Aspetti prosodici e pragmatici dell`esclamazione
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Aspetti prosodici e pragmatici dell`esclamazione
Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo ASPETTI PROSODICI E PRAGMATICI DELL’ATTO ESCLAMATIVO PATRIZIA SORIANELLO 1. Introduzione La frase esclamativa è un atto linguistico usato per trasmettere un evento sorprendente, il cui effetto può essere positivo o negativo. Si tratta di un enunciato tipico della lingua parlata, specie dei contesti informali o di quelli ad alto coinvolgimento personale; la sua presenza nello scritto è evidenziata dal punto esclamativo. L’enunciato non è unico, per forma e per sostanza; numerose sono le costruzioni realizzabili nelle lingue del mondo (cfr. Michaelis 2001), ma proprio questa natura variabile solleva diversi problemi di interpretazione e di classificazione. Notoriamente, alla realizzazione dell’esclamativa concorrono (a) risorse sintattiche, in primis ordine delle parole e presenza di introduttori wh, (b) risorse lessicali, frequente è l’uso di elementi focalizzanti (tale, così), di lessico emotivo o di interiezioni, (c) risorse prosodiche. L’enunciato esclamativo, a prescindere dalla sua struttura formale, contiene sempre una natura espressiva che assolve precise funzioni semantiche e pragmatiche. Le prospettive di studio perseguibili sono dunque numerose, tuttavia l’interesse verso l’esclamativa è stato finora contenuto, specie se confrontato con quello rivolto ad altre tipologie modali come l’interrogazione e l’asserzione. Fra tutti il settore meno indagato è quello prosodico, l’organizzazione sintattica e semantica dell’esclamazione sono per contro le aree più documentate. Studi Linguistici e Filologici Online ISSN 1724-5230 Volume 9 (2011) – pagg. 287-332 P. Sorianello – “Aspetti prosodici e pragmatici dell’atto esclamativo” Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo In questa ricerca, l’attenzione sarà diretta all’esplorazione delle caratteristiche prosodiche dell’esclamativa; si cercherà di dimostrare come i comportamenti melodici riscontrati dall’analisi di un campione realizzato da locutori meridionali non siano altro che la restituzione superficiale delle proprietà pragmatiche dell’esclamativa medesima. Parimenti, emergerà il ruolo dirimente del fattore prosodico nella decodifica, anche uditiva, di atti linguistici esclamativi, un aspetto quest’ultimo finora mai considerato nella letteratura relativa all’italiano, come pure di altre lingue. 2. Le strutture esclamative In molti studi, comprese le grammatiche tradizionali di stampo descrittivo, le frasi esclamative sono annoverate tra le tipologie minori, conseguentemente anche lo spazio ad esse dedicato è ridotto. Il criterio che sottende tali classificazioni è il più delle volte sintattico, poiché incentrato sulla selezione del modo verbale, sull’ordine delle parole, sui tipici fenomeni di emarginazione che contraddistinguono molte esclamative o sulla presenza di specifici operatori grammaticali 1. Ad esempio, in Sadock e Zwicky (1985) i tipi frasali maggiori sono: dichiarative, interrogative e imperative; le esclamative sono incluse tra le categorie minori insieme a imprecativi e optativi. Analogamente, König e Siemund (2007) nel classificare gli atti linguistici, riservano alle esclamative un posto secondario accanto a vocativi, domande eco, risposte ecc. Secondo gli autori, l’elevata 1 Tra gli studi ad orientamento sintattico menzioniamo Radford (1997), Liptak (2006) e per l’italiano Benincà (1995). 288 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo variabilità strutturale renderebbe problematico l’inserimento delle esclamative tra le forme frasali basiche. Nelle più recenti ricerche ad indirizzo semantico e pragmatico, l’esclamativa è stata oggetto di crescente attenzione, ma anche in questo ambito gli aspetti controversi non mancano. Gli argomenti che continuano ad animare il dibattito teorico sono numerosi, tra questi: la definizione dello statuto dell’esclamativa, l’individuazione dei criteri che ne permettono il riconoscimento, il grado di affinità che stabilisce con le frasi interrogative. Se da un lato, vi sono ragioni di natura pragmatica per postulare l’esistenza di una tipologia esclamativa autonoma, accanto a dichiarative, interrogative ed imperative, dall’altro la frammentazione dei tipi esclamativi sembra incrinare l’omogeneità e la specificità dell’intera categoria frasale (cfr. Gutierrez-Rexach 2008). Una prima questione che si ravvisa nella letteratura disponibile, prescindendo dall’ispirazione teorica sottesa, è una certa discordanza terminologica la quale, lungi dall’essere una semplice scelta lessicale, riflette questioni di natura più profonda. Quirk et alii (1985) distinguono le esclamative, intese come categoria grammaticale, dalle esclamazioni, ovvero enunciati pragmaticamente usati come esclamative, sebbene non sempre realizzati come tali sul versante strutturale. Radford (1997) relativamente all’inglese, in un’ottica rigorosamente sintattica, riserva il termine esclamativa solo alle frasi introdotte dagli operatori ‘what’ e ‘how’; la stessa posizione è assunta da Collins (2005) secondo cui solo in queste esclamative si avrebbe la 289 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo grammaticalizzazione della forza illocutiva dell’enunciato. Rett (2008) in uno studio sull’individuazione dei correlati semantici, distingue le esclamazioni, frasi realizzate con la stessa struttura di un’assertiva, es. Sue wore orange shoes!, dalle esclamative, cioè esclamazioni contenenti un morfema wh, es. How orange Sue’s shoes wore!, o una costruzione con inversione, es. Oh the shoes Sue wore!. La motivazione non è sintattica, solo questi ultimi enunciati incorporerebbero determinate proprietà pragmatiche (cfr. ultra). In aggiunta, entrambi i termini, esclamativa ed esclamazione, sono stati usati anche per designare, in modo piuttosto generico, enunciati enfatici o espressivi di vario tipo. La posizione prevalente negli ultimi anni è che l’esclamativa sia un atto pragmatico, un enunciato di confine che si esplica simultaneamente, con un incrocio di funzioni e strutture, tra livello sintattico e livello semantico (cfr. Rosengren 1997). L’adozione di una visione globale fondata sulla funzione comunicativa, piuttosto che su restrizioni meramente sintattiche, ha sancito la specificità categoriale dell’atto esclamativo 2. Le esclamative sono enunciati dotati di struttura variabile, come dimostrano anche gli studi di tipologia condotti sull’argomento (cfr. Rosengren 1997, Michaelis 2001). In numerose lingue, ricorrono esclamative wh, cioè frasi introdotte da un modificatore sintattico, es. What a view!, ed esclamative sì/no, strutture aventi la medesima forma 2 La posizione dell’esclamativa all’interno della teoria degli atti linguistici è controversa, poiché coincidente solo in parte con la classe degli atti espressivi (cfr. Austin 1962, Searle 1976). 290 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo di un’assertiva o, in diverse lingue di una interrogativa totale, es. John is really fun! La frase esclamativa può essere inoltre principale, es. Che bello! oppure subordinata, es. Non sai quanto è bello!; in quest’ultimo caso il predicato è obbligatoriamente fattivo ad es. capire, sapere, credere, poiché il significato della frase deve essere presupposto come vero. Svariati sono i tratti sintattici che caratterizzano una frase esclamativa, tra questi: presenza di parole interrogative o di marcatori esclamativi (ne è un esempio l’impiego della particella là in turco), inversione di soggetto e verbo, ricorrenza di avverbi di grado (es. così, tale), cooccorrenza con interiezioni, strutture nominali (cfr. Michaelis 2001). Alcune strutture hanno in realtà statuto controverso e per questo non sono sempre considerate delle vere esclamative; è questo il caso degli enunciati contenenti modificatori come such, so, tellement, così (es. These flowers are so beautiful!). Queste costruzioni sono state a volta accettate (Elliott 1974) altre volte rifiutate (cfr. Zanuttini & Portner 2003) 3. Vi sono infine espressioni che hanno una natura esclamativa intrinseca e che difficilmente potrebbero avere diversa interpretazione (es. Hurrah!, Wow!, Evviva!, Bravo!). 3 La distribuzione di such e so è infatti diversa rispetto a quella della parola wh; la loro posizione non è obbligatoriamente iniziale, inoltre la loro ricorrenza non è limitata alla sola tipologia esclamativa, essendo possibile anche nelle imperative (es. Don’t be so messy!) o nelle interrogative (es. Why did you make such a mess?). 291 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo 3. L’esclamativa dell’italiano In italiano, a pari di altre lingue, le esclamative più frequenti sono introdotte da un elemento wh, che, quanto, come, quale 4. Queste esclamative sono dette anche wh o parziali, poiché il senso di sorpresa si estende solo su una parte dell’enunciato. L’ordine delle parole è rigido: l’introduttore wh ricorre obbligatoriamente in posizione iniziale, il soggetto e gli altri argomenti sono di norma emarginati a destra. Le restrizioni sintattiche dipendono in parte anche dal tipo di wh word che introduce l’esclamativa. In italiano, il più ricorrente è che. Questa wh word, sempre invariabile, può modificare un aggettivo (es. Che bello!), un nome (es. Che casa grande!) o ricorrere da sola con funzione pronominale prima di un verbo flesso (es. Che hai combinato!). La sua posizione non è libera: non solo è sempre iniziale di enunciato, ma è seguita dal costituente modificato; se fa parte di un sintagma preposizionale allora è preceduta dalla preposizione, (es. In che situazione si è messo!). In queste frasi, specie nel parlato colloquiale, si riscontra spesso un secondo che, definito complementatore vuoto, la cui presenza è opzionale; l’eliminazione di questo elemento non compromette infatti l’accettabilità della frase. Che paura (che) ho avuto!. Il secondo elemento esclamativo, per ordine di frequenza, è come; la sua funzione è sempre avverbiale, pertanto non può essere seguito da 4 A differenza di molte lingue europee in cui l’esclamativa è tipicamente introdotta da un operatore wh, nelle lingue scandinave ed emblematicamente nella varietà parlata nella Norvegia orientale, le esclamative wh sarebbero poco usate o addirittura rare (cfr. Delsing 2010). 292 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo un costituente frasale, ma solo da un verbo flesso, es. Come ti sta bene questo vestito!, Come piangeva! Diversamente, quanto può avere sia natura avverbiale che aggettivale; in quest’ultimo caso è obbligatoriamente accompagnato da un nome con il quale si accorda per genere e numero, es. Quanto tempo ci vuole!, Quanti libri vecchi!. Una funzione avverbiale è infine sempre associata all’introduttore quale, es. Quali amici frequentava!, ricorrenza possibile anche all’interno di un sintagma preposizionale, es. In quale situazione si è trovato!. L’esclamativa introdotta da quale è però marcata diafasicamente, essendo associata ad un registro elevato; il suo corrispondente nell’italiano colloquiale è l’espressione che razza di (cfr. Benincà 1995), es. Che razza di amici frequentava!. In alcuni contesti, anche chi può introdurre un’esclamativa; questo introduttore precede un verbo flesso, es. Chi invitò alla sua festa!, anche all’interno di sintagma preposizionale, Di chi si era fidato!. Alcune strutture esclamative possono avere una diversa forma ellittica che si manifesta come assenza di predicazione, assenza di wh-word o di entrambi. Il risultato è la formazione di una esclamativa nominale. La cancellazione del verbo (copula o verbo avere) si ha solo se l’esclamativa è introdotta da che, Che buono(che è) questo gelato!, Che bei giocattoli (che hai!)!, non essendo infatti ammessa con gli altri operatori, si consideri l’inaccettabilità delle seguenti frasi: *Come bello!, *Quanto grande!. 293 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo Su questa costruzione, comune in molte lingue romanze (cfr. Munaro 2006), vigono però diverse restrizioni relative sia all’ordine delle parole, sia agli elementi lessicali che vi possono comparire. In italiano, infatti il complemento predicativo precede sempre il soggetto 5, il verbo omesso è interpretabile come copula, mentre l’elemento wh, se eliso, identifica che, es. Buono, questo gelato >(che buono che è questo gelato!) 6. In italiano non sono ammesse altre possibilità, come provano gli enunciati che riportiamo a titolo esemplificativo, *Come buono questo gelato!, *Quanto buono (che è) questo gelato!. Un vincolo agisce inoltre sulla tipologia degli elementi lessicali che possono comparire in apertura dell’esclamativa, tale possibilità è infatti riservata solo alla classe degli aggettivi qualificativi, cioè graduabili, meglio se dotati di carica affettiva; in questa costruzione, molto frequente nella lingua parlata, la forza espressiva è concentrata sul costituente iniziale il quale veicola il senso di evento sorprendente, es. Interessante, questo libro!. L’aggettivo può essere accompagnato anche da un nome, es. Brutta avventura, questa!; che può ricorrere anche singolarmente se preceduto da un articolo indeterminativo, es. Una noia, questo film! Oltre alla strutture citate, possono assumere valore esclamativo anche singoli sintagmi nominali, es Il treno!, frasi con dislocazione a sinistra 5 In determinati contesti, anche una proposizione infinitiva può coincidere con il soggetto, es. Rilassante, passare una giornata al mare! oppure con il sintagma anteposto, es. Da vedere, questo film! 6 Questa sequenza non è ammessa nella lingua francese, es. Etonnante, cette histoire!, ma * Qu’étonnante, cette histoire! (cfr. Vinet 1994). 294 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo o tema sospeso, es. Questo libro, nessuno lo legge più! o frasi scisse, es. È questo che volevo!. L’esclamativa può avere la medesima struttura di un’asserzione, di valore positivo o negativo, es. Il treno è partito!/Il treno non è partito!, anche mediante posposizione del soggetto es. È partito il treno!. Queste esclamative sono anche denominate totali poiché interamente sorprendenti (cfr. Benincà 1995) oppure, riprendendo la terminologia in uso nelle interrogative, esclamative sì/no (cfr. Zanuttini & Portner 2003). In questi casi, l’intonazione si prefigura come l’unico elemento cui è affidata la distinzione dalle corrispondenti assertive, al pari di quanto avviene tra assertive e domande polari. Per completezza descrittiva, occorre menzionare anche le esclamative totali introdotte da se, es. Se avesse parlato prima!, o da non espletivo, es. Sono arrivata presto, e non era ancora chiuso!. 4. Le componenti semantico-pragmatiche La frammentazione sintattica non preclude che le esclamative possano ricevere un trattamento omogeneo. Il fattore unificante risiede nella loro funzione comunicativa. È opinione dominante che la categoria delle esclamative possa essere analizzata solo considerando simultaneamente, in una sorta di interfaccia, componenti sintattiche e semantiche (cfr. Zanuttini e Portner 2003, Gutierrex-Rexach 2008). Sotto il profilo semantico, è stato individuato infatti un fascio di proprietà interdipendenti tra loro, il quale funge da nucleo comune a gran parte delle esclamative. La prima di queste proprietà è la 295 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo salienza: tutti gli enunciati esclamativi possiedono un contenuto saliente, che cioè eccede le aspettative del locutore 7. Di conseguenza, le esclamative sono decodificate come atto sorprendente, attraverso l’emissione di un giudizio che valuta una situazione come ‘non canonica’. Tale giudizio, per definizione, è sempre emesso dal parlante medesimo, per questo le esclamative sono frasi marcate a livello deittico 8. La seconda proprietà concerne la presenza di un significato graduabile. Questa caratteristica riguarda solo le esclamative wh, non a caso considerata la costruzione prototipica. Gli enunciati wh sono costruzioni che implicano un significato scalare. L’elemento su cui verte il senso di sorpresa è graduabile lungo una scala di giudizio, sebbene la sua interpretazione sia sempre di grado elevato (cfr. Gutierrex-Rexach 1995, Zanuttini & Portner 2003, Villalba 2003, Rett 2008). Questo effetto è dato dalla ricorrenza nell’enunciato di un aggettivo (indefinito, numerale, qualificativo) gradiente e/o da un operatore di grado (es. parola wh) 9. A differenza di altre frasi, le esclamative ricevono una interpretazione di massimo livello, il loro significato può essere idealmente concepito 7 Si fa riferimento tanto alle aspettative personali del locutore, quanto alla norma socialmente accettata e tacitamente condivisa, es. l’esclamativa How tall Juan is! può avere due letture: l’altezza di Juan supera le aspettative personali del locutore che proferisce l’esclamativa, oppure l’altezza di Juan è superiore rispetto alla media di altre persone aventi caratteristiche simili (Gutierrex-Rexach 2008:120). 8 Le esclamative si distinguono dalle interiezioni. Sebbene anche queste ultime possano convogliare un senso di sorpresa, le interiezioni hanno però un significato convenzionale, non supportato da una struttura proposizionale. 9 La costruzione esclamativa è perciò incompatibile con la presenza di un aggettivo non graduabile. 296 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo come una sequenza avente una scansione interna in sottoparti le quali costituiscono unità di quantificazione. Il loro dominio semantico può essere così esteso fino ad accogliere livelli massimi, e per questo inattesi. Questa proprietà, di ampliamento semantico, è denominata widening (cfr. Zanuttini & Portner 2003). L’esclamativa diverge per alcuni aspetti sia dall’assertiva che dalla domanda; secondo Sadock e Zwicky (1985: 162) tanto le esclamative che le assertive presuppongono la verità del loro contenuto preposizionale; tuttavia mentre le dichiarative sono informative, le esclamative sono espressive, poiché l’evento di cui si parla non è asserito, ma implicato attraverso una manifestazione emotiva. Le esclamative sono simili alle interrogative, per strategie sintattiche e scelte lessicali. Pur tuttavia, il rapporto che intercorre in numerose lingue tra esclamative e interrogative è complesso e per alcuni versi controverso, giacché costituito da un fitto intreccio di convergenze strutturali e divergenze pragmatiche. L’identificazione degli indici cui avvalersi per la separazione pragmatica di esclamative ed interrogative ha costituito negli ultimi anni una vera sfida teorica 10; a tal fine sono stati considerati tanto criteri di ordine strutturale quanto criteri di natura pragmatica. Innanzitutto si osserva che gli operatori che introducono un’esclamativa fanno parte dello stesso paradigma di quello impiegato per le interrogative; esiste però una vistosa restrizione: nelle esclamative possono ricorrere solo quelle wh-words che esprimono un contenuto graduabile, ad es. ‘che, come, quanto’, 10 Per un approfondimento si rinvia a Elliott (1974), Zanuttini & Portner (2000, 2003), Michaelis (2001). 297 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo precludendo tale possibilità ad altri elementi tra cui: ‘perché, quando, dove’, come evidenziato negli esempi riportati qui di seguito: Perché piangi? vs. *Perché piangi! *When/where she studies! (Rett 2008) Un ulteriore elemento differenziante consiste nel fatto che in diverse lingue, l’inserzione tra soggetto e verbo può aver luogo nelle interrogative , ma non nelle esclamative wh, come negli esempi che seguono 11: How many books have you bought? How many books you have bought! Wievele Bucher hast du gekauft? Wievele Bucher du gekauft! Il confine tra interrogative ed esclamative non è sempre così netto, vi sono anche interrogative che esprimono un senso di sorpresa (es. È arrivato il treno?!) e quelle retoriche in cui si ha la neutralizzazione della forza pragmatica degli enunciati in questione. Sul versante pragmatico, esclamative ed interrogative non si equivalgono, sono almeno tre le proprietà semantiche che concorrono a differenziare i due atti enunciativi: 1) fattività 2) implicatura scalare 3) relazione domanda/risposta 11 A differenza di quanto accade in diverse strutture esclamative, nelle interrogative italiane non può ricorrere il che complementatore es. Che disegno che ha fatto! ma *Che disegno che ha fatto?. 298 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo Le esclamative sono intrinsecamente fattive: il loro contenuto proposizionale è sempre presupposto, essendo infatti incompatibili con uno stato epistemico di ignoranza. Il contenuto espresso attraverso la prima persona di un predicato fattivo non può essere inoltre negato, diversamente dalle interrogative, giacché in aperta contraddizione con il fatto che l’elemento proposizionale è presupposto 12, es. Non sai com’è bello! vs. *Non so com’è bello! Le esclamative contengono un’implicatura scalare, il loro significato è infatti sorprendente, ovvero deviante dalla norma. Nel pronunciare un’esclamativa si vuole informare il ricevente che il grado insito nel significato dell’enunciato è più alto di quanto atteso. Quest’effetto non è tuttavia codificato a livello lessicale, di conseguenza il ricevente lo recupera attraverso un processo inferenziale. Il concetto, ribadito da Michaelis & Lambrecht (1996), e successivamente ripreso da Zanuttini & Portner (2003), contiene un esplicito richiamo ai tipi di implicatura elaborati da Grice (1989). Nell’esclamativa sarebbe presente un’implicatura scalare convenzionale, per definizione non suscettibile di essere cancellata, né isolata dal resto dell’enunciato 13. Il valore di ciò che viene esclamato non è specificato, essendo un’implicatura non fa parte di ciò che è asserito, ma è interpretabile 12 Cfr. Elliott (1974), Zanuttini & Portner (2003). In ambito pragmatico, per implicatura si intende quel contenuto proposizionale che, pur non essendo esplicitamente presente nell’enunciato, fa parte del suo significato, poiché ricavato per via inferenziale. Grice (1989) distingue due tipi di implicatura: convenzionale e conversazionale. Un tipo particolare di implicatura convenzionale è quella scalare, quest’ultima si attiva quando nell’enunciato ricorrono elementi linguistici ordinabili, per informatività o forza semantica, lungo una scala lessicale; tra questi rientrano i quantificatori, i connettivi, i numerali (cfr. Grice 1989, Horn 2004). 13 299 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo come straordinario. Ad es. la frase Com’è alto tuo figlio! presuppone l’esistenza di una scala di altezza in cui ‘figlio’ occupa la posizione più alta. Ciò scaturisce dal fatto che l’evento su cui verte l’esclamazione, essendo gradiente, è valutabile lungo una scala di giudizio e può posizionarsi sul punto più alto di una scala di qualità o di quantità. Questa proprietà contribuisce a differenziare questi enunciati dalle emozioni, queste ultime sono sempre la manifestazione di un significato semantico estremo, poiché non aventi natura gradiente. L’ultimo criterio è fondato sulla relazione domanda/risposta 14; questo principio poggia sul fatto che le esclamative non possono né introdurre una domanda sincera, al contrario delle interrogative, es. How tall he is! *Seven feet., né fungere neppure da risposta ad una domanda sincera, a differenza delle assertive es. A= How tall is Tony’s child?, B= *How very tall he is! (cfr. Zanuttini & Portner 2000). 5. La prosodia esclamativa La prosodia della frase esclamativa è stata scarsamente indagata. Ad oggi non vi sono ricerche sistematiche condotte in questa direzione. Nella maggior parte degli studi di taglio sintattico o semantico, l’intonazione degli enunciati esclamativi è assente o appena accennata, a riprova della disattenzione verso questa fenomenologia 15. 14 Cfr. Zanuttini & Portner (2000, 2003). In Zanuttini & Portner (2003) rileviamo poche righe dedicate all’intonazione di interrogative ed esclamative totali. 15 300 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo Alcune informazioni si recuperano trasversalmente negli studi semantici e in quelli di natura prosodica. Da questo quadro frammentato per ispirazione teorica e impianto metodologico emerge che le numerose costruzioni sintattiche cui una lingua dispone per esprimere un’esclamazione sono accomunate da un contorno intonativo discendente il cui focus coincide con l’elemento lessicale che esprime il senso di sorpresa. La somma dei comportamenti che emerge ripercorrendo cronologicamente le osservazioni sulla prosodia esclamativa sembra fornire alcuni indizi in tal senso. Per il francese, Delattre (1966) riporta la presenza di un pattern melodico alto seguito da un’apprezzabile discesa, laddove ‘O Connor & Arnold (1973)2 ritengono che il contorno esclamativo più frequente sia quello discendente finale preceduto da una Testa alta; la concomitanza di una Pre-Testa alta conferirebbe maggiore enfasi alla frase 16. Tuttavia, gli autori puntualizzano che “(…) no tone group is used exclusively with this or that sentence type (…) and also that no sentence type always requires the use of one and only one tone group” (ib.: 46). Per questo motivo, esclamative ed interiezioni possono realizzare più contorni tonali. Diversamente, Cruttenden (1981: 166) ritiene che i rilievi sull’intonazione delle esclamative siano occasionali, addirittura rari. 16 In questo modello intonativo configurazionale, si riconoscono più unità. Il Nucleo è l’elemento obbligatorio coincidente con l’ultima sillaba tonica della frase, spesso è seguito da una Coda. La Testa ha inizio dalla prima sillaba tonica dell’enunciato e comprende tutte le sillabe che intercorrono fino al Nucleo, la Pre-Testa comprende infine le sillabe atone che eventualmente precedono la Testa. 301 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo Questa insufficienza di riferimenti è probabilmente alla base dell’erronea conclusione cui giunge l’autore secondo il quale la melodia esclamativa sarebbe praticamente uguale a quella assertiva, forse anche in virtù della palese condivisione di un contorno finale discendente. Ad oggi, la descrizione più esaustiva è quella fornita da Bolinger (1989); l’autore parte dal presupposto che “the connection between intonation and exclamation must be both broad and deep” (ib.: 248). Sebbene la presenza di un picco intonativo in corrispondenza dell’operatore wh possa ritenersi un universale prosodico, non è possibile enucleare un’unica melodia esclamativa, ma solo un insieme variabile di contorni. Tale difficoltà sarebbe generata dallo status espressivo dell’esclamativa, per definizione variabile e scalare, ma anche dalla vasta gamma di emozioni che possono essere ‘esclamate’. Ciò nonostante, alle esclamative può, secondo Bolinger, essere attribuita una proprietà comune: quella di essere foneticamente ‘out of control’. Più recentemente, de Moraes (2008), con riferimento al portoghese brasiliano, osserva che l’esclamativa introdotta da una wh-word ha un contorno melodico simile a quello della domanda wh, costituito da un livello iniziale alto e da un progressivo profilo discendente. Una divergenza sembra comunque interessare le sillabe finali; nell’esclamativa la pretonica è più bassa in frequenza rispetto alla domanda, laddove l’ultima tonica è più alta. Nello spagnolo castigliano, infine, sia gli accenti prenucleari che quello nucleare sono 302 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo ascendenti, in trascrizione ToBI L+H*, mentre il tono di confine è basso L%. (cfr. Estebas-Vilaplana & Prieto 2010). Anche per quanto riguarda la lingua italiana, l’intonazione esclamativa non è stata oggetto di specifica indagine. In questo vuoto tematico, troviamo occasionali riferimenti afferenti a tre diversi filoni di studio. La pagina più ampia di informazioni si recupera in alcuni scritti di natura sintattica. In Benincà (1995, 1996) si legge come il discrimen per l’identificazione di esclamative e assertive di pari struttura sia l’intonazione. Mentre nella frase dichiarativa non marcata la curva melodica decresce regolarmente a partire dal picco coincidente con l’accento tonico del primo costituente, nella frase esclamata non solo i picchi restano alti, ma il picco più alto sarebbe quello associato all’ultimo costituente (cfr. Benincà 1995: 128) 17. Nelle esclamative parziali il picco melodico più elevato coinciderebbe invece con l’introduttore sintattico; se l’enunciato è introdotto da che, l’intero costituente sarebbe rilevante, mentre il resto della frase è realizzato su un livello frequenziale basso (ib.: 142). Il secondo blocco di informazioni si recupera negli studi dedicati alla pronuncia e all’intonazione dell’italiano. In D’Eugenio (1976: 62, 77) l’esclamativa è associata ad un pattern finale discendente, gli enunciati ad alto contenuto emotivo sono però contraddistinti da un picco iniziale extra alto. 17 In caso di equivalenza strutturale, l’intonazione distingue anche frasi negative da frasi interrogative o esclamative, es. Non mangia la minestra. vs Non mangia la minestra? vs Non mangia la minestra! (cfr. Benincà 1996). 303 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo La presenza di un contorno discendente è riportato anche da Canepari (2003), l’intonazione di assertive ed esclamative (prive di wh word), pur accomunate da una tonìa discendente, non sarebbe comunque uguale, in quanto l’esclamativa utilizza una protonìa enfatica, un contorno iniziale realizzato su un livello tonale più elevato rispetto a quello impiegato nelle assertive 18; assenti in Canepari le evidenze sulle esclamative parziali. Le ricerche svolte da Avesani & Vayra (2005) e da Grice et aliae (2005) costituiscono gli unici studi di taglio intonativo in cui, pur incentrati sull’analisi di altre caratteristiche melodiche dell’italiano, sono discussi alcuni esempi esclamativi relativi all’italiano di Firenze. I tratti fonologici pertinenti dell’esclamativa sarebbero costituiti da un contorno iniziale alto, in trascrizione ToBI interpretato come tono demarcativo iniziale (%H), da un accento intonativo nucleare alto (H*) e da infine toni demarcativi finali bassi (L-L%), come riportato nella rielaborazione dell’unico esempio riportato da Grice et aliae (2005: 374): M a s s i m i l i a n o! %H H* L-L% Per ultimo, dalle ricerche sul parlato emotivo, si evince come l’enunciato esclamativo, potenzialmente complesso poiché associato 18 Secondo Canepari (2003) il contorno melodico, o intonìa, è composto da due parti: la tonìa comprendente l’ultima sillaba tonica dell’enunciato e le sillabe atone adiacenti e la protonìa, la parte prenucleare che la precede. 304 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo alla resa di svariati stati d’animo, presenti un contorno melodico discendente, al pari di vocativi, frasi iussive e saluti, non a caso resi nella tradizione scritta da un medesimo segno paragrafematico, il punto esclamativo (cfr. Poggi & Magno Caldognetto 2004, Magno Caldognetto et alii 2008). Le osservazioni fin qui riassunte mostrano uno scenario lacunoso, contrassegnato da incompletezza tematica e diversità metodologica e teorica. Ciò nonostante, due fattori appaiono costanti: la realizzazione melodica iniziale e finale dell’esclamativa rispettivamente rese, in modo peraltro speculare, da un contorno alto e da uno finale basso. 6. La ricerca Questo studio intende fornire una descrizione prosodica delle strutture esclamative più frequenti nella lingua italiana. Il materiale considerato è costituito da 30 sceneggiature preconfezionate e da due testi strutturati di natura dialogica appositamente elaborati. Tanto le sceneggiature che i testi simulano particolari contesti pragmatici in cui la presenza di frasi esclamative trova una collocazione naturale. Gli stimoli narrativi sono stati posti all’attenzione di tre soggetti di Cosenza, giovani laureati aventi un’età compresa tra 27 e 35 anni. Al fine di evitare la lettura meccanica e artificiosa e di ottenere una performance più libera, ai locutori è stato chiesto di effettuare una preliminare lettura silenziosa del materiale e poi di riprodurre ad alta voce i testi proposti nel modo più spontaneo possibile. Le registrazioni sono state acquisite in formato digitale mediante un Tascam DR-07 in 305 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo ambienti adeguatamente silenziosi, per non compromettere la qualità sonora; la verifica spettro acustica ed intonativa è stata effettuata con il software Praat (cfr. Boersma & Weenink 2007). Complessivamente, le esclamative prodotte sono 214, di cui 108 wh, 66 totali e 40 nominali. Per poter enucleare i tratti intonativi distintivi, condizione indispensabile anche alla luce della scarsa letteratura sull’argomento, è stato predisposto un campione di controllo composto da 60 enunciati assertivi a focalizzazione larga estratti dal medesimo corpus verbale. L’analisi prosodica ha inteso definire tanto aspetti relativi all’organizzazione temporale degli enunciati come: durata totale dell’enunciato, durata delle vocali toniche e atone, velocità elocutiva; quanto aspetti propriamente intonativi, i parametri rilevati, previa estrazione della curva della frequenza fondamentale (F0), sono stati i seguenti: frequenza iniziale (Onset), frequenza finale (Offset), escursione melodica dell’enunciato (Pitch range), F0 media (F0x). Tutti i valori frequenziali sono stati normalizzati ed espressi in semitoni (ST). Per ogni enunciato è stato misurato anche il valore medio dell’intensità. L’ispezione fonetica è stata affiancata da una analisi fonologica che ha permesso di rilevare la tipologia degli accenti intonativi e dei toni di confine. Le frasi esclamative sono state estrapolate dal loro contesto enunciativo, segmentate ed etichettate manualmente su due tiers sincronizzati con la forma d’onda e il sonagramma a banda larga del segnale sonoro; l’annotazione è stata effettuata sia a livello ortografico 306 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo che tonale, in quest’ultimo caso si è proceduto con l’indicizzazione degli eventi accentuali (Pitch Accents, da ora PA) e periferici (Boundary Tones). Il modello teorico assunto quale riferimento per l’interpretazione dei movimenti tonali funzionali è stato il modello autosegmentale e metrico e il relativo protocollo di trascrizione ToBI 19. 7. Dinamiche temporali Le categorie esclamative manifestano un comportamento temporale peculiare. Alcuni enunciati, a prescindere dalla lunghezza, appaiono più veloci di altri; l’ascolto reiterato dei materiali raccolti è sufficiente a cogliere queste divergenze ritmico-temporali le quali, affatto caotiche, mostrano un trend sistematico. Per avere un quadro più nitido e facilitare la lettura del dato sperimentale, si è proceduto con il computo della velocità di eloquio, un indice che esprime il rapporto tra il numero delle sillabe articolate e il tempo impiegato a produrle 20; a tal fine sono state conteggiate solo le sillabe effettivamente realizzate a livello fonetico e non quelle previste a livello grafematico. Il calcolo di tale indice conferma l’impressione uditiva. L’esclamativa nominale risulta sensibilmente più lenta, essendo articolata con una velocità media di 5 sillabe al secondo, il rapporto maggiore, si ravvisa invece per l’esclamativa 19 Cfr. Beckman & Pierrehumbert (1994), Beckman & Ayers (1997). L’unità linguistica assunta come riferimento è l’enunciato; il parametro pertanto esprime la velocità di eloquio e non quella articolatoria, poiché ingloba anche le pause eventualmente realizzate. Per un approfondimento sugli indici di fluenza, si rinvia a Pettorino & Giannini (2005). 20 307 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo totale, ovvero 6,5 sill/sec, mentre il tipo wh si colloca in una posizione intermedia con un valore di 5,8 sil/sec., come riportato nella Tab. 1. Assertiva VdE 6,8 (0,7) Esclamativa Esclamativa Esclamativa non-wh wh nominale 6,5 (0,6) 5,8 (0,5) 5 (0,4) Tabella 1: velocità di eloquio (VdE) sill/sec. per tipo frasale, tra parentesi i valori della deviazione standard. L’esclamativa mostra un comportamento eterogeneo: i valori si ripartiscono in modo statisticamente significativo a seconda della tipologia rappresentata. Questo dato empirico, tuttavia, non fornisce informazioni sulla caratterizzazione elocutiva dell’esclamativa rispetto alle altre modalità. Il confronto con la frase assertiva si prefigura di conseguenza come un utile tassello per l’interpretazione globale del parametro in esame. Gli enunciati assertivi sono nel complesso più veloci (6.8 sill/sec) sia delle esclamative parziali che di quelle nominali, in controtendenza invece il dato relativo alle esclamative non wh per le quali si registra un valore elocutivo simile. Ad una prima analisi, esclamative totali e assertive, potenzialmente uguali per organizzazione strutturale, non sembrerebbero differenziate su base temporale. In realtà, lo speech rate fornisce un’indicazione globale della tendenza elocutiva, offuscando le dinamiche temporali che si instaurano negli enunciati. Mentre l’assertiva ha un ritmo elocutivo pressoché costante, il ritmo dell’esclamativa totale è inizialmente veloce per poi subire un brusco rallentamento che coinvolge in primis 308 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo la sillaba nucleare 21. Dai valori temporali riportati nella Tab. 2, si evince che nell’assertiva la durata media dell’ultima vocale tonica è di 160 ms (DS: 28), ma di 198 ms (DS: 20) nell’esclamativa; la differenza temporale a carico della vocale atona finale non è invece significativa, sebbene nell’esclamativa appaia più variabile, visto l’alto indice della deviazione standard. Assertiva Esclamativa Esclamativa Esclamativa Non-wh wh nominale VTn 160 (28) 198 (20) 194 (31) 170 (29) VAf 93 (15) 104 (30) 99 (21) 115 (25) Tabella 2: durata media in ms della vocale tonica nucleare (VTn) e della vocale atona finale (VAf), tra parentesi i valori della deviazione standard Le altre esclamative, già distinte dall’asserzione a livello superficiale, sono invece tendenzialmente più lente; l’anteposizione del Sintagma (Nominale o Aggettivale) contribuisce a differenziarle anche sul piano temporale. Rilevante è lo scarto temporale che si osserva tra la vocale nucleare dell’esclamativa wh e quella dell’assertiva, una differenza condizionata dal loro diverso indice elocutivo. Oltre alle restrizioni sintattiche, la velocità dell’atto esclamativo è da correlare anche alla sua carica espressiva, un aspetto che depone verso un allungamento, o 21 Nell’italiano di Bari, l’esclamativa totale è invece più breve della sua controparte assertiva di circa il 9% (cfr. Sorianello 2010). Diversamente, stando ai risultati riportati per il tedesco da Altmann et alii (1989), l’esclamativa sarebbe più lunga della corrispondente assertiva, prefigurandosi come il tipo modale che induce il maggior incremento della sillaba nucleare. 309 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo quanto meno un rallentamento, degli elementi lessicali che esprimono l’effetto ‘sorpresa’, e nondimeno alla polarità, negativa o positiva, dell’atteggiamento emotivo implicato. Sebbene il protocollo metodologico adottato in questa ricerca non sia calibrato allo studio degli effetti acustici delle emozioni, alcuni dati sembrerebbero andare in questa direzione, confermando le tendenze già documentate nella vasta letteratura sull’argomento. La velocità elocutiva risulta infatti maggiore quando l’esclamativa trasmette un’emozione positiva, come la gioia, es. Divertente, questo gioco!, laddove è minore quando l’enunciato è semanticamente negativo, ad es. Che traffico! 22. 8. Dinamiche frequenziali L’assunto che l’esclamativa abbia un contorno iniziale alto è opinione circolante sia negli scritti di chiara matrice impressionistica sia nelle pagine ad impostazione sperimentale che dedicano, se pur poche righe, alla descrizione dell’esclamativa. La presenza di un attacco melodico alto ha indotto Grice et aliae (2005) a introdurre, almeno per il fiorentino, il tono periferico iniziale %H. Recentemente Sorianello (2010), in uno studio sulla produzione e la percezione dell’esclamativa di Bari, rileva che l’Onset delle esclamative totali sia maggiore di 3,5 22 Si riconoscono emozioni ad elevata attivazione psicofisiologica, come la paura, la collera e la gioia, contrassegnate da una curva di F0 ampia e modulata, volume della voce elevata, da un ritmo veloce privo di pause, ed emozioni a bassa attivazione psicofisiologica tra cui il disprezzo, la tristezza e la tenerezza caratterizzate da bassi valori di F0 e di intensità (cfr. Anolli Ciceri 1992). 310 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo ST rispetto a quello delle assertive, controverso risulta invece il raffronto tra esclamative wh e domande wh 23. La verifica dei rapporti frequenziali che si stabiliscono entro l’esclamativa è stata riproposta anche in questa indagine apportando delle varianti che potessero meglio validare le tendenze emerse in precedenza e al contempo sciogliere alcuni dubbi interpretativi. Da un lato, il campo di osservazione è stato spostato dall’italiano di Bari all’italiano di Cosenza, pur rimanendo entro un ambito geolinguistico meridionale, dall’altro l’analisi è stata estesa ad un campione più ampio e differenziato. Oltre ai punti di inizio e di fine, è stata considerata anche la frequenza fondamentale media (F0x) e l’escursione tonale. Le dinamiche frequenziali sono state poste a confronto con i rilievi ricavati per il sottocampione di assertive. I valori dell’Onset e dell’Offset sono stati prima valutati in rapporto al tipo modale, poi confrontati con il valore di F0x 24. Il primo dato significativo riguarda le esclamative wh; in questi enunciati la prominenza assegnata al morfema sintattico determina un apprezzabile innalzamento del contorno iniziale, con conseguente allontanamento dal valore medio (già Sorianello 2010). L’Onset è sempre più alto rispetto ad F0x di 4 ST, questa distanza tonale è progressivamente minore nelle esclamative nominali (+ 2 ST) e nelle 23 La ricerca ha posto a confronto coppie minime frasali costituite rispettivamente da esclamativa/assertiva ed esclamativa wh/domanda wh. Nella prima coppia di enunciati, entrambi connotati da un pattern discendente, il punto finale è simile; diversamente, nella seconda coppia le domande mostrano un Offset alto, poiché spesso caratterizzate da un movimento finale ascendente (cfr. Sorianello 2010). 24 Questo parametro esprime la media aritmetica di tutti i punti che costituiscono la curva intonativa di un’unità verbale. 311 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo totali (+ 1 ST). Sebbene il contorno finale dei tipi frasali esaminati sia sempre discendente, il rapporto che l’Offset stabilisce con la frequenza media non è identico. L’intervallo frequenziale più ampio si ravvisa nelle esclamative totali, ben 6 ST, un valore che contribuisce a differenziarle sia dalle altre esclamative che dalle assertive. La ragione di questo comportamento è da ricercare nel fatto che l’intonazione delle esclamative non-wh è nel complesso più elevata, il valore medio si colloca quindi in un range frequenziale superiore rispetto agli altri enunciati 25, avvicinandosi al punto iniziale, ma distanziandosi da quello finale. Si vedano in merito i dati medi espressi in semitoni riportati nella Tab. 3. Enunciato Escl. WhEscl. Non whEscl. Nominale Assertiva Diff. Diff. Pitch Onset/F0x 4 (1,5) 1 (0.8) 2 (1.1) 0,6 (0.5) Offset/F0x 3,7 (1.8) 6 (2) 3 (0.9) 4,5 (1.3) Range 9 (3) 12 (2,4) 8 (2,5) 10 (2) Tabella 3: valori medi in ST relativi alla differenza tra F0x e rispettivamente Onset e Offset , valori medi del Pitch Range. Tra parentesi i valori della deviazione Standard Questa stessa direzione interpretativa è confermata dall’analisi dell’escursione tonale. Anche questo parametro risulta più ampio nelle esclamative prive di morfema wh (X: 12, DS: 2,4), sebbene l’esito sia 25 Nel dettaglio, F0x è pari a 216 Hz, (DS: 22) nelle esclamative wh; a 240 Hz, (DS: 12), nelle esclamative non wh, a 202 Hz, (DS: 18) nelle esclamative nominali, e infine a 213 Hz, (DS: 14) nelle assertive. 312 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo vicino a quello dell’assertiva (X: 10, DS: 2). Diversamente, esclamative wh (X: 9, DS: 3) e nominali (X: 8, DS: 2,5) manifestano un’escursione inferiore. Le differenze osservate vanno valutate con una certa cautela, essendo sempre attenuate da una cospicua dispersione intorno alla media. L’entità del pitch range è strettamente dipendente dal grado di espressività dell’enunciato: maggiore è il grado di sorpresa, maggiore sarà di conseguenza il valore massimo di F0, il parametro che concorre direttamente all’ampliamento dell’estensione frequenziale della frase, visto che il minimo di F0 rappresenta un indice intonativo costante (cfr. Liberman & Pierrehumbert 1984). Ad esempio, nella frase Che traffico! il pitch range è di appena 4,8 ST, l’esclamativa ha infatti un pattern monotono, di palese rassegnazione; la giustificazione è pragmatica: la presenza di traffico, almeno nelle aree urbane, è condizione usuale che riduce drasticamente il senso di sorpresa trasmesso dall’esclamazione; per converso, nella frase Che bella macchina! l’escursione melodica è di 11,5 ST, il coinvolgimento emotivo del locutore è maggiore. Anche il parametro dell’intensità concorre all’identificazione delle strutture considerate: l’esclamativa più intensa è quella totale, progressivamente minori sono i valori rinvenuti per le strutture wh e per quelle ellittiche. Dirimente è il confronto con la categoria assertiva, le esclamative sono mediamente più intense di circa 2/5 dB; ma lo scarto aumenta se consideriamo ciò che avviene nella parte finale della frase. Se nelle dichiarative la curva dell’intensità decresce progressivamente lungo il corso dell’enunciato, nelle esclamative si 313 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo osserva un incremento dell’energia sonora in corrispondenza degli elementi che veicolano l’effetto ‘sorpresa’, anche se posti a fine enunciato. Il dato è in linea con le nostre attese iniziali: il fatto che l’esclamativa, atto espressivo per definizione, sia realizzato con un volume della voce più elevato dell’assertiva, trova una sua giustificazione; ancora una volta il dato è però correlato all’atteggiamento espressivo che induce l’esclamazione. Tra intensità e spazio tonale si ravvisa inoltre un condizionamento vicendevole: ad un maggiore volume della voce corrisponde anche un incremento dello spazio tonale (cfr. Liberman & Pierrehumbert 1984) 26. Nel complesso, alla luce degli esiti sperimentali raccolti, la struttura senza introduttore wh risulta, tra le esclamative esaminate, quella con la più alta attivazione degli indici intonativi: la presenza di una frequenza media, di un pitch range e di una intensità più elevati costituiscono una sorta di precondizione affinché l’enunciato possa essere interpretato come esclamativo e non come asserzione, il tipo frasale potenzialmente interscambiabile in molti contesti per identità segmentale e strutturale (es. E’ in ritardo. vs E’ in ritardo!). 8.1. Le esclamative parziali Queste esclamative mostrano un tratto melodico costante dato dall’innalzamento frequenziale sull’introduttore wh. Nel corpus sono rappresentate esclamative parziali prive di verbo, es. Che paura!, e strutture predicative, es. Quanti libri che ci sono!; entrambe possono 26 I nostri dati sperimentali sono comunque da intendersi comportamenti tendenziali, visto che l’intensità è l’indice acustico più esposto ai condizionamenti esterni. 314 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo essere sia brevi, es. Quanto pesa!, che lunghe, es. Che bel vestito hai comprato!, anche se le frasi nominali, composte di norma da un unico costituente, sono tendenzialmente meno complesse e lunghe. Dall’analisi effettuata si desume che la distribuzione delle prominenze tonali dipende dalla lunghezza segmentale della frase piuttosto che da restrizioni sintattiche. Se l’esclamativa, indifferentemente con o senza verbo, è breve, cioè costituita da due sole unità lessicali, si ha un innalzamento sul wh, da noi interpretato come tono demarcativo iniziale %H, mentre il resto della frase è discendente, si veda la rappresentazione riportata nella Fig. 1. Figura 1: forma d’onda, curva di F0 e trascrizione ToBI dell’enunciato esclamativo Che buona! La medesima organizzazione intonativa si verifica anche quando il costituente è più ampio, ad es. Che valigia pesante!, Quante belle ragazze!. In questi enunciati il profilo intonativo comprende il tono periferico %H, sistematicamente coincidente con il morfema wh e un accento intonativo, di tipo H*, sull’ultima parola del costituente, al di là della sua natura sintattica. Il contorno finale è basso, ossia L%. 315 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo Nelle strutture esclamative progressivamente più lunghe, di norma predicative, le dinamiche accentuali non cambiano, il costituente nominale comprende un tono iniziale %H sull’introduttore wh e un PA alto H* allineato con l’ultima sillaba tonica del sintagma medesimo, i valori di F0 cominciano ad abbassarsi nella parte finale della sillaba. Tra il Sintagma nominale e quello verbale è soventemente presente un Accento di Sintagma di tipo L-; si tratta di un movimento discendente di F0 che si compie entro i confini del costituente nominale. Il costituente verbale, a seconda della sua lunghezza, può contenere altre prominenze, ma il più delle volte realizza un contorno privo di significative modulazioni, il tono realizzato sul verbo è di norma associato ad un target basso L*, come evidenziato nella Figura 2. Nell’esclamativa rappresentata, la parte prominente, quella su cui verte l’esclamazione, è il sintagma iniziale (quanti pesci), il costituente verbale (hai preso) subisce per contro una compressione del suo campo frequenziale, risultando poco saliente. Figura 2: forma d’onda, curva di F0 e trascrizione ToBI dell’enunciato esclamativo Quanti pesci hai preso! 316 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo La peculiarità dell’esclamativa parziale consiste dunque nella ricorrenza congiunta di un incipit alto e di un contorno finale discendente. Il focus esclamativo coincide con l’elemento lessicale che segue l’introduttore sintattico, questo sintagma è già sufficiente a diffondere il senso di esclamazione dell’intera frase, tutto ciò costituisce, a nostro giudizio, un discrimen percettivo fondamentale ai fini del riconoscimento della forza illocutiva della frase. L’intonazione dell’esclamativa wh dell’italiano di Cosenza diverge da quella della domanda aperta; in quest’ultima tipologia modale, il quantificatore wh non è sempre prominente (51% dei casi), il PA più frequentemente associato a questo morfema è H*, sia il PA nucleare che le altre prominenze che ricorrono nelle domande, specie se lunghe, mostrano però un accento intonativo differente, restituito dal tono ascendente L+H*. Il tono di confine è basso (L%) nell’84% dei casi complessivi (cfr. Sorianello 2001). 8.2 Le esclamative totali Nel campione esaminato ricorrono esclamative totali con diversa struttura, alcune sono formate da un singolo sintagma es. Fantastico!, Un elefante!, altre sono formate dalla successione di SNsogg+ SV, es. Il treno è partito!, o da SV+SNogg, es. Ha superato l’esame!. Nel complesso, queste esclamative sono melodicamente discendenti; in realtà l’abbassamento dei valori frequenziali coinvolge solo la parte finale della frase; buona parte dell’enunciato realizza infatti un plateau melodico, un contorno elevato privo di significative variazioni 317 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo frequenziali in cui le regole di interpolazione fonetica previste dopo la produzione di un tono alto risultano bloccate. L’introduzione del tono demarcativo %H nella trascrizione fonologica è, a nostro avviso, vantaggiosa per rendere conto di quel precipuo innalzamento prenucleare che la contraddistingue. Si tratta di un effetto frequenziale persistente, non circoscritto localmente, che si estende su tutta l’esclamativa, fatta salva la parte terminale, conferendo un diffuso senso di enfasi. Ciò determina, come già discusso, l’innalzamento del valore medio dell’intera curva intonativa, come pure del punto di attacco. L’effetto percettivo è peculiare e nel contempo distintivo, poiché guida l’ascoltatore verso la corretta decodifica del valore illocutivo di questo atto verbale, eliminando il rischio potenziale che l’enunciato venga ‘confuso’ con la frase assertiva, con la quale condivide il medesimo contorno finale. La differenza fondamentale risiede in un diverso contorno nucleare: nell’esclamativa il nucleo è restituito dalla sequenza H*, foneticamente realizzato come un picco di F0 allineato con la sillaba tonica; nell’asserzione la sequenza è invece discendente, ovvero H+L*, il massimo locale di F0 è cioè allineato con la sillaba pretonica, mentre il target basso si raggiunge di norma nella prima metà della sillaba nucleare. In aggiunta, la sillaba nucleare dell’esclamativa non-wh è interessata da un cospicuo rallentamento temporale, e da un innalzamento dell’intensità, una commistione di effetti acustici che assicura, rafforzandola, l’identità categoriale dell’esclamativa 27. Il senso di esclamazione è inoltre tanto 27 A dispetto della sua variabilità formale, la consistenza fonetica dell’esclamativa, 318 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo più rafforzato quanto più ampia è l’escursione tonale che si realizza entro la sillaba nucleare. Nelle Figure 3 e 4 si riporta in modo contrastivo la rappresentazione grafica della curva intonativa di uno stesso enunciato rispettivamente realizzato con modalità assertiva ed esclamativa. La versione esclamativa manifesta un attacco frequenziale più alto (escl. Hz 339 vs. ass. Hz 237), diverso è inoltre il contorno nucleare realizzato sul verbo, essendo discendente nell’assertiva, (- 4 ST), ascendente nell’esclamativa (+ 3 ST), pressoché uguale l’Offset (escl. Hz 195 vs. ass. Hz 197); si noti peraltro come l’intensità del verbo, evidente dall’ampiezza della relativa forma d’onda, subisca nell’esclamativa un incremento finale, per la precisione la sillaba nucleare ha un valore di 77 dB nell’esclamativa, ma di 63 dB nell’asserzione. Figura 3: forma d’onda, curva di F0 e trascrizione ToBI dell’enunciato assertivo Giuseppe è tornato. sembra possedere alcuni tratti universali. Per lo spagnolo, Prieto (2003) rileva come l’esclamativa abbia, rispetto all’assertiva, un pitch range più esteso e un PA ascendente (L+H*) anziché discendente (H+L*); il dato è confermato anche da Estebas-Vilaplana & Prieto (2010). 319 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo Figura 4: forma d’onda, curva di F0 e trascrizione ToBI dell’enunciato esclamativo Giuseppe è tornato! 8.3.Le esclamative nominali ellittiche Le esclamative nominali del nostro corpus presentano una duplice ellissi: della copula e dell’introduttore che, ad es, Divertente, questo gioco! > [Che] divertente [che è] questo gioco! 28. Il loro profilo intonativo è peculiare, giacché costituito da due sezioni speculari per salienza intonativa ed informativa. Il sintagma iniziale, a prescindere dalla sua composizione lessicale, si prefigura come la parte su cui si realizza il focus melodico, ad es. nella frase Divertente, questo gioco! l’elemento saliente è l’aggettivo (cfr. Fig. 5). La salienza intonativa del sintagma è ascrivibile non solo all’innalzamento di F0, ma anche alla presenza di una frattura prosodica che marca sistematicamente, anche in assenza di pausa, il suo confine destro, nella scrittura corrente in genere evidenziata da una virgola. Un confine tonale divide quindi l’esclamativa in due parti successive ed ordinate sul 28 La forma con la sola ellissi del verbo non è invece rappresentata, es. Che divertente, questo gioco! > Che divertente [che è] questo gioco!. 320 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo piano sintagmatico. La prominenza del sintagma anteposto contrasta con il resto dell’enunciato, una regione postfocale caratterizzata da una depressione frequenziale, percettivamente monotona, gli elementi lessicali che vi ricorrono subiscono infatti deaccentazione melodica. In termini fonologici, il contorno incorpora due accenti intonativi: la sillaba tonica dell’aggettivo graduabile è associata ad un target alto H*, cui segue un confine di sintagma intermedio L-, mentre un bersaglio basso L* è allineato con l’ultima sillaba tonica dell’enunciato seguito dal tono periferico L%. Figura 5: forma d’onda, curva di F0 e trascrizione ToBI dell’enunciato esclamativo Divertente, questo gioco! Questo pattern prosodico è coerente tanto con la struttura informativa dell’esclamativa, quanto con quella sintattica. Su quest’ultimo versante, l’anteposizione del sintagma nominale con ellissi del verbo rende tali elementi sintatticamente dislocati. Sul piano informativo, il sintagma anteposto rappresenta la porzione nuova, pertanto saliente anche prosodicamente. 321 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo L’analisi condotta ha contribuito ad integrare la descrizione intonativa dell’italiano di Cosenza, ampliando il quadro sperimentale già avviato in studi precedenti (cfr. Sorianello 2001, 2010). Asserzione, interrogazione ed esclamazione, pur condividendo nel parlato spontaneo un contorno finale discendente, mostrano un diverso PA nucleare, rispettivamente discendente, ascendente e alto, come riassunto nella Tab. 4. Tipo Modale PA Nucleare Tono di Confine Asserzione H+L*/!H+L* L% Interrogazione L+H* L% Esclamazione H* L% Tabella 4: tipologia del Pitch Accent nucleare e dei toni di confine dell’italiano di Cosenza La tipologia del PA che ricorre in questi enunciati in posizione nucleare è sufficiente a differenziare la trascrizione fonologica; pur tuttavia altri fattori peculiari risultano, a nostro avviso, offuscati, come ad esempio l’estensione del pitch range, un indice capace di differenziare dichiarative da esclamative, il ruolo dell’intensità, le dinamiche temporali. Alla definizione del tipo modale concorre inoltre la definizione del contorno prenucleare, un esperimento pilota dimostra che esclamative wh ed interrogative wh sono correttamente discriminate sul piano uditivo fin dall’ascolto della prima sillaba 322 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo tonica, e i dettagli fonetici dell’allineamento tonale, ad esempio in russo la sillaba nucleare di frasi dichiarative ed esclamative mostra un picco di F0 anticipato rispetto a quello delle frasi interrogative o enumerative (cfr. Makarova 1999). 9. Discussione Le esclamative rappresentano una categoria frasale complessa, la cui composizione sintattica non è sufficiente, o lo è solo in parte, a differenziarla dagli altri atti verbali. In diverse lingue, l’esclamativa può infatti avere identità proposizionale con l’enunciato assertivo o con quello interrogativo. Più incisivo risulta invece il ruolo discriminante svolto dalle componenti semantico-pragmatiche. Il percorso sperimentale di questa ricerca dimostra tuttavia come l’organizzazione prosodica delle esclamative sia sempre peculiare tanto ad un confronto intracategoriale, a strutture esclamative diverse corrispondono, posta una base comune, precipue varianti intonative, quanto ad un confronto intercategoriale, le esclamative divergono dalle assertive come pure dalle domande (cfr. Sorianello 2010). In italiano, la struttura proposizionale delle esclamative totali e di quelle parziali è sempre potenzialmente ambigua, poiché suscettibile di essere ‘confusa’ con la loro controparte assertiva o interrogativa 29. Il valore semantico convenzionale dell’esclamativa si attua attraverso una pluralità di strutture formali; in caso di parità proposizionale, la sua forza modale è disambiguata da una serie di indici prosodici. 29 Non è vero tuttavia il contrario, non tutte le interrogative e le assertive possono essere esclamate, ad es. *Quando l’hai incontrato! 323 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo L’intonazione costituisce così l’unico meccanismo linguistico cui è affidata la corretta interpretazione dell’enunciato. Alla fenomenologia prosodica può essere riconosciuto statuto autosufficiente, grazie all’attivazione di specifici indicatori uditivi, atti al discernimento del valore illocutiva dell’atto verbale. I dati empirici confermano come l’esclamativa, in accordo con Bolinger (1989), sia un enunciato ‘out of control’: tutti i parametri acustici risultano infatti alterati, se confrontati con il tipo enunciativo neutro, ovvero l’asserzione. L’esclamativa è tendenzialmente più intensa e più lenta, almeno nella sua parte nucleare, rispetto alla frase dichiarativa, innalzamento iniziale di F0, innalzamento del valore frequenziale medio, ampliamento del Pitch Range, rendono il suo comportamento intonativo, tipico e per questo differenziante. Nell’esclamativa si ravvisa un’attivazione extra dei parametri fonetici, ciò è perfettamente coerente da un lato con la sua natura gradiente, dall’altro con la proprietà di ampliamento semantico. L’interpretazione semantica dell’esclamativa, in special modo di quella parziale, è sempre di grado elevato; l’enunciato infatti designa una condizione ‘non canonica’, cioè inattesa. Queste proprietà semantiche hanno una restituzione superficiale anche a livello prosodico. La facoltà di estendere il proprio dominio semantico fino a livelli estremi è foneticamente incorporata dall’incremento del Pitch Range. Tra spazio tonale e valore espressivo esiste un rapporto bilaterale direttamente proporzionale: più vasta è l’escursione del campo tonale realizzato, maggiore sarà quel contenuto di inatteso 324 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo insito nell’atto esclamativo. A questo risultato partecipa anche l’allungamento, spesso notevole, della porzione frasale su cui verte l’esclamazione e l’incremento dell’intensità. Secondo Zanuttini & Portner (2003), quell’effetto sorprendente trasmesso da questo atto linguistico sarebbe un’implicatura scalare convenzionale; il valore esclamativo non è dunque direttamente riconducibile alla sua struttura lessicale, ma è derivata a posteriori tramite inferenza. Su questo punto concordiamo con gli autori; ciò nonostante l’evidenza pragmatica cui si fa riferimento deve essere, a nostro avviso, congiunta con il dato prosodico. La sensazione di sorpresa, non grammaticalizzata nella sequenza locutiva, si estrinseca a livello soprasegmentale. Il processo inferenziale è innescato proprio a partire dagli indici intonativi, veri e propri indizi illocutivi: ciò che è ‘non detto’ sul piano segmentale è quindi esplicitato, cioè ‘detto’, su quello prosodico. Si ritiene pertanto che l’informazione intonativa, in virtù della sua realizzazione marcata, debba rientrare a pieno titolo tra le componenti esclusive dell’atto esclamativo. Quanto detto è suffragato dai risultati di un test di identificazione percettiva condotto per l’italiano di Bari su stimoli frasali manipolati acusticamente. L’esperimento prova come sia sufficiente alterare, sul piano temporale o intonativo, solo alcuni punti chiave del contorno di F0 per deviare il giudizio percettivo di frasi equivalenti per struttura locutoria, ma diverse quanto a forza modale (cfr. Sorianello 2010). La ricerca svolta ha contribuito a scoprire profonde connessioni tra i piani linguistici; è già noto che i significati semantici siano suscettibili 325 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo di essere grammaticalizzati, è altrettanto noto, in una visione pragmatica, che il significato globale dell’enunciato incorpori anche sensi impliciti o convenzionali, innescando implicature e presupposizioni, in una fitto intreccio di componenti vero-funzionali, cioè presenti nel contenuto proposizionale della frase, e componenti non vero-funzionali. A questa dinamica, già complessa, del messaggio verbale si incorpora in modo inscindibile l’informazione derivante dal piano non verbale. La prosodia si prefigura dunque come un codice semiotico ad elevata potenzialità semantica che contribuisce al completamento dell’atto comunicativo, attraverso una vicendevole interconnessione con il piano verbale segmentale. Patrizia Sorianello Università degli Studi di Bari [email protected] Riferimenti bibliografici Altmann H. Batliner A. & W. Oppenrieden (1989), Zur Intonation von Modus und Fokus im Deutschen, Tübingen, Niemeyer. Anolli L. & Ciceri R. (1992), La voce delle emozioni. Verso una semiosi della comunicazione vocale non-verbale delle emozioni, Milano, Franco Angeli. Austin J. L. (1962), How to do things with words, London, Oxford 326 Studi Linguistici e Filologici Online 9 Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa www.humnet.unipi.it/slifo University Press. Avesani C. & M. Vayra (2005), Quale informazione codificare per la sintesi dell’intonazione?, in Biffi M. Salibra L. & Calabrese O. (acd), Italia linguistica. Discorso di scritto e di parlato, Siena, Editore Protagon, pp. 235-248. Beckman M. E. & J. B. Pierrehumbert (1986), Intonational structure in Japanese and English, Phonology Yearbook 3, pp. 255-309. Beckman M. E. e G. 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