Il cumulonembo - GEAS NBC Vela Colico
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Il cumulonembo - GEAS NBC Vela Colico
il cumulonembo Quando il cielo si fa nero Il cumulonembo isolato è un fenomeno comune d’estate e, prima o poi, capita a tutti di doverci passare sotto. In questo articolo il racconto, tratto da una lettera di un nostro lettore, dell’incontro con una di queste montagne nere di Alessandro Spanicciati 1 messo in linea il 4 giugno 2012 S iamo partiti da Ponza nel primo pomeriggio, il cielo è punteggiato di cirri che si inseguono l’uno con l’altro, il vento, nelle rare raffiche che si dipingono sul mare appena increspato, difficilmente supera i dieci nodi. Navighiamo di bolina, la nostra meta è Nettuno, una cittadina a sessanta chilometri a sud di Roma. Secondo le previsioni di Giacomo, l’unico di noi a saper portare una barca e che per questo ricopre il ruolo di skipper sul Sun Odyssey 42i che abbiamo preso a nolo, saremo in porto per questa sera poco dopo il tramonto. L’atmosfera a bordo è spensierata, le ragazze sono a prua a godersi il sole e a commentare la loro prima volta a bordo di una barca a vela. Alfredo e Gianni, sono in pozzetto, anche loro sono alle prime esperienze di mare, come Giacomo che, in fondo, è alla sua quinta uscita in qualità di skipper. Giacomo è nervoso, continua a scrutare l’orizzonte, e guarda preoccupato le nuvole che davanti a noi si addossano le une alle altre formando un cumulo sempre più alto. Il cumulonembo Ci sono nuvole e nuvole Non bisogna confondere il cumulonembo estivo, che si genera in una situazione di tempo bello o appena instabile, con quelli che sono generati da perturbazioni profonde. Il primo, di cui un classico esempio è quello ritratto nella fotografia a pagina 5 e del quale si parla nel racconto, è una nube sotto cui si creano fenomeni anche intensi, ma raramente pericolosi per una barca. Altra cosa sono i cumulonembi che fanno parte di una profonda depressione, questi possono generare fenomeni estremamente violenti, con grandine, pioggia molto forte e, soprattutto, venti ascensionali fortissimi 2 Passata un’ora di navigazione, in lontananza, quelli che erano cirri addensati stanno diventando un’enorme nuvola dal fondo piatto e di colore nero da dove parte una torre bianca che si alza per chilometri nel cielo. Giacomo, non dice una parola da più di mezz’ora. Gli si legge negli occhi che comincia ad avere paura. Davanti a noi ormai c’è un cumulonembo che prende circa due miglia d’orizzonte. Tutto intorno il tempo continua ad essere bello, ma lì sotto si intuisce che le cose si stanno mettendo male. Alfredo, che sino ad ora non ci aveva fatto caso, Fulmini e tuoni Non tutti i groppi portano pioggia fulmini e tuoni, ma spesso questo accade. I fulmini sono l’unico vero pericolo in queste situazioni, anche se le nostre barche hanno tutte l’impianto a massa Collaterali La fuga Quando il tempo peggiora, il mare si alza e il vento rinforza, può arrivare il momento in cui l’unica soluzione è la fuga Navigare sotto raffica Le raffiche di vento sono divertenti, ma si devono sapere affrontare. Vediamo come fare Sorprendente Eolo Il groppo, il colpo di vento, la burrasca improvvisa. Cosa fare e come affrontare la situaizone 3 si accorge del nervosismo di Giacomo, guarda il nuvolone nero all’orizzonte e chiede: “Cos’è? E’ pericoloso?”. Giacomo non è mai passato sotto un cumulonembo estivo, ne ha solo sentito parlare, ma cerca di mantenere la calma: “No, è solo un cumulonembo, non dovrebbe essere pericoloso.” Quel condizionale ha messo in allarme anche Gianni che suggerisce di girargli intorno, ma evitarlo significherebbe navigare verso il largo per 5/6 miglia e farne altrettante, una volta superatolo, per riprendere la rotta da dove si era lasciata, in totale 12 miglia che ci porterebbero ad arrivare a Nettuno di notte, cosa che Giacomo vuole evitare. Il nuvolone si fa sempre più vicino, tra, massimo, trenta minuti, saremo sotto di lui. Improvvisamente nel cielo si sente un tuono che ci fa gelare il sangue. Subito dopo, sotto il cumulonembo comincia una giostra di fulmini che dalla base della nuvola puntano diritti verso il mare ramificandosi in mille filamenti luminosi ognuno dei quali trasporta centinaia di migliaia di volt. I fulmini fanno raggiungere ad Alfredo il confine tra nervosismo e paura. Giacomo non ha mollato la ruota del timone per un minuto, lui che solitamente, una volta partiti, inserisce il pilota e si gode lo spettacolo della navigazione. Si guarda intorno. Nella sua testa sta cercando disperatamente di capire: il vento è lo stesso di quando siamo partiti, il mare pure, le onde sono si e no mezzo metro, al di là di quella montagna nera, tutto sembra essere tranquillo. Ripercorre tutte le sue chiacchierate con l’istruttore che gli ha insegnato a portare la barca, alla disperata ricerca di qualcosa che abbia a che fare con quella situazione. Cosa fare Prepararsi per tempo Nonostante il cumolonembo isolato non sia particolarmene pericoloso, bisogna affrontarlo con la massima prudenza. E’ necessario preparare la barca e l’equipaggio, e bisogna farlo con molto anticipo 4 Il tempo stringe e Giacomo lo sa, deve decidere cosa fare. Alla fine si scuote dal torpore della sua paura e, come se si fosse risvegliato da un sonno profondo, inizia a parlare. Lo ascolto e mi sorprendo. La sua voce è calma e rilassata e le cose che dice sono chiare e concise: “E’ un cumulonembo estivo, non è pericoloso, quando saremo lì sotto, il vento aumenterà rapidamente, ma il mare rimarrà come ora o appena più mosso, non c’è motivo di preoccuparsi anche se capisco che la scenografia non è tra le più tranquillizzanti. Ora prepariamo la barca e poi ci prepariamo noi”. Quel tono, quelle parole, sono come un’iniezione di coraggio per tutti i componenti dell’equipaggio che, comprese le ragazze, avevano cominciato a preoccuparsi e a innervosirsi. “Alfredo, Gianni, per favore, rollate la randa per la metà e stessa cosa fate con il fiocco. Anna, Antonella, andate a mettervi le cerate, là sotto prenderemo della pioggia, e tirate fuori i giubbotti di salvataggio”, ma, alla parola giubbotti, c’è un attimo di panico e tutti guardano Giacomo per essere rassicurati. “Non vi preoccupate è solo una precauzione, vedrete, non succederà nulla, è solo un groppo, una spazzolatina di vento e tutto torna come prima.” - li tranquillizza Giacomo, aggiungendo - ”Prendete anche due cinture di sicurezza le voglio qui in pozzetto, nel caso dovessimo andare a lavorare a prua.” Serrate le vele, chiuso il bimini top e sgombrato il ponte, Giacomo dà una seconda serie di ordini: “Alfredo, issa il tender a bordo e assicuralo bene. Gianni adduglia le cime che sono in pozzetto, con scotta randa, cima dell’avvolgifiocco e le scotte del genoa, pronte all’uso. Il pozzetto deve essere in ordine e sgombro da ogni cosa.” Giacomo è uno psicologo e nelle sue parole si legge che pur non avendo grande esperienza di mare, ha una grande esperienza nella gestione delle persone. Non ha mai usato un termine negativo, non ci ha pregato di tenere la calma, ha cercato di dare l’importanza strettamente necessaria a quanto stava per avvenire, e questo ha fatto la differenza. Solo e maestoso Siamo in pozzetto, la randa è avvolta per poco più Sotto questo imponente cumulonembo si vedono bene le correnti ascensionali al suo centro Correnti convettive Sotto un cumulonembo si generano delle forti correnti convettive, ovvero masse d’aria che circolano con un senso rotatorio verticale. Queste salgono al centro del cumulonembo e scendono verso la periferia. Le correnti ascensionali di un cumulonembo sollevano dell’acqua nebulizzata che si vede con chiarezza nell’avvicinarsi alla formazione nuvolosa (anche nella foto qui sopra, si vede come al centro, sotto la nuvola, ci sia una massa d’acqua che sale e sembra essere la base del fungo della nuvola). Nei nostri mari, questi fenomeni, difficilmente assumono dimensioni e intensità pericolose, mentre fuori dal Mediterraneo, specialmente nelle alte latitudini, i cumulonembi possono generare fenomeni molto violenti con vere e proprie tempeste di fulmini che rendono la navigazione pericolosa. 5 della metà, il fiocco pure. Giacomo ha acceso il motore. Alfredo che è un idealista della vela, pur non sapendo nulla di come si conduce una barca, lo ha guardato con sguardo di rimprovero come a dire, “un velista non usa il motore”, ma Giacomo, giustamente, non ha commentato il suo sguardo e si è limitato a pensare “non so quello che incontrerò, con l’esperienza che ho e un equipaggio di totali inesperti, non mi posso permettere nessun errore, quindi il motore sta lì acceso e in folle, se non serve non accade nulla, se serve, è già pronto.” Nella caverna Finalmente siamo entrati, trenta metri prima di mettere la prua sotto il nuvolone che sembra essere a poche decine di metri di altezza dal mare, la forza del vento incrementa rapidamente, ora è a circa 20/25 nodi ed è molto instabile, raffica, cambia direzione anche di 20/30 gradi in qualche secondo. Nei primi momenti, lo stomaco si è chiuso a tutti. Venticinque nodi, per chi non è abituato, sono tanti, e in quella scenografia, sono ancora di più. La sensazione è stata quella di entrare in una caverna scura dove si sa che abita un grande Grizzly, ma passati pochi minuti e constatato che la barca era ancora lì, integra, che il mare friggeva sotto la frusta del vento, ma l’onda non si alzava, ci siamo calmati e ad Alfredo è anche spuntato un mezzo sorriso sulle labbra: a lui piace molto, quando non si corrono rischi, sentirsi un navigatore intrepido che combatte le forze della natura. Non abbiamo fatto in tempo a rilassarci un po’ che Anna, improvvisamente, ha lanciato un urlo che ha fatto ripiombare tutti in uno stato di ansia. La guardo, i suoi occhi sono puntati a ore 11, mi giro e vedo un cono d’acqua e aria alto sino alla nuvola che procede verso di noi a zig zag: una tromba d’aria. “Cavolo, la tromba d’aria no!” esclamo a voce alta. “Non ti preoccupare interviene subito Giacomo, gridando per superare il rumore del vento - è piccola, da noi trombe d’aria pericolose, non ce ne sono”, e intanto poggia per cercare comunque di evitarla. La tromba è più veloce di noi e ci passa sulla prua, il fiocco sventa da una parte all’altra, ma niente di più, Giacomo aveva ragione, non ha la forza di fare danni. All’orizzonte si vede un’enorme palla di fuoco che si prepara a tuffarsi in mare, è il tramonto e il cielo, lì, è limpido e pieno di colori come in una perfetta serata estiva. Il fulmine Mentre tutti guardano il sole, vicino alla barca, a circa quattro metri di distanza, si schianta un fulmine, Giacomo fa un salto e lancia un grido subito represso, mentre si tiene la mano. Il fulmine gli ha bruciato leggermente il palmo della mano che era poggiata sulla battagliola, niente di serio, ma la paura è stata tanta. Da quel momento, nessuno di noi ha più toccato nulla che fosse metallico. Siamo prossimi a uscire dal cumulonembo. Tutti a bordo si sono calmati, è evidente che al di là di una scenografia catastrofica, la situazione non è pericolosa. Più tardi, in porto, davanti a un ottimo bicchiere di vino e dopo che tutti hanno fatto i complimenti a Giacomo per come ha affrontato la situazione, questi ci ha confessato che stava morendo di paura anche lui. Happy end Il cumulonembo estivo isolato, ha fenomeni, tutto sommato, limitati e anche la sua estensione è molto contenuta. Una volta attraversato, si ritroverà il bel tempo Edizione di maggio di SVN. Dufour 335 GL Sun Odyssey 509 Carlo Borlenghi Coppa a Napoli Titanic Speciale charter le mete e le barche di quest’estate. Gli indirizzi delle scietà di charter più importanti sfogliabile 6 vela nel web”, la prima rivista digitale interattiva nata in Italia “SVN, la un edizione mensile sfogliabile + articoli settimanali interattivi Conclusioni Questo racconto descrive una situazione veramente accaduta dalla quale si può trarre qualche insegnamento. Il cumulonembo isolato, d’estate, è un fenomeno piuttosto comune e prima o poi capita a tutti di passarci in mezzo. Quello di cui bisogna essere coscienti è che anche in questo caso, non è il mare a essere pericoloso, ma siamo noi che lo rendiamo tale. Se Giacomo, non avesse trovato la forza di mantenere la calma per poter preparare la barca e gestire l’equipaggio, la situazione sarebbe diventata pericolosa. In particolare, in questi casi, quello che bisogna temere più di ogni altro pericolo, è il panico dell’equipaggio inesperto, panico che scatta nel momento in cui lo skipper non è in grado di spiegare cosa sta per succedere e si mostra lui stesso nervoso. Fortunatamente, in questo caso, Giacomo ha fatto tutto quello che serviva fare: a) ha preparato la barca riducendo le vele; b) ha gestito il suo equipaggio spiegandogli con calma cosa sarebbe accaduto e mettendolo in sicurezza facendogli indossare i giubbotti di salvataggio e preparando le cinture. Giacomo, ha fatto bene a tenere acceso il motore, perché, nel caso fosse successo qualche incidente che avesse richiesto di manovrare a vela, lui, non avrebbe potuto contare sull’esperienza dell’equipaggio, quindi si sarebbe dovuto aiutare con il motore. Fulimi e saette La tromba d’aria Sotto i cumulonembi si possono formare delle trombe d’aria che però, nei nostri mari, non assumono dimensioni preoccupanti zone pericolose Il cumulonembo è un sistema complesso e sotto di questo avvengono diversi fenomeni contemporaneamente. Al centro si forma una corrente ascensionale che succhia aria verso l’alto, generando un forte vento che inizia all’esterno della nuvola e va verso di questa. Nella perifirei del cumulonembo, la corrente è discendente, ovvero la massa di aria che è salita, si raffredda e torna verso il basso portando con se pioggia o grandine. Anche questa massa genera un forte vento che però ha direzione contraria: dalla nuvola va verso l’esterno. Quanto detto, significa che gli effetti del cumulonembo si faranno sentire prima che ci si arrivi sotto di esso. Più il cumulo è grande e potente, maggiore sarà la sua zona d’influenza. Avvertenza: l’articolo di queste pagine, si riferisce a cumulonembi isolati e estivi che si formano in assenza di forti perturbazioni. I cumulonembi che si generano all’interno di forti perturbazioni, creano fenomeni che possono essere molto pericolosi. 7 articolo pubblicato su "SVN,la vela nel web" L’unico momento in cui Giacomo e il suo equipaggio hanno rischiato veramente, è stato quando il fulmine è caduto vicino alla barca. Le imbarcazioni sono tutte messe a massa, e i fulmini che cadono su di esse sono scaricati in mare, ma può accadere che una parte della loro energia sfugga e si propaghi nelle parti metalliche della barca, stessa cosa accade se il fulmine cade molto vicino. Per questo, è buona regola, in caso di fulmini, o indossare guanti isolanti o fare attenzione a non tenere le mani su parti metalliche come appunto le draglie della battagliola. Trombe marine In mare, vedere una tromba marina, non è difficile, ma queste, alle nostre latitudini, non sono mai di grandi dimensioni, quindi, non sono pericolose, neanche se ci colpiscono in pieno. La maggior parte di loro riesce a malapena a far sventare le vele e portare via qualche asciugamano lasciato incustodito sul ponte. riassumendo a) riduciamo di molto le vele b) chiudiamo il bimini top c) sgombriamo il ponte da ogni cosa che possa essere d’intralcio d) assicuriamoci che il tender sia a bordo e ben legato e) il pozzetto deve essere sgombro dalle cime f) tutti devono avere il giubbotto di salvataggio g) chi sta in pozzetto deve avere la cerata e mettere le scarpe h) le cinture di sicurezza devono essere pronte in pozzetto i) tutti gli oblò e i passauomo devono essere chiusi