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I CORS N O IeC ESAM COLLANA TIMONE ELEMENTI di ECONOMIA DELL’AMBIENTE • Teorie • Strumenti • Politiche SIMONE EDIZIONI ® Gruppodella Editoriale Esselibri - Simone Estratto pubblicazione 200/6 Estratto della pubblicazione TUTTI I DIRITTI RISERVATI Vietata la riproduzione anche parziale Ai lettori del volume, dal catalogo Simone, consigliamo: 200 200/1 200/3 200/4 200/7 200/10 - Elementi di economia politica Elementi di politica economica Elementi di microeconomia Elementi di macroeconomia Elementi di economia internazionale Elementi di economia industriale Il catalogo aggiornato è consultabile sul sito Internet: www.simone.it ove è anche possibile scaricare alcune pagine saggio dei testi pubblicati Il volume è a cura di Stefania Spaziani Finito di stampare nel mese di gennaio 2009 dalla «Officina Grafica Iride» - Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Trav., 24 - Arzano (NA) per conto della Esselibri S.p.A. - Via F. Russo, 33/D - 80123 - (Na) Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno Estratto della pubblicazione PREMESSA Il volume si propone di fornire i principali strumenti di analisi dell’interazione tra ambiente e sistema economico e di valutazione dei danni ambientali, nonchè di descrivere i tipi di politiche impiegate dai governi per limitare o risarcire i danni all’ambiente derivanti dallo svolgimento delle attività economiche. Gli argomenti sono sviluppati in sei capitoli: — l’ambiente; — l’ambiente e il sistema economico; — analisi costi-benefici e valutazione dell’ambiente; — strumenti economici ed effetti della politica ambientale; — lo sviluppo sostenibile; — la politica ambientale globale. Per le caratteristiche descritte, il testo può essere proficuamente impiegato non solo come supporto al manuale istituzionale, ma anche per fissare e ripassare velocemente il programma d’esame. Estratto della pubblicazione CAPITOLO PRIMO L’AMBIENTE Sommario: 1. Introduzione all’economia ambientale. - 2. Il ruolo dell’ambiente nell’attività economica. - 3. Classificazioni delle risorse: non rinnovabili e rinnovabili. 4. Modello di bilancio dei materiali e leggi della termodinamica. 1. INTRODUZIONE ALL’ECONOMIA AMBIENTALE L’ambiente fornisce un insieme di risorse, che definiamo economiche in quanto utili e disponibili in quantità limitata. L’economia dell’ambiente studia proprio l’utilizzo delle risorse ambientali, attraverso l’applicazione dei principi della scienza economica. In particolare, essa analizza gli effetti dell’attività economica sul sistema ambientale, individua le cause del suo degrado e gli strumenti di politica ambientale per superarle; propone, inoltre, tecniche di valutazione economica dei beni ambientali e studia alcune problematiche ambientali, quali il cambiamento climatico, l’esaurimento dell’ozono, la perdita di biodiversità, la produzione e la gestione dei rifiuti. Ogni attività economica è svolta all’interno dell’ambiente, pertanto esiste una relazione di interdipendenza tra l’ambiente stesso e il sistema economico. Quest’ultimo, infatti, influisce sull’ambiente e questo, a sua volta, pone dei limiti al sistema economico, in termini di espansione. L’analisi della relazione di interdipendenza tra ambiente e sistema economico, richiede che venga definito il concetto di ecosistema, elaborato nel 1935 da A.G. Tansley. Si tratta dell’espressione abbreviata di sistema ecologico: ovvero l’insieme degli elementi viventi e non viventi, che in uno stesso spazio fisico, sono legati e tenuti in equilibrio da una serie di complesse relazioni di interdipendenza. Un ecosistema è formato, pertanto: — da una componente abiotica (priva di vita), come ad esempio le piogge, le temperature, la luce solare; 6 Capitolo Primo — da una componente biotica (organismi viventi), come piante, animali e microrganismi; — dalle interrelazioni tra le due componenti. Gli esempi di ecosistemi sono vari: si va dal più piccolo, come ad esempio uno stagno, all’ecosistema della terra — biosfera — caratterizzante gli essere viventi. ECOSISTEMA AMBIENTE Terra Aria Riciclaggio AMBIENTE Rifiuti Terra SISTEMA ECONOMICO Produzione → Consumo Aria Acqua Acqua Assimilazione/Contaminazione Fig 1.1 – Il sistema economico nell’ecosistema Vediamo, ora, la relazione tra il sistema economico e l’ecosistema con l’ausilio della figura 1.1 (PIREDDU). 1) il sistema economico preleva dall’ambiente le risorse necessarie per la produzione di beni e servizi destinati al consumo; 2) le risorse sono restituite all’ambiente sottoforma di rifiuti, rilasciati nei corpi recettori dell’ambiente: terra, aria e acqua; 3) l’ambiente ha la capacità biologica di assimilare rifiuti e sostanze inquinanti, cioè di degradarli in sostanze non più inquinanti (cfr. paragrafo 2, punto 3); 4) il sistema economico può ridurre la contaminazione sia attraverso il parziale riciclaggio dei rifiuti (vetro, carta, plastica ecc.) sia con il controllo delle emissioni inquinanti. Estratto della pubblicazione L’ambiente 7 2. IL RUOLO DELL’AMBIENTE NELL’ATTIVITÀ ECONOMICA L’ambiente fornisce all’uomo una vasta gamma di funzioni di valore economico. Vediamo quali sono (PIREDDU): 1) Base delle risorse naturali. L’ambiente costituisce una base di risorse naturali per il funzionamento del sistema economico: acqua, ossigeno, risorse genetiche, foreste, minerali, combustibili fossili, fonti energetiche (energia solare, eolica, idrica, geotermica e da maree). Come vedremo nel successivo paragrafo tali risorse possono essere rinnovabili e non rinnovabili. 2) Complesso di beni naturali. L’ambiente fornisce risorse ricreative. Rappresenta un bene estetico, capace di fornire un’utilità diretta per la vita umana. Ne sono un esempio le risorse paesaggistiche e di svago, come parchi nazionali, rifugi e aree protette. 3) Capacità di assimilazione dei rifiuti. Un’importante funzione economica dell’ambiente, derivante dalla legge della conservazione (paragrafo 4), è quella di deposito di rifiuti. Sia le attività di produzione sia di consumo producono rifiuti che vengono riversati nell’ambiente. L’inquinamento, quindi, produce sia flussi di emissioni di sostanze inquinanti (riversate nell’atmosfera e nei bacini idrici) e sia flussi di rifiuti veri e propri. Se le sostanze inquinanti non vengono neutralizzate dai processi di assimilazione naturale, ovviamente l’inquinamento produce effetti economici negativi. Come si vedrà nel prossimo capitolo si pone un conflitto tra sfruttamento e conservazione dell’ambiente. In relazione a questa capacità dell’ambiente di assimilare i rifiuti, le sostanze inquinanti si classificano in: a) inquinanti stock: l’ambiente ha una capacità di assimilazione ridottissima, pertanto sostanze radioattive, metalli pesanti (come il piombo), sostanze chimiche (come la diossina) o non biodegradabili, finiscono per accumularsi nell’ambiente; b) inquinanti fondo: l’ambiente è in grado d trasformare tali sostanze in sostanze non dannose. Ad esempio i batteri di un corso d’acqua sono in grado di trasformare sostanze inquinanti in sostanze inorganiche non dannose. Estratto della pubblicazione 8 Capitolo Primo In generale, l’ambiente fornisce, dunque, un sistema di sostegno alla vita, tramite le funzioni dell’ecosistema. Nonostante il valore economico di tali funzioni, vedremo come il mercato non sia in grado di consentire un uso efficiente delle risorse. 3. CLASSIFICAZIONE DELLE RISORSE: NON RINNOVABILI E RINNOVABILI Come già accennato, le risorse naturali si classificano in risorse non rinnovabili e risorse rinnovabili. A) Risorse non rinnovabili Le risorse non rinnovabili, anche dette esauribili, sono disponibili in natura come stock finiti, cioè in quantità data. Si tratta di un patrimonio che non può essere incrementato ma solo esaurito. In generale, si parla di risorse non rinnovabili quando esse vengono consumate ad un tasso superiore a quello con il quale si rigenerano. In relazione alle risorse non rinnovabili, si pone dunque il problema della scarsità delle risorse. Inoltre, maggiore sarà la quantità estratta e utilizzata nel presente e minore sarà la quantità disponibile in futuro. Per l’uomo, quindi, nasce il problema dello sfruttamento ottimo (MUSU) delle risorse non rinnovabili, argomento questo che verrà ripreso nel paragrafo 2 del capitolo 5, capitolo dedicato allo sviluppo sostenibile. Le risorse non rinnovabili si distinguono in: 1) Combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale). Nel processo di combustione, tutto il materiale viene utilizzato senza possibilità di un recupero, neanche parziale. In tal senso si dice, infatti, che il processo è irreversibile. Lo stock di combustibili fossili, la cui formazione richiede milioni di anni, è destinato all’esaurimento. 2) Minerali. A differenza dei combustibili, parte dei minerali usati nei processi economici possono essere riciclati e, quindi, il loro esaurimento è procrastinabile. B) Risorse rinnovabili Le risorse rinnovabili, anche dette rigenerabili, sono risorse naturali che si ricostituiscono attraverso cicli naturali. Ne sono un esempio l’aria, l’acqua, le foreste e le popolazioni animali. Estratto della pubblicazione 9 L’ambiente Queste risorse hanno la capacità di rigenerarsi ad un tasso più alto (o almeno uguale) a quello col quale sono utilizzate. Alcune risorse sono virtualmente inesauribili, come l’energia solare e l’energia eolica. Altre, invece, sono caratterizzate da una dimensione critica minima, al di sotto della quale lo stock di risorse rinnovabili non è più in grado di riprodursi e si estingue (TURNER, PEARCE, BATEMAN). Se esiste un sovrasfruttamento, cioè il tasso di utilizzo eccede quello di rigenerazione, la risorsa può estinguersi, come nel caso di alcune specie animali e vegetali. L’argomento sarà ripreso nel paragrafo 4 del capitolo 5. 4. MODELLO DI BILANCIO DEI MATERIALI E LE LEGGI DELLA TERMODINAMICA Nei tradizionali manuali di economia, non vengono considerate le interrelazioni tra il sistema economico e l’ambiente. SERVIZI PRODUTTIVI FLUSSO DI BENI FAMIGLIE IMPRESE SPESA MONETARIA REDDITO MONETARIO Fig. 1.2 – Modello economico tradizionale Con una semplificazione analitica, la figura 1.2 rappresenta un sistema economico dove sono presenti: — due grandi aggregati: 1) famiglie: consumano beni e servizi e detengono risorse; 2) imprese: producono beni e servizi e utilizzano risorse. 10 Capitolo Primo — due mercati: 1) mercato dei servizi e dei beni capitali, rispettivamente, offerti dalle famiglie e domandati dalle imprese; 2) mercato delle merci offerte dalle imprese e domandate dalle famiglie. La relazione tra l’economia e l’ambiente è descritta, invece, dal cosiddetto modello di bilancio dei materiali (TURNER, PEARCE, BATEMAN). Il modello rappresenta l’economia come un sistema che: 1) estrae i materiali e l’energia dall’ambiente; 2) alla fine dei cicli di produzione, reintroduce nell’ambiente una quantità di prodotto e una quantità di «non prodotto» (scarti di lavorazione); 3) parte della quantità di «non prodotto» viene parzialmente riciclata. La quantità di materia non destinata al riciclaggio viene restituita all’ambiente sottoforma di rifiuti. Troppi rifiuti concentrati nello stesso luogo o nel medesimo intervallo di tempo creano il fenomeno dell’inquinamento e, come vedremo nel capitolo successivo, dei costi esterni, di cui la società dovrà farsi carico (le c.d. esternalità). Ecco un semplice schema riassuntivo del bilancio dei materiali (figura 1.3). LAVORAZIONE DI BASE E TRASFORMAZIONE IN PRODOTTO FINALE ESTRAZIONE MATERIE PRIME E ENERGIA CONSUMO EMISSIONE DI NON PRODOTTI RICICLAGGIO AMBIENTE COME RICETTORE DI RIFIUTI DANNO AMBIENTALE (esternalità) Fig. 1.3 – Schema semplificato di bilancio dei materiali Estratto della pubblicazione L’ambiente 11 Questo modello costituisce la semplice traduzione delle due leggi della termodinamica (MUSU): — la prima, nota anche come legge della conservazione dell’energia, afferma che l’energia non può essere né creata né distrutta, ma solo trasformata da una forma in un’altra. Tuttavia nelle trasformazioni energetiche si ha una dispersione di energia; — la seconda, nota anche come legge dell’entropia o della dissipazione o degradazione dell’energia, afferma che l’energia dispersa non può più essere riutilizzabile per compiere ulteriori attività. Tutti i processi economici generano entropia, cioè la misura dell’energia che non è più disponibile. Esempio. In un’automobile, la benzina bruciando trasforma l’energia chimica in energia cinetica. Una parte si trasforma in calore che si disperde nell’ambiente e un’altra parte si disperde sottoforma di prodotti della combustione. Infine, ricordiamo che il modello di bilancio dei materiali non è l’unico modello in grado di descrivere l’interdipendenza tra il sistema economico e quello ambientale. Va ricordato, infatti, anche il modello input-output ambientale di W. Leontief. Il tradizionale modello leonteviano suddivide un sistema economico in settori, mettendo in evidenza ciò che ogni settore prende da altri come input e ciò che fornisce ad altri come output e consente di valutare gli effetti di variazioni di quantità e/o di prezzo, che originati in un settore si trasmettono in altri settori. La matrice input-ouput è stata estesa all’analisi ambientale, dando vita ad altri modelli: 1) modello d’impatto d’inquinamento: associa una certa matrice di emissioni inquinanti al modello tradizionale, consentendo di determinare gli impatti ambientali sia diretti sia indiretti legati a dati livelli di domanda finale; 2) modello con merci ecologiche: associa particolari matrici di «merci ecologiche» (es. rifiuti, prelievi di risorse o qualsiasi tipo di input o output ambientale) al modello tradizionale. Rappresenta una generalizzazione del modello precedente; 3) modello con generazione d’inquinamento e disinquinamento: lo stesso Leontief ha esteso la tradizionale matrice input-output in modo tale da considerare i coefficienti di generazione e abbattimento di inquinanti. 12 Capitolo Primo La figura 1.4 mostra una semplice matrice tradizionale input-output per chiarire quanto sin quì detto. SETTORI DI IMPIEGO DOMANDE FINALI TOTALI Settore 1 Settore 2 Settore 1 X11 X12 D1 X1 Settore 2 X21 X22 D2 X2 REDDITI O VALORI AGGIUNTI Va1 Va2 TOTALI X1 X2 SETTORI DI ORIGINE Va Fig. 1.4 – Esempio di una matrice input-output a 2 settori I numeri vengono disposti per righe e per colonne e forniscono informazioni sul modo in cui si formano e sono impiegate le risorse. Le componenti sono valutate in base ad un sistema di prezzi dato. La matrice si legge per riga e per colonna. Il primo indice indica il settore di origine e il secondo il settore di impiego. Se è presente un solo indice, questo indica il settore di riferimento. X11 = quantità di risorse fornite ed utilizzate dal settore 1 X12 = quantità di risorse fornite dal settore 1 ed utilizzate dal settore 2 D1 = valore dei beni prodotti dal settore 1 che vanno a soddisfare i vari tipi di domanda finale X1 = valore della produzione del settore 1 (il valore si ottiene sia per riga sia per colonna) Va1 = valore aggiunto generato dal settore 1 X21 = quantità di risorse fornite dal settore 2 ed utilizzate dal settore 1 X22 = quantità di risorse fornite ed utilizzate dal settore 2 D2 = valore dei beni prodotti dal settore 2 che vanno a soddisfare i vari tipi di domanda finale X2 = valore della produzione del settore 2 (il valore si ottiene sia per riga sia per colonna) Va2 = valore aggiunto generato dal settore 2 Va = valore aggiunto generato dai settori 1 e 2 e si ottiene nei seguenti modi: 1) Va = va1 + va2 (somma dei valori aggiunti dei 2 settori) 2) Va = d 1 + d2 (somma delle domande finali dei beni prodotti dai 2 settori) 3) Va = (x1+ x2 ) – (x11 + x12 + x 21 +x22) (differenza tra il valore della produzione dei 2 due settori e il valore complessivo dei beni intermedi impiegati nei settori) Nell’analisi ambientale, ad esempio, è possibile utilizzare la matrice inserendo un settore che contabilizzi l’inquinamento, sia nel senso della sua generazione e sia nel senso del suo abbattimento. Estratto della pubblicazione CAPITOLO SECONDO L’AMBIENTE E IL SISTEMA ECONOMICO Sommario: 1. Il concetto di efficienza allocativa o paretiana. - 2. Efficienza dello sfruttamento e conservazione dell’ambiente. - 3. Esternalità ambientali. - 4. Applicazione del teorema di Coase. 1. IL CONCETTO DI EFFICIENZA ALLOCATIVA O PARETIANA Per le risorse ambientali, come per ogni risorsa economica, si pone il problema della loro efficiente allocazione. Ricordiamo il noto concetto di efficienza allocativa, anche detta paretiana, dal nome del grande economista e sociologo Vilfredo Pareto: una posizione si dice efficiente se è impossibile migliorare il benessere di un componente della collettività considerata, senza rendere allo stesso tempo peggiore la posizione di un altro componente. Se gli individui possono accordarsi o effettuare degli scambi e migliorare le loro posizioni, è possibile modificare l’allocazione iniziale delle risorse, in modo tale da aumentare il beneficio netto della società (MUSU). Ciò vuol dire che: — la distribuzione iniziale delle risorse risulta essere inefficiente dal punto di vista paretiano; — alcuni componenti della società potrebbero stare meglio, senza che questo comporti il peggioramento di altri. Una diversa distribuzione delle risorse, tuttavia, potrebbe comportare dei benefici per alcuni e dei costi per altri (MUSU). Se sono possibili dei trasferimenti compensativi, si potrà optare per una redistribuzione dei benefici da coloro che stanno meglio a coloro che stanno peggio, in modo tale che la nuova situazione sia preferibile a quella iniziale (FRANZINI). In questo modo: — coloro che stanno meglio mantengono comunque un beneficio al netto della redistribuzione (continuano a stare meglio); Estratto della pubblicazione 14 Capitolo Secondo — coloro che stanno peggio ottengono un beneficio anch’essi (stanno meglio). In relazione al benessere della società, occorrerà risolvere un problema di massimizzazione del beneficio netto sociale, inteso come somma algebrica dei benefici e costi individuali. 2. EFFICIENZA DELLO SFRUTTAMENTO E CONSERVAZIONE DELL’AMBIENTE Esamineremo in questo paragrafo il legame tra ambiente, efficienza paretiana e benessere sociale. Il problema dell’impiego delle risorse ambientali può essere analizzato sotto un duplice aspetto: lo sfruttamento e la conservazione o preservazione dell’ambiente. Si tratta di due aspetti legati da un’ovvia relazione di interdipendenza. Aumentando lo sfruttamento ambientale diminuirà la preservazione e viceversa (MUSU). Avremo così due casi estremi: — ad un livello di sfruttamento massimo sarà associata una conservazione ambientale nulla; — ad un livello di sfruttamento nullo sarà associata una massima conservazione ambientale. A) Sfruttamento Indichiamo con S lo sfruttamento dell’ambiente. Ad esempio S potrebbe essere la quantità di sostanze inquinanti scaricate nell’ambiente. Lo sfruttamento produce benefici e danni economici. Benefici economici: esempi di benefici sono rappresentati dall’aumento delle variabili economiche come reddito, occupazione e consumo. Poiché, ragionevolmente, i benefici economici sono in relazione diretta con lo sfruttamento, li esprimeremo attraverso una funzione crescente B(S). Tuttavia il beneficio marginale è decrescente, in quanto per ogni unità addizionale di sfruttamento l’incremento di beneficio è via via minore. Nella figura 2.1 il beneficio marginale dello sfruttamento è rappresentato con la curva decrescente B′ ( S ) . 15 L’ambiente e il sistema economico I H B'(S)= C'(Co) D'(S)=B'(Co) Beneficio sociale netto sfruttamento Beneficio lordo sfruttamento O Comax E Beneficio sociale netto preservazione Minimi costi sociali sfrutt. e pres. S* Co* B'(Smax)=0 Smax S O Fig. 2.1 – Efficienza dello sfruttamento e della conservazione dell’ambiente Danni economici: nell’approccio economico, il danno ambientale non ha valore di per sé. La sua rilevanza economica è legata agli effetti negativi sul benessere della società, intesa come perdita di benessere. L’origine del degrado ambientale va ricercata in fattori di convenienza delle azioni degli individui, quindi è da attribuirsi al mercato. Un operatore, ad esempio, potrà optare per un’azione a più alto degrado ambientale se questa gli permetterà di massimizzare i suoi obiettivi, in termini di profitto o di utilità, a seconda che si tratti di un’impresa o di un consumatore. È ovvio, invece, che non siano da attribuire al mercato i degradi ambientali per calamità naturali. Un esempio concreto di danni economici è rappresentato dal diffondersi di malattie per effetto dell’inquinamento atmosferico. La società dovrà farsi carico dei costi per le cure. I danni economici sono configurabili come costi sociali dello sfruttamento. Il loro valore sarà rappresentato da una funzione crescente D(S), in quanto i danni aumentano all’aumentare dello sfruttamento. Nella figura 2.1, il costo marginale dello sfruttamento è rappresentato con la curva crescente D′ ( S ) . Estratto della pubblicazione 16 Capitolo Secondo Obiettivo della società è massimizzare i benefici, tenuto conto dei danni: si dovrà risolvere un problema di massimizzazione della differenza tra benefici e costi sociali dello sfruttamento dell’ambiente, cioè massimizzare i benefici netti sociali. In formula: (1) Max ⎡⎣ B( S ) − D( S ) ⎤⎦ Come mostra la figura 2.1 il livello efficiente di sfruttamento (S*) si trova in corrispondenza del punto E (punto di equilibrio), dove si realizza l’uguaglianza tra beneficio marginale e costo marginale dello sfruttamento: ⎡⎣ B′ ( S ) = D′ ( S ) ⎤⎦ B) Conservazione Indichiamo, ora, con la variabile Co la conservazione dell’ambiente. Co, ad esempio, può rappresentare la quantità di riduzione o di abbattimento dell’inquinamento dell’ambiente. La preservazione produce dei benefici come quelli derivanti dal vivere in un ambiente caratterizzato da aria pulita. Il livello efficiente della preservazione dell’ambiente si trova massimizzando il beneficio sociale netto della stessa, ossia massimizzando la differenza tra benefici [B(Co)] e costi sociali della conservazione [C(Co)]: (2) Max ⎡⎣ B(Co) − C (Co) ⎤⎦ Nella figura 2.1 il livello di preservazione è rappresentato su un asse orizzontale di direzione opposta allo sfruttamento. La figura si legge da destra verso sinistra. Il punto E, rappresenta la situazione associata ad un livello efficiente di preservazione dell’ambiente (Co*), dove cioè si realizza l’uguaglianza tra il beneficio e costo marginale della conservazione: ⎡⎣ B′ (Co ) = C ′ (Co ) ⎤⎦ . Un livello di conservazione maggiore di Co* non è efficiente, in quanto comporta un aumento dei costi maggiori dell’aumento dei benefici. Data l’interdipendenza tra sfruttamento e conservazione, si può affermare che preservando l’ambiente si rinuncia ai benefici dello sfruttamento. Il costo della preservazione dell’ambiente è quindi un costo-opportunità ed è misurato dal beneficio dello sfruttamento al quale si rinuncia. Estratto della pubblicazione L’ambiente e il sistema economico 17 Il suddetto costo può essere espresso nel seguente modo: (3) C (Co) = − B( S ) Esempio: le imprese che riducono l’inquinamento, rinunciano ad una parte di profitti, sostenendo i costi di abbattimento dell’inquinamento. Analogamente, il costo dello sfruttamento ambientale (anch’esso un costo-opportunità) può essere misurato dal beneficio della conservazione al quale si rinuncia: (4) D( S ) = − B(Co) Sostituendo nella (2) sia B(Co), definito nella (4), sia C(Co), definito nella (3), si avrà la (1). Pertanto, massimizzare la (1) vale a massimizzare la (2): (5) Max ⎡⎣ B( S ) − D( S ) ⎤⎦ = Max ⎡⎣ B(Co) − C (Co) ⎤⎦ Procedendo per sostituzione si ottiene che uguagliare i benefici e i danni marginali dello sfruttamento corrisponde ad uguagliare i benefici e i costi marginale della preservazione: (6) ⎡⎣ B′(Co) = C ′(Co) ⎤⎦ = ⎡⎣ B′( S ) = D′( S ) ⎤⎦ In pratica, la determinazione del livello efficiente della conservazione dell’ambiente è un problema perfettamente speculare a quello di determinazione del livello efficiente dello sfruttamento dell’ambiente. I due problemi costituiscono in realtà un unico problema: la minimizzazione della somma dei costi sociali dello sfruttamento e della conservazione dell’ambiente: (7) Min ⎡⎣ D( S ) + C (Co) ⎤⎦ da cui si ottiene: (8) ⎡⎣ D′( S*) = C ′(Co*) ⎤⎦ ossia l’uguaglianza tra il costo marginale dello sfruttamento e il costo marginale della conservazione (punto E della figura 2.1). In sintesi, quindi, il punto E individua la soluzione di efficienza dello sfruttamento e della preservazione ambientale, nonché la soluzione al pro- 18 Capitolo Secondo blema della minimizzazione della somma dei costi sociali dello sfruttamento e della conservazione; quindi, una distribuzione dell’impiego delle risorse tra sfruttamento e preservazione dell’ambiente, diversa da S* e P*, comporta costi maggiori. E è il punto di equilibrio. Aree dello sfruttamento: OIES* è l’area che misura il beneficio lordo dello sfruttamento; OES* è l’area che misura il costo totale dello sfruttamento; OIE è l’area compresa tra la curva del beneficio marginale e la curva del costo marginale ed esprime il beneficio netto sociale massimo corrispondente al livello efficiente di sfruttamento (S*). Aree della preservazione: S*EHSmax è l’area che misura il beneficio lordo della preservazione; ES*Smax è l’area che misura il costo totale della preservazione; EHSmax è l’area che misura il massimo beneficio netto sociale della preservazione. L’area OESmax rappresenta il minimo costo sociale dello sfruttamento e della preservazione. Il passaggio da S* a Smax (dal livello di sfruttamento ottimale a quello massimo) comporta un beneficio lordo aggiuntivo dello sfruttamento (S*ESmax ); ma l’aumento dello sfruttamento porterebbe ad un aumento di costo maggiore (S*EHSmax). Pertanto, si avrebbe una riduzione del beneficio netto sociale. Il passaggio da Co* a Comax comporta il risparmio di tutti i costi dello sfruttamento, ma comporta un aumento dei costi della preservazione (OISmax ), con costi maggiori rispetto all’allocazione efficiente. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Cosa succede se i costi e i benefici non si realizzano nello stesso tempo? Può accadere che i costi vengano sostenuti nel presente, mentre i benefici si manifestino in futuro. In tal caso, occorre attualizzare il valore dei benefici futuri per poterli confrontare con i costi presenti. Per poter effettuare questa operazione di attualizzazione occorre stabilire il tasso di sconto, cioè il tasso di interesse in base al quale vengono scontati i flussi dei benefici futuri. All’aumentare del tasso di sconto diminuirà il valore attuale (MUSU). Riprenderemo queste argomentazioni nel Capitolo 3, quando affronteremo il tema dell’Analisi dei CostiBenefici. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Estratto della pubblicazione ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ L’ambiente e il sistema economico 19 3. ESTERNALITÀ AMBIENTALI A) Il concetto di esternalità Si definiscono esternalità gli insieme degli effetti, positivi o negativi, che l’atività di un operatore comporta per altri agenti economici. I costi dello sfruttamento ambientale sono un esempio tipico di esternalità negativa, essi, in pratica, rappresentano i costi sociali (e non privati) dell’attività economica che non vengono rilevati da transazioni di mercato (inquinamento, degrado paesaggistico, ostacolo ad attività ricreative ecc.). I benefici della preservazione ambientale sono un esempio, invece, di esternalità positive: sono benefici sociali derivanti da attività economiche che non si manifestano come benefici privati, perché non rilevati dal mercato (uso di fonti rinnovabili). Le esternalità possono riguardare la sfera della produzione (sub. punto B) o quella del consumo (sub. punto C). B) Le esternalità di produzione Si tratta di benefici o danni generati dall’attività produttiva. Le esternalità positive e negative, indicano la presenza nel sistema economico di divergenze tra interesse privato e interesse sociale, che per le imprese di produzione si esprimono come divergenze tra costi privati e costi sociali. Come mostra la figura 2.2, un mercato concorrenziale con esternalità di produzione è caratterizzato da (TURNER, PEARCE, BATEMAN): — una funzione di domanda decrescente: in corrispondenza di ogni quantità domandata, il prezzo di domanda, rappresenta la massima disponibilità marginale a pagare per avere una unità in più del bene. Questa disponibilità marginale a pagare esprime il beneficio marginale derivante dal consumo del bene. La funzione di domanda rappresenta sia il beneficio marginale privato sia il beneficio marginale sociale del consumo del bene; — una funzione di offerta crescente: in corrispondenza di ogni quantità offerta, il prezzo di offerta rappresenta il prezzo minimo che l’impresa richiede per produrre una unità in più del bene (costo marginale di produzione del bene). La funzione di offerta rappresenta il solo costo marginale privato ma non il costo marginale sociale, in quanto non si tiene conto del costo imposto alla società attraverso l’inquinamento. Per ottenere il costo marginale sociale occorre aggiungere al costo marginale privato il costo marginale dell’inquinamento; Estratto della pubblicazione 20 Capitolo Secondo — un livello di produzione efficiente dal punto di vista paretiano (Qp): è dato dall’uguaglianza tra beneficio marginale privato e costo marginale privato (punto E). Qp massimizza, pertanto, il beneficio netto privato; — un livello di produzione socialmente efficiente Q*, tenuto conto degli effetti delle esternalità: è dato dall’uguaglianza tra beneficio marginale sociale e costo marginale sociale (punto E'). Q* massimizza, pertanto, il beneficio netto sociale. Nel caso di esternalità positive, l’operatore produce effetti esterni positivi, senza ottenere un corrispettivo per i vantaggi prodotti. Presumibilmente porterà la produzione ad un livello inferiore a quello ottimale. Pertanto, si avrà un prodotto sociale superiore a quello privato e i costi marginali privati superiori ai costi marginali sociali. In presenza di esternalità negative, la produzione verrà portata ad un livello superiore a quello ottimale, in tal caso, il prodotto sociale è inferiore al prodotto privato e i costi marginali privati sono inferiori ai costi marginali sociali. Domanda Offerta Domanda Offerta (valore privato e sociale) (costo sociale) (valore privato e sociale) (costo privato) Prezzo Prezzo Offerta E' (costo privato) E Q* Qp a) esternalità negativa Offerta E (costo sociale) E' Quantità Qp Q* Quantità b) esternalità positiva Fig. 2.2 - Mercato concorrenziale con esternalità della produzione C) Le esternalità di consumo Negli ultimi anni è cresciuta notevolmente l’importanza del problema dell’ambiente legato agli effetti che la sua alterazione ha sui consumatori. 21 L’ambiente e il sistema economico Le esternalità, in questo caso, possono essere legate non solo alla produzione, ma anche al consumo. A tale ultimo proposito, si distinguono anch’esse in negative e positive, in base ai danni o benefici generati dall’attività di consumo. Per entrambe le tipologie non si ha più l’uguaglianza tra il beneficio marginale privato e il beneficio marginale sociale. In particolare: 1) per le esternalità negative (figura 2.3a) la curva di domanda (valore privato) si sposta verso il basso. Per ottenere il beneficio marginale sociale bisogna sottrarre alla curva di domanda il costo marginale dello sfruttamento dell’ambiente. Esempi di costi di sfruttamento sono la produzione di rifiuti, l’inquinamento atmosferico derivante dall’uso delle automobili, il traffico; 2) per le esternalità positive (figura 2.3b) la curva di domanda (valore privato) si sposta verso l’alto. Un esempio è l’istruzione. Come si vede dalla figura 2.3: — nel caso di esternalità positiva, la quantità scelta dal mercato è più bassa di quella efficiente (Qp<Q*) — nel caso di esternalità negativa, la quantità scelta dal mercato è più alta di quella efficiente (Qp>Q*) Domanda Offerta (valore privato) (costo privato) Offerta (costo privato) Prezzo Prezzo Domanda (valore privato) (valore sociale) Q* Qp a) esternalità negativa Quantità Qp Q* b) esternalità positiva Fig. 2.3 – Mercato concorrenziale con esternalità del consumo Quantità 22 Capitolo Secondo D) Classificazione delle esternalità ambientali La classificazione che segue riguarda sia le esternalità di produzione sia quelle di consumo. Si farà riferimento ad un generico operatore e ad una generica attività e più precisamente ad un’impresa con la sua attività di produzione nel caso di esternalità di produzione e ad un individuo con la sua attività di consumo nel caso di esternalità di consumo (FRANZINI). Relativamente all’ambiente, le esternalità (negative) si classificano in: 1) esternalità bilaterali unidirezionali: esistono solo due operatori, di cui uno con la sua attività, danneggia l’ambiente, mentre l’altro ne subisce i danni; 2) esternalità multilaterali: esiste una molteplicità di operatori, sia creatori di esternalità sia danneggiati; 3) esternalità reciproche: un operatore è al tempo stesso creatore e vittima di esternalità. In questa categoria rientra il caso che va sotto il nome di global commons, dove cioè una molteplicità di operatori crea esternalità e ne subisce i danni (problema ambientale globale, un esempio è l’effetto serra, si veda il paragrafo 1, Capitolo 6). Un caso particolare è rappresentato da un operatore che danneggia l’ambiente, i cui danni si riversano su altri operatori. Si parla in questo caso di «male pubblico», in contrapposizione al concetto di bene pubblico che tratteremo nel paragrafo 4, lett. A. Consideriamo il caso di un’esternalità ambientale negativa bilaterale in un mercato concorrenziale, come quello rappresentato in figura 2.4a, caratterizzato da: — presenza di 2 operatori: l’operatore 1 danneggia l’ambiente, ad esempio inquinando, mentre l’operatore 2 ne subisce i danni; — il danno (h) aumenta con l’aumentare dell’attività (x) svolta dall’operatore 1 ⎡⎣ h = h ( x) ⎤⎦ . L’operatore 1 tenderà a massimizzare il suo obiettivo (profitto o utilità a seconda che sia un’impresa o un consumatore), senza tenere conto del danno arrecato. Quindi all’aumentare del danno, il benessere dell’operatore 1 aumenta — beneficio positivo B1′ ( h) —, mentre quello dell’operatore 2 diminuisce — beneficio negativo B2′ ( h) . Il livello ottimale del danno, cioè il livello che massimizza il benessere sociale, è rappresentato da h*, in corrispondenza del quale il danno margi- Estratto della pubblicazione 23 L’ambiente e il sistema economico nale dell’operatore 2 (beneficio negativo) coincide con il beneficio marginale dell’operatore 1. Se l’operatore 1 perseguisse solo la massimizzazione del suo obiettivo si posizionerebbe in hmax. Si tratta di risolvere un problema di massimizzazione dei benefici congiunti: (9) Maxh B1 ( h) + B2 ( h) Nel caso di un’esternalità ambientale negativa multilaterale, il danno provocato da un operatore è subito da più operatori. Si parla di non rivalità in quanto il danno di un operatore è compatibile e non rivale con quello di un altro. Come mostra la figura 2.4b, (dove abbiamo considerato l’operatore 1 che danneggia sia l’operatore 2 sia il 3), il livello efficiente di h(h*) si trova in corrispondenza dell’uguaglianza tra il beneficio marginale dell’operatore 1 ⎡⎣ B1′ ( h) ⎤⎦ e la somma dei benefici marginali negativi (danni marginali) degli operatori 2 e 3 ⎡⎣ B2′ ( h) + B3′ ( h) ⎤⎦ : 3 (10) Maxh B1 ( h) + ∑ B (h) i i =2 È ragionevole ipotizzare che all’aumentare del numero dei danneggiati il danno cresca e, quindi, il livello ottimale diminuisca. -(B'2(h) + B'3(h)) BM -B'2(h) B'1(h) BM -B'3(h) B'1(h) E -B'2(h) E h* hmax a) esternalità bilaterale h h* hmax h b) esternalità multilaterale Fig. 2.4 – Efficienza nel caso di esternalità ambientale negativa: bilaterale e multilaterale 24 Capitolo Secondo È evidente l’importanza dell’inclinazione delle curve, da cui dipendono distribuzioni di benefici differenti (FRANZINI), come mostra la figura 2.5. -B'2(h) BM B'1(h) BM B'1(h) -B'2(h) E E h* hmax h h* hmax h Fig. 2.5 – Esempi di diverse distribuzioni dei benefici 4. APPLICAZIONE DEL TEOREMA DI COASE L’esistenza di esternalità è una delle ragioni che portano ai cosiddetti fallimenti di mercato, ossia una delle ragioni che impediscono al mercato (anche concorrenziale) di garantire l’efficienza nell’allocazione delle risorse (MUSU). In base al teorema di Coase (R. Coase, The Problem of Social Cost, 1960), il mercato risolve il problema delle esternalità allocando le risorse in modo efficiente se le parti possono negoziare l’allocazione delle risorse senza costi. La determinazione di un prezzo di reciproca convenienza renderebbe superfluo l’intervento pubblico. Attraverso un’appropriata assegnazione dei diritti di proprietà (tra i danneggiati e, ad esempio, l’impresa che inquina) sarebbe possibile un’intesa nella logica di contrattazione di mercato. Se venissero definiti in modo chiaro i diritti di proprietà sulla risorsa ambientale, il mercato (attraverso la contrattazione) condurrebbe le parti a concludere un contratto che porti verso l’equilibrio efficiente. I diritti di proprietà possono essere assegnati alternativamente all’impresa che causa l’inquinamento o al danneggiato. In entrambi i casi il mercato raggiungerebbe la posizione di equilibrio. Estratto della pubblicazione