Indicazioni scientifiche sulla rilevanza delle tecniche di rilassamento
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Indicazioni scientifiche sulla rilevanza delle tecniche di rilassamento
PROGETTO DI PROMOZIONE DELLA SALUTE L’interesse della ricerca scientifica nel corso degli ultimi decenni si è spostato sempre di più verso l’identificazione dei fattori di rischio che concorrono allo sviluppo delle varie patologie. Lo stesso concetto di “malattia” concepita come insieme di disfunzioni fisiologiche e alterazioni somatiche è sembrato nel corso del tempo troppo restrittivo e fonte di ambiguità. Le prime ricerche frutto di tale prospettiva si sono focalizzate soprattutto sul ruolo degli eventi stressanti, i così detti Life Change Units (Holmes e Rahe, 1967)1 nello sviluppo e nell’incidenza di diverse patologie, tra le quali diabete, ulcera duodenale, problemi cardiovascolari ecc. Altri studi hanno invece sottolineato l’influenza della percezione soggettiva dell’evento, (piuttosto che il suo peso specifico nell’unità di tempo), nel determinare specifiche modificazioni psicobiologiche (Lazarus, 1966; Chiriboga, 1977).2 Diversi studiosi partendo dalle osservazioni cliniche e dai resoconti offerti dai loro pazienti hanno ipotizzato che la presenza di disturbo nella capacità ad identificare ed esprimere le emozioni predisponesse allo sviluppo di alcune malattie psicosomatiche. La ricerca più approfondita sulla relazione tra caratteristiche psicologiche e malattia probabilmente è quella sulla predisposizione al rischio coronario. Un massiccio progetto di ricerca su 3500 uomini (Western Collaborative Group Study) ha evidenziato che nella personalità di tipo A, che presenta tratti quali, ostilità, competitività, 1 Holmes T., Rahe R. (1967) “The social readjustment rating scale” J. psych. Research 11; 213216 2 Lazarus R. (1966) ADJUSTMENT AND PERSONALITY. NY Mc Graw-Hill Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - impazienza, aggressività, il rischio di infarto aumenta da due a quattro volte. I ricercatori hanno portatolo stesso risultato anche replicando lo studio su un campione femminile. (1949)3 Paul MacLean ha evidenziato come molti pazienti psicosomatici manifestino una forte incapacità a mentalizzare e a verbalizzare le proprie esperienze emotive. L’autore ha inoltre ipotizzato che tali affetti disturbanti invece di trovare adeguata espressione nella parola, utilizzino come canale privilegiato le vie nervose autonome, dando così luogo a una sorta di “linguaggio organico” che alla lunga è in grado di provocare alterazioni nell’attività del substrato fisiologico. Intorno agli anni ’60 altri studiosi (Marty e de M’Uzan 1963) sollecitati da tali operatorio” ricerche coniarono il termine di “pensiero per descrivere una modalità di funzionamento mentale caratterizzata da realtà, preoccupazione povertà immaginativa, adesione alla per i minimi particolari e incapacità di produrre fantasie, osservando come questo tipo di attività intellettuale fosse collegata a quadri di malattia psicosomatica. Queste ricerche incentrato sul hanno ruolo aperto delle un fertile emozioni terreno come di studi organizzatori dell’esperienza umana (Bion 1962)4 e aperto la strada allo sviluppo di una nuova disciplina; la medicina comportamentale. La medicina comportamentale si fonda sull’assioma dell’assoluta interconnessione tra mente e corpo e sottolinea come le emozioni, i pensieri, gli atteggiamenti verso il proprio corpo e la malattia abbiano una influenza rilevante nella salute. Conseguenza di questo modello è la concezione dell’individuo 3 MacLean P. (1949) “Psychosomatic disease and the visceral brain: recent developments bearing on the Papez theory of emotion” Psych Medicine II, 338-353 4 Bion W. (1962) APPRENDERE DALL’ESPERIENZA. Trad It Armando Roma 2 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - nella sua dimensione biopsicosociale (Engel 1980)5 e come agente attivo nella cura di stesso. In sintesi dunque, tutti gli sudi fino ad ora citati evidenziano che la salute è strettamente connessa al nostro modo di pensare, di sentire e di rappresentare la realtà . Così come sottolineato da Kabat-Zinn (2004 pag. 149)6 nel suo programma per la riduzione dello stress, presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts : “pensieri e convinzioni che alimentano un senso di disperazione e impotenza, ostilità e mancanza di impegno e fiducia verso la vita sembrano avere effetti particolarmente tossici; d’altro canto altri modi di pensare legati alla fiducia nella propria capacità di cambiare, ad un intenso coinvolgimento nella vita, alla sua comprensibilità e gestibilità, sembrano associati a una maggiore resistenza fisica e alla salute”. È chiaro tuttavia che le ricerche citate, basate su valutazioni statistiche, non pongono un rapporto di causalità diretta tra malattia e stile di pensiero, ma certamente mettono in luce come il modo di interpretare la realtà possa essere considerato come un fattore di rischio o protettivo, (a seconda dello stile appunto), nello sviluppo di un determinato disturbo. Tecniche particolarmente efficaci nell’osservazione e nella modifica dello stile di pensiero e nel produrre rilassamento e benessere sono state indicate nella Mindfulness (Kabat-Zinn dal 1982 al 2004) nel rilassamento Jacobson(1911,1917,1920,1930,1940,1964)7, 5 frazionato e nel di Training Engel G.(1980) ”the clinical application of the biopsychosocial model” Amer. Journ. Psyc. 137; 535-544 6 Kabatt-Zinn J. (2004) VIVERE MOMENTO PER MOMENTO. Corbaccio 7 Jacobson E. (1911) “On meaning and Understanding” Am. J. Psychol, 22; 553-577 Jacobson E. (1917) “The reduction of gastric acidity” J. Am. Med. 69; 1767-8 Jacobson E. (1920) “The use of Relaxation in Hypertensive states” N. Y. Med Journ. 61; 419 Jacobson E. (1930) “Electrical measurements of neuromuscular states during mental activities” Am Journ. Physiol 91; 567-608 3 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - Autogeno di Schutlz (1932)8. Vi sono innumerevoli indicazioni sull’efficacia della Mindufulness in vari stati patologici raccolte dal Center for Mindfulness in Medicine, Health Care, and Society presso l’università del Massachusetts che appartengono ad oltre un ventennio di studi. (1982-2004) Tra tali ricerche possiamo citare: - Kabat- Zinn R., Schumacher J., et al “Alteration in brain and immune function produced by mindfulness meditation” Psychosomatic Medicine (2003) 65; 564-570 - Kabat- Zinn R. “Mindfulness-based interventions in context: past, present e future” Clinic Psychology Science Practise (2003) 10; 144-156 - Saxe G., Hebert J., et al “Can Diet in conjuction with stress reduction, affect the rate of increase in prostatespecific antigen after biochemical recurrence of prostate cancer?” Jour. Of Urology 2001 166; 2202-2207 - Kabatt- Zinn R., Chapman A., Salmon P. “Relationship of cognitive and somatic components of anxiety to patient preference for different relaxation techniques” Mind-Body Medicine” (1997) 2; 101-109 - Miller J., Fletcher K., et al “Three-year follow-up and clinical implications of a Mindfulness meditation-based stress reduction intervention in the treatment of anxiety disorders” Mind-Body Medicine” (1997) 2; 111-118 - Kabatt- Zinn R., Lipworth L., et al “four year follow-up of a meditation-based program for the self-regulation of chronic pain: treatment outcomes and compliance” Clinic Journal of Pain (1986) 2; 159-173 Jacobson E. (1940) “The direct measurement of nervous and muscular states with the integrating neurovoltmeter” Am. J. Psyc. 97; 513-23 Jacobson E. (1964) SELF OPERATIONS CONTROL Lippincot, Philadelphia 8 Shultz J. (1932) IL TRAINING AUTOGENO. TRAD IT FELTRINELLI ED 4 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - - Kabatt- Zinn R., Lipworth L., “the clinical use of mindfulness meditation foe the self-regulation of chronic pain” Journal of Behavioral Medicine (1985) 8; 163-190 - Kabatt- Zinn R. “An out-patient program in Behavioral Medicine for chronic pain patients based on the practice of mindfulness meditation: Theoretical considerations and preliminary results” General Hosp. Psychiatry (1982) 4; 33-47 - Davidson R., Kabatt- Zinn R., Schumacher I., et al „Alterations in brain and immune function produced by maindfulness meditation" Psychosomatic Medicine 2003 (65) 564-570 - Group Wellness Program for Chronic Pain and Disease Management. Kabatt- Zinn R., Foreword J. ButterworthHeineman, Philadelplhia, 2003 Tra le molteplici aree di indagine possiamo citare come esempio di intervento quella legata alla psoriasi. La psoriasi è una malattia della pelle prodotta da una funzionalità alterata delle cellule dell’epidermide che comporta lo sviluppo di chiazze rossastre che tendono a squamare. La terapia standard risulta essere la fototerapia e la fotochemioterapia. La gravità e l’estensione della malattia sembrano correlate a stress emotivi e ad altri fattori non ancora ben identificati. In questo studio (1988)9 23 persone affette da psoriasi da moderata a grave vengono assegnate in modo casuale a 2 gruppi. Al primo gruppo (gruppo sperimentale) insieme alle sessioni di fototerapia viene insegnato ai soggetti a prestare attenzione al respiro e a concentrarsi sulle proprie sensazioni corporee durante 9 Bernard J., Kabatt-Zinn J. (1988) “Effevtiveness of relaxation and visualization techniques as a adjunct to phototherapy and photochemotherapy of psoriasis”. J. Am. Ac. Derm. 19; 572-73 5 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - la seduta di fototerapia. In seguito vengono invitati a visualizzare nella propria mente come la luce ultravioletta rallenti i processi di divisione delle cellule della pelle. I pazienti del secondo gruppo vengono trattati solo con la terapia standard senza ulteriori indicazioni. Entrambi i gruppi effettuano 40 sessioni di fototerapia in 12 settimane. I risultati hanno messo in evidenza che nel primo gruppo (identificato come “meditatori”) le chiazze cutanee guariscono molto più rapidamente, e in 10 casi su 13 risultano completamente scomparse. Nel gruppo di controllo tale risultato è stato raggiunto solo da due persone su 10. Naturalmente questo studio vista la numerosità del campione ha rappresentato l’attenzione soltanto dei un’esplorazione, ricercatori intorno ai ma ha benefici accresciuto effetti della mindfulness. Tali risultati sono stati replicati in una ricerca nel 199810, e hanno coinvolto 37 pazienti (20 donne e 17 uomini) assegnati in modo casuale a 2 gruppi come nello studio precedente e trattati con fototerapia e mindfulness. I risultati hanno dimostrato che il gruppo trattamentale guariva in percentuale quattro volte superiore rispetto al controllo. Tali dati hanno messo in luce importanti implicazioni positive dell’uso della mindfulness. Vista la rapidità dei risultati, i pazienti necessiteranno di un minore quantitativo di sedute di fototerapia, ciò comporta una significativa riduzione dei rischi di cancro della pelle e una 10 Kabatt-Zinn J., Wheeler E., Light T. et al (1998) “Influence of a mindfulness-based stress reduction intervention on rates of skin clearing in patients with moderate to severe psoriasis undergoing phototherapy (Uvb), (PUva)” Psych Med 60; 625-32 6 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - riduzione dei costi sanitari legati alla cura della psoriasi (Stern R., Laird 1994)11 articolo sulla psoriasi Recentemente la Mindfulnessè stata oggetto di ricerca anche presso l’università del South Carolina, e gli autori che se ne sono occupati tra i quali la ricercatrice Bonadonna Ramita (2003) 12 hanno osservato che i pazienti in grado di gestire e ridurre lo stress manifestano una minore quantità di sintomi, maggiori capacità di recupero e una qualità di vita significativamente più alta. Il successo delle tecniche di rilassamento nel trattamento e nella prevenzione di gravi patologie ha stimolato numerose ricerche e ad oggi possiamo ritrovare in letteratura anche un’importante mole di studi sul rilassamento frazionato e sul training autogeno. Sono numerosi i riscontri positivi: - sull’ipertensione arteriosa (Lasser N., Batey N., et. Al. 1987, Schneider R., Staggers F., et. Al. 2005), - sulle applicazioni in ambito oncologico (Dimeo T., Thomas F., et al. 2004, Molassiotis A., Yung B., et al 2002), - sul trattamento delle malattie respiratorie (Lehrer P., Hochron S., 1994, 1997) - sul controllo della cefalea (Arena J., Hightower G. 1988, Murphy I., Lehrer P., 1990) - sui pazienti affetti da HIV (Ludgendorf S., Antoni M., et al 1997) - sulla gestione del dolore cronico Luminet O., 2002, Moffet J., (Gay M., Philippot P., Torgerson D. et al 1999, Hoffmann B., 1977) - sulle tossicomanie (Hoffmann B., 1977) - sui disturbi sessuali (Hoffmann B., 1977) 11 Stern R., Laird N., et al (1994) « Cutaneous squamous-cell carcinoma in patients treated with PUVA » N. Eng . j. Med 310; 1156-1161 12 Bonadonna R. (2003) HOLIST NURS PRACT 17; 309-319 7 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - Tutte le indagini sopra citate evidenziano come le tecniche di gestione dello stress hanno una ricaduta positiva su: - qualità della vita del paziante - livello di benessere percepito - qualità della vita dei familiari coinvolti nella malattia del paziente - riduzione dei rischi connessi ad un uso eccessivo e continuato delle terapie (es ricorso a psicofarmaci) Dati costi sociali prodotti dalla malattia. tali elementi si può auspicare l’attivazione di un servizio/corso di riduzione dello stress che affianchi la medicina tradizionale nella presa in carico del paziente. CORSO DI RIDUZIONE DELLO STRESS Il corso si pone un obbiettivo molto semplice: offrire un metodo per far fronte allo stress ed al dolore con maggiore consapevolezza ed efficacia. Secondo l’approccio della Medicina Comportamentale la persona viene attivata in termini di potenziamento delle proprie capacita’ di autoguarigione in un ottica di di profonda interazione tra Mente e Corpo sia nella salute che nella malattia. Pertanto, per fedelta’ all’obbiettivo prefissatoci, la macrostruttura di ogni incontro e’ stata cosi’ ideata: a. Lezione teorica; b. Training di tecniche di rilassamento alternate con pratica di Mindifullness; c. Condivisione delle esperienze; d. Assegnazione del training dell tecnica acquisita da effettuare nel corso della settimana. 8 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - Questa tecniche prevedono un applicazione tanto in percorsi di gruppo quanto in percorsi individuali. TECNICHE DI RILASSAMENTO IMPIEGATE Le tecniche di rilassamento che vengono utilizzate sono: Tecniche di Rilassamento muscolare progressivo (RMP). Tecniche di Training Autogeno. PRATICA DI MINDFULLNESS O MEDITAZIONE DI CONSAPEVOLEZZA Le tipologie di pratiche di Meditazione di consapevolezza utilizzate sono: Meditazione del mangiare. Pratica strutturata basata sulla consapevolezza focalizzata sull respiro. Pratica non strutturata basata sulla consapevolezza focalizzata sul respiro. Meditazione seduta. Esplorazione del corpo. Meditazione del camminare. Camminata pazza Meditazione della Montagna Meditazione emotiva DESCRIZIONE DELLE TECNICHE IMPIEGATE A. LE TECNICHE DI RILASSAMENTO 1. Tecniche di Rilassamento Muscolare Progressivo: 9 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - Obbiettivo: aiutare la persona ad imparare a controllare il proprio rilassamento attraverso la contrazione ed il rilascio di specifici gruppi muscolari: 1. ARTI SUPERIORI 2. ARTI INFERIORI 3. REGIONE DEL TRONCO 4. REGIONE DELLE SPALLE 5. REGIONE DEL COLLO 6. REGIONE DEGLI OCCHI 7. REGIONE DELLA BOCCA 2. Training Autogeno: Alla persona si propone un trainig di esercizi specifici che hanno come obbiettivo l’acquisizione di un metodo che permetta una modificazione delle senzazioni somatiche in termine di piacevole senzazione di calma e benessere. Gli esercizi impiegati sono i seguenti: B. ESERCIZIO DELLA PESANTEZZA ESERCIZIO DEL CALORE ESERCIZIO DEL CUORE ESERCIZIO DEL RESPIRO ESERCIZIO DEL PLESSO SOLARE ESERCIZIO DELLA FRONTE PRATICA DI MINDFULLNESS O MEDITAZIONE DI CONSAPEVOLEZZA La pratica di mindfullness e’ un addestramento all’acquisizione di maggiore consapevolezza e padronanza di se’, basato sulle intrinseche capcita’ di ogni persona di rilassamento e di osservazione interna. La consapevolezza si acquisisce attraverso un progressivo addestramento a concentrarsi a mentenere desta l’attenzione a 10 Dott.ssa Stefania Sciortino - Psicologa Ψ Psicoterapeuta - cose che normalmente si ignorano e che, pertanto vengono vissute in maniera automatica. In altri termini, questa pratica consiste nel mantenere l’attenzione moemento per momento focalizzandosi su cio’ che succede nel presente: consapevolezza e’ attenzione, e’ guardare dentro di se’ in uno spirito di autoindagine e autocomprensione. La pratica di mindfullness e’ un training che permette un apprendimento a fermarsi, a dedicare tempo a se stessi, a nutrire calma e autoaccettazione, ad osservare momento per momento l’attivita’ della mente senza esserne sopraffatto in quanto ci si (atteggiamneto pone del in un atteggiamento testimone). di Meditazione osservazione non significa controllare alcunche’, eccetto la direzione dell’attenzione. Campione: pazienti omogenei per patologia. Dott.ssa Stefania Sciortino 11