Rissafraimmigrati Miafigliainlacrime

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Rissafraimmigrati Miafigliainlacrime
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La Provincia
www.laprovinciadicremona.it
SPAZIO APERTO
Ammiro impegno e pazienza
di chi lavora con i malati
A Umberto II re di maggio
vanno riconosciuti i suoi meriti
DOMENICA
12 MAGGIO 2013
IL CASO
Commenta su www.laprovinciadicremona.it/spazio ai lettori
Egregio direttore,
il 12 maggio ricorre non solo la Festa
della mamma ma anche la Giornata
Internazionale dell’Infermiere.
Colgo pertanto l’occasione
(interpretando il pensiero di molti) per
manifestare la stima e la gratitudine
verso queste persone che mettono a
disposizione degli ammalati non solo la
loro professionalità, ma
anche tanta umanità e
delicatezza.
Per motivi familiari,
frequento spesso la
Fondazione «E. Germani»
La parola
di Cingia de’ Botti e ogni
volta ammiro l’impegno, la
pazienza e la generosità
con cui ogni singolo
operatore si accosta ai
pazienti, siano essi ancora
vigili o in condizioni di
fragilità irreversibile.
Medici, infermieri,
impiegati, operatori vari,
ausiliari, attraverso le loro
specifiche competenze,
non solo cercano di
alleviare il dolore fisico,
ma anche quel dolore più
profondo causato dalla
lontananza della propria
casa e dei propri affetti. A
volte basta un gesto, un
sorriso, una mano tesa, una visita, per
rendere meno triste la giornata.
Valorizziamo quindi, ogni giorno, queste
persone.
Palma Galli
(Torre de’ Picenardi)
La mia autocritica sul centro
estivo per i bambini disabili
Gentile direttore,
vorrei complimentarmi con le istituzioni
cremonesi responsabili della proposta
centro estivo 2013 per i nostri bambini e
ragazzi autistici o con disabilità; non
solo per la solita e ottima possibilità di
scelta, ma per la quantità di tempo
prevista e messa a disposizione.
Ritengo doveroso da parte mia fare
questa comunicazione, perché un poco
sfiduciato, più volte nei mesi scorsi, mi
sono erroneamente permesso di
commentare negativamente con altri
genitori, quasi pronto a scommettere su
una proposta in contrazione di tempo e
di impegno, per i centri estivi 2013… Mi
cospargo il capo di ceneri, più che
scusandomi e prendendo lezione da ciò
che i fatti dimostrano contraddicendo la
mia ignorante fiducia. Che mi serva da
lezione in futuro per continuare a
guardare con rinnovato spirito le
istituzioni e le loro organizzazioni con le
persone che compongono, per il bene dei
nostri figli. Grazie anche a Mamma
Simona dell’associazione fra genitori
‘Accendi il Buio’, instancabile, sempre
pronta collaboratrice.
Simone, il papà di Giulio
([email protected])
Su Berlusconi la Cassazione
prevedibile, ma niente elezioni
Egregio direttore,
era prevedibile che la Cassazione
confermasse al tribunale di Milano i
procedimenti nei confronti del
Cavaliere. E tutto sommato meglio così,
convinti che anche tra i pm meneghini,
dopo la sua dimostrazione di senso
civico nel reggere il nuovo governo,
prevalga la saggezza. Persistere
nell’infierire non giova a nessuno se
non, addirittura, si rivela avventuroso
qualora, malauguratamente, cadesse
l’esecutivo con lo spettro di elezioni
anticipate. Motivi che lasciano
intravedere spiragli di luce. Una tregua
reciproca sarebbe più che auspicabile.
M. G. C.
(Cremona)
Signor direttore,
maggio mi richiama sempre alla
memoria il mese che diede il nome
all’ultimo re d’Italia: Umberto II, ovvero
il re di maggio. Sempre sorridente,
accattivante, sembrava un divo del
cinema, una figura di transizione fra
Rodolfo Valentino e Tyron Power. Nulla
vi è in lui di arcaico, di antiquato. Non è
un prodotto di fine razza
come il padre, ma il
principio di una razza
nuova. Concordi nella
descrizione dell’aspetto
i giudizi si
ai lettori esteriore,
diversificano invece sui
tratti della personalità
umana. Per gli uni è un
ragazzo schiacciato dalla
sudditanza psicologica
verso il padre, per altri è un
giovane frivolo e gaudente
che desidera una vita di
disimpegno.
Anche i giudizi sulle sue
capacità politiche sono
contrastanti: Vittorio
Emanuele non ha grande
stima di lui e, quando si
pone il problema
dell’abdicazione, afferma:
«Non posso, perché non
avrei a chi confidare questo
peso»; a Mussolini non
dispiace poiché lo considera un giovane
inetto quindi innocuo; Togliatti lo
definisce «molto corretto, molto cortese,
ma di una disperazione desolante; per
Nenni è «uno scialbo impiegatino, ma
bravo figliolo; secondo Carlo Sforza «è
comunque meglio di suo padre»; De
Gasperi lo giudica «una gran brava
persona»; Denis Mack Smith, uno degli
storici più severi verso la dinastia
sabauda, parla di Umberto come del
«migliore fra i Savoia re d’Italia». I
maligni dicono che Umberto si è
comportato come un presidente della
Repubblica, perché troppo debole per
essere un re, ma Umberto ha saputo
resistere alla pressione dei monarchici
più oltranzisti che, dopo la
proclamazione dei risultati del
referendum, avrebbero voluto da lui
atteggiamenti più ruvidi, trascinando il
paese nel caos. Ma Umberto ha saputo
resistere a queste pressioni: questo è un
merito che gli va riconosciuto.
Ricordiamolo con le dichiarazioni di
rispetto dell’esito elettorale: «Ho
compiuto il mio dovere, questi due anni
sono stati un duro sacrificio, ho
conosciuto l’ingratitudine umana, così
come ho avuto prove di dedizione oltre
misura. Nel partire dall’Italia non potrò
che augurare ogni bene al mio paese,
verso il quale andranno sempre i miei
pensieri».
Ernesto Biagi
(Casalmaggiore)
Nessun locale ha collegamenti
con i miei due ‘Kandoo’
Egregio direttore,
le chiedo un po’ di spazio per chiarire
una piccola questione. Gestisco da
diversi anni due locali in piazza Cadorna
LA POLEMICA
Signor direttore,
in questi giorni abbiamo assistito a gravi
quanto ignobili attacchi e insulti al neo-ministro per l’integrazione Cecile Kyenge e
mi permetta, dopo aver letto anche su Facebook alcune pesanti critiche allo stesso ministro (gli ultimi attacchi sono arrivati dal
circolo di Forza Nuova di Macerata che invitavano Kyenge a ritornare in Congo), di
spezzare una lancia in favore della signora
Kyenge. Il ministro è stata attaccata per
aver dichiarato di non sentirsi completamente italiana, in quanto ha origini congolesi, ma nonostante ciò ha però giurato sulla nostra Costituzione e quindi tutto ciò viene visto (da chi muove l’accusa) come un
qualcosa di inaccettabile e vergognoso. Con
Rissa fra immigrati
Mia figlia in lacrime
Signor direttore,
con la presente vorrei manifestare il
mio sconcerto per quanto accaduto la sera dell’8 maggio 2011, verso le 21, a Soresina. La mia bambina di 10 anni e suo papà, verso le 20.45, sono usciti a fare un giro in bicicletta nel centro del paese. Dopo circa mezz’ora sono tornati, la bambina in lacrime; ho pensato che fosse caduta, può capitare! Invece... si sono trovati
nel mezzo di una rissa fra extracomunitari, con urla, coltelli e non voglio pensare
altro!
Ho impiegato un bel po’ a consolarla,
a tranquillizzarla, dicendo che sono cose
che succedono e tentando di minimizzare la cosa, mentre dentro di me montava
un misto di magone e rabbia. Mi ritengo
una persona tollerante, non mi riconosco
in sentimenti di odio verso nessuno, vivo
e lascio vivere, cerco di insegnare alla
mia bambina il rispetto degli altri a prescindere dalla provenienza.
Ma stanotte meditavo e mi chiedevo
se non sia troppo... Se non sia un’ingiustizia verso la mia bambina e verso tutti gli
atri che non si possa, soprattutto in una
realtà piccola come Soresina, fare una
passeggiata in santa pace senza dover rischiare uno spavento o peggio, se invece
non sia ora di smetterla di voltarsi dall’altra parte perché tanto è tempo perso, perché tanto a questa gente non si può fare
niente. Chi sbaglia deve pagare, chi non
sta alle regole se ne deve andare, da qualsiasi posto provenga!
I. S.
(Soresina)
Una rissa tra exrtacomunitari
H
o particolarmente
apprezzato il tono pacato
delle sue parole che,
comunque, hanno il pregio di
porre in modo serio e concreto
un problema vero, quotidiano.
Non siamo razzisti se
chiediamo il rispetto della
legge, delle nostre persone e
delle nostre cose, della nostra
libertà. Un malvivente è tale
indipendentemente dal colore
della pelle e dal ceto sociale di
provenienza. E contro chi
infrange le regole della civile
convivenza è necessaria la
massima fermezza.
(Kandoo Nipon e Kandoo Fusion). Mi
giungono voci che qualcuno — che a sua
volta ha avviato un’attività simile alla
mia — millanterebbe un collegamento
diretto con la mia attività. Voglio solo
dire che queste voci sono prive di
fondamento. I miei locali sono quelli che
ho citato. Mi auguro che tanto basti a
spegnere qualsiasi voce.
Gianni Kandoo
(Cremona)
a volte supera la ragione. Nel giardino
della vita, il fiore più bello è
sicuramente l’amore della mamma, un
fiore che tutti cogliamo e di cui sentiamo
il delicato e meraviglioso profumo!
Omar Rosà
(Cremona)
Chiedo scusa a mia mamma
Da me solo rimproveri d’amore
Signor direttore,
abbiamo lasciato passare un po’ di
tempo per far sbollire tutta l’attenzione
mediatica che si è puntata
sull’avvenimento della «lite tra genitori
in palestra».
Sono stati letti resoconti su alcuni
giornali a dir poco «fantasiosi», non c’è
stato nessun «tutti contro tutti» ma la
lite è stata di due cremaschi contro due
cremonesi, con gli altri genitori che
hanno tentato di dividerli senza
riuscirci.
Si riconosce la gravità del fatto generato
da un gesto istintivo di stizza, nonché
irresponsabile, di cui l’autore si è
Egregio direttore,
in occasione della ricorrenza della festa
della mamma, vorrei cogliere
l’occasione per esprimere un mio
pensiero. Scusami se a volte mi scappa
di rimproverarti in modo eccessivo, se
non riesco a capire i tuoi ‘disagi’. In
realtà non è che non li capisco, è che ti
voglio così bene che vorrei vederti
sempre star bene. È naturale che alla
tua età abbia qualche acciacco, ma il mio
sentimento è così grande verso di te che
Lite tra genitori in palestra:
tra 2 cremaschi e 2 cremonesi
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prontamente scusato, ma da questo a far
passare l’Esperia tutta — dirigenti,
allenatori ed atlete — per dei facinorosi,
come letto su alcuni social network, ce
ne corre, e questa «fama» ce la
porteremo appresso per lungo tempo.
Non aiuta la definizione pubblicata da
alcuni giornali della partita di ritorno
come «la partita della riconciliazione»
alla quale però è stato aggiunto «ma i
cremonesi non si sono presentati». Non
era certo questa la partita della
riconciliazione ma ci teniamo a
precisare che, come società, con il
Crema Volley non siamo mai stati
«nemici» ma solo avversari sportivi, e se
i cremonesi non si sono presentati è
stato solo perché in palestra non
avrebbero potuto entrare.
L’allenatore dell’Esperia al primo
accenno di intemperanze verbali, si è
preoccupato dell’incolumità delle
ragazze come, del resto, la sua collega,
portandole nello spogliatoio, ma questo
per la Federazione di Pallavolo non
conta niente perché, in mancanza di un
dirigente federale, doveva colpire
qualcuno.
Le sanzioni comminate, pur se
determinate dai regolamenti vigenti (?),
non hanno nessun precedente a questi
livelli. La «responsabilità oggettiva»
invocata per determinare le sanzioni
sembra un sistema sbrigativo e un po’
pilatesco per non individuare a fondo le
rispettive responsabilità.
Dirigenti e allenatori US Esperia
(Cremona)
Non volevo ledere l’onorabilità
di Ogliari, sindaco di Trescore
Signor direttore,
comunico con la presente che non era
mia intenzione ledere in qualsiasi modo
l’onorabilità ed il decoro del signor
Giancarlo Ogliari, sindaco del Comune
di Trescore Cremasco, anche in tale
ultima veste di sindaco, ed al quale
porto le mie scuse. Tali scuse vanno a
chiarire ogni questione sorta a seguito
dei noti volantini da me diffusi tra la
popolazione del Comune di Trescore
Cremasco nel mese di aprile 2008, ossia
nei giorni antecedenti le consultazioni
comunali allorché il signor Giancarlo
Ogliari era ricandidato alla carica di
sindaco.
Michele Peletti
(Trescore Cremasco)
Al lavoro 4 milioni di stranieri
Dov’erano i nostri disoccupati?
Signor direttore,
ho pubblicato un annuncio sul Freepress
per la ricerca di un barista part time per
12 ore settimanali. Chiedo scusa ai circa
200 (duecento) aspiranti che mi hanno
telefonato e a cui non ho potuto
rispondere.
Considerazioni: manca il lavoro, è vero,
ma se in Italia ci sono 4.000.000 (quattro
milioni) di stranieri che lavorano e
spediscono gli stipendi all’estero, non
sarà il caso di domandarsi dove erano
qualche anno fa certi disoccupati
quando certi lavori gli italiani non si
degnavano di ricoprirli?
G. A. G.
(Cremona)
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SONO PIÙ ALLERGICI ALL’ITALIA BOSSI &C
CHE NON IL MINISTRO CECILE KYENGE
questa lettera vorrei ricordare a chi critica
il ministro Kyenge che non molto tempo fa
altri avevano dichiarato di non sentirsi italiani ed addirittura avevano disprezzato il
tricolore e poi però magicamente avevano
giurato fedeltà alla Repubblica Italiana,
ma tutto questo però non aveva destato scalpore né vergogna. Mi riferisco ai leghisti
Bossi, Maroni, Calderoli e Castelli diventati ministri della Repubblica ma con una certa allergia verso l’Italia, come dimostra il
documentario di Claudio Lazzaro ‘Cami-
cie verdi - bruciare il tricolore’ (2006) nel
quale si possono ‘ammirare’ i leghisti, tra i
quali i futuri ministri, intonare un coro vergognoso che recita: «Abbiamo un sogno nel
cuore / bruciare il tricolore». E come dimenticare Bossi quando disse nel 1997: «Quando vedo il tricolore mi inc... Il tricolore lo
uso per pulirmi il cu...» (testuali parole);
queste citazioni e questi cori come mai non
hanno fatto arrabbiare nessuno? Come mai
nessuno di quelli che ora inveiscono contro
Cecile Kyenge si è opposto alla candidatu-
ra di Maroni, Bossi, Calderoli e Castelli a
ministri della Repubblica? Ora dobbiamo a
mio avviso imparare a giudicare la gravità
delle parole in base al loro significato e non
in base a chi le pronuncia; si dovrebbe crescere un po’ di più ed essere meno miopi nella critica e colpire chi merita di essere colpito senza soffermarsi troppo sul colore politico o, ancor peggio, sul colore della pelle.
Per chiudere prenderei come esempio Rudolph Giuliani e Mario Cuomo, figli di immigrati italiani in America e diventati personaggi di spicco della politica statunitense
senza che nessuno li criticasse per la loro
origine italiana ma solo per il loro operato.
Andrea Volpi
(Vho di Piadena)