ItaliaOggi 135, 8 giugno 2013
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ItaliaOggi 135, 8 giugno 2013
• Nuova serie - Anno 22 - Numero 135 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 8 Giugno 2013 • SÉGOLÈNE ROYAL COLOSSO IN CRISI IN ALBANIA Francia, rispunta la grande dame Poste tedesche, ritardi all’italiana I bunker comunisti risorsa per il turismo Toscano a pag. Giardina a pag. servizio a pag. 13 14 14 * Nella provincia di Rimini ItaliaOggi è in abbinata obbligatoria reciproca con Il Quotidiano di Rimini € 0,50 (0,38+0,12) * con guida «Unico 2013» a € 6,00 in più; con il «Manuale Lavoro» a € 9,90 in più; con guida «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti» a € 5,00 in più; con guida «IMU 2013» a € 5,00 in più; con guida «Le nuove regole del condominio» a € 5,00 in più 7 LUNEDÌ CON IO FSP€ r"OOP/VN JMBOP Lunedì HF%$#. QBSUDMFH 2,504QFEJ[JPOFJOB -&%&53";*0/*1& www.italiaoggi.it r 10 Giugno 2013 3-&3*45365563";*0/* &*-3*41"3.*0&/&3(& 5*$0t FMDPOEPNJOJPvBõJOQJÜ di Riminiõ JOQJÜDPOHVJEBj-FOVPWFSFHPMFE SPDBDPO Il Quotidiano JOQJÜDPOHVJEBj*.6vBõ SetteÍJOBCCJOBUBPCCMJHBUPSJBSFDJQ CCMJHBUPSJBEFJQSPGFTTJPOJTUJvBõ /FMMBQSPWJODJBEJ3JNJOJItaliaOggi JOQJÜDPOHVJEBj-BTTJDVSB[JPOFP QJÜDPOJMj.BOVBMF-BWPSPvBõ DPOHVJEBj6OJDPvBõJO t/&--*/4&3506/*$0 .it www.italiaoggi IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI Sette E IMPRESE fessioni In fuga dalle pro MBDBODFMMB[JPOF IBOOPDIJFTUPOFMJMDPTUPEFMMJTDSJ[JPOF 0MUSFNJMBHJPWBOJ FJMUJUPMPOPOWBMFQJÜ EBMMBMCPQSPGFTTJPOBM L M s.it mlongoni@clas DI ARINO drammaticità elemento dente da un le crisi precedenti. colpito renzia da tutte volta ha infattiil mondo Per la prima anche nei in modo drammatico Un mondo che, delle professioni. di difficoltà, aveva della precedenti periodi rallentamento visto al più un Oggi sta ripieganpropria crescita. Qualche dato. dosi su se stesso. del centro studi ingeL’ultimo rapporto nazionale degli del Consiglio di 15 mila ingegneri gneri narra a trovare occuche non riescono di inedito per pazione, qualcosa Secondo dati mila questa professione. forense, 60 diffusi da Cassa terzo della categoria)a avvocati (un annuo inferiore ha un fatturato L’Adepp, associazio15 mila euro. di previdenza delle ne degli enti ha reso noto 2008, libere professioni, dei notai dal che il fatturato è scoppiata la bolla del 30%. cioè da quando è diminuito immobiliare, dottori commercialisti L’ordine dei anni è cresciuto Connegli ultimi cinque unità. Secondo mila i 6 di sole 5 mila sono già oltre defprofessioni tra i dipendenti cassaintegrati Negli ultimi gli studi professionali. il tasso di occupazioneè cinque anni infermieristiche delle professioni al 68%. sceso dall’84%che proprio non ci si che Ma quello di leggere è sarebbe aspettato 9 mila professionisti nel 2012 oltre anni hanno chiesto 40 albo con meno di dal proprio è la cancellazione Il motivo principale professionale. previdenziali attuariforme he le ggiunge- *** scali, Fisco & Contribuenti - Il Cnf spinge il piede sull’acceleratore delle riforme fiall’insegna dell’equità #POHJEBQBH Riforma del condominio regole su - In arrivo le nuove e maggioranze assembleari con qualche impugnazioni, sorpresa %J3BHPEBQBH e coIva - Norme nazionali sulle munitarie a confronto di cessioni e importazioni campioni 3JDDBBQBH - Dalle Verso Unico 2013alle persocietà di capitale i termini sone fisiche: tutti la dichiae le scadenze per razione 7JMMBEBQBH le best Impresa - Privacy, ridurre i practice possono l’ f http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it ONGONI della crisi econo- a flagellando l’Italia mica che sta resa eviL dell’Europa è la diffee gran parte che IN EVIDENZA QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Appalti anche con le rate Il Consiglio di stato in plenaria apre le porte alle imprese che hanno già chiesto e ottenuto dal fisco dilazioni di pagamento Giornale dei professionisti IL * * * Fisco - Contribuenti «fai da te» agevolati: nuova funzione per le persone fisiche che usano FiscOnline Bongi a pag. 24 Pubblica amministrazione - In Gazzetta Ufficiale il decreto sblocca debiti: doppia garanzia sui pagamenti Barbanti - Piscino a pag. 26 Elezioni dei commercialisti - Per il tribunale di Aosta è fittizio il A trasferimento di tr Giorgio Sganga G in i città Pacelli a pag. 27 Inps- Entro il 17 Inp giugno artigiani e commercialisti alla cassa per pagare il saldo dei contributi del 2012. Comegna a pag. 28 Avvocati- Per chi non fattura almeno 10.300 euro maxisconto sui contributi minimi Comegna a pag. 28 Il Consiglio di stato concede una tregua ai contribuenti che rateizzatr no il debito fiscale. Apre infatti alla n possibilità di partecipare alle gare di p a appalto indette dalla pubblica amm ministrazione anche nel caso in cui il debito con l’erario venga pagato a rate. Il requisito della regolarità fi fiscale, necessario per la partecipazione, sussiste infatti anche con la zi rateizzazione, purché il parere posira tivo da parte dell’amministrazione fiti nanziaria arrivi prima della scadenn za dei termini per la presentazione della domanda di partecipazione. d «Uno dei veri rischi per le larghe intese è la famelicità dei democristiani. Non possono pensare di aver il governo, con Enrico Letta, e ora il Pd, con Matteo Renzi». L’avvertimento è di Piero Sansonetti, già condirettore de L’Unità, direttore di Liberazione, oggi direttore de Gli Altri. Insomma, per Sansonetti la Dc c’è ancora. «Stavolta vogliono tutto, stando in un partito dove l’anima ex diessina è dominante e rappresenta i tre quarti del partito». E su una possibile intesa tra Letta e Renzi è ancora più esplicito: «Come la Dc ha insegnato, si può essere in concorrenza, anche in guerra, ma poi ci si accorda». Migliorini a pagina 21 NON HA FATTO IL PIANISTA I grillini accusano pubblicamente Lucio Malan. Ma lui è innocente Pistelli a pagina 4 Bertoncini a pag. 6 Il ministro Zanonato spiega le linee guida dei futuri incentivi alle imprese. Bonus fiscali per la ricerca Tassi agevolati ai macchinari IN EDICOLA su www.italiaoggi.it Documenti/1 - La bozza di regolamento sui contributi trib minimi degli avvocati a Documenti/2 - La D sentenza del Tribus nale na di Aosta sul caso Sganga Sgan Documenti/3 - Le sentenze della Cassazione su studi di settore e compravendite Sansonetti: Renzi e Letta, con i loro appetiti, tengono in ostaggio il Pd CON ORSI & TORI DI PAOLO PANERAI Questa volta le banche hanno fatto la banca. Il ruolo di Intesa Sanpaolo e Unicredit è stato decisivo nella sistemazione della partita fra Marco Tronchetti Provera e i Malacalza di Genova con in palio il controllo di Pirelli, una delle poche multinazionali italiane. Saggiamente le due banche italiane di dimensione europea si sono schierate con Tronchetti, individuando in lui non solo la competenza e la continuità ma anche un solido spirito industriale, mentre i Malacalza, pregni di liquidità, hanno appunto rinunciato a essere industriali alcuni anni fa quando vendettero ai russi per quasi un miliardo di euro la loro acciaieria, salvo poi ricevere pochi mesi dopo la proposta di ricomprarsela per 500 milioni onde evitare la causa promossa dai russi, insoddisfatti di che cosa avevano trovato nella società: causa tuttavia vinta alla fine dai Malacalza, ben lontani dalla continua a pag. 30 Lenzi a pag. 25 DIRITTO & ROVESCIO Che differenza c’è fra un professore ordinario di liceo e un magistrato? Nulla, se non la loro specifica funzione che è preziosa da parte di entrambi. Essi infatti sono entrati nella pubblica amministrazione per concorso. E poi hanno proseguito nella carriera automaticamente, anche se gli insegnanti, la carriera, ce l’hanno molto breve e i loro compensi sono ridicoli. C’è però anche un’altra differenza. Mentre per gli insegnanti (e per gli statali) gli stipendi sono bloccati dal 2010 e non se ne parlerà per almeno altri due anni, i magistrati non sentono la crisi e i loro stipendi crescono che è un piacere. 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 2 Sabato 8 Giugno 2013 I COMMENTI L’ANALISI IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH Fare impresa non conviene Basta politiche depressive Doing business is inconvenient End the depressive policies D T Perché, «le istituue voci DI MASSIMO TOSTI zioni democratiche hanno solvengono contestate e lecitato ieri una prova di coraggio da possono arrivare alla dissoluzione, parte del governo. La prima è quella quando non riescono a dare rispodi Silvio Berlusconi che, intervista- ste concrete ai bisogni economici e to (mentre pranzavano a casa del sociali». La doppia sveglia suona per EnriCavaliere) da Giuliano Ferrara, ha invitato l’esecutivo a ingaggiare co Letta. Più coraggio in Europa, e «con autorevolezza» un «braccio di più fantasia nell’azione di governo ferro, senza strepiti, ma con grande in Italia. Malgrado il pessimismo risoluzione, allo scopo di convincere nelle diagnosi, i richiami esprimoi Paesi trainanti dell’Europa, e in no la speranza che le larghe intese particolare la Germania di Angela possano indurre i responsabili della Merkel, che siamo di fronte a un’al- politica ad alzare la testa, e a offrire ternativa secca: o si rimette in moto la svolta epocale che l’Italia di oggi in forma decisamente espansiva il chiede a chi, per decenni, ha amministrato l’esistenmotore dell’economia, te, senza avviare le compreso quello firiforme essenziali nanziario legato alla Senza una scossa per rimettere l’Itamoneta unica, uscenl’unica prospettiva lia sui binari della do dalla paralizzante è la rivolta crescita. La ricetta enfatizzazione della (condivisa, si direbcrisi da debito pubblibe, fra Berlusconi e co, oppure le ragioni strategiche della solidarietà nella la Confindustria) è ridare compecostruzione europea, dall’unione titività all’Italia. Le forche caudine attraverso le bancaria a tutto il resto, si esauriscono e si illanguidiscono fino alla quali il governo deve passare rirottura dell’equilibrio attuale». Per- guardano i rapporti con l’Europa e ché oggi (ha sottolineato l’ex presi- con le politiche depressive imposte dente del consiglio) «fare impresa soprattutto dalla Germania e le riforme strutturali (sia sul piano non è più conveniente». La seconda voce è quella di Jaco- istituzionale che sul mercato del po Morelli, presidente dei giovani lavoro, della produzione e della industriali che ha invocato una «vi- fiscalità) delle quali c’è urgentissione del futuro», altrimenti «l’uni- simo bisogno. Tutto il resto, sono ca prospettiva diventa la rivolta». chiacchiere. future,» or else «a revolt becohose who shoot aggressimes the only perspective.» Bewo voices yesterday calcause «democratic institutions led for the government to display more courage. are questioned and can be dissolved when they are unable to The first was that of Silvio Bergive concrete answers to the real lusconi, who during an interview economic and social needs.» with Giuliano Ferrara (while they were having lunch at the A double alarm clock is ringing Cavaliere’s house) invited the for Enrico Letta. More courage executive to engage «with authoand more creativity in the Italian rity» in a «tug of war , without government’s fusses, but with actions. Despite s t r o n g r e s o l v e, file audio the pessimistic to convince leawww.italiaoggi.it d i a g n o s i s, t h e ding European calls for action countries, and in express the hope particular Angethat the wide alliances will be la Merkel’s Germany, about the able to induce policy makers to fact that we are facing two clear lift their head and offer an hialternatives: either we restart storical change that Italy is now the economy with expansionary asking to those who, for decades, policies, including the financial have administered the present sector tied to the common curwithout introducing the essenrency, leaving the paralizing tial reforms to put Italy back on focus on the debt crisis, or the a growth track. The recipe (appastrategic reasons behind Eurorently shared by Berlusconi and pe, from the banking union onConfindustria) is to give Italy its wards, will come to an end and lost competitiveness. The extrewill wane, leading to a rupture me challenges Italy must face inin the current equilibrium.» The clude its relations with Europe ex prime minister underscored and with the depressive policies that today «doing business is no imposed especially by Germany longer convenient.» and the introduction of structural reforms (institutional, fiscal The second voice is that of Jaand in the labor and production copo Morello, president of the young industrial entrepreneurs, markets) that are urgently needed. The rest is all talk. who called for a «vision of the IL PUNTO LA NOTA POLITICA A destra eccesso di personalismi A sinistra mancanza di leadership DI SERGIO SOAVE R ispondendo all’affermazione del segretario democratico Guglielmo Epifani, secondo il quale tutti gli altri partiti sono «personali» e quindi meno democratici, il capogruppo del Pdl Renato Brunetta ha constatato che il Pd cambia segretari «come si cambiano le camicie», cioè troppo frequentemente. Al di là dei giudizi di valore, che risentono del clima da campagna elettorale a bassa intensità, i fatti sono reali. I partiti moderati o di destra che hanno rappresentato l’alternativa alla fusione tra ex comunisti e ex dc di sinistra su cui si è costruito il Partito democratico, hanno grandissime difficoltà a mettere in campo un ricambio dei loro leader e fondatori. Silvio Berlusconi, dopo un tentativo di lanciare un successore, è ritornato alla guida nella convinzione che senza di lui il suo movimento avrebbe perso attrattiva elettorale in modo ancora più grave di quanto sia successo, e sembra che i fatti gli abbiano dato ra- gione. Gianfranco Fini dopo un passaggio nel Popolo della libertà ha ricostruito una sua formazione che è uscita massacrata dal voto popolare, mentre Umberto Bossi, indotto alle dimissioni da una serie di scandali e dalla pressione Il paese non ha sviluppato una democrazia matura interna di Roberto Maroni ora cerca di ritornare sui suoi passi, creando così nuovi problemi di stabilità a una formazione che non gode di buona salute. Anche Pierferdinando Casini ondeggia tra un ruolo gregario nei confronti di Mario Monti e un riavvio autonomo di una formazione centrista ridotta anch’essa al lumicino. Al contrario a sinistra si è cercato di risolvere i problemi politici con ricambi frequenti della leadership, innumerevoli nell’estrema sinistra, dove spesso si sono accompagnati i ricambi con secessioni e nuove aggregazioni sempre piuttosto provvisorie, mentre nel Pd la battaglia per la leadership ha spesso sostituito quella per la definizione di una strategia e di una identità. I due fenomeni simmetrici e opposti esprimono forse una caratteristica peculiare del sistema politico italiano, nel quale si fronteggiano formazioni eredi di ideologie pesanti, che contribuiscono a creare un sustrato di cultura politica molto denso e talora ingombrante, che rende difficile l’enucleazione di un’identità unitaria legata ai temi dell’oggi, che tragga dalle radici linfa vitale e non, come accade spesso, rigidità che rendono complessa l’innovazione. Dall’altra parte ci sono formazioni che trovano l’identità nella leadership, attorno alla quale si organizzano sia le offerte elettorali che la sommatoria piuttosto disordinata di culture politiche assai variegate e in sostanza ininfluenti. Forse, invece di criticarsi reciprocamente dovrebbero trarre ciascuna insegnamento dagli errori degli altri. Spumante in frigo per i sindaci del Pd DI MARCO BERTONCINI Fine settimana di attesa per il Pd, speranzoso di cantar vittoria lunedì sera. Al centro delle ambizioni democratiche sta la conquista di Roma Capitale, reputata quasi certa alla luce del distacco inflitto al sindaco uscente Gianni Alemanno nel primo turno. Tuttavia, le ambizioni riguardano altri centri: espugnare una roccaforte del centrodestra come Imperia pare a portata di mano. Più prudenza si avverte per Brescia o Treviso, ma c’è chi sogna il colpaccio di incamerare, dopo i cinque capoluoghi già conquistati al primo turno, addirittura gli 11 in ballottaggio. In buona sostanza, tuttavia, il Pd sarebbe appagato dall’elezione d’Ignazio Marino al Campidoglio. Inoltre alle urne vanno pure, in Sicilia, quattro capoluoghi di provincia e una quarantina di comuni con oltre 10 mila abitanti (in luogo dei 15 mila previsti nelle altre regioni), con i ballottaggi fra due settimane. Nell’isola previsioni, speranze e timori sono molto pacati e placati. Tuttavia, la paura del Pdl, speculare agli auspici del Pd, è di subire una batosta, avendo ottenuto nelle precedenti elezioni la maggioranza a Messina, Catania, Siracusa e Ragusa. A giudicare sia dalle parche dichiarazioni di esponenti pidiellini, sia dal comportamento berlusconiano, sembra che ci sia rassegnazione alla sconfitta. Il Cav non si è mosso, né per i ballottaggi né per il primo turno delle comunali siciliane. Se qualcuno si ricorda di quel che fu la campagna (perfino nazionale) del centrodestra per Catania nel 2005, capirà quale sconfinata differenza stia fra le due elezioni. Così, se il Pd si appresta a cantar vittoria, il Pdl è pronto a sminuire le perdite, riconducendole all’eterna debolezza amministrativa del centrodestra, perché B. non è in lizza. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Sabato 8 Giugn Giugno 2013 PRIMO PIANO 3 Dice che è una scatola vuota. Intanto M5S perde i pezzi: due deputati nel gruppo misto Grillo attacca il parlamento Saccomanni: peggio del ‘29. Alemanno ci crede ancora DI FRANCO ADRIANO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it D all’aula sorda e grigia a «scatola vuota» o peggio «tomba maleodorante della seconda repubblica» il passo è breve. L’attacco al parlamento di Beppe Grillo si inserisce in un clima generale preoccupante sotto ogni profilo. I giovani di Confindustria lanciano l’allarme incipiente «rivolta» (evidentemente con il beneplacito dei piani alti di viale dell’astronomia). Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ammette che l’attuale situazione è peggiore rispetto a quella del ‘29 mentre sottolinea che è fuori tempo massimo l’appello di Silvio Berlusconi ad ingaggiare un braccio di ferro con Angela Merkel: «Molti degli euroscettici hanno avuto il loro tempo per fare un braccio di ferro con Angela Merkel, si vede che non ci sono riusciti», ha detto il pur sempre cautissimo Saccomanni. Intanto, M5S inizia a perdere qualche pezzo: due deputati sono passati al gruppo misto confermando le voci di una rottura della diga che potrebbe portare alla creazione di una pattuglia di «responsabili» pronta a dare il proprio appoggio per la costituzione di una nuova maggioranza di governo. Per Grillo il parlamento è una tomba maleodorante E se la reazione del gruppo M5S di Montecitorio è puntuta ma rientra nei canoni del giudizio politico sferzante: «Buona fortuna» a Vincenza Labriola e Alessandro Furnari, che adesso «saranno finalmente liberi di disporre di tutto il denaro spettante senza dover più adempiere agli impegni presi con il codice di comportamento e col fastidioso Beppe Grillo». Ed anche qualche insulto sul blog del movimento era da mettere nel conto se non scontato. Così come le giustificazioni dei due: «Tra le cause di questa scelta meditata a lungo e, comunque, dolorosa, c’è una questione di cuore: l’Ilva, i suoi drammi e il coinvolgimento della nostra Taranto a cui il MoVimento ha voltato le spalle». È la reazione di Grillo sopra le righe a far discutere. Il leader M5S non se la prende con i suoi Scilipoti ma attacca il parlamento con una veemenza davvero preoccupante che non tiene conto del rispetto dovuto all’istituzione al di là dell’inadeguatezza degli uomini. «Il Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se accorgerebbe», ha scritto per aizzare la piazza del web, «è un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo. La scatola di tonno e’ vuota». «Il Parlamento ha ancora un senso?», si chiede Grillo. «Va riformato, abolito? Una cosa è certa», si risponde da solo, «oggi non serve praticamente a nulla».»Chi rappresenta ormai questo luogo?», ha aggiunto. «Deputati e senatori «cultura autoritaria e fascista. Sono quasi le stesse parole usate da Mussolini nel discorso del bivacco. Non possiamo abituarci a tale linguaggio». Il segretario Guglielmo Epifani è rimasto concentrato sull’appello di Berlusconi per piegare Merkel. Per i giovani industriali c’è il rischio di una rivolta Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affidato ai giovani industriali il compito di affermare quanto lui nel suo ruolo può soltanto re alla dissoluzione, quando non riescono a dare risposte concrete ai bisogni economici e sociali». I dati parlano chiaro: in Europa si sono persi 3,8 milioni di posti di lavoro e la produzione industriale è calata del 12%. «Un bollettino di guerra», ha sottolineato Morelli. «Ricostituire la liquidità favorendo nuove misure per la capitalizzazione e per l’accesso al credito. Dare velocemente il via al pagamento dei debiti della Pa. Incentivare i consumi riducendo la pressione fiscale», ha sintetizzato le principali richieste dei cooperative, emerse dall’indagine congiunturale condotta da Confcooperative presentata da Maurizio Gardini. Saccomanni, non si sa come affrontare la crisi Vignetta di Claudio Cadei sono nominati dai dirigenti della «ditta» del pdmenoelle (così si dice la chiami Gargamella Bersani in privato) e di un condannato in secondo grado per evasione fiscale che altrove sarebbe in fuga in lidi lontani». Pdl: terrorismo linguistico Pd: cultura fascista Immediata la replica dei principali partiti e della Presidente della Camera, Laura Boldrini: «Le dichiarazioni di Grillo, scomposte e offensive, tendono di nuovo a colpire il Parlamento e quindi la democrazia. Sono dannose per il Paese, per la sua immagine all’estero, per chi lavora a rinnovare le istituzioni rendendole più sobrie, efficaci e trasparenti e per gli stessi deputati del gruppo M5S, presenti con grande impegno nell’attività della Camera». «Grillo, nel suo blog popolato da cannibali, qualifica il parlamento come tomba maleodorante. Mi aspetto che lo faccia incendiare come Hitler fece con Reichstag di Berlino», ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, in un comunicato chiedendo l’intervento di Giorgio Napolitano. Dal Pd Stefano Fassina, viceministro all’Economia, parla di evocare. Il rischio che corre il Paese in assenza di una manovra economica «è la rivolta». Così si è espresso il presidente dei Giovani di Confindustria, Jacopo Morelli, che nel suo intervento di apertura al convegno annuale di Santa Margherita Ligure ha avvertito: «Senza prospettive per il futuro l’unica prospettiva diventa la rivolta. Le istituzioni democratiche vengono contestate e possono arriva- «La crisi di oggi è più difficile da gestire di quella del ‘29 ma le misure messe in campo dal governo favoriranno la crescita», si dice convinto Saccomanni. Tuttavia, ammette subito dopo: «Purtroppo in realtà questa crisi è molto diversa rispetto agli anni ‘30. Ha caratteristiche strutturali che hanno cambiato molti dei paradigmi correnti nei paesi industrializzati e si sta rivelando più difficile e complessa da gestire». Sì, perché «nonostante ci siano state iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali, questa crisi non vuole andare via. In realtà finirà anche questa crisi», ha aggiunto. Ma in Italia, oltre a debolezze strutturali ed alla severità della crisi, «abbiamo avuto un periodo di stasi politica che è durato dalla fine del 2012 fino a pochi giorni Non solo fisco fa, quando è stato finalmente eletto un nuovo governo». Saccomanni sembra avercela con chi ha tolto la fiducia al governo Monti. «Francamente sono 5 o 6 mesi che l’Italia non si poteva permettere in questa fase. Sarebbe stato più facile gestire la crisi se avessimo avuto un governo nella pienezza dei suoi poteri». Ora, tocca al governo Letta: «Penso che le misure che abbiamo preso faciliteranno il ritorno a una prospettiva di crescita. Tuttavia, «il taglio del cuneo fiscale è un obiettivo primario che contiamo di portare avanti nel medio termine. Non possiamo fare una riforma di tale portata in quattro e quattro otto». Giovannini, aggredire la disoccupazione giovanile Sul tema della disoccupazione giovanile è invece tornato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. I giovani che non trovano un lavoro non sono il 40% del totale dei ragazzi italiani, ma l’11% di coloro che sono attivi sul mercato del lavoro. «Sono 650mila persone, un numero aggredibile», ha concluso ricordando come il presidente del Consiglio ha chiarito che vuole arrivare al vertice di fine giugno avendo già approvato a livello nazionale un pacchetto di interventi. Alemanno non vuol mollare Un tour in cinque piazze della capitale, per chiudere la campagna elettorale. Il sindaco uscente Gianni Alemanno nell’ultima giornata di campagna elettorale per il ballottaggio non si dà per vinto nonostante dodici punti percentuali di consenso lo abbiano separato al primo turno da Ignazio Marino. Tra le sue promesse un bando per la concessione gratuita ai giovani imprenditori degli spazi commerciali e dei casali agricoli, la ricostruzione di Tor Bella Monaca come «quartiere modello» della riqualificazione delle periferie, «l’abbattimento della pressione fiscale per i cittadini e per le imprese», «l’abolizione di Equitalia dal 1° luglio, con l`azzeramento dell’aggio e l`eliminazione delle maggiorazioni sulle multe, concordato fiscale per le multe e i tributi locali del passato», «la realizzazione di 25.700 alloggi». «La partita più importante si gioca a Roma» ha detto il segretario del Pd Epifani dal palco su cui c’erano anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e la neo presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 4 Sabato 8 Giugno 2013 PRIMO PIANO Il loro eccesso di appetito è il vero rischio delle grandi intese. Tengono in ostaggio Pd e governo Letta e Renzi, due Dc famelici Sansonetti: il M5S è l’assicurazione sulla vita di palazzo Chigi DI GOFFREDO PISTELLI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it «U no dei veri rischi per le larghe intese: è la famelicità dei democristiani. Non possono pensare di aver il governo, con Enrico Letta, e ora il Pd, con Matteo Renzi». Questo pensa questo Piero Sansonetti, romano, classe 1951, già condirettore de L’Unità, direttore di Liberazione, oggi direttore de Gli Altri. Sansonetti è voce liberissima della sinistra italiana, così libera da essersi meritato, in più di un’occasione, la collocazione fra i «berluscones di sinistra». Domanda. Sansonetti, riprende corpo, a sinistra, una certa indignazione verso le larghe intese che hanno portato a questo esecutivo, proprio ora che si parla di riforme. Pierluigi Battista sul Corriere segnalava il ripetersi di interventi disgustati «contro la retorica della pacificazione». Non è che il governo sia più a termine di quanto si pensi? Risposta. Diciamo pure che, alle elezioni, il partito degli indignati non s’è visto. Parlo delle recenti amministrative: sono state un chiaro, netto, atto di approvazione delle forze che sostengono il governo, a cominciare dal Pd. Poi, certo, esiste la maggioranza. Però nella minoranza ci sono, rispetto al passato, molti più problemi… Alle elezioni amministrative il partito degli indignati non si è visto. Il partito di Grillo ha già grosse difficoltà: molti pronosticavano problemi di tenuta ma certo non così rapidamente D. Si riferisce al Movimento 5 stelle? R. Certo, nell’area grillina, le diffi coltà sono molte serie. In molti pronosticavano problemi di tenuta, ma certo non così rapidamente. Invece oggi (ieri per chi legge, ndr) leggo dello scontro fra il capogruppo al Senato, Vito Crimi e quell’altro, come si chiama? Giusso? Di Russo? D. Mario Giarrusso, il senatore siciliano che si è autosospeso... R. Ecco Giarrusso. Non li conosco io, che faccio il cronista politico dal ‘77, questi del M5S, figurarsi il panettiere di Ladispoli. Ma questa è un’altra storia. D. E non è l’unico problema in quel partito... R. Esatto ci sono gli altri due parlamentari che sono già passati al gruppo misto. Tuttavia per Letta, paradossalmente, lo sfarinamento dei grillini potrebbe essere un grosso problema: loro sono l’assicurazioni sulla vita di Palazzo Chigi. D. In che senso? R. La tenuta del governo, le stesse larghe intese, nascono dalla consapevolezza diffusa, nel Pdl e nel Pd che, tornando a votare, Beppe Grillo avrebbe aumentato i voti. Se invece si certifica l’inizio della fine di quel pericolo, si potrebbero, anzi, Letta e Renzi, che vengono da quella tradizione Dc, non possono pensare di prendersi l’uno il governo, l’altro il partito. Insomma la partita, a sinistra, non può finire in un confronto fra Silvio Berlusconi e la Dc iinnescare spinte i t iinverse, addirittura verso le elezioni anticipate. Ma non è l’unico problema. L’altro è la famelicità democristiana. D. C’è ancora la Dc? R. Sì, e con un eccesso di appetito. Letta e Renzi, che vengono da quella tradizione, non possono pensare di prendersi l’uno il governo, p l’altro il partito, come il sinl’ daco di Firenze, col suo and nuncio di volersi candidare n al a congresso, pare voler fare in maniera evidente. Insomma la partita, a sinistra, non m può finire in un confronto fra p Silvio Berlusconi e la Dc. S D. Qualcuno però non crede a un’intesa Lettac Renzi. Anzi, si ipotizza R una concorrenza spietata u fra i due. fr R. Come la Dc ha insegnato, to si può essere in concorrenza, anche in guerra, ma re poi ci si accorda. Solo che stavolta vogliono tutto, stando in un partito dove l’anima ex-diessina è dominante e rappresenta i tre quarti del partito, inteso anche come funzionari, militanti, macchina. Ora, va bene che, come disse Massimo D’Alema, «è mancata l’amalgama», però questi non possono pensare di pigliare tutto. Semmai non mi stupirei che Renzi, che è un ragazzo per così dire «sveglio», tentasse un’altra strada… D. Vale a dire? R. L’alleanza con Gianni Cuperlo. Come nella mi- Piero Sansonetti glior tradizione Dc, i ticket si fanno con l’esterno, quando Ciriaco De Mita guardava C al a Pci o Giulio Andreotti, con Arnoldo Forlani, puntava A al a Psi di Bettino Craxi. E con Cuperlo sarebbe logico: è un C diessino, praticamente un d «piccista», sarebbe un raccor« do d forte con quell’altro pezzo di d partito, maggioritario nel Pd. P Per poi portare Renzi a Palazzo Chigi. P D. E se Renzi invece insiste e puntasse sul Nazas reno? r R. Secondo me, in quel caso, il partito non reggerebc be. b Troppo e tutto insieme: lui segretario e Letta al governo è come se Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini si prendessero il Pdl. D. Ma le fibrillazioni di un mesetto fa, col documento di Fabrizio Barca o con gli appelli di Nichi Vendola al «rimescolamento», non potrebbero portare a una scissione da sinistra? R.Quel pensiero, c’è e vive. Ma la partita si giocherà nel congresso del Pd, non a casa Come la Dc ha insegnato, si può essere in concorrenza, anche in guerra, ma poi ci si accorda. Solo che stavolta vogliono tutto, stando in un partito dove l’anima ex-diessina è dominante e rappresenta i tre quarti del partito di Barca o nella B ll sede d di VenV dola, inutile raccontarsi balle. O vince Cuperlo o vince Renzi, a meno che, appunto, si accordino. D. Ma insomma, secondo lei, l’eventuale via piddina, statutaria, del Rottamatore al governo porta alla frantumazione del partito? R. Non vedo catastrofi. Immagino la rottura del Partito democratico come un «macchine indietro» al 2007, col riformarsi di versioni aggiornate di Ds e Margheri- Quello a Berlusconi è un processo di stampo medievale. Ricorda il caso di Aldo Braibanti, nel 1967, professore messo alla sbarra perchè aveva rapporti con i propri allievi. È un processo sessuofobico, da stato islamico ta. t E Renzi R i potrebbe t bb essere comunque il candidato dello schieramento. D. In tutto questo Berlusconi? R. La sua è una situazione davvero imprevedibile. Se l’assolvessero da tutti e tre i processi, la stabilità ne guadagnerebbe. Viceversa, se ci fossero le condanne, scatterebbe l’imponderabile: bisognerebbe cioè prevedere che emozioni quelle sentenze mettono in circolo. In ogni caso ca se la condanna arrivasse anche sul processo Ruby, ci sarebbero conseguenze per l’Italia, direi. l’ D. Addirittura… R. Sì, certo si tratta di un processo medievale. Ricorda p il caso di Aldo Braibanti, nel 1967, quel professore messo 1 alla a sbarra perché aveva rapporti con i propri allievi, in p una vera e propria caccia alle u streghe, un processo all’omost sessualità e contro il quale la se sinistra, che allora era un’alsi ttra cosa, fece una battaglia furibonda. Cominciò lì la revisione del reato di plagio che fu tolto dall’ordinamento anni dopo. D. E degli altri giudizi di B., invece, che pensa? R. Sugli altri si può discutere ma questo, a parte le conseguenze politiche, è un processo sessuofobico, da Stato islamico. D. Dobbiamo preoccu- parci, dice? R. Molto. Ho letto una recente intervista di Barbara Spinelli al Fatto. In cui lei dice, a un certo punto, che «anche Fabrizio Barca sostiene che occorra distinguere fra etica e politica» e poi conclude: «Da quando in qua?». D. Appunto, da quando in qua? R. Direi da quando è caduto Adolf Hitler. Più o meno da allora. Salvo ovviamente la sharia. Ma capisce, se una donna colta come la Spinelli, che non è una passante, per così dire, fa affermazioni gravi come queste, c’è molto da preoccuparsi. D. E le soluzioni politiche del caso B., che ogni tanto qualcuno ha il coraggio di prospettare? R. Francamente non ne vedo. È tutto in mano alla magistratura anche se, pur m non essendoci stata in Italia n la separazione delle carriere, quella giudicante è sempre q più equilibrata di quella inp quirente. Vediamo. q © Riproduzione riservata PILLOLE di Pierre de Nolac Grillo: “Il parlamento è una scatola vuota” Non ha trovato il tonno. *** Cicchitto: “Grillo non può seppellire le camere”. Ma di risate sì. *** Epifani: “Il governo in Europa deve farsi rispettare” Nemmeno lui riesce a dire una cosa di sinistra. *** Saccomanni: “Priorità sono casa, lavoro e riforme”. Una volta erano Dio, patria e famiglia. *** Obama svela il suo progetto politico. ”Yes, we scan”. *** Giovannini ai giovani industriali: “Abbiamo un colpo da spararci”. Un’istigazione al suicidio? 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it PRIMO PIANO Sabato 8 Giugn Giugno 2013 5 È grave che sia stata costituita una commissione senza politologi di professione Che ne sanno i saggi di politica? Pasquino: il semipresidenzialismo era già la scelta dei costituenti elettorale. Qualcosa che i giuristi masticano poco e che è gustoso pane quotidiano dei aggi o non saggi? «La politologi. Aggiungo che una commissione che si crisi di governo locale porta è appena insediata», automaticamente allo sciodice Gianfranco Paglimento del consiglio comusquino, «ha un compito difnale. Non si potrebbe non ficile. Non tutti i saggi, desiconsentire anche ad un primo gnati anche su base partitica ministro eletto dai cittadini, o di visibilità giornalistica, poi sfiduciato, di sciogliere il possono essere considerati parlamento con il rischio di tali. Al contrario vi è la tologorare le istituzioni e, sotale assenza di politologi di prattutto, di irritare i cittadiprofessione: questo è grave ni chiamati a votare troppo di per una commissione che si frequente oppure si vedrebbe deve occupare dei futuri asuno stallo «parlamento/goversetti politici. Per di più ne fa no» irrisolvibile. No, la strada parte anche qualcuno che ha indicata da Renzi non mi semsempre sostenuto, sbagliando Vignetta di Claudio Cadei bra positiva. alla grande, l’inapplicabilità D. Ritiene che la politica, della scienza politica». È al presidente Giorgio prenderebbero in seria consi- to diversa, formula che non ricorrendo ai saggi e, perché esiste da nesno?, anche Napolitano che sembra stia- derazione. D. Matteo Renzi propo- s u n a p a r t e alle larghe no a cuore i saggi. «Forse», afa intese, stia ferma Pasquino, «avrebbe do- ne una legge elettorale al mondo, è i La strada proposta a b d i c ando vuto stargli a cuore anche una sulla falsariga di quella fare eleggere da Renzi, cioè una al migliore selezione dei compo- per l’elezione dei sindaci: direttamente a proprio legge elettorale sulla è una stra- un capo del ruolo di ininenti della r falsariga di quella da ziativa e di commissione, d percor- governo attriz Dopo sessantacinper l’elezione dei sinbuendogli un ribile? guida? ad esempio, r g que anni gli stessi R. La stra- grosso premio daci, è percorribile, R. «Stia non nomicostituenti sosterda abdicando»? nando chi ha d è percor- in seggi, uno a ma sicuramente non r i b i l e , m a degli aspetti La dichiarato che L politica e rebbero che è indiporta ad una solusicuramente i partiti itala precedente del Porcellum s spensabile rivisitare zione effi cace per il non liani hanno commissione n porta ad ai quali ha l la Costituzione, governo dell’Italia una soluzio- già obiettato abdicato una di esperti era u a in particolare, ne ventina d’ani n u t i l e. H o n efficace la Cassazione v il suo modello per ni l’impressione p il gover- e che, presun fa e si sono no consegnati, che sia Nan dell’Italia. mibilmente, verrà à alquanto l t ti di volta in volta, di democrazia Una cosa è tardivamente dichiarato in- prima, ad un imprenditore tepolitano sia U parlamentare fare eleggere costituzionale dalla Corte co- levisivo, poi, ad un professoreEnrico Letf direttamenta (sia Quastituzionale, caratterizzatasi manager di Stato, adesso, in d gliariello) abbiano iano in realtà te un sindaco e conferirgli per la sua incerta e ambigua parte, ad un commediante. ceduto ai condizionamenti dei una maggioranza. Cosa mol- giurisprudenza in materia Chi dei tre sarà mai in grado partiti». Gianfranco Pasquino, 71 INDISCREZIONARIO anni, docente di scienze politiche alla John’s Hopkins University, sede di Bologna, Filippo La Mantia mette al chiodo il capDI PUCCIO D’ANIELLO ex-direttore della rivista Il pello da chef e lascia il ristorante all'hotel Mulino, è presidente della L’attore Toni Servillo candidato alle pros- Majestic della romana via Veneto: «Lascio Società italiana di scienza sime elezioni europee in una lista di sini- un'attività in piena salute il 31 luglio e paspolitica, l’ultimo suo libro si stra? Nel Pd c’è chi è pronto a scommettere. so il timone a Massimo Riccioli. Non ho intitola «Finale di partita, Specie dopo aver visto la sua partecipazione nessun progetto nel settore, ma io vivo di tramonto di una Repubblica» ieri sera a La7, nella trasmissione condotta passioni e dopo cinque anni voglio ritrovare (Università Bocconi Editore). il mio vero stile di vita». A luglio al via le rida Lilli Gruber. Domanda. Professore, prese televisive per il program* * * presidenzialismo o semima Le Chef su La5, in onda a presidenzialismo ? settembre con Oldani: «Dopo Quando si vota, scende l’ofRisposta. Premesso che aver detto no a Masterchef e ferta del trasporto pubblico. presidenzialismo e semiprealtri talent show con giudici Come si spiega questo curiosidenzialismo sono entrambi ingiustificatamente spietati, so collegamento? La presenza modelli democratici, ma diffeho scelto questo canale laboradegli autisti dei bus ai seggi. renti nel loro funzionamento, torio dove vado a braccio e mi Accade anche a Roma, per sceritengo chiaramente preferipresento per quello che sono». gliere il prossimo sindaco di bile per l’Italia il modello seMassimo Riccioli, che prenderà Roma. In occasione del turno mipresidenziale. il timone del ristorante del Madi ballottaggio delle elezioni D. Ma è proprio necessajestic a settembre ha precisato amministrative 2013 in prorio, in questo momento, riche il suo ristorante al Panthegramma per i giorni domani formare la Costituzione? on, La Rosetta, rimarrà apere dopodomani, in previsione Toni Servillo R. Certamente, sì. Dopo to, e sempre gestito da Riccioli dell’impiego presso i seggi eletsessantacinque anni gli stessi torali di oltre mille dipendenti Atac, fra insieme alle sorelle. A via Veneto, ha detto costituenti sosterrebbero che i quali circa 850 autisti, il servizio sulla lo chef, «porteremo la formula Riccioli, sto è indispensabile rivisitare la rete di trasporto pubblico subirà variazioni pensando all'oyster bar, e a formule speciali Costituzione, in particolare, sino al termine del servizio di mercoledì per il pranzo». il suo modello di democrazia 12 giugno. In particolare, relativamente al * * * parlamentare. In un famoso trasporto di superficie, nella capitale da e indimenticabile ordine del oggi a mercoledì verrà applicato l'orario Riccardo Cocciante ha apprezzato la sua giorno, loro stessi avevano del sabato, che prevede l'utilizzo di 1.200 trasferta romana. Una città dove si può fare auspicato un potenziamento vetture tra bus, filobus e tram invece delle una passeggiata senza dover per forza strindel governo per garantirne 1.700 previste nei normali giorni feriali. gere mani e firmare autografi in quantità stabilità ed efficacia. Non Questo provocherà la riduzione del servizio industriale: anche dalle parti di via Veneto. parlarono di semipresidensull’intera rete. Anche quando già si saprà Lui aveva scelto, come rifugio, l’hotel Regina zialismo poiché non esisteva Baglioni. il nome del vincitore. ancora, ma credo che oggi lo DI GIORGIO PONZIANO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it S di ridare dignità, iniziativa e ruolo di guida alla politica? D. Qual è il suo giudizio su questi primi passi del governo Letta ? R. Il presidente del consi- La politica e i partiti italiani hanno abdicato una ventina d’anni fa e si sono consegnati, di volta in volta, prima, ad un imprenditore televisivo, poi, ad un professore-manager di Stato, adesso, in parte, ad un commediante glio, nei limiti dati, che sono stretti, si sta muovendo abilmente, in maniera cauta, facendo un passo dopo l’altro, lento pede. Può andare, in mancanza di meglio, piuttosto lontano. D. Una volta finite le larghe intese ci sarà Berlusconi o Renzi? R. Più durano le larghe intese meno si vedrà il ritorno di Berlusconi, ma la lunga durata rischia di logorare anche Renzi nei comportamenti del quale è già possibile rilevare qualche manifestazione di nervosismo. D. Il Movimento 5 stelle è finito? E così la Lega? A chi andrà il voto di protesta? R. Il movimento 5 stelle, nato per protesta, progredito con un pugno di click che hanno selezionato gli inesperti inevitabilmente anche incompetenti (non sanno neppure che cosa fare con gli scontrini), persino ingiustificatamente arroganti, eterodiretti, sta in effetti già boccheggiando. Anche la Lega si trova a metà tra il tirare le cuoia e il tirare a campare. Il voto di protesta un po’ si disperderà un po’ ripiegherà nell’astensione. Chi si dimostrerà capace di proposta raccoglierà anche una parte della protesta e la incanalerà in attività di governo. Per ora però l’orizzonte è piuttosto vuoto di personaggi seriamente propositivi. D. Perchè la Terza Repubblica fatica tanto a nascere? R. La difficoltà di nascita deriva, da un lato, dal fatto che molti preferiscono vivacchiare in questo interregno, dall’altro, che pochi, non abbastanza, hanno le proposte per andare oltre, con coraggio e con scienza (politica). Come le dicevo, se l’orizzonte è quasi vuoto come può incominciare quella rinascita politica, cioè nazionale, di cui ci sarebbe bisogno, tirando fuori il Paese dal pantano in cui si è cacciato? © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 6 Sabato 8 Giugno 2013 PRIMO PIANO Hanno additato al pubblico ludibrio su Youtube uno stimato senatore come Lucio Malan I grillini stonano sui pianisti Poi le accuse si sono rivelate inconsistenti e offensive DI MARCO BERTONCINI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it L espresso stando ciascuno seduto al proprio posto. Il povero Carlo Giovanardi, oggetto di vacue accuse e di dileggi immotivati, ha tentato invano di spiegarlo loro più volte, rammentando che l’aula del Senato non è un asilo infantile. Nel caso Malan, poi, i grillini hanno attuato una sorta di persecuzione, culminata nell’imbarazzo col quale hanno farfugliato risposte alle domande di Grasso. Addirittura un senatore grillino, richiesto dal presidente di rispondere a vicenda dei falsi pianisti al Senato ha avuto rilevante eco mediatica, ma, se i fatti sono stati esposti perfino ampiamente, non ne sono state tratte le dovute considerazioni. Il riferimento è al video, apparso sul canale You Tube denominato “Senato Cinque Stelle”, che secondo i pentastellati autori avrebbe dovuto mostrare Lucio Malan, senatore pidiellino, mentre votava per conto terzi. Un’azione tipica da pianista parlamentare, insomma, che i grillini intendono combattere con ogni mezzo, segnatamente con la gogna. Malan ha con facilità dimostrato che stava votando per conto proprio, ottenendo prima piena e ripetuta soddisfazione dal presidente del Senato, Vignetta di Claudio Cadei Pietro Grasso, poi le scuse del capogruppo grillino (tale ancora per poco) alla precisa domanda «il sito Senato Cinque Stelle è vostro?», Vito Crimi. La prima lezione che si ha tirato in ballo l’esistenza di ricava dalla vicenda è una «milioni di profili» in rete, senza conferma. Riguarda il compor- assumersene la responsabilità. tamento degli eletti grillini, che Peccato che, aprendo quel sito, s’intestardiscono nel ruolo di sotto l’etichetta «Informaziogiacobini, fra l’altro ignari delle ni» si legga: «Pagina ufficiale norme parlamentari e, quando del Gruppo Parlamentare del le conoscono, violatori delle re- Movimento Cinque Stelle al gole. I grillini usano fotografare Senato». Le accuse contro Malan e filmare nelle aule parlamentari, nonostante sia stato (non (che, fra parentesi, è un senatouna sola volta) ricordato loro re stimato per serietà, impegno, che è vietato. I senatori 5Stelle esperienza e professionalità) si non hanno ancora capito che il sono rivelate inconsistenti e voto non va obbligatoriamente quindi offensive. Ad aggravare L’ECCESSIVA CAMPAGNA SUI PIANISTI Perché M5S ce l’ha tanto con Mozart, Morgan e Allevi? DI FILIPPO MERLI O ra i grillini se la prendono con Morgan e Giovanni Allevi. Visto che non sanno più che cosa dire sulla casta, sui politici e sui giornalisti, attaccano i pianisti. Quando abbiamo letto i titoli dei principali siti d’informazione ci siamo chiesti: che cosa avranno mai detto o fatto Morgan e Giovanni Allevi per essere al centro di un tale scandalo mediatico? Hanno dichiarato che Pupo è meglio di Beethoven? Hanno accettato una lauta diaria per suonare il piano da Gigi Marzullo? Poi abbiamo letto meglio e abbiamo scoperto che in politica il termine «pianista» indica un parlamentare che vota al posto dei «colleghi» assenti in Aula. Nel caso specifico, i pianisti che secondo i grillini avrebbero cercato di fare i furbi sono alcuni senatori del Popolo della Libertà, tra cui Lucio Malan, che però, scrive il sito del Corriere della Sera, «ha dimostrato di aver in realtà votato correttamente e ha denunciato insulti a lui rivolti finiti in Rete». Tutto è iniziato con la pubblicazione di un video sul profilo Facebook «Senato Cinque Stelle» e su You Tube. Nel video girato in Aula durante una votazione si vede il senatore del Pdl che si alza, si gira verso un banco vuoto e allunga una il comportamento dei grillini ci sono poi i ripensamenti apparsi in rete, dopo le mezze ammissioni operate in aula, e la mancata presentazione di scuse formali in assemblea. Insomma, il giacobinismo impera. Il grave è che la protesta contro la politica è così estesa che, come ha rilevato lo mano prima di tornare a sedersi. Di più non si capisce, a parte la voce trionfante dei senatori grillini che stanno riprendendo la scena e che esultano per lo scoop da grandi giornalisti (non ce ne vogliano i grillini per lo scomodo paragone, non volevamo offendere nessuno). Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha chiesto e ottenuto la rimozione del video dai vari canali, oltre a ricordare che in Aula sono vietate foto e riprese. Certo, di questi tempi non vorremmo essere nei panni dei senatori degli altri partiti, che devono sentirsi osservati dall’occhio grillino anche quando vanno al cesso. Si sa, i video, la Rete e lo streaming sono i pezzi forti del Movimento 5 Stelle, e i senatori lo sanno benissimo. Per questo avranno crisi isteriche e attacchi di panico non appena vedranno un grillino che estrae la penna stilografica (oh no, non sarà mica una chiavetta usb?) o quando s’infileranno gli occhiali da sole (oddio, ne aveva un paio uguali Tom Cruise in Mission Impossible per riprendere i cattivi senza farsi scoprire). Se fossimo nei senatori avremmo paura anche ad andare alla mensa del Senato. Hai visto mai che l’occhio della triglia impanata non sia in realtà una microspia? © Riproduzione riservata stesso Malan nel suo accorato intervento, in rete centinaia di persone si sono sfogate condividendo il video e sfogandosi in insulti e accuse contro il senatore. Questo stato d’animo, nel caso specifico mal indirizzato, indica come la gente sia arrivata a uno stadio che si potrebbe definire pericoloso, per l’intera classe politica. Saranno prevenuti, saranno mal documentati, saranno emotivi, però molti, troppi cittadini sono oggi stanchi. Una parte si sfoga in rete, altri esprimono voto di protesta, i più si rifugiano in un assenteismo che intende pareggiare tutti nel giudizio negativo. NEGLI ANNI DI PIOMBO FURONO I MAGISTRATI A SEDARE UN PAESE DELIRANTE IN PREDA ALLE ALLUCINAZIONI Le ideologie sono modernariato come la scatoletta Campbell DI C’ DIEGO GABUTTI è un momento, negli anni di piombo, in cui la storia del paese e i suoi protagonisti muovono tre passi nel delirio, al pari dei personaggi d’un celebre film a episodi del 1968 ispirato ai racconti di E.A.Poe e firmato da Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim, come testimonia il brillante e serrato studio di Chiara Zampieri Socialisti e terroristi 19781982. La lotta armata e il Psi: indagini e testimoni (L’Ornitorinco 1913, pp. 234, 15,00 euro). Tutto ha inizio col «partito della trattativa», nella primavera del 1978, quando Bettino Craxi e il suo stato maggiore, un po’ per convinzione ideologica, un po’ per ritagliarsi un ruolo autonomo nella vicenda Moro, si pronunciano per la trattativa con le Brigate rosse. Vincerà il partito avverso, quello della «fermezza», ma intanto sono state poste le basi d’un rapporto con le bande armate e con l’eversione di sinistra, da parte d’alcuni socialisti anche di peso, come il capocorrente calabrese Giacomo Mancini, che col tempo sembreranno sempre meno innocenti (Gian Carlo Caselli, che all’epoca era impegnato sul fronte della lotta al terrorismo di sinistra, nell’introduzione al libro di Chiara Zampieri parla, magari mettendoci un di più di classico livore antisocialista, di «cinismo» e d’«incertezze altalenanti»). Non è possibile stabilire se «le relazioni tra ambienti politico-istituzionali ed esponenti dell’eversione» sono state «in qualche modo strutturali e non legate esclusivamente a specifiche contingenze» o se non si è trattato invece di rapporti «strumentali e opportunistici, cioè «dettati da esigenze di carattere politico ed elettorale di volta in volta diverse. Prima fra tutte quella di riuscire ad intercettare il consenso di un mondo giovanile ribelle, talvolta violento, per il quale il Partito comunista non era più un valido riferimento. Sui temi del rispetto delle garanzie costituzionali, delle libertà individuali, delle leggi antiterrorismo, il Psi aveva invece dimostrato una maggiore flessibilità, probabilmente volta a catturare il consenso delle nuove generazioni. È indubbio che nel Psi sopravvivesse un’anima legata all’ideologia socialista delle origini, “anarcoide” e libertaria, che ancora auspicava la rivoluzione anticapitalista, la lotta di classe e l’unità del proletariato volta a scardinare il sistema di potere creato dalla Dc in Italia e dagli Stati Uniti nel mondo. Negli anni Sessanta e soprattutto sul finire degli anni Settanta, il Psi però seguì la strada dell’istituzionalizzazine consolidando la sua immagine di partito di governo, marginalizzando al suo interno le correnti più legate al filosovietismo, all’apertura al Pci, alle teorie marxiste. Ciò però non significa che non ci fosse ancora una componente che si richiamasse prioritariamente a questi ideali e che manifestava simpatie per i movimenti rivoluzionari (per esempio quelli dell’America Latina)». Come la disco music e i film di kung fu, come le scatolette di minestra Campbell di Andy Warhol, anche le ideologie estremiste si sono trasformate in modernariato. Oggi suonano misteriose e incomprensibili, agli occhi e alle orecchie di chiunque abbia meno di cinquant’anni, come i geroglifici egizi prima della Stele di Rosetta. Socialisti e terroristi, come terroristi e comunisti, come democristiani e terroristi, sono diventati nel frattempo entità aliene (e se ancora si capisce cos’è un terrorista, e quali danni provoca il suo delirio, il comportamento e le strategie di socialisti, comunisti e democristiani, per non parlare della loro stessa natura, suonano esotici e remoti, come la nouvelle cuisine o la cultura dei «faccioni» dell’isola di Pasqua). Chi sa più chi erano gli «autonomi» o di cosa diavolo stessero parlando Renato Curcio o Toni Negri. Ma non suonano meno esotici gli strilli contro la «repressione» dei socialisti o le proposte di «compromesso storico» avanzate dai comunisti come pure le lettere dal carcere del popolo d’Aldo Moro. Era un’Italia — quella degli anni di piombo, l’Italia di Socialisti e terroristi — in preda alle allucinazioni. Furono i magistrati (che in seguito passarono al nemico, il caos) a sedare un paese delirante e vittima dalle culture del disordine (mentale). © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it PRIMO PIANO Sabato 8 Giugn Giugno 2013 7 Mettendo in un fondo 10 mln di mq di immobili dello stato da dismettere, dice Pomicino Ecco il mio piano da 33 mld Questo, più un concordato fiscale, risanerebbe i conti DI SERGIO LUCIANO «S http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it iamo una Repubblica mediatica, per cui la politica si identifica e si esaurisce con l’annuncio! E questo vale anche per le vendite immobiliari del demanio pubblico». È sarcastico Paolo Cirino Pomicino, politico di lungo corso tra prima e seconda repubblica, più volte ministro - l’ultima al Bilancio, nel ’92, Al 10% di italiani che rappresenta il 45% della ricchezza nazionale gli chiederei di prestare i loro soldi allo Stato coll settimo governo di Gi Giulio tti li Andreotti di cui fu fedele seguace e alla cui messa di trigesimo ha appena partecipato, con profonda commozione, prima di parlare con ItaliaOggi. Dice «’o Ministro» che le dismissioni demaniali annunciate in pompa magna dal ministero dell’Economia con la costituzione di una «Sgr» ad hoc… non si faranno. Come non si sono mai fatte sul serio: né con i programmi tremontiani di Scip 1, Scip 2 e Patrimonio dello Stato Spa, né con il primo di questi «veicoli» commerciali, costituito nel ’92 proprio da Pomicino: «Immobiliare Italia», la madre di tutte le (fallite) privatizzazioni del mattone pubblico. Domanda. Quindi, Pomicino, secondo lei sarà ancora flop? Risposta. Con questi metodi, il demanio è sempre riuscito a vendere poco e niente. E il dato allucinante è che nessuno fa tesoro degli errori del passato. D. Neanche Saccomanni? R. Guardi, dal ’92 abbiamo avuto tutti ministri del Tesoro prima e dell’Economia poi che erano dei tecnici, non dei politici: Barucci, Ciampi, Tremonti, Siniscalo, Padoa Schippa, Monti, Grilli, Saccomanni. Non sono capaci. Gli economisti devono fare gli economisti. La visione d’insieme non può che averla un politico. Poi bisogna trovarli, i politici capaci (e ride, ndr). D. Quali errori del passato andrebbero evitati? R. Il grande patrimonio immobiliare dello Stato si divide in 2 categorie: i beni inutilizzati, da valorizzare; e quelli strumentali, occupati dalla pubblica amministrazione. Sui beni da valorizzare perché inutilizzati, il problema è chiarissimo: occorre ripristinare il potere decisionale dello stato centrale sulle modifiche d’uso degli immobili posti in vendita, con uno strumento capace di decidere senza in- toppi localistici la riconversione delle caserme o di altri edifici demaniali inutilizzati. Altrimenti non si riuscirà a tirar fuori un ragno dal buco. Per questo hanno fatto cilecca Scip 1 e Scip 2, consentendo soltanto, in realtà, a molti politici di comprare case belle a due lire, alcuni dei quali anche amici miei. D. Chi, Pomicino? R. Non lo dico. Mi bastano le mie 42 sentenze di assoluzione Paolo Cirino Pomicino e prescrizione. D. Quindi sui beni da vallorizzare il problema, dice pagando 2,2 miliardi di affitti llei, è che lo Stato deve po- all’anno ai sottoscrittori del tter autorizzare le modifiche fondo. Mi dirà lei: e dove li d’uso: ok, non ce la faranno prende, lo Stato, questi soldi d mai. E l’altra categoria, gli per gli affitti? Fa nuovo defim cit? Nossignore: per i primi tre iimmobili in uso? R. È quella fondamentale, anni, li prende dal ricavato delssu cui si basa una mia idea più la vendita, che quindi genera ampia di risanamento e rilan- un introito netto per lo Stato a diciamo di 33 miliardi. cio dell’economia italiana… D. Dove D. Addivuole arrivarittura? v re? R. Certo. E r Cifre tra i 30mila e R. Per i primi le spiego. Nel i 5 mln di euro. Con 2007 proposi, ttre anni, queun’erogazione aggiunin un emenssti 33 miliardi damento, la tiva volontaria di 6mivengono destiv formula giunati, senza mon la € si totalizzerebbe sta. Lo Stato dificare il conto d 120 mld di euro deve conferieconomico delle e re a un fondo amministraa 10 milioni zioni inquiline, z di metri quadrati ti di iimmobili bili a investimenti i ti ti produttivi, che occupati da uffici pubblici. E generano Pil, ogni punto recuvendere le quote a un valore perato sono 7 miliardi di euro pari, diciamo così, a 4.000 euro di introiti fiscali… Ci riduco il al metro. Introito di 40 miliardi costo del lavoro per esempio; ci di euro. Come essere sicuri di faccio investimenti al Sud…». trovare questi soldi? Semplice: D. A proposito di Sud, garantedo un rendimento del ha visto che la Banca del 5-6% a chi compra le quote. E Sud non l’hanno ancora conservando per lo Stato un chiusa? diritto di riacquisto dei beni R. Ma non andrà da nessuna a vent’anni. E nel frattempo, parte, così come ai nostri tem- pi non servì a nulla il conato cifra astronomica di 120 miliardi Mediobanca del Sud. Il Sud di di euro!». non ha bisogno di un’altra banD. E perchè dovrebbero ca…». dare i loro soldi questi beD. Tornianefattori? n mo ai matR. Be’, A chi aderisce, un contoni di Staintanto si to: perché potrebbe cerp cordato fiscale preil suo piano care di spiec ventivo: per tre anni, dovrebbe rigargli che la g chi incrementasse il uscire? cosa interesc fatturato o il reddito R. Perché sa s tutti, loro pagherebbe le tasse offre a chi incompresi. E c dell’anno precedente veste nel fondo poi, p io offrirei un rendimento a chi aderisce superiore a alla richiesta a quello dei Btp e garantito da di fondi un’ottima un’ottim ragione: un asset. concordato fiscale preventivo D. Bene: e che accadde, (quindi non un condono), per quando presentò questa cui per tre anni chi incremenproposta? tasse il fatturato o il reddito R. Ne parlai con Berlusconi continuerebbea a pagare le e con Cicchitto e a Tremonti, tasse dell’anno precedente… ma invano. D. Un condono? D. E adesso ci riprova? R. Macchè! Un concordato R. Sì, ma non ho finito di preventivo. Quelli che ogni spiegare: quella mossa sugli giorno Equitalia pratica quanimmobili strumentali ancora do concorda con i contribuenti non basta, e provo a dirle cos’al- sottoposti ad accertamento tro occorre. quel che devono pagare per D. Dica! tornare in regola! R. La seconda precondizione D. E con questi soldi, cosa per indurre la crescita è un’ag- dovrebbe fare lo Stato? gressione frontale del debito R. Be, con 120 miliardi il pubblico. Basterebbe… debito scende del 12%, il che D. Alt: non se ne esca an- significa 8 miliardi di spesa che lei con la patrimonia- per interessi in meno. Sono le… soldi veri, che permetterebbeR. No, perché è recessiva, ro, unitamente ai proventi una come lo fu l’Eurotassa. Io mi tantum, delle dismissioni imrivolgerei a quel 10% di ita- mobiliari, di rilanciare sul serio liani che rappresenta il 45% industria e lavoro. della ricchezza nazionale e gli D. L’ascolteranno? direi: dovete prestare allo stato R. Non credo, ma mi bastei vostri soldi, cifre a piacere, tra rebbero che mi confutassero: i 30mila euro e i 5 milioni di che qualcuno mi dicesse Poeuro. Con 6.000 euro medi di micino, sbagli. E proponesse erogazione aggiuntiva volonta- una sua ricetta. E invece tutti ria che arrivassero da 2 milioni tendono a nascondersi. di soggetti si totalizzerebbe la © Riproduzione riservata IL CONCERTO AL PLEBISCITO E LA VICENDA INDESIT, ECCO PERCHÉ DE MAGISTRIS SBAGLIA La piazza svenduta a Springsteen e le lavatrici DI MARCO DEMARCO L’ argomentazione difensiva a proposito della concessione gratuita di piazza Plebiscito ruota intorno a un solo argomento. Che è il seguente. O si fa così, dice il sindaco, o artisti del calibro di Bruce Springsteen Napoli se li sogna. E la ragione è nota: Napoli è lontana, è fuori da tutti i circuiti, raggiungerla costa, il pubblico è stressato e l’investimento è a rischio. Dunque, ne consegue che o si offrono condizioni di favore, prezzi stracciati e accoglienze devozionali, oppure c’è poco da sperare. Ha torto? Ha ragione? Vediamo. Di sicuro il sindaco ha torto quando, proprio in virtù di questo ragionamento, si spinge fino a registrare video tipo «Ciao Al». In questi casi è evidente che il gioco (invitare pubblicamente Al Pacino a presentare a Napoli, in anteprima, un suo film) non vale la candela (la credibilità dell’istituzione nel caso, come è poi avvenuto, di un plateale rifiuto). Ha ragione, invece, quando tiene conto del contesto oggettivo della nostra realtà. Tuttavia argomentare come fa de Magistris a favore della diversità di Napoli o della sua eccezionalità è sempre pericoloso, per tante ragioni. Del resto, se quel che il sindaco dice vale per il manager di Springsteen, e cioè per un impresario musicale, come negare che possa valere anche, se non di più, per tutti gli altri imprenditori interessati a investire in quest’area? Si ammetterà, ad esempio, che «vendere» un concerto è più facile che vendere un elettrodomestico, e non a caso ad ascoltare il «Boss» sono venuti in migliaia, mentre sono 540 i lavoratori della Indesit già in uscita perché definiti «in esubero». Si è visto, insomma, che anche in tempi di crisi, quando più oculata diventa la spesa familiare, le note dei concerti vanno e vengono, a Napoli come a Milano, mentre le lavatrici vanno solamente: nel caso specifico, quelle della Indesit vanno all’estero, da Teverola in Polonia o forse in Turchia. E allora, se Napoli è lontana per tutti gli investitori, cosa è giusto fare per vincere le loro resistenze e per indurli ad affrontare un livello di rischio più alto? Paradosso a parte, svendere le nostre piazze in nome del diritto alla cultura musicale non può equivalere a svendere il nostro costo del lavoro in nome dell’occupazione? Ecco, dunque, il punto. Da Springsteen alle gabbie salariali il passo può essere molto breve. Ma mentre l’indignazione per le gabbie salariali di solito scatta automatica, perché subito si avverte l’insidia di un paese spaccato in due, quella per le gabbie monumentali no. Perché? Ciò che probabilmente si sottovaluta è il deposito culturale che certe argomentazioni possono lasciare. Difficile credere che un giorno sarà più agevole difendere la dignità del lavoro meridionale dopo aver ceduto senza batter ciglio su quella dei nostri monumenti. Che poi vuol dire cedere sulla nostra storia. Tra parentesi: Springsteen a Milano ha suonato e cantato a San Siro, in uno stadio, non in piazza del Duomo. E per giunta, l’amministrazione Pisapia si è fatta anche pagare - dallo stesso manager che a Napoli è stato accolto su un red carpet e a cui è stato finanche consegnata una targa onorifica - un euro per ogni biglietto. *Dal Corriere del Mezzogiorno 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 8 Sabato 8 Giugno 2013 PRIMO PIANO La posizione di Berlusconi rafforza il governo Letta, che invece vorrebbe temporizzare A muso duro contro la Merkel Con Bruxelles vanno ricontrattate le politiche di austerità DI STEFANO CINGOLANI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it S Italia perdente nel braccio di ferro - Detto questo, l’Italia non è pronta per un braccio di ferro che la vedrebbe perdente. Non è solo questione di galateo o di tattica negoziale (non si dice all’inizio me ne vado perché la risposta classi- ilvio Berlusconi ha ragione, l’Italia deve metterla giù dura, non solo per difendere se stessa e la propria posizione di secondo Paese manifatturiero d’Europa, ma anche per dare un contributo alla ripresa dell’intero continente. Ormai si susseguono le autocritiche sul modo in cui è stata concepita e applicata l’austerità. I malumori pure in Germania - Tutti si pentono tranne l’UnioVignetta di Claudio Cadei ne europea. O meglio, la Germania, nonostante al suo ca è si accomodi pure). Ma di interno crescano le voci critiche muscoli. Le nostre braccia sono deboli. non dalla destra nazionalista (più austerità e al diavolo l’eu- Perché estenuate da tre anni di ro), ma dalla sinistra riformista recessione e dai colpi dello spre(meno austerità e rafforziamo ad usato come manganello? Anche, ma non solo. Il divala moneta unica). Il rallentamento della con- rio nei tassi d’interesse è augiuntura, lo scontento politi- mentato quando è diminuita co manifestato dai sondaggi la fiducia nel governo italiano. (scompaiono i liberali, Cdu-Csu E la fiacchezza della nostra ristagnano, crescono i Verdi), struttura economica deriva da mostra che non tutti i tedeschi quindici anni di stagnazione. Colpa dell’euro? Certo, la ragionano allo stesso modo e gli interessi sociali, economici moneta unica, così come è stata gestita, ha aumentato l’altro e politici divergono. spread, quello della competitività, peggiorando gli squilibri interni. Tuttavia, l’Italia vi è arrivata già in condizioni di debolezza, tanto che il governo Prodi avrebbe preferito avere altri due anni di tempo, come è noto. Il doppio dualismo - Non solo. Negli anni successivi non sono state realizzate le riforme necessarie per rafforzare l’economia domestica. Cioè l’industria che produce per il mercato interno, i servizi, la pubblica amministrazione, tutte le palle al piede che bloccano il Paese. Si è creato così un dualismo nel dualismo: da una parte imprese esportatrici che hanno tenuto il passo meglio della Francia (lo dimostrano i dati sul valore aggiunto), dall’altra la zavorra. Dunque, occorre accelerare le riforme per aumentare il nostro potere contrattuale. Le politiche possibili Ma che carte possiamo giocare al tavolo di Bruxelles? Non di sforare il deficit aumentando la spesa pubblica corrente, visto che siamo appena usciti dalla procedura d’infrazione. Potremmo, al contrario, preparare un robusto pacchetto fatto di interventi straordinari per ricapitalizzare e ripulire le banche, accompagnati da operazioni sullo stock del debito (privatizzazioni, ma non solo), liberalizzazioni, consistenti investimenti infrastrutturali. È probabile che tutto ciò faccia salire temporaneamente il debito. Ma può essere ben accolto, sostiene Lorenzo Bini Smaghi, se il piano è ben congegnato e se il governo che lo presenta è credibile e stabile. A quel punto, si aprono spazi per ridurre le imposte in modo significativo. Partire dalle tasse è sbagliato perché non ci sono margini nel bilan- cio pubblico e perché non esiste alcuna garanzia che, nelle condizioni odierne, il reddito redistribuito aumenti davvero la domanda effettiva (consumi e investimenti). Berlusconi non indebolisce Letta - Paradossalmente, dunque, l’intervento di Berlusconi che la Repubblica chiama «ricatto all’Europa», non indebolisce il governo. Certo, purché Enrico Letta si dia una mossa, come si dice a Roma. Temporeggiare non basta più, anzi non serve. www.formiche.net SCOVATI NELLA RETE A letto, sono le 6 del mattino. Chiudi gli occhi per cinque minuti e diventano le 7 e 45. Al lavoro, sono le 13:30, chiudi gli occhi per cinque minuti, e diventano le 13:31 IN VISTA DEL 19 GIUGNO QUANDO LA CORTE DECIDERÀ SULLA SUA INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI Neanche la Consulta ferma il Cav, che cerca consensi tra gli antieuropei DI ROMANO PERISSINOTTO M ancano pochi giorni a quella fatidica data, il 19 giugno, quando la Corte Costituzionale sarà chiamata ad esprimersi sui destini di un processo che ha condannato il vincitore delle ultime elezioni, soprattutto del post elezioni, a una pena che lo vedrebbe interdetto dai pubblici uffici, quindi fuori dal Parlamento. Terremoto a Palazzo Chigi? - Sulla rilevanza dei processi a carico di Silvio Berlusconi rispetto al futuro destino del governo Letta si è scritto di tutto e di più. Al di là delle dichiarazioni di circostanza più volte ribadite sui media dai vari protagonisti, solo un ingenuo può pensare che una sentenza avversa al leader del Pdl non comporti un terremoto a Palazzo Chigi, come peraltro solo uno sprovveduto può identificare la fine della storia politica di Berlusconi con una sua eventuale eliminazione dal Senato. Legati al destino del Cav. Quindi i delicati equilibri di un governo di larghe intese, anomalo quanto straordinario nei numeri della sua maggioranza, trattandosi di un governo politico e non tecnico, vivono appesi a quel fragile filo lungo seicento chilometri, ordito tra i palazzi della politica romana e della giustizia milanese, dove sono in molti a pensare che la legge sia uguale per tutti ma non tutti sono uguali di fronte ai pubblici ministeri. La forza del consenso popolare - La forza di Silvio Berlusconi deriva dal consenso popolare. Senza entrare nel merito di stucchevoli questioni sui contenuti della sua proposta politica ed analisi sociologiche che, dopo venti anni, di successi ed alcuni fallimenti, ancora lo determinano, è pacifico che il leone di Arcore è ancora il sovrano indiscusso del suo partito e si conferma quale riferimento politico personale di un terzo degli italiani, peraltro in crescita nei sondaggi. La strategia di Berlusconi Tuttavia, dopo aver vinto molte battaglie nei confronti dei giudici milanesi con assoluzioni o prescrizioni, la sua guerra personale ai giudici milanesi è giunta allo scontro finale. Da abile stratega, Berlusconi è pienamente consapevole che le battaglie si vincono prima di essere combattute, quindi che fa? Gli organizzano manifestazioni di piazza per compattare i proseliti, manda avanti gli esploratori, in particolare una, Daniela Santanché con le sue esternazioni, l’ultima delle quali paventa addirittura una eventuale rivolta fiscale degli elettori del centrodestra in caso di condanna definitiva del Cavaliere. Berlusconi incalza Letta - Ma non basta, occorre andare oltre: bisogna individuare uno spunto tra quelli utilizzati in campagna elettorale per rinvigorire il sostegno ed il consenso popolare. La soluzione? È a portata di mano: è Letta, ovvero utilizzare il suo governo (che è quello voluto da Berlusconi) esortandolo a battere i pugni sul tavolo europeo, opponendosi al rigore della Cancelliera Angela Merkel e dell’egemonia tedesca sulle decisioni del consesso europeo. I sentimenti popolari - A prescindere dalle singole opinioni in merito alla bontà delle strategie e delle azioni dei troppi burocrati europei in questi ultimi cinque anni di crisi, dalle considerazioni su una moneta unica di tutti e di nessuno, paradossalmente nata prima di una unione fiscale europea, quello di Berlusconi è un colpo da maestro. Nel merito, è ininfluente l’atteggiamento che il premier Letta assumerà nei confronti dei colleghi, in particolare della Merkel, rispetto all’obiettivo che il Cavaliere raggiunge: cavalca il sentiment popolare, diventandone così il paladino, l’uomo che esortando il governo a non piegarsi ai diktat di Berlino conforta i cittadini italiani, alcuni direbbero illude, dando loro una possibile soluzione alternativa e definitiva per una nuova via da percorrere e sconfiggere la paura del futuro. Incamera punti di consenso, utilissimi e spendibili a breve per evitare che quel prossimo 19 giugno si prospetti come una giornata nera per il Cavaliere e temo, purtroppo, per tutti i cittadini italiani. In ogni caso, è sempre lui, è sempre Silvio Berlusconi, angelo o diavolo, a fare notizia. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it PRIMO PIANO Sabato 8 Giugn Giugno 2013 9 Delle riforme interessa solo l’elezione diretta del capo dello Stato. Cui lui si candida B. vuole un plebiscito su di sè Il sostegno al governo è solo per mantenere il Porcellum DI CESARE MAFFI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it L’ indirizzo che Silvio Berlusconi intende imprimere al proprio partito, o a quel che ne residua, è sempre più chiaro. Emerge dai retroscena, d’accordo, ma egualmente dall’intervista a Giuliano Ferrara, e sopratttuto dalle reazioni di parlamentari e ministri. La parola d’ordine è: sostenere spavaldamente il governo, ma il governo provveda a contrastare la crisi economica. Tutto il resto passa in secondo piano. sto che gl’italiani non mangiano pane e legge elettorale. In secondo piano vanno perfino i ballottaggi, che pure vedono il Pdl a rischio di perdere Roma, e il primo turno delle elezioni siciliane, con Catania (e Messina e Siracusa) in ballo. La legge elettorale non va riformata. Al Cav interessa serbare il porcellum a qualsiasi costo. Quindi, vuole che qualunque nuova legge e perfino semplici ritocchi al sistema vigente siano rinviati il più possibile. È probabile che B. ritenga arduo il percorso delle riforme costituzionali. In fondo, ci La politica politicata non interessa alla gente, ripete B., po- Silvio Berlusconi BRIOCHE E CAPPUCCINO Primo Piano crede poco. Semmai, punta essenzialmente sull’elezione diretta del capo dello Stato, con l’unica prospettiva di candidarsi lui e quindi di tramutare quella scelta in un referendum sulla propria persona, se possibile in un plebiscito. È la stessa tattica che ha sempre praticato alle politiche: trovare il modo, giuridico o politico e meglio se giuridico e politico insieme, perché l’elezione si trasformi in un sì a sé medesimo. I maggiorenti del Pdl sono divisi. Le contrapposizioni fra governativi e opposizionisti traspaiono giornalmente. Tuttavia Roma locuta, causa finita: una volta che Berlusconi ha parlato, non resta che adattarsi e obbedire. I sofismi sul lavoro della commissione dei saggi (arrivata a superare numericamente perfino il comitato parlamentare) passano in cavalleria. Diventa prioritario stimolare il governo perché se ne esca con una politica economica popolare. E presto, indipendentemente dagli appuntamenti giudiziari del Cav. IL CORSIVO Bunga bunga? Boldrini e Idem si mescolano con le drag queen «Stato in gonnella», titola il Giornale di Alessandro Sallusti. È un grido d’allarme (e anche di dolore). Sotto il titolo, le foto segnaletiche di Laura Boldrini, presidentessa vendoliana della Laura Boldrini e Josefa Idem Camera, e Josefa Idem, ministra democratica alle pari opportunità. Bodrini e Idem, che annunciano la loro partecipazione al Gay Pride prossimo venturo, sono evidentemente tra i principali responsabili della progressiva svirilizzazione della repubblica. Dove finiremo di questo passo? Che ne sarà della famiglia? Come ci siamo ridotti? E che cosa resterà, cara signora, della costitutiva sobrietà repubblicana? Nel paese del bunga bunga e del burlesque, il paese di Papi e delle nipotine di Mubarak, la morigerata nazione in cui le consigliere regionali lombarde si travestono da suora, da infermiera e da vigile urbano per le serate eleganti del premier, non è una vergogna e uno scandalo che la presidentessa della camera (idem la Idem) si mescolino con le drag queen che sfilano sculettando e triccheballando per le vie della capitale? © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata SMONTARE, RICOSTRUIRE: ECCO I BEI PENSIERINI DA ELEMENTARI DEL SINDACO di Riccardo Ruggeri • Terni: Ombrellum o Manganellum? Purché non sia Mattarellum • Boldrini e Idem: Valchirie a Palermo (Walkürenritt) • Rilancio della concertazione? Tranquilli, tanto non ci sono i quattrini Economia • Ue-Bce-Fmi: una Triade di medici idioti. Una sola ricetta d’antan (sanguisughe) per miliardi di malati. Se non funziona è colpa dei malati • La giornata dell’ambiente è trascorsa in silenzio. Se tacciono, i loro business devono andar loro bene • I 150 potenti del globo sono al Grove Hotel (Uk). Neppure più i «Bildenberg» complottano in segreto. A quando lo streaming delle loro sconcezze? Giustizia Le sentenze si accettano se riguardano i nostri nemici. Se colpiscono i nostri amici si contestano, così in appello i giudici provvedono Mapping del lessico Repubblica ci impone il suo look (passato-futuro; in-out versus parole condivise-discusse-ai margini-divisive). Tutti a Firenze? Freccia Rossa vs Italo Rosy Greco: gli aristo-chic viaggiano solo su Italo. In risposta, «year ticket» a Freccia Rossa, e alle Fs «rinnoviamo» Moretti Gossip Putin in tv a reti unificate annuncia la fine del suo matrimonio. B. parte per Mosca? Sport Ventura dovrebbe lasciare il Toro, tornare a essere come padre Guy Gilbert, «le curé des loubards» delle banlieues parigine Narciso Renzi, al Corrierone, ha spiegato la sua politica del Lego DI I ISHMAEL ntervistato da Aldo Cazzullo, che indaga per conto del Corriere sulle sue intenzioni, si candida oppure no alla segreteria, è con Letta o contro, Matteo Renzi ha dato il meglio di sé, come sempre: non una risposta utile, ma in compenso dei «bei pensierini», come alle elementari. Molte le battute, rare quelle divertenti, a parte una («oh, finalmente i giovani turchi fanno qualcosa d’interessante... ma a Istanbul») che però non è sua ma di Massimo D’Alema, l’intervista è prima di tutto un’autocelebrazione del sindaco di Firenze, che ricorre alla parola «io» come il Comico ai suoi «vaffa» beneauguranti, e il catalogo pressoché completo, dalla rottamazione in su, delle sue fissazioni. Nessuno è più compiaciuto di Narciso Renzi. Nell’intervista ci sono tutti i suoi tic («non sono un monello», dice questo quarantenne, sindaco, un padre di famiglia, mai così soddisfatto di sé come quando qualche gazzettiere mostra di ritenerlo una specie di Gianburrasca della politica). C’è anche tutta la sua cultura da telequiz di Mike Bongiorno («è la logica dell’“adelante con juicio”», infioretta non so più a quale sproposito). Quanto a quel che dice riguardo alla rottamazione, che «rinunciare a D’Ale- ma in cambio di Fioroni non è stato un affare», può sembrare una mezza autocritica, e invece no: è soltanto un’altra battuta, come sempre poco riuscita, e per di più cattiva (forse anche questo è un calembour non suo ma di D’Alema). Pur contraddicendosi spesso, oggi pro larghe intese, domani anti, un giorno mi ritiro in buon ordine, un altro eccomi qua in costume da Fonzie e pronto a combattere, Renzi non sa che cosa sia l’autocritica. Come Beppe Grillo, che sputa su tutti e si fa beffe di chiunque non gli baci l’anello ma guai a fare dell’ironia su di lui o sui Bambini di Grillo Gesù, anche il sindaco di Firenze ha sempre uno sguardo spassatissimo (cerca di passare per un moccioso che ha appena fatto qualche marachella) quando propone di rottamare Tizio o Caio ma smette subito di scherzare quando Caio o Tizio prendono di mira lui, il sor sindaco illustrissimo. E il suo programma politico? Generico (le solite intenzioni vaghe e ammiccanti, per di più già ascoltate mille volte da altri politici a caccia di consenso) ma dal suono rivoluzionario, tipo gli slogan da blog antipolitico: «A Palazzo Chigi io andrei per smontare tutto e ricostruire daccapo: il fisco, la burocrazia». Che bello: «smontare», «ricostruire». Praticamente il Lego. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 10 Sabato 8 Giugno 2013 PRIMO PIANO L’ira del governatore toscano contro i sindacati rossi e le lavoratrici della Mabro Rossi sbrocca con le operaie Non è la prima volta che il presidente cede all’ira DI GOFFREDO PISTELLI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it P er la Toscana è destino avere presidenti per così dire, veraci. Dopo l’innamoramento confessato in pubblico da Claudio Martini, il governatore diessino degli anni 2000, del Social Forum fiorentino e dei raduni glocal nella tenuta di San Rossore, ecco Enrico Rossi, stessa generazione e stessa famiglia politica, non preoccuparsi di celare in pubblico il più umano dei sentimenti, ancorché vizio capitale, come l’ira. È accaduto mercoledì, a Grosseto, dove il governatore incontrava le lavoratrici della Mabro, storica azienda locale di abbigliamento, un tempo così florida da sponsorizzare lo sport caro ai maremmani, il baseball. La Mabro ha sfiorato il fallimento, è stata rianimata da una nuova proprietà assieme alla finanziaria regionale, Fidi Toscana, è transitata a un nuovo compratore che, recentemente, ha passato la mano. Le operaie, 600, non vedono stipendio da cinque mesi, avendo esaurito gli ammortizzatori sociali. Rossi incontrava le rappresentanze sindacali, assieme all’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, e agli amministratori locali. Dinnanzi ai toni accalorati delle lavoratrici, che attribuivano parte della responsabilità alla Regione, il governatore «è sbroccato». Sta di fatto che s’è lasciato andare a uno sfogo piuttosto animato, che a molti è parso incontrollato: la classica arrabbiatura super, familiare a milioni di italiani dal carattere difficile. Seduto per l’appunto nello scranno più alto della sala consiliare della Provincia, sentendosi accusato incolpevole, Rossi ha detto le sue regioni, alzando la voce. Parecchio. E ha battuto i pugni sul tavolo più volte, a rafforzare gli argomenti, come può accadere a tutti noi in una riunione di condominio. Un tratto che lo ha umanizzato di colpo, togliendo a un momento politico un po’ liturgico, il confronto giunta regionale-sindacati, tutta quella patina di già visto, già detto, già sentito ,che ci può essere anche quando si parla di lavoro a rischio. L’elemento scatenante è stata l’accusa al governo toscano di non aver trovato il compratore giusto, capace di salvare l’azienda. «Dove sono i padroni? Andate a chiamare i padroni!», ha strillato, anzi ha berciato, visto che siamo nella terra di Luciano Bianciardi, con la voce strozzata in gola per la rabbia, «son capaci solo di investire in ville o in cappannoni che poi diventano ville o alberghi». E ancora: «Perché non andate dalla Confindustria di Gros- Enrico Rossi seto, oppure da quelli bravi di Firenze (intendendo le aziende fashion del capoluogo)». Il Tirreno, storico quotidiano, ha videoripreso lo scontro, mettendolo online, dove è cliccatissimo. Si vede il volto di Rossi contratto in una smorfia, la vena tirata sul collo, si sente la sua voce salire di tono, i tonfi dei cazzotti sul banco, ma si distinguono in sottofondo le voci delle operaie delle Rsu, già arrabbiate per la loro condizione, ora arrabbiarsi della sua arrabbiatura: «Le soluzioni le dovete trovare voi», grida una. Anzi le dovete «trova’» col troncamento tipico del toscano di queste parti, che non è dissimile dal pisano di Rossi che, anzi, nell’agitazione riemergeva prepotentemente. Non era la prima volta, d’altra parte. Al governatore era successo di perdere la trebisonda nella primavera dell’anno scorso, a Pontedera (Pisa), dove s’era recato per un convegno e dove alcuni grillini della vicina Castelfranco l’avevano atteso per contestargli il sostegno al progetto di un inceneritore. Sulle prime Rossi era stato al confronto e aveva sostenuto pacatamente le sue ragioni e quelle degli imprenditori (non li chiamò padroni allora) che avevano le carte in regola per fare quell’impianto. Poi, come mostra un video che ancora gira su YouTube, era tornato sui suoi passi, avendo sentito alle sue spalle un argomento provocatorio evidentemente inaccettabile e, col dito alzato, al grido di «lei non mi può dire queste cose», era arrivato quasi faccia a faccia col contestore impudente, a stento separato fisicamente da un suo collaboratore. Gli episodi sono però molto diversi anche se entrambi mettono in luce quanto sia bassa nel governatore la soglia dell’indignazione. Nel Pisano, oggetto della sua sfuriata erano stati dei grillini o comunque degli ultra-ambientalisti, in Maremma, la sparata di Rossi s’è abbattuta su un gruppo di signore cgielline, operaie, donne appunto, senza stipendio da mesi e, verosimilmente sue elettrici. Insomma, Rossi, in un colpo solo, ha fatto un’ecatombe del politicamente corretto che impastano buona parte della sinistra italiana. Certamente Pochi volontari a Cesena E il Pd taglia le feste La crisi di un partito si registra innanzitutto osservando quanto succede nella base. E quando una solida federazione come quella del Pd di Cesena si vede costretta a tagliare alcuni eventi storicamente organizzati in ogni angolo del territorio perché mancano i militanti volontari disposti a montare gratuitamente gli stand o a cucinare piadina e salsiccia, è segno che i tempi stanno davvero cambiando. Tanto più se questo fatto si verifica in un comprensorio come quello cesenate dove alle ultime elezioni politiche i democrat ancora guidati da Pier Luigi Bersani superavano la soglia del 38% contro il 25,4 nazionale. Degli ormai ex Festival de l’Unità nel Cesenate ne salteranno sicuramente tre: quelli di Calabrina, Mercato Saraceno e Ruffio. Rischiano seriamente di venire annullate anche le feste di Martorano e soprattutto Rontagnano, quest’ultima una manifestazione datata che si è sempre tenuta nel paesino collinare lungo la valle del Savio e che attirava fino a 4mila persone ogni sera e dove l’anno scorso si è esibito addirittura il cantante serbo Goran Bregovic, reduce dall’esperienza di Sanremo. Per il Pd locale significa anche minori entrate nelle casse del partito. Da dieci tradizionali feste, se ne dovrebbero salvare al momento sei. Giovanni Bucchi quella di cui è espressione lui. lui Il governatore se lo può permettere, per via dell’indulgenza plenaria di cui a priori gode, fra i commentatori e i media italiani, quella stessa sinistra. Se se lo fosse concesso un amministratore di centrodestra, un simile sfogo, legittimo o meno che fosse, se cioè avesse perso le staffe un Gianni Alemmano qualunque, o an- che uno della sinistra «altra», «altra» come Matteo Renzi, sarebbe venuto giù il mondo. Le editorialiste ultrafemministe, i commentatori facili all’indignazione, gli osservatori attenti e implacabili che presidiano le rubriche del dibattito, i maitre-à-penser dei tagli bassi di prima pagina, sarebbero sbottati. O sbroccati. © Riproduzione riservata CONCITA DI GREGORIO CONTRO LA CAMPAGNA PER I LASCITI TESTAMENTARI Repubblica va all’attacco di Radio Maria DI BONIFACIO BORRUSO S batti il mostro in prima pagina, recitava il titolo un vecchio film degli anni ’60. E in una delle più famose ed autorevoli prime pagine d’Italia, quella di Repubblica, c’è finito Livio Fanzaga, padre scolopio, fondatore e anima di Radio Maria. Non come mostro in quanto tale, intendiamoci, certo nel ruolo spiacevole di moderno furbetto del sacro. In una minuziosa ricostruzione di una delle firme più brillanti del quotidiano romano, già di piazza Indipendenza ora di largo Fochetti, Concita De Gregorio, s’è scoperto che lui, il religioso, che da Erba (Como) diffonde il verbo mariano via modulazione di frequenza in tutt’Italia, scriverebbe missive capziose alle sue anziane e affezionatissime ascoltatrici. Uno «scooppino» da prima pagina, appunto. Col titolo: Lettere a Radio Maria, «Lasciateci i vostri beni». Il figlio di una signora 92enne avrebbe infatti sopreso la madre a compilare un modulo inviato dalla santa emittente e corredato da articolate istruzioni per rendere edotto l’ascoltatore su come si possa fare un testamento olografo. Per estensione, nell’accorato racconto, che raccoglie la rabbia e lo sconcerto del figlio quasi diseredato, la campagna dell’emittente cattolica pare diventare la longa manus di un clero tradizionalista pronto a ghermire i gruzzoletti delle nonne d’Italia. Riportando sempre la voce indignata del congiunto, De Gregorio spiega che nel settimo insidiosissimo punto delle istruzioni allegate, Radio Maria si offre anche di fare compagnia a questi anziani e di passare loro un po’ di tempo. «E chissà quanti lo fanno», scrive la Di Gregorio, che s’appassiona e s’indigna, attraverso le parole del discendente indagatore. «E chissà se è un problema suo (del figlio, ndr)», racconta, «che a sua madre, di quando sarà morta, non gli voleva parlare, o se è un problema loro, cha vanno a bussare ai vecchi per chiedergli i soldi che hanno messo da parte alle Poste o nel barattolo in cucina». Segue una chiusa che vale un OccupyRadioMaria: «Un foglio bianco, una firma e tranquilli: nessuno fra i parenti se ne avrà a male se avete fatto un’opera buona, se avete fatto testamento a favore della vergine Maria». Ora, a parte il «vergine» minuscolo, riferito alla condizione di illibatezza della Madre di Cristo, che non pare affatto casuale e che a qualcuno potrebbe sembrare irrispettosamente ironico, stupisce il tono da orazione civile dell’articolo. I lasciti testamentari sono da tempo una frontiera di finanziamento del non profit anche non cattolico, addirittura a Milano ci sono studi legali che si sono specializzati nella consulenza in questa attività a favore di enti e associazioni e non si capisce perché Radio Maria non sia padrona di scrivere ai propri ascoltatori (un milione e mezzo al giorno), proponendolo. O dovrebbe esimersi dal farlo, supponendo elevata l’età media dei suoi ascoltatori? Né si interroga, la giornalista, già direttrice dell’Unità, sui motivi che potrebbero spingere un anziano a lasciare tutto a una radio piuttosto che a figli a nipoti. L’articolo, forse, sarebbe diventato un po’ troppo sociologico. In ogni caso, la denuncia non invoca mai la circonvenzione di incapace, che però è fra le righe e nei toni di questo racconto. Come non c’è stato, per’ora, nessun appello a Papa Francesco, divenuto il mito dei commentatori più antipatizzanti il cattolicesimo, a che ci pensasse lui. Però tira una brutta aria per l’emittente che sgrana rosari tutto il dì e ha in palinsesto una trasmissione dedicata ai detenuti e alle loro famiglie. Chissà che la prossima frontiera del moderno anticlericalismo italiano, dopo l’Imu alla Chiesa e lo Ior come viluppo di tutte le ignominie, non diventi questa. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Sabato 8 Giugn Giugno 2013 PRIMO PIANO PERISCOPIO LETTERE Burocrazia: ecco che cosa significa È da tempo che cerco di dare una definizione al termine burocrazia. Pochi giorni fa l’ho elaborata, assistendo a uno sgradevole episodio in un ufficio dei vigili urbani di Roma: «Impiego di inutile disumanità». Un signore anziano aveva appena ricevuto a casa la patente rinnovata. La Motorizzazione civile ha messo sulla card plastificata la sua foto ma questa era quasi invisibile, sia per dimensione che per colore (quasi bianca). L’uomo si reca dai vigili, da buon cittadino onesto, per segnalare la cosa e sapere cosa deve fare, considerando il fatto che è la Motorizzazione civile ad aver sbagliato, non certo lui. E soprattutto chiede ai vigili se quella patente così fatta è valida. Una vigilessa allo sportello dell’ufficio per i rapporti con i cittadini (sic!) con arroganza guarda la patente e dice: no, per me non è valida. E l’anziano signore: e cosa devo fare? Mi può indicare a chi devo rivolgermi? E lei: sono problemi suoi. Ecco cos’è la burocrazia: essere pagati per non sapere fare il proprio dovere. E senza avere la dovuta umanità. Gino Olivo – Roma 528 euro l’a/r Milano-Napoli con Alitalia http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 11 Alitalia è in crisi. E, francamente, non so perché. Ad esempio ho acquistato un biglietto andata e ritorno da Milano Linate a Napoli Capodichino, ben quindici giorni prima della partenza e mi è stato fatto pagare 529 euro. tra laltro, 15 giorni prima sul ritorno c’erano ancora solo cinque posti liberi. Quindi gli aerei con i posti costosissimi viaggiano anche pieni come le uova.Un’enormità, questi prezzi, oggi. Che cosa ci sta a fare l’antitrust? Perchè (dato che è tecnicamente possibile; anche se si dice che non lo è) non si autorizzano i voli delle compagnie low cost anche da Linate verso le principali destinazioni italiane e, in particolare, quelle del Sud che meriterebbero di essere agevolate, non in base a contributi dello Stato che non si posso più dare per carenza di soldi, ma attraverso il pieno dispiegarsi della concorrenza? Possibile che i governatori delle Regioni meridionali non abbiano nulla da dire a questo proposito? Una delle ragioni della crisi del Mezzogiorno è dovuta proprio alle difficoltà di comunicazione in un paese che purtroppo è stretto e lungo. I voli low cost all’interno del paese, fluidificano il paese , come ha già dimostrato anche l’Alta velocità ferroviaria (che purtroppo finisce a Salerno e non collega con il Nord le regioni più a Sud o con le due grandi isole). I voli low cost (se ci fossero dei politici che pensano all’interesse dei loro cittadini) dovrebbero essere, per i grandi capoluoghi del Sud e delle isole, il surrogato (o il sostituto) dell’Alta velocità che, da quelle parti, non arriverà mai e che, in ogni caso, non sta arrivando adesso. Pierluigi Pattarini – Napoli Provi a fare la pipì all’aeroporto di Bologna Italia, terra di turismo. Uno dei biglietti da visita di un aeroporto è la pulizia delle toilette. All’estero è un continuo igienizzarle e infatti si vedono gli addetti, coi loro carriolini, girare in continuazione. L’altro giorno sono arrivato all’aeroporto di Bologna, metà pomeriggio, e vi assicuro che la toilette era da Paese del terzo mondo, anzi ormai anche lì si sono dati una mossa. Mi chiedo: possibile che nessuno pulisca e nessuno controlli? Inutile esporre tabelloni con la scritta Benvenuti a Bologna, se poi l’accoglienza è questa. Così cosa ne pensa Confindustria-ceramica che ha investito una montagna di soldi in pubblicità all’interno dello scalo perchè il suo fiore all’occhiello è la fiera internazionale Cersaie: piccoli e grandi imprenditori usciranno schifati da quelle toilette. Un consiglio ad Andrea Babbi, neo-direttore dell’Enit, emiliano: provi a fare pipì all’aeroporto di Bologna e richiami chi di dovere: chi di toilette ferisce, di turismo perisce. Claudio Picarelli - Bologna Broom! broom! broom! Ma non si muove nulla Volevo segnalare solo una cosa: per il momento siamo agli annunci, ai rinvii e alle promesse, allo studio di provvedimenti, alle intenzioni, ai disegni di legge. Tutto qui? Paolo Vigevani – Torino Il circolo vizioso dell’aumento dell’Iva In tema Iva sembra che il Governo non abbia alternative all’incremento. Capiamo perfettamente il problema di reperire risorse, ma aumentare oggi l’Iva significa creare le premesse per ridurre ulteriormente il gettito (già in calodopo il primo aumento da 20 a 21%), penalizzare il potere d’acquisto e quindi contribuire a frenare ulteriormente i consumi. Gli effetti? Meno domanda, meno investimenti, meno pubblicità, meno ricerca, meno indotto, meno occupazione… Un circolo vizioso che non porta alla ripresa economica. Ivo Ferrario- Centromarca - Milano DI PAOLO SIEPI Mentre la Germania facev va le riforme utilizzando il volano dell’euro, noi italiani v siamo rimasti fermi. Adesso si abbiamo anche noi la grande a coalizione, che faccia le riforco me, che sfidi anche l’impopom breve periodo. Linda Lanzillotta. llarità ità nell b Il Foglio. Litania realistica: 1) I soldi vengono solo dalle imprese efficienti e innovative; 2) le imprese efficienti debbono imitare le migliori squadre di football: il presidente sceglie l’allenatore e lo conferma o lo sostituisce in base ai risultati; 3) l’allenatore decide e premia chi merita ed esclude chi no; 4) i giocatori hanno tutto l’interesse a collaborare e a fare del loro meglio; 5) questo è il regime di concorrenza, questa è la meritocrazia, applicata a partire dall’alto. Non ci sono altri modi per creare benessere; 6) anche lo stato deve essere congeniato allo stesso modo, altrimenti ci contiamo balle; 7) ci saranno ingiustizie, ma meno che nel sistema attuale, dove si migliora in base alle conoscenze: di destra o di sinistra, e non per il merito; 8) la meritocrazia, ossia la concorrenza, è il miglior sistema per permettere alle classi più deboli di emergere per i meriti; 9) naturalmente occorre pensare ai deboli, ma in modo da incentivarli per accedere a un lavoro; 10) bisogna poi ricordare che i debiti si devono pagare con gli interessi, e che i troppi debiti strozzano. Alberto Fariano. Il Foglio. I sindacati hanno abusato della giustizia troppo tutelante, ma non si può dare sempre la colpa a chi lavora. All’economia italiana fanno più male gli oligarchi che mantengono il loro potere in un sistema senza regole. Luigi Zingales, Manifesto capitalista. Rizzoli. Certo, è vero che nelle differenze culturali sta il bene del paese. Quando però le differenze culturali fissano gli antagonismi di un paese e le «differenze sostantive» non riescono a sciogliersi in una dialettica di alternativa politica, che può anche prevedere passaggi normali mali di collaborazione tra diversi, quelle «differenze» diventano di t maschera ideologica per bloccare il più difficile e tormentato tentativo di unificazione politica del paese. Rino Formica, socialista, ex ministro delle finanze ai tempi di Craxi. la Repubblica. Nei prossimi anni, il futuro dei paesi europei dipenderà non dal distaccarsi dall’euro e dall’Unione, ma dal poterli riformare costruendo un potere dell’Unione europea effettivo e alternativo a quello finanziario. Ugo Finetti. Tempi. Quando Lionel Jospin, socialista anch’egli, rimproveci rò a Mitterrand che, quando c’era da scegliere fra l’Europa c’ e il socialismo, lui sceglieva sempre l’Europa, per Mitterse rand quel rimprovero era avra complimento. La moneta non vertito come un co era un pallino per Mitterrand. Egli odiava i soldi al punto di farne qualunque cosa e di procurarsene non importa come (compresi i mezzi ambigui). L’euro, per Mitterrand, era l’Europa. Né una moneta, né uno strumento, un’idea. Jean Boissonnat, Europe année zero. Bayard. Troppo spesso non si ha il coraggio di mettere la parola fine a realtà ormai anacronistiche. Il Sulcis ne è un esempio: si preferisce tenerlo in vita, a spese dei contribuenti, rendendo dunque inefficienti altri mercati. Il Sulcis è una miniera che tutto può fare, tranne che generare profitto. Franco Lucchisani. Il Foglio. Quando scendo dall’automobile, dice Francesco Cossiga, è come se uscisse un animale esotico, la gente sgrana gli occhi. Filippo Ceccarelli, Il teatrone della politica. Longanesi, 2003. «Tutti dobbiamo morire», disse una domenica dal pulpito don Giovanni a Lavis, e, dopo una pausa, gli scappò: «E forse anch’io...». Rolly Marchi, Ride la luna. Mursia. Nella prima ora del pomeriggio, quando la città è deserta e immobile, perché tutti stanno a mangiare e i negozi non si sono ancora riaperti, escono a pigliare un poco di sole le piccole stelle del Varietà, con un cagnolino. Alla luce del giorno, come appaiono sbiadite, queste stelle! Tetragone ai «basta!» delle platee popolari. Achille Campanile, Cantilena all’angolo della strada. Rizzoli. Il suo meteorismo si esprime con un «sound» personalizzato inconfondibile. Giuseppe Carella. Un cretino trova sempre uno più cretino che lo supera. Pitigrilli, Il pollo non si mangia con le mani. Sonzogno, 1957. Vittorio Sgarbi è uno showman nato. Ci g vuole del genio per dire che, v «se «s non vi siete mai drogati e se non l’avete mai preso in culo» (riferendosi ai candidati Gianfranco Miccicché d e Rosario Crocetta), «alle prossime elezioni regionali p votare per me». Giuseppe siciliane, dovete v Cruciani. Il Giornale. La passione è l’amore in stato d’ebbrezza. Roberto Gervaso. Il Messaggero. Ci sono tutti i grossi calibri della Dc. Alcuni di loro hanno fatto la seconda Italia, trattando con Eisenhower, Churchill, Molotov, Adenauer, Schuman. Sono preziosi tomi di storia, andrebbero rilevati e messi in archivio. Guglielmo Zucconi, La paga del deputato. Rusconi, 1978. Che sia il conformismo, e non l’etica, il passaporto per il paradiso? Piera Graffer, Fammi volare. Sarabande, 1996. Per lo sci il Bondone è diventato una cosa strana, simile ai pesci che un mio amico, oste temporaneo, cucinava per metà fritti e l’altra metà no. Dalle Vaneze al Palon sembra un parco giochi, con l’otto volante, l’auto choc e il tiro a segno. Basta però spostarsi alle Viote per ritrovare la meravigliosa serenità delle gioie eterne. Rolly Marchi, Ride la luna. Mursia. GESTAZIONE: gravidanza di moglie di ferroviere. Dizionario satirico. La ginnastica svedese è uguale alla ginnastica italiana, ma va tassativamente fatta in Svezia. Gene Gnocchi, Il Gene dello sport. Bompiani. Bellissimo quel passaggio della canzone Voyage (Viaggio) di Georges Moustaki: «La fille qui dort auprès de moi n’a plus vingt ans...», la ragazza che dorme con me non ha più vent’anni. Adriano Sofri. Il Foglio. Partimmo, il sole era abbastanza alto e schiariva le case, in fondo alla laguna, io vidi quel gruppo di case grigie, dove sono nato, dove ho studiato e dove le donne hanno cominciato a dirmi di no. Vidi anche il cimitero, dove mia madre s’è presa un piccolo posto da parecchi anni, oramai. Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 12 Sabato 8 Giugno 2013 PRIMO PIANO Queste misure sono state addirittura proposte dal premio Nobel per l’economia, Mundell Gli Usa pensano al protezionismo Per difendersi dalla concorrenza dei paesi a basso reddito In pratica si vorrebbe punta- no una giustificazione perchè poveri e su quelli emergenti. È al ribasso le aspettative per il re il dito contro gli altri, mentre altrimenti non riuscirebbero in evidente che gli effetti della 2013 del commercio mondiale. si tende a negare che l’immis- tempi brevi a realizzare un pro- crisi sono globali e che le scelTra le riforme da affronmargine dell’Astana sione di 100 miliardi di dollari gramma di industrializzazione te e le regole per fronteggiarli Economic Forum tenu- al mese nel sistema economico se schiacciati dalla concorren- devono essere globali. Dopo il tare vi è certamente quella tosi alla fine di maggio americano è diventata di fatto za in grado di imporre qualità 2007 il crollo delle produzioni del Wto. La cosa più deleteria e del commercio, in particolare sarebbe una competizione comnella capitale del Ka- la più grande misura protezio- e prezzo. nel mondo Occidentale, è stato merciale dura e senza esclusiozakhstan, l’economista e pre- nistica. In questo modo gli Usa mio Nobel Robert Mundell mantengono artificialmente Dopo essere stati i primi attutito dalla crescita rilevante ne di colpi che porterebbe il ha auspicato che gli Stati Uniti alti i consumi e le produzioni responsabili della crisi fi- delle economie del Brics e di mondo in una spirale di guerre introducano misure protezioni- interne e al contempo pagano nanziaria globale, gli Stati Uniti altri Paesi emergenti. Recente- protezionistiche e monetarie. *Sottosegretario all’Ecostiche a sostegno delle proprie parte delle importazioni con ri- non possono pretendere di spo- mente però anche l’Organizzasorse create dal nul- stare il peso della crisi e dei loro zione Mondiale del Commercio nomia del governo Prodi manifatture e dei la. Inoltre, la gran tentativi di ripresa sui Paesi più (Wto) ha dovuto rivedere molto propri prodotti. Se**Economista parte dell’enorme condo noi sarebbe budget militare e un errore. MENTRE SVALUTA NUOVAMENTE LE SUE QUOTE IN MEDIOBANCA di altri settori strategici è strettamenMundell è te orientata verso i noto per essere prodotti interni. stato uno dei Solo una parte viefautori della rene «pilotata» verso aganomics, nota Paesi dell’alleanza per i tagli di bilanmilitare per ragioni da 8 a 9 milioni, per contro le svalutazioni sono cio e le riduzione geopolitiche. scese da 5,8 a 1,1 milioni: e qui i titoli Mediodelle tasse. È uno DI ANDREA GIACOBINO Robert Mundell Anche il recenbanca, già svalutati nel 2011 di 1,6 milioni, dei preminenti te aumento della sono stati ridotti ulteriormente di valore di paladini del «free ilberto Benetton si mette in affa647 mila euro, mentre è rimasto immutato il trade», cioè delle politiche di produzione di gas ottenuto ri immobiliari con Leonardo Del prezzo di carico del pacchetto di azioni delle liberalizzazione commerciale. attraverso i nuovi metodi del Vecchio e i banchieri Nattino, menAssicurazioni Generali per 3,2 milioni. Sul In verità più recentemente è fracking (la fratturazione tre svaluta nuovamente le quote di totale di attivo di 126 milioni, tra le immobidiventato anche il «padre spi- idraulica di scisti bituminosi) Mediobanca di cui è consigliere d’amministranon è stato orientato dal goverlizzazioni finanziarie per 83 milioni emergono rituale» dell’euro. zione. Qualche giorno fa si è svolta infatti l’asgli oltre 31 milioni del valore di carico della Il professore canadese rico- no verso l’export, pur avendo i semblea di Regia, la cassaforte di Benetton che controllata Piazza Venezia e per 32 milioni le nosce che le politiche di stimolo produttori la possibilità di otcontrolla il 20% di Edizione (capogruppo della collegate Edizione, Investire Immobiliare Sgr non sono in grado di rimette- tenere alti profitti vendendo il dinastia di Ponzano Veneto) che ha interamenre in funzione il motore della gas in Europa dove il prezzo è te mandato a riserva l’utile 2012 di 7,6 milioni, e Immobiliare Sm. ripresa economica americana. di un 1/3 superiore. più che raddoppiato dai 3,4 milioni di profitto Poi c’è la voce altri titoli, pari a 10 miCiò è dovuto in particolare alla del 2011, esercizio segnato da pesanti writeoff. In verità gli Usa non sono lioni circa e qui compaiono, oltre le citate parpolitica di «outsourcing», che ha E dal bilancio emerge che Regia ha acquisito il tecipazioni in Mediobanca e Generali, anche portato le imprese americane nuovi a risposte protezionisti15% di Beni Stabili Property Service, società di quote in Alcedo Sgr (3,1 milioni) e nel fondo a cercare lavoro a basso costo che in situazioni di crisi. Nel cui Bs7 (emanazione della Beni Stabili Siiq di immobiliare Scarlatti lanciato dal Leone di fuori dai confini degli Usa, in 1930 la legge Hawley-Smoot Del Vecchio) ha il 49% e la Banca Finnat Euraparticolare nel Messico, e in cercò di rispondere alla crisi merica dei Nattino il restante 36%: la società, Trieste (4,2 milioni). Regia, che ha azzerato i 4 milioni di debiti verso banche, ha mandato molti paesi asiatici, a comin- del ’29 con alti dazi su 20.000 presieduta da Arturo Nattino, svolge servizi a riserva tutto l’utile del 2012, pur potendo ciare dalla Cina. Naturalmente prodotti di importazione che di investment, asset e property management contare su una riserva straordinaria per 80,4 con la conseguente bassa pro- invece di rilanciare la produper alcuni fondi immobiliari, perlopiù gestito zione interna esacerbarono gli milioni. Tra gli asset della cassaforte di Gilfessionalità. da Beni Stabili Gestioni sgr. effetti della Grande Depresberto Benetton ci sono anche 36 milioni di immobili siti perlopiù a Treviso, Cortina e Tale politica ha indeboli- sione a livello mondiale. Per i Se nel conto economico l’incasso del diJesolo. to la struttura portante di Paesi emergenti, invece, certe videndo proveniente da Edizione è diminuito molti settori come quello aero- misure protezionistiche trovanautico assai rilevante. Tanto che la Boeing, per esempio, LA CRISI, CHE HA INVESTITO L’INTERA ECONOMIA, ADESSO SI STA ABBATTENDO ANCHE SUGLI CHEF avendo assegnato importanti commesse nel campo elettronico ad altre imprese internazionali, si trova spesso in difficolsi aspetta da una meta turistica tanto sta volta in negativo. tà ad affrontare le emergenze DI PAOLO MASSOBRIO sognata. relative al surriscaldamento delle batterie in quanto i propri Chiudono i locali di periferia, ono 65 volte che faccio uscire Non so quanti resisteranno fino il turn over dei cuochi si fa affollato e ingegneri non sono utilizzati in il mio Papillon, periodico di all’Expo del 2015, ma chi ce la farà, se questo comparto. sopravvivenza gastronomica, qualcuno ancora non ha capito che è la comunicazione sarà all’altezza di ciò Mundell sostiene che gli Usa nato 22 anni fa ad Alessandria. finito il momento dei sogni e che ci si sono come una «donna nuda» deve svegliare di fronte alla dura realtà. che merita d’essere valorizzato, avrà le E ogni volta che chiudo il giornale mi sue soddisfazioni. E a me e Marco Gatti Se un cuoco di valore prova ad andare rispetto al resto del mondo sento come alla fine di un’opera, cioè piace pensare che quei locali di Villanoche opera attraverso copertuqualche mese in Giappone o in un’altra soddisfatto. Ma fino a quando la carta va d’Asti o di Castiglione Tinella, dove re protezionistiche. Auspica parte del mondo, alla fine si chiede: «E resisterà? La domanda tocca un po’ tutci sono due figli d’arte, continueranno a quindi delle contromisure, perché mai dovrei tornare in Italia, dove ti anche se la mia amica Rita ci tiene vivere, così come quel produttore di caril fatturato di un mese rischio di farlo, se soprattutto nei confronti dela puntualizzare che lei i Papillon li ha ne salada Trentina (Largher) o quello di la Cina, del Giappone e della va bene, in sei mesi?». Senza tralasciatutti in libreria, col dorso a vista e le pane carasau (Panificio Su Cantaru), fino Germania. Non propone delle re gli aspetti burocratici che restano un pagine segnate da un post per andare vere e proprie tariffe doganali, danno per l’economia del nostro Paese. all’azienda pugliese che produce pomodoa riprendere le ricette. La carta ha il ri che porta il nome di «Perché ci credo» Il nostro giornale Papillon, lo abbiamo in quanto ciò porterebbe ad uno suo fascino, non c’è che dire, ma i mezzi (a mai nome sembra più indovinato). scontro aperto. Suggerisce insoprannominato «periodico di sopravon line oggi permettono di raggiungere Sfogliate allora le pagine di Papillon, ci terventi più soft ma non meno vivenza gastronomica»: e mai nome fu grandi numeri. La versione cartacea è efficaci, quali il Buy American, invece appannaggio dei soci di Papillon, tanto indovinato, soprattutto ora che, sono anche idee per il barbecue o per la vacanza mordi e fuggi, oltre alle auree riin particolare per le commesse accanto alla fuga dei cervelli, dobbiamo che hanno una forza di attaccamento cette dedicate all’hamburgher e al pesce statali. assistere a quella delle padelle. Be’ Papilindomabile, anche in un anno di crisi ritrovato. Andate qui, www.clubpapillon. lon, come ha scritto Marco Gatti alcuni come questo. Un anno che sta portando it/papillon/papillon65: vale la pena fare A nostro avviso si tratta giorni fa, vuole rappresentare il «quarto alla resa dei conti. Se infatti si legge un giro nell’Italia del gusto come la vedi segnali molto pericolosi d’ora granata», ovvero la carica di chi reche molte aziende sono sull’orlo del diamo noi, viaggio dopo viaggio, su e giù sta e crede che, alla fine, l’Italia proverà che rivelano la mancanza di fallimento e altre hanno già chiuso i per l’Italia. una visione strategica e aggraa essere quello che deve essere. battenti, non è esente il settore della Ilsussidiario.net vano i rischi di una competizioOssia un bel Paese, proprio come ci ristorazione che avrà tante novità, quene senza regole. DI MARIO LETTIERI* E PAOLO RAIMONDI** http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it A Benetton si mette in affari immobiliari con Del Vecchio e i banchieri Nattino G Non fuggono all’estero solo i cervelli ma anche le padelle S 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Sabato 8 Giugno 2013 13 Ségolène Royal, sconfitta nella corsa all’Eliseo, guiderà la Banca per gli investimenti Francia, rispunta la grande dame La ricetta: domare la crisi lanciando l’auto elettrica da Parigi ALBERTO TOSCANO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it L a donna più celebre della politica francese, nota in tutto il mondo per essere stata nel 2007 candidata socialista all’Eliseo, torna in primo piano pubblicando un libro e soprattutto assumendo la vicepresidenza della nuova Banque Publique d’Investissement (Bpi), ultima nata nel panorama finanziario transalpino. Secondo il presidente della repubblica François Hollande, questo nuovo dispositivo finanziario deve contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia nazionale collaborando strettamente con gli enti locali. Per questo Ségolène Royal (59 anni), che è dal 2004 la presidente della regione Poitou-Charentes (capoluogo Poitiers), ha il compito di sostenere gli argomenti della Francia reale al tavolo in cui vengono stanziati capitali pubblici a favore dello sviluppo. Con una disoccupazione all’11 per cento della popola- zione attiva, l’economia francese è oggi in gravi difficoltà e la sua ripresa dipenderà anche dai nuovi protagonisti del mondo finanziario, come appunto la Banca pubblica per gli investimenti, alla cui presidenza è stato nominato Jean-Pierre Jouyet, molto amico di Hollande, che è stato tuttavia ministro degli affari europei all’epoca di Nicolas Sarkozy. Il gran ritorno di Ségolène Royal fa seguito a un periodo di traversata del deserto dopo la sua sconfitta alle primarie socialiste per scegliere il candidato presidenziale del 2012. Al posto di Ségolène Royal, i militanti della gauche hanno scelto il suo ex compagno Hollande, padre dei suoi quattro figli. Nel tornare in primo piano, la grande dame della sinistra transalpina pubblica il volume Cette belle idée de courage (La bella idea del coraggio), che uscirà nei prossimi giorni presso le edizioni parigine Grasset. E’ la storia di tante persone che hanno saputo attraversare momenti Ségolène Royal difficilissimi, da Giovanna d’Arco a Nelson Mandela, e che, una volta superati i periodi di crisi, sono state tanto forti da perdonare chi ha fatto loro del male. Il rilancio dell’immagine di Ségolène Royal coincide anche col suo impegno ecologico a favore delle nuove tecnologie verdi e, in particolare, I tedeschi vogliono vincere la guerra del detersivo in Francia dell’auto elettrica. Secondo la presidente della regione Poitou-Charentes, che si affaccia sull’Atlantico e che dispone di un ambiente naturale in buona parte incontaminato, sono oggi le lobbies petrolifere e petrolchimiche a ostacolare la grande scommessa mondiale sulle quattro ruote mosse dall’energia elettrica. L’ammi- nistrazione regionale basata a Poitiers è già dotata di numerose auto di questo genere ed è impegnata a sostenere in tutte le occasioni possibili, compresi i saloni dell’auto, le vetture a trazione elettrica. «Oggi», dice Ségolène Royal, «una delle sfide fondamentali per lo sviluppo industriale dell’Europa consiste nella scommessa sulle nuove tecnologie, rispettose dell’ambiente naturale e, da questo punto di vista, la trazione elettrica è indiscutibilmente la più pulita, la più efficace e la più promettente». Resta ovviamente il problema di produrre l’elettricità, ma anche in questo campo l’Europa deve, secondo Ségolène Royal, alimentare la ricerca verso tecnologie non inquinanti. Il ritorno di Ségolène Royal in primo piano nella politica francese ed europea è insomma segnato da discorsi e promesse in cui il rosa socialista e il rosa femminista hanno forti venature di verde. © Riproduzione riservata Ne ha 35 nell’ufficio di Washington Henkel attacca Procter Google, record col sapone che non stinge di lobbisti milioni di euro. Ora, con il suo ultimo prodotto DI SIMONETTA SCARANE innovativo, Mir Fini le Tri, il detersivo che non tedeschi della Henkel vanno alla guerra fa stingere i tessuti, Henkel intende inseguidel detersivo in Francia con l’obiettivo re a ruota la rivale statunitense, Procter & di detronizzare l’americana Procter & Gamble, che pure certo non sta alla finestra Gamble, prima in classifica in un mer- a guardare. E, come Henkel, ha contribuito cato maturo come quello dei prodotti da bu- al dinamismo del mercato dei detersivi lancato che nel paese d’Oltralpe vale più di 1,5 miliardi di euro. Dalla sua, la multinazionale tedesca ha le munizioni in regola, dal momento che ha innovato i suoi prodotti per il bucato e ha creato anche linee di detersivi low-cost, anticrisi, con contenitori semplici, senza tappo dosatore, né manico. E con i nuovi prodotti è riuscita a erodere Test di tenuta del colore in acqua con un detersivo normale quote di mercato e con l’innovativo Mir di Henkel (a sinistra) al concorrente Unilever, la multinazionale anglo-olandese ciando nuovi prodotti come Ariel 3 in 1. Con terza in classifica sul mercato francese, su- il suo nuovo prodotto, Mir Fini le Tri, che ha perandola. Ora che detiene quasi il 28% del richiesto quattro anni di ricerca e che garanmercato dei prodotti per la casa (Unilever il tisce l’assenza di incidenti di decolorazione 23,6% mentre Procter & Gamble è leader con dei tessuti, la multinazionale tedesca prevede il 32%), Henkel (16,5 miliardi la cifra d’affari di fatturare 40 milioni di euro nei prossimi nel 2012) vuole continuare a spingere le sue tre anni. E a quella data, nel 2016, secondo pedine in Francia, dove in un battibaleno, nel i suoi programmi, dovrà aver conquistato la 2008, le sue vendite sono salite del 10%. La leadership del mercato francese. multinazionale tedesca in Francia fattura 844 © Riproduzione riservata I I lobbisti fanno la fortuna arrivano. L’Antitrust, all’inidi Google. Il motore di zio dell’anno, aveva archiviaricerca, per ingraziarsi to un’inchiesta riguardante la i legislatori americani, società, accusata di favorire i ha assoldato 35 persone che propri siti nei risultati delle si occupano di questa attivi- ricerche online. Il New York tà nell’ufficio di Washington, Times ha scritto che Goopari a un terzo degli effettivi. gle ha versato quasi 30 mila La strategia della società di dollari (circa 22.700 euro) ad Mountain View prevede l’assunzione di persone a stretto contatto con il mondo della politica, tra cui vecchi membri della Camera dei rappresentanti. L’obiettivo di Google è intervenire in anticipo per evitare che vengano approvate leggi L’ingresso della sede contrarie ai prodella società a Mountain View pri interessi. La spesa in attività lobbistica, alcuni membri del Congresso nella capitale degli Stati Uni- affinché intervenissero presso ti, è ammontata l’anno scorso l’Antitrust. a 18,2 milioni di dollari (13,8 I lobbisti sono meno efficaci mln euro) ed è quadruplicata in Europa, dove l’azienda ha rispetto al 2009. dovuto presentare proposte Ormai Google si trova in ot- per ovviare allo stesso tipo di tava posizione nella classifica problema. Il commissario Ue dei principali lobbisti ameri- alla concorrenza, Joaquin Alcani, davanti a colossi come munia, non intende fare sconApple, Amazon e Microsoft ti al gigante d’Oltreoceano. messi insieme. E i risultati © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 14 Sabato 8 Giugno 2013 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA In crisi un altro mito teutonico, la Deutsche Post. Per salvarlo chiamata una donna Poste tedesche, ritardi all’italiana Non si scrivono più lettere e nessuno vuol fare il postino da Berlino ROBERTO GIARDINA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it N on solo Angela. In Germania, quando vogliono far funzionare un servizio si affidano alle donne: sono più pratiche, non si perdono in chiacchiere, non sprecano soldi. Come insegna la Cancelliera. A Berlino, i mezzi pubblici sono puntuali grazie alla capa Sigrid Nikutta, e la metropoli è pulita perché alla spazzatura ci pensa Vera Butzlaff. Se la posta mi arriva puntuale è grazie a un’altra Angela, Angela Titzrath, 47 anni, che dirige il personale della Deutsche Post, la più grande impresa nel settore logistico al mondo. Veramente, lettere e giornali mi arrivano sempre più tardi, qualche volta non arrivano del tutto, e di quando in quando all’italiana il postino, invece di suonare per consegnarmi una raccomandata o un pacchetto, si limita a mettermi nella cassetta un avviso. Tocca poi a me andare all’ufficio postale. Ma non è colpa di Frau Angela. Non ancora. Sono problemi che ha ereditato, e che sta cercando di risolvere. Se non ci riesce lei, è difficile illudersi che qualcuno faccia di meglio. Frau Angela si occupa dei postini, e degli altri dipendenti, da un anno esatto: fino al 2006, in tutto erano 520 mila, oggi sono scesi a 476 mila. «Però adesso è finita», promette, «i dipendenti in Germania non continueranno a diminuire, e da ora in poi mi occuperò della motivazione». Parla sei lingue, compreso l’italiano, ha studiato economia a Bochum, e filologia a Perugia. In Germania si è convinti che la specializzazione sia raccomandabile, ma non basta, bisogna integrarla con altri studi, mischiando le facoltà: conoscere le lingue, confida la capa del personale, agevola la conoscenza delle persone, si diventa flessibili perché si entra in altre logi- Vorstand, la direzione della Deutsche Post, der Gelbe Riese, il gigante giallo, dal colore sociale. Un bel salto da Stoccarda, dove le dirigenti donne erano solo due, a Bonn, la vecchia capitale provinciale. Ora governa dal 39esimo piano del grattacielo aziendale, che era stato costruito per ospitare gli uffici dei deputati, poi il governo traslocò a Berlino. Il bilancio supera i 55 miliardi di euro, Frau Angela l’ultimo anno ha pagato in stipendi circa 18 miliardi, quasi quanto il prodotto lordo di Cipro. Ma Angela Titzrath, 47 anni, dirige la Deutsche Post ha il personale della Deutsche Post qualche difficoltà. che del linguaggio e quindi A causa delle e-mail, il setdel pensiero. «L’Italia è sem- tore corrispondenza privata pre vicina al mio cuore», con- è in crisi, mentre si sviluppa fida. Stava alla Daimler Benz quello dei pacchi su scala inquando l’hanno chiamata nel ternazionale. Bisogna inve- stire all’estero, e riformare in casa. Difficile trovare personale. I postini continuano a invecchiare, i giovani non amano girare per le strade in bicicletta trascinandosi dietro un pesante borsone. La prima prova è stata superata nelle scorse settimane. Per un paio di giorni, sono stati proclamati «Warnstreiks», scioperi di avvertimento, tipici per la Germania. Brevi astensioni dal lavoro, o circoscritte, per avvertire: guarda che potrei arrabbiarmi sul serio. C’era il pericolo di uno sciopero generale, uno shock per i tedeschi in piena campagna elettorale. Al tavolo delle trattative si sono sedute due signore bionde, Angela e la vice del sindacato Verdi, quello dei dipendenti pubblici, Andrea Kocsis, quasi sua coetanea, 48 anni. Hanno discusso per 22 ore, gli uomini avrebbero rotto le trattative, loro hanno trovato un accordo: il 5,6% in più. Forse Frau Angela riuscirà a motivare anche il mio postino. © Riproduzione riservata Retaggio della dittatura, ce ne sono 750 mila, dovunque Arrecano un forte danno al turismo In Albania i bunker Bretagna, riecco sono una risorsa turistica le alghe verdi S e ne trovano sulle spiagge. Lungo le strade. Sui fianchi delle colline. In Albania i bunker, retaggio del lungo passato comunista del paese balcanico, fanno ormai parte del paesaggio. Se ne contano ben 750 mila, su una popolazione di 3 milioni di abitanti. E possono trasformarsi in una notevole risorsa turistica. Alla guida del paese per quarant’anni, fino alla morte (nel 1985), Enver Hoxha era ossessionato da una possibile invasione straniera. Così, con l’aiuto di tecnici cinesi, aveva dissemi- paro da occhi indiscreti. Altri li hanno, più nato il paese di bunker. Si narra che nel prosaicamente, fatti saltare con esplosivi di 1950, quando il primo bunker fu terminato, fortuna per recuperare metalli e rivenderHoxha abbia chiesto all’architetto se il ri- li. Infine gli artisti vi trovano una fonte di fugio fosse in grado di resistere a un colpo ispirazione pressoché infinita. sparato da un tank. Alla risposta positiva Oggi l’Albania vuole aprirsi al turismo. I dell’architetto, il dittatore lo invitò a entra- suoi atout non sono da poco: belle spiagge, re, mentre dava l’ordine di sparare. L’archi- montagne incontaminate, una intensa vita tetto ne uscì indenne. notturna a Tirana, la capitale, e prezzi deciDalla fine del regime comunista, nel 1991, samente inferiori rispetto alla vicina Croazia. la maggior parte dei bunker divenne preda Le vestigia del passato potrebbero rivelarsi delle erbacce, come testimonia un reportage utili in questa nuova prospettiva di sviluppo. A Tale, a circa 50 chilometri del fotografo David Galjada Tirana, alcuni studenti alard. Gli altri sono stati utiLe due pagine di «Estero banesi e tedeschi stanno tralizzati dai contadini come Le notizie mai lette in sformando i bunker in hotel. porcilaie o sono stati converItalia» sono a cura di Un’iniziativa che potrebbe titi in bagni pubblici o depoSabina Rodi essere presto replicata. siti. Alcuni li utilizzano per i loro convegni amorosi, al ri© Riproduzione riservata liferano se il clima si riscalda. Ed è proprio quello che lla vigilia della sta- sta avvenendo da qualche gione estiva tornano giorno a questa parte. Oltre alle ricadute sul le alghe verdi sulle coste della Breta- turismo, si comincia a fare gna. Una minaccia terribile i conti con la pericolosità per il turismo e per le collet- per la salute. Gli scienziati tività locali. Il fenomeno si stanno esaminando alcuni protrae da qualche decennio casi controversi: tra essi, la ed è diventato oggetto del morte di un cavallo e il macontendere tra enti locali e stato francese su chi deve mettere a disposizione i soldi per le opere di pulizia. La magistratura ha stabilito che l’investimento è a carico di Parigi. L’anno scorso le operazioni nella sola baia Alghe verdi sulla costa bretone di Saint-Brieuc sono costate circa un milio- lessere del suo cavaliere nel ne di euro. 2009 mentre si muovevano Come spiegano gli esper- su una spiaggia cosparsa di ti, a risvegliare le alghe sono alghe, e la morte, avvenuta tre fenomeni: gli elementi nello stesso anno, dell’autinutritivi, una topografia che sta di un camion che stava favorisce il riscaldamento trasportando un carico di dell’acqua e la luce. In apri- alghe verso una fabbrica di le i volumi d’acqua che af- trattamento. Il principale influiscono in mare sono stati diziato è l’idrogeno solforato superiori del 40-60% rispetto che può sprigionarsi dalle ala un anno fa. Più numerosi ghe in decomposizione. sono i flussi, più le alghe pro© Riproduzione riservata DI MASSIMO GALLI A 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Diritto Sabato 8 Giugno 2013 LE NUOVE REGOLE DEL CONDOMINIO 21 & Fisco IN EDICOLA CON IIN EDICOLA CON L’adunanza plenaria del Consiglio di stato sui requisiti per la partecipazione alle gare Appalti aperti ai debitori a rate In regola col fisco anche con la dilazione di pagamento http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it DI BEATRICE MIGLIORINI G li appalti aprono le porte alla rateizzazione fiscale. Il contribuente può partecipare alle gare indette dalla pubblica amministrazione anche quando gli è stata accordata la possibilità di pagare a rate il proprio debito con l’erario. Il requisito della regolarità fiscale, necessario per la partecipazione alle gare, sussiste infatti anche con la rateizzazione. Il tutto purché il parere positivo da parte dell’amministrazione finanziaria, arrivi prima della scadenza dei termini per la presentazione della domanda di partecipazione. A mettere la parola fine sulla questione, la sentenza 15/2013, dell’Adunanza plenaria del Consiglio di stato, depositata il 5 giugno. Il problema. Si scioglie quindi il nodo relativo al concetto di regolarità fiscale. I giudici di palazzo Spada erano infatti stati chiamati, in più occasioni a trovare una soluzione al problema (si veda ItaliaOggi del 7 marzo e del 7 maggio). In particolare, la decisione doveva sciogliere il dubbio relativo alla possibilità per le imprese di poter partecipare alle gare di appalto anche nel caso in cui versassero in situazione di irregolarità fiscale. A questo proposito infatti, l’orientamento del Consiglio di stato, a più riprese, era stato nel senso di escludere dalla partecipazione alle gare tutte quelle imprese che non fossero in regola con il versamento dei tributi, comprese quelle che avevano avuto accesso al pagamento rateizzato. Un orientamento in questo senso, per quanto garantisse da un lato la stazione appaltate, non lasciava però possibilità di lavoro a quelle imprese che, per le ragioni più varie, non erano rimaste in pari con il versamento dei tributi. La sentenza. Un’inversione di rotta quella assunta dall’Adunanza plenaria. In base a quanto stabilito nella sentenza infatti, le imprese possono partecipare alle gare di appalto, anche nel caso in cui l’intero importo dei tributi non sia stato versato. C’è però un limite temporale da rispettare. È infatti necessario che l’impresa sia stata ammessa alla procedura di rateizzazione del debito prima della scadenza dei termini previsti per depositare la domanda di partecipazione. Il tutto, fermo restando che prima di ogni adempimento in questo senso è necessaria la presentazione dell’autodichiarazione circa il possesso del requisito di regolarità fiscale. Secondo l’Adunanza plenaria infatti « è inammissibile una dichiarazione che attesti il possesso di un requisito in data futura». Da una pronuncia in questo senso, ne consegue che il contribuente versa in una situazione di irregolarità fiscale solo nel momento in cui, la richiesta di poter accedere alle dilazioni di pagamento, a seguito di un accertamento nei suoi confronti, gli venga negata. L’accesso alla procedura di rateizzazione infatti, non solo non è un atto dovuto da parte dell’amministrazione finanziaria, ma non è nemmeno un meccanismo del tutto automatico. «La decisione dell’amministrazione finanziaria infatti, non è solo discrezionale», spiega il Consiglio di stato, «ma si basa sulla verifica della sussistenza in capo al contribuente interessato del requisito di obiettiva difficoltà economica». La ratio. Una decisione quindi, volta ad ampliare quanto più possibile la platea dei partecipanti. Fermo restando però che, come spiega la pronuncia dell’Adunanza «l’ampliamento del novero dei partecipanti non è un valore assoluto ma deve essere ricondotto al suo alveo naturale, dato dalla sua funzione di strumento volto al conseguimento dell’obiettivo di assicurare la scelta del miglior contraente all’interno di una gara». In quest’ottica quindi, si pone la decisione di stabilire alla scadenza della presentazione delle domande il termine ultimo per essere entrati in possesso del requisito di regolarità fiscale. Per i giudici infatti, il principio della certezza del quadro delle regole e dei tempi delle gare di appalto impone che «i requisiti di partecipazione siano verificati in modo compiuto al momento della scadenza dei termini di presentazione delle domande per impedire che si verifi chi un’ammissione condizionata che si rifletterebbe negativamente sui valori dell’efficienza e della tempestività dell’azione amministrativa». © Riproduzione riservata La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti LA CTP DI LATINA E LA CTR DI MILANO SULLA DIFFERENZA TRA VERSAMENTO MANCATO E TARDIVO Tributi, niente sanzioni a chi non paga la prima tranche Il ritardo nel pagamento della prima rata, per le dilazioni relative ai controlli automatici, con avviso bonario, non comporta la decadenza dal beneficio della rateazione. Questo secondo la Ctp di Latina che, con la sentenza 17/05/2013, ha accolto il ricorso presentato dal contribuente. La vicenda nasce dall’art. 3-bis del dlgs 462/97 il quale prevede che, in caso di pagamenti rateali di somme omesse derivanti dai controlli automatizzati, il mancato pagamento della prima rata entro i termini, determina la decadenza dal beneficio della rateazione e la conseguente iscrizione a ruolo degli importi, maggiorati della sanzione pari al 30% dell’imposta. Gli uffici fiscali sono perentori sull’argomento e, come si può apprendere dalle istruzioni contenu- per le rate successive alla prima, per te sul sito web dell’Agenzia delle le quali è possibile ravvedersi entro entrate, individuano nel tardivo pagamento, anche di un solo giorno, la scadenza della rata successiva, conservando il beneficio rateale. della prima rata un motivo di de«Equiparare il ritardo, al mancato cadenza dal beneficio rateale, con pagamento, realizza un’interpretatanto di invio dei ruoli maggiorati zione estensiva non condivisa dal della sanzione all’esattore. Collegio», si legge nella sentenza, Nella sentenza la Ctp di Latina apre invece uno spiraglio sul punto, «perché determina un’eguaglianza di trattamento tra situazione oppooffrendo delle argomentazioni per ste». Si tratta, infatti, di «un inesatgiungere a conclusioni differenti. Il punto, secondo la commissione, to adempimento e non di inadempimento assoluto» che determinerebbe ruota attorno al significato da atinvece, la decadenza. E ancora, «la tribuire alla locuzione mancato pagamento, contenuta nell’art. 3-b che, disciplina della decadenza è riferita all’inadempimento totale e non invece, nulla disciplina in merito alla possono estrapolarfattispecie del tardisi dalla lettera delvo pagamento della Le sentenze la legge argomenti prima rata. L’ipotesul sito www.italia- dirimenti in ordine si della tardività, all’invalidità della è invece espressaoggi.it/documenti rateazione a causa mente disciplinata di un lieve ritardo». In tema di ritardati adempimenti, le commissioni tributarie sembrano assumere orientamenti volti alla tolleranza, svincolando le decisioni dal mero dato formale per dare prevalenza al dato sostanziale. È il caso, per esempio, della Ctr di Milano, che nella sentenza 44/33/13, ha riconosciuto la nullità di una cartella di pagamento, emessa perché il contribuente aveva presentato un’istanza di compensazione con un giorno di ritardo rispetto al termine previsto. I giudici meneghini hanno abbonato al contribuente le sanzioni, non addebitabili per un motivo esclusivamente formale, che non ha comportato effettivo danno alla finanza pubblica. Benito Fuoco e Nicola Fuoco © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 22 Sabato 8 Giugno 2013 G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ I chiarimenti dell’Irdcec sulla misura prevista dalla legge di stabilità CONSIGLIO Riscossione congelata Notariato, D’Errico presidente Procedura sospesa presentando domanda DI BENITO E NICOLA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it P FUOCO FUOCO resentando all’ente incaricato alla riscossione una dichiarazione debitamente documentata, la legge di stabilità 2013 consente di bloccare la riscossione delle somme iscritte a ruolo senza che sia riconosciuta al concessionario alcuna discrezionalità sulla fondatezza o meno dell’istanza, dovendo egli, invece, sospendere l’attività esecutiva e trasmettere la domanda all’ente creditore per il suo esame. È quanto si legge nella circolare n.31/IR del 22 maggio 2013 del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili. La circolare riferendosi all’articolo 1, commi da 537 a 542, della legge di stabilità 2013, approvata con la legge n. 228 del 24 dicembre 2012, prevede che il contribuente abbia termine di 90 giorni dal ricevimento della notifica del primo atto di riscossione utile, o di un atto della procedura esecutiva esattoriale (il termi- ne sembrerebbe ordinatorio, in quanto non espressamente previsto a pena di decadenza) per presentare la domanda di sospensione legale degli atti della riscossione; entro i dieci giorni successivi alla presentazione dell’istanza, il concessionario trasmette la pratica all’ente creditore per l’esame di merito. Effetto della presentazione della domanda, si legge nella circolare, è l’immediata sospensione di ogni iniziativa finalizzata alla riscossione. La procedura, ad avviso dell’Irdcec, è riferibile ai debiti di qualsiasi natura, non limitando la sua applicabilità a nessuna specifica posizione debitoria. Ai sensi del comma n.538 della norma di riferimento, le ipotesi che giustificano la presentazione della dichiarazione da parte del debitore sono a) la prescrizione o la decadenza del diritto di credito, intervenuta in data anteriore a quella in cui il ruolo è stato reso esecutivo; b) il provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore; c) la sospensione amministrativa comunque concessa dall’en- te creditore; d) la sospensione giudiziale ovvero la sentenza di annullamento, totale o parziale, della pretesa dell’ente creditore resa in un giudizio al quale il concessionario per la riscossione non abbia preso parte; e) il pagamento, riconducibile al ruolo oggetto di riscossione, effettuato in data antecedente alla formazione del ruolo stesso; f) qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito sotteso. Nel caso in cui sia stata attivata questa procedura di blocco della riscossione, l’ente creditore dovrà comunicare la conferma della correttezza della documentazione entro 220 giorni dalla data di presentazione della dichiarazione, ovvero l’inidoneità della stessa a conservare la sospensione. L’inerzia dell’ente creditore determinerà l’annullamento delle partite creditorie, con il discarico automatico delle stesse nei confronti del «concessionario» e l’eliminazione delle partite nelle scritture dell’ente creditore. Il comma n.541 della stessa legge di stabilità, introduce una specifica sanzione am- ministrativa dal 100 al 200% delle somme dovute (con un minimo di 258 euro) nel caso di produzione di documentazione falsa; nessuna sanzione, invece, in caso di inidoneità. Nel caso in cui sia stato attivato un contenzioso contro un atto emesso prima della formazione del ruolo, gli effetti dell’eventuale inerzia non si riverserebbero, secondo l’Irdcec, in capo all’atto oggetto di impugnazione, la cui sorte rimarrebbe legata agli esiti del giudizio. La circolare si pronuncia, infine, sull’eventuale possibilità di impugnazione della replica di inidoneità della documentazione prodotta, che, qualora resa in violazione dei presupposti di legge potrebbe ritenersi impugnabile; quanto meno per far valere quelle cause giustificative non accolte nella precedente fase amministrativa. © Riproduzione riservata La circolare dell’Irdcec su www.italiaoggi.it/documenti La Cassazione: l’esiguità dei redditi prevale sulla difesa OGNI GIORNO DALLE ORE 17 PUOI LEGGERE GRATIS DUE QUOTIDIANI DI DOMANI Le informazioni per la tua vita SU www.italiaoggi.it Studi di settore, standard batte giustificazione to, la sussistenza di condizioni che giustificano DI DEBORA ALBERICI l’esclusione dell’impresa dall’area dei soggetti tudi di settore applicabili al di là del- cui possono essere applicati gli «standard» o la le giustificazioni in contraddittorio se specifica realtà dell’attività economica nel peil reddito dichiarato è insufficiente a riodo di tempo in esame, mentre la motivaziosostenere «le esigenze di vita della fa- ne dell’atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere miglia» del contribuente. È quanto affermato dalla Corte di cassazio- integrata con la dimostrazione dell’applicane che, con l’ordinanza n. 14492 del 7 giugno bilità in concreto dello «standard» prescelto e 2013, ha accolto il ricorso dell’amministra- con le ragioni per le quali sono state disattese zione finanziaria. La sesta sezione ha quindi le contestazioni sollevate dal contribuente. In condiviso le tesi del fisco secondo il quale gli questo caso, tuttavia, le giustificazioni apparstandard andavano applicati anche in un caso, se sufficienti a Ctp e Ctr non lo sono sembracome questo, dove il contribuente si era ben te affatto per la Cassazione, che ha ricordato come l’esito del contraddittorio non condiziona difeso in sede amministrativa. Nulla da fare dunque, di fronte all’esiguità l’impugnabilità dell’accertamento, potendo il del reddito dichiarato rispetto agli impegni giudice tributario liberamente valutare tanto l’applicabilità degli «standard» al caso concreeconomici della famiglia. Ciò nonostante la morsa degli studi di set- to, da dimostrarsi dall’ente impositore, quanto tore sia stata allentata con le note pronunce la controprova offerta dal contribuente che, al delle Sezioni unite, la n. 26635 del 2009, ri- riguardo, non è vincolato alle eccezioni sollevate nella fase del procedimento amministrachiamate nelle motivazioni dell’ordinanza. Nel documento si legge, infatti, che la pro- tivo e dispone della più ampia facoltà, incluso cedura di accertamento tributario standardiz- il ricorso a presunzioni semplici, anche se non zato mediante l’applicazione dei parametri o abbia risposto all’invito al contraddittorio in degli studi di settore costituisce un sistema di sede amministrativa, restando inerte. È il caso di un contribuente di Milano. L’uopresunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è «ex lege» determinata mo aveva presentato una dichiarazione dei dallo scostamento del reddito dichiarato ri- redditi molto bassa, assolutamente insuffispetto agli «standard» in sé considerati, meri ciente rispetto alle esigenze della famiglia. strumenti di ricostruzione per elaborazione Per questo l’ufficio delle imposte aveva spicstatistica della normale redditività, ma na- cato l’accertamento. Lui lo aveva impugnato sce solo in esito al contraddittorio da attiva- sulla base dei documenti prodotti in contraddittorio che per i giudici di re obbligatoriamente, pena merito avevano giustificato lo la nullità dell’accertamento, L’ordinanza scostamento. Ciò è stato ritecon il contribuente. In tale sul sito www.italianuto insufficiente in sede di sede, quest’ultimo ha l’onere legittimità. di provare, senza limitazione oggi.it/documenti alcuna di mezzi e di contenu© Riproduzione riservata S Maurizio D’Errico è il nuovo presidente del Consiglio nazionale del notariato per il triennio 20132016. Ad affiancarlo con la carica di vicepresidente è Gabriele Noto, Ivo Grosso ricoprirà la carica di segretario del Consiglio. Maurizio D’Errico Il vertice dell’organo di rappresentanza dei notai italiani è stato eletto ieri, nel corso della riunione di insediamento del Consiglio nazionale del notariato, rinnovato con le elezioni del febbraio scorso. Notaio dal 1981, D’Errico è stato presidente del Consiglio notarile dei distretti riuniti di Roma, Velletri e Civitavecchia dal 2007 e ha già ricoperto la carica di consigliere nazionale per la regione Lazio nel triennio 2010-2013. Componente del direttivo dell’Associazione sindacale notai del Lazio dal 2000. Gli altri componenti del consiglio nazionale sono: Ivo Grosso e Roberto Martino (Piemonte e Valle d’Aosta), Franco Amadeo (Liguria), Domenico Cambareri ed Enrico Maria Sironi (Lombardia); Gabriele Noto e Paolo Pasqualis (Veneto, TrentinoAlto Adige e Friuli-Venezia Giulia), Maria Luisa Cenni (Emilia-Romagna) Massimo Palazzo (Toscana), Giuseppe Celeste (Lazio), Enrico Dolia (Sardegna), Albino Farina (Marche e Umbria), Michele Nastri (Campania), Sergio Sideri (Abruzzo e Molise), Roberto Braccio (Puglia), Aniello Calabrese (Basilicata), Giampiero Monteleone (Calabria), Salvatore Lombardo e Melchiorre Macrì Pellizzeri (Sicilia). Il Collegio dei revisori dei conti è composto da: Marco Marchetti (FriuliVenezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto), Andrea Teti (Abruzzo, EmiliaRomagna, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana e Umbria), Francesco Giglio (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it I M P O S T E E TA S S E Sabato 8 Giugno 2013 23 CASSAZIONE/ Una sentenza in tema di imposta di registro e abuso di diritto Società, compravendite elusive Una serie di contratti figura come un’unica operazione DI Pagina a cura DEBORA ALBERICI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it P orre in essere una serie di compravendite fra società per beneficiare indebitamente delle agevolazioni sull’imposta di registro è elusione fiscale. Ciò perché l’amministrazione finanziaria, pur non potendo colpire una serie di contratti legittimi, può considerarli come unica operazione commerciale, contestando l’abuso di diritto. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 14150 del 5 giugno 2013, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate che aveva bollato come elusiva un’operazione con la quale erano stati conferiti dei terreni in una società che, subito dopo, aveva trasferito le quote. Insomma un «raggiro» per usufruire dei benefici sull’imposta di registro. Ma per l’amministrazione le compravendite non erano altro che contratti facenti parte di un’unica operazione commerciale, elusiva. In altri termini il collegio di legittimità ha concluso dando ragione al ragionamento seguito dall’ufficio delle imposte e affermando un nuovo principio, «in tema di imposta di registro, l’art. 20 del dpr 26 aprile 1986 n. 131 attribuisce prevalenza, ai fini dell’interpretazione degli atti registrati, alla natura intrinseca e agli effetti giuridici degli stessi sul loro titolo e sulla loro forma apparente; e in tal senso vincola l’interprete a privilegiare il dato giuridico reale rispetto ai dati formalmente enunciati, anche frazionatamente, in uno o più atti. Pertanto una pluralità di operazioni societarie e/o di negozi, strutturalmente e funzionalmente collegati al fine di produrre un unico effetto giuridico finale costituito dal trasferimento della proprietà di beni immobili, vanno considerati, ai fini dell’imposta di registro, come un fenomeno unitario, anche in conformità al principio costituzionale di capacità contributiva». Insomma se è vero che i contribuenti sono liberi di stipulare dei contratti validi secondo libere scelte, resta, però, che «ai fini dell’imposta di registro, pur sempre rilevano, per una sola e costante qualificazione formulata dal legislatore tributario, gli effetti giuridici finali, ancorché conseguenti alla parcellizzazione di singoli atti». Va guardata, in altri termini, tutta l’operazione commerciale nel suo insieme e a questo punto va applicato il FISCO DEGLI ALTRI Partirà giovedì da San Marino la missione del commissario Ue al fisco, Algirdas Semeta, per rivedere gli accordi sulla tassazione e sullo scambio di informazioni con i cinque paesi extra Ue (Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, Andorra e San Marino), come stabilito nell’ultimo Consiglio d’Europa. Mercoledì, intanto, la Commissione presenterà una nuova direttiva per ampliare lo scambio di informazioni bancarie tra i paesi europei, che dai soli risparmi sarà esteso a tutti i tipi di entrate. La Svizzera e gli Stati Uniti hanno firmato il Memorandum d’intesa relativo alle interpretazioni di tipo tecnico o amministrativo dell’Accordo Facta siglato il 14 febbraio 2013 tra Berna e Washington. Il Memorandum riassume gli obblighi degli istituti finanziari svizzeri, definisce il rapporto con il Qualified intermediary system e conferma l’autodichiarazione agevolata per i beneficiari effettivi svizzeri esonerati secondo l’Accordo Facta. Utili al nero, pagano i soci Iva, il gap giacenze giustifica i controlli Gli utili in nero di una società devono essere computati a carico dei soci al netto delle tasse pagate dall’impresa. È poi onere dei beneficiari dimostrare che la società ha versato le tasse sulle somme in nero. A chiarirlo la Corte di cassazione con l’ordinanza 14484/2013, che ha respinto il ricorso dell’Agenzia. L’ufficio, in presenza di utili occulti, ha contestato le conclusioni dalla Ctr secondo cui gli utili non dichiarati della società andavano computati ai soci al netto delle imposte versate dalla società. I Supremi giudici hanno chiarito che quanto prelevato alla società non compone il reddito dei soci se, prima, non è stato accertato che tale prelievo sia stato effettuato. Spetta poi a questi ultimi dimostrare che la società ha versato le tasse anche sulle somme in nero. La decisione si incardina in quella giurisprudenza che imputa ai soci tutti i ricavi in nero dell’azienda, con la differenza che però, le somme devono essere calcolate al netto di quanto la società ha già pagato. Con la sentenza 20721/2010, la stessa Cassazione arrivò ad affermare che i costi fittizi, sono imputabili al socio come ricavi, accogliendo così il ricorso del fisco. Il caso riguardava una srl, nei confronti della quale era stato spiccato un avviso di accertamento in seguito alle verifiche della Guardia di finanza. In particolare gli agenti avevano trovato delle fatture false, inserite in contabilità. Da qui, l’accertamento del maggior reddito degli imprenditori. Uno dei contribuenti aveva impugnato l’atto e aveva vinto in secondo grado perché il ragionamento delle Entrate per il calcolo del reddito non era corretto. Contro questa decisione l’Agenzia ha fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto. Il divario fra le giacenze di magazzino e quelle risultanti dalla contabilità, non legittima l’accertamento di Ires e Irap, ma solo dell’Iva. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza 14485 di ieri, ha respinto il primo motivo presentato dall’amministrazione finanziaria. La vicenda nasce da un’ispezione della Guardia di finanza, dalla quale era emerso un divario fra giacenze fisiche di magazzino e giacenze contabili. Sulla base dei dati trasmessi dalla Gdf, l’ufficio aveva spiccato un accertamento Ires, Irap e Iva. La Ctp, con decisione confermata in Ctr, aveva annullato l’atto impositivo solo in relazione alle imposte sui redditi, confermando invece l’Iva. L’amministrazione finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione ma senza successo. Infatti, la Cassazione, ha ricordato che la sentenza della Ctr non nega che anche ai fini degli accertamenti Irpef e Irap si possa fare ricorso a presunzioni, ma si basa sull’affermazione che, mentre in campo Iva tali presunzioni sono da sole sufficienti a sorreggere l’accertamento, nella materia dell’accertamento dei redditi esse non hanno la medesima efficacia e devono quindi essere supportate da ulteriori «elementi di gravità, precisione e concordanza». La decisione stride con una sentenza 15250 della Cassazione stessa, secondo cui il reddito dell’impresa può essere calcolato dal fisco con metodo induttivo paragonando i prezzi elevati delle giacenze di magazzino ai ricavi. Allora gli Ermellini motivarono che in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l’onere della prova dei presupposti dei costi, degli oneri di ogni altra componente negativa del reddito d’impresa incombe al contribuente. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata Tancredi Cerne principio generale sull’elusione. Andava cioè considerato che il divieto di abuso del diritto si traduce in un principio generale antielusivo, in virtù del quale restava precluso alle contribuenti il conseguimento di vantaggi fiscali, ove ottenuti, come nel caso, mediante l’uso distorto, di strumenti giuridici idonei a ottenere un’agevolazione o un risparmio d’imposta, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l’operazione, diverse dalla mera aspettativa di quei benefici fiscali. Nell’udienza tenutasi al Palazzaccio lo scorso 3 aprile, la Procura generale della Suprema corte di cassazione aveva sollecitato lo stesso epilogo e cioè aveva chiesto al Collegio di accogliere il ricorso dell’amministrazione finanziaria. © Riproduzione riservata Le sentenze sul sito www.italiaoggi.it/documenti IN EDICOLA www.italiaoggi.it Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 24 Sabato 8 Giugno 2013 I M P O S T E E TA S S E Le ultime indicazioni fornite dal fi sco: sanzione fissa solo in caso di integrazione Variazioni black list da inserire I componenti negativi vanno indicati in Unico 2013 DI DUILIO LIBURDI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it C omponenti negativi da operazioni black list al vaglio del modello Unico 2013: sempre necessarie le variazioni in aumento e in diminuzione da effettuare in dichiarazione per non incorrere nelle sanzioni che, solo in caso di integrazione, potranno essere computate in misura fissa. Inoltre, nell’ambito delle predette variazioni nessuna esclusione di sorta è prevista, né in relazione a operazioni diverse da quelle commerciali né a fronte di cessioni di beni in minusvalenza a favore di soggetti diversi da quelli situati in black list. La deducibilità dei componenti negativi. Stando alle ultime indicazioni fornite dall’amministrazione finanziaria, in linea generale, al fine di poter dedurre nella determinazione del reddito di impresa alcune componenti negative, laddove l’operazione sia intercorsa tra il soggetto residente e quello collocato in stati o territori a fiscalità privilegiata, è necessario che sussista, ai sensi dell’articolo 110 del Tuir, una delle due esimenti espressamente previste dalla legge. Poiché nella maggior parte dei casi si tratta di imprese italiane che operano con fornitori, difficilmente potrà operare l’esimente legata alla dimostrazione, in capo al soggetto non residente, di svolgere una effettiva attività commerciale. È dunque molto più probabile e agevole che l’esimente riguardi l’effettività dell’operazione nonché la sua convenienza economica legata, in primo luogo, al costo puro. Fermo restando che, secondo l’Agenzia delle entrate, la nozione di vantaggio economico è da valutare complessivamente e non ancorata al solo costo della fornitura di beni o servizi. Questo perché l’Agenzia ragiona in termini di collocazione in stati a bassa fiscalità di componenti di natura finanziaria (per esempio una provvigione) riferibili comunque a un soggetto residente. La tipologia dei componenti negativi. Con la IN EDICOLA circolare n. 35 del 2012, l’amministrazione finanziaria ha ricompreso (e da un punto di vista letterale della norma sostanzialmente a ragione), tutti i componenti negativi di qualunque tipo, siano essi riferibili a operazioni commerciali ovvero riferibili a componenti più marcatamente finanziari. L’Agenzia, nel documento di prassi fa riferimento alle perdite su crediti piuttosto che agli interessi passivi non limitandosi dunque la disciplina dei componenti negativi black list al costo della fornitura ovvero all’ammortamento del bene acquisito da un fornitore che opera in uno stato a fiscalità privilegiata. Ciò posto, immaginando che la componente da dedurre sia la quota di interessi passivi, laddove gli stessi siano corrisposti a un soggetto black list il livello di analisi sarà duplice: in primo luogo dovrà essere individuata l’esimente, cioè la convenienza ad acquisire il finanziamento da un soggetto in black list; una volta superato questo passaggio, gli interessi passi- ta, per lo stesso importo, come variazione in aumento e in diminuzione senza alcun effetto sul reddito. Ricordando come per le imprese in contabilità semplificata i componenti in questione siano compresi nei componenti negativi, va osservato che l’omessa indicazione in Unico dei componenti black list comporta la sanzionabilità in misura proporzionale e con sanzione del 10% con un minimo di 500 euro e un massimo di 50 mila euro. Decisivo, a tal fine, il momento di correzione o di rilevazione della violazione: se è il contribuente a correggere spontaneamente la dichiarazione prima del controllo, la sanzione sarà sempre di 258 euro; se la violazione viene rilevata in sede di controllo da parte degli organi competenti, la sanzione sarà sempre quella proporzionale del 10% (circ. 1/2013). In ogni caso, trattandosi di sanzioni, una volta irrogata, la stessa potrà essere definita con il pagamento del terzo seguendo le disposizioni di cui al dlgs n. 472 del 1997. © Riproduzione riservata Nuova funzione per le persone fisiche che usano FiscOnline Dichiarazioni, in un click si importano i vecchi dati DI I www.italiaoggi.it Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com vi dovranno essere sottoposti alle regole ordinarie del Tuir. Analogo ragionamento, per esempio, per le perdite su crediti anche tenendo conto delle ultime novità normative applicabili dal periodo di imposta 2012. Alcune ipotesi delineate dall’amministrazione finanziaria, peraltro, suscitano qualche perplessità. L’Agenzia ha, infatti, affermato come l’avvenuta acquisizione di un bene da parte di un’impresa residente con fornitore in black list non esonera l’impresa residente dalla segnalazione di un eventuale componente negativo derivante dalla cessione del bene a un soggetto in white list nel caso in cui dalla cessione risulti una minusvalenza. Quindi, secondo l’amministrazione finanziaria, una volta acquistato da un soggetto black list, il bene è soggetto per sempre alla disciplina prevista dall’articolo 110 del Tuir indipendentemente dalle vicende successive del bene stesso. L’indicazione in Unico. La segnalazione dei componenti negativi deve essere effettua- ANDREA BONGI l contribuente «fai-da-te» è sempre più agevolato. Da quest’anno, infatti, per gli utenti dell’applicativo UnicoOnlinePF 2013 disponibile sul sito web delle Entrate, sarà più facile compilare la propria dichiarazione dei redditi. L’applicativo messo a disposizione delle persone fisiche sul sito dell’Agenzia delle entrate consentirà di poter importare in automatico tutta una serie di dati e informazioni direttamente dal modello dello scorso anno. Grazie a questa nuova funzione tutti i dati che risultano non variati da un anno all’altro saranno praticamente già compilati nella bozza del modello di dichiarazione dei redditi. A dare notizia dell’implementazione delle funzioni del software dichiarativo sulla piattaforma online è stata la stessa Agenzia delle entrate in un comunicato stampa diffuso ieri. Grazie alla nuova funzione l’utente di FiscOnline già in possesso del codice Pin di accesso alla piattaforma potrà accedere alla propria area riservata e scaricare l’apposito file contenente le informazioni relative alla dichiarazione dei redditi del 2012, anche nel caso in cui il contribuente abbia redatto il modello 730 anziché l’Unico 2012. In questo modo il sistema andrà a precaricare nel modello Unico 2013 i dati anagrafici, i dati relativi ai terreni o ai fabbricati posseduti, le eventuali spese relative alle ristrutturazioni edilizie o per il risparmio energetico. Sarà poi lo stesso contribuente, qualora tali dati siano da modificare per effetto delle variazioni intervenute rispetto allo scorso anno, a confermare i dati stessi oppure a correggerli o eliminarli del tutto. Ovvio che in assenza di variazioni, una buona parte del modello Unico 2013 sarà di fatto già compilata. Allo stesso tempo, sempre attraverso la stessa piattaforma web, gli utenti potranno acquisire i dati relativi alle eventuali eccedenze o crediti d’imposta maturati lo scorso anno nonché ai versamenti e alle compensazioni effettuate con il modello F24 nel corso del 2012. Grazie alle nuove implementazioni l’utilizzo della piattaforma FiscOnline è dunque sempre più semplice e conveniente. Grazie a questo sistema, si legge nel comunicato stampa delle Entrate, è possibile gestire la propria posizione fiscale direttamente dal Pc di casa, risparmiando tempo ed evitando le code in ufficio. Per accedere al portale dei servizi web e ricevere il Pin di accesso basta andare al link del sito dell’Agenzia «Non sei ancora registrato» e procedere all’iscrizione inserendo alcuni dati personali. Appena terminate queste operazioni di registrazione preliminare il sistema invia al contribuente in automatico la prima parte del Pin. La password di accesso e la seconda parte del codice vengono inviate successivamente per posta al domicilio del contribuente. Da quel momento si potrà accedere a tutti servizi del portale FiscoOnline, UnicoOnline compreso. © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it D I R I T TO E I M P R E SA Sabato 8 Giugno 2013 25 In audizione al parlamento, il ministro Zanonato annuncia le agevolazioni in arrivo Finanziamenti per i macchinari Acquisti agevolati e crediti d’imposta su ricerca e assunzioni http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it I DI ROBERTO LENZI ncentivi per l’acquisto di macchinari e attrezzature, bonus per la ricerca e sviluppo, potenziamento del Fondo di garanzia per l’accesso al credito, incremento delle risorse per l’internazionalizzazione. Sono questi i pilastri della strategia prossima futura del ministero dello sviluppo economico in materia di aiuti alle imprese. Questo è quanto emerge dall’audizione del ministro Flavio Zanonato presso le commissioni Attività produttive di camera e senato, tenuta il 5 giugno. Oltre a queste principali misure, il ministro si è detto favorevole ad introdurre misure di vantaggio fiscale e decontribuzione per le aziende che assumono in modo permanente i giovani e ha ricordato il prossimo avvio dei bandi del Fondo per la crescita sostenibile e del bonus al 35% per assumere personale qualificato. UN NUOVO INCENTIVO PER ACQUISTARE MACCHINARI. Dall’audizione è arrivata la conferma che lo sviluppo economico sta valutando con il ministero dell’economia la possibilità di costruire un sistema di sostegno agli investimenti per il rinnovo dei processi produttivi e l’acquisto di macchinari e beni strumentali da parte delle imprese. Il modello di riferimento è il già sperimentato strumento Le novità • Finanziamenti agevolati per acquistare macchinari e attrezzature sul modello Sabatini • Priorità al nuovo bonus per ricerca e sviluppo • Prossima attivazione del credito d’imposta del 35% per il personale qualificato • Incremento delle risorse sul Fondo centrale di garanzia • Garanzie sul credito anche per imprese ai margini del sistema bancario • Presto attivi nuovi strumenti di sostegno all’export della legge Sabatini. Sabatini Si tratta di una proposta che era già emersa dalla recente relazione del Garante per le micro, piccole e medie imprese al presidente del Consiglio dei ministri. La legge Sabatini prevede finanziamenti agevolati alle piccole e medie imprese per l’acquisto o la locazione finanziaria, con patto d’acquisto, di nuove macchine utensili o di produzione, di durata superiore a 12 mesi, concessi da banche o società di leasing convenzionate. Il contributo consiste in un abbattimento variabile del tasso di riferimento dell’operazione. UN NUOVO BONUS RICERCA. Il ministro sottolinea la necessità della definizione di uno strumento di agevolazione fiscale strutturale per sostenere le attività di Ricerca e sviluppo realizzate dalle imprese, tanto in collaboraautonomia quanto in collabora zione con le università. Si tratta di istituire un bonus fiscale per le imprese che investono in R&S, sia in proprio che rivolgendosi a strutture qualificate esterne, già proposto varie volte e in diverse forme in passato. Il bonus ricerca rappresenta un fondamentale strumento per il sostegno alla ricerca e all’innovazione industriale, chiave strategica per recuperare competitività, creare nuovo lavoro ad alta qualificazione e attivare un circuito virtuoso tra sistema universitario e imprese. Questo nuovo bonus si andrebbe ad affiancare al credito di imposta per il personale altamente qualificato impiegato anche in attività di ricerca e sviluppo che diventerà finalmente operativo nelle prossime settimane, dopo aver ricevuto in questi giorni il via v libera in sede europea. PIÙ RISORSE AL FONDO CENTRALE DI GARANZIA. Uno degli obiettivi del ministero dello sviluppo economico è potenziare e rendere più flessibile il funzionamento del Fondo centrale di garanzia, anche attraverso un incremento delle risorse a disposizione. Il primo punto riguarda l’introduzione di meccanismi di verifica sull’effettiva capacità delle garanzie prestate di generare prestiti addizionali e condizioni più favorevoli, con piena informazione v alle imprese beneficiarie. Sarà inoltre incrementato il livello di copertura su alcune fattispecie di garanzia concesse dal Fondo. È stata infine annunciata una profonda revisione dei criteri di accesso al Fondo, rendendoli più coerenti con l’attuale fase economica, anche attraverso l’ampliamento della fascia dei soggetti beneficiati alle imprese con difficoltà di accesso al sistema bancario. PIÙ FONDI PER L’EXPORT. Il ministero si è impegnato a incrementare i fondi per il supporto all’internazionalizzazione delle imprese, oggi largamente inferiori a quelli messi a disposizione dai principali paesi esportatori. Saranno inoltre attivati a breve nuovi strumenti di supporto finanziario all’Export, forniti da Sace e Simest, secondo il piano sviluppato da Cassa depositi e prestiti. Cancellati in Cdc e fallibili Il recesso non salva il socio Entro un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese una società di capitali può essere dichiarata fallita. E in questa fattispecie la legittimazione al contraddittorio spetta al liquidatore della stessa. Il quale, anche dopo la cancellazione è altresì legittimato a proporre reclamo avverso la sentenza di fallimento, tenuto conto che, in generale, ex articolo 18, legge fallimentare, tale mezzo di impugnazione è esperibile da chiunque vi abbia interesse. Lo stabilisce la Corte di cassazione, sezione prima, con la sentenza del 30 maggio 2013, n. 13659. I giudici di Piazza Cavour ricordano quanto già sostenuto nella sentenza (del 12 marzo 2013 n. 6070) delle sezioni unite di Cassazione del carattere eccezionale dell’articolo 10 della legge fallimentare. Le Sezioni unite confermando la tesi dell’estinzione della società conseguente alla sua cancellazione dal registro imprese, affermano che, con riguardo alle società di capitali, si verifica una successione a titolo universale dei soci nei debiti sociali limitatamente alle somme riscosse in base al bilancio finale di liquidazione. Tuttavia, hanno ribadito l’eccezionalità della norma contenuta nell’articolo 10 della legge fallimentare, che sanziona la sopravvivenza della società fallenda per un anno dalla cancellazione dal registro imprese. La possibilità, espressamente contemplata dall’articolo 10 della legge fallimentare, che una società sia dichiarata fallita entro l’anno della sua cancellazione dal registro delle imprese comporta, necessariamente, che tanto il procedimento per la dichiarazione di fallimento quanto per le eventuali fasi successive di impugnazione continuino a svolgersi nei confronti della società (e per essa del suo legale rappresentante), nonostante la sua cancellazione dal registro delle imprese. Ed è inevitabile ritenere che anche nel corso della conseguente procedura concorsuale la posizione processuale del fallito sia La sentenza sempre impersonata dalla sul sito www.italia- società o da chi legalmente la rappresentava. oggi.it/documenti Cinzia De Stefanis Il socio di una società collettivo receduto entro l’anno è soggetto al fallimento per estensione (insieme agli altri soci e alla società) in quanto socio illimitatamente responsabile. L’art. 147 legge fallimentare, al primo comma dispone: «La sentenza che dichiara il fallimento di una società appartenente a uno dei tipi regolati nei capi III, IV e VI del titolo V del libro quinto del codice civile, produce anche il fallimento dei soci, pur se non persone fisiche, illimitatamente responsabili», al secondo comma: «Il fallimento dei soci di cui al comma primo non può essere dichiarato decorso un anno dallo scioglimento del rapporto sociale o dalla cessazione della responsabilità illimitata, anche in caso di trasformazione, fusione o scissione, se sono state osservate le formalità per rendere noti ai terzi i fatti indicati...», e il quarto comma prevede: «Se dopo la dichiarazione di fallimento della società risulta l’esistenza di altri soci illimitatamente responsabili, il tribunale, su istanza del curatore, di un creditore, di un socio fallito, dichiara il fallimento dei medesimi.» Questo è il costrutto giuridico della sentenza del 31 maggio 2013 n. 13838 della Corte di cassazione. Il fatto in sintesi: i giudici di cassazione hanno respinto il ricorso del socio, il quale affermava che l’articolo 147 legge fallimentare andava coordinato con l’articolo 2290 c.c. che dispone l’efficacia immediata del recesso, nei casi di società a tempo indeterminato, come nel caso di specie. Sulla base di tale coordinamento normativo, il ricorrente affermava che per i soci receduti entro l’anno dalla dichiarazione di fallimento, la relativa posizione doveva essere valutata «autonomamente». I giudici di legittimità sostengono al contrario che l’interpretazione suggerita dal ricorrente è destituita di fondamento. In quanto l’art. 147 legge fallimentare al 1° comma dispone che la sentenza che dichiara il fallimento di una società produce anche il fallimento dei soci illiLa sentenza mitatamente responsabili sul sito www.italia- e dunque anche di quelli receduti entro l’anno. oggi.it/documenti Cinzia De Stefanis Fisco light per le opere oltre 50 mln Defiscalizzazione per le opere infrastrutturali a partire da 50 milioni di euro. È questa la proposta che il ministro per lo sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha annunciato in audizione presso le commissioni attività produttive di camera e senato. Secondo il ministro il problema da risolvere risiede nel fatto che con l’attuale tetto di mezzo miliardo stabilito dal decreto «sviluppo-bis» la misura ha un impatto limitatissimo. Per Zanonato «occorre rafforzare» la defiscalizzazione delle grandi opere infrastrutturali che attualmente «si applica agli investimenti superiori ai 500 milioni di euro» quindi riguarda «pochissime opere, non arriveranno a dieci». Zanonato ha quindi annunciato che insieme ai colleghi delle infrastrutture e dell’economia, Lupi e Saccomanni, si sta cercando di fare sì che venga ridotta «la soglia dimensionale, portandola a 50 milioni». Nelle scorse settimane il ministro aveva lasciato intendere che questo intervento sarebbe possibile senza alcun aggravio sui conti pubblici, consentendo di allargare in modo sensibile la platea delle opere potenzialmente beneficiate. La misura è stata prevista dal governo Monti e attualmente viene applicata alla luce di quanto disposto dal decreto «Sviluppo - bis» (decreto 134/2012, convertito dalla legge 221/2012), a favore del soggetto realizzatore, in partenariato pubblico privato, di nuove opere pubbliche infrastrutturali di importo superiore a 500 milioni di euro per le quali non siano previsti contributi pubblici a fondo perduto e per le quali sia certa la non sostenibilità del piano economico finanziario. Si tratta di un credito di imposta a valere sull’Ires e sull’Irap direttamente generate dalla costruzione e gestione dell’opera, nel limite del 50% del costo dell’investimento, che dovrebbe consentire il riequilibrio del piano economico-finanziario. Il credito di imposta è posto a base di gara per l’individuazione dell’affidatario del contratto di partenariato pubblico privato e successivamente riportato nel contratto. Andrea Mascolini 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 26 Sabato 8 Giugno 2013 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE La Consulta boccia i tentativi di deroga del Piemonte Via alla relazione di fine mandato Paletti agli staff I sindaci faranno Assunzioni entro i limiti di spesa testamento politico DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it I FRANCESCO CERISANO l carattere fiduciario degli uffici di diretta collaborazione, se può autorizzare deroghe al principio del concorso pubblico nella scelta dei collaboratori, non consente eccezioni ai princìpi fondamentali dettati dalla legge statale in materia di contenimento delle spese di personale. Con la sentenza n. 130/2013, depositata ieri in cancelleria, la Corte costituzionale ha bacchettato la regione Piemonte che con una legge del 2011 aveva tentato di aggirare i rigidi paletti in materia di spese per il personale fissati da Giulio Tremonti con il dl 78/2010. Paletti che, pur non avendo immediata operatività nei confronti delle regioni e degli enti locali, costituiscono per le autonomie norme di principio a cui devono adeguarsi. Si tratta in particolare del limite alle assunzioni parametrato sul 50% della spesa 2009 e al divieto di assumere personale oltre il limite del 20% della spesa corrispondente alle cessazioni dell’anno prece- dente. La regione, con la legge n. 7/2011 finita nel mirino della Consulta, aveva tentato di sottrarre dalle tenaglie della manovra Tremonti non solo i contratti che non comportavano un aggravio per il bilancio regionale, ma anche tutta una serie di rapporti contrattuali di diritto privato. Dalle assunzioni finanziate con fondi Ue agli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici (comunicazione, portavoce, capo di gabinetto, oltre a svariate professionalità esterne di supporto alla giunta e al consiglio) fino alle sostituzioni di maternità negli enti strumentali. Ma tutte queste deroghe sono finite nel mirino di palazzo Chigi che vi ha ravvisato un tentativo di aggirare l’art.117, terzo comma, della Costituzione che affida la materia del coordinamento della finanza pubblica alla competenza concorrente stato-regione, affidando comunque allo stato il compito di dettare i princìpi fondamentali a cui i governatori devono adeguarsi nelle normative di dettaglio. La Consulta ha accolto le tesi del governo, smontando punto per punto la legge piemontese. Le assunzioni finanziate dall’Ue, per esempio, rientrano nei tetti di spesa perché «immancabilnente, impongono un contributo anche a carico dell’ente pubblico beneficiario». Il limite del 20%, poi, all’epoca dei fatti era riferito anche a tutti i tipi di contratti, anche a quelli a termine (è stata la legge di stabilità 2012 ad aver limitato l’ambito di applicazione della norma taglia-spese ai soli contratti a tempo indeterminato). E quanto agli uffici di diretta collaborazione, conclude la sentenza redatta da Luigi Mazzella, «la particolare rilevanza del carattere fiduciario, non consente deroghe ai princìpi fondamentali dettati dal legislatore statale in materia di coordinamento della finanza pubblica». La sentenza della Consulta sul sito www.italiaoggi.it/ documenti DI ANTONIO G. PALADINO P ronti gli schemi su cui si devono fondare le relazioni di fine mandato che sindaci e presidenti di province sono tenuti a redigere secondo le previsioni dell’articolo 4 del decreto legislativo n. 149/2011, istitutivo dei meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni. A mettere nero su bianco gli schemi di cui sopra, ci ha pensato il decreto interministeriale 26.04.2013, firmato congiuntamente dal Viminale e dal Mineconomia. Il dm si compone di tre allegati. Il primo è riservato allo schema tipo di relazione che i presidenti delle province devono sottoscrivere al termine del loro mandato. Il secondo allegato, invece, è riservato allo schema di pertinenza dei sindaci di comuni con popolazione pari o superiore a 5 mila abitanti, mentre l’ultimo allegato, redatto in forma ultra semplificata, è riservato ai primi cittadini dei comuni con meno di 5 mila abitanti. La for- DECRETO SBLOCCA DEBITI/ In Gazzetta la legge di conversione del dl 35 Doppia garanzia Immobili D, sui pagamenti l’ente non paga DI VALENTINA BARBANTI «C essione di garanzia dello Stato a favore di istituzioni finanziarie nazionali, dell’Unione europea e internazionali per consentire l’integrale pagamento dei debiti della pubblica amministrazione maturati alla data del 31 dicembre 2012» e «concessione della garanzia dello Stato al fine di agevolare la cessione dei relativi crediti a banche e ad altri intermediari finanziari». Questi gli strumenti in mano al governo previsti dal testo definitivo del dl 35/2013 (convertito nella legge 6 giugno 2013 n. 64 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 132 di ieri). In caso di morosità della p.a. la banca potrebbe dunque cedere il credito garantito dallo stato alla Cdp. Non solo, ma la garanzia statale potrebbe anche essere concessa a società di factoring che acquistino crediti della p.a. in essere al 31 dicembre 2012. La portata rilevante della novità però si riduce se si considera che la cessione della garanzia a favore di istituzioni finanziarie dovrà prima essere prevista da apposito provvedimento del Mef e la concessione della garanzia dello stato per il prossimo anno non è automati- ca ma rientra tra le «iniziative eventualmente necessarie, da assumere anche con la legge di stabilità per il 2014, al fine di completare il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche maturati al 31 dicembre 2012». Analogamente sarà la legge di stabilità per il 2014 a poter autorizzare il pagamento mediante assegnazione di titoli di stato dei debiti delle p.a. che hanno formato oggetto di cessione pro soluto perfezionata entro il 31 dicembre 2012 da parte dei creditori in favore di banche o intermediari finanziari ovvero a prevedere l’effettuazione di operazioni finanziarie con l’obiettivo dell’estinzione di debiti certi, liquidi ed esigibili delle p.a. Nel frattempo, entro il 30 giugno 2013 le p.a dovranno inviare ai propri creditori la comunicazione sottoscritta dal dirigente responsabile dell’ufficio competente con la quale vengono stabiliti importo e data entro la quale avverranno i pagamenti. L’elenco completo, per ordine cronologico di emissione della fattura, dei debiti per i quali è stata effettuata la predetta comunicazione, con indicazione dell’importo e della data prevista di pagamento, dovrà essere pubblicato sul web entro il 5 luglio 2013. DI I EUGENIO PISCINO comuni non sono tenuti al pagamento dell’Imu allo stato per gli immobili in proprietà di categoria D situati sul proprio territorio e hanno diritto alla restituzione di 600 milioni di euro per le somme pagate sugli immobili di proprietà comunale per il biennio 2012-2013. È quanto stabilito con due emendamenti dei relatori alla legge di conversione del dl 35/2013 pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale. La legge di stabilità per il 2013 ha attribuito il gettito Imu ai comuni con esclusione dell’imposta derivante dagli immobili ad uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D. Tale situazione ha destato allarme tra gli enti che si vedevano costretti al pagamento, allo Stato, dell’Imu su capannoni e fabbricati produttivi. Per effetto dell’emendamento approvato in sede di conversione gli enti locali non sono più tenuti al pagamento dell’Imu, con evidente sollievo per le esigue casse comunali. Lo stesso emendamento continua disponendo che le attività di accertamento e di riscossione per tutti gli immobili di categoria D sono svolte dai comuni, ai quali competono le somme derivanti da tali attività. In tal modo si ripropone la norma, in vigore nel 2012, che prevedeva che per la quota statale era sempre l’ente locale a svolgere l’attività di contrasto all’evasione. È stato introdotto, inoltre, l’articolo 10-quater al decreto in conversione, relativo all’attribuzione ai comuni del corrispettivo del gettito Imu, relativo agli immobili di proprietà comunale. Nel 2012, con la legge n. 44/2012 era stata introdotta, ad anno di imposta già iniziato, l’esclusione dal pagamento per gli immobili di proprietà comunale. Il presunto gettito, per ogni comune, è stato conteggiato dal Dipartimento delle finanze, aumentando in tal modo le entrate teoriche e al contempo i tagli al Fondo sperimentale di riequilibrio. La novella legislativa in commento ha previsto la restituzione ai comuni di tali somme nella misura di 330 milioni per l’anno 2012 e di 270 milioni di euro per il 2013. La maggior parte della copertura finanziaria a tale spesa deriva dai 400 milioni di euro che la Cassa depositi e prestiti avrebbe dovuto attribuire ai comuni, in termini di liquidità e che rappresentano il 10% dei 4 milioni di euro non distribuiti con la prima tranche. ma dei predetti schemi ricalca, nell’ottica di uno snellimento dell’attività amministrativa, la struttura di quelli già utilizzati dagli enti locali per comunicare telematicamente le risultanze del bilancio consuntivo e di quelli con cui, ai sensi della legge finanziaria del 2006, ci si «interfaccia» con la competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Le relazioni, poi, dovranno essere inviate alla Conferenza Statocittà (nelle more dell’avvio del Tavolo tecnico interistituzionale previsto dal citato dlgs n.149/2011) e alla Corte dei conti competente per territorio, entro dieci giorni dalla loro sottoscrizione. Schema per le province. Dovranno essere indicati gli investimenti per l’edilizia scolastica, quelli per la rete viaria e gli interventi di manutenzione del territorio e ambiente. Si dovrà altresì indicare se durante il mandato, l’ente ha dichiarato o meno il dissesto finanziario o il predissesto previsto dal nuovo articolo 243 bis del Tuel. Particolare attenzione al Patto di stabilità interno. In caso di mancato rispetto dei vincoli, le sanzioni cui l’ente è stato soggetto nonché gli eventuali rilievi oggetto da parte della Corte dei conti o quelli sollevati dall’organo di revisione contabile. Infine, spazio alle azioni intraprese per contenere la spesa. Schema per i comuni. Lo schema previsto per le amministrazioni comunali non differisce molto da quello previsto per le amministrazioni provinciali per quanto riguarda le informazioni sull’attività generale. Sotto i riflettori, in questo caso, passa la politica tributaria locale esercitata durante il mandato. Lo schema, infatti, si propone di acquisire informazioni sulle aliquote Ici o Imu deliberate nel corso del mandato, differenziandole per abitazione principale, altri immobili e fabbricati rurali. Spazio anche all’indicazione delle aliquote delle addizionali Irpef ed eventuali differenziazioni e fasce d’esenzione, così come alla descrizione del tasso di copertura del prelievo sui rifiuti e il suo costo pro capite. Come per le province, la relazione dovrà indicare i principali obiettivi inseriti nel programma di mandato e il livello della loro realizzazione. Tra questi, il numero delle concessioni edilizie rilasciate, la percentuale della raccolta differenziata registrata all’inizio e al termine del governo della città, la quantificazione dei lavori pubblici. Sul versante del Patto, la musica non cambia. La relazione infatti si propone di sapere se l’ente ha sforato o meno i vincoli e a quali sanzioni è andato incontro. 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it PROFESSIONI Sabato 8 Giugn Giugno 2013 27 COMMERCIALISTI/Sentenza sulle elezioni del Cndcec. Ora la palla passa al Tar Caso Sganga, Aosta dice no Il tribunale: non c’è traccia del trasferimento in città DI BENEDETTA PACELLI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it L a giustizia ordinaria porta la prima schiarita sulla tormentata vicenda elettorale in casa dei commercialisti. Con la sentenza n.1036/2013 il tribunale ordinario di Aosta rigetta l’appello proposto da Giorgio Sganga (candidato nella lista «Insieme per la professione» alle elezioni per il Consiglio nazionale) contro la decisione di accoglimento del ricorso del procuratore capo di Aosta relativa al suo trasferimento dall’ordine di Paola a quello di Aosta, poco prima delle elezioni del 15 ottobre 2012. E, nello stesso tempo, conferma la delibera (21/11/12) assunta dal Cn in materia di funzionamento dello stesso organo. La vicenda risale all’indomani delle elezioni quando la Procura di Aosta riceve alcuni esposti nei quali si sostiene che il trasferimento presso l’Ordine locale di Sganga sia in realtà fittizio e fatto solo a fini elettorali. La Procura decide di fare alcune indagini e sulla base di alcuni elementi (non trova il nome sul citofono dello studio ma solo una targhetta sul portoncino interno) decide di impugnare la delibera di trasferimento dell’ordine con effetto sospensivo, e girare gli atti al Cn. Quest’ultimo accoglie la richiesta del Pm e dichiara la delibera di trasferimento nulla. Di conseguenza, come si legge in più di un passaggio nel decreto di commissariamento del ministero della giustizia (28/12), «emerge un quadro che fa ritenere detto trasferimento fittizio» e se questo fosse stato confermato «anche giudiziariamente» (cosa avvenuta nella sentenza in commento), la lista sarebbe priva del requisito di territorialità stabilito per legge. E quindi nulla. La sentenza è destinata ora a incidere anche sul giudizio cui sarà chiamato a pronunciarsi il Tribunale amministrativo di Roma il prossimo 19 giugno. Il primo punto cui si dovrà soffermare il Tar, infatti, secondo quanto indicato dal Consiglio di stato (n. 00840/2013), sarà quello di approfondire «i vizi individuati nella composizione della lista “Insieme per la professione” che comunque risulta soccombente». Vizi tra i quali si ravvisa appunto il noto trasferimento che, scrive giudice di Aosta, per essere considerato tale deve essere un «concreto spostamento» in cui deve configurarsi «un’effettiva volontà». Ed è questo il punto, perché «di tale spostamento non vi è trac- Così migliora la gestione dello studio professionale Commercialisti e clienti collegati da un’unica applicazione online. Da un lato il professionista può gestire l’intero processo amministrativo e gestionale dello studio e comunicare e reperire le informazioni dai clienti senza trasferimenti fisici o digitali. Dall’altro i clienti possono avere sottomano tutte le funzionalità tipiche dei sistemi gestionali per pmi (prima nota, clienti e fornitori, acquisti e vendite). È una delle soluzioni offerte da Passepartout spa, software house specializzata in Erp (Enterprise resource planning) per imprese e professionisti, che ha presentato nuovi prodotti e strategie in occasione di «Passwor[l]d 2013. The cloud experience», evento che si è svolto ieri a Riccione. La società vanta infatti tra i suoi 26.500 clienti, circa 2.900 commercialisti che, tramite per esempio l’applicazione Businesspass, da utilizzare in modalità cloud computing, possono gestire più aziende clienti in contabilità ordinaria o semplificata, elaborare bilanci, dichiarazioni dei redditi e curare per conto dei propri clienti tutti gli aspetti contabili e fiscali. «In questo modo il commercialista da soggetto passivo diventa modello di business», ha spiegato il fondatore e presidente di Passepartout, Stefano Franceschini, «il cloud permette di lavorare in modo attivo su un sistema condiviso trasformando l’abituale flusso di informazioni che deve gestire il professionista e i suoi collaboratori in un servizio automatico». In sostanza, con Businesspass, commercialista e clienti si collegano all’applicazione installata presso la server farm Passepartout o sul server dello studio tramite internet e la utilizzano in base alle loro necessità. Questa modalità permette agli utenti di accedere in ogni momento e da qualunque luogo ai propri programmi, dati e informazioni, accorciando i tempi decisionali e semplificando i processi. L’applicazione è accessibile da pc oppure tramite tablet, iPad, iPhone o smartphone. Durante la giornata di ieri sono state presentate anche una serie di novità: il nuovo portale www.passepartout.net, la tecnologia undercloud e l’I-desk html5 e il nuovo «welcome mobile», il client Passepartout Welcome ottimizzato per device mobile. da Riccione Gabriele Ventura cia certa», e considerando «l’anzianità professionale del dott. Sganga», due incarichi di consulenza tributaria e fiscale, «non possono certo reputarsi idonee a rivelare lo spostamento». Né per il tribunale, si possono considerare «le ridotte incombenze professionali in periodo estivo (…) essendo quantomeno singolare che un professionista dell’esperienza del dott. Sganga decida di trasferirsi al buio». Quanto attiene, invece, la parte del ricorso proposto da Sganga che si riferisce alla prima delibera assunta dal Cn (su indicazioni dello stesso ministero) sulla modifica del regolamento delle attività e del funzionamento dello stesso consiglio, il giudice ricorda che quella non è mai stata «impugnata e conseguentemente il citato regolamento, così come modificato, è pienamente operante». Di conseguenza non esiste quel conflitto di interessi che, tra le altre cose, ha dato il via al ricorso e che è stato anche uno dei motivi del commissariamento da parte di Via Arenula. La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti DAL MINISTERO Università, i test a settembre DI SIMONA D’ALESSIO Test d’ingresso per le università rimandati a settembre. Ad annunciarlo è il dicastero dell’Istruzione, precisando che la titolare Maria Chiara Carrozza firmerà il prossimo mercoledì il provvedimento, che sostituirà quello emanato lo scorso 24 aprile. Il testo, recita una nota di viale Trastevere, conterrà la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e il posticipo delle date dei test di ammissione agli atenei con accesso programmato a settembre: si partirà il 3 per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico finalizzati alla formazione di architetto, a seguire il 4 per la laurea delle professioni sanitarie, il 9 per la laurea magistrale in medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria, infine il 10 settembre per il corso di laurea magistrale in medicina veterinaria. L’emanazione da parte degli atenei di nuovi bandi dovrà avvenire entro il 25 giugno e, lo stesso giorno, ci sarà la riapertura delle iscrizioni su www.universitaly.it Stp, all’Odcec di Milano ancora nessuna iscrizione Le incertezze normative legate alla disciplina fiscale e previdenziale continuano a bloccare la nascita delle Società tra professionisti. Sulle Stp, infatti, resta grande interesse da parte delle categorie. Ma in concreto, per esempio, all’ordine dei commercialisti di Milano a oltre un mese e mezzo dall’entrata in vigore (il 22 aprile) del regolamento ministeriale è arrivata solo qualche richiesta e nessuna è stata accolta. Non a caso l’Odcec di Milano, città dalla elevata presenza di studi associati che vorrebbero sfruttare la novità prevista dalla riforma delle professioni, ha organizzato ieri un convegno di confronto con gli avvocati e i notai proprio per analizzare «criticità, opportunità e nuovi scenari». È positivo, secondo Alessandro Solidoro, numero uno dei commercialisti milanesi, «il dibattito che si è sviluppato intorno all’aggregazione professionale con le StP, la novità del socio di capitale e il rischio di distorsione del mercato che crea condizioni di squilibrio nella competizione tra professionista e StP. Tuttavia le pochissime richieste di iscrizione ricevute», ha detto, «sono già un segnale eloquente delle criticità che affliggono la normativa». Per Roberta Dell’Apa, presidente di Aidc, «è necessario adeguare la normativa alle vere esigenze della professione costruendo per essa un abito sartoriale e non un prodotto industriale». E se il momento particolarmente difficile per l’economia italiana dovrebbe spingere verso forme di aggregazione professionale», per Arrigo Roveda, presidente del Consiglio notarile di Milano, «il legislatore con l’introduzione del socio di capitale è andato contro lo spirito delle liberalizzazioni, fornendo paradossalmente uno strumento che potrebbe perpetuare un privilegio che si voleva combattere: quello della familiarità della professione che può così direttamente trasmettersi di padre in figlio senza passare dal filtro di concorsi o esami di stato». Nonostante le incertezze normative, tuttavia, Giuseppe Pirola e Giuseppe Bernoni, fondatori di due grandi studi associati (Pirola, Pennuto Zei & Associati e Bernoni Grant Thornton) con fatturati importanti, hanno analizzato con grande interesse l’esercizio dell’attività intellettuale nella forma collettiva. Controcorrente l’opinione di Fabrizio Colonna, membro del comitato esecutivo di Asla, che ha giudicato la preclusione degli avvocati alle Stp «un limite al finanziamento per lo sviluppo degli studi legali che potrebbe contrastare la «colonizzazione» da parte dei grandi studi internazionali. Con la Riforma Forense», ha aggiunto, «si è persa una opportunità per combattere la perdita di competitività e l’occasione di dare uno sbocco professionale ai giovani». di Ignazio Marino La società non aiuta le future pensioni Il contributo integrativo non può essere riscosso dal singolo socio, bensì dalla Società tra professionisti. La Stp, infatti, è un autonomo soggetto iscritto ad apposita sezione dell’albo nei confronti del quale opera la previsione di legge. Di conseguenza, per i futuri soci professionisti verrebbe meno l’opportunità della riforma Lo Presti (legge 133/2011), già in vigore in casa dei dottori commercialisti, che permette di destinare una quota parte del contributo integrativo (a carico del committente) ai montanti individuali degli iscritti alla Cassa di previdenza. Una misura che permette di ottenere pensioni più laute ma che la norma sulle Stp rischia di vanificare. È quanto ha illustrato nel corso del convegno milanese (si veda altro articolo in pagina) Giuseppe Grazia, vicepresidente dell’istituto pensionistico dei dottori commercialisti (Cnpadc) trattando della questione previdenziale delle Stp. Che in attesa della risoluzione della Agenzia delle entrate rimane irrisolta. «Al momento non è possibile prevedere il collegamento fra redditi prodotti e contribuzione alle Casse di categoria», ha detto Grazia, «con il rischio che fra qualche tempo sarà l’Inps a rivendicare i contributi in base alla legge 335/95, che prevede che non può esistere prestazione di lavoro autonomo senza copertura previdenziale». 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 28 Sabato 8 Giugno 2013 L AVO R O E P R E V I D E N Z A Artigiani e commercianti alla cassa anche per l’acconto sulla quota eccedente il minimale Autonomi, è l’ora del conguaglio Entro il 17 giugno va pagato il saldo dei contributi 2012 DI LEONARDO COMEGNA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it P rossimo appuntamento alla cassa dell’Inps per artigiani, commercianti e professionisti iscritti alla gestione separata, i quali devono pagare il saldo dei contributi del 2012 e il primo acconto 2013 sulla quota eccedente il minimale. Il 17 giugno scade infatti il termine utile per il versamento, che può comunque essere eseguito entro il 17 luglio, con la maggiorazione dell’importo dei contributi dello 0,40% a titolo di interessi. A ricordarlo è la circolare n. 88/2016 dell’Istituto di previdenza, dove tra l’altro viene resa nota per tutti i soggetti interessati, previo scambio di dati con l’Agenzia delle entrate, la predisposizione di un prospetto di liquidazione contenente l’indicazione degli importi e delle causali per il versamento dei contributi previdenziali relativi all’anno 2013, nonché una lettera esplicativa delle modalità di determinazione degli importi, disponile nel «Cassetto previ- Il calendario 17 giugno* 16 agosto Saldo anno 2012 e 1ª rata di acconto contribuzione anno 2013 (50% della quota eccedente il contributo minimo) 2ª rata contributo minimo 2013 18 novembre 3ª rata contributo minimo 2013 2ª rata di acconto contribuzione 2 dicembre anno 2013 (50% della quota eccedente il contributo minimo) 17 febbraio 4ª rata contributo minimo 2013 2014 * Si può pagare sino al 17 luglio, con la maggiorazione dello 0,4% denziale degli artigiani e com commercianti». Il conguaglio trae origine dalla legge n. 438/1992, dove è stabilito che la contribuzione previdenziale dovuta dalle due categorie debba essere calcolata sulla totalità dei redditi d’impresa denunciati ai fini Irpef, prodotti nello stesso anno al quale i contributi si riferiscono. Per i soci di Si versa lo 0,5% sulle quote di Tfr Fondo tesoreria Appello Inps DI CARLA DE LELLIS A ppello Inps per il versamento dei contributi sulle quote di tfr dovute al fondo di tesoreria. I datori di lavoro, infatti, hanno tempo fino al 17 giugno (16 è festivo), per conguagliare il contributo dello 0,5% dovuto al fondo tesoreria per effetto della decontribuzione applicata negli anni 2010 e/o 2011. L’appuntamento interessa le imprese con almeno 50 addetti, che sono le aziende tenute a traslocare il trattamento di fine rapporto (tfr) dei propri dipendenti all’Inps-fondo di tesoreria. Mensilmente, le predette aziende versano al fondo di tesoreria le quote di tfr maturate dai lavoratori dipendenti al netto di un contributo dello 0,5% della retribuzione di riferimento, destinato alla futura pensione dei lavoratori (è la cosiddetta addizionale Ivs). Nella circolare n. 151/2012 l’Inps spiegava che queste aziende, se ammesse a fruire dello sgravio contributivo sulle retribuzioni di secondo livello (cioè la decontribuzione), dovevano applicare lo sgravio anche sul contributo dello 0,5%. Ragione per cui, una volta tornato in mano ai datori di lavoro, il contributo doveva riassumere la natura originaria di tfr (sono soldi dei lavoratori) e, come tale, concorrere a implementare la quota versata dalle aziende al fondo di tesoreria. Nella stessa circolare n. 151/2012, inoltre, l’Inps fissava al 16 marzo il termine per i conguagli delle quote di tfr al fondo di tesoreria e delle misure compensative, specie per le quote di tfr relative al rimborso del contributo dello 0,5%. Successivamente, con messaggio n. 3678/2013 , tuttavia, al fine di semplificare gli adempimenti ad aziende e intermediari, l’Inps ha allungato il termine al prossimo 16 giugno, che slitta al 17 in quanto festivo. A regime, invece, l’Inps ha stabilito che il versamento va fatto nell’anno stesso in cui i datori di lavoro fruiscono dell’incentivo, anche qualora si riferisca a somme erogate in relazione a previsioni contrattuali che riguardano annualità precedenti. Ai fini del versamento le aziende devono riportare gli importi nella denuncia Uniemens, con il nuovo codice CF03 in «TipoImpPregCMT» di «ImportoPregresso» di «Contribuzione» di «MeseTesoreria» di «MeseTFR» di «GestioneTFR». © Riproduzione riservata srl, srl la base imponibile, imponibile oltre a quanto eventualmente dichiarato come reddito d’impresa, è costituita dalla parte del reddito d’impresa della società corrispondente alla quota di partecipazione agli utili, ovvero alla quota del reddito attribuita al socio per le società partecipate in regime di trasparenza. Questi gli elementi da considerare per il calcolo della contribuzione, indicati eventualmente nei quadri RF (impresa in contabilità ordinaria), RG (impresa in regime di contabilità semplificata e regimi forfetari) e RH (redditi di partecipazione in società di persone ed assimilate): RF47 – (RF48 + RF50, col.1) + [RG29 – (RG31+RG33, col.1)] + [somma algebrica (colonne 4 da RH1 a RH4 con codice 1,3 e 6 e colonne 4 da RH5 a RH6) – RH12] + RS37 colonna 11. Per i soggetti che fruiscono del regime semplificato per i contribuenti minimi (art. 1, commi da 96 a 117, della legge 244/2007), la base imponibile per il calcolo dei contributi dovuti viene determinata come segue: CM6 (Reddito lordo o perdita) - CM9 (Perdite pregresse). Il reddito da assoggettare ad imposizione contributiva previdenziale, infatti, deve essere considerato al netto delle perdite pregresse ma al lordo dei contributi previdenziali, che il contribuente dovrà indicare nel rigo CM7. Per i soggetti che (art. 27 dl n. 98/2011) fruiscono del regime di vantaggio per l’imprendito- ria giovanile, la base imponibile viene determinata come segue: per coloro che svolgono attività d’impresa e quindi soggetti alla contribuzione delle gestioni degli artigiani e commercianti, solo nel caso in cui sono state barrate le caselle «Impresa» o «Impresa familiare» relative all’indicazione dell’attività dal quale deriva il reddito dichiarato LM6 (Reddito lordo o perdita) – LM9 (Perdite pregresse); per coloro che producono reddito da arti e professioni e sono obbligati alla gestione separata, solo nel caso in cui è stata barrata la casella «autonomo» e non rientrano tra i professionisti che sono tenuti al versamento del contributo previdenziale presso le casse professionali autonome (cosiddetto Contributo soggettivo) il reddito da dichiarare è la differenza fra quanto indicato nel rigo LM6- LM9. Il reddito da assoggettare a imposizione contributiva deve essere al netto delle perdite pregresse ma al lordo dei contributi previdenziali, che il contribuente dovrà indicare nel rigo LM7. Cassa forense: le regole per chi guadagna meno di 10 mila € Avvocati, maxisconto sui contributi minimi DI A SIMONA D’ALESSIO liquota soggettiva minima ridotta a metà per i primi cinque anni di iscrizione «indipendentemente dall’età», mentre il dimezzamento di quella integrativa è esteso «a un ulteriore quinquennio». E a chi non supera la soglia reddituale di 10 mila 300 euro è concesso per un decennio di pagare il 50% del contributo soggettivo minimo obbligatorio. È pronto il regolamento con cui la cassa forense attua l’art. 21 commi 8-9 della legge 247/2012 che, modificando l’ordinamento professionale degli avvocati, impone la contestuale iscrizione agli albi e all’istituto. E il suo «debutto» avverrà il 15 giugno, quando sarà posto al vaglio degli ordini e degli organismi di rappresentanza della categoria. Fra i punti salienti del testo, anticipati il mese scorso durante la Giornata della previdenza (si veda ItaliaOggi del 17/05/2013) vi è l’opportunità, per iscritti agli albi una volta inseriti nelle liste della cassa di giovarsi, «su base volontaria», della retrodatazione dell’iscrizione all’ente «per gli anni di appartenenza all’elenco dei praticanti abilitati al patrocinio sostitutivo»; in via transitoria, invece, per coloro che alla data del 2 febbraio 2013 erano già presenti nell’albo, la retrodatazione può essere allungata «anche ai primi tre anni di iscrizione all’albo». Agevolazioni previste poi per i legali che, al momento della registrazione, abbiano compiuto il 40° anno d’età, beneficiari del «pagamento di una speciale contribuzione pari al doppio dei contributi minimi, soggettivo ed integrativo, dell’anno di presentazione della domanda per ciascun anno a partire da quello del compimento del 39° anno di età, fino a quello anteriore alla decorrenza di iscrizione, entrambi inclusi». Cf, il nove settembre il rinnovo dei vertici Elezioni per il rinnovo dei vertici di cassa forense il 9 settembre. E non a novembre, come l’ente previdenziale aveva deciso, ricevendo il semaforo rosso del ministero del welfare che reclama lo svolgimento della tornata in questo mese, quando scadrà il mandato del comitato dei delegati (si veda ItaliaOggi di ieri). Alberto Bagnoli, presidente dell’istituto, inviata una comunicazione ufficiale ai consigli degli ordini, afferma che «la data del 18 novembre era stata scelta non certo per procrastinare il confronto elettorale all’interno dell’avvocatura, ma per cercare di risolvere tempestivamente», entro l’anno di tempo assegnato dalla riforma professionale (legge 247/2012) la questione del regolamento di attuazione previsto dalla normativa che, ricorda, sancisce il principio della coincidenza tra iscrizione all’albo e alla cassa, «un principio che ci ha imposto di individuare le opportune modalità per inserire nel sistema quasi 60 mila avvocati» che fino ad oggi non figurano negli elenchi, a causa dei «redditi troppo bassi». Un problema che, incalza, «pur prendendo atto delle ragioni tecniche esposte dal ministero» e «prontamente recepite», rimane sul tavolo, poiché le nuove regole rischiano «di subire ritardi legati ai tempi procedurali» del voto. 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Sabato 8 Giugno 2013 Sab T R I B U TA R I ST I - L A P E T 29 La Lapet commenta le nuove indicazioni al legislatore italiano Servizi da liberalizzare Il Consiglio europeo: serve più concorrenza DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it L LUCIA BASILE iberalizzare è una delle indicazioni che il Consiglio europeo ha rivolto all’Italia affinché adotti provvedimenti rivolti ad assicurare la corretta attuazione delle misure volte all’apertura del mercato nel settore dei servizi; eliminare le restrizioni che sussistono nei servizi professionali… In particolare all’art. 17 delle raccomandazioni sul programma nazionale di riforma 2013 dell’Italia e su quello di stabilità 2012-2017, l’Unione, pur riconoscendo che sono stati compiuti sforzi considerevoli verso la liberalizzazione del settore dei servizi, suggerisce di spingere oltre la riforma delle professioni regolamentate per superare le restrizioni sussistenti, così come è necessario salvaguardare i principi fondamentali della riforma difendendoli da eventuali battute d’arresto, risultanti in particolare dalla riforma delle professioni legali. Alla luce di tali recenti indicazioni, la Lapet rilancia la necessità di una reale liberalizzazione dei servizi professionali, al fine di favorire la competitività e lo sviluppo economico ed occupazionale del nostro Paese. A chi ha tuonato contro il suggerimento dell’Unione europea, il presidente nazionale tributaristi Lapet Roberto Falcone ha spiegato che liberalizzare non vuol dire niente regole e nessun requisito professionale. «Liberalizzare vuol dire rimuovere gli ostacoli inutili alla concorrenza, le riserve che limitano l’attività professionale, migliorare la qualità dei servizi, restituire la competitività internazionale ai professionisti italiani, offrire alle nuove generazioni l’opportunità di costruire il loro domani nel mercato del lavoro in un regime di meritocrazia, facendo così salva la garanzia e l’interesse del cittadino-cliente», ha chiarito Falcone. E se Bruxelles chiede all’Italia di andare oltre la riforma delle professioni, la Lapet è già un passo avanti: obbligo di aggiornamento continuo, polizza professionale obbligatoria, equo compenso ai tirocinanti, sono per l’associazione prassi consolidata. «Liberalizzare è il giusto riconoscimento per un settore, quello delle professioni, che coinvolge ormai milioni di lavoratori e che rappresenta un forte potenziale economico per la crescita del Paese», ha aggiunto il presidente. «Confermiamo pertanto il nostro plauso all’attività del Legislatore per aver portato a termine il riconoscimento delle nuove professioni attraverso l’approvazione della legge 4/2013, confermando così il principio secondo cui professioni ordinistiche e non posso convivere in un regime di libera concorrenza ed entro i limiti stabiliti dalla legge. Ora, sulla base dei risultati raggiunti, occorre proseguire senza dubbi, né incertezze, senza remore, né falsi ostacoli per non rischiare di rimanere esclusi dal mercato internazionale. Proseguiremo quindi nel forte pressing politico che ci ha contraddistinti in tutti questi anni, anche per i più giovani, affinché possano ritrovare nella libera professione una possibile affermazione economica e sociale». A cura dell’Ufficio Stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente riconosciuta Sede nazionale: Via Sergio I 32 00165 Roma Tel. 06-6371274 Fax 06-39638983 www.iltributarista.it [email protected] LA LAPET A UNIVERSITÀ APERTA 2013 La professione del tributarista attira i giovani R iflettori puntati sulla professione del tributarista. Nell’ambito del programma di formazione posto in campo dall’associazione nazionale tributaristi Lapet presieduta da Roberto Falcone rientra la partecipazione, per il terzo anno consecutivo, all’evento «Università aperta 2013», tenutosi il 23 maggio scorso, presso l’Università di Padova. Una sorprendente edizione, l’ha definita il delegato regionale del Veneto Elena Ferraretto, occasione per presentare l’associazione e illustrare agli studenti e laureati la professione del tributarista, in modo particolare alla luce delle importanti novità introdotte dalla legge 4/2013. «Il fatto che esiste una realtà oltre quella ordinistica, oggi riconosciuta anche dalla legge, ha suscitato grande entusiasmo nei ragazzi» ha raccontato il delegato regionale. Infatti, la legge in questione, come ha più volte evidenziato il presidente nazionale Falcone, ha fatto estrema chiarezza sul concetto di professione: «Quale prestazione d’opera intellettuale, la professione è unica e racchiude in sé tutto il mondo professionale (ordinistico e non). Le differenziazioni semmai attengono alle modalità di espletamento dell’attività che può essere libera o riservata. Pertanto accanto alle professioni ordinistiche esistono professioni che non richiedono alcuna iscrizione a un ordine o albo per poter essere esercitate». Nutrire e soddisfare l’interesse degli studenti e laureati che si sono affacciati al desk dell’associazione è stato il compito dei presidenti provinciali Lapet del Veneto che hanno altresì illustrato ai ragazzi le opportunità che l’associazione offre a chi voglia intraprendere la professione del tributarista. Il Centro Studi, l’organismo proprio di mediazione AdrMedilapet, l’unico Caf di Tributaristi per i Tributaristi, sono solo alcuni dei risultati che l’associazione ha raggiunto nel corso degli anni. Tanti altri i servizi che l’associazione offre, dall’aggiornamento profes- sionale continuo, attraverso l’innovativa formula e-learning, alla polizza professionale gratuita e automatica con l’iscrizione. «Grazie alla recente iscrizione della Lapet nell’elenco presso il Ministero dello sviluppo economico, quale associazione abilitata a rilasciare attestato di qualità ai sensi della legge 4/2013, essere iscritto all’associazione rappresenta un valore aggiunto sia in termini di professionalità che di garanzia per l’utenza», ha aggiunto Falcone. «Il piacere di illustrare quanto l’associazione può offrire a tanti giovani che vogliano intraprendere la professione del tributarista è impareggiabile, soprattutto quando la controparte reagisce con un tale entusiasmo», ha commentato la Ferraretto, condividendo la soddisfazione di tutti i presidenti provinciali intervenuti. «Il buon esito dell’evento fa ben sperare in un sempre crescente proselitismo associativo». Anche quest’anno infatti, obiettivo raggiunto: i numerosi curricula raccolti, saranno esaminati al fine di poter promuovere presso gli studi degli associati Lapet stage formativi. Inoltre, in ossequio all’attività formativa, l’associazione darà la possibilità di far partecipare i giovani ai convegni di aggiornamento professionale, occasione impareggiabile per poter toccare con mano la realtà professionale e associativa Lapet. 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it 30 Sabato 8 Giugno 2013 L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Segue dalla prima pagina voglia di ricomprarsi l’azienda. Ora per Pirelli si apre una nuova fase con un sindacato di controllo nel quale Tronchetti ha un ruolo sempre preminente ma in compagnia di banche e del fondo Clessidra, oltre ai suoi alleati storici Massimo Moratti e Acutis, ma con un principio che piacerà al mercato, cioè la possibilità che Pirelli, in base al nuovo patto, possa essere contendibile, quindi con la possibilità di esprimere il valore maggiore in Borsa. Sarà per questo oppure perché hanno ancora voglia di scalata alla Pirelli che i Malacalza hanno rilevato, grazie alla liquidità pervenutagli dalla transazione con Tronchetti, il 6,98% del capitale a un prezzo di 7,8 euro da Allianz e in parte da Fo n S a i . I M a l a c a l z a rimarranno comunque fuori dal patto di sindacato e costituiranno uno stimolo in più per Tronchetti, che come manager-azionista dovrà determinare lo sviluppo ulteriore di Pirelli, attraverso la strada che preferisce, quella dell’innovazione. Quindi un voto alto alle b a n ch e, ch e t u t t av i a dovrebbero potersi comportare nello stesso modo, cioè con la stessa disponibilità operativa, non solo verso le grandi (poche) aziende italiane (hanno salvato per ora anche Rcs) ma anche nei confronti delle tantissime medie e piccole. In questa direzione esistono più ostacoli, alcuni interni alle banche e altri esterni. Non è un caso che il presidente della Bce, Mario Draghi, anche nell’ultimo intervento di giovedì 6, ha certificato come gli input della Banca centrale europea, con l’offerta di liquidità alle banche a condizioni straordinariamente favorevoli, non arrivino poi a spingere le stesse banche a concedere finanziamenti a tutto il sistema economico. Il problema ormai è europeo ma italiano in particolare, a causa della recessione assai più grave che altrove. Gli ostacoli interni alle banche si possono sintetizzare nel fatto che la gestione delle stesse oggi è assai più nelle mani dei vigilanti che di chi ha relazioni e rapporti con le aziende e le famiglie. In ogni banca, infatti, Bankitalia ha imposto una governance per la quale appena un’azienda o una famiglia dà qualche segno di tentennamento, la gestione del credito passa all’organismo (di fatto autonomo) dove le valutazioni sono fatte unicamente sui numeri senza alcun rapporto con gli imprenditori e senza una conoscenza diretta dell’impresa. Sono gli stessi banchieri a lamentarsene in privato. Come mai Bankitalia ha imposto paletti così rigidi e assurdi per il momento che il tessuto economico del Paese sta vivendo? Per una ragione semplice, secondo uno degli ex top manager della Banca centrale italiana: per l’ambizione del direttorio della banca, guidata da Ignazio Visco, di presentarsi come primi della classe al passaggio del potere di vigilanza alla Bce. Avere l’ambizione di essere i primi della classe è sempre encomiabile, salvo che questa ambizione non generi danni materiali significativi al Paese. È come quando un chirurgo esce dalla sala operatoria e dice ai parenti: operazione perfetta- ORSI & TORI mente riuscita, ma il malato è deceduto poco dopo. Molti banchieri sono consapevoli di questo pericolo ma pochi se la sentono di mettere a nudo il problema pubblicamente. La denuncia di Draghi è esplicita, ma dietro le parole felpate la politica monetaria della Bce non arriva ad avere gli effetti voluti sul sistema economico del Paese. È per questo che da più parti, a cominciare da questo giornale, viene chiesto da tempo un provvedimento coraggioso che a questo punto solo il governo può prendere: creare un fondo (la parola bad bank non piace) per sollevare le banche dalle sofferenze in modo che esse possano liberare capacità di credito che oggi è impedita dal condizionamento delle sofferenze sulla base dei ratio fissati dalle autorità di controllo. Per spiegarsi meglio: ogni banca può fare credito in base a un rapporto definito fra lo stesso credito e il proprio capitale, meno la parte di capitale che viene sterilizzato appunto dalle sofferenze. Quindi delle due l’una: o le banche sono in grado di raccogliere capitale (e molte delle italiane lo hanno già fatto) o si riducono le sofferenze. Poiché la grave recessione peggiora ogni giorno, il livello delle sofferenze continua a salire e se non viene un aiuto dall’esterno anche gli impulsi di Draghi non serviranno a molto. Anche perché, nella preoccupazione di fare bilanci comunque in utile, non essendo istituti di beneficenza, le banche italiane hanno colto il momento positivo per guadagnare con i titoli di Stato, all’acquisto dei quali è stata destinata larga parte dei capitali attinti alla Bce. Come si vede, è un po’ il gatto che si morde la coda. Appare quindi inevitabile pensare a provvedimenti straordinari per far uscire le banche e quindi le imprese dalla gabbia nella quale si trovano. E ciò non può avvenire, appunto, che con un’iniziativa del governo con la partecipazione più consapevole e meno rigida di Bankitalia. È chiaro che una ripresa dello sviluppo alleggerirebbe di molto le problematiche delle banche e in tal senso c’è consapevolezza di tutto il governo, a cominciare dal presidente Enrico Letta, del fatto che la via maestra sia quella di tagliare la spesa e il debito pubblico per poter alleggerire la pressione fiscale, liberare risorse per gli investimenti e invertire il ciclo. Che siano operazioni non facili è indubbio, ma possono e devono essere avviate subito. Del resto che la spesa pubbli- ca, anche quella sanitaria, sia tagliabile è fuori discussione: un esempio illuminante è stato offerto a Porta a Porta di giovedì 6, quando in studio è stato introdotto il colonnello dei carabinieri, Maurizio Bortoletti, che era stato nominato commissario delle Asl di Salerno: al momento in cui si era insediato le perdite erano pari a oltre 250 milioni all’anno, con situazioni paradossali sia di gestione che di ufficio acquisti. Oggi le Asl di Salerno hanno un leggero avanzo e non è stato tagliato nessun ospedale e nessun presidio. È pur vero che la spesa sanitaria pro capite italiana è più bassa di quella di molti altri Paesi europei, ma la bonifica è comunque da compiere perché il caso Salerno dimostra gli enormi sprechi che ci sono e che possono essere eliminati con l’efficienza e la trasparenza. Il colonnello Bortoletti ha suggerito che sia obbligatorio per le Asl pubblicare i bilanci su internet in modo che i pazienti e tutti i cittadini possano confrontare non solo i dati economici ma anche il rapporto fra questi e la qualità dei servizi resi. Impressionante il dato sugli sprechi nel cibo per i ricoverati negli ospedali. Il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha indicato che circa il 50% del cibo acquistato dagli ospedali finisce nei rifiuti, nel momento nel quale l’assistenza della Caritas, dei francescani e degli enti impegnati ad aiutare chi non ha neppure da mangiare non riescono a far fronte alla richiesta. Quindi c’è spazio non solo per recuperare quel cibo inevitabilmente in esubero ma anche appunto nel gestire gli acquisti in maniera efficiente, sì da eliminare questo spreco vergognoso. Fare quattro o cinque operazioni come quella di Salerno, anche se non così clamorose, per arrivare a risparmiare oltre un miliardo. La speranza è che non solo nella sanità ma in tutti gli altri settori, dove fra l’altro i tagli sono meno pericolosi, si passi immediatamente dalle intenzioni ai fatti. Non sbaglia completamente il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, quando dice che il governo per durare deve riuscire a essere immediatamente operativo. Naturalmente anche in tutte quelle operazioni che non comportano grandi investimenti ma soprattutto un cambio di mentalità e di organizzazione, come per esempio nel turismo. Quello di questo giornale non vuole essere un tormentone, ma se il governo destinasse anche solo una cifra decente, diciamo 50 milioni invece dei 4 che sono a disposizione dell’Enit oggi per tutto il mondo, per una promozione reale in Cina, dove gli innamorati dell’Italia sono centinaia di milioni, a chiedere il visto alle autorità italiane non sarebbero (che è pure un record) i 300 mila del 2012 o i 500 mila previsti quest’anno, ma subito il milione che è previsto per il 2015, anno dell’Expo di Milano. Al momento, il presidente del Consiglio Letta non ha avuto neppure il tempo di pensare a una missione speciale in Cina, ma se lo facesse dovrà cambiare gli schemi seguiti dai suoi predecessori. Non basta più creare una delegazione numerosa e diversificata; il tempo in cui la Cina veniva conquistata con i Jumbo di Lufthansa che scaricavano migliaia di imprenditori a ogni missione è finito. Occorre oggi conoscere a fondo il tessuto e i personaggi chiave della Cina che non sono solo i politici, pur essendo rimasto alto il potere della oligarchia politica. Lo sanno bene i Patrizio Bertelli di Prada, i Diego Della Valle di Tod’s e gli altri della moda e del lusso. Non si può prescindere dal rapporto istituzionale ma occorre acquisire conoscenza diretta dei maggiori imprenditori; occorre un network di informatori che faccia la prima cernita. L’Italia ha enormi vantaggi di affinità con i cinesi, non fosse altro che per la cultura millenaria che accumuna i due popoli; lo stile italiano è istintivamente gradito ai cinesi, ma non basta, specialmente dopo l’incontro fra Barack Obama e il nuovo presidente cinese, Xi Jinping, in California. L’incontro è stato preannunciato come una chiacchierata amichevole anche se alcuni temi sono bollenti: dallo spionaggio cibernetico cinese alle dispute commerciali, passando per la comune minaccia nucleare della Corea del Nord e i territori contesi da Pechino con i Paesi dell’Estremo Oriente. Gli scambi fra i due Paesi sono più che quadruplicati negli ultimi dieci anni. La Cina possiede gran parte del grande ammontare del debito pubblico americano, frutto dell’accordo del passato in cui Pechino comprava i Treasury bond e gli Stati Uniti compravano i prodotti cinesi. Le due più grandi potenze mondiali sono in competizione per il primato futuro e in una situazione attuale che vede la Cina alla rincorsa, con una disoccupazione ufficiale del 4% contro quella del 7,9% degli Stati Uniti. Gli Usa hanno 316 milioni di abitanti e una crescita demografica dell’1% all’anno; la Cina quattro volte tanti abitanti e un tasso di crescita demografica dello 0,7%. I cittadini americani hanno un reddito medio di 50 mila dollari, i cinesi 6 mila dollari. Ma la Cina cresce a un ritmo del 7,7% mentre gli Stati Uniti sono al 2,4%. Secondo il Fondo monetario internazionale la Cina sorpasserà gli Stati Uniti per pil nel 2016; secondo Goldman Sachs, nel 2027. Avverrà comunque ed è certo che gli Stati Uniti faranno tutto il possibile per trarre il massimo vantaggio da questa crescita cinese, non potendo al momento contrastarla. Quando due potenze di questo genere si parlano o è per litigare o per trovare un accordo. Il mondo può solo sperare che non sia per litigare, ma in questo caso è evidente che gli Usa lasceranno ben poco spazio agli altri Paesi per cogliere il grande balzo cinese. Ne consegue che Paesi in difficoltà come l’Italia non possono perdere un attimo per mettere a frutto le buone relazioni con la Cina, appunto in tutto quello che è made in Italy e che è Italia. La scorsa settimana ho accompagnato un gruppo di tycoon cinesi al museo degli Uffizi. Due di loro erano già alla loro quinta visita, amanti perdutamente di Botticelli. Non si può continuare a non valorizzare l’immenso patrimonio culturale e artistico italiano. Da solo può valere molto di più dei pozzi petroliferi del Medio Oriente, se almeno questo governo riuscirà a dare il via al suo sfruttamento. (riproduzione riservata) Paolo Panerai 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Mercati Sabato 8 Giugno 2013 31 & Finanza IIN EDICOLA CON Ftse Mib a +1%. Positive quasi tutte le banche e bene i principali titoli industriali Il lavoro Usa tonifica le borse http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it E in Italia lo spread Btp-Bund è sceso di 20 punti G iornata a due velocità, per le borse europee: dopo una partenza incerta e con continui alti e bassi, i listini hanno virato in positivo nel primo pomeriggio, dopo la pubblicazione dei dati americani sui nuovi posti di lavoro in maggio, saliti, oltre le attese, a +175 mila (165 mila il consenso), mentre il tasso di disoccupazione è stato del 7,6% (7,5% il consenso). In Italia, l’aumento è stato sostenuto anche dal deciso ribasso dello spread Btp-Bund, che ieri, dagli iniziali 284 pb, ha chiuso a 264 pb. Il Ftse Mib ha chiuso con un +1% a 16.691 punti; Ftse All share +1,01%, Ftse Mid cap +0,67%, Ftse Star +0,93%. Bene anche i listini europei: Dax +1,92%, Cac-40 +1,53%, Ftse 100 +1,2%, Ibex +0,61%. A Milano, tra i migliori titoli del Ftse Mib si sono segnalati Mediolanum (+4,41%), Fiat (+3,13%) che ha beneficiato delle dichiarazioni dell’a.d. Sergio Marchionne sui tempi della fusione Fiat-Chrysler, Autogrill (+3,09%). Bene anche Pirelli & c. (+1,87%) e Telecom Italia (+1,04%). Tra i bancari, è stata buona la performance di Intesa Sanpaolo (+3,01%), Mediobanca (+2,55%), Bper (+1,17%), Popolare Milano (+0,98%), Ubi banca (+0,67%) e Banco popolare (+0,48%). In negativo Banca Mps (-0,54%) e Unicredit (-0,73%). In rosso Finmeccanica (-0,97%). Sul resto del listino, si sono segnalati Yoox (+5,48%) e Risanamento (+6,59%). In controtendenza rispetto al mercato, Iren (-3,59%) e Rcs (-5,28%) su cui continua a pesare l’aumento di capitale. Quanto all’euro, ha chiuso in calo a 1,3196 dollari, prossimo ai minimi di seduta, a causa dell’aumento dei nuovi occupati in Usa, che ha favorito il biglietto verde. È tornato a calare lo yen, a 128,89 sull’euro e a 97,65 sul dollaro. Infine il petrolio, anch’esso ondivago, ieri: a metà seduta, a New York, il Wti era trattato in rialzo a 95,71 dollari al barile, ma poi è salito ancora e ha superato quota 96 dollari. Il Brent a Londra era quotato invece 104,44 dollari al barile. Italia vista in negativo Ernst&Young vede un 2013 molto difficile per l’Italia, con il pil in calo «di un ulteriore 2%», trascinato al ribasso «dall’austerità fiscale, dall’elevata disoccupazione e dalle strette condizioni creditizie». Un recupero è possibile all’inizio del 2014, quando il pil è stimato in aumento dello 0,2%. A spiegarlo un rapporto presentato a margine della riunione di Venezia del Consiglio per le relazioni Italia-Usa. «L’economia continuerà a soffrire di una debolezza strutturale», nonostante le riforme del 2011 e 2012 «abbiano contribuito a migliorare le condizioni». La recessione, illustra ancora il documento, finirà «nel secondo semestre dell’anno», ma per avere un trimestre positivo come crescita del pil bisognerà aspettare «l’inizio del 2014». Molti degli sviluppi a breve termine dipenderanno «dalla credibilità e dalla stabilità del nuovo governo». «L’alta disoccupazione e il consolidamento fiscale continueranno a pesare sulla crescita» prevista «attorno all’1,3% annuo fra il 2015 e il 2017», conclude il rapporto. © Riproduzione riservata Anche la Germania prevede calo del pil La Bundesbank taglia le stime del pil te- denziale. La Germania ha inoltre registrato desco sia per il 2013 che per il 2014 a cau- un surplus di partite correnti pari a 17,6 mld sa del rallentamento dell’export. L’istituto euro, in rialzo rispetto al consenso degli anastima che il pil tedesco crescerà quest’anno listi a 13 mld euro. dello 0,3% (rispetto allo 0,4% della previsioIl ministero dell’economia ha inoltre pubbline precedente) mentre nel 2014 l’incremento cato ieri i dati della produzione industriale che, sarà dell’1,5% dall’1,9% precedente. Rivista sempre in aprile, è cresciuta dell’1,8% su base invece al ribasso la stima sul tasso di disoc- mensile (invariato il consenso), mentre a marcupazione, che dovrebbe attestarsi al 6,8% nel zo l’indicatore era salito dell’1,2% su febbraio. 2013 (dal precedente 7,2%) e al 6,7% nel 2014 Per il ministero dell’economia, su base an(dal 7%). Per quanto riguarda l’inflazione, do- nuale, la produzione industriale è diminuita vrebbe essere all’1,6% quest’anno e all’1,5% dell’1%. L’output del settore manifatturiero è il prossimo. salito dell’1,5% su base mensile e quello del Intanto, la bilancia commerciale tedesca ha comparto costruzioni del 6,7%. registrato ad aprile un surplus di 17,7 mld © Riproduzione riservata euro. Il consenso degli economisti era di 17,4 mld euro. Le esportazioni sono aumentate dell’1,9% su marzo e dell’8,5% a livello annuale. Sempre ad aprile, le importa zioni sono cresciute del 2,3% QuotazioniRealtime su marzo, con un +5,2% ten- © Riproduzione riservata TA S S I E VA L U T E Cambi Divisa Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali Valuta/ Euro U.i.c. prec. Var. ass. Cross su $ Tassi e dati macro Tassi Euro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta Corona Ceca 25,569 25,778 -0,2090 19,2828 Tasso ufficiale di riferimento 0,50 0,75 -0,25 Corona Danese 7,4558 7,4548 0,0010 5,6228 Rendistato Bankitalia(lordi) 3,18 - - Corona Norvegese 7,6305 7,581 0,0495 5,7545 Tasso Inflazione ITA 1,20 1,10 0,10 Corona Svedese 8,6912 8,6072 0,0840 6,5544 Tasso Inflazione EU 1,10 1,70 -0,60 Dollaro Australiano 1,3926 1,3789 0,0137 1,0502 Indice HICP EU-12 119,80 119,80 0,00 Dollaro Canadese 1,3568 1,3529 0,0039 1,0232 HICP area EURO ex tobacco 116,83 116,94 -0,11 Dollaro N Zelanda 1,6658 1,6485 0,0173 1,2563 Tasso annuo crescita PIL ITA -2,30 -2,80 0,50 1,326 1,3118 0,0142 - Tasso di disoccupazione ITA 12,77 11,58 1,19 Fiorino Ungherese 295,72 297,37 -1,6500 223,0166 Franco Svizzero 1,2273 1,2357 -0,0084 0,9256 Rand Sudafricano 13,2402 13,045 0,1952 9,9851 Sterlina GB 0,8513 0,8491 0,0022 0,6420 Yen Giapponese 126,81 129,96 -3,1500 95,6335 Zloty Polacco 4,3058 4,2759 0,0299 3,2472 Dollaro USA LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat. Il primo quotidiano finanziario italiano E.O.N.I.A. Scadenza Euribor E.O.N.I.A. Scadenza 1 sett 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 0,084 0,092 0,085 0,083 0,085 0,088 Euribor Scadenza 6 mesi 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 12 mesi 0,090 0,096 0,101 0,106 0,113 0,127 Preziosi e metalli Den. Preziosi ($ per oncia) Oro 1381,9 Argento 21,82 Palladio 757,4 Platino 1499 Metalli ($ per tonn.) Alluminio 1933 Rame 7281 Piombo 2188 Nichel 15045 Let. 1382,7 21,86 760,9 1509 1934 7282 2188 15050 Den. Stagno 20975 Zinco 1903 Monete e Preziosi (quote in €) Sterlina (v.c.) 241,09 Sterlina (n.c.) 245,05 Sterlina (post 74) 245,05 Marengo Italiano 186,41 Marengo Svizzero 183,44 Marengo Francese 183,44 Marengo Belga 182,89 Let. 20980 1904 281,11 289,23 289,23 225,29 222,26 220,71 220,71 Irs Euribor $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera Scad. Euro 1 Sett. 0,089 1 sett 0,028 1 anno 0,323 0,363 2 Sett. 0,094 2 anni 0,388 0,428 3 Sett. 0,107 3 anni 0,480 0,520 1M 0,115 4 anni 0,613 0,653 2M 0,163 5 anni 0,774 0,814 6 anni 0,943 0,983 7 anni 1,105 1,145 8 anni 1,258 1,298 9 anni 1,400 1,440 10 anni 1,529 1,569 12 anni 1,749 1,789 15 anni 1,980 2,020 20 anni 2,143 2,183 25 anni 2,198 2,238 30 anni 2,217 2,257 0,133 0,480 -0,003 0,093 1 sett 0,038 0,159 0,486 -0,003 0,101 1 mese 0,060 0,192 0,493 -0,003 0,120 3M 0,203 4M 0,238 5M 0,272 2 mesi 6M 0,308 7M 0,338 8M 0,369 9M 0,401 10 M 0,431 11 M 0,460 12 M 0,490 12 mesi 3 mesi 6 mesi 0,092 0,230 0,499 0,006 0,140 0,121 0,275 0,506 0,016 0,154 0,213 0,419 0,410 0,685 0,591 0,893 0,080 0,244 0,241 0,431 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Fonte: Icap 32 Sabato 8 Giugno 2013 M E R CAT I E F I NA N Z A POLAR CAPITAL FUNDS Comparto Classe di Azioni Global Technology NAV EUR GBP USD Valori al www.reyl.com 13,94 05/06/2013 11,85 05/06/2013 18,24 05/06/2013 Healthcare Opportunities EUR GBP USD Polar Japan Fund USD GBP JPY UK Absolute Return Class A EUR Class A GBP Class A USD Class I EUR Class I GBP Class I USD 11,41 9,70 10,88 19,99 12,84 1911,97 11,37 9,68 15,07 11,62 9,89 15,40 06/06/2013 06/06/2013 29/05/2012 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 07/06/2013 Valori al 06/06/2013 Reyl (Lux) Global Sicav Valori al 07/06/2013 EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1218,30 www.polarcapital.co.uk Elite France-Europe B Em Mkts Eq B($) Em Mkts Eq F($) Em Mkts Eq J(Chf) Em Mkts Eq L Em Mkts Eq O European Equities B European Equities C(Chf) European Equities D($) European Equities F European Equities H Long/Short Em.Mkts Eq B ($) Long/Short Em.Mkts Eq E Long/Short European Eq B Long/Short European Eq D ($) North American Eq. B($) North American Eq. E North American Eq. F($) North American Eq. G North American Eq. H($) EUR USD USD CHF EUR EUR EUR CHF USD EUR EUR USD EUR EUR USD USD EUR USD EUR USD 103,52 152,31 150,27 134,26 150,25 152,01 260,34 236,49 258,66 252,65 245,60 110,68 109,89 111,54 111,82 186,55 175,39 182,18 169,92 171,60 USD EUR EUR USD USD EUR EUR USD 125,21 127,08 125,11 123,52 132,99 133,84 130,53 129,80 Reyl (Lux) Tactical Allocations http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Unit Linked Div Income D Div Income E Div Income F Div Income H Quality Bond Fund D Quality Bond Fund E Quality Bond Fund F Quality Bond Fund H valori in EURO 50,20 xx,xxx 88,73 xx,xxx 52,31 xx,xxx 88,73 xx,xxx 116,57 xx,xxx 311,31 xx,xxx 351,38 xx,xxx 10,52 xx,xxx 12,24 xx,xxx 10,99 xx,xxx APF-Linea bilanciatabilanciata 07/06/2013 APF-Linea xx/xx/2013 APF-Linea europea europea 07/06/2013 APF-Linea xx/xx/2013 APF-Linea mondiale nord america 07/06/2013 APF-Linea xx/xx/2013 APF-Linea nord america 07/06/2013 APF-Linea mondiale xx/xx/2013 Seven Stars Invest 07/06/2013 Seven Stars Invest xx/xx/2013 UBS (Lux)(Lux) MoneyMoney Market Invest-EUR 06/06/2013 UBS Market P-dist Invest-EUR P-dist xx/xx/2013 UBS (Lux) (Lux) Bond FundBond EUR P acc LU0033050237P-acc 06/06/2013 UBS Fund-EUR xx/xx/2013 Fidelity FundsFunds-FPS FPS ModerateModerate Growth FundGrowth A EUR LU0056886558 06/06/2013 Fidelity Fund A xx/xx/2013 Templeton Growth (Euro) A Acc LU0114760746 06/06/2013 Templeton Growth (Euro) A Acc xx/xx/2013 Fidelity FundsFunds-European European Growth Fund A Growth EUR LU0048578792 06/06/2013 Fidelity Fund A xx/xx/2013 Chiara Vita S.p.A. Via Gaggia, 4 20139 Milano UNIT LINKED ASPECTA Assurance International Luxembourg S.A. Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143 Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5 www.aspecta.it MetLife Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia Via Andrea Vesalio n. 6 00161 Roma Valorizzazione al: 06/06/13 MetLife Liquidità 1,000 MetLife Protezione in Crescita 80% 1,097 MetLife Protezione in Crescita 70% 1,137 MetLife Protezione in Crescita 90% 1,050 Alico Monet. Protetto Alico P.P. Eur 2013 Alico P.P. Eur 2014 Alico P.P. Eur 2015 Alico P.P. Eur 2016 Alico P.P. Eur 2017 Alico P.P. Eur 2018 Alico P.P. Eur 2019 Alico P.P. Eur 2020 Alico P.P. Eur 2021 Alico P.P. Eur 2022 Alico P.P. Eur 2023 Alico P.P. Eur 2024 Alico P.P. Eur 2025 Alico P.P. Eur 2026 Alico P.P. Eur 2027 Alico P.P. Eur 2028 Alico P.P. Eur 2029 Alico P.P. Eur 2030 Alico P.P. Eur 2031 Alico P.P. Eur 2032 Alico P.P. Usa 2013 Alico P.P. Usa 2014 Alico P.P. Usa 2015 Alico P.P. Usa 2016 Alico P.P. Usa 2017 Alico P.P. Usa 2018 Alico P.P. Usa 2019 Alico P.P. Usa 2020 Alico P.P. Usa 2021 Alico P.P. Usa 2022 Alico P.P. Usa 2023 Alico P.P. Usa 2024 Alico P.P. Usa 2025 Alico P.P. Usa 2026 Alico P.P. Usa 2027 Alico P.P. Usa 2028 Alico P.P. Usa 2029 Alico P.P. Usa 2030 Alico P.P. Usa 2031 Alico P.P. Usa 2032 Alico P.P. Global 2013 Alico P.P. Global 2014 Alico P.P. Global 2015 Alico P.P. Global 2016 Alico P.P. Global 2017 Alico P.P. Global 2018 Alico P.P. Global 2019 Alico P.P. Global 2020 Alico P.P. Global 2021 Alico P.P. Global 2022 Alico P.P. Global 2023 Alico P.P. Global 2024 Alico P.P. Global 2025 Alico P.P. Global 2026 Alico P.P. Global 2027 Alico P.P. Global 2028 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 Entra in Chiara Vita con il tuo Smartphone 1,107 1,012 1,024 0,993 1,016 1,032 1,033 1,078 1,075 1,083 1,083 1,091 1,068 1,028 1,227 1,067 0,958 1,022 1,064 1,076 1,021 1,016 1,036 1,046 1,089 1,087 1,107 1,162 1,154 1,195 1,159 1,174 1,110 1,124 1,343 1,133 1,050 1,120 1,152 1,178 1,105 1,004 1,016 0,991 1,024 0,968 1,051 1,150 1,093 1,108 1,075 1,098 1,078 1,065 1,269 1,046 0,961 Alico P.P. Global 2029 Alico P.P. Global 2030 Alico P.P. Global 2031 Alico P.P. Global 2032 Alico Prot.Trim. Eur Alico Prot.Trim. Usa Alico Gest.Bilanc.Glob Alico Gest.Cresc.Glob Alico Gest.Azion.Glob Alico Gest.Bilanc.Eur Alico Gest.Cresc. Eur Alico Gest.Azion. Eur Alico Aper.Indiciz.Eur Alico Aper.Indiciz.Usa Alico Aper.Indiciz.Glo Alico Aper.Indiciz.Ita Alico Liquidita’ Alico R. Prudente Alico R. Bilanciato Alico R. Crescita Alico R. Multi Comm. Alico Multi Comm. Alico R. Peak Usa 2013 Alico R. Peak Usa 2014 Alico R. Peak Usa 2015 Alico R. Peak Usa 2020 Alico R. Peak Usa 2025 Alico R. Peak Usa 2030 Alico R. Peak Usa 2035 Alico R. Peak Eur 2013 Alico R. Peak Eur 2014 Alico R. Peak Eur 2015 Alico R. Peak Eur 2020 Alico R. Peak Eur 2025 Alico R. Peak Eur 2030 Alico R. Peak Eur 2035 Alico R. Peak Asia 2013 Alico R. Peak Asia 2014 Alico R. Peak Asia 2015 Alico R. Peak Asia 2020 Alico R. Peak Asia 2025 Alico R. Peak Asia 2030 Alico R. Peak Asia 2035 Alico Sec. Acc. 2016 Alico Sec. Acc. 2017 Alico R. Sec. Acc. 2017 Alico P.P. Asia 2013 Alico P.P. Asia 2014 Alico P.P. Asia 2015 Alico P.P. Asia 2020 Alico P.P. Asia 2025 Alico P.P. Asia 2030 Alico P.P. Asia 2035 Alico Long Investment Alico Energy Alico Agriculture Alico Metals 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 06/06/13 1,042 1,048 1,093 1,021 1,080 1,071 1,254 1,229 1,213 1,256 1,205 1,218 0,860 1,171 1,020 0,699 1,091 1,107 1,015 0,990 0,746 0,775 1,013 1,039 1,040 1,121 1,132 1,134 1,040 1,049 1,053 1,077 1,148 1,144 1,184 1,036 1,073 1,098 1,128 1,238 1,296 1,345 1,251 0,993 1,092 1,127 1,095 1,126 1,149 1,242 1,278 1,274 1,257 0,678 0,335 0,638 0,670 www.metlife.it UNIDESIO 760071 11,831 31/05/2013 UNIDESIO 760106 11,157 31/05/2013 UNIDESIO 760170 11,031 31/05/2013 UNIDESIO 760072 11,028 31/05/2013 UNIDESIO 760109 11,150 31/05/2013 UNIDESIO 760173 10,775 31/05/2013 11,023 31/05/2013 UNIDESIO 760073 11,062 31/05/2013 UNIDESIO 760110 10,848 24/05/2013 UNIDESIO 760174 UNIDESIO760074 11,927 31/05/2013 UNIDESIO 760124 11,582 31/05/2013 UNIDESIO 760179 10,716 31/05/2013 UNIDESIO 760075 12,520 31/05/2013 UNIDESIO 760125 11,306 31/05/2013 UNIDESIO 760180 10,872 31/05/2013 UNIDESIO 760077 11,208 31/05/2013 UNIDESIO 760129 11,727 31/05/2013 UNIDESIO 760181 10,833 31/05/2013 UNIDESIO 760078 10,877 31/05/2013 UNIDESIO 760130 10,806 31/05/2013 UNIDESIO 760182 9,848 31/05/2013 UNIDESIO 760079 11,089 31/05/2013 UNIDESIO 760133 11,044 31/05/2013 UNIDESIO 760183 10,804 31/05/2013 UNIDESIO 760080 10,986 31/05/2013 UNIDESIO 760137 10,629 31/05/2013 UNIDESIO 760184 10,776 31/05/2013 UNIDESIO 760082 10,327 31/05/2013 UNIDESIO 760139 11,588 31/05/2013 UNIDESIO 760185 10,789 31/05/2013 UNIDESIO 760085 10,662 31/05/2013 UNIDESIO 760140 11,537 31/05/2013 UNIDESIO 760186 10,712 31/05/2013 UNIDESIO 760087 12,060 31/05/2013 UNIDESIO 760141 10,296 31/05/2013 UNIDESIO 760187 10,886 31/05/2013 UNIDESIO 760088 11,106 31/05/2013 UNIDESIO 760145 11,332 31/05/2013 UNIDESIO 760188 10,672 31/05/2013 UNIDESIO 760091 11,393 31/05/2013 UNIDESIO 760147 11,270 31/05/2013 UNIDESIO 760189 10,902 31/05/2013 UNIDESIO 760092 11,352 31/05/2013 UNIDESIO 760149 11,267 31/05/2013 UNIDESIO 760191 10,343 31/05/2013 UNIDESIO 760095 10,488 31/05/2013 UNIDESIO 760150 11,310 31/05/2013 UNIDESIO 760192 10,950 31/05/2013 UNIDESIO 760096 10,692 31/05/2013 UNIDESIO 760156 10,192 31/05/2013 UNIDESIO 760193 10,936 31/05/2013 UNIDESIO 760097 11,304 15/03/2013 UNIDESIO 760157 11,425 31/05/2013 UNIDESIO 760198 9,471 31/05/2013 UNIDESIO 760098 11,601 31/05/2013 UNIDESIO 760158 10,203 31/05/2013 UNIDESIO 760201 10,743 31/05/2013 UNIDESIO 760202 10,954 31/05/2013 UNIDESIO 760099 11,293 31/05/2013 UNIDESIO 760159 11,030 31/05/2013 UNIDESIO 760203 11,514 31/05/2013 UNIDESIO 760100 11,103 31/05/2013 UNIDESIO 760160 10,737 31/05/2013 UNIDESIO 760205 10,506 31/05/2013 UNIDESIO 760102 10,904 31/05/2013 UNIDESIO 760163 10,165 31/05/2013 UNIDESIO 760206 10,488 31/05/2013 UNIDESIO 760104 10,546 31/05/2013 UNIDESIO 760167 10,795 31/05/2013 UNIDESIO 760210 10,500 31/05/2013 UNIDESIO 760105 10,736 31/05/2013 UNIDESIO 760169 11,522 31/05/2013 UNIDESIO 760216 9,978 31/05/2013 UNIT LINKED - FONDI INTERNI AZZOAGLIO CONSERVATIVO AZZOAGLIO DINAMICO AZZOAGLIO EQUILIBRATO UNIDESIO PRUDENTE UNIDESIO MODERATO UNIDESIO ATTIVO UNIDESIO VIVACE OBBLIGAZIONARIO MISTO AZIONARIO EURO AZIONARIO GLOBALE 6,3640 4,8610 6,0510 11,1960 10,8670 10,6020 9,9220 10,3110 8,1550 9,8550 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 BILANCIATO 10,4130 CONSERVATIVE 10,3380 31/05/2013 BOND MIX 10,4540 31/05/2013 BALANCED 10,8430 31/05/2013 GLOBAL EQUITY 12,0090 31/05/2013 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2550 31/05/2013 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,7440 31/05/2013 UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 9,6370 31/05/2013 UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 11,5950 31/05/2013 INDEX LINKED PIP - FONDI INTERNI INDEX TOP 22 108,8200 29/05/2013 A+/S&P THREE 2009 107,9000 29/05/2013 AA-/S&P INDEX SIX 2009 101,0000 29/05/2013 AA-/S&P FTSE MIB 96,9150 05/06/2013 FTSE MIB 2010 95,1570 05/06/2013 EUROSTOXX 50 - 2010 96,2660 05/06/2013 INDEX TRENTA 2011 100,5250 05/06/2013 INDEX FOUR E 50 - 2011 99,9300 05/06/2013 INDEX STOXX EUROPE - 2011 100,4140 05/06/2013 EUROSTOXX 50 - 2012 96,3480 05/06/2013 PREVIMISURATO 12,8240 30/05/2013 PREVIBRIOSO 11,3540 30/05/2013 PREVIDINAMICO 12,5460 30/05/2013 FPA - LINEE LINEA 1 LINEA 1 - FASCIA A LINEA 1 - FASCIA B LINEA 2 LINEA 2 - FASCIA A LINEA 2 - FASCIA B LINEA 3 LINEA 3 - FASCIA A LINEA 3 - FASCIA B 12,0020 12,4070 12,0950 11,8660 12,0890 12,1310 11,7520 11,8930 12,7310 Helvetia Compagnia Italo-Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A. Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano INDEX LINKED 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 31/05/2013 Entra in Helvetia con il tuo Smartphone UNIT LINKED - FONDI INTERNI SCK DYNAMIC 99,99 31/05/2013 A+/S&P S&BRIC 8-40 107,50 31/05/2013 A2/S&P S&BRIC 8-40 SECOND EDITION 128,90 31/05/2013 A2/S&P HELVETIA 4-30 99,54 05/06/2013 HELVETIA WORLD EQUITY 119,5000 HELVETIA EUROPE BALANCED 189,5300 04/06/2013 HELVETIA WORLD BOND 219,2800 04/06/2013 HELVETIA GLOBAL BALANCED 154,6500 04/06/2013 HELVETIA GLOBAL EQUITY 101,6300 04/06/2013 ATTIVO SPECIFICO HELVETIA QUATTRO.10 31/05/2013 97,8211 04/06/2013 FPA - LINEE 05/06/2013 PIP - FONDI INTERNI LINEA GARANTITA 11,5920 31/05/2013 LINEA BILANCIATO 12,3390 31/05/2013 HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 10,5100 04/06/2013 LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,9610 31/05/2013 HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 10,5100 04/06/2013 LINEA AZIONARIO 8,6820 31/05/2013 www.helvetia.it www.chiaravita.it 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it M E R CAT I E F I NA N Z A L’a.d. Marchionne: ma i tempi per chiudere dipendono dal sindacato Fiat, trattativa prosegue Con il fondo Veba per la quota in Chrysler http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it F iat prosegue i colloqui con Veba per acquistare la quota che il sindacato Usa ha in Chrysler. Lo ha spiegato ieri l’a.d., di Fiat, Sergio Marchionne, a margine al workshop del Consiglio Italia-Usa a Venezia. «I colloqui procedono. Rispetto alla tempistica, Marchionne ha indicato tempi precisi: «Dipende da loro. Non so quando arriveremo a un accordo e nemmeno se ci arriveremo» e neppure se si arriverà a un accordo prima della sentenza attesa dal tribunale del Delaware in merito alla valutazione della partecipazione in Chryler». Il manager non sa se si arriverà a un’intesa prima della sentenza del Delaware che deve pronunciarsi su quanto vale la società di Auburn Hill. «Spero arrivi entro il secondo trimestre, massimo all’inizio del terzo», ha preconizzato.. Marchionne ha poi smentito che il gruppo abbia bisogno di rifinanziarsi, a fronte di indiscrezioni che parlavano di una trattativa per 10 miliardi di dollari. «Abbiamo abbastanza liquidità, non stiamo negoziando ulteriori finanziamenti, né abbiamo un immediato bisogno di rifinanziarci», ha concluso, ricordando gli oltre 21 miliardi di liquidità a disposizione dell’azienda. L’a.d. del Lingotto, sollecitato dai cronisti, ha ribadito che «dalla famiglia il supporto non è mai mancato in 10 anni. Rispetto a Fiat, il manager ha aggiunto: «Abbiamo preso l’impegno di risanare l’attività industriale della Fiat in questo paese, finanziando delle attività disegnate per esportare i prodotti italiani in tutto il mondo e lo facciamo con la forza del gruppo anche fuori dall’Italia. Credo che questo ci darà la possibilità di ristabilire una base, anche di occupazione, in questo paese che sia decente». Marchionne si è tolto anche qualche sassolino: ha avuto parole molto dure nei confronti della Bce e di Mario Draghi: «Sono rimasto scioccato dalla decisione della Bce di giovedì di non abbassare i tassi disinteresse. Ho visto la reazione dell’euro stanotte e stamattina: il suo valore è assolutamente sproporzionato alle nostre capacità economiche di competere». «Io avrei fatto di tutto», ha ribadito l’a.d., «per cercare di svalutare l’euro perché non aiuta né l’economia, né nessun altro». www.italiaoggi.it RISANAMENTO Zunino rivuole l’azienda Soddisfatti riassetto di Camfin Intesa Heraaziende di Pesaro «Siamo soddisfatti» del riassetto Camfin «perché tutto si semplifica. L’azienda potrà continuare il suo percorso che ha portato avanti anche in anni difficili. Credo che abbiamo prospettive in cui possiamo davvero dare soddisfazione ai nostri azionisti». Lo ha dichiarato il presidente di Pirelli & c., Marco Tronchetti Provera, a margine del 30* Workshop del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti, escludendo, tra l’altro, che ci siano discussioni in corso per l’ingresso di altri fondi all’interno della catena di controllo del gruppo degli pneumatici. L’azionariato ora è più variegato e sempre più internazionale, come è giusto che sia in un’azienda globale». A chi gli ha chiesto se sia possibile un incremento della quota dei Malacalza in Pirelli (6,98%), Tronchetti ha replicato che la struttura azionaria è quella nota, «poi ognuno ovviamente fa quello che vuole». Quanto a Pirelli, «continua a crescere. Stiamo crescendo in Asia, negli Usa, in Russia, in America latina e anche in Europa, nei segmenti alti. Laddove c’è molta tecnologia noi cresciamo», ha aggiunto Tronchetti. Herambiente (gruppo Hera) ha siglato un accordo con Confindustria Pesaro Urbino, l’associazione che riunisce oltre 500 aziende nella provincia marchigiana. Essa punta a una gestione efficiente e virtuosa dei rifiuti industriali attraverso una convenzione che l’associazione mette a disposizione delle aziende associate e non associate per offrire servizi innovativi e a prezzi vantaggiosi, nel campo della gestione e dello smaltimento dei rifiuti speciali. Le aziende che entreranno nella partnership firmeranno un contratto con Herambiente della durata di un anno, che permetterà di risparmiare tra il 5 e il 7% rispetto ai prezzi di mercato. Confindustria ha provveduto nei mesi scorsi a censire le esigenze delle aziende associate. Le prime 85, che hanno già dato una pre-adesione, producono rifiuti per circa 48 mila tonnellate all’anno. Le stime parlano di un quantitativo totale che potrebbe superare le 150 mila tonnellate all’anno. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata Terna: 8 mld di investimenti al 2020 Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com 33 Luigi Zunino, fondatore ed ex azionista di controllo, ha confermato ieri, su richiesta della Consob e dopo le indiscrezioni di stampa, di aver presentato a Risanamento e ai suoi principali azionisti una proposta di acquisto delle azioni della società immobiliare. L’offerta, se accettata, comporterebbe il lancio di un’opa obbligatoria sulle azioni. Zunino si propone così di riacquistare la società da lui fondata nel 2002, ma salvata dal fallimento dalle banche creditrici nell’estate del 2009. Gli istituti soci di Risanamento sono Intesa Sanpaolo (35,9%), Unicredit (14,4%), Bpm (6,6%), Banco popolare (3,5%), Mps (3%). Pe r r i l e v a r e q u a s i l’88% delle azioni, Zunino propone di pagare 0,25 euro ad azione. La proposta è stata illustrata ieri nel corso del cda di Risanamento e il consiglio ha deciso di tornare a riunirsi a fine mese per prendere una decisione. Tuttavia, l’offerta vede fortemente contrario il fronte delle banche creditrici che furono chiamate a salvare la real estate company dal default. Sarebbero, in particolare, Intesa Sanpaolo e Unicredit, i due principali azionisti di Risanamento a essere scettiche. Tre i motivi addotti. Il primo è la solvibilità di Zunino, tutta da verificare dopo il tracollo sfiorato nel 2009. Su questo fronte, rimane peraltro aperta la partita sul piano giudiziario. La seconda ragione, strettamente connessa alla prima, è che un ritorno di Zunino in una posizione apicale nell’azienda è ritenuta un’ipotesi da scongiurare. In terza istanza, sono state proprio Unicredit e Intesa Sanpaolo a portare la Qatar holding al tavolo delle trattative e a permetterle di formulare quella che un’altra fonte definisce «la più concreta tra le offerte attualmente sul tavolo» del consiglio. A fine mese, il cda dovrà anche prendere una decisione in merito all’offerta, avanzata da Fimit, su Milano Santa Giulia. Ieri infatti non è stata presa alcuna decisione sulla grande area in fase di sviluppo alla periferia est di Milano, per la quale sono arrivate sul tavolo consigliare tre distinte offerte. Ieri il titolo ha chiuso a 0,247 euro, +6,59%. Terna investirà, nel piano di sviluppo 20132020, 7,9 miliardi di euro sull’intero territorio nazionale. Lo ha spiegato l’a.d. della società che gestisce la rete di trasmissione di energia elettrica in Italia, Flavio Cattaneo, in occasione della presentazione a Capri dell’avvio dei lavori del collegamento sottomarino CapriTorre Annunziata. Gli interventi produrranno risparmi per 330 mln annui per cittadini e imprese. Il collegamento fa parte di un progetto più ampio di circa 2,3 mld di investimenti per unire la Campania alle isole; inoltre rientra nel piano per l’ammodernamento della rete IN EDICOLA Sabato 8 Giugno 2013 elettrica campana di Terna che ha programmato interventi per oltre un mld, pari al 12% dell’intero piano di sviluppo 2013-2020. Il piano riguarderà l’implementazione della linea di trasmissione Foggia-Benevento e l’ottimizzazione di quelle del napoletano e di quelle sorrentine. «In pratica, l’investimento copre quasi tutta la regione per sistemare abbastanza la parte elettrica», ha sottolineato Cattaneo. L’investimento rappresenta un punto del pil regionale e «rimane, in termini di lavoro e di occupazione», dato che le imprese coinvolte sono tutte sul territorio. TRONCHETTI © Riproduzione riservata RIFIUTI © Riproduzione riservata 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI DELLE POLIZZE INDEX LINKED DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 15 MAGGIO 2013 VALORE AL 15/05/2013 PRODOTTO INDEX http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it Index Up 1-2008 EMITTENTE TITOLO OBBLIGAZIONARIO 98,240 MORGAN STANLEY CARISMI Più Certezza 8 101,500 UNICREDIT S.p.A. Carismi Più Certezza 9 98,200 PRODOTTO INDEX VALORE AL 15/05/2013 Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 Lombarda vita 6&6 99,200 104,490 MEDIOBANCA S.p.A. EMITTENTE TITOLO OBBLIGAZIONARIO EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH MOODY | S&P | FITCH Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+ Baa2 | BBB+ | BBB+** SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+ - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+ EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV MOODY | S&P | FITCH A1 | A+ | A Baa1 | A | A+ Lombarda vita 6&6 New 104,320 MORGAN STANLEY Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 112,250 ABN AMRO BANK NV Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 103,090 NIBC Bank NV LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 103,690 MEDIOBANCA S.p.A. Lombarda Vita Classic Markets 103,314 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A Lombarda Vita Classic Markets New 104,160 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Lombarda Vita Euro Sector 104,380 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A2 | A+ | A+ Lombarda Vita Euro Sector New 104,100 BANCA IMI S.p.A. BNP PARIBAS A2 | A+ | A+ A3 | A | A SOCIETÉ GENERALE - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL - | BBB+ | - - | BBB+ | BBB+ BNP PARIBAS A3 | A | A A2 | A | A+ A1 | A+ | A A2 | A+ | A+ Baa3 | BBB- | BBB+ * Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl - ** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A. - (1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte SEMPREINDIPENDENTE 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it M E R CAT I E F I NA N Z A Sabato 8 Giugno 2013 35 La società di Banca Intesa potrà investire fino a 100 mln di dollari Eurizon sbarca in Cina Prima sgr italiana a ottenere certificazione http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it E urizon capital (Intesa Sanpaolo) ha ottenuto lo status di Qualified foreign institutional investor (Qfii), che le consentirà di investire direttamente on-shore in diverse asset class del mercato finanziario cinese attraverso i propri fondi, per massimi 100 mln usd. La società investirà la quota assegnata attraverso nuovi comparti nell’ambito della gamma lussemburghese entro i prossimi sei mesi. «È la prima sgr appartenente a un gruppo bancario italiano a ricevere la licenza di Qfii, a oggi assegnata a un numero limitato e selezionato di operatori internazionali» ha sottolineato Mauro Micillo, a.d. di Eurizon. «Il raggiungimento di questo traguardo è stato possibile grazie alla volontà strategica di Ca’ de Sass di continuare la propria espansione commerciale nel mercato finanziario cinese». La qualifica di Qfii consentirà di cogliere le opportunità offerte dal mercato azionario delle A-Share, in cui sono quotate numerose small cap cinesi. I fondi potranno inoltre investire direttamente in bond on-shore. Infine, l’esposizione al renminbi permetterà agli investitori di beneficiare del continuo apprezzamento valutario verso il dollaro. «Conserviamo un outlook positivo sul mercato cinese, sia per il comparto azio- nario delle A-Share, sia per la rivalutazione del cambio», ha concluso Micillo. Il completamento dell’iter si è concluso a maggio con l’assegnazione di una quota di investimento per 100 milioni di dollari, da parte della State administration of foreign © Riproduzione riservata Aumento in Etruria La Popolare bilanciata, piano B di Bonomi Il cda di Banca Etruria ha definito le modalità dell’aumento di capitale a pagamento, finalizzato al presidio patrimoniale e al consolidamento degli obiettivi di sviluppo. Saranno emesse 166.666.657 azioni ordinarie, prive dell’indicazione del valore nominale, per massimi 99.999.994,20 euro, da offrire in opzione agli azionisti a 0,60 euro ad azione. Le azioni saranno offerte nel rapporto di 17 nuove ogni 5 detenute. Il presidente del consiglio di gestione di Popolare Milano, Andrea Bonomi, sta lavorando alla revisione della governance, con una soluzione intermedia: la «popolare bilanciata». Il progetto punterebbe a mantenere il modello della cooperativa, imperniato sul voto capitario, però evolvendolo. Sarebbe prevista una riduzione del numero dei membri del consiglio di sorveglianza, alzando la quota dei posti riservati agli investitori istituzionali. Le modifiche statutarie sarebbero sottoposte a un’assemblea straordinaria da convocare per settembre, prima dell’aumento da 500 mln. «Un cds quasi al 50% costituito da rappresentanti degli investitori istituzionali limiterebbe l’interferenza dei soci dipendenti nella gestione di Bpm», ha commentato Mediobanca securities. Tuttavia, la mancata trasformazione in spa «probabilmente non consentirà un appeal speculativo per Bpm». Bankitalia: in aprile -3,7%. Sofferenze salite al 22,3% Continua il calo dei fondi alle aziende I exchange, alla controllata lussemburghese Eurizon capital. Precedentemente, si era concluso il primo passaggio della procedura, con l’ottenimento della licenza di Qfii da parte della China securities regulatory commission. n aprile è rimasta sostenuta la crescita della raccolta bancaria, mentre è proseguito il calo degli impieghi al settore privato con una contrazione maggiore In una nota sulle banche, Berenberg ha confermato racper i prestiti alle imprese ricomandazione e target price su Intesa Sanpaolo e UniCrespetto a quelli per le famiglie. dit. La casa d’affari ha mantenuto una visione negativa, Secondo Bankitalia, il tasso confermando prezzi obiettivi inferiori alle attuali quotadi crescita annua dei depositi zioni di mercato, anche se ha preferito gli istituti italiani del settore privato è rimasto rispetto a quelli spagnoli per la regolamentazione, il capisostenuto, attestandosi in tale, i dividendi e le valutazioni relative ai rischi. aprile al 7,1% (7% a marzo). A livello macroeconomico, gli analisti hanno scelto le Il tasso di crescita sui dodici banche italiane per la minore percezione che potrebbero mesi della raccolta obbligazioavere gli operatori del rischio sovrano del paese, rispetto naria è stato del -3% (-3,3% in alla Spagna nel breve termine, dal momento che c’è una marzo). minore disoccupazione in Italia, mentre in Spagna si I prestiti al settore privaprevede un aumento delle politiche di austerity. to hanno registrato un calo, La casa d’affari ha evidenziato poi che gli istituti spasu base annua, del 2,3% gnoli presentano un maggior rischio di perdite su crediti, (-1,7% a marzo). I prestiti dato che la regolamentazione del paese per il riconoscialle famiglie sono scesi delmento delle perdite su crediti «si sta allineando con quella lo 0,8% sui 12 mesi, come di Bankitalia». Inoltre, secondo gli esperti, le banche italiain marzo; quelli alle società ne si sono già adeguate maggiormente ai requisiti richiesti non finanziarie sono diminuda Basilea 3, specificando che Intesa Sanpaolo e Unicredit iti del 3,7% (-2,8% a marzo). presentano una politica di dividendo sostenibile. Il tasso di crescita sui 12 Nonostante tutte queste considerazioni, gli analisti mesi delle sofferenze è stato hanno confermato la visione negativa di lungo periodo del 22,3% (21,7% a marzo). sulle banche italiane, perché «stanno perdendo il loro I tassi d’interesse erogati alle vantaggio storico di un maggior net interest margin rifamiglie per l’acquisto di abispetto ai peer europei». tazioni sono stati del 3,95% © Riproduzione riservata (3,90% a marzo); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono diminuiti al 9,48% % (9,64 (9 64 a mar- a 1 milione sono cresciuti al 3 3,12% 12% (2 (2,93%). 93%) zo). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle I tassi passivi sul complesso dei depositi in società non finanziarie di importo inferiore a essere sono rimasti sostanzialmente stabili 1 milione di euro sono stati del 4,39% (4,36); all’1,14% (1,16% a marzo). quelli sui nuovi prestiti di importo superiore © Riproduzione riservata Berenberg preferisce banche italiane a spagnole /-3.('+ $./,/-%$./ $,$-%0/ ('(,(*$,(4+$/.2+8 /,/-%$./$,$-%0/ 2(, )$5 /2081*). 2/20'&12&/.17*1)*&+)& 5*0*).&17*352(*)85&&3*57&&.6*16.)*//C&57 )*/,61 (21./6.67*0&)*//C2+ +*57&*(2120.(&0*17*3.=9&17&,,.26&&57 )*/,61 ./6*59.;.2).5*+*;.21* 6(2/&67.(&3*5./3*5.2)2 ? 03257235*68172)*//C&33&/72B 2/75*.9& @5*;;23&672A81.7&5.2&'&6*)C&67&&B 2/75*.9&).(8.B 48&/.21*5.3*5/&6.(8 5*;;&12162,,*77.&5.'&662 !*50.1*35*6*17&;.21*2++*57*,.2512 25* */*'5&;.21*)*//&,&5& >6*)87&38''/.(&./ ,.2512 25* &3.72/&72 3*(.&/* )C&33&/72 * &//*,&7. 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