Il Natale e i bambini

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Il Natale e i bambini
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Laboratorio Genitori
DICEMBRE 2014
RIFLESSIONI CON I GENITORI
SUL SIGNIFICATO DEL NATALE
Il Natale si avvicina e porta, nonostante le difficoltà e gli influssi dei media, la ricerca di un
piccolo spazio di riflessione sul suo significato nella vita personale e della comunità
d’appartenenza. I genitori si pongono problemi circa il valore educativo che vogliono dare al Natale
e ai problemi che specifiche situazioni familiari possono porre. Riflettere insieme alle famiglie,
senza proporre soluzioni, ponendosi in un atteggiamento d’ascolto può essere un momento di vero
sostegno alla funzione genitoriale. Un piccolo momento d’incontro prima che si avvicini il momento
più consumistico del Natale (fatto di regali, organizzazione di feste, scambi di auguri…) può essere
una buona occasione per uno scambio di pareri e considerazioni educative.
Ci sono alcune tematiche che ritornano spesso nei discorsi delle famiglie. Il primo fra tutti e il
significato e il valore dei regali per i bambini, L’altro è come il momento di crisi economica influenzi
la festa del Natale per i nostri piccoli, con tutte le preoccupazioni pratiche ed educative. Ci sono poi
situazioni specifiche dell’organizzazioni familiari, sempre più frequenti, per cui i bambini vivono la
festa divisi fra due realtà, quella della mamma e quella del papà. Proponiamo alcuni spunti di
riflessione da proporre alle famiglie , magari davanti ad un caffè o ad una tazza di the.
Che cosa regalare ai bambini? Meglio giochi , cosiddetti, educativi oppure i giochi
che i bambini richiedono magari sotto l’influsso dei media?
Non è facile scegliere, sapendo che si può deludere l’attesa dei bambini nel giorno, più di tutti gli
altri, dedicato a loro. Non dobbiamo dimenticare che il Natale è per eccellenza Dono, il vero Dono
è l’amore di Dio per gli uomini e l’amore che abbiamo per i nostri bambini e quello che loro hanno
per noi. In questo senso è Natale sempre, ogni giorno.
La festa del S. Natale permette di far tornare alla mente i ricordi felici e semplici della nostra
infanzia, con le valenze affettive ad essi collegati. Spesso, la società dei consumi, stimola
l’attivazione di rappresentazioni di tale gioie, piaceri e atmosfere emotive. Allora il regalare assume
una funzione sociale di formalità oppure di richiesta di perdono o amore. Il dono, invece, è il
simbolo di qualcosa che ci lega agli altri, senza paure e condizioni. È la stessa differenza che
esiste fra il significato etimologico dei due termini. Regalare corrisponde a re-galà, cioè far mostra
di magnificenza, donare al re, ed implica un atto di favore, riconoscenza o premio. Donare, invece,
significa passare ad altri senza compenso, dedicarsi a qualcuno/qualcosa con impegno e
attenzione.
Donare è più bello che ricevere. Il piccolo oggetto, ma non solo, parla di me e del mio voler
condividere con te questo affetto.
Natale rappresenta, anche per i non credenti, un’ occasione di gioia e di festa. I doni
simboleggiano il dono più grande ricevuto dagli uomini. Dalla nascita di Gesù, per i cristiani, ogni
essere umano ha ricevuto il messaggio d’amore attraverso il Figlio. Dio ha voluto condividere con
l’umanità il bene più prezioso per portare la Buona Novella. Il concetto di condivisione è alla base
della tradizione del dono. La “caccia” ai regali, a volte, dissolve il piacere della ricerca dell’oggetto
Maria Antonietta Simeoli per La Giostra
© Fondazione Apostolicam Actuositatem. Nessuna parte del documento può essere riprodotta, in
qualsiasi forma o mezzo, senza citare la fonte (autore, rivista, sito e casa editrice).
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giusto. Quel piccolo oggetto che ci consente di pregustare il momento in cui l’altro, con stupore, lo
riceverà e con gioia si ricorderà di noi in futuro.
Il regalo ha oggi perso la sua caratteristica di eccezionalità e di novità. I bambini preparano veri
elenchi di doni graditi, letterine tanto particolareggiate che a volte contengono anche il costo dei
giochi. Eppure se noi educatori decidessimo di riattivare lo spazio dell’attesa e del desiderio,
sarebbe possibile superare le decine di giochi dimenticati dopo 10 minuti dall’aperture delle
scatole.
In fatto di giochi le scelte dei genitori raramente corrispondono ai desideri dei bambini che,
condizionati dalla pubblicità, non sempre apprezzano doni non elettronici o tecnologici. Che cosa
si può mettere in atto per conciliare ideali educativi e le attese dei bambini? Selezionare le
proposte dei bambini in modo accurato ma senza prevenzioni mentali, accompagnare un gioco da
loro desiderato ad un altro più tradizionale (sempre benissimo i libri, mappamondi, lenti di
ingrandimento o microscopio, palloni, piccole accessori di vestiario, puzzle, tombole…) meglio se il
loro acquisto è collegato ad iniziative di solidarietà . regali personalizzati spesso sono graditi dai
bambini, una tazza con il loro nome, l’asciugamano con le cifre del nome, la tovaglietta per la
colazione con una bella fotografia o immagine di animali, la maglietta con la stampa di una vostra
fotografia insieme o una bella frase. Sarà importante anche utilizzare i giochi insieme ai piccoli in
modo che possano collegare l’oggetto alla relazione affettiva di cui è simbolo. Inoltre è bello
condividere con i figli le scelte fatte o un progetto di sostegno a favore di realtà meno fortunate
delle nostre. Natale è anche questo: ricordarsi che facciamo parte di un mondo di persone più
ampio e complesso.
Non dobbiamo dimenticare che i bambini si sentono a loro agio nel mondo dell’elettronica. Per noi
adulti non è così, ma i piccoli possono portarci nel mondo del computer e dei video giochi poiché
anche possiamo aiutarli, sostenendoli e guidandoli nelle loro scelte.
Quali giocattoli scegliere allora?
La scelta è ampia ed articolata, tanto da essere troppo vasta. La meraviglia che i bambini provano
davanti ad un presepe, alle strade illuminate, all’albero di Natale è il vero dono per loro. Fino ai 5-6
anni, e nel gioco anche molto dopo, i bambini vivono fra realtà e finzione. L’atmosfera del Natale è
per loro congeniale. I piccoli sono sottoposti a moltissime pressioni pubblicitarie e quando ci
indicano un gioco da comperare sono sotto l’effetto ipnotizzante dei mezzi di comunicazione. Il
gioco di Natale deve essere quello più desiderato e atteso Oggi i bambini ricevono continuamente
doni, gratificazioni anche senza chiederli esplicitamente. Il regalo ha perso l’aspetto di
eccezionalità, di attesa, di sogno. Quello di Natale avrà la funzione di aiutare i piccoli a sognare,
proiettandosi nel futuro, attendere per uno scopo desiderato, immaginare e desiderare.
Non conosciamo i tuoi figli e, quindi non possiamo consigliarti giocattoli specifici ma possiamo fare
alcune riflessioni generali.
È meglio evitare doni troppo complessi che lasciano poco spazio alla fantasia. Il gioco deve
permettere al piccolo di agire in modo attivo, cioè che si possano utilizzare in molti modi e
trasformabili (pensa alle costruzioni o alle bambole che stimolano infinite possibilità ludiche). Non
dobbiamo pensare solo ai giochi con finalità educative, i bambini nell’attività ludica hanno
necessità di entrare nel mondo della finzione, di assumere ruoli diversi, inventare e costruire. Dopo
i 4 anni possono essere utili giochi da condividere con altri coetanei. È necessario che il gioco sia
sicuro, cioè che non rischi di diventare fonte di pericolo, tipici sono i bordi in metallo non
perfettamente lisci, parti di pupazzi che si staccano e possono essere accidentalmente ingerite,
colori non atossici (i più piccoli tendono a mettere in bocca tutto!)…
Il gioco più desiderato dai bambini è sempre…il tempo di giocare con mamma e papà, qualsiasi
cosa fatta assieme sarà un momento speciale. Per questo si possono anche realizzare una serie
di “buoni-gioco” per andare al cinema, fare una passeggiata, cucinare una cena speciale (magari a
base di toast o piccoli panini, una piccola torta), una gara di carte…Ogni piccolo giocattolo o libro
diventa speciale se si possono fare insieme ai genitori.
Il dono di un cucciolo va preso in seria considerazione perché è una scelta importante che non si
può fare sull’onda delle emozioni del momento.
Maria Antonietta Simeoli per La Giostra
© Fondazione Apostolicam Actuositatem. Nessuna parte del documento può essere riprodotta, in
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Sia nella scelta dei doni, qui consigliamo la classica letterina, sia nel caso che il bambino resti
deluso dai giochi ricevuti la comunicazione con i figli è importante. Dialogare, spiegare con
dolcezza e serenità favoriscono la comprensione che non si può avere tutto, che alcuni giochi sono
inadatti all’età e una piccola delusione di oggi può essere superata senza difficoltà. L’adulto è
consapevole che la frustrazione, adatta all’età del piccolo, aiuta a crescere.
I libri sono una fonte inesauribile di fantasia ed un regalo per tutte le età e specificità personali. Si
possono anche trovare racconti sui piccoli problemi dei piccoli (alimentazione, autonomia, problemi
scolastici, sentimenti…) che ogni bambino affronta, sarà questo un dono quindi un dono
personalizzabile.
Molti bambini chiedono tanto, continuamente e con costanza. Che significato può
avere allora il regalo di Natale, quello che dovrebbe essere il dono più bello
dell’anno?
È questo un problema che arrovella il cuore e la mente di moltissimi genitori, sicuri di non far bene
ad assecondare l’atteggiamento dei bambini ma incapaci dire basta a questo meccanismo di
richieste continue. La pubblicità opera sul bisogno di identificarsi nel gruppo, di appartenenza,
della paura dell’esclusione dei nostri bambini e ragazzi. Eppure dobbiamo dire basta a questo tipo
di dinamiche perché possono risultare veramente pericolose per la felicità e serenità dei figli. Fra
adulti, ma anche con i bambini, dobbiamo seriamente discutere su ciò che serve veramente per
crescere, sui diritti veri dei piccoli, sui bisogni di tempo, attenzione, amore, gioco, fantasia,
creatività e…anche spazio per annoiarsi e semplicemente parlare. È la via più difficile ma è la sola
che mantiene vivi il desiderio, voglia di novità, comunicazione, relazioni vere e intelligenza.
Sappiamo che moltissimi bambini non devono neanche chiedere per ottenere, tutto viene loro
offerto senza bisogno di desiderare o di impegnarsi per ottenere. Le ricerche ci dicono che siamo
noi adulti spesso a favorire questo comportamento, quando accontentiamo spesso le loro richieste
non motivate, usciamo dal supermercato sempre con un piccolo dono, riempiamo la casa di giochi
che i bambini non guardano dopo poche ore, la vita di tutta la famiglia ruota solo attorno ai desideri
dei bambini e noi stessi compriamo oggetti inutili e inutilizzati.
Che cosa possiamo fare per i nostri bambini? Il buon esempio prima di ogni cosa, esplicitando a
loro le motivazioni delle scelte fatte, con le parole adeguate. Diamo di meno, molto meno in oggetti
ma piccoli rituali che rispondano alle vere necessità dei bambini. Ad esempio dieci minuti di
coccole e di parole mentre li riportiamo a casa, senza parlare di scuola e di impegni, oppure la
favola della buona notte. Sostituire i doni in oggetti con occasioni ed esperienza da svolgere
assieme, come una breve gita, una ricetta, la visita ad un museo o al planetario o semplicemente
un picnic. Lasciate passare sempre un po’ di tempo per un acquisto, anche valutando con i
bambini la robustezza, qualità, possibilità di durata e di utilizzo del gioco. Offrire materiali per
creare come carta, cartoncino, pasta di sale, oggetti da riciclare (su internet troverai moltissime
idee) in alternativa alla televisione, che deve avere un tempo ben definito durante la giornata.
Giochiamo e leggiamo insieme ai nostri bambini, è una bella risorsa che li rende forte e sereni,
diamo a loro piccoli impegni per la cura di se stessi, della propria stanza e della casa in questo
modo li rendiamo autonomi e responsabili. Cerchiamo di non risolvere i problemi al posto dei
bambini, offriamo loro la possibilità di sperimentarsi con le difficoltà in base all’età e alla situazione,
rassicuriamoli ma lasciamoli far da soli. Ogni piccolo problema superato è un gradino di fiducia in
sé. Le feste fra bambino devono restare tali, si tratterà di una piccola merenda e di un gruppo di
ragazzini che giocano insieme e non di una festa di adulti. Insegniamo a condividere i giochi, i
piccoli beni materiali e a porsi minuscoli obbiettivi da raggiungere. Si possono regalare buoni per
attività sportive, meglio se di gruppo, o culturali (libri, musica, teatro, arte…) possono alternarsi ai
video giochi e computer.
Maria Antonietta Simeoli per La Giostra
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Molte famiglie si trovano ad affrontare, con meno sicurezze economiche, le feste. È
un momento difficile. Come aiutare i nostri piccoli a sentire il Natale , comunque,
come momento di festa?
Sono sempre più frequenti le famiglie che si trovano in difficoltà economiche per la fragilità del
mondo professionale. Le ricerche ci dicono che la disoccupazione e la crisi economica portano
sempre un restringimento del mondo culturale ed affettivo delle persone e delle famiglie1
È chiaro che il difficile momento sociale richiede la presenza di tutti gli adulti coinvolti nel processo
educativo. Un Natale povero potrebbe anche diventare un’opportunità per rafforzare i legami
familiari, se questi si collocano in una “rete” di sostegno alla famiglia. Se pensiamo ai doni ricevuti
dai bambini negli anni del benessere economico, ci rendiamo conto di quanto poco siano stati
usati. I bambini, più degli adulti, chiedono al gioco di essere qualcosa di magico che possa
trasportare in mondi fantastici, dove vivere meravigliose avventure. Rispetto ai regali, pure molto
richiesti sotto la pressione pubblicitaria di mesi, in realtà per i bambini sono più significative
l’atmosfera creata e la relazione con la persona da cui riceve il dono. I bambini chiedono
attenzione e tempo, per fare, parlare, capire. Potresti spiegare con semplicità, e senza entrare in
troppi particolari che possano preoccuparli, le difficoltà di oggi, rassicurandoli per il futuro e
chiedendo la loro collaborazione per creare un Natale speciale.
Possiamo selezionare solo alcuni giochi che i bambini richiedono e poi dedicarsi alla
predisposizione dell’atmosfera natalizia, dedicando a loro il bene più prezioso e sempre più raro: il
tempo di fare insieme. Preparare con i bambini piccoli addobbi per la casa e l’albero di Natale, ad
esempio con la pasta di sale e le formine per i biscotti o piccoli oggetti da riciclare con una bella
passata di colore oro e argento. Lunghe collane di pasta alimentare colorate potranno diventare
belle ghirlande e moltissime scatoline da buttare splendidi pacchetti da appendere pieni di dolcetti
o biscotti fatti in casa. In rete troverai un mare di idee bellissime e a poco costo. Una passeggiata
nel bosco potrà essere l’occasione per raccogliere mille materiali naturali a cui aggiungere un bel
fiocco colorato, ma anche le conchiglie raccolte in estate al mare possono essere fonte di
ispirazione. Internet è una fonte di belle immagini da ritagliare e incollare per realizzare biglietti
augurali. Consigliamo soprattutto di creare momenti speciali in cui programmare con i cui bambini
la creazione di piccoli doni per amici e parenti. Momenti particolari saranno anche un giro in
biblioteca, la partecipazione a qualche evento di piazza che tutte le città offrono, costruire un libro
insieme, fare giochi on line sul Natale (ne esistono per tutte le età), riordinare vecchie fotografie,
truccarsi ed inventare favole a turno, visitare un Presepe meccanico o una bella chiesa…Mille
sono le opportunità per essere turisti nella propria città. Per loro potrai realizzare con poca spesa e
fotografie della famiglia tovagliette per la prima colazione, un cuscino, il tappetino per il mouse,
una maglietta…Se possiedi capacità manuali le possibilità sono infinite.
I bambini sentono fortemente il significato simbolico del Natale, sia psicologico che spirituale. Nella
Natività il bambino si identifica perché spera di essere stato atteso, amato e protetto come Gesù
Bambino. In quel bambino rivedere la grandezza dell’amore che riceve e che dona. I genitori
hanno la responsabilità di preservare e sviluppare la meraviglia del Natale, la spiritualità con i suoi
riti e le sue attese che non va “consumata”, ma vissuta con partecipazione e amore.
1
Le prime ricerche sono state svolte dopo la grande crisi economica americana degli anni ’20 e portarono interessanti
risultati sui cambiamenti educativi delle famiglie in situazioni di stress economico. I dati rilevarono che il restringimento
della vita sociale e culturale delle famiglie, in questi casi, è ben superiore alle difficoltà economiche. Essa si restringe per
il sentimento di inadeguatezza, fragilità e depressione collegata al livello di bassa autostima dei genitori che perdono,
anche parzialmente, la precedente situazione professionale. I dati sono ribaditi nella pubblicazione I figli della
recessione realizzato da Unicef-Innocenti nel 2013.
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Particolari situazioni di stress e di crisi esistenziale portano a sentire il Natale
vissuto assieme alla famiglia più allargata come ulteriore fonte di disagio. È giusto
per i bambini vivere le feste lontano dalle relazioni familiari, come nonni e zii, e
dalla propria comunità?
La cultura d’oggi ha ridotto i riti e le feste a consuetudini vuote di significato. Pochi di noi sono in
grado di viverli come momenti carichi di valori positivi, anche se stancanti e forse pieni d’allegra
confusione. Il rito, la festa di compleanno o un momento dell’anno da festeggiare, ancora di più
una cerimonia religiosa, ha lo scopo di canalizzare un’esperienza emotiva o spirituale all’interno
delle esperienze del gruppo. Il rito è legato alla vita, ai momenti critici o di crescita, alla
conoscenza e alle relazioni. Permette di collegare i sentimenti individuali (religiosi, spirituali o
evolutivi) con quelli della nostra comunità, riprovando l’esperienza d’appartenenza e di sostegno.
La funzione di sostegno, d’iniziazione, di passaggio, d’espiazione…, realizzate con altre persone
che si riconoscono nei simboli del rito, sono oggi momenti spesso senza significato, da concludere
velocemente attraverso gli oggetti e le formalità. Ridando al rito il valore di condivisione delle
esperienze e ponendo le persone al centro, slegandosi così dal culto degli oggetti, si potrà aiutare i
bambini a ritrovare il vero significato.
Frequentemente per chi non ha mai avuto una grande famiglia è difficile riconoscersi in questa e
pensare che sia un’opportunità per i bambini il confronto con cugini, zii, amici.., poiché il modello
che ognuno si porta dentro è quello vissuto nell’infanzia. I bambini però, in queste situazioni di
relazioni allargate, ricevono una grande ricchezza di relazioni. Possono così conoscere sia la
sicurezza dell’intimità della propria famiglia ristretta sia il confronto con modalità relazionali e stili
educativi della famiglia allargata.
Il Natale dei bambini di coppie separate è una realtà sempre più frequente, come
preparare i piccoli a questa esperienza? Quali mediazioni possono fare gli adulti
nell’interesse dei loro figli?
Le feste, e in particolare il Natale, sono un momento di stress per i figli di coppie separate e le loto
famiglie. Generalmente in sede di separazione si concorda una divisione delle vacanze natalizie
ed estive, in modo che i bambini possano, alternativamente, trascorrere momenti di riposo e svago
con entrambi i genitori. Al di là delle decisioni prese, soprattutto nei primi anni dopo la separazione,
è importante valutare ciò che può far star meglio i piccoli nelle diverse situazioni. Ciò dipende
molto dalla capacità dei genitori di mantenere una discreta qualità della loro relazione. La
possibilità di accettare la separazione dei genitori richiede tempi variabili in base al temperamento
dei piccoli, alla situazione relazionale precedente ed attuale della famiglia, alla serenità e sincerità
dei genitori e degli altri adulti, al rispetto che tutti avranno verso i bambini e i loro sentimenti. I figli
hanno il diritto a mantenere sempre un’immagine positiva dei propri genitori, anche quando hanno
evidenti colpe come coniugi.
Natale è un momento speciale per i bambini. Intorno tutto il mondo si prepara alla festa della
famiglia e dell’armonia mentre a loro è richiesto di vivere secondo turni l’amore dei genitori e di
sentirsi in qualche modo “spezzati” oppure in colpa per dover lasciare uno o l’altro genitore.
Le soluzioni possibili sono molte e dipendono, in genere, dalla capacità dei genitori di gestire le
proprie emozioni. I figli, nella maggior parte dei casi, preferiscono avere entrambi i genitori vicini
nei momenti più importanti (feste, compleanni, particolari attività scolastiche o sportive…). I
bambini non chiedono ipocrisia a papà e mamma, anche se i più piccoli generalmente sperano per
molto tempo una riconciliazione, domandano di riconoscere che si resta genitori sempre, anche
quando la separazione è stata difficile e burrascosa. Stare insieme ad entrambi i genitori sarebbe
una buona soluzione , anche solo per poche or, per esempio il pranzo oppure l’apertura dei doni.
Per molte coppie all’inizio ciò è difficile. Battute, sfrecciatine o peggio silenzi, rancore e disprezzo
feriscono la sensibilità dei figli.
Maria Antonietta Simeoli per La Giostra
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Allora meglio definire regole chiare, per esempio vigilia di Natale con la mamma e pranzo del
giorno successivo con il papà o viceversa. È necessario ricordarsi che la maggioranza dei bambini
recupera un benessere emotivo e relazionale entro un paio d’anni dalla separazione e che gli
adulti possono fare molto per favorire ciò con una reale e serena collaborazione, stabilità e
continuità nelle visite del genitore non convivente, un dialogo costante con i figli, flessibilità e
maturità nel gestire il proprio dolore da parte degli adulti coinvolti.
I nonni possono fare molto per essere un valido supporto per i piccoli, coltivando la relazione con i
bambini e mantenendo sempre discrezione e rispetto delle scelte dei genitori. Atteggiamenti di
ripicca, rabbia ed astio nei confronti dell’altro genitore alimentano solo il dolore dei bambini.
Cerchiamo tutti di pensare sempre al loro benessere, prima di ogni cosa.
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