Rachel Ruysch_BIOGRAFIA - Direzione Regionale per i Beni
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Rachel Ruysch_BIOGRAFIA - Direzione Regionale per i Beni
Rachel Ruysch Amsterdam, 1664 – 1750 Fiori Olio su tela, cm 85x67 Inv. n. 1149 Forlì, Pinacoteca civica, Collezione Pedriali Rachel Ruysch è la prima donna che non solo acquistò fama internazionale come uno dei maggiori artisti del suo tempo, ma la cui reputazione non soffrì il declino dopo la morte. Ancora vivente, le sue opere raggiunsero prezzi elevati e sono rimaste molto quotate. Solo la sua decisione di specializzarsi in dipinti di frutta e fiori le ha impedito di essere più largamente apprezzata. Sterling la definisce “di altissima statura….nella galassia di esperti pittori di fiori apparsi in Olanda nella seconda metà del Seicento”. Grant afferma che “è un’artista somma oltre che una somma pittrice, grande nel suo genere quanto Rembrandt nel proprio”. Non molti storici e collezionisti sono interessanti ai generi nei quali si specializzò; ma a gettar luce sulla qualità eccezionale della sua opera basta una conoscenza anche superficiale di quei generi, cui la pittrice dedicò tutta la vita. Nacque ad Amsterdam nel 1664 da insigne famiglia. Sua madre, Maria Post, era figlia dell’architetto Pieter Post; suo padre, Anthony Frederick, era professore di anatomia e di botanica e pittore dilettante che faceva collezione di esemplari scientifici: conchiglie, fossili, scheletri, piante rare, minerali. Il talento di Rachel si manifestò presto e nel 1670 essa fu allogata come apprendista da Willem van Aelst, uno dei più dotati pittori di fiori e nature morte attivo dopo il 1650. I suoi primi lavori datati risalgono al 1682: uno è uno studio di insetti e di una pianta di cardo in un paesaggio, l’altro un mazzo appeso di fiori, mele e cotogne (Praga, Nàrodnì Galerie). La sua Natura morta con fiori e insetti in un paesaggio (1685, Rotterdam, Museo Boymans-van Beuningen), dove appare un ombroso sfondo di paesaggio a dar risalto a un repertorio straordinario di fiori, vegetazione, rocce, insetti e rettili, è un dipinto di assoluta sicurezza tecnica, che rivela anche l’attenzione all’opera di Otto Marseus van Schriek specializzato in oscuri sfondi di bosco pieni di flora e fauna esotica, strana misura di natura morta e di illustrazione scientifica. Continuò ad eseguire dipinti con fiori e composizioni con frutta, insetti, rettili e piccoli mammiferi in ambienti boschivi durante tutta la sua carriera, sebbene i dipinti con fiori dominino la sua produzione. Il riferimento alla Ruysch nell’inventario del lascito è accettabile: il presente dipinto è un eccellente esempio dell’abilità compositiva della pittrice e specialmente della sua capacità di suggerire movimento, come se una gentile brezza animasse l’intera composizione. Curve sinuose muovono gli steli. L’intonazione cromatica è una bassa armonia di rosa rossi oro bianchi assortiti su un fondo di foschi grigi e bruni. Nello spessore del tavolo, sulla destra, un’ampia abrasione nel colore sembra suggerire l’originaria esistenza della firma, poi cancellata. Una composizione non dissimile, firmata, è nel Museo di Toledo (pubblicata nel catalogo Women Artist: 1550 – 1950, pagg. 159 – 160, Los Angeles 1976). Un altro dipinto firmato, che presenta decisive affinità con quest’opera forlivese, è apparso lo scorso anno sul mercato antiquario (Sotheby’s, Importanto Old Master Paintings, New York Galleries, June 9, 1983). Giordano Viroli da “La Collezione Pedriali nella Pinacoteca civica di Forlì”, Forlì, 1985, pp. 6-7.
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