avverrà come sempre a Borgosesia, ma il campione sarà analizzato a Vercelli, dopo che un’automobile avrà percorso gli oltre 50 chilometri che separano il «Santi Pietro e Paolo» di Cascine Agnona dal «Sant’Andrea» nel capoluogo bicciolano. In Valsesia, infatti, non verrà più riconosciuta la reperibilità notturna ai due medici che attualmente presidiano il laboratorio analisi. Per i sindacati della Uil la riforma sanitaria regionale è già iniziata e questo è un altro pezzo dell’ospedale di Borgosesia che se ne va. Il sindacato «Esprimiamo tutto il nostro dissenso e la nostra preoccupazione - commenta Simonetta Caraceto, segretaria provinciale della Uil-Fpl Vercelli Valsesia - circa la palesata decisione aziendale di togliere la reperibilità per urgenze al personale laureato, ovvero ai biologi, del laboratorio Analisi dell’ospedale di Borgosesia, caricando di ulteriore impegno i colleghi di Vercelli. Inoltre in questa decisione non vengono considerate altre soluzioni per tamponare questa situazione, in attesa del nuovo atto aziendale che ridefinirà la configurazione del presidio di Borgosesia e di tutta l’Asl vercellese, alla luce dell’ultima, e Rassegna del 29 gennaio.pdf La scelta di cancellare la reperibilità notturna dei 2 medici che oggi presidiano l’ospedale di Borgosesia è prevista dalla riforma sanitaria approvata dalla Regione Polemiche sulla riforma della sanità IlSant’Andreaperde66postiletto.LaprotestadiForzaItalia 1 La riforma della sanità approvata dal- la Regione cancellerà dall’ospedale di Vercelli 66 posti letto. Parte dei 391 destinati a sparire nel quadrante orientale del Piemonte e dei 1.573 tagliati in tutta la regione dalla delibera firmata Saitta. L’assessore di piazza Castello ha fornito i numeri ieri durante la seduta della quarta commissione. Sollecitato dai consiglieri regionali di Forza Italia Gian Luca Vignale e Claudia Porchietto. Che promettono battaglia: «Se questo è il punto di arrivo della revisione della rete ospedaliera - dicono - facciamo una previsione: aumenteranno le liste d’attesa e i piemontesi che andranno a curarsi fuori regione, con un aumento della spesa». Secondo i due consiglieri le riduzioni portano il Piemonte «sotto lo stan- dard nazionale, che impone 3,7 posti letto ogni 1.000 abitanti. Se lo standard fosse rispettato in Piemonte ci dovrebbero essere 16.416 posti, circa 300 in più rispetto alla programmazione». Da venerdì Vignale e Porchietto annunciano incontri e raccolte firme contro la riforma. [S.M.] pagina 37 ci auguriamo definitiva, riorganizzazione della rete ospedaliera formulata dalla Regione, ma ritoccata continuamente». La riorganizzazione Secondo i sindacati il laboratorio Analisi valsesiano è da anni al centro di processi di riforma. Ma solo dopo che sarà pubblicato il nuovo atto aziendale «i tempi saranno maturi per un confronto aperto e costruttivo tra le parti coinvolte per porre in atto la riorganizzazione regionale», insistono dalla Uil. Il provvedimento preso per Borgosesia ricorda procedimenti analoghi già visti e vissuti dal personale degli allora ospedali di Gattinara e Santhià: «La strategia di fare agonizzare una struttura prosegue Caraceto -, minandola alla base per poi far sembrare inevitabile la sua chiusura in quanto improduttiva, è una cosa già vista, che auspichiamo non accada più a nessun lavoratore coinvolto nelle riforme». La Uil-Fpl provinciale è concorde nel dire che la decisione che interessa il laboratorio Analisi borgosesiano «non creerà grossi disagi all’utenza, anche perché già ora il sangue prelevato a Borgosesia purtroppo viene inviato agli ospedali novaresi». Diversa è la situazione nel caso di un prelievo urgente, magari nel cuore della notte, quando si ha bisogno di una risposta immediata: «Quali rischi - si chiede Caraceto - correrà il paziente?». Valduggia Divieto di sosta in piazza Rosario 1 Per lo svolgimento di una manifestazione domenica dalle 6 alle 16 a Valduggia sarà istituito il divieto di transito e di sosta nella piazza Luigi Rosario di frazione Zuccaro. Varallo Mostra Van Gogh Aperte le iscrizioni 1 Sono aperte le prenotazioni per la gita a Milano organizzata il 26 febbraio dagli Amici della Musica e dell’arte di Varallo. L’obiettivo sono le visite alla mostra «Vincent Van Gogh - L’uomo e la terra» a Palazzo Reale e al museo Poldi Pezzoli. Per info telefonare al 347-1055006. Borgosesia/1 Sabato e domenica Giornata della vita 1 Sabato e domenica, a Borgosesia, si celebrerà la Giornata della vita. I volontari saranno davanti alle chiese di Isolella, Foresto, Agnona e dell’ospedale per distribuire le primule, fiore simbolo della giornata promossa in tutta Italia. Borgosesia/2 Presentazione di Valsesia 5 cup 1 Oggi alle 21, in municipio a Borgosesia, ci sarà la presentazione della «Valsesia 5 cup junior», campionato di calcio a 5 per ragazzi da 9 a 16 anni. Il torneo è organizzato dall’Associazione per la vita e dal Comune e si giocherà nella palestra dell’Itis di Agnona. Sanità Socio-Assistenziale 12 LA STAMPA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 Retroscena ROBERTO FIORI ALBA n taglio netto di 213 posti letto negli ospedali del quadrante cuneese. E’ quanto prevede il nuovo Piano sanitario regionale su cui sta lavorando l’assessore Antonio Saitta. Una doccia fredda, che sta provocando dure reazioni. La revisione della rete ospedaliera piemontese porterebbe a una riduzione di quasi mille posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche e di quasi 600 nelle strutture private convenzionate, per un totale di 1672 posti letto. E il prezzo più alto lo pagherebbero Novara, Cuneo e Alessandria, che si vedono tagliare circa 800 posti letto, quasi l’80% del taglio complessivo, escludendo i presidi convenzionati. Nello specifico cuneese, l’azienda ospedaliera «S. Croce e Carle» passerebbe dagli attuali 711 posti a 658, l’Asl Cn1 da 740 a 638 e la Cn2 (Alba-Bra) da 384 a 326, in attesa di capire quale sarà la quota destinata al futuro ospedale di Verduno. Duro il commento di Francesco Graglia, vice capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, che parla di «una riforma Torinocentrica» e attacca: «Se questo è il punto di arrivo voluto da Chiamparino e Saitta, facciamo una facile previsione: aumenteranno le liste d’attesa e i piemontesi che andranno a curarsi fuori dalla nostra regione, con un aumento consistente della spesa». U . Cuneo e provincia .39 Piano Saitta: gli ospedali cuneesi rischiano di perdere 213 posti letto Graglia (FI): “Attese più lunghe e i malati andranno a curarsi fuori regione” Dal 5 febbraio, tutti i giovedì A Cortemilia arriverà un ambulatorio mobile per fare le radiografie SILVIA MURATORE Nonostante i ritardi dovuti a più ragioni l’ospedale di Verduno è in fase avanzata di costruzione Basta alle trasferte piene di curve fino ad Alba per una lastra. Dal 5 febbraio arriverà a Cortemilia un ambulatorio pubblico di radiologia territoriale: sarà attivo un giorno a settimana (tutti i giovedì), nei locali del Poliambulatorio dell’Azienda sanitaria locale di Alba e Bra, dove è già operativo un ecografo. Ieri la presentazione del servizio sperimentale da parte dei dirigenti dell’Asl, ai sindaci e ai medici di base del territorio dell’Alta Langa. Nelle zone disagiate Proposta AVerdunolasededelnuovolaboratoriod’analisiunico pertuttiiprelieviegliesamidelCuneeseedell’Astigiano 1 E se il futuro ospedale di Verduno ospitasse un Laboratorio analisi territoriale interprovinciale, in grado di servire le Asl e gli ospedali attivi tra Cuneese e Astigiano? La proposta è stata inviata all’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, dal comitato «Langhe Roero, Tavolo delle Autonomie per il Territorio», che riunisce 72 Comuni, varie associazioni di categoria ed esponenti dell’area. E parte da una semplice constatazione geografica: l’ospedale unico di Alba e Bra si trova a metà strada tra Asti e Cuneo, lungo il tracciato dell’autostrada. Dunque, una posizione baricentrica tra i due territori, adatta alla concentrazione delle analisi in un unico laboratorio per il Sud Piemonte. Il coordinatore del comitato, Giancarlo Drocco: «Essendo il nuovo ospedale ancora in costruzione, e il Piano regionale prevedendo una sensibile riduzione dei posti letto previsti Petizioni «contro» E aggiunge: «Non si sta parlando di soli numeri, ma del diritto dei piemontesi di avere ospedali efficienti e cure tempestive. Non permetteremo di distruggere un sistema sanitario d’eccellenza. Da domani inizieremo a organizzare incontri e raccolte firme sul territorio contro una revisione iniqua, inutile e dannosa». Anche il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle annuncia battaglia: «Abbiamo presentato un ricorso al Tar contro la delibera della Giunta, già ribattezzata ’’Sfascia ospedali’’». dal progetto originario, vogliamo sottolineare all’assessore regionale Saitta come gli spazi che saranno resi disponibili nella nuova struttura possano essere razionalmente utilizzati per accogliere l’ipotetico Laboratorio analisi territoriale interprovinciale». Dunque, Verduno si candida e il sindaco di Bra, Bruna Sibille, rafforza la proposta mettendo sul piatto anche ragioni economiche tutt’altro che secondarie. Spiega il primo cittadino braidese: «Abbiamo raccolto i primi pareri sul progetto, e sono tutti positivi. La disponibilità del ’’contenitore’’ dotato di tutte le caratteristiche tecnico-strutturali idonee ad ospitare un servizio avanzato ed efficace, in tempi di ristrettezze finanziarie, può essere a nostro avviso letto come una grande opportunità, che invitiamo la Regione Piemonte a valutare e a cogliere senza esitazioni». [R. F.] Spiega Marco Grosso, coordinatore della radiologia domiciliare alle Molinette di Torino: «Sono ormai sette anni che a Torino sperimentiamo un servizio di radiologia a domicilio, che evita inutili e faticosi viaggi ad anziani, soggetti fragili e pazienti con varie difficoltà a muoversi autonomamente». «Da qualche tempo - aggiunge il medico - abbiamo allargato la sperimentazione in varie aree del Piemonte, raggiungendo zone isolate e mal servite dalle infrastrutture di trasporto». Di fatto, il macchinario mobile che effettua le radiografie viene trasportato e collocato in un locale idoneo, che diventa un ambulatorio a tutti gli effetti, efficiente e con prestazioni elevate anche se temporaneo. «A Cortemilia - precisano il direttore generale dell’Asl Cn2, Francesco Morabito, e il direttore del servizio di Radio- Francesco Morabito È il direttore dell’Asl Cn2 Graziano Maestro Il sindaco di Cortemilia diagnostica dell’ospedale «San Lazzaro» di Alba, Giampiero Murialdo - ci sarà un tecnico sanitario di radiologia medica che effettuerà l’esame e lo invierà in via telematica all’ospedale di Alba, dove un radiologo lo esaminerà e scriverà il referto, che verrà consegnato al paziente sempre in via telematica e in tempo reale. Per ritirare le lastre, invece, occorreranno due o tre giorni di attesa». Il sindaco di Cortemilia, Graziano Maestro, è soddisfatto: «Finalmente ritorna a Cortemilia un servizio prezioso per tutti. Fino a qualche anno fa, nel Poliambulatorio c’era la possibilità di eseguire le radiografie, ma poi il macchinario era diventato obsoleto e il servizio era stato interrotto. Ora, grazie a questa bella sperimentazione, si riavvia il servizio e il macchinario mobile potrà essere utilizzato anche a domicilio e nelle strutture per anziani presenti nel nostro territorio». [R. F.] FERMATO DALLA POLIZIA LUTTO A CHIUSA PESIO CUNEO, A PROCESSO PER TENTATO OMICIDIO Scippa un’anziana nel centro di Cuneo L’addio allo specialista dello sgombero neve Moglie aggredita con un piccone Una pensionata di 83 anni, con difficoltà a camminare, l’altra mattina era in corso Brunet, accanto alla fermata del bus. Per guardare gli orari dei passaggi, ha lasciato la borsetta su una panchina, a poca distanza. L’altro giorno ha spaccato legna per la casa e sembrava in buona forma. Il malore nella notte: la moglie ha subito dato l’allarme ed è intervenuta l’équipe del «118», ma i tentativi di rianimazione sono risultati vani. È morto d’infarto nella sua abitazione di via Paschero di Mezzo, a Chiusa Pesio, Stefano Siccardi, 74 anni, trattorista, per mezzo secolo dipendente comunale specializzato nello sgombero neve. Originario di San Bartolomeo, lavorò anche come trasportatore di legna per commercianti in val Pesio e nei paesi della pianura quali Beinette e Morozzo. Era molto conosciuto e stimato soprattutto per la pulizia delle strade durante le nevicate che svolgeva con grande senso del dovere e bravura. «Era il migliore della vallata - In corso Brunet Pochi secondi, ma un quarantenne ne ha approfittato per prendere la borsetta e fuggire. L’anziana ha cercato aiuto e ha subito fermato un passante, chiedendogli di chiamare la polizia con il suo cellulare: erano le 11,20. Il ladro è stato visto dal personale dell’ospedale: in corso Brunet ci sono gli uffici amministrativi del «Santa Croce». Soldi e carte di credito L’uomo si era nascosto ad- dosso i contanti della donna, due carte di credito e anche un astuccio con alcuni gioielli (orecchini e anello in oro, una catenina in argento). Cercava di disfarsi della borsetta gettandola nel cortile interno degli uffici amministrativi. Alcuni impiegati l’hanno bloccato e recuperato la borsetta. La polizia ha perquisito l’uomo; addosso aveva ancora le banconote appena prelevate dalla donna (complessivamente 250 euro), i bancomat e l’astuccio. Tutto subito restituito alla pensionata. R. C., pregiudicato cuneese quarantenne, è stato portato dalla pattuglia della Squadra Volante in Questura. L’uomo è in attesa di essere giudicato per direttissima in tribunale di Cuneo. Dovrà rispondere di furto con destrezza. [L. B.] Rassegna del 29 gennaio.pdf Stefano Siccardi Aveva 74 anni ed è stato dipendente del Comune ricorda il sindaco di Chiusa Pesio, Sergio Bussi -. Amico di tutti, la battuta pronta, disponibile, buono, per lui il lavoro era un divertimento. Grande impegno dimostrò durante l’alluvione del ’92, nell’allestimento degli alberi di Natale e innumerevoli interventi per la collettività». Siccardi era anche un componente degli Alpini di Chiusa Pesio e partecipava a raduni e iniziative. Lascia la moglie Albina Pepino, la figlia Lorena (infermiera al S. Croce di Cuneo). Funerali oggi, alle 15, nella parrocchiale. [MT. B.] pagina 38 «Se non fossimo intervenuti a strappargli il piccone dalle mani non posso garantire che la signora sarebbe rimasta incolume». In questa frase di uno dei carabinieri che intervennero c’è il nodo dell’accusa di tentato omicidio per un cuneese a processo davanti al tribunale. Altri testimoni hanno raccontato, ieri, ciò che accadde in un paese del Cuneese davanti a tre amici della vittima e due militari dell’Arma. L’uomo, ai domiciliari con il braccialetto elettronico, è accusato anche di maltrattamenti. Minacciati anche tre amici Una mattina la donna andò a prendere il figlio alla Materna in compagnia di un’amica e altri due amici. I quattro tornarono a casa e lui piombò in cucina con una pistola (scoprirono dopo che era finta) minac- ciando di ammazzare tutti se gli ospiti non se ne fossero andati. L’imputato uscì e prese l’auto. Tornò mentre la moglie e gli amici stavano aspettando i carabinieri. Lui andò a prendere un piccone (esibito, ieri, in aula) e iniziò a menare fendenti in direzione della moglie. Il carabiniere sentito come testimone: «Siamo riusciti a bloccarlo poco prima che la colpisse a tre centimetri dalla testa. L’ho distratto e il mio collega l’ha bloccato». La pistola venne consegnata dall’imputato, era in cantina. «Sembrava un’arma vera - ha concluso il militare -, pesante e senza il contrassegno rosso». Pensarono che fosse una pistola a tutti gli effetti anche gli amici. La ragazza: «Ci siamo spaventati molto. Usciti di casa abbiamo chiamato il 112». Altri testimoni il 25 febbraio. [B. M.] Sanità Socio-Assistenziale 12 45 LA STAMPA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 OMEGNA, PRANZO GRATUITO PER CHI E’ IN GRAVI DIFFICOLTÀ La mensa della casa di riposo apre alle persone bisognose VINCENZO AMATO OMEGNA Una mensa sociale per le persone bisognose. Anche questo è un segno della crisi a Omegna che colpisce ormai senza più distinzioni di età e classe sociale. L’iniziativa di offrire almeno un pasto caldo al giorno a chi non può permetterselo, è dell’amministrazione comunale e dal Ciss ed ha trovato corrispondenza nella Casa dell’Anziano «Massimo Lagostina» e nella Fondazione comunitaria del Vco. «Abbiamo raccolto l’appello del Ciss e del mondo del volontariato che ci facevano presente la situazione drammatica di molte persone, sovente anziane e sole, con difficoltà economiche gravi - afferma il sindaco Adelaide Mellano -. Abbiamo partecipato a un bando della Fondazione per dare loro la garanzia del pranzo a mezzogiorno grazie alla disponibilità della Casa dell’anziano». Tanti anziani coinvolti «Portiamo già il pranzo a casa a oltre venti persone - osserva il direttore del Ciss Cusio Angelo Barbaglia - di questi almeno una metà non riescono a pagare nemmeno quella piccola quota. Farli sedere a tavola, trattandosi sovente di persone anch’esse anziane, significa non solo dare loro da mangia- LA RICETTA DEI SINDACATI “Il lavoro nero può diminuire solo con la ripresa economica” «Contro la piaga del lavoro nero non bastano le sanzioni, ci vuole la prevenzione. Siano anche le organizzazioni di categoria a vigilare su questo fenomeno che colpisce le aziende oneste e penalizza l’economia». A dirlo è il direttore della Direzione provinciale del lavoro del Vco Angelo Serina che commenta i risultati degli accertamenti svolti dal suo ufficio nel corso del 2014. Si è trattato di interventi che gli ispettori, a corto di mezzi e di personale, hanno svolto con mille difficoltà. «Pur con due ispettori in meno e con quelli rimanenti costretti per un lungo periodo a effettuare servizio con mezzi pubblici, hanno, tra le tante violazioni, trovato 97 lavoratori totalmente in nero -spiega Serina -. E’ un fenome- Rassegna del 29 gennaio.pdf La casa di riposo Massimo Lagostina di Omegna no grave che testimonia come, malgrado il perdurare della crisi c’è un massiccio ricorso alla manodopera irregolare». Una analisi del fenomeno la fa anche Dario Galizzi segretario della Feneal Uil del Vco. «Molte situazioni irregolari sono state riscontrate nel mondo dell’edilizia, un settore particolarmente colpito dalla crisi - dice Galizzi -. Se riparte la produzione e si riaccende l’economia il lavoro in nero dovrebbe essere superato». Sensibilizzazione e rispetto dei diritti dei lavoratori sono le parole d’ordine per arginare, se non proprio far sparire, le irregolarità. [V. A.] Emergenza senza fine La situazione delle nuove povertà è pesante. «Ogni anno provvediamo ad aiutare economicamente, con circa 200.000 euro, oltre trecento famiglie - prosegue Barbaglia hanno difficoltà a pagare l’affitto, le spese di casa e anche a mangiare». Se a ciò si aggiunge anche l’intervento della San Vincenzo e delle parrocchie si ha un quadro della situazione. «Rientra nei nostri scopi rendere un servizio alla città spiega Attilio Smorgoni da pochi giorni presidente della Massimo Lagostina -. Questa apertura è importante perché significa una sempre maggior integrazione della struttura per anziani verso l’esterno». L’operazione è resa possibile dalla Fondazione Comunitaria del Vco con un primo contributo di 11 mila euro che servirà a coprire le spese dei pasti per almeno una trentina di persone per l’intero anno. Fuga delle partorienti del Vco “Numeri in costante aumento” pagina 39 VCO .43 re, ma anche aiutarli a socializzare con gli altri facendoli uscire dall’isolamento». ALLARME DEL COMITATO SOS SANITÀ «La situazione dell’area materno infantile di Verbania e Domodossola è diventata una Caporetto, con punte del 75 per cento di donne che vanno a partorire altrove. Ed i maggiori responsabili politici sono la giunta Cota e quella Chiamparino». Bernardino Gallo, del comitato Sos Ossola, denuncia la fuga di partorienti dal Vco. «La politica, con scel- . te sbagliate, ha prodotto sfiducia nelle donne che hanno percepito anche una non eccelsa qualità del servizio. Ciò va unito al rifiuto delle ossolane di partorire a Verbania, solo perché obbligate dai protocolli». Gallo accusa politici e funzionari dell’Asl di aver «fomentato la guerra tra le due aree del Vco invece di puntare sull’aumento della qualità del servizio». [RE. BA.] L’incendio di Intra VERBANIA Mansarda a fuoco Evacuata una famiglia Erano le 23,30 martedì quando i vigili del fuoco di Verbania sono intervenuti in via Fornaci a Intra per spegnere un incendio al tetto di un appartamento mansardato. Tre sono state le squadre impegnate nell’operazione: tre le ore impegnate per spegnere il fuoco. Secondo una prima ricostruzione il rogo sarebbe partito dal tubo della stufa a pellet che si trovava all’interno dell’appartamento, al momento abitato da una coppia con un bambino. Non sono stati i proprietari ad accorgersi dell’incendio, che è cominciato dalla parte esterna del tetto (circa 20 metri quadri distrutti), e dare l’allarme, bensì alcuni passanti. L’intervento è stato tempestivo: con il tetto in legno le fiamme si sarebbero potute propagate velocemente agli altri tre piani della palazzina. La famiglia è stata evacuata e per ora non può rientrare nell’appartamento perché inagibile. [B.AR.] Sanità Socio-Assistenziale 12 45 67 18 LA STAMPA GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 . Cronaca di Torino .41 Saper spendere Simonetta [email protected] “Attenti all’Ailanto se avete un orto” REPORTERS REPORTERS Bagni da rifare al Passoni Locali fuori uso al Colombatto Toilette in condizioni precarie, con piastrelle staccate, e soffitti scrostati nella storica sede del Liceo Passoni di via della Rocca Una delle aule fuori uso da tre anni per gli atti vandalici compiuti durante un furto di rame nella succursale dell’Alberghiero Colombatto di via Ada Negri La Città metropolitana: non avrete altri fondi I presidi in rivolta “Edifici a pezzi e noi senza soldi” “Inutilizzabili i 2 milioni di Scuole Belle” MARIA TERESA MARTINENGO Pessimo inizio di giornata, ieri, per i presidi delle scuole superiori: nella posta c’era una lettera della Città metropolitana, ente subentrato alla Provincia come proprietario e responsabile della manutenzione degli edifici, con l’invito a servirsi dei fondi del progetto governativo Scuole belle per risolvere i problemi di manutenzione. Peccato che solo pochi giorni fa ai presidi sia stato ribadito dal Ministero che quei soldi vanno usati solo per un leggero maquillage agli istituti: cancellare scritte, tinteggiare cancellate, stringere viti di banchi sconnessi, cambiare guarnizioni ai rubinetti. Interventi a misura di lavoratori delle cooperative sociali, gettati sul lastrico da precedenti tagli e per i quali Scuole belle è un «risarcimento». Le risorse L’ingegner Sandro Petruzzi, direttore dell’Area Edilizia, spiega nella lettera che 50 scuole su 87 riceveranno 2,3 milioni di eu- REPORTERS Aula off limits al Guarini Necessità di interventi «a 360°» per poter accogliere nuovamente gli studenti in quest’aula (oggi non utilizzata) dell’Istituto Guarini di via Salerno Avogadro, soffitti ko Nei bagni dell’Avogadro si staccano le piastrelle e i controsoffitti sono in condizioni precarie ro e che «la Città Metropolitana, alla luce dei tagli imposti dalla Finanziaria 2015, versa in condizioni tali da rendere estremamente complessa l’erogazione dei servizi alle scuole, compresa la manutenzione edile e impiantistica». La reazione Ieri, al direttivo Asapi, associazione di centinaia di scuole del Piemonte, la reazione è stata pronta. «La Città Metropolitana sa benissimo che quei fondi possono essere spesi solo acquistando determinati servizi da un catalogo preciso di cui non fan parte le manutenzioni di cui le nostre scuole hanno bisogno... Con quei soldi, per capirci, posso far cambiare un vetro a una porta, non a un lucernario, non posso siste- mare un pavimento rotto, una porta tagliafuoco», dice Tommaso De Luca, preside dell’Avogadro e presidente Asapi. «Scuole belle - aggiunge - è un’operazione di welfare, non manutenzione». La preside dell’Istituto Giulio, Giulia Abbio è categorica: «Una presa in giro. Prima dei chiarimenti dell’altra settimana pensavo, con la cifra che riceveremo, di risolvere il problema del cancello d’ingresso sempre aperto, con problemi di sicurezza di giorno e di sera, invece questo lavoro non lo si può fare. Gli interventi possibili sono quelli che già fanno i bidelli in straordinario. In sostanza il messaggio è: arrangiatevi». All’Istituto per geometri Guarini il preside Giuseppe Inzerillo elenca le necessità vere: «Cortile in parte inagibile, problemi lega- ti all’impianto di riscaldamento, aule inagibili». Le foto dicono il resto. La collega Claudia Torta dell’Alberghiero Colombatto riceverà 82 mila euro. «Pensavo dice - di sistemare tre aule chiuse, con il soffitto sfondato. Invece non si potrà fare». Al Liceo Artistico Passoni, il preside Gianni La Rosa puntualizza che «quei soldi arriveranno a giugno, quindi comunque continuerò per qualsiasi cosa a segnalare ogni necessità alla Città metropolitana. Ho i bagni con le piastrelle staccate, pavimenti che si alzano, un boiler ha preso fuoco. Con “Scuole belle” tutto questo non si sistema. E l’ex Provincia non può dirci di procedere». Guarda la fotogallery su www.lastampa.it/torino Tempi stretti Sanità: polemica sul taglio dei posti-letto La Regione assicura che da venerdì saranno erogati gli assegni di cura per il mese di gennaio: la somma sarà anticipata dalle Asl piemontesi Non autosufficienti, le risorse saranno anticipate dalle Asl ALESSANDRO MONDO È finita nell’unico modo possibile: con le Asl richieste di anticipare le risorse destinate a garantire anche quest’anno il pagamento degli assegni di cura per garantire l’assistenza domiciliare. Le stesse Asl che nelle ultime settimane avevano cominciato a bloccarli, abbandonando le prime 300 famiglie alle loro difficoltà: 11 mila quelle che ine usufruiscono in Piemonte. Fondi garantiti Siamo nel perimetro del settore assistenziale. Il Fondo nazionale per le non autosufficienze è stato confermato an- 1600 posti Quelli che, stando ai dati chiesti da Forza Italia all’assessorato, saranno tagliati in Piemonte che quest’anno, e incrementato a 400 milioni (contro i 350 del 2014), ma non si sa quando verrà ripartito tra le Regioni, che lo cofinanziano. Fino a marzo, quando sarà approvato il bilan- Rassegna del 29 gennaio.pdf cio, il Piemonte non è in grado di cofinanziare nulla (l’anno scorso aveva stanziato 67 milioni). Pagano le Asl Situazione esplosiva, affrontata dagli assessori Saitta (Sanità) e Ferrari (Politiche sociali) con i direttori delle Asl Torino 1,2,3,4. Al termine dell’incontro la decisione di ricorrere ad un’anticipazione di cassa delle aziende sanitarie in attesa di approvare il bilancio e stanziare i fondi previsti, che comunque saranno inferiori di qualche milione rispetto a a quelli garantiti dalla Regione nel 2014. «Gli interessati continueranno a ricevere gli assegni di cura senza interruzioni - spiegano i due as- REPORTERS sessori -. Già da venerdì saranno erogati gli assegni relativi al mese di gennaio». Prevista, entro l’anno, «una rivisitazione del sistema di gestione delle prestazioni socio-assistenziali». Polemica sui posti-letto Sul fronte della Sanità imperversano le polemiche. Forza Italia (Porchietto, Vignale) attacca la riduzione dei posti-letto per sin- pagina 41 gola Asl - rispetto al presente lo scarto è di 1.600 posti, Torino dovrà rinunciare a 240 - e lancia una petizione contro la chiusura dell’ospedale di Lanzo: tema sul quale caricano anche i Cinque Stelle (Bono Batzella). «Il presidio di Lanzo resterà perché Ciriè non è in grado di dare risposte complete alla domanda di quel territorio - smentisce Saitta -. Bando alle strumentalizzazioni». o bisogno di aiuto scrive Silvia dal Cuneese - per il nostro piccolo frutteto: al confine è stato piantato (forse non conoscendone l’invadenza), l’Ailanto dalle pannocchie marrone-bordò. «Sono piante molto invasive, non so come eliminarle. Mi suggerisca un rimedio...» Abbiamo chiesto aiuto alla professoressa Elena Accati: «L’Ailanto è una temibile pianta invasiva, originaria della Cina, diffusa in tutto il Paese. E’ una specie arborea, perenne, caducifoglia con radici sotterranee superficiali e rizomi capaci di emettere numerosi polloni che possono giungere fino a 15 metri di distanza dal fusto principale.Tende a creare gruppi che impediscono la crescita delle specie originarie della zona perchè le radici emettono sostanze tossiche per altre piante arboree e erbacee. «Così si riduce la biodiversità. E’ una specie che purtroppo si adatta a qualsiasi tipo di terreno, resiste alla presenza di sale nel suolo, alla siccità, all’inquinamento. Cresce rapidamente. Le foglie sono tossiche per gli animali domestici, la corteccia e le foglie provocano forti irritazioni cutanee a causa di un alcaloide (ailantina) e al pari delle radici devono essere toccate con guanti. «Ecco alcuni consigli in base a quanto prescritto dal Gruppo di Lavoro Specie Esotiche della Regione Piemonte: evitare l’utilizzo della pianta per scopi ornamentali e, nella vivaistica; eliminare e tagliare gli individui adulti per evitare la diffusione della pianta;fare un decespugliamento ripetuto più volte nel periodo di vegetazione e eliminare i polloni alla base della pianta. Se si vogliono effettuare interventi più drastici di tipo chimico, l’unico metodo consiste nell’usare erbicidi sistemici (consigliati diserbanti acquistabili presso rivenditori autorizzati, ad esempio prodotti a base di glifosate, o di triclopir) che vanno usati su piante in crescita dalla primavera fino all’autunno. Occorre bagnare le foglie delle piante con le soluzioni dei diserbanti alle dosi indicate in etichetta, usando attrezzature idonee ed evitando le giornate di vento che favorirebbero la diffusione a distanza. «È anche possibile spennellare una parte del tronco di almeno 50-60 cm con diserbanti: efficace su piante giovani con corteccia fine. Quando si fa il trattamento impiegare guanti. Bruciare le piante morte e non effettuare assolutamente il compostaggio coi residui verdi». H Sanità Socio-Assistenziale