Il cancro in gravidanza
Transcript
Il cancro in gravidanza
L E F R O N T I E R E D E L L’ O N C O L O G I A Il cancro in gravidanza: verso la cura GIUSTA di Agnese Codignola Corbis Se un tempo la scoperta di essere affette da un tumore e al contempo incinte costituiva una difficoltà per le terapie, oggi, grazie ai progressi della ricerca, in molti casi non è più così ravidanza e tumore: due mondo, probabilmente perparole che, nell’immagi- ché aumenta sempre più l’età nario di molti, non pos- in cui le donne hanno il sono coesistere, perché l’una primo figlio, e il cancro è una rappresenta l’inizio di una malattia la cui incidenza vita, l’altra, per molti, la pro- aumenta proprio con l’età. babile fine. Eppure oggi que- Specularmente, diminuisce il st’idea è infondata, soprattut- numero di ragazze che conceto perché non è più necessa- piscono un figlio prima dei vent’anni, noto riamente vera l’associazione tra Le trasformazioni fattore di prosopratcancro e morte, e della maternità tezione tutto nei conperché esistono possono fronti del modi e terapie mascherare tumore al seno. per tenere sotto I numeri, controllo la i sintomi del resto, parlamalattia senza nuocere al bambino, almeno no chiaro: se prima dei 35 anni l’incidenza del tumore in molti casi. La scoperta di un tumore al seno è solo del 2 per cento, durante la gestazione è un tra i 35 e i 49 la percentuale evento raro: si verifica all’in- sale al 20 per cento, ed è procirca in una gravidanza ogni prio in questa fascia d’età che mille. Tuttavia il numero di è più probabile che una casi è in crescita in tutto il donna concepisca un figlio. G 10 Fondamentale dicembre 2008 CAPTARE I PRIMI SEGNALI D’ALLARME Oltre alle pesanti implicazioni psicologiche, che ricadono su donne che sono già in uno stato d’animo particolare, i tumori associati alla gravidanza recano con sé un altro fardello negativo: molto spesso vengono scoperti in una fase più avanzata rispetto a quelli delle donne non incinte. Ciò accade perché durante la gestazione il corpo della donna va incontro a trasformazioni così significative e dalle manifestazioni così complesse che è facile non accorgersi dei primi segnali di allarme. Inoltre, per quanto riguarda il tumore al seno, uno dei più comuni, le mammelle subiscono cambiamenti radi- cali, aumentano di volume, mutano di consistenza, e anche le donne normalmente più accorte possono non capire per tempo che c’è qualcosa che non va. Per questo bisogna avere un occhio di riguardo, come ricorda Fedro Peccatori, direttore dell’Unità di trapianto allogenico dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano e autore di diversi studi sull’argomento: “Qualunque nodulo mammario con caratteristiche sospette va indagato dal senologo anche durante la gravidanza, e nel caso che il nodulo sia maligno, è indispensabile rivolgersi subito a un centro ad alta specializzazione per i tumori mammari, dove vengono trattati anche questi casi”. ? 20% 49 2% 35 ? Le domande della ricerca La scienza deve ancora fornire molte risposte sui rapporti tra cancro e gravidanza. Per esempio, si sa che gli ormoni gravidici non causano il tumore ma possono forse favorire lo sviluppo di alcune forme sensibili. Spiega il senologo Alberto Luini: “Sappiamo benissimo che molti tumori della mammella sono legati agli ormoni, nel senso che estrogeni e progesterone possono stimolarne la crescita, ma è sbagliato dire che la causa dei tumori sia da ricercarsi negli ormoni: la causa sta in alterazioni del DNA che per ragioni solo parzialmente note non vengono riparate”. Per quanto riguarda poi il sistema immunitario, che durante la gravidanza si modifica in modo radicale, ricorda ancora Luini: “Nessuno ha mai dimostrato un ruolo diretto. Il sistema immunitario ha un ruolo nella sorveglianza del corpo e probabilmente è coinvolto nella difesa dai tumori, ma i precisi meccanismi non sono noti, così come non è noto ciò che accade durante la gravidanza”. Molto, dunque, resta da capire sul delicato equilibrio tra cancro, ormoni e gravidanza. Un tema su cui gli esperti del settore stanno facendo numerose ricerche. Corbis donne, con vari protocolli I PROGRESSI PARTONO terapeutici; 58 di loro sono DAL MESSICO I progressi degli ultimi state sottoposte a chemioteradecenni, fortunatamente, pia durante il primo trimestre, hanno capovolto la prospetti- fatto ancora oggi considerato va di un tempo, sradicato luo- da molti medici del tutto ghi comuni e insegnato a sconsigliabile. Poi l’elaboraziomedici e a pazienti ad affron- ne dei dati, e la sorpresa: tutti tare questa eventualità in i feti sono sopravvissuti e solo maniera razionale e spesso il 5,8 per cento ha avuto qualsicura. “Oggi esistono molte che difetto nello sviluppo, per lo più non grave. più terapie rispetto a pochi La chemioterapia Nello studio che considerato anni fa, e anche può essere fatta ha anche lo stato di il tumore in gradella vidanza può anche nella donna salute seconda generaessere trattato in attesa zione, si è visto con tecniche chirurgiche e farmacologiche che i nipoti delle donne trattache prima si ritenevano con- te nati tra il 1970 e il 1983 (43 troindicate” sottolinea Alberto in tutto), di età compresa tra i Luini, direttore della Divisio- 3 e i 19 anni, avevano tutti ne di senologia dello IEO. uno sviluppo fisico, neurolo“Alludo, per esempio, alla gico e psicologico normale. quadrantectomia con biopsia Anzi, molti di loro avevano del linfonodo sentinella, una prestazioni scolastiche supetecnica sicura e innocua per il riori alla media e, una volta feto che si può eseguire, in raggiunta l’adolescenza, uno gravidanza, anche in anestesia sviluppo sessuale del tutto normale. locale”. “Questi dati” conFino agli anni Quaranta del Peccatori secolo scorso si pensava che la ferma gravidanza fosse del tutto “hanno aperto la incompatibile con le cure via a un approcantitumorali e per questo, lad- cio più possibilidove era permesso, si avviava sta e anche alla la donna all’aborto. Poi la conduzione dei studi svolta, negli anni Settanta, primi grazie ai primi dati pubblicati scientificamenda Augustin Avilés, un gineco- te accettabili. quel logo che lavorava in Messico, Da Paese cattolico che ha reso m o m e n t o , la legale l’aborto solo da pochi infatti, anni e nel quale, fino ad allo- c o m u n i t à ra, le donne malate erano scientifica ha spesso abbandonate al loro iniziato a interdestino. Non tutte, però: rogarsi sul fondaquelle curate presso l’Instituto mento della prasMexicano del Seguro Social di si, cioè su quali fosMexico City, dove operava sero le prove a sosteappunto Avilés, avevano una gno di un approccio chance in più. Tra il 1973 e il tanto cauto, che spesso 2003 il medico ha trattato 84 aveva come risultato finale L E F R O N T I E R E D E L L’ O N C O L O G I A I farmaci in gravidanza la rinuncia alla gravidanza, o alle cure e alla morte della madre”. MANCANO GLI STUDI In realtà ancora oggi i dati disponibili sono frammentari per la difficoltà di compiere sperimentazioni specifiche e, in alcuni casi, in contraddizione tra loro; in ogni caso le percentuali di malformazioni dei feti di donne che hanno assunto chemioterapici nel primo trimestre, nella maggior parte degli studi, sono attorno al 18 per cento. Alcune certezze, però, ci sono. Per esempio, non è affatto vero che, come si riteneva anni fa, il fatto di interrompere la gravidanza sia collegato a un aumento di sopravvivenza e, in generale, a un esito migliore della malattia: i dati non sono univoci, ma probabilmente è vero il contrario, anche perché aumenta la motivazione della donna a combattere la malattia, per non lasciare il figlio solo. Inoltre, come detto, sono ormai disponibili alcuni protocolli terapeutici che non mettono a rischio la salute del bambino: per molte donne la chemioterapia è un’opzione realistica e relativamente sicura. Spiega ancora Peccatori: “In generale riteniamo opportuno rimandare la chemioterapia dopo l’inizio del secondo quadrimestre, cioè dopo la sedicesima settimana. Tra i farmaci più pericolosi vi è il metotressato, sconsigliato anche nelle fasi successive della gravidanza per il rischio di un accumulo nel liquido amniotico; tra quelli più sicuri vi sono le antracicline, antibiotici antitumorali che sono stati utilizzati dopo il primo trimestre senza effetti collaterali evidenti sulla madre o sul feto: per esempio, una nostra casistica su 20 pazienti ha mostrato che non vi è un aumento di incidenza di malformazioni congenite, né ritardi nella crescita fetale. La gravidanza va comunque monitorata con estrema cura in un ambiente molto specialistico”. Uno degli elementi più importanti è dunque quello di rivolgersi a un centro che abbia esperienza in questo tipo di casi. Dice ancora Luini: “La reazione della madre è estremamente variabile: molto dipende dal fatto che la gravidanza sia la prima o meno, e anche dal grado di cultura, dalle credenze religiose, dalle aspettative, dalle eventuali difficoltà avute per il concepimento, dall’approccio alla vita. Inoltre il suo modo di affrontare la malattia dipende anche da quanto le viene prospettato, e da come ciò viene fatto. Per questo avere come interlocutore un team multidisciplinare di specialisti che hanno alle spalle già diversi casi è senza dubbio importante. Da noi, all’IEO, per esempio, si è andato costituendo un vero e proprio gruppo multidisciplinare che, in collaborazione con la Clinica Mangiagalli dell’Università di Milano, si occupa specificamente di questi casi”. I reparti di oncologia generale tendono già a orientare le donne verso i centri specializzati, anche solo per un consulto. Quando viaggiare diventa difficile per via della gravidanza, i medici dei centri di riferimento si mettono in contatto con gli ospedali locali per permettere alla donna di continuare le terapie il più possibile vicino a casa. “Non è da escludere una permanenza in ospedale anche di qualche mese, fino al parto” conclude Luini. “È difficile, ma la posta in gioco è alta ed è la salute della madre e del nascituro”. 12 Fondamentale dicembre 200812 Fondamentale giugno 2008 Per fissare alcuni punti fondamentali, la Food and Drug Administration, l’ente statunitense che valuta la sicurezza dei medicinali, ha suddiviso i farmaci utilizzabili durante la gravidanza in cinque categorie, dalla A alla E. Solo i farmaci della classe A sono considerati del tutto sicuri; la maggior parte degli anticancro ricade nella classe D, cioè in quella per la quale ci sono prove a favore di un possibile effetto sul feto. In generale si cerca di evitare la somministrazione di chemioterapici durante il primo trimestre, ma anche durante il secondo e il terzo ci possono essere rischi di parto prematuro, basso peso alla nascita e ritardi nello sviluppo. Per minimizzare il rischio, l’American Society for Clinical Oncology (ASCO) ha da poco insediato un comitato di esperti incaricato di stilare apposite linee guida internazionali per il trattamento del carcinoma mammario in gravidanza. Tali linee guida serviranno a orientare gli oncologi nelle scelte delle metodiche diagnostiche e terapeutiche più efficaci e sicure da offrire alle pazienti nella loro pratica clinica. Del panel fa parte Antonella Surbone, oncologa italiana docente di medicina alla New York University e autrice del libro Cancer and Pregnancy, che ricorda: “I tumori in gravidanza, pur restando una patologia molto rara, sono in aumento perché molte donne pospongono la gravidanza sino ad età più mature di un tempo. Fortunatamente, l’esperienza oncologica e ostetrica si è molto accresciuta, e oggi è possibile, in molti casi, salvare sia la madre sia il suo bambino attraverso l’impostazione di un percorso diagnostico e terapeutico corretto”. Le nuove linee guida dovrebbero appunto facilitare la diffusione di procedure appropriate in tutti i reparti di oncologia, anche in quelli che non possono contare su alte specializzazioni.