giornalino medie.pub - Parrocchia San Giorgio Martire Porcia

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giornalino medie.pub - Parrocchia San Giorgio Martire Porcia
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INTRODUZIONE
Pag. 03
DOVE ERAVAMO RIMASTI… Pag. 04
LA SAN VINCENZO
Pag. 05
ALBERTO MARVELLI
Pag. 06
IL GIGLIO
Pag. 07
NOI E IL GRUPPO
Pag. 08
NOI NELLA SOCIETA’
Pag. 09
NOI E DIO
Pag. 10
ECCO CHI SIAMO...
Pag. 11
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RAGAZZI:
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Jasmine Bignotti
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Ilaria Bolzan
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Valentina Bordin
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Alice Bortolin
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Aurora Cadel
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Sara Casagrande
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Marta Corazza
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Alice Croaro
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Giovanna Da Ros
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Alessio Frau
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Sara Fregonese
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Lorenzo Longo
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Martina Lorenzon
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Giorgia Lunati
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Lucia Martini
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Veronica Mariuz
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Giacomo Mio
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Valentina Moratto
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Giulia Pagnossin
Laura Pagnossin
Stefano Pasut
Ashley Pivetta
Elisa Pivetta
Irene Ragone
Chiara Salamone
Asia Silotto
Syria Valente
Irene Verardo
Giovanni Zanardo
Jessica Zavagna
EDUCATORI:
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Carlos Gobitti
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Sara Impagliazzo
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Francesco Plazzotta
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Ilaria Zanardo
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Sabato 16 aprile è venuto a trovarci don Adam,
che ci ha parlato della nostra relazione con Dio.
Ci ha spiegato:
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come è essere fratelli in Dio
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cosa vuol dire essere sposati con Dio
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come diventare amici di Dio
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l’importanza della morte e risurrezione di Gesù
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il significato e l’importanza del Battesimo, segno di purezza e primo passaggio nel cammino verso Dio
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cos’è la fratellanza della comunità e come deve essere.
Grazie alle parole di Don Adam, abbiamo potuto
continuare il nostro lavoro sulle relazioni e anche
capire come vivere bene la relazione con Dio. È
stato un bell’incontro, anche perché abbiamo saputo che Don Adam ha dato la sua disponibilità a
passare con noi la settimana a Sutrio per il nostro
campo. Lo ringraziamo molto per la sua disponibilità!
Cari lettori,
siamo il gruppo 12/14 dell’ACR di
Porcia ed abbiamo pensato di
condividere con voi quanto abbiamo imparato durante il Mese della Pace. Attraverso varie attività
abbiamo riflettuto sulle relazioni
che viviamo nei vari ambiti della
nostra vita ed abbiamo conosciuto realtà e figure che si donano
per gli altri, valorizzando così le
loro relazioni.
Non vi sveliamo altro lasciandovi
alla lettura delle nostre scoperte!
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Il gruppo 12/14
Vi avevamo già parlato dell’inizio del nostro percorso in un
altro giornalino. Per chi non l’avesse letto o non se lo ricordasse, vi rinfreschiamo la memoria.
All’inizio del Mese della Pace abbiamo trattato alcune religioni. Gli educatori, per sapere quanto conoscevamo la nostra
religione, ci hanno fatto un test.
Attraverso attività proposte dagli educatori abbiamo approfondito e capito alcuni segni che facciamo tutti i sabati a
messa: il segno della croce; il silenzio e il canto; il segno della
pace; la postura (stare in piedi, stare in ginocchio e genuflettersi).
Sabato 9 aprile, nel campetto dietro l’oratorio, abbiamo tentato di giocare a baseball. Il gioco si basa
su delle regole e come nel gioco anche nella società, a scuola, a calcio, a hockey, a pallacanestro,
ecc… esistono delle regole, che sono una
“costrizione”, ma servono a vivere civilmente e bene. Se non ci fossero le regole non ci sarebbe rispetto e ordine. Ecco perché ci impegniamo nelle
nostre relazioni ad obbedire a quelle regole che ci
permettono di vivere nel rispetto altrui per il bene
comune!
Un sabato abbiamo ascoltato una testimonianza di Giselle,
una missionaria che viene dalla Costa d'Avorio dove ha svolto la sua missione: ci ha spiegato come funziona la vita in
quel Paese e le religioni del territorio.
Sabato 19 febbraio ci siamo riuniti tutti in seminario con le
parrocchie di Sacro Cuore, Cristo Re, Rorai Piccolo, Cordenons, San Quirino e noi. Attraverso una caccia al tesoro abbiamo conosciuto i simboli delle diverse religioni del mondo.
Il tesoro era rappresentato da delle colombe di carta con
scritto il nostro nome e la parrocchia di provenienza. Abbiamo anche ascoltato le testimonianze di Ilaria (Kenya) e di Alessia (Rwanda) sulle loro esperienze di missione cristiana.
Infine abbiamo fatto l'uscita a Jesolo il 26-27 febbraio. I nostri educatori ci hanno fatto divertire con dei bans; e' stata
un'occasione per stare insieme agli amici e, alla sera, abbiamo pregato durante la messa. Dopo cena siamo andati in
spiaggia a vedere il mare e durante il giorno dopo abbiamo
ammirato il bellissimo paesaggio. Abbiamo anche parlato
delle religioni nel mondo cercando di ricordarci le loro caratteristiche e attaccando su un mappamondo delle bandierine
per localizzarle nelle varie parti del mondo.
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Prendendo spunto da ciò che possono insegnare la
realtà della San Vincenzo, la figura di Alberto Marvelli e la realtà del Giglio e riflettendo sull’importanza
che questi danno agli altri e di conseguenza alla relazione con il prossimo, sabato 2 aprile abbiamo cercato di capire che tipo di relazione abbiamo noi con gli
altri, partendo in primis dal nostro gruppo ACR. Ci
siamo quindi concentrati sulle relazioni che abbiamo
singolarmente con i ragazzi che frequentano il gruppo ed abbiamo visto che con qualcuno andiamo più
d’accordo e con altri meno. Con l’aiuto degli educatori abbiamo capito che ognuno di noi è diverso (più
prorompente, più ridaiolo, più diligente, più distratto, più silenzioso, ...) e proprio perché è diverso è un
tesoro raro e prezioso! Nel gruppo siamo chiamati ad
apprezzare il tesoro che è l’altro come vorremmo che
gli altri apprezzassero il tesoro che siamo noi, ma
non sempre è facile perché l’altro è diverso dalle caratteristiche che vorremmo che i nostri amici avessero. Ciò su cui dobbiamo esercitarci, anche prendendo spunto dalla bontà di Alberto Marvelli, dei volontari della San Vincenzo e
degli operatori del Giglio,
è scoprire il tesoro che
gli altri possiedono e su
questo fondare la nostra
relazione con loro, in
modo da renderla unica
e speciale. Potremmo
scoprire del bello anche
in una persona che ad
istinto non ci piace!
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Nell’attività svolta sabato 12 marzo
abbiamo cercato di raccogliere tutte le
parole ed i pensieri che emergono
quando sentiamo parlare di San Vincenzo, quale uomo e quale associazione, da sempre attiva nella promozione
delle opere caritative. Cerchiamo ora
di raccontarvi questa realtà utilizzando le parole che sono emerse.
San Vincenzo è stato un uomo, un sacerdote nato
e vissuto in Francia che operò, soprattutto a Parigi, in favore dei più bisognosi, soli ed emarginati.
Anche ora, nella nostra realtà cittadina e parrocchiale, l’Associazione, guidata dalla signora Diemoz e da un nutrito gruppo di volontari, opera, anche in difficoltà, nel difficile compito di aiutare,
sorreggere e dare assistenza, morale e materiale,
alle persone e alle famiglie povere o in ristrettezze,
italiane ed extracomunitarie. Il suo operato continua anche in tutto il mondo, in Africa e in special
modo nella città keniota di Embulbul, di cui abbiamo conosciuto la realtà e la quotidianità, tramite
una testimonianza.
Noi giovani e ragazzi possiamo e cerchiamo di dare
il nostro contributo con la preghiera e soprattutto
con la promozione di piccoli gesti, quali la raccolta
alimentare nel periodo di Quaresima, per aiutare
questi uomini e donne, in prima linea nell’amore e
nella solidarietà.
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Alberto Marvelli era un giovane dell’Azione Cattolica che ha dedicato la
sua vita ad aiutare le persone bisognose. Nacque a Ferrara il 21 marzo
1918 in una famiglia numerosa con il
padre banchiere, per questo motivo
si trasferirono a Rimini. Quando ebbe 15 anni suo padre morì ed Alberto
sostenne sua madre e i fratelli diventando quasi un secondo padre per la
famiglia. L’ambiente nel quale cominciò il suo cammino fu l’oratorio salesiano della sua parrocchia, divenne catechista e a 17 anni iniziò a far parte
dell’Azione Cattolica Giovani dove educò la sua giovinezza
alla generosità, all’impegno, alla santità. Alberto comprese
l’importanza dell’Azione Cattolica e quindi vi spese tutte le
sue energie e il suo tempo libero. Il 1° novembre del 1943
iniziarono i bombardamenti su Rimini ed Alberto partecipò alla guerra non con le armi, ma con il cuore che lo portò ad aiutare chiunque avesse bisogno di un aiuto (gli
sfollati, i feriti, i soldati …). Si fece anche assumere in un’impresa paramilitare tedesca per continuare la sua opera di carità: avvisava in caso di retate, procurava documenti e lasciapassare, salvava amici dalla prigione. Nel
1945 Alberto entrò a far parte della politica del suo Paese
portando anche lì il suo modo di essere cristiano e generoso: per lui non vi sono interessi di parte, né false ambizioni, né ricerca di tornaconto personale; c’è solo la consapevolezza che bisogna costruire il futuro del popolo italiano
e che ciò è possibile solo con la grazia di Dio nel cuore. Il
5 ottobre 1946 fu investito da un camion militare e morì a
soli 28 anni. Il 5 settembre 2004 Papa Giovanni Paolo II lo
proclamò beato ricordandolo con queste parole: “Giovane
forte e libero, generoso figlio della Chiesa di Rimini e dell’Azione Cattolica, ha concepito tutta la sua vita come un
dono d’amore a Gesù per il bene dei fratelli”.
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Durante il periodo Natalizio, noi
12/14 abbiamo
deciso di andare
a trovare i ragazzi del Giglio. Per
rendere
più
gioiosa la loro
giornata abbiamo pensato di
creare dei lavoretti con le nostre mani, dei pensierini per loro e di presentargli alcuni bans. I ragazzi
hanno partecipato volentieri a ciò che gli abbiamo
proposto e hanno accettato con gioia i nostri regali. Inoltre, molto gentilmente, ci hanno offerto la
merenda. È stata una giornata molto interessante
perché abbiamo conosciuto nuove persone.
Ma non è finita qui! Durante il “Mese della Pace”
siamo tornati a trovarli e ci siamo proposti di accompagnare ogni sabato i ragazzi a Messa.
È stata un’occasione
per
metterci in gioco e per fare del
bene alle persone meno fortunate di noi.
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