Piano Formativo Regionale - Acconciatura estetica

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Piano Formativo Regionale - Acconciatura estetica
ALLEGATO B
P I ANO FORM ATI VO cod____
Linea 1- Sviluppo territoriale
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BENESSERE ACCONCIATURA ESTETICA
Piano per il settore benessere, acconciatura, estetica
R EGIONE LAZIO
Il Piano Formativo sarà allegato al/i Progetto/i di Formazione presentati nell’ambito dello stesso Piano
CARATTERISTICHE DEL PIANO FORMATIVO
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Da compilarsi a cura di FONDARTIGIANATO
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Ambito
di
riferimento
e
tipologia
dell’intervento
formativo
Settore/i
produttivo/i
Territorio/i
x Aziendale
x Interaziendale (possono afferire a tale ambito di riferimento progetti formativi che interessano due o più aziende che,
seppur collocate in Regioni/territori diversi, agiscono tra loro con forme di cooperazione/relazione produttiva e/o
organizzativa, fermo restando che il progetto formativo dovrà essere supportato da un accordo di partenariato e che
l’erogazione
dell’attività
coinvolga
tutte
le
imprese
beneficiarie
del
progetto)
x
Territoriale
x
Distrettuale
x
Filiera
x
Settoriale
x
Intersettoriale
x Individuale
BENESSERE ACCONCIATURA ESTETICA
Regione Lazio
Il presente Piano formativo, definito in accordo con le Parti Sociali costituenti il Fondo Artigianato Formazione, si fonda su
un’analisi di contesto economico-produttivo locale che tiene conto dell’andamento del settore artigiano a livello nazionale
nonché dei fabbisogni formativi e di competenze tecnico-professionali richieste dai lavoratori e dalle aziende artigiane laziali,
con focus specifico su quelle operanti nel settore del benessere, dell'estetica e dei servizi alla persona, che hanno registrato
negli ultimi anni una significativa espansione.
Priorità
Orientamenti
Obiettivi specifici
L‟indagine del Censis-STB “Benessere e salute secondo gli italiani” rilevava già nel 2001 una forte dinamicità e un grande
potenziale di sviluppo per il settore del benessere, collegata a una nuova e rinnovata attenzione al concetto di benessere
nelle sue diverse sfaccettature Le cure estetiche unitamente alla cura dell‟aspetto e allo stato di ben-essere (wellness) nella
sua globalità sono diventati un vero e proprio business. Il settore di riferimento, quindi, a differenza di altri, sembra non subire
la crisi economica con una produttività pari al 2 per cento del prodotto interno lordo (dati presentati a dicembre 2010
alla Camera dei Deputati in occasione della discussione della proposta di legge n. 3951).
Saloni di acconciatura e di estetica, centri di cura e di trattamenti estetici, effettuati manualmente e con macchinari altamente
evoluti e tecnologicamente sofisticati, hanno registrato specie nell'ultimo decennio un forte incremento e hanno preso piede
anche nel settore artigiano richiedendo un adeguamento delle competenze da parte del personale coinvolto nella gestione degli
strumenti, dei prodotti e dei processi di relazione con il mercato e la clientela. Si pensi poi ai protocolli e ai vincoli stringenti
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imposti agli operatori del settore dalle normative specifiche e dalla regolamentazione che inerisce le pratiche connesse a
massaggi, tatuaggi, abbronzatura con raggi UVA, piercing e onicotecnica, che nell'ultimo periodo hanno determinato la richiesta
di una crescente specializzazione e formazione continua, finalizzate a migliorare il livello di qualificazione e sviluppare le
capacità tecnico-professionali dei lavoratori, consolidandone la figura professionale, assicurandone la stabilità occupazionale e
consentendo alle aziende di generare valore attraverso il lavoro delle proprie risorse umane.
Se ciò ha determinato una elevazione della qualità nel mercato di riferimento, non vi è dubbio che sia la formazione a garantire
il mantenimento dei trend di sviluppo e per le aziende di piccolissime dimensioni la possibilità di adattarsi alla mutevolezza di
un contesto sempre più sfidante e competitivo sotto il profilo organizzativo, tecnico, tecnologico, di marketing.
Alla luce di quanto indicato, il presente piano si pone obiettivi finalità ed orientamenti generali e specifici come di seguito
indicato.
Finalità e orientamenti generali
In linea con le finalità generali espresse nell’Invito 1°- 2011 di Fondartigianato per la realizzazione di attività di formazione
continua per azioni mirate, per il presente piano formativo si evidenziano le seguenti priorità:
a) sviluppo di nuove competenze o rafforzamento di quelle espresse nel settore e territorio di riferimento per rafforzare il
sistema territoriale dell’artigianato e per determinare una maggiore competitività di impresa
b) miglioramento e valorizzazione delle organizzazioni e dei processi del lavoro, anche attraverso dispositivi innovativi e
politiche formative mirati a sostenere e promuovere interventi per specifici ambiti di azione o indirizzati a target mirati
di utenza
c) realizzazione di strumenti mirati, modelli organizzativi specifici, tipologie di innovazione produttive e di processo, che
prevedano anche l’integrazione con politiche di sostegno allo sviluppo economico-produttivo ed occupazionale e la
integrazione/collaborazione trasversale e tra Regioni e territori diversi;
d) rafforzamento del sistema delle competenze dei lavoratori, sostegno alla competitività delle imprese, sviluppo dei
territori, dei settori e degli specifici contesti produttivi locali attraverso opportunità formative tese a valorizzare il
capitale umano con priorità rivolta alla alta formazione tecnico – professionalizzante, organizzativa a manageriale, ma
anche trasversale;
e) innovazione delle metodologie e dei processi di apprendimento, attraverso la promozione di modelli di riferimento
condivisi di approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di buone prassi e l’apprendimento
collaborativo;
f) sostegno alla qualificazione delle competenze acquisite durante l’esperienza formativa e spendibili sul mercato del
lavoro regionale e interregionale, attraverso l’accesso a percorsi di formazione che consentano di sviluppare
competenze e formazione di eccellenza certificabili;
g) messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative di eccellenza utili a rispondere
al fabbisogno formativo, alla crescita professionale dei lavoratori e allo sviluppo della competitività delle aziende
artigiane nel mercato locale e globale, sostenendo la collaborazione con gli attori e i soggetti che fanno ricerca e sono
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l’eccellenza nei saperi (come università e centri di ricerca) per il trasferimento di conoscenze e lo sviluppo di
competenze di alto valore;
h) sostegno e diffusione della cultura della formazione continua, con particolare attenzione alle piccole e piccolissime
imprese.
Il presente Piano formativo comprende azioni di tipo "preventivo" e/o "curativo". Entrambe le tipologie di interventi sono
strettamente correlate ed integrate tra loro in quanto, se pur basate su logiche diverse, rappresentano fasi cicliche o periodiche
dei contesti produttivi.
Rientrano tra gli interventi del primo tipo quelli diretti ad anticipare fabbisogni formativi, alla crescita della formazione continua
finalizzati a migliorare la tenuta e la competitività dell’impresa sul mercato, ad affrontare le sfide dei nuovi mercati, prevenire
crisi settoriali, territoriali o aziendali ed accrescere le competenze professionali e l’occupabilità dei lavoratori, aggiornando e
migliorando le relative competenze professionali rispetto alle opportunità di mercato, alle innovazioni tecnologiche di prodotto e
di processo, alle modificazioni che intervengono nei processi produttivi, all’evoluzione delle professionalità e degli assetti
normativi di riferimento.
Hanno invece carattere curativo tutti gli interventi rivolti al mantenimento dei livelli occupazionali, al superamento di crisi
settoriali, territoriali o aziendali, alla diversificazione delle competenze professionali dei lavoratori, con particolare attenzione ai
lavoratori a rischio di obsolescenza professionale (ad esempio con basse qualifiche o lavoratori anziani).
Priorità e obiettivi specifici per la Formazione nel settore Benessere – linea 1 dell’invito 1°-2011
Il settore del Benessere si inserisce a pieno titolo nel segmento delle attività artigiane di servizio alla persona. Si tratta
solitamente di aziende di piccole dimensioni, che hanno dimostrato, in questi ultimi anni, una notevole capacità di
trasformazione ed una buona dinamicità, reagendo tempestivamente al cambiamento, che in questo settore risulta una
costante.
Dopo la crescita avuta negli ultimi decenni, le aziende del settore, nonostante i servizi di cura alla persona - tranne quelli
inerenti la salute – siano spesso considerati come bisogni non primari, pare abbiano attraversato senza particolare difficoltà la
crisi economica che ha investito le aziende di ogni genere e dimensione sia a livello nazionale che locale.
Questo dato è certamente correlato all'evoluzione culturale del concetto di benessere tout court, evoluzione che apre anche per
le piccole aziende artigiane interessanti opportunità, accompagnate da altrettanto significative sfide.
La regolamentazione data al comparto (legge 1/1990 e legge 174/2005) appare oggi non più adeguata, non solo per poter
tutelare e garantire la sicurezza e la salute degli utenti, ma anche per regolamentare lo svolgimento professionale e
consapevole della professione. La formazione e la preparazione professionale degli operatori assume quindi un ruolo
essenziale: non solo attraverso l'innalzamento del livello di preparazione di chi entra nel mercato del lavoro (cfr Indagine
Unioncamere Excelsior), ma anche attraverso la
formazione continua degli operatori, aspetto sul quale pare vi sia una generale attenzione anche nelle recenti proposte di
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legge per regolamentare il comparto. L'impiego efficace e sicuro dei nuovi macchinari e strumenti ad elevata tecnologia, il
trattamento con prodotti cosmetici e con tecniche innovative ovvero anche le tradizionali ma agite su utenti che presentano
patologie o problematiche di salute richiedono una forte specializzazione e professionalità e un continuo processo di
aggiornamento delle conoscenze e delle competenze tecnico-professionali degli addetti. Accanto a queste, l'aumento della
concorrenza, in particolare per le piccole imprese, e il bisogno di evolvere l‟offerta per adeguarla alle richieste sempre più
specifiche e mirate degli utenti, richiedono un‟azione di aggiornamento delle competenze di carattere organizzativo e
gestionale, per poter stimolare e promuovere il consolidamento e la crescita delle piccole realtà che altrimenti rischiano di
rimanere confinate a un mercato sempre più localizzato e limitato e di non essere in grado di recepire e cavalcare l'evoluzione
del settore per rimanere competitive. La comunicazione e l'interazione diretta con l'utente che caratterizza il comparto,
considerando il peso che gli aspetti relazionali e “umani” hanno sulla soddisfazione del cliente e sulla sua percezione della
qualità del servizio, richiedono il possesso di solide abilità relazionali e trasversali.
Lo sviluppo delle competenze tecnico-professionali e organizzative-gestionali devono quindi essere accompagnate dalla
crescita delle abilità relazionali e trasversali indispensabili per poter agire professionalmente nelle attività quotidiane,
promuovendo, soprattutto nelle realtà imprenditoriali di minori dimensioni, una cultura di base che avvalori l‟importanza
dell'apprendimento continuo e permanente del personale che vi opera come elemento essenziale per la competitività della
stessa azienda artigiana.
Gli obiettivi individuati per il presente piano alla luce di quanto descritto possono riassumersi nei seguenti punti:
 m igliora m e nto de lla profe s s iona lità de gli a dde tti de l s e ttore , punta ndo s u s trum e nta zioni, te cnologie e te cniche di
comunicazione e relazione;
 m igliora m e nto de lle ca pa cità m a na ge ria li degli imprenditori;
 inte gra zione di s e gm e nti d’
offe rta (“
riconce ttua lizza zione de l bus ine s s ”
), ne lla logica de l s e rvizio a lla pe rs ona ne l s uo
complesso;
 ce rtifica zione di qua lità di proce s s o.
Nel quadro delle finalità e degli orientamenti generali delineati, le Parti Sociali costituenti il Fondo Artigianato Formazione
hanno individuato la priorità di una formazione di eccellenza a carattere tecnico e manageriale, elemento indispensabile per le
aziende artigiane che devono confrontarsi con una competizione globale attraverso la capacità di produrre valore per il cliente
sfruttando competenze specialistiche, innovazioni tecniche e tecnologiche e solide capacità manageriali e gestionali.
Le priorità individuate nell’ambito dell’alta formazione sono le seguenti:
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• promuovere lo sviluppo di conoscenze e competenze ad alto contenuto tecnico e/o manageriali per le persone che operano
nelle aziende, promuovendo e rafforzando un ruolo pro-attivo dei lavoratori verso la crescita della competitività aziendale;
• sostenere processi di integrazione tra i diversi sistemi di formazione, realizzando la possibilità di percorsi professionalizzanti e
qualificanti per i lavoratori in un’ottica di personalizzazione delle carriere e dei percorsi di sviluppo personale e professionale, in
accordo con le indicazioni provenienti dal contesto economico, produttivo e sociale;
• favorire approcci e strategie innovative di sviluppo aziendale, di processo e/o prodotto e tecnologico, in particolare cogliendo
e sfruttando in azienda i possibili vantaggi dell’evoluzione tecnica e delle più recenti forme di organizzazione e gestione del
lavoro;
• trasferire conoscenze ed esperienze risultanti dalla ricerca, dall’innovazione e dell’evoluzione, utili alle migliori performance e
successo competitivo, sostenendo il rafforzamento del dialogo tra tutti i soggetti pubblici e privati del settore produttivo,
economico, della ricerca e dell’alta formazione (in primis con le università e i centri di ricerca).
I progetti di formazione permetteranno di rafforzare il sistema di competenze e la competitività delle imprese stesse attraverso
la valorizzazione del capitale umano, favorendo processi di aggregazione e di sviluppo di reti di collaborazione, promuovendo
nello stesso tempo tra i lavoratori coinvolti un aumento ed un miglioramento delle conoscenze e delle competenze contro i
fenomeni di espulsione dal mondo del lavoro.
In relazione a tali priorità costituiscono obiettivi specifici del presente piano formativo:
• mettere a disposizione attività di formazione continua mirata per ruoli di significativa responsabilità e/o figure professionali
con competenze al alto contenuto tecnico;
• accompagnare i processi di cambiamento/innovazione organizzativa e/o di prodotto;
• sostenere la competitività aziendale e dei sistemi produttivi locali;
• rafforzare il ruolo e il possibile valore aggiunto dei sistemi diffusi di piccola e piccolissima impresa nella società della
conoscenza, anche promuovendo forme di collaborazione di rete e servizi di supporto.
Si evidenzia inoltre l’importanza e la priorità della formazione e dell’aggiornamento professionale degli operatori delle Parti
Sociali e dei soggetti ad esse collegati, oltre agli enti bilaterali dell’artigianato, che operano sul territorio, a stretto contatto con
lavoratori, artigiani e aziende.
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Finalità
x Competitività di Sistema x Sviluppo Locale x Competitività di impresa x Qualità prodotto/processo x Innovazioni
Validità
e
durata Piano
A valere sull’insieme delle scadenze dell’Invito: I - 2011.
Eventuale
Interazione/Integ
razione con altri
interventi
di
formazione
ed
altre
fonti
di
finanziamento
Risorse
necessarie
per
gli
interventi
previsti
ACCORDI DI PROGRAMMA E/O PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TRA PARTI SOCIALI E ISTITUZIONI OVVERO SOGGETTI PUBBLICI E/O PRIVATI
REGIONALI E/O PROVINCIALI: (Descrivere brevemente le caratteristiche della integrazione degli interventi)
Il presente Piano prevede la possibilità di integrazione, anche a titolo di sperimentazione, con interventi in collaborazione a vario
titolo con/tra soggetti con sede nel Lazio o in regioni/territori diversi dalla Regione Lazio. Potranno quindi attivare specifici
accordi nel merito dell’alta formazione soggetti pubblici e/o privati, incluse le Parti Sociali, i soggetti espressione delle Parti Sociali
e gli enti bilaterali dell’artigianato.
(specificando eventuali fonti di finanziamento diverse dal Fondo) Euro ………………………………
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Descrizione contesto e sua evoluzione
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Sociale economico
e produttivo
Il miglioramento degli standard di vita, ha determinato a livello sociale finanche nelle giovani generazioni la crescita di domanda di
servizi di cura della persona con la conseguente crescita di tutti quei servizi legati al benessere e al wellness più in generale e e il
relativo sviluppo di attività imprenditoriali orientate a soddisfare una maggiore propensione di spesa da parte della gente. A scapito di
un clima di crisi diffusa che ha fatto registrare a livello nazionale come regionale una contrazione della domanda di altri generi di
servizi non legati a necessità primarie, differentemente il settore del wellness e dei servizi alla persona si è mantenuto in un trend
stabile se non addirittura di crescita.
Saloni di barbieri e di parrucchiere e altre attività nel settore
(estetica generale, massaggi, tatuaggio,
piercing e
dermopigmentazione) si sono diffuse come attività imprenditoriali sia nel settore della media che della micro impresa interessando da
vicino il settore artigiano.
Questo ha creato, da un lato, spazi per una nuova imprenditoria e imposto d'altro canto la necessità di un elevazione delle
competenze e di un maggiore aggiornamento tecnico-professionale degli stessi imprenditori attivi nonché dei propri dipendenti per
affrontare con successo le nuove esigenze del mercato, caratterizzato da una evidente segmentazione e specializzazione dei clienti,
con esigenze non più di massa, bensì pensate individualmente, e con una maggiore consapevolezza e conoscenza sia dei bisogni sia
degli aspetti legati a tecniche, prodotti e soluzioni, sia degli aspetti tipicamente legati ad igiene e salute.
Le sfide alla stabilità delle attività artigiane di tale settore sono poste poi anche dalla forte concorrenza posta in essere da imprenditori
e lavoratori dell'est europa o cinesi, che offrono servizi del tutto analoghi a prezzi molto competitivi.
E questo induce la necessità di un miglioramento dei servizi offerti in un ottica di qualità totale e marketing, ripensati in logiche di
soddisfazione del cliente e di innovazione dei processi di lavoro.
Anche le stesse nuove normative comunitarie e una più marcata attenzione alle modalità logistiche (ad esempio con una estrema
facilità di spostamento da parte dei clienti, sempre alla ricerca di nuove proposte, un servizio specializzato e di qualità e bassi prezzi) e
strutturali di erogazione del servizio hanno stimolato e favorito un regime di sempre più libera ed accentuata concorrenza fra tutte le
tipologie d'impresa ponendo, in pratica, sullo stesso piano di confronto e in diretta competizione strutture di grandi ed anche di
piccolissime dimensioni operanti nel territorio, rendendo sostanzialmente trascurabili le oggettive differenze di potenzialità operativa
corrispondenti alla rispettiva disponibilità ed utilizzabilità di risorse.
In questa prospettiva le priorità rilevanti ed emergenti sono le seguenti:
o miglioramento della cultura imprenditoriale degli artigiani del comparto;
o potenziamento della professionalità degli addetti, sia in ordine all’uso delle nuove tecnologie e dei prodotti, sia rispetto ad
un’offerta di bellezza e di benessere in senso olistico;
o potenziamento delle capacità di lettura del cambiamento, in modo da intercettare per tempo le tendenze più significative;
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o potenziamento delle competenze relazionali e di comunicazione con il cliente.
L'indagine del Censis-STB “Benessere e salute secondo gli italiani” rilevava già nel 2001 una forte dinamicità e un grande potenziale di
sviluppo per il settore del benessere, collegata a una nuova e rinnovata attenzione al concetto di benessere nelle sue diverse
sfaccettature da parte non solo degli italiani ma anche di turisti in cerca di nuove dimensioni di vacanza. Le cure estetiche, le beauty
farm, assieme alla cura dell'aspetto e allo stato di ben-essere (wellness) nella sua globalità sono diventati un vero e proprio business: i
soli centri benessere, censiti con vari nomi e classificati sotto diverse tipologie, sono attualmente 30.000 in tutta Italia, con un numero
di clienti annuo pari a 40 milioni e con un giro di affari di circa 21 miliardi di euro (dati AICEB, 2010). Solo gli operatori dell'estetica
regolari in Italia, oggi, svolgono mediamente oltre 80 milioni di trattamenti estetici all'anno. È un settore quindi, a differenza di altri,
che sembra non subire la crisi economica e che produceoltre 13 miliardi di euro di fatturato per anno, pari al 2 per cento del prodotto
interno lordo (dati presentati a dicembre 2010 alla Camera dei Deputati in occasione della discussione della proposta di legge n.
3951). E se, secondo l‟indagine Consumi e prezzi di Confcommercio, scende dell'1,6% la spesa per i prodotti alimentari e i tabacchi, i
volumi acquistati dalle famiglie per beni e servizi per la cura della persona hanno mostrato nei primi tre mesi del 2011 un incremento
dello 0,2%, contrassegnando un andamento abbastanza stabile del mercato anche se in una situazione di perdurante difficoltà
economica generale. La stessa CNA rileva un saldo commerciale sostanzialmente positivo per il settore, evidenziando che la crisi è
stata utilizzata dalle PMI per riposizionarsi sul mercato, ma sottolinea anche che, approfondendo l‟analisi, in particolare per le micro
realtà, si rilevano situazioni di difficoltà, con molte realtà che soffrono maggiormente un fenomeno di concorrenza, anche
considerando nuovi operatori e realtà entrate di recente sul mercato. Uno studio della Camera di Commercio di Milano rivela che il
settore del benessere e della salute in Italia nel 2010 è cresciuto del 4,9% rispetto al 2009. Complessivamente, nel nostro Paese si
contano 25.718 attività solo nel segmento del settore sanitario e della cura della persona.
Un vero e proprio boom si registra per farmacie (+82%) e rivenditori di medicinali non soggetti a prescrizione medica
(+43,8%).In crescita anche i centri benessere (o SPA) (+5,7%) e gli stabilimenti termali (+2,2%). Più presenti sul territorio risultano
poi gli esercizi per il commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per la bellezza e l’igiene personale (46,4%) e le
erboristerie (16,2%).
A livello regionale, prime per la cura della persona si attestano Campania e Lombardia, rispettivamente con 3.500 imprese (13,6% del
totale) e 3.465 (13,5%), seguite dal Lazio (10%). In crescita Trentino (+10,2%), Lombardia (+9,8%) e Umbria (+9,5%). Tra le
province spiccano Napoli (1.988 imprese), Roma (1.918), Milano (1.364), Torino (932) e Bari (849), con i tassi di crescita maggiori che
si registrano a Rimini (+43,1%), Teramo (+18,6%) e Verbania (+18,2%).
Il settore acconciatura
Secondo quanto prevede la legge n. 174 del 17 agosto 2005 che disciplina il settore, l‟attività professionale di acconciatore,esercitata
in forma di impresa ai sensi delle norme vigenti, comprende tutti i trattamenti e i servizi volti a modificare,migliorare, mantenere e
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proteggere l'aspetto estetico dei capelli, ivi compresi i trattamenti tricologici complementari,che non implicano prestazioni di carattere
medico, curativo o sanitario, nonché il taglio e il trattamento estetico della barba, e ogni altro servizio inerente o complementare (art.
2).
Per esercitare l'attività di acconciatore è necessario conseguire un'apposita abilitazione professionale previo superamento di un esame
tecnico-pratico preceduto dallo svolgimento di un corso di qualificazione apposito (completato da un periodo di esperienza pratica),
oppure con una esperienza minima di tre anni presso un centro di acconciatore. L'esercizio dell'attività di acconciatore è soggetto ad
autorizzazione concessa con provvedimento del comune, previo accertamento del possesso dell'abilitazione professionale. La legge
citata prevede inoltre che l'attività professionale di acconciatore può essere svolta unitamente a quella di estetista anche in forma di
imprese esercitate nella medesima sede ovvero mediante la costituzione di una società; questo ha permesso negli anni la nascita di
realtà che offrono una gamma di servizi che spazia dall'acconciatura all'estetica, precorrendo l‟attuale tendenza delle beauty farm, dei
centri benessere e delle SPA.
Tradizionalmente in Italia il settore ha registrato il più alto numero di imprese, spesso di dimensioni piccolissime, tra tutti i paesi
europei, come rileva l‟A.S.SET. collegato Piano formativo settoriale nazionale per il benessere di Fondartigianato.Nonostante l'attuale
composizione del settore sia ancora costituita in larga maggioranza da imprese individuali e da micro realtà con 1 o 2 dipendenti, e un
andamento relativamente stabile del mercato, legato in particolare a un mercato spesso molto circoscritto e localizzato e a fenomeni
esogeni (come le crisi economiche che limitano la propensione di spesa dei clienti e le mode e l‟evoluzione della cultura, ad esempio
con la recente attenzione al ben-essere e alla cura della propria persona), si è rilevato nell'ultimo decennio l‟emergere di alcune realtà
di dimensioni maggiori (anche con più di 10 addetti),maggiormente strutturate e caratterizzate da una più netta divisione dei ruoli e
quindi professionalizzazione e specializzazione degli addetti.
In linea con tale evoluzione appare fondamentale la formazione e la certificazione di alcune figure specializzate in grado di soddisfare
le nuove esigenze degli utenti. Su questa stessa linea è stato siglato a giugno 2009 a Bruxelles un accordo tra l'associazione Europea
degli acconciatori (EU Coiffure) e quella dei sindacati di categoria di (UNI EUROPA) finalizzato a promuovere e riconoscere per gli
acconciatori una qualificazione identica in tutti i Paesi dell'Unione Europea. L'accordo mira a innalzare la qualificazione professionale
degli operatori, individuando competenze e percorsi formativi professionalizzanti comuni e condivisi in tutta Europa e aprirà la
possibilità di esercitare la professione liberamente in Europa, consentendo la mobilità degli operatori e assicurando nel contempo
standard elevati nelle prestazione dei servizi e di protezione dei consumatori. Oltre a migliorare la qualità dell'immagine degli
acconciatori e la trasparenza e comparabilità della qualificazione, l'accordo prevede un primo livello di qualifica nazionale (livello A,
rilasciato a tutti coloro che frequenteranno corsi di formazione per la qualifica di parrucchiere) e un secondo livello con un Certificato
Europeo dell'Acconciatura (livello B,
rilasciato dopo un percorso formativo complementare), auspicando che anche a livello delle singole nazioni il livello B diventi
preferenziale e utilizzato operativamente. Lo stesso accordo vuole promuovere anche la formazione manageriale (livello C) basata sul
Certificato Europeo dell'Acconciatura, secondo quanto sviluppato dal progetto EUC Hair, con l'ambizione delle parti sociali che il livello
di formazione manageriale (livello C) possa diventare in futuro il requisito di qualifica per l‟apertura di un salone di acconciatura a
livello nazionale. L'accordo, oltre ad essere una conferma del ruolo importante, introdotto dal Trattato di Maastricth, che il dialogo
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sociale ha nella formazione a livello europeo, rappresenta un segnale fondamentale in una strategia di qualificazione e specializzazione
professionale degli operatori del settore e il riconoscimento della loro qualifica professionale in tutto il territorio dell'UE.
Queste tendenze e le nuove professionalità trovano una loro ragione anche nell'ultimo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che
regolamenta non solamente le attività di acconciatura ma anche quella di tricologia non curativa. Anche l'aspetto legato all'impiego e
alla vendita di prodotti cosmetici e inerenti ai trattamenti e ai servizi effettuati, peraltro espressamente previsti dalla legge 174/2005
al‟interno della sfera operativa dell'acconciatore accanto all'erogazione dei servizi connotativi della figura, costituisce uno spazio di
possibile sviluppo commerciale e specializzazione professionale, mirando a contrastare la concorrenza legata alla rivendita tramite
canali diretti (come, ad esempio, Internet) dei soli prodotti per uso domestico e “fai da te”. La maggiore specializzazione, abbinata alla
differenziazione e valorizzazione del servizio offerto dall'acconciatore rispetto al semplice impiego in modo autonomo di un prodotto,
può essere sviluppata attraverso percorsi di formazionecontinua e l‟aggiornamento degli operatori del settore, considerando anche le
nuove tendenze, mode e richieste di mercato(come, ad esempio, la richiesta e la preferenza per prodotti naturali, bio- ed ecocompatibili).
Il settore estetica
Secondo quanto prevede la legge n. 1 del 4 gennaio 1990, l'attività di estetista comprende tutte le prestazioni ed i
trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano il cui scopo esclusivo o prevalente sia quello di mantenerlo in perfette condizioni,
di migliorarne e proteggerne l'aspetto estetico, modificandolo attraverso l'eliminazione o l'attenuazione degli inestetismi presenti. Tale
attività può essere svolta con l'attuazione di tecniche manuali, con l'utilizzazione degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico
(individuati e caratterizzati in un elenco allegato alla legge) e con l'applicazione dei prodotti cosmetici definiti tali dalla legge 11 ottobre
1986, n. 713. La legge prevede poi l‟esclusione dall'attività di estetista le prestazioni dirette in linea specifica ed esclusiva a finalità di
carattere terapeutico (ovvero prestazioni di carattere medico,diagnostiche e terapeutiche), puntando a circoscrivere quindi in modo
netto l‟attività estetica (o, forse, sarebbe meglio dire circoscrivendo ed escludendo in modo netto l‟attività terapeutica rispetto al
restante che potrebbe essere considerato attività estetica). La legge 1/1990 impone, per diventare estetiste e poter operare
professionalmente in tale figura, il possesso di un‟apposita qualifica che si può ottenere con il superamento di un esame dopo aver
frequentato un corso professionale (della
durata di almeno 1.800 ore), a cui va aggiunto un‟altro anno di specializzazione che può essere sostituito da un anno di inserimento
lavorativo presso un‟impresa di estetista, oppure tramite altre modalità, come ad esempio tre anni di lavoro in qualità di dipendente o
collaboratrice familiare di un‟impresa di estetista, in possesso dei requisiti richiesti dalla legge. Alla legge nazionale si sono andati ad
affiancare negli anni interventi normativi delle diverse regioni con l‟intento di meglio regolamentare e definire la formazione e i titoli
abilitanti per le figure professionali emergenti.
Proprio a partire dai primi anni ‟90, come evidenzia l‟A.S.SET. collegato Piano formativo settoriale nazionale per il benessere di
Fondartigianato, lo sviluppo del settore dell‟estetica professionale e dell‟area benessere più in generale riflette, meglio di altri, i
cambiamenti socio-economici e culturali della nostra società: un maggior livello di reddito e quindi di possibilità economica
generalizzata, una maggiore istruzione e sensibilizzazione verso i temi del benessere, della salute, della prevenzione e, anche,
dell'apparire hanno alimentato un domanda crescente e sempre più mirata e sofisticata, di servizi alla persone. Le persone destinano
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quote sempre maggiori del reddito per soddisfare un bisogno di cura del proprio corpo e della propria salute: le statistiche relative al
pianeta benessere rilevano per il 2007 che le spese sostenute dai consumatori italiani arrivano alla rispettabile cifra di 16 miliardi di
euro, che rappresentano il 2% della spesa annua per i consumi delle famiglie italiane, con una spesa pro capite di 275 euro l‟anno
(dati AICEB). Il settore dell‟estetica professionale e delle attività inerenti è, pertanto, cresciuto moltissimo rispetto alla situazione degli
anni ‟90, sia in termini di numero di imprese che di addetti: ad oggi si contano più di 30.000 imprese con circa 56.00 addetti (dati
Confesercenti). Le professioni per il benessere e la migliore qualità della vita sono professioni “nuove” rispetto alla loro concezione
tradizionale, il cui successo e la cui affermazione nascono proprio dalla ricerca e dalla richiesta del bisogno umano di benessere
secondo approcci diversi e variegati, come evidenzia la recente indagine su Il turismo del benessere in Umbria. I servizi alla persona
offerti ed erogati da tali figure si stanno infatti andando a collocare a fianco del‟approccio medico-sanitario per proporre un servizio
integrato, più articolato e completo, ma questa evoluzione delle professioni del settore richiede la revisione dei percorsi di formazione
degli
addetti e anche la formazione di nuove figure professionali come, ad esempio, l‟operatore termale, l‟operatore del benessere,il
massoterapista. Il comparto ha vissuto inoltre una notevole innovazione tecnologica di processo e di prodotto, anche in virtù di
macchinari, strumenti e prodotti cosmetici sempre più evoluti e specializzati, per i quali vi era una sentita carenza di regolamentazione:
il recente Decreto n. 110 del 12 maggio 2011, dopo 21 anni dalla legge 1/1990, affronta proprio il tema della regolamentazione
dell‟utilizzo degli apparecchi elettromeccanici nell‟ambito dell‟attività di estetista, individuando le apparecchiature che possono essere
utilizzate nell‟attività di estetica (allegato 1 al Decreto) e fornendo delle schede tecnico-informative (allegato 2 al Decreto) che
indicano le caratteristiche tecniche e le regole di utilizzo previste. L‟entrata in vigore del Decreto, definita per il 30 luglio 2011, impone
alle imprese la verifica e l‟adeguamento del parco macchine e degli strumenti utilizzati, ma richiede anche la formazione degli
operatori in merito alle modalità di impiego delle apparecchiature,portando di nuovo all‟attenzione l‟importanza e l‟urgenza di una
regolamentazione aggiornata e moderna del comparto e delle figure professionali che vi operano. È indispensabile che l‟utente possa
accedere e fruire di strutture in possesso di tutti i requisiti strutturali, professionali ed organizzativi tali da soddisfare completamente le
sue esigenze sotto qualsiasi profilo, garantendo al contempo il rispetto di regole che assicurino la sua sicurezza ed incolumità. D‟altro
canto occorre garantire la professionalità degli operatori del settore anche rispetto a un proliferare di realtà e soggetti che operano in
modo abusivo senza avere le qualificazioni necessarie. Servono quindi nuove norme che definiscano ruoli, competenze, formazione e
modalità di abilitazione allo svolgimento dell‟attività professionale delle molteplici figure che lavorano nel settore, costituito da varie
realtà, ciascuna delle quali con le proprie specificità e problematiche sia a livello nazionale che regionale. La formazione, non solo in
ingresso ma anche continua durante tutto l‟arco della carriera lavorativa, è uno degli elementi portanti che pare essere stato recepito
anche nelle diverse proposte di legge che in questi ultimi anni stanno approdando alla Camera e al Senato proprio per regolamentare il
comparto. Il tema della formazione e della certificazione delle figure professionali dell‟estetica è oggetto di discussione anche a livello
europeo: è in atto un lavoro analogo a quello svolto nel campo dell‟acconciatura con l‟accordo per un Certificato Europeo
dell‟Acconciatura, grazie all‟iniziativa di CNA Benessere e dell‟organizzazione europeo degli estetisti CEPEC, per costruire un certificato
europeo anche per le estetiste.
L‟attività di tatuaggio, piercing, trucco semipermanente e dermopigmentazione
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Tra gli specifici servizi ricompresi nel settore del benessere che hanno registrato indici di crescita rilevanti ci sono sicuramente quelli
legati al tatuaggio, al piercing e alla dermopigmentazione. Come ha rilevato già nel 1998 il Ministero della Sanità, c‟èstata in Italia,
specie tra i giovani ma non solo tra questi, una diffusione delle pratiche di tatuaggio (colorazione permanente ottenuta con
l‟introduzione o penetrazione sottocutanea e intradermica di pigmenti, mediante aghi, al fine di formare disegni o figure indelebili) e
del piercing (inserimento cruento di anelli e metalli di diversa forma e fattura in varie zone del corpo). A queste vanno aggiunte
ulteriori specifiche e simili attività denominate trucco semipermanente o dermopigmentazione.L‟affermazione del trend di settore e
delle relative figure hanno peraltro trovato riscontro anche nell‟ambito del recente rinnovo del CCNL del comparto che ha previsto la
copertura dei settori relativi a tatuaggio e piercing.
Gli operatori che eseguono tatuaggio e piercing non sono riconoscibili attraverso un proprio codice attività che consenta di risalire in
modo certo alla numerosità complessiva. I dati emersi dagli ultimi studi di settore evidenziano una presenza di circa 400 imprese che
svolgono praticamente in modo esclusivo l‟attività di tatuaggio e/o piercing, mentre è imprecisato il numero degli operatori che svolge
l‟attività all‟interno di centri estetici o centri benessere. Per quanto concerne il trucco semipermanente, l‟esecuzione avviene – data la
natura della prestazione – quasi esclusivamente presso centri estetici.
Proprio in virtù di una sostenuta domanda e diffusione nel mercato di tali pratiche, allo scopo di garantire l‟esecuzione delle procedure
in condizioni di sicurezza e nel rispetto della salute degli utenti (ma anche degli operatori), il Ministero della Sanità ha tentato di
regolamentare la materia attraverso le “Linee guida per l‟esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing incondizion i di sicurezza”
elaborate dal Consiglio Superiore per la Sanità e divulgate dal Ministro alle Regioni ed alle Province Autonome con nota prot. n.
DPS.VI/2.8/156 di data 5 febbraio 1998, integrata in data 16 luglio 1998 con nota prot. n. DP.VI/2.8/633. Le regioni e le provincie
autonome, cui il Ministero ha demandato innanzi tutto la formazione professionale e il controllo ai fini del rilascio dell‟idoneità sanitaria
da parte dei servizi competenti, hanno recepito tali note e hanno redatto dei provvedimenti normativi sulla materia.
Recentementesi è riaperta la discussione sulla necessità di normare con una legge statale l‟attività di tatuaggio e piercing (si veda a
tale proposito il disegno di legge n. 1313 comunicato al Senato il 14 gennaio 2009 e la proposta di legge n. 3253 presentata alla
Camera il 25 febbraio 2010) ma non si è ancora giunti all‟approvazione di un documento finale.
Per quanto riguarda l‟Europa, tenuto conto delle lacune normative, è stata adottata nel 2008 una Delibera del Consiglio dei Ministri,
nell‟ambito del Consiglio d‟Europa, inerente ai requisiti ed ai criteri di sicurezza per i tatuaggi ed il trucco permanente [Resolution
ResAP(2008)1 on requirements and criteria for the safety of tattoos and permanent make-up], che va a sostituire la precedente
“Resolution ResAP(2003)2 on tattoo and permanent make-up” del 2003. Come riportato nel documento, la realizzazione dei tatuaggi o
del trucco permanente deve essere eseguita conformemente alle norme igieniche, previste dal sistema sanitario di ciascuno Stato;
inoltre i tatuaggi e il trucco permanente non devono essere pericolosi per la salute o la sicurezza delle persone o dell‟ambiente e
quindi le autorità competenti devono valutare i dati forniti dai produttori in merito alla sicurezza delle sostanze (in particolare i
coloranti) usate per l‟esecuzione dei tatuaggi e del trucco permanente, prima che queste siano poste sul mercato. Ciascun governo
dovrebbe imporre a coloro che effettuano tatuaggi e trucco permanente l‟obbligo di fornire ai consumatori informazioni attendibili e
comprensibili riguardanti i rischi associati a tale pratica e di consigliare loro di consultare un medico in caso di possibili complicazioni.
L‟attuale situazione, derivante anche dai provvedimenti sopra richiamati, vede di fatto due tipologie di soggetti abilitati a svolgere
attività di tatuaggio e piercing: i centri estetici dotati di locali, attrezzature e strumentazione idonea e specifica, ealtri soggetti esercenti
in modo esclusivo l‟attività di tatuaggio e piercing. In mancanza di una organica e aggiornata disciplina nazionale e al contempo di una
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corretta preparazione professionale, anche in rapporto alla complessità e delicatezza delle attività in questione nonché alle
problematiche di salute e sicurezza che induce, si rileva l‟esigenza di incrementare, specializzare e uniformare i percorsi formativi degli
operatori di settore.
Le dinamiche sempre più legate alla domanda di benessere delle persone pongono in primo piano la figura dell‟estetista professionale
alla quale è richiesta una notevole differenziazione ed incremento del valore aggiunto del servizio erogato proprio in virtù del
raggiungimento di quel benessere ritenuto strategico nel contesto attuale. In un contesto di sempre maggiore complessità
professionale, viene quindi richiesto all‟estetista e a tutte le figure professionali specifiche del settore di sviluppare la propria
preparazione professionale in chiave di aggiornamento delle competenze di base ma anche in termini di formazione permanente, per
rimanere al passo con l‟evoluzione tecnica, tecnologia e dei prodotti, ma anche rispetto alle mode, alle tendenze e alle nuove direzioni
di sviluppo del mercato.
Oltre 30 mila imprese legate al benessere, un giro di affari attorno ai 21 miliardi di euro, più di 70 mila addetti e un numerodi clienti
annuo pari a 40 milioni: queste le cifre dell‟”arcipelago del benessere” fotografate dall‟indagine “Il mercato delbenessere: imprese e
servizi offerti” presentata dall‟AICEB (Associazione Italiana Centri Benessere) con Confesercenti e Assoturismo a maggio 2010. Un
settore in forte espansione (tra il 2004 ed il 2008 +24% di imprese) composto da centri benessere, centri estetici e palestre cui si
aggiungono i 3.773 esercizi delle località termali e
del turismo del benessere.
Il giro d‟affari, desunto dai dati ufficiali della contabilità nazionale, è quantificabile in circa 21 miliardi di euro relativi alla spesa delle
famiglie per l‟acquisto di beni e servizi per l‟igiene personale, ovvero di spese legate al benessere ma anche spese semplicemente
mirate all‟acquisto di prodotti per la pulizia personale, escludendo d‟altra parte le spese per soggiorni e vacanze benessere. Si stima
che il solo giro d'affari delle SPA (salus per aquam), metà delle quali collegate ad hotel, abbia superato nel 2009 il miliardo di euro e
raggiunge i 4 miliardi con l‟indotto.
Secondo quanto emerge da un‟elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al terzotrimestre
2009 e 2010, il settore del benessere e della salute in Italia nel 2010 è cresciuto del 4,9% rispetto al 2009, con unacrescita di +5,7%
dei centri benessere e di +2,2% degli stabilimenti termali, dimostrando la tenuta della domanda anche in un periodo di difficoltà come
quello attuale (seppure con diverse sacche di difficoltà e aspetti critici che si sono rilevati nel settore).
Nel 2009, anno assai difficile per la crisi, si è registrata una sostanziale tenuta delle imprese legate al settore più
generale del benessere, grazie ad una buona capacità di destagionalizzazione che permette di garantire una continuità delle presenze
nel corso dell‟anno.
Dinamicità e capacità di tenuta, ampi margini di espansione e di miglioramenti qualitativi: il quadro attuale del settore del benessere e
le previsioni per il futuro mostrano quanto sia importante una migliore definizione anche legislativa, che nasce dalla necessità di
colmare un vuoto normativo e di regolamentare quindi un settore così dinamico e in forte crescita, definendo degli standard qualitativi,
strutturali, professionali e organizzativi collegati alle diverse attività svolte in queste strutture, nell‟ottica di una migliore tutela e
sicurezza per il consumatore e un‟ulteriore qualificazione del settore e della qualità del servizio offerto.
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Descrizione processi e loro evoluzione
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Lavorativi
Nel contesto dinamico e in rapida e continua evoluzione di questi ultimi anni stanno emergendo nuovi fattori di successo per la competitività delle
imprese e nuove modalità di gestione e organizzazione che propongono modelli innovativi di governance adatti ad affrontare le moderne sfide
economiche e produttive. Questi fattori possono esser ricondotti a nuove configurazioni delle catene di creazione e distribuzione del valore, a
nuove configurazioni organizzative dell’attività economica e infine a nuove pratiche di gestione delle risorse umane.
Mentre alcune aziende rimangono legate a modelli tradizionali di competitività, ad esempio con strategie di posizione o di competizione sui prezzi,
altre aziende si stanno spostando verso dinamiche comportamentali caratterizzate dalla flessibilità dei processi produttivi, valorizzando la capacità
di saper apprendere continuamente e più rapidamente dei concorrenti come elemento distintivo e per costruire un vantaggio competitivo
sostenibile (learning organization).
I processi produttivi e lavorativi, nelle grandi come nelle medie e piccole imprese, hanno subito la pressione della crisi e sotto tale spinta diverse
aziende hanno rivisto e riorganizzato le attività, concentrandosi sul ‘come’si lavora per migliorare le performance, riducendo gli sprechi e nel
contempo migliorando la qualità di prodotti e servizi. Tutte le aziende – incluse quelle artigiane, anche di dimensioni piccole, sono chiamate e
rivedere il modo in cui producono valore, e questo richiede un investimento sullo sviluppo delle competenze dei lavoratori, qualificando e
specializzando le competenze tecnico-professionali e mettendo in campo un’alta formazione delle risorse, anche in collaborazione con i soggetti
che svolgono attività di ricerca e quindi possono trasferire al contesto produttivo innovazione tecnica, tecnologica e metodologica.
Il lavoro, anche nelle PMI artigiane, è diventato a forte componente cognitiva e di conoscenza, accentuando il valore aggiunto e la competitività
dei soggetti in grado di agire prestazioni professionali eccellenti grazie a conoscenze e capacità tecniche di primo piano, ma soprattutto
organizzative e trasversali. Anche nel settore del wellness i processi lavorativi sono sempre più caratterizzati da quegli aspetti intangibili legati alle
qualità personali, al bagaglio di conoscenze e competenze condivise, al capitale umano e all’insieme del saper essere e del saper fare delle
persone e alla capacità di mettere al centro la conoscenza, come valore per i singoli e per le realtà aziendali.
Secondo gli obiettivi del consiglio di Lisbona, prima, e, oggi, della strategia Europa 2020, il bene della conoscenza è anche per il Lazio una priorità
per lo sviluppo economico e sociale; in esso risiede il fattore chiave attraverso cui accrescere i vantaggi di competitività e il valore aggiunto dei
beni e servizi prodotti: la centralità del sapere e delle sue applicazioni impone di identificare nella formazione, istruzione, ricerca ed innovazione i
vettori portanti della strategia regionale di sviluppo.
Gli elevati livelli di concorrenzialità internazionale con cui il tessuto produttivo laziale si trova a competere comportano un impegno straordinario
nel mantenimento e innalzamento continuo dei saperi, competenze e capacità professionali dei lavoratori, inclusi quelli con un capitale culturale e
professionale di livello medio basso. Nella programmazione del Fondo Sociale Europeo per il periodo di programmazione 2007-2013 il governo
regionale d’intesa con le parti sociali ha riconosciuto che solo l’intervento complementare e coordinato delle diverse risorse, in primis dei fondi
interprofessionali e dei fondi comunitari, può permettere di perseguire tale obiettivo di crescita fondata sul bene della conoscenza assegnando
alla qualità dei lavoratori il ruolo di principale asseti di produzione e sviluppo. La Regione ha inoltre stabilito che il conseguimento di tale obiettivo
passa attraverso la messa in trasparenza, certificazione, riconoscimento degli apprendimenti individuali e uno sforzo innovativo
nell’organizzazione del lavoro per anticipare e favorire processi di trasformazione, innovazione e modernizzazione produttiva secondo modalità
che, pur attente alla produttività d’impresa, non trascurino la dimensione della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. La
modernizzazione auspicata dalla strategia regionale enfatizza inoltre come la qualificazione dei modelli organizzativi debba mirare al
miglioramento dell’impatto ambientale, della sicurezza e più in generale della qualità complessiva del lavoro.
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Nello specifico delle realtà artigiane i processi lavorativi sono caratterizzati dalla flessibilità interna del personale, i lavoratori sono abituati ad
agire su più fasi del ciclo produttivo con una forte polivalenza; questo implica una diffusa conoscenza del lavoro e delle sue componenti tra tutti i
dipendenti, ai quali spesso è richiesto di superare il confine dell‟ambito della propria mansione per muoversi sull‟intero processo di erogazione
del servizio. Questo si traduce, a livello pratico, in gestione degli orari e dei ritmi lavorativi ed anche nella rotazione delle mansioni tra tutti i
dipendenti. L‟organizzazione del lavoro, non essendo rigida né standardizzata, attribuisce un valore importante alle competenze delle risorse
umane, le quali sono la base per sviluppare buone capacità strumentali prettamente legate all‟attività tecnica per
accrescere la propria abilità di collegamento e di risoluzione dei problemi che insorgono tra le varie fasi produttive. La lettura complessiva dei
dati rilevati presso i centri di estetica in Italia pone in evidenza elementi di specificità, che conferiscono attributi distintivi di queste imprese
rispetto ad altre appartenenti alle più tradizionali categorie artigianali. Primo tra tutti il fattore “modernità/attualità”: risulta evidente dalla
“anzianità di esercizio” delle imprese, dalla “età media” dei titolari delle stesse e dalle caratteristiche dell‟utenza servita che si tratta di un settore
legato a fenomeni di costume sociale e cultura emergenti, caratterizzati dal binomio “salute/benessere” non disgiunto ed anzi fortemente
influenzato dal fattore estetico nel concetto più generale di cura della persona. Basti pensare solo all‟evoluzione che hanno avuto negli anni le
acconciature, in particolare femminili. Si deve, inoltre, considerare che l‟assetto tecnologico delle imprese si presenta ricco e articolato quanto
adotazione tecnica d‟uso professionale e questo può avere un impatto significativo sulle tipologie di servizio offribili all‟utenza, sui processi
lavorativi e sulle modalità organizzative adottate dall‟azienda.
I processi lavorativi caratteristici del settore prevedono inoltre una catena del valore piuttosto corta, con una sequenza limitata di attività che si
contraddistinguono per l‟impatto fondamentale del lavoro dei singoli operatori.
Si tratta quindi di processi dove l‟attività del singolo addetto, anche se realizzata tramite macchinari e strumenti o attraverso
l‟applicazione di prodotti, caratterizza e connota il servizio, la qualità erogata e percepita e, in ultimo, il risultato e la
soddisfazione dell‟utente. Le imprese del settore, in larga parte di piccole e micro dimensioni, richiedono ai lavoratori
competenze adeguate a coprire l‟intera gamma dei servizi offerti e delle attività che li realizzano, ricercando negli operatori da assumere (e
possibilmente formando i lavoratori) capacità di carattere generale, non tanto una singola specializzazione ma la possibilità di seguire in modo
efficace tutte le fasi di lavoro. Le professioni nel settore benessere quindi, non hanno una
impostazione rigida né dal punto di vista delle mansioni né in merito agli orari, turni e ritmi di lavoro. La disponibilità alla
flessibilità del lavoratore dipendente è generalmente moderata da un rapporto diretto e personale con il titolare dell‟attività,
ma laddove il rapporto non è condiviso si verificano spesso casi di elevato turnover.
Ai lavoratori sono quindi richieste capacità sia tecniche, mirate a svolgere la propria attività professionale specifica nei
processi lavorativi, sia relazionali e trasversali, necessarie per gestire in modo efficace il rapporto diretto con il cliente. La
formazione continua risulta essenziale per aggiornare e consolidare le competenze degli addetti del settore rispetto
all‟evoluzione dei processi lavoratovi, in particolare relativamente all‟innovazione tecnica e tecnologica, degli strumenti e dei
prodotti e rispetto alle tendenze, mode e nuove richieste del mercato e degli utenti. Maggiore è la strutturazione dell‟azienda
e la specializzazione del servizio offerto (ad esempio nel caso della tricologia non curativa), maggiore è il fabbisogno di
formazione continua rivolta a sviluppare e qualificare le competenze professionali specifiche necessarie.
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Organizzativi
Le crescenti sfide competitive poste da un mercato globalizzato richiedono alle imprese italiane di sviluppare strategie organizzative adeguate,
valorizzando nel contempo le competenze distintive delle risorse umane e il vantaggio competitivo di forme di organizzazione e gestione flessibili,
efficaci ed efficienti. In alternativa ai modelli verticali e funzionali sono proposti modelli orizzontali, caratterizzati da una organizzazione piatta,
snella e centrata sull’idea di processo di creazione del valore. Si tratta di modelli che puntano ad adeguare l’organizzazione alle nuove sfide dei
mercati, proponendo un assetto aziendale e una capacità di risposta produttiva ottimale in un mercato dinamico e in continua evoluzione.
Le imprese hanno sempre più bisogno di personale qualificato in grado di leggere il contesto interno ed esterno, valutare strategie e opportunità
di mercato e quindi elaborare piani di riorganizzazione – in alcuni casi vere e proprie ristrutturazioni – che coinvolgono la struttura, le modalità di
organizzazione del lavoro, i processi produttivi, la gestione delle risorse, ecc.
Non si tratta solo di possedere competenze di carattere tecnico e organizzativo, ma anche di saper valorizzare e gestire le risorse umane
coinvolte nel lavoro, in particolare con riferimento al monitoraggio e miglioramento del coinvolgimento e della motivazione dei lavoratori, alla
gestione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, al miglioramento della comunicazione interna su business e obiettivi, al miglioramento della
leadership, alla gestione dei talenti e trattenimento delle persone chiave. In una parola ‘empowerment’, ovvero sviluppo delle risorse umane sia
di carattere tecnico-professionale e manageriale, sia di carattere trasversale.
Se queste considerazioni valgono in linea generale, va precisato che le aziende artigiane laziali che operano nel settore del benessere hanno in
larga parte dimensioni molto contenute, e prevalentemente si connotano per l'avere una struttura organizzativa elementare, dove l'imprenditore
esercita una supervisione diretta sui dipendenti e combina nel suo ruolo sia l‟attività operativa sia l‟attività gestionale e
manageriale. Oltre al presidio delle attività quotidiane, il titolare si occupa di eventuali aspetti strategici e di sviluppo (molto
spesso in realtà questi aspetti non vengono adeguatamente sviluppati, concentrandosi solo sulla gestione degli aspetti di
funzionamento quotidiano e solo in rari e specifici casi si preoccupa di una pianificazione e valutazione strategica) e in
generale è poco incline a delegare ad altri compiti e responsabilità, concentrando quindi in una sola persona le conoscenze e
l‟autorità necessarie per prendere tutte le decisioni del caso. Il marcato individualismo che molte volte caratterizza
l‟imprenditore artigiano comporta una de-responsabilizzazione dei dipendenti che, non essendo coinvolti nelle decisioni, non si
sentono parte attiva e integrante dell‟azienda e quindi non sono motivati a sviluppare le proprie potenzialità e investire per
migliorare e crescere sia la loro professionalità sia l‟azienda stessa. In diversi casi, quando i dipendenti sono motivati a
crescere professionalmente, si verifica uno scontro con l‟imprenditore oppure, a fronte della impossibilità o difficoltà a
crescere in azienda, il dipendente si trasforma in imprenditore e avvia una propria attività, portando quindi a una continua
frammentazione produttiva.
Gli aspetti organizzativi assumono quindi nella maggioranza delle imprese artigiane del settore una rilevanza limitata, essendo
perlopiù circoscritti allo svolgimento delle attività lavorative quotidiane e alla pianificazione (spesso minimale) degli eventuali
acquisti di prodotti o strumenti. Dal punto di vista dell‟organizzazione dei compiti e della gestione delle risorse umane, le
piccolissime dimensioni aziendali e la limitata articolazione in fasi dei processi lavorativi, assieme alla scarsa specializzazione
dei servizi proposti (spesso limitati alle proposte tradizionali nell‟ambito dell‟acconciatura e dell‟estetica), comportano un
rapporto diretto e immediato tra il titolare e i dipendenti, i quali sono quasi sempre incaricati della gestione dell‟utente in
tutte le fasi dei processi lavorativi, dall‟accoglienza all‟erogazione del servizio richiesto. In una prospettiva di miglioramento
del servizio e di rafforzamento della capacità competitiva dell‟azienda, emerge quindi un fabbisogno di rafforzamento dei
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processi di delega, comunicazione e di confronto tra il titolare e i dipendenti, allo scopo di valorizzare il ruolo e le potenzialità
degli stessi in un assetto organizzativo più bilanciato ed efficace. La ridefinizione delle modalità di comunicazione interna e di
condivisione della conoscenza devono quindi essere riviste assieme alle modalità con cui sono organizzati i processi lavorativi.
La crescita del comparto avvenuta negli ultimi decenni, con richieste sempre maggiori e più specifiche provenienti dagli
utenti, una continua evoluzione tecnica e tecnologica - con nuovi strumenti, nuovi prodotti e nuove tecniche e metodiche di
trattamento, associate all‟aumento della concorrenza dovuta a fattori esogeni (tra cui la crisi economica) e all‟arrivo nel
mercato di nuovi imprenditori (in particolare cinesi e dell‟est), induce il bisogno di uno sviluppo organizzativo delle realtà del
settore, attraverso una maggiore delega e valorizzazione dei lavoratori e l‟adozione di comportamenti organizzativi che
portino al consolidamento della capacità di generare valore per gli utenti e promuovano prospettive di crescita, anche
dimensionale.
Innovazione
L’innovazione rappresenta in linea generale una leva determinante per migliorare e accrescere la capacità competitiva delle imprese e del
territorio. La crescita delle competenze professionali e del know-how, il lancio di nuovi servizi sul mercato, il cambiamento organizzativo
all’interno delle aziende, costituiscono fattori ormai imprescindibili per affrontare gli standard competitivi richiesti dal nuovo scenario globale. Con
specifico focus sul settore del benessere, dell‟acconciatura e dell‟estetica va rilevato che la costante evoluzione condizionata dallo sviluppo
tecnico e tecnologico che propone innovazioni riguardanti i prodotti utilizzati, i macchinari e gli strumenti e quindi anche le
tecniche e i processi lavorativi La capacità di innovare e tenersi al passo rispetto alle nuove tecnologie e tecniche di
trattamento è essenziale per poter rispondere in modo adeguato e competitivo alle richieste sempre nuove e più specializzate
degli utenti. Oltre alle tecnologie specifiche, anche le nuove tecnologie dell‟informazione e della comunicazione hanno un
significativo impatto sull‟innovazione del settore, introducendo applicazioni e strumenti per la gestione dei processi e
dell‟organizzazione e per la pianificazione, il controllo e l‟amministrazione delle attività lavorative, nonché per la gestione delle
informazioni sugli utenti e quindi per erogare un servizio migliore e più personalizzato e per condurre campagne commerciali
e fidelizzare i clienti. Questi aspetti devono essere combinati con il bisogno sempre più sentito e richiesto di un‟innovazione
organizzativa che ponga al centro dei processi il cliente, rivedendo e migliorando continuamente la comunicazione,
l‟interazione e il servizio offerto, e, nel contempo, innovando il modo con cui anche le piccole imprese possono generare
valore per i clienti. L‟innovazione è condizionata anche dall‟evoluzione normativa e legislativa, e dalla sempre maggiore
attenzione che è richiesta per la salute degli utenti ma anche degli operatori, come dimostra il recente decreto
apparecchiature (D.L. 110/2011).
Le aziende artigiane approcciano l’innovazione in modo diversificato e molto spesso la propensione all’innovazione è direttamente proporzionale
alla sensibilità dell’imprenditore o deriva da contatti e ‘suggerimenti’ che originano dai singoli lavoratori e sono frutto di coincidenze più che di
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una strategia definita al punto che il rapporto tra imprese e innovazione rimane ancora oggi un elemento critico.
La dinamicità del mercato, l’aumento della complessità dei prodotti e dei servizi, la necessità di competenze interfunzionali e la diminuzione dei
margini di tempo e costo sono lo scenario in cui operano le aziende artigiane del Lazio al giorno d’oggi. In questo contesto, per poter beneficiare
appieno delle potenzialità innovative insite nell’acquisizione di nuovi fattori produttivi tecnici occorre agire parallelamente sull’organizzazione e
sulle competenze dei collaboratori. L’innovazione e lo sviluppo dei processi aziendali va pertanto vista come un’attività complessa che richiede
l’analisi simultanea dei meccanismi gestionali, degli aspetti organizzativi e delle tecnologie.
In altri termini l’innovazione va considerata nella sua triplice caratterizzazione di:
Innovazione di prodotto e di processo: riguarda l’individuazione, lo studio e l’applicazione di novità relativamente ai prodotti sviluppati e ai
servizi prodotti dalle aziende o si processi produttivi, modificando in modo significativo le loro prestazioni,caratteristiche o qualità.
Innovazione tecnica e tecnologica: riguarda l’introduzione e l’integrazione nell’azienda e nei processi di nuove tecnologie,macchinari,
strumenti o l’impiego di nuove tecniche produttive. Tra le diverse tecnologie, quelle informatiche e della
comunicazione (ICT) sempre più importanti per muoversi con successo sui mercati
Innovazione organizzativa: riguarda il cambiamento delle modalità con cui i processi lavorativi o di supporto sono pianificati e svolti,
modificando i flussi e/o le attività di lavoro, l’organizzazione dei compiti e i ruoli, le responsabilità o i flussi informativi,di gestione e di controllo.
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Mercato
Il mercato dei servizi di cura alla persona ha registrato un notevole aumento negli ultimi anni, cavalcando una maggiore
consapevolezza delle persone dell‟importanza del benessere e della salute, intese in senso sempre più ampio e “olistico” che
va oltre il concetto tradizionale di salute e si arricchisce di elementi e sfaccettature diverse, includendo anche l‟ambito delle
relazioni sociali e del porsi in relazione con gli altri. Acconciatura ed estetica sono diventati due elementi in un mosaico
composito di bisogni degli utenti che spaziano dal fitness all‟alimentazione “sana” e biologica, dal relax attraverso pratiche
spirituali e di meditazione al contatto con la natura e la sostenibilità. La salute è quindi diventata uno stato di benessere che
deve essere raggiunto e mantenuto attraverso uno stile di vita più consapevole ed equilibrato ma anche con il ricorso a
prodotti cosmetici e “integrativi”, trattamenti di cura ed estetica, trattamenti fisici, ecc. Anche dal punto di vista dell‟offerta, i
clienti ricercano proposte personalizzate, con una particolare attenzione ai loro specifici bisogni, alla capacità di indirizzarli,
consigliarli, seguirli in un percorso di benessere. Si sono affermati dei nuovi modelli di consumo: l‟effetto congiunto
dell‟aumento della complessità nel rapporto domanda-offerta si può sintetizzare nella formazione di grappoli di bisogni
interconnessi, ovvero nella tendenza della clientela a rivolgersi ad un unico fornitore per la soddisfazione di un insieme
integrato di esigenze. La crescente domanda di servizi “integrati” richiede da parte delle realtà che operano nel comparto una
risposta strutturata e integrata, proponibile solo con una crescita organizzativa e dimensionale.
Sull‟onda di questa nuova tendenza sono nati centri ed istituti che offrono servizi diversificati e spesso all‟avanguardia rispetto
all‟evoluzione tecnica e tecnologica, impiegando prodotti e macchine specifiche e quindi offrendo una maggiore specializzazione rispetto alle
aziende più tradizionali di acconciature ed estetica. Il mercato ha quindi registrato negli ultimi anni una presenza sempre più significativa di
imprese in grado di offrire servizi integrati in grado di soddisfare le più variegate e specifiche richieste dei clienti, muovendosi dai tradizionali
modelli della micro e piccola impresa a nuove forme di organizzazione più strutturate e articolate, con una maggiore specializzazione
professionale e con una logica maggiormente manageriale nella gestione delle risorse umane. Accanto a queste imprese si sono inoltre diffuse
realtà che integrano servizi turistici e di accoglienza con centri benessere ed estetica, in particolare sfruttando risorse naturali o primarie
specifiche del territorio: è il caso dei centri termali, delle SPA e dei centri wellness realizzati nelle strutture ricettive e turistiche. Oltre al
mercato locale, queste nuove imprese operano con il turismo, quindi con un mercato allargato nazionale e anche
internazionale, sfruttando inoltre una maggiore attitudine e facilità di spostamento delle persone che si è sviluppata negli
ultimi decenni.
Anche dal punto di vista del marketing, della comunicazione esterna e dell‟attività commerciale, il mercato vede da parte delle
nuove realtà più strutturate operanti nel comparto forme di comunicazione verso la clientela sempre più aggressive,
professionali e pianificate con precise strategie commerciali.
Queste condizioni caratterizzano un mercato sempre più competitivo, dove le piccole e le micro realtà, spesso legate a una
clientela prettamente locale e a processi lavorativi tradizionali e poco specializzati, con scarsa attitudine e possibilità di
investire (non solo in nuove tecnologie e strumenti, ma spesso anche in formazione e crescita professionale dei lavoratori e
dello stesso imprenditore), rischiano di rimanere e marginate, di diventare obsolete rispetto all‟evoluzione della domanda.
Descrizione tecnologie e prodotto/i e loro innovazione
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ALLEGATO B
L’innovazione delle tecnologie e dei prodotti e servizi è una delle leve su cui agire per poter competere in un mercato sempre più globalizzato e
difficile. La capacità di innovare i processi produttivi attraverso l’introduzione di nuove tecnologie e di innovare i prodotti e i servizi offerti ai clienti
è fondamentale per poter incrementare le performance aziendali, migliorando la qualità dei prodotti realizzati e dei servizi erogati, e per riuscire a
caratterizzare la propria offerta rispetto a quella della concorrenza. L’innovazione tecnologica e dei prodotti consente anche di attuare strategie di
diversificazione o di riposizionamento, ripensando i processi produttivi, l’organizzazione del lavoro e soprattutto i target di mercato e le tipologie
di prodotti e servizi da offrire ai clienti.
Tecnologie e
Prodotto/i
L’avvento e la rapidissima diffusione delle tecnologie ha portato in brevissimo tempo anche nel settore del wellness all'introduzione di prodotti
e/o macchinari e strumentazioni sempre più affidabili e performanti che hanno rivoluzionato, specializzato ed elevato il tipo di servizi offribili alla
clientela. Le tecnologie informatiche sono parimenti divenute un asset primario per la competitività delle aziende per quanto attiene la
comunicazione interna, esterna, il trattamento dei dati, la gestione del servizio e nelle varie fasi del marketing.
Per quanto attiene specificatamente a macchinari e strumentazioni che agiscono direttamente sul corpo dell'utenza, il recente Decreto
interministeriale n. 110 del 12 maggio 2011 “Regolamento di attuazione dell‟articolo 10,
comma 1, della legge 4 gennaio 1990, n. 1, relativo agli apparecchi elettromeccanici utilizzati per l‟attività di estetista”,
entrato in vigore a fine luglio 2011, ha voluto sanare una situazione complessa e molto articolata sul territorio, stabilendo le
direttive da seguire - dai macchinari alle procedure - per chi vuole fare impresa nel settore del benessere, tutelando in modo
più forte la sicurezza di operatori e utenti. Il Decreto, che individua le apparecchiature che possono essere impiegate nei
centri estetici e indica, attraverso le schede tecniche, le caratteristiche tecnico-dinamiche, le modalità di esercizio e le cautele
d‟uso relative a ciascun apparecchio, costituisce una vera rivoluzione per le imprese (che devono adeguarsi immediatamente
alle indicazioni del Decreto) ma anche per gli utenti e per gli stessi produttori delle apparecchiature. Inoltre il Decreto
ribadisce l‟importanza dell‟informazione e della formazione, in primis per gli operatori, ma anche per gli utenti. L‟utilizzo delle
apparecchiature richiede infatti una adeguata formazione degli operatori, seguendo le indicazioni fornite nelle schede allegate
al Decreto stesso ma anche attraverso una formazione mirata sulle singole macchine.
La tecnologia ha quindi avuto e sta tuttora avendo un ruolo di primaria importanza nell‟evoluzione del settore, non solo per
quanto riguarda il processo di realizzazione ed erogazione del servizio alla clientela, ma anche rispetto all‟organizzazione dei
processi: le nuove tecnologie dell‟informazione e della comunicazione permettono infatti di migliorar e rendere molto più
efficiente la gestione dell‟impresa. I software e i sistemi gestionali integrati consentono di pianificare le attività e i trattamenti,
di gestire i clienti con la registrazione di tutte le informazioni che le riguardano (con la possibilità di personalizzare i
trattamenti e quindi fidelizzare e ottimizzare il rapporto con il cliente, fino anche alla simulazione dei risultati di
un‟acconciatura o di un trattamento), di tenere sotto controllo l‟intera impresa. Internet e gli strumenti di comunicazione
elettronica consentono di costruire efficaci canali di comunicazione con i fornitori e con collaboratori e altre realtà, ma anche
con gli stessi clienti, proponendo un modello di interazione giovane, dinamico e diretto. Le tecnologie informatiche possono
consentire una migliore organizzazione del lavoro e quindi un aumento di produttività, proponendo nel contempo
un‟immagine aggiornata e professionale dell‟impresa verso il mercato.
Anche per quanto riguarda i prodotti cosmetici utilizzati nell‟acconciatura e nell‟estetica o venduti presso i saloni
(regolamentati dalla legge 11 ottobre 1986 n. 713 e s.m.i.) vi è stata una significativa evoluzione: l‟impiego di materiali e
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ALLEGATO B
prodotti chimici è una costante in pressoché tutte le attività del settore benessere e pertanto la loro evoluzione ha riguardato
l‟intero settore, portando sulla pelle degli utenti i risultati delle più recenti ricerche scientifiche. Ai prodotti utilizzati per la cura
dei capelli, ad esempio, l‟industria cosmetica dedica una numerosa serie di sostanze di varia natura; queste sono annoverate
nell‟Inventario Europeo degli Ingredienti Cosmetici che riporta più di 5000 sostanze chimiche di cui circa 1400 vegetali, 300
animali e 3300 sintetiche. Anche le mode e una nuova sensibilità per i prodotti naturali contribuiscono ad aumentare e tenere
in continuo fermento il settore dei prodotti cosmetici. A fronte dell‟aumento numerico dei prodotti, con una gamma di
soluzioni specifiche e diversificate per i diversi bisogni, è aumentata la sensibilità e la consapevolezza sui rischi sanitari legati
a questi prodotti, che ha fatto si che venissero introdotte nuove norme e obblighi di sicurezza, comprendenti anche la
formazione. I nuovi prodotti hanno in generale raggiunto nuovi standard di sicurezza chimica, eliminando in parte le sostanze
più pericolose, ma vi sono ancora oggi dei casi che riportano prepotentemente all‟attenzione i possibili rischi per la salute
degli utenti e anche degli stessi addetti. Appare quindi essenziale una formazione e un aggiornamento continuo delle conoscenze e delle
competenze degli operatori del settore.
Descrizione fabbisogni formativi
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011 – Linea 1- Piano Formativo Benessere, Acconciatura, Estetica Pagina 24
ALLEGATO B
Descrizione fabbisogni formativi
Nella moderna economia e nella strategica organizzazione del lavoro, le capacità relazionali e comunicative hanno sempre valenza fondamentale
nella vita di ciascuno, sia in ambito lavorativo che personale. Ancor più la capacità di comunicare bene è un elemento essenziale per migliorare le
propria occupabilità: ciò che oggi è richiesto, in ogni settore del mercato, ad un lavoratore è la versatilità unitamente all’adattamento a diverse
situazioni, ancor prima delle capacità e competenze tecniche. I mutamenti intervenuti nell’organizzazione del lavoro, tendono a spersonalizzare i
rapporti e a non far emergere le caratteristiche intrinseche di ogni personalità. L’uso massiccio del telefono e delle e-mail accelerano questo
processo di spersonalizzazione degli individui, mentre l’esigenza di creare un clima relazionale di fiducia resta la base per rapporti commerciali e
lavorativi durevoli e di successo.
In tale ottica la capacità di relazionarsi in modo efficace ed efficiente, anche a distanza, è l’elemento che permette di:
 creare un clima favorevole (interno all’organizzazione del lavoro ed esterno verso fornitori clienti
 abbattere i livelli di stress associati a cattive interpretazioni della comunicazione interpersonale;
 avere una visione chiara del proprio lavoro e del contesto organizzativo in modo da migliorare la produttività personale;
 contribuire a creare una immagine “positiva” dell’azienda in cui si opera.
Per raggiungere le finalità elencate occorre agire sia sullo sviluppo personale sia sullo sviluppo delle capacità relazionali e di tipo
sociale/organizzativo.
Gli ambiti su cui occorre agire per lo sviluppo personale riguardano la conoscenza di sé, la valutazione dei propri bisogni e di quelli
dell’organizzazione nella quale il soggetto opera, saper gestire le conflittualità ed essere in grado di prevenirle, saper operare all’interno di un
gruppo di lavoro.
Gli ambiti su cui occorre agire per sviluppare le capacità relazionali possono essere riassunti nei seguenti:
 leadership e team building;
 gestione del cambiamento;
 strumenti e tecniche comunicative per gestire le relazioni con clienti e fornitori;
 interpretare le informazioni provenienti dal mercato, dai media e dalle istituzioni;
 interpretare e gestire il clima aziendale;
 comprendere la vision e la mission aziendale.
Le recenti indagini sulle previsioni di assunzione e la valutazione delle competenze chiave nelle imprese nei diversi settori produttivi rilevate da
Unioncamere confermano l’importanza, accanto alle competenze di carattere tecnico-professionale (incluse quelle manageriali e organizzative),
delle capacità relazionali, e in generale trasversali. La capacità di comunicare, relazionarsi, negoziare, l’abilità di lavorare in gruppo e di problem
solving e le capacità più astratte di apprendere ad apprendere e di migliorare continuamente le proprie competenze professionali, costituiscono
elementi irrinunciabili di valore per ogni lavoratore, e ancor più per coloro che operano nei servizi alla persona.
Il comparto del benessere ha vissuto infatti negli ultimi decenni una significativa evoluzione, legata all‟innovazione tecnica e
tecnologica e dei prodotti, ma anche collegati al nuovo modo di concepire la salute e il benessere, con un mercato sempre più
ampio di possibili clienti che sono però alla ricerca di soluzioni specifiche, professionali e costruite su misura. Il mercato ha
anche visto il nascere e il diffondersi di nuove imprese costruite su un nuovo modello organizzativo: non più piccole e micro
realtà, spesso costruite attorno a un imprenditore artigiano e al suo salone, ma vere e proprie aziende in grado di proporre
soluzioni integrate, servizi specializzati e mirati al bisogno del cliente, realizzati con le più moderne apparecchiature.
In questo nuovo scenario viene valorizzata la professionalità e la specializzazione dei lavoratori, costruendo il valore aggiunto
e sulle
abilità Acconciatura,
dei lavoratori,
e
ultimaper
analisi
la qualità del
serviziodiofferto
ai clienti
sulle caratteristiche,
sulle1-competenze
FONDARTIGIANATO –inInvito
la realizzazione
di attività
Formazione
Continua
– 1° - 2011 – Linea
Piano Formativo
Benessere,
Estetica Pagina 25
adottando forme di organizzazione interna che valorizzano la partecipazione, la motivazione e l‟assunzione di responsabilità di
ogni singolo lavoratore. Le competenze traversali e il “saper essere” dei lavoratori (ovvero motivazione, atteggiamenti,
comportamenti, ecc.) assumono quindi un particolare rilievo sia rispetto alla gestione della relazione con i clienti e gli altri
soggetti con cui collabora l‟azienda, sia dal punto di vista della comunicazione e delle relazioni che si sviluppa tra i lavoratori e
Relazionali
ALLEGATO B
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011 – Linea 1- Piano Formativo Benessere, Acconciatura, Estetica Pagina 26
ALLEGATO B
Di processo
L‟aggiornamento tecnico e la specializzazione delle competenze professionali costituiscono un bisogno primario per tutti i
lavoratori del settore del wellness , in ragione della continua evoluzione del settore stesso e delle richieste degli utenti sempre più specifiche e
mirate. Il modello di apprendimento basato sull‟affiancamento di figure esperte, tipico nelle aziende artigiane,
implica una formazione quasi completamente basata sul fare, sull‟attività produttiva quotidiana e sullo scambio informale di
conoscenze: si tratta di aspetti essenziali per l‟agire professionale e consapevole ma, accanto al “saper fare” devono anche
essere approfondite le conoscenze indispensabili per rimanere aggiornati rispetto all‟evoluzione del settore. I percorsi
formativi che consentono di accedere alle professioni del settore, costituiscono solo un primo momento di preparazione professionale.
Accanto a questi ambiti, risultano di primaria importanza gli aspetti della sicurezza e della salute degli utenti e degli operatori,
anche in ragione degli aggiornamenti normativi e dell‟accresciuta e sensibilità da part dei clienti per un servizio “affidabile,
che garantisca, preservi e anzi migliori lo stato di salute e benessere”.
Il punto di forza delle attività artigianali è sicuramente legato alla notevole conoscenza tecnica, all‟elevato grado di
specializzazione e all‟alta qualità produttiva raggiunta. Tuttavia, nell‟attuale contesto dell‟economia globalizzata della conoscenza, questo modello
è minato dalla
consuetudine del lavoro isolato, con scarsa (spesso inesistente) volontà di confronto, di collaborazione e condivisione, e
altrettanto scarsa predisposizione al controllo organizzativo delle proprie strutture, all‟aspetto economico-finanziario delle
proprie commesse, alla conoscenza dei propri clienti e allo studio attento delle loro richieste e soddisfazioni. In altre parole, il modello artigiano
dovrebbe essere maggiormente supportato in termini di formazione o sviluppo di più mature competenze di processo.Per l‟attivazione
di un reale processo di miglioramento sono necessari, innanzitutto, il riconoscimento e la presa di coscienza di questa
situazione e la conseguente disponibilità al cambiamento. Nelle figure chiave, ma anche per i lavoratori che partecipano in
diversa misura ai processi lavorativi – considerando che nelle realtà piccole il singolo lavoratore possiede e può esercitare un
notevole impatto sulla qualità del servizio – si rileva inoltre il bisogno di crescere, oltre alle abilità trasversali, relazionali e di
comunicazione, le competenze di carattere gestionale, amministrativo, manageriale e strategico, delle tecniche di vendita, del
marketing, nonché delle regole e delle dinamiche dell‟organizzazione aziendale, stimolando e promuovendo la crescita delle
piccole aziende del settore.
I fabbisogni rilevati riguardano quindi le competenze tecnico-professionali, sia quella delle competenze gestionali,
organizzative, manageriali e strategiche. Le tre macro aree che esprimono i fabbisogni rilevati e in cui si possono sviluppare
gli interventi formativi sono, in accordo con il Piano formativo settoriale nazionale per il benessere di Fondartigianato, le
seguenti:
A. Area di intervento cosmesi, trucco e acconciatura
B. Area di intervento estetica
C. Area di intervento tatuaggio, piercing e dermopigmentazione
In considerazione della forte specializzazione di settore e delle differenti situazioni delle aziende e dei lavoratori beneficiari, la
definizione e la proposta di percorsi di formazione deve partire dall‟individuazione dei processi tecnico-produttivi e gestionali-
organizzativi
imprese coinvolte
e dalla
verifica delle
competenze
possedute
lavoratori,
caratterizzando
quindi le
FONDARTIGIANATO
– Invito per delle
la realizzazione
di attività
di Formazione
Continua
– 1° - 2011
– Linea dai
1- Piano
Formativo
Benessere, Acconciatura,
Estetica Pagina 27
strategie e i risultati attesi dell‟azienda, valutando quindi i gap formativi da colmare rispetto a quelli posseduti e a quelli
desiderati.
ALLEGATO B
Descrizione processi di apprendimento
Metodologie
Nelle varie riflessioni ed analisi sulle criticità della formazione in Italia emergono ormai da tempo i seguenti punti principali:
-si utilizzano spesso approcci ispirati a visioni organizzative di origine americana o giapponese che mal si adattano alla cultura europea e tanto
più italiana, dove si deve cercare un consapevole collegamento tra lo sviluppo organizzativo e quello individuale;
− di importanza essenziale per i formatori è l’evoluzione in atto dell’organizzazione; analizzare i bisogni formativi vuol dire osservare ed
interpretare gli avvenimenti ed i cambiamenti, capire le esigenze vitali in divenire;
− i processi sono da sviluppare con le persone soprattutto quando è in atto un cambiamento che genera incertezza ed ansia, ciò crea
motivazione e commitment;
-è importante che il cambiamento coincida con lo sviluppo della ragion d’essere della comunità lavorativa,ossia il prodotto e/o servizio che la
caratterizza nella società-territorio;
− il formatore è meglio accetto quando frequenta gli ambienti dell’organizzazione e diventa una figura famigliare; la vicinanza gli rende
evidente che l’apprendimento dipende dalle condizioni emotive della vita organizzativa;
− è fondamentale far riconoscere la discrepanza tra le espoused theories (principi dichiarati come nuova guida delle esperienze) e le theories
in use, inconsapevoli e a cui ci si attiene di fatto (cfr l’action science , che si propone di far riconoscere criticamente alle persone i principi
effettivamente seguiti affinché riescano a ridefinire i modi di pensare ed operare);
− il capo si deve coinvolgere negli interventi formativi e diventare il luogo di sintesi degli effetti dell’azione formativa nella sua impresa;
-la formazione deve essere collegata ai processi reali dando la possibilità alle persone di sperimentarne miglioramenti in una prospettiva di
azione e riflessione;
− il campo delle possibilità soggettive di comprensione è nel qui ed ora della condizione personale, non si estende cioè a tutto l’arco delle
“alternative logiche” che può proporre un analista distaccato: il formatore può descrivere queste alternative, ma deve essere in contatto con
quanto stanno vivendo i soggetti e con i loro atteggiamenti di fronte alle prospettive che egli va aprendo;
− il lavoro del formatore avrà successo se i destinatari dell’azione formativa assumeranno personalmente la responsabilità dei cambiamenti;
− l’organizzazione che apprende è un luogo dove le persone continuano a scoprire le modalità attraverso le quali creano la loro realtà e quelle
mediante le quali possono modificarla;
− è importante per chi dirige considerare la “conoscenza comportamentale” inerente alle valutazioni, decisioni ed azioni della vita di impresa
come proprie di processi mentali non logici; la percezione dell’organizzazione come un tutto appartiene all’ambito dell’arte più che della
scienza, all’estetica più che alla logica; per questa ragione è più facile riconoscerla che descriverla e la si conosce attraverso i suoi effetti più
che attraverso un’analisi;
− apprendere nozioni solo per riuscire a vendere il proprio lavoro sul mercato crea persone che pensano a se stesse più in termini di valore di
scambio che in quelli di individuo responsabile nell’ambito della società;
- chi entra nel mercato del lavoro non deve solo essere fornito di un adeguato corredo di nozioni tecniche; egli entra in un mondo soggetto ad
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ALLEGATO B
un cambiamento continuo ed imprevedibile e senza la formazione di una conoscenza e coscienza culturale, ossia senza capacità di riflessione
storica e di prospezione progettuale non si è in grado di capire il cambiamento e nella misura in cui se ne è responsabili, contribuire ad
orientarlo.
I modelli teorici di riferimento sull’apprendimento adulto, che sono stati nel tempo applicati con buoni risultati e che continuano ad evolvere,
confermano quanto emerso nell’analisi delle criticità e dalle riflessioni sopra esposte.
Purtroppo tali modalità formative non sono ancora estese e necessita ora più che mai implementarle per far fronte alla crisi emergente e
rendere le persone in grado di essere protagoniste dei cambiamenti, contribuendo ad orientarli.
Affinchè la formazione sia efficace ed efficiente, deve essere incentrata sulle esigenze a tutto tondo dell’utente, persona/azienda. Ciò significa
farsi carico della relazione con il complesso sistema di clienti e committenti (lavoratori, imprese, parti sociali, Fondartigianato) e assumere una
logica fatta di impegni reciproci correttamente formalizzati.
Poiché la qualità nella formazione è garantita dalla sinergia di una molteplicità di fattori, occorrerà far coesistere sotto il profilo metodologico
diverse variabili:
• la pianificazione e la progettazione formativa collegate tra loro ed al contesto di riferimento;
• la formazione che agisce sul comportamento della persona, del lavoratore e dell’impresa;
• l’intero processo monitorato sia nel suo complesso che fase per fase) in modo che gli obiettivi progettuali non siano solo raggiunti ma
lo siano in un ottica di qualità e quantità con cui erano stati richiesti, previsti e concordati;
• la relazione tra cliente e fornitore, che deve essere chiara e trasparente, e riduce al massimo ambiguità di relazione e di
comunicazione con le quali spesso vengono rimosse o nascoste le naturali difficoltà di una pratica per sua natura così complessa;
• l’analisi dei bisogni e la progettazione, che devono seguire un approccio preventivo e a medio-lungo termine, in modo da dare
prospettiva all’azione formativa e peso strategico ai risultati ottenuti;
• progettazione, gestione e valutazione nell’ottica del miglioramento continuo, analizzando l’esperienza passata, criticità, errori e
insuccessi, per imparare e migliorare processi e procedure del presente e del futuro;
• obiettivi formativi specifici proposti e definiti con una chiara visione del punto da cui si è partiti e del punto in cui si intende arrivare,
cioè del "sapere fare dopo".
• target a cui si rivolge l’intervento definito con chiarezza, individuando la modalità di erogazione più opportuna e adeguata.
Il processo per la progettazione e la realizzazione di interventi di qualità deve prevedere pertanto:
 Definizione dei macroprocessi di riferimento. Definire con chiarezza verso quali funzioni il progetto formativo è orientato. Infatti nelle
imprese artigiane la funzione di gestione aziendale è spesso intimamente legata a quella funzionale e produttiva.
 Definizione del target e dell’utenza. Il progetto formativo deve tener conto della dimensione d’impresa. Infatti non solo il modello
formativo, ma anche le modalità stesse di organizzazione pratica del percorso formativo sono influenzate dalle caratteristiche
dimensionali dell’impresa (o del consorzio di imprese) a cui si rivolge.
 Considerare le necessità lavorative dell’utenza. Occorre considerare attentamente la scelta del contesto, dell’area e del territorio dove
realizzare il percorso formativo. Per assicurare la presenza del maggior numero di lavoratori e ridurre al minimo i disagi alle imprese,
vanno ridotte al minimo le complicazioni logistiche e le differenze legate all’organizzazione del lavoro che caratterizza le diverse
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ALLEGATO B
imprese.
 Sviluppare un’ottica di sistema senza trascurare le specificità. E’ fortemente auspicabile che gli interventi di formazione siano rivolti a
gruppi (anche piccoli) di imprese o consorzi, accomunati dal tipo di servizio, di prodotto e dalla medesima domanda formativa; questo
consente di strutturare la domanda di formazione all’interno di percorsi unificanti e contemporaneamente permettendo la diffusione e
ricaduta delle conoscenze. Bisogna, che anche quando si opera a livello di piccoli gruppi e di piccole imprese, si sappia mantenere
un’ottica di sistema.
 Disporre di materiali e attrezzature idonei ad una formazione di qualità. E’ necessario scegliere con grande oculatezza i luoghi di
formazione. E’ necessario disporre di laboratori e di idonee attrezzature e materiali. Da questa esigenza nasce l’invito ad individuare
Imprese di eccellenza che, nel periodo di minor utilizzazione degli impianti, possano essere disponibili ad ospitare i corsi.
 Organizzare percorsi di formazione brevi nel tempo ma frequenti e mirati. Appare opportuno considerare con attenzione la possibilità
che i corsi siano realizzati con un numero minimo indispensabile di ore ma ripetuti nel tempo (formazione continua) e che il corpo
docente sia costituito da soggetti che abbiano recentemente operato nel settore o che tuttora vi operino con riconosciute ed eccellenti
capacità.
 Stagionalità. Nell’organizzare la formazione occorre prestare la massima attenzione alla stagionalità produttiva, cioè alla presenza di
periodi di picchi lavorativi/produttivi che richiedono la presenza di tutto il personale al completo. Picchi dovuti a: festività nazionali e
locali, eventi straordinari, mostre e fiere, periodi di ferie, chiusura di impianti e stabilimenti, riduzione del personale. Occorre valutare
queste esigenze per ogni singolo comparto.
 Organizzare interventi omogenei per specificità produttiva e territoriale. Dove e quando è necessario, è opportuno che gli interventi di
formazione considerino attentamente le diverse specificità/specializzazioni territoriali e produttive del settore, e sappiano progettare e
mettere a punto una offerta formativa coerente con tali specificità/specializzazioni. Tipicamente queste diversità si realizzano nei
distretti industriali e nei sistemi produttivi locali di piccole e medie imprese
Complessivamente si richiede che il progetto formativo risponda alle seguenti caratteristiche e quindi sia:
 Unificante, cioè capace di integrare linguaggi, culture e modalità produttive e organizzative proprie di differenti imprese e territori in
modalità didattiche e comunicative comuni;
 Adeguato alla struttura dell’impresa e alle sue necessità produttive e organizzative;
 Rispettoso delle caratteristiche individuali e professionali dei partecipanti, delle loro motivazioni;
 Consapevole, perché sviluppa, tra i partecipanti, un percorso cognitivo in grado di valutare e integrare i diversi livelli di complessità
professionale e organizzativi del contesto lavorativo;
 Significativo, capace di rendere chiaro il senso e il significato delle conoscenze e delle competenze professionali, oltre
che la loro modalità di utilizzo concreto;
 Contestuale, con una definizione precisa del contesto produttivo e lavorativo di riferimento e del “qui ed ora” progettuali;
 Trasparente rispetto alle necessità e ai fabbisogni formativi dell’utenza, rendendo sempre visibile la relazione tra domanda di formazione e
offerta formativa;
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ALLEGATO B
 Esplicito nel pianificare l’intervento formativo per l’impresa e il lavoratore, quantificando sempre chiaramente il divario tra livello di
conoscenze in partenza e quello previsto in arrivo;
 Solido, cioè sostenuto da modelli pedagogici e formativi chiari e ben esplicitati;
 Completo, cioè basato su una programmazione didattica conclusa, definita e riproducibile;
 Valutabile rispetto ai metodi e agli obiettivi che si pone, alla situazione da cui parte e ai risultati a cui aspira;
 Preciso nel definire e valutare la performance finale e i risultati ottenuti dai partecipanti;
 Misurabile, in grado di quantificare con precisione i livelli di prestazione raggiunti e da raggiungere;
 Competente, cioè basato su metodi, strumenti, materiali e contesti didattici adeguati e sostenuto da docenti esperti e aggiornati in materia;
 Documentabile, in grado di creare una documentazione a prova e garanzia della sua efficacia;
 Versatile, cioè caratterizzato dalla presenza di percorsi misti, con momenti di formazione d’aula, esperienze di laboratorio e momenti di
(auto)apprendimento nei contesti di lavoro;
 Moderno, cioè in grado di proporre e utilizzare, quando effettivamente utili, nuove tecnologie e strumenti multimediali a distanza;
 Strategico, in grado di fornire un vantaggio competitivo ai lavoratori e alle imprese;
 Preventivo, in grado di progettare e agire anche in un’ottica di medio e lungo termine;
Strumenti
Si raccomanda, nella preparazione dei progetti formativi da proporre a Fondartigianato nell’ambito dell’Invito 1° - 2011, di fare riferimento al
Manuale di progettazione – Linee guida di supporto tecnico e metodologico realizzato da RSO Spa (aggiornato ad aprile 2011) e reso
disponibile assieme all’invito stesso.
Un modello formativo adeguato deve sapere descrivere chiaramente gli strumenti di formazione coerenti con l’impianto progettuale (contesto
aziendale/settoriale, tipologia di destinatari, obiettivi e competenze traguardo, contenuti, metodologie previste).
Dovranno essere disponibili le attrezzature didattiche adeguate alle metodologie attuate, quali ad esempio:
lavagna a fogli mobili;
lavagna luminosa;
videoproiettore;
 player multimediale;
 attrezzature tecniche e tecnologiche specifiche
Oltre a specificare le attrezzature tecniche e tecnologiche specifiche, è opportuno indicare
- gli spazi e i luoghi della formazione (azienda, laboratorio, ambiente attrezzato, postazione per la formazione a distanza
(FAD), ambiente per lo stage esterno, setting di apprendimento, ecc. )
- i tempi, specificando la quantità di ore di formazione necessaria in relazione agli obiettivi formativi e a un adeguato
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ALLEGATO B
sviluppo dei contenuti
- la ricorsività e la modularità degli interventi formativi per rispondere ad esigenze sia di brevità / specificità dei singoli
interventi, sia di approfondimento / specializzazione con interventi diversi, programmati in un lasso temporale
prolungato, nell’ottica di un piano di sviluppo articolato e non di azioni “spot”
Modalità
organizzative
Documentazione
(utilizzo materiali e
prodotti di esperienze
precedenti)
Ciascun intervento formativo sarà organizzato, ponendo attenzione a:
Setting di apprendimento: individuare adeguati luoghi per la formazione, sia per quanto riguarda l’accessibilità da parte dei lavoratori, sia
per quanto riguarda le attrezzature tecniche ed informatiche
Disponibilità di materiale di consumo: rendere disponibili per esercitazioni pratiche e simulazioni materiali di consumo in quantità
sufficiente e di qualità adeguata
Tempistica: conciliare i carichi di lavoro dell’azienda e gli impegni di formazione, programmando date ed orari
Ricorsività: dare continuità agli interventi formativi, attraverso interventi formativi brevi/mirati, ma programmati in un lasso temporale
prolungato, nell’ottica di un piano di sviluppo articolato e non di interventi “spot”
Verifica degli apprendimenti: prevedere momenti e strumenti per la verifica degli apprendimenti, per la messa a punto di eventuali azioni
di rinforzo
Verifica degli impatti della formazione: prevedere momenti e strumenti per la verifica degli impatti della formazione, previo la stipula tra
le parti coinvolte di un patto
Ottemperanza agli adempimenti burocratici del Fondo: adottare la modulistica prevista per la gestione dei percorsi, rispettando tempi
e modalità di trasmissione.
Per quanto riguarda le modalità organizzative si rimanda, in ogni caso, alla struttura progettuale basata sull’impianto articolato per Unità di
Competenze, così come indicato dalla modulistica riferita alla descrizione dei Progetti di formazione a corredo dell’Invito 1° - 2011 di
Fondartigianato.
Per gli aspetti di monitoraggio e di valutazione finale del percorso formativo si rimanda al Manuale di progettazione – Linee guida di supporto
tecnico e metodologico realizzato da RSO Spa e reso disponibile assieme all’invito citato di Fondartigianato, oltre alle indicazioni sulle modalità
di valutazione fornite alla sezione “Requisiti prioritari per la qualità degli interventi formativi”.
La documentazione utilizzata e l’insieme di materiali prodotti e resi disponibili nei progetti formativi deve essere adeguata e conforme alle
modalità di erogazione e agli obiettivi dei progetti formativi da realizzare e coerente con le indicazioni e le richieste dell’Invito 1° - 2011 di
Fondartigianato.
La documentazione didattica sui temi della formazione sarà di vario tipo (dispense, testi, schede tecniche, cd rom), sarà prodotta da docenti
esperti e fornita dall’ente gestore.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011 – Linea 1- Piano Formativo Benessere, Acconciatura, Estetica Pagina 32
ALLEGATO B
Contenuti formativi da sviluppare
Le iniziative formative che faranno riferimento al presente piano dovranno sviluppare contenuti coerenti con le priorità e gli obiettivi indicati nell’invito 1°-2011 di
Fondartigianato (Linea 1 – Benessere e Servizi alla persona) e contestualizzati a livello locale in questo documento.
In particolare i progetti formativi proposti
- potranno sviluppare competenze di carattere tecnico-professionale, specifiche di settore/ambito generali e capacità di carattere manageriale e
organizzativo riferite: alla gestione dell’azienda, dei processi e delle attività; a capacità di pianificazione strategica e programmazione;
all’introduzione di innovazioni tecnologiche; all’organizzazione delle risorse umane e di altra natura; allo sviluppo di collaborazioni di rete e di
sinergie produttive o di comune interesse, sul territorio o sui mercati esterni; agli aspetti normativi e legislativi inerenti la gestione aziendale, i
rapporti contrattuali;
- potranno sviluppare competenze e capacità trasversali e abilità di comunicazione, gestione delle relazioni, negoziazione, ecc., capacità
indispensabili per pensare il business aziendale in senso globale e sostenibile, cogliendo le opportunità di collaborazione e valorizzando il capitale
umano.
Di seguito si derubricano contenuti formativi che sarà possibile sviluppare suddivisi in due principali tipologie:
trasversali
Per quanto riguarda i contenuti di tipo trasversale, le principali aree di intervento formativo riguardano:
l’
Are a Am m inistra tiva : ge stione de lle proce dure a m m inistra tive e conta bili e de gli a de m pim e nti burocra tici e socie ta ri;
l’
Are a de ll’
Orga nizza zione e Ge stione de l pe rsona le : a ggiorna mento del personale su aspetti giuridici, contabili, economico-finanziari, tecnicoproduttivi;
l’
Are a de lla Com unica zione / Inform a zione : a ggiorna re le com pe te nze rispe tto a lla com unica zione inte rna a l pe rsona le e d e ste rna tra personale e
cliente e/o fornitore;
l’
Are a Inform a tica e ICT: tra sfe rire com pe te nze a ttine nti a ll’
a re a de l ICT sia rispe tto a ll’
a ggiorna m e nto de lle nuove te cnologie dell’informazione
e della comunicazione;
l’
Are a Linguistica (inte rna ziona lizza zione ): conosce nza de lle lingue straniere a livello tecnico/specialistico;

l’
Are a te cnico-produttiva:
degli
argomenti
che hanno Continua
come oggetto
le principali
i processi Benessere,
produttivi dell’impresa,
FONDARTIGIANATO
– Invitoapprofondimento
per la realizzazione
di attività
di Formazione
– 1° - 2011
– Lineafunzioni
1- PianoeFormativo
Acconciatura,ilEstetica Pagina 33
cosiddetto “saper fare” (prodotto e produzione);
l’
Are a m a rketing, commercializzazione e rapporti con il cliente: il mercato e le esigenze del cliente, internazionalizzazione degli operatori verso
ALLEGATO B
Priorità dell’intervento
“PREVEN TI VO”:



anticipare i bisogni di formazione
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi produttivi/evoluzione delle
professionalità
adeguare la qualificazione professionale dei lavoratori
“CURATI VO”:




rispondere ai bisogni formativi specifici
riqualificare i lavoratori
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi produttivi/evoluzione delle
professionalità
acquisire nuove qualificazioni professionali
Descrizione ruoli e profili professionali destinatari dell’azione
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011 – Linea 1- Piano Formativo Benessere, Acconciatura, Estetica Pagina 34
ALLEGATO B
Ruoli
La formazione per l’artigianato è per sua natura multidimensionale: non è raro che la stessa utenza esprima necessità e bisogni riguardanti
la cultura imprenditoriale e manageriale, l’acquisizione di nuove competenze indispensabili per le diverse funzioni aziendali, l’aggiornamento
della professionalità tecnica per mantenere elevati standard di prodotto e lavorazione.
Questa multidimensionalità della formazione deriva essenzialmente da quattro aspetti:
1) la varietà dell’artigianato, un sistema produttivo che non si è mai omologato ai modelli della grande impresa di modello fordista della
produzione in serie e che presenta fortissimi elementi di specificità organizzativa e produttiva in cui confluiscono quasi tutti i settori e
comparti produttivi;
2) la centralità della persona nel contesto produttivo artigiano e l’impossibilità di scindere l’impresa dall’imprenditore e dai lavoratori che vi
operano.
3) la varietà della domanda del cliente
4) la specificità del territorio
Per questo motivo nelle imprese artigiane è molto difficile che il lavoro sia organizzato sulla base di una rigida divisione per ruoli e funzioni,
e anzi si verifica la presenza di figure che uniscono competenze e ruoli diversi, da capacità di carattere tecnico-professionale specifico, ad
abilità di tipo trasversale, organizzativo e di gestione.
L’intreccio, ai vari livelli, di complessità organizzativa e competenze tecnico-professionali è frequente. È questa situazione a definire l’alto
livello di polifunzionalità raggiunto nelle imprese artigiane, ovvero ciò che determina un tratto distintivo dell’organizzazione del lavoro
interno all’azienda, ed è un naturale riferimento per la pianificazione e l’organizzazione degli interventi di formazione.
Per tali ragioni, demandando ai progetti formativi l’analisi e la definizione dei ruoli coinvolti nella formazione (nonché degli obiettivi specifici,
delle competenze target e dei contenuti da sviluppare), nel presente piano si ritiene coerente il coinvolgimento nella formazione di tutti i
ruoli presenti nelle aziende artigiane che operano nel settore del wellness e dei servizi alla persona in relazione alle priorità e alle finalità qui
proposte.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011 – Linea 1- Piano Formativo Benessere, Acconciatura, Estetica Pagina 35
ALLEGATO B
Profili
professionali
La flessibilità funzionale e organizzativa, considerata dagli stessi artigiani (a seconda dei punti di vista) come una delle più importanti
caratteristiche e/o necessità del modello produttivo e organizzativo artigiano, si riferisce alla possibilità di ogni lavoratore dell’impresa di
essere in grado di ricoprire qualunque ruolo e qualunque mansione, di essere cioè intercambiabile all’interno del processo produttivo, e in
grado di sostituire in maniera adeguata e in autonomia un collega. Tale caratteristica è, spesso, una necessità ed è dovuta alle piccole
dimensioni dell’impresa e al numero limitato di risorse umane, solitamente sottodimensionato rispetto alla quantità di lavoro.
La base su cui poggia la flessibilità funzionale è rappresentata dalla condivisione di esperienze, saperi, competenze, visioni del problema,
che si realizza nel contesto del lavoro artigiano. La flessibilità funzionale e organizzativa realizza una struttura di impresa leggera, basata su
legami di tipo non gerarchico ma di natura cognitiva ed esperienziale, in cui quello che conta sono le effettive capacità professionali e di
mestiere. Da questo punto di vista l’impresa artigiana è potenzialmente molto adatta a gestire situazioni di incertezza economica, con effetti
rilevanti in termini di innovazione e aggiornamento produttivo. D’altro canto, la crescita dimensionale e la specializzazione dell’impresa,
nonché l’attuazione di strategie di collaborazione in rete, richiede lo sviluppo di competenze distintive con percorsi di alta formazione, sia di
carattere tecnico-professionale che manageriale. Il presente Piano Formativo si orienta, quindi, verso l’aggiornamento delle competenze di
figure e profili professionali esistenti e operanti all’interno dell’impresa ovvero della formazione/qualificazione/riqualificazione delle figure
professionali, tenendo conto dei livelli di flessibilità funzionale e organizzativa tipica dell’impresa artigiana. I profili professionali destinatari
delle azioni formative sono tutti quelli previsti nell‟ambito delle imprese del comparto, con
riferimento alle macro aree di intervento individuate nel Piano e alle relative figure professionali tradizionali e specializzate (considerando
anche le nuove
figure professionali in via di definizione e regolamentazione). I progetti formativi possono essere indirizzati al rafforzamento alla
riqualificazione delle competenze delle figure, alla loro specializzazione, anche a sostegno a percorsi individuali.
professionalizzazione o di cambio di ruolo e mansione, oppure in chiave anticipatrice rispetto all‟evoluzione tecnica.
AZIENDE/TERRITORI
(descrizione dei bacini di riferimento e della
tipologia,
numero
delle
aziende
territori interessati)
e
dei
Tutte le aziende, aderenti al Fondartigianato, operanti nella Regione Lazio e che rispettano i vincoli per la partecipazione previsti
dall’invito 1°-2011.
PROGETTO/I
(indicazione del Progetto/i
finalizzato/i alla realizzazione del
Progetti formativi da presentare ad ogni scadenza prevista dall’Avviso I-2011, Linea 1 – Benessere e Servizi alla persona
Piano Formativo)
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