relazione del coordinatore del minipool antiracket ed antiusura

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relazione del coordinatore del minipool antiracket ed antiusura
FONDAZIONE JUBILEUM ONLUS
fondo di solidarietà antiusura
TEATRO “DI JORIO”
CONVEGNO“I FONDI PER IL SOSTEGNO ALLE NUOVE POVERTÀ ”
RELAZIONE DELL’AVVOCATO CARLO RICCI PRESIDENTE FONDAZIONE JUBILAEUM
Atessa, 15 Gennaio 2010
La Fondazione Jubilaeum Onlus è nata nel 1997 per una felice intuizione di Don Antonio Salone – per oltre
un decennio Presidente della Fondazione ed ora relegatosi al più modesto ruolo di Vice Presidente sia per
meglio assolvere al più importante compito di guida di una numerosa comunità parrocchiale di Avezzano sia
per maggiormente coinvolgere e responsabilizzare i laici anche nelle organizzazioni di matrice ecclesiastica subito recepita, sostenuta e fatta propria dai tre Vescovi della Provincia dell’Aquila.
Affrontate e superate le prime difficoltà soprattutto di ordine burocratico, nel secondo semestre del 1997 la
Fondazione prende forma e sostanza costituendo i suoi Organi sociali e soprattutto mettendo insieme i primi
gruppi di volontari che presso le tre Diocesi avvieranno i colloqui con le persone in stato di necessità; viene
inoltre stipulata la prima convenzione bancaria per la destinazione dei fondi statali e la conseguente
erogazione dei primi prestiti.
Proprio alla vigilia delle festività natalizie perviene il primo contributo statale per una somma di circa un
miliardo di lire, e quindi con il nuovo anno può darsi l’avvio concreto all’attività istituzionale della Fondazione:
il primo prestito viene quindi erogato il 2 febbr. 1998.
Il problema maggiore che si deve affrontare in quel periodo è la diffusione del messaggio insito nel
programma della Fondazione: far sapere cioè alla gente in difficoltà finanziaria che lo Stato ha dato un valido
strumento per affrontare tale difficoltà, che vi è un organismo sul territorio pronto ad ascoltare chi ha
bisogno di assistenza, non solo materiale, e che ricorrere al prestito irregolare – all’usuraio – non risolverà
mai le difficoltà ma le aggraverà fino a renderle senza uscita.
Numerosi interventi presso le reti televisive, i quotidiani locali nonché le comunicazioni dirette ai Sacerdoti
delle varie diocesi in occasione dei loro “ritiri”, consentono di raggiungere parzialmente l’obiettivo, ma
certamente larghissimi strati della popolazione continuano ad ignorare la nostra presenza e gli strumenti
disponibili per evitare le situazioni più difficili e quindi non risanabili: ed infatti, quanti alla Fondazione si
rivolgono in condizioni assai compromesse portano a giustificazione del loro ritardo nel chiedere aiuto
sempre lo stesso motivo: non sapevamo, non conoscevamo la Fondazione.
Questo vale tuttora, e quindi significa che è ancora necessario insistere nell’azione di divulgazione della
nostra attività, delle possibilità che si offrono a chi, incappato per non ingiustificati motivi in difficoltà
finanziarie non più affrontabili con gli ordinari mezzi di sostentamento familiare, potrebbe risanare la sua
situazione con il nostro accompagnamento, con la rimodulazione temporale dei propri debiti, con un più
oculato utilizzo delle proprie risorse.
Costituita dai Vescovi della Provincia dell’Aquila, la Fondazione Jubilaeum Onlus limita inizialmente la sua
attività al territorio di questa Provincia, ma già dopo qualche anno si avverte la necessità di estendere
l’azione a tutta la Regione Abruzzo e, grazie anche all’indirizzo della CEI ed al suo aiuto finanziario, nel 2002
il raggio di azione viene esteso a tutte le Diocesi abruzzesi, presso le quali viene istituito – non senza
difficoltà e problemi soprattutto logistici – un ufficio per l’ascolto dei richiedenti, sia per evitare troppi – e
talvolta infruttuosi – viaggi dalle località più lontane alla sede di Avezzano sia per ottenere un approccio più
attento alle consuetudini e realtà locali: ad oggi, in tutte le 7 Diocesi abruzzesi è presente un Ufficio
adeguatamente attrezzato e costantemente servito da volontari di comprovata capacità e esperienza che
ascolta ed elabora le richieste della propria zona prima dell’esame finale del competente organo deliberante
che si riunisce periodicamente ad Avezzano.
In questi dieci anni, che cosa ha potuto fare, in questa ottica, la nostra Fondazione?
In questo campo, non ci si può mai considerare soddisfatti di quanto operato, a fronte di ogni caso risolto
positivamente ce ne sono sempre altri per i quali non è stato possibile trovare una soluzione o che
semplicemente neppure abbiamo potuto prendere in considerazione perchè segnalati troppo tardi.
Al 31 dicembre del 2009, la Fondazione ha deliberato di garantire con i fondi statali – e quindi ai sensi
dell’art. 15 della Legge 7 marzo 1996 n. 108 – n. 363 finanziamenti per un importo complessivo di €
7.449.342,96=; alla stessa data, 299 finanziamenti erano stati regolarmente erogati, alcuni erano in
istruttoria presso le Banche convenzionate, qualcuno era stato abbandonato e quindi non andato a buon
fine.
Sempre al 31/12/2009, risultano in essere n. 146 prestiti con una esposizione residua di circa 2,2 milioni di
euro, e ciò significa che un numero maggiore di sovvenzioni è stato nel frattempo estinto.
Per pervenire a questi risultati, è stato svolto un notevole quanto non sempre visibile e documentabile lavoro
di ascolto dei richiedenti, di interventi presso i più disparati creditori per ottenerne dilazioni o sconti sul debito
da sanare, per suggerire le possibili strategie per affrontare le spesso difficili situazioni, economiche ma non
solo, di persone e famiglie duramente provate dalla impossibilità di soddisfare i propri bisogni e le proprie
aspettative.
Per ogni richiesta accolta, almeno un’altra non può essere condivisa e soddisfatta.
La distribuzione dei prestiti di cui innanzi ha riguardato tutto il territorio abruzzese, ancorché una significativa
preponderanza riguardi facilitati della Marsica, dove la nostra presenza – per ovvi e comprensibili motivi – è
meglio e più intensamente conosciuta.
D’altra parte, alcuni Uffici diocesani hanno iniziato la loro attività abbastanza di recente, e quindi il loro
apporto risente ancora della scarsa conoscenza della Fondazione nelle loro zone.
In quanto alla distribuzione sociale dei ns/ interventi, premesso che la ns/ azione si rivolge essenzialmente
alle “famiglie” ed al massimo ai piccoli artigiani e/o commercianti, potremmo affermare che nessuna
categoria sociale è assente tra i ns/assistiti: non mancano infatti tra di essi – pur nel preponderante
complesso dei lavoratori dipendenti (e/o pensionati) privati e pubblici – i professionisti ed i titolari di piccole
attività imprenditoriali.
Non mancano neppure prestiti in favore di extracomunitari stabilitisi - con la volontà di restarvi
definitivamente - nella nostra Regione.
Ancora possiamo osservare che ricorrono alla nostra assistenza persone di tutte le età, di tutte le condizioni
di stato civile, di studio, di reddito.
Le motivazioni addotte per spiegare e giustificare lo stato di necessità evidenziano tutti gli aspetti del disagio
sociale che si avverte nella nostra società: dalla mancanza o dalla perdita del lavoro alla difficoltà di inserirsi
in un contesto imprenditoriale poco aperto cui spesso ci si rivolge come alternativa all’inesistente lavoro
dipendente, dall’aumento del costo della vita che ha ridotto le possibilità di far fronte ai propri impegni alle
spese straordinarie per la salute o la tossicodipendenza di un familiare, non ultimo la soggezione all’invito
alla spesa facile per beni non strettamente necessari.
Rari se non quasi inesistenti i casi di debiti illeciti: tuttavia, all’origine delle difficoltà vi è quasi sempre un
insieme di debiti complessivamente molto onerosi, sottoscritti certamente con troppa facilità e con scarsa
attenzione al peso che, nel tempo, “cumuleranno” sul bilancio familiare per le piccole ma numerose rate
rivenienti dal credito al consumo, offerto con allettanti proposte, non sempre veritiere, delle organizzazioni
commerciali per conto di finanziarie della più disparata qualità e provenienza.
L’indebitamento delle famiglie assistite verso gli operatori finanziari risulta quindi molto alto, mediamente in
oltre 30 mila euro per debiti a breve e 45 mila per debiti a medio-lungo termine, con oneri di ammortamento
mensile vicini ai 7/800 euro.
Non meno significativo è l’indebitamento verso creditori non professionali, in particolare a carico di piccole
imprese, agricoltori e artigiani: tra di essi spicca quello verso il fisco ed il sistema previdenziale.
L’azione della Fondazione, di fronte alle situazioni che emergono dai colloqui esplorativi con i richiedenti,
tende anzitutto a far prendere consapevolezza dei rischi che da esse derivano per il buon andamento della
vita familiare, e quindi affronta il problema del debito, verificandone la consistenza e provando ad ottenere
dai creditori una qualche riduzione anche per contenere gli oneri di rimborso entro limiti sopportabili, e
quando le prospettive di risanamento possono essere concretamente raggiunte propone la concessione di
un prestito il cui ricavato, a cura della Fondazione stessa, viene destinato al soddisfacimento di tutti i
creditori, secondo gli accordi intercorsi.
I prestiti possono avere durata di 6/7 anni nella forma chirografaria, o di 10/15 nel caso di un mutuo
ipotecario, e vengono estinti mediante il pagamento di rate mensili.
I tassi applicati ai prestiti sono quelli di mercato, ma ovviamente contenuti entro i limiti più bassi di ciascuna
Banca convenzionata.
La Fondazione non trae nessun profitto dalla sua attività, neppure come recupero delle spese vive che
incontra quotidianamente.
Nello svolgimento della sua azione, la Fondazione è stata ovviamente sempre assistita dalla preziosa
collaborazione degli istituti di credito che, sulla base di precise convenzioni, erogano materialmente i prestiti
presentati e garantiti dalla Fondazione.
Nel corso del 2009, alle Banche convenzionate da più antica data, si sono aggiunte le Banche di Credito
Cooperative della nostra Regione, attraverso la loro Federazione regionale.
Nonostante qualche piccola perplessità – peraltro molto mitigata già dopo i primi approcci operativi –
sollevata dalla distanza che separa i due centri amministrativi della relazione – Avezzano ed Atessa – la
Fondazione ha inteso dar corso alle cortesi sollecitazioni del Dr. Fabrizio Di Marco – Direttore Generale della
Banco di Credito Cooperativo SangroTeatina di Atessa – perché convinta di non poter rinunciare a nessuna
occasione per essere in qualche modo più presente nel territorio, di essere cioè più vicina alla gente, alla
gente che ha bisogno.
L’occasione di questo incontro, quindi, è per noi molto importante, perché ci consente di far sapere – anche
attraverso le numerose autorità istituzionali intervenute, la folta rappresentanza dei parroci della zona e tutti
i presenti, e infine attraverso la stampa e la televisione – a chi può averne bisogno che un aiuto è spesso
possibile, che esistono possibilità di affrontare con determinazione e convinzione le situazioni di difficoltà
prima che diventino insostenibili ed irrecuperabili.
A tutti chiediamo quindi di aiutarci ad aiutare chi ha bisogno di aiuto e sostegno, materiale ma non
solo, di assistenza e conforto, prima che inconsapevolmente magari si scivoli verso il cappio
dell’usura e la rinuncia alla dignità di sentirsi pieni proprietari della propria vita.