la rappresentanza femminile nei comuni della provincia di como
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la rappresentanza femminile nei comuni della provincia di como
COMITATO PER LA PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE LA RAPPRESENTANZA FEMMINILE NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI COMO Associazione Nazionale delle Consigliere di Parità ANNO 2006 PRESENTAZIONE E’ con grande piacere che, in qualità di Vicepresidente dell’associazione ANCORPARI, ringrazio il Comitato Imprenditrici della Camera di Commercio di Como per l’importante opportunità che ci ha offerto incaricandoci di svolgere un’indagine sulla presenza delle donne nei consigli amministrativi politici dei Comuni della provincia di Como. Il rapporto finale presenta gli interessanti risultati emersi dalla prima parte della ricerca, di tipo quantitativo, contenente l’elaborazione dei dati inerenti la presenza femminile nella Provincia e nei Comuni del territorio comasco e dalla seconda parte, di tipo qualitativo, sviluppata attraverso la somministrazione di un questionario ad esponenti della politica locale e la realizzazione di un focus group, come momento di completamento della fase di rilevazione empirica, rivolto a un piccolo gruppo di donne, non direttamente impegnate nella politica “attiva”, finalizzato a mettere a confronto opinioni ed esperienze sulla loro percezione del ruolo delle donne in politica. Il tema della scarsa presenza femminile nei luoghi di decisione politica sta suscitando una grandissima attenzione nel dibattito nazionale anche in funzione del fatto che, a sessant’anni dall’acquisizione del diritto elettorale da parte della donne, esso diventa sintomo di una sconfitta per la stessa democrazia. Proprio per intervenire sul rafforzamento della presenza delle donne, ma anche sulle condizioni “ostacolanti” che loro stesse ritengono ancora di impedimento alla realizzazione di una democrazia effettiva e non dimezzata nasce questa piccola ricerca, che può costituire un primo passo nella direzione del superamento di alcuni fattori difficili ed in quella 2 dell’acquisizione del “coraggio” di impegnarsi in prima persona, così come viene affermato da alcune delle donne ascoltate. Infine, e non da ultimo, siamo convinte che questo contributo aiuterà a sviluppare un dibattito sul tema della rappresentanza femminile sul territorio comasco. Dal punto di vista delle professionalità che ci hanno lavorato, voglio ringraziare in particolare Emilia Mancinelli per il prezioso contributo dato nell’elaborazione dei dati e nella fase di stesura del rapporto finale, Paola De Dominicis per il coordinamento della ricerca e le due giovani ricercatrici, Chiara e Francesca, che si sono impegnate in una puntuale e delicata fase di rilevazione dell’esistente ed nell’attività di ascolto e raccolta delle interviste, dimostrando capacità di cogliere anche le emozioni presenti nelle loro risposte. Grazia Cotti Porro Vicepresidente di ANCORPARI 3 INTRODUZIONE La situazione delle donne in Italia appare oggi caratterizzata da vistose contraddizioni. Se, da una parte, l’andamento della presenza femminile nel mondo del lavoro sembra segnata da una tendenza positiva, dall’altra, la possibilità concreta per le donne di migliorare le “chanches” di carriera e di leadership, di aumentare la loro presenza nei centri decisionali e di potere, e nella vita politica, sembra rappresentare ancora oggi un percorso difficile, con limiti e resistenze che rendono questi trend tuttora molto lenti. La prima considerazione è che il mondo della politica continua ad essere, nel terzo millennio, uno dei più “ostili” all'avanzamento del soggetto femminile. Da una prima ricognizione dei dati statistici emerge una vera e propria “impermeabilità” all'accesso delle donne a tutti i livelli della vita politica, compresi i vertici dei partiti e dei sindacati. In Italia, nonostante alcuni segnali di miglioramento nelle ultime elezioni, le donne rimangono ancora sottorappresentate nei processi decisionali politici ed economici. Nelle ultime elezioni del 2006 le donne italiane rappresentano il 17% del totale dei deputati (erano l'11,5% nelle precedenti consultazioni elettorali); su un totale di 630 deputati le donne sono 108 e gli uomini 522. Al Senato la percentuale si attesta al 13,5% (erano l’ 8,1% nelle precedenti elezioni); su un totale di 333 senatori le donne sono 45 e gli uomini 288. 4 La situazione non migliora molto anche prendendo in esame gli esiti dell'ultima tornata elettorale per il rinnovo dei governi regionali, dove sono state elette presidenti di giunta solo 2 donne (in Piemonte e in Umbria). Per quanto riguarda le amministrazioni locali , dove per le donne dovrebbe essere più facile riuscire a inserirsi - per una serie di motivi quali il maggior numero di seggi disponibili e una più semplice conciliazione tra impegni professionali, politici e familiari solo 14 province su 111 sono guidate da donne. Altrettanto insoddisfacente risulta essere la posizione raggiunta dalle donne italiane nel Parlamento europeo, dove, nonostante alcuni segnali di miglioramento, l'Italia si assesta agli ultimi posti della classifica continentale, con 14 deputati donna su un totale di 78 deputati italiani. La cruda realtà dei dati statistici: un problema dei paesi economicamente più sviluppati Presenza delle donne nei parlamenti nazionali in alcuni Stati Americhe USA Europa paesi OCSE (inclusi i paesi nordici) Europa paesi OCSE (esclusi i paesi nordici) Africa sub–sahariana– Asia Pacifico Stati arabi 20,6% 15,2% 17,3% 15,5% 15,3% 16,4% 12,2% 8,2% Esaminando ancora più in profondità i dati statistici, emerge con evidenza che non si tratta solo di un fenomeno italiano, ma di un problema che, come si evince dalla tabella riportata sopra, riguarda anche gli altri paesi, in particolare quelli che fanno parte del G8, i più ricchi in assoluto. Questi paesi si attestano paradossalmente su una media del 15,5% di 5 presenze femminili in Parlamento — risultato ancora peggiore della media dei paesi europei dell'OCSE nel loro complesso (17,3%) — laddove i paesi dell'Africa sub–sahariana arrivano praticamente allo stesso livello, ovvero al 15,3%. Le donne nei Parlamenti Classifica mondiale aggiornata al 31 ottobre 2006 Percentuale femminile 1. Ruanda 2. Svezia 3. Costa Rica 4. Finlandia 5. Norvegia 6. Danimarca 7. Paesi Bassi 8. Cuba 8. Spagna 9. Argentina 10. Mozambico 15. Germania 59. Italia 67. Stati Uniti 84. Francia 98. Giappone 48,8 47,3 38,6 38,0 37,9 36,9 36,7 36,0 36,0 35,0 34,8 31,8 17,3 15,2 12,2 9,4 Come portare le donne dentro la politica? La sottorappresentanza delle donne nel mondo politico rappresenta un forte limite alle democrazie moderne, in quanto le donne difficilmente potranno avviare mutamenti nelle leggi se non sono presenti dove si può decidere. 6 Il mancato accesso delle donne alla politica non solo incide negativamente sulla condizione femminile, ma pone in discussione anche lo stesso statuto delle democrazie occidentali. Il primo pensiero che viene in mente quando si affronta il tema della scarsa presenza femminile nella politica, è che tutto sia già stato detto e quindi sia tutto noto. Eppure, anche a giudicare dai diffusi dibattiti in televisione e sui quotidiani, che sempre più tendono a dare spazio all'argomento in prossimità della campagna elettorale, e malgrado la miriade di informazioni esistenti sulla dimensione quantitativa del fenomeno, restano ancora irrisolte le ragioni per cui le donne rimangono fuori dalla politica. Alcuni sostengono che il problema risiede nel fatto che le donne vengono utilizzate come “specchietto per le allodole” in occasione delle elezioni, per poi essere messe da parte dai vertici di partito al momento in cui si stabiliscono i ruoli di potere. Altri, invece, addirittura sostengono che il problema sarebbe facilmente risolvibile se le donne — che sono la maggioranza dell'elettorato attivo — scegliessero candidate nel segreto delle urne. A qualunque di queste opinioni si intenda aderire la questione di fondo è come attivare circoli virtuosi affinché tutta quella ricchezza di esperienze, competenze e capacità che le donne esprimono possa essere messa a disposizione della politica. Fino ad oggi in materia di riequilibrio della rappresentanza gli strumenti specifici adoperati sono stati essenzialmente di due tipi: Sistemi che privilegiano discipline di fonte legislativa; Sistemi che prevedono una normativa di favore per le donne nei regolamenti interni e negli statuti dei partiti politici. 7 In molti paesi con alta percentuale di presenze femminili nei Parlamenti, il sistema adottato è quello delle quote non imposte per legge, ma adottate come soluzione autonoma dai gruppi politici. In altri si è invece intervenuto con modifiche normative, come nel caso dell’Italia, con la promulgazione della legge sulla modifica dell’art. 51 della Costituzione. Interventi di tale natura rappresentano comunque un passo importante verso il conseguimento delle pari opportunità di uomini e donne nelle cariche elettive. La conciliazione è un nodo centrale per facilitare una maggiore partecipazione delle donne in politica? La lontananza fuga delle donne dal mondo della politica è un problema complesso, che richiede una riflessione approfondita, in grado di cogliere non solo i fenomeni che appaiono in superficie, ma anche gli aspetti più intangibili della realtà. In tal senso, il progetto tenta di dare un suo contributo ponendo al centro della questione l'istanza di conciliazione di cui le donne sono portatrici. Occorre capire se questa istanza non sia qualcosa di più profondo di un mero equilibrio strumentale tra due dimensioni (quella della professione e quella privata), e non rappresenti anche un orientamento peculiare della donna, inteso come la difficoltà nel reggere le pesanti aspettative legate ad un sistema di valori tradizionalmente della nostra società che le impone una imprescindibile responsabilità e presenza nella gestione delle attività di cura e nella qualità del suo agire. Il problema non è quindi percepito solo dalle donne con figli che gestiscono ancora oggi nelle nostre società gran parte del lavoro di cura, per la presenza di bambini ed anziani; anche le donne senza figli, ad esempio, esprimono frequentemente l'esigenza di armonizzare le varie componenti della loro esistenza agendo sempre per dare il “massimo”. 8 La domanda di conciliazione, che le donne non riescono facilmente a comprimere, viene pressoché ignorata o sottovalutata negli ambienti della politica, nei quali vige un sistema ben definito di regole, aspettative e dinamiche costruite sulle esigenze degli uomini e che concorrono a tenere fuori le donne dalla politica. L'istanza di conciliazione è quindi proprio il fattore principale fatture che, se non riconosciuto, attiva un processo di allontanamento delle donne dalla politica difficilmente reversibile, e tale da scoraggiare anche le future generazioni. 9 Il progetto Partendo da queste considerazioni il Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile di Como ha individuato, tra i temi su cui lavorare per il 2006, il tema della rappresentanza femminile. A tal fine è stata avviata una collaborazione con l’Associazione Ancorpari, Associazione Nazionale Consigliere di Parità per realizzare una apposita ricerca. Le finalità generali del progetto sono da un lato di “fotografare” la situazione della presenza delle donne in politica sul nostro territorio e, dall’altra, comprendere le ragioni che mantengono le donne distanti dai luoghi della politica, per giungere a formulare e a sperimentare ipotesi di soluzione a questo problema, sia sul piano della politica istituzionale sia su quello della prassi quotidiana delle organizzazioni o delle donne stesse. Rispetto al primo di questi obiettivi, si è partiti a svolgendo una scrupolosa mappatura della rappresentanza femminile nelle amministrazioni della provincia di Como. Ne è emersa una fotografia dettagliata, che rappresenta il primo monitoraggio completo esistente. della situazione nella provincia di Como. Per il raggiungimento del secondo obiettivo sono state effettuate una serie di interviste qualitative ad alcuni testimoni della politica locale, donne e uomini, per evidenziare le modalità del loro percorso politico, le eventuali criticità che hanno incontrato. Ciò che si è inteso rilevare non è semplicemente il dato numerico della presenza delle donne nel mondo politico locale, ma anche altri dati particolarmente significativi, quali l’esperienza personale, le attese e i bisogni, le prospettive per il futuro. 10 Nel nostro progetto abbiamo voluto intervistare anche gli uomini per far emergere anche il loro punto di vista e la loro esperienza. La ricerca sul campo ha portato quindi ad incontrare ed intervistare esponenti uomini e donne delle amministrazioni locali. Quasi tutti hanno espresso un forte interesse verso l’iniziativa, dando la loro disponibilità a seguirne da vicino gli sviluppi e i risultati. A loro va un caloroso ringraziamento per essere riusciti a ritagliare un po’ del loro tempo — nonostante i numerosi impegni — per rispondere alle domande poste nei questionari e mettere così a disposizione dell’indagine il loro bagaglio di esperienze politiche e biografiche. 11 Metodologia della ricerca utilizzata L’analisi svolta ha utilizzato diverse metodologie. Essa può essere suddivisa in diverse fasi, che non sono avvenute consecutivamente, ma si sono intrecciate tra loro ed anche con altre attività progettuali. 1. L’indagine quantitativa Nell'ambito dell'attività di ricerca è stata effettuata una ricognizione sulla situazione delle diverse fonti. E’ stato così possibile tracciare un quadro completo ed aggiornato sulla donne in provincia di Como prendendo in esame composizione dei Consigli Comunali, delle Giunte e delle deleghe attribuite alle donne nei 162 Comuni della provincia di Como. Più della metà dei Comuni della nostra Provincia ha un sito aggiornato con i dati sulla composizione degli organi di governo locale. Per questi comuni i dati sono stati recuperati attraverso il sito stesso. 12 Per l’altra metà dei Comuni si è provveduto ad inviare , con una lettera di accompagnamento, un questionario richiedendo i dati necessari per il nostro monitoraggio. Sono stati inoltre effettuati, quando necessario, contatti diretti con i singoli comuni. 2. L’indagine qualitativa Una fase importante di questo percorso è stata rappresentata dalla raccolta delle esperienze e delle opinioni delle donne ed uomini eletti, delle amministratrici e degli amministratori, con riferimento agli ostacoli incontrati, ai bisogni maggiormente sentiti, agli interventi ritenuti più utili per raggiungere gli obiettivi Questa fase è stata svolta nel periodo tra settembre e novembre 2006 e ha coinvolto un campione di uomini e donne eletti, costruito proporzionalmente in base ai seguenti criteri: Comune di appartenenza (grande, medio, piccolo) Carica ricoperta( sindaco, assessore, consigliere) 3. Focus Group rivolto a donne del territorio non direttamente coinvolte nell’attività politica. E’ stato organizzato, nei primi giorni di dicembre 2006, un “focus group” con alcune donne del territorio, non direttamente impegnate in politica, tutte lavoratrici autonome o libere professioniste, di età compresa tra i 40 ed i 55 anni di età. 13 L’obiettivo è stato quello di capire cosa pensano le donne non direttamente impegnate in politica sulla presenza femminile nel mondo della politica in genere, quali fattori che condizionano, in positivo o in negativo, l’accesso delle donne alla politica quali sono, secondo loro, le misure che si potrebbero mettere in campo per invertire una situazione che è oggi ancora fortemente discriminante, il loro rapporto diretto con la politica, le speranze per il futuro e le emozioni che portano con sé. 14 I risultati emersi 1. L’indagine quantitativa Nell'ambito dell'attività di ricerca è stata effettuata una ricognizione sulla realtà delle amministratrici in Provincia di Como. E’ stato così possibile tracciare un quadro completo ed aggiornato sulla composizione dei Consigli Comunali, delle Giunte e delle deleghe attribuite alle donne in tutti i 162 Comuni della nostra provincia. I risultati sono rappresentati nei grafici che seguono, dove vengono riportati i dati totali dell’intera Provincia di Como e i dati parziali dei comuni, raggruppati per classe di popolazione, al fine di evidenziare tipicità specifiche legate alle dimensioni territoriali. I singoli comuni analizzati sono stati raggruppati in classi di dimensione in relazione al numero di abitanti: ♦ con oltre 10 mila abitanti 6 ♦ da 10 mila a 5 mila abitanti 20 ♦ da 5 mila a 3 mila abitanti 25 ♦ da 3 mila a 1.000 abitanti 62 ♦ fino a 1.000 abitanti 49 15 Nel complesso dei 162 comuni della Provincia di Como vediamo che la percentuale di donne rappresentate nei Consigli Comunali, dove per le donne dovrebbe essere più facile riuscire a inserirsi, è piuttosto bassa. Su un totale di 2.301 consiglieri comunali presenti in tutti i Comuni, solo 423 sono donne, pari al 18,4%. PROVINCIA DI COMO Componenti dei Consigli Comunali 90 81,62 80 70 % donne e uomini 60 50 40 30 18,38 20 10 0 uomini donne 16 Per quanto riguardano la presenza delle donne nelle Giunte comunali, la percentuale, più alta e pari al 30% del totale. Su 523 componenti, le donne sono 159. PROVINCIA DI COMO Componenti totali Giunta 80 69,6 70 % di uomini e donne 60 50 40 30,4 30 20 10 0 uomini 17 donne Questo dato può essere interpretato innanzitutto come indicatore di un cambiamento culturale in atto, ma anche con la considerazione che le donne che si impegnano in politica raggiungono mediamente buoni risultati, con percentuali di successo che, se confrontate con quelle maschili, evidenziano valori molto più alti per le donne, così come messo in luce dal grafico che segue. PROVINCIA DI COMO PROVINCIA DI COMO Donne e uomini nei Consigli Donne e uomini nelle Giunte 18% 30% 70% 82% Uomini Uomini Donne 18 Donne Ciò nonostante quanto affermato, la difficoltà per le donne di raggiungere gli apici del potere rimane ancora: all’interno delle Giunte, le donne che ricoprono la carica di sindaco sono solamente 18, pari all’11% del totale. Il 16,3% coprono la carica di vicesindaco ed il 76% sono assessori. PROVINCIA DI COMO Donne presenti in Giunta 80 75,6 70 60 % donne 50 40 30 20 16,3 11 10 0 donne sindaco donne vicesindaco 19 donne assessore Vediamo adesso la presenza delle donne all’interno dei Comuni suddivisi per classi di grandezza. Provincia di Como: Comuni con oltre 10 mila abitanti Como Cantù Mariano Comasco Erba Olgiate Comasco Lurate Caccivio 83.016 36.518 21.646 16.901 10.829 10.028 Nei Comuni con oltre 10 mila abitanti, che sono solo sei, la percentuale di donne all’interno dei Consigli comunali è più bassa rispetto alla media provinciale: si registra il 12% come percentuale di donne nei Consigli Comunali contro il 18% dell’intera provincia. Componenti Consiglio nei comuni con oltre 10.000 abitanti 100 % uomini e donne 90 88,3 80 70 60 50 40 30 20 11,7 10 0 uomini 20 donne Anche la presenza in Giunta di donne è sotto il valore medio provinciale. Questo rafforza la nostra ipotesi del cambiamento culturale in atto secondo cui è prevista almeno una donna in ogni Giunta comunale. Ciò spiega quindi la differente percentuale tra i comuni di grandi dimensione, in cui c’è comunque solo una donna in Giunta, rispetto a quelli di più piccole dimensioni, dove è pur mediamente presente almeno una donna. Componenti Giunta nei Comuni con oltre 10.000 abitanti 90 85,4 80 % uomini e donne 70 60 50 40 30 20 14,6 10 0 uomini 21 donne Donne in Giunta nei comuni con oltre 10.000 abitanti 80 68 % donne 70 60 50 40 30 20 10 16 16 0 sindaco vicesindaco 22 assessore Riportiamo di seguito una serie di grafici che mostrano la situazione nei Comuni raggruppati per numero di abitanti. Osserviamo che, pur variando i dati e le percentuali, le osservazioni espresse per la media provinciale e per i Comuni di più grandi dimensioni, sono confermate. Componenti Consiglio in comuni da 10.000 ai 5.001 abitanti 90 80,5 % uomini e donne 80 70 60 50 40 30 19,5 20 10 0 uomini donne Componenti Giunta in comuni da 10.000 a 5.001 abitanti 90 79 % uomin e donne 80 70 60 50 40 30 21 20 10 0 uomini 23 donne Donne in Giunta di comuni da 10.000 a 5.001 abitanti 100 85,8 90 80 % donne 70 60 50 40 30 20 10 10,7 3,5 0 sindaco vicesindaco assessore Componenti Consiglio in coumuni da 5.000 a 3.001 abitanti 90 81 % uomin e donne 80 70 60 50 40 30 19 20 10 0 uomini 24 donne Componenti Giunta in comuni da 5.000 a 3.001 abitanti 90 80,6 % uomini e donne 80 70 60 50 40 30 19,4 20 10 0 uomini donne Donne in Giunta di comuni da 5.000 a 3.001 abitanti 100 86,8 % donne 80 60 40 20 6,6 6,6 sindaco vicesindaco 0 25 assessore Componenti Consiglio in comuni da 3.000 a 1.001 abitanti 90 79,8 80 % uomin e donne 70 60 50 40 30 20,2 20 10 0 uomini donne Componenti Giunta in comuni da 3.000 a 1.001 abitanti 90 79,6 % uomini e donne 80 70 60 50 40 30 20,4 20 10 0 uomini 26 donne Donne in Giunta di comuni da 3.000 ai 1.001 abitanti 80 70,1 70 % donne 60 50 40 30 21,6 20 8,3 10 0 sindaco vicesindaco assessore Componenti di Consiglio in comuni al di sotto di 1.000 abitanti 100 % uomini e donne 83,3 80 60 40 16,7 20 0 uomini 27 donne Componenti di Giunta in comuni al di sotto di 1.000 abitanti 100 84,5 % membri 80 60 40 15,5 20 0 uomini donne Donne in Giunta di comuni al di sotto di 1.000 abitanti 80 69 70 % donne 60 50 40 30 20 20 11 10 0 sindaco vicesindaco 28 assessore Deleghe Per quanto riguarda le deleghe assegnate alle donne vediamo una netta prevalenza delle aree tradizionalmente femminili, come “Servizi Sociali” (24%) e “Cultura” (23%). I “Servizi alla Persona e alla Famiglia” rappresentano il 9% del totale delle deleghe assegnate alle donne. Una buona quota, l’8,8%, che in parte sorprende, è rappresentata dalle deleghe assegnate alle donne in competenze ritenute più “maschili”, quali “Bilancio, Finanze e Tributi”. Questo dato è estremamente positivo e testimonia che non si possono più ignorare sapienze e capacità delle donne che vanno oltre i settori tradizionalmente di appannaggio femminile. Scarsissime sono le attribuzioni di deleghe alle donne nei settori ” dei “Lavori Pubblici, Edilizia” (4,6%) , della “Sicurezza, Polizia Stradale” (2%) e dei “Trasporti e Viabilità”. 29 PROVINCIA DI COMO Deleghe delle donne in Giunta 30 25 24 23 cultura e pubblica istruzione servizi sociali servizi alla persona e alla famiglia 20 politiche giovanili sanità lavori pubblici-edilizia urbanistica-territorio sicurezza-polizia locale 15 bilancio-finanze-tributi att produtt-artig-comm-ind turismo 10 sport-tempo libero 9 8,8 ecologia-ambiente trasporti-viabilità altro 5 4 4 4,6 5,2 5,2 4 2 2,6 2,6 1 0 0 30 Anche per quanto riguarda i dati riferiti alle deleghe assegnate alle donne vengono riportati, di seguito, i dati per classi di comuni in ragione della loro grandezza. Deleghe donne nei comuni con oltre 10.000 abitanti 30 27,3 cultura e pubblica istruzione 25 servizi sociali servizi alla persona ed alla famiglia politiche giovanili 20 sanità lavori pubbl-edilizia urbanistica-territorio sicurezza-polizia locale 15 bilancio-finanze-tributi 11 11 10 11 9 9 9 9 att.produtt-artig-comm-ind turismo 9 sport-tempo libero ecologia-ambiente trasporti-viabilità 5 altro 0 0 0 0 0 0 31 0 Deleghe donne in comuni da 10.000 a 5.001 abitanti 18 17 16,5 16 cultura e pubblica istruzione servizi sociali 14 servizi alla persona e alla famiglia politiche giovanili sanità 12 lavori pubbl-edilizia 9,5 10 9 urbanistica-territorio sicurezza-polizia locale 8 bilancio-finanze-tributi 6,8 att.produtt-artig-comm-ind turismo 6 sport-tempo libero 4 4 ecologia-ambiente 4 2 2 trasporti-viabilità 2 2 altro 2 0 0 0 0 Deleghe donne in comuni da 5.000 a 3.001 abitanti cultura e pubblica istruzione servizi sociali servizi alla persona e alla famiglia 30 26 politiche giovanili sanità 25 lavori pubblici-edilizia 20 urbanistica-territorio 18 sicurezza-polizia locale bilancio-finanze-tributi 15 att.produtt-artig-comm-ind 10 9,5 9,5 7 7 turismo 7 sport-tempo libero 4,8 5 1,9 ecologia-ambiente 2,3 0 0 0 0 1 trasporti-viabilità altro 0 32 Deleghe donne in comuni da 3.000 a 1.001 abitanti 35 cultura e pubblica istruzioe 31,5 servizi sociali servizi alla persona e alla famiglia 30 politiche giovanili 25,5 sanità 25 lavori pubblici-edilizia urbanistica-territorio sicurezza-polizia locale 20 bilancio-finanze-tributi att produtt-artig-comm-ind turismo 15 sport-tempo libero ecologia-ambiente 10 trasporti-viabilità 10 altro 7 4,5 5 4,5 2,4 4,5 4,5 1,4 1,4 1,4 0 1,4 0 0 Deleghe donne in comuni al di sotto di 1.000 abitanti 25 22,7 22,7 cultura e pubblica istruzione servizi sociali servizi alla persona e alla famiglia 20 politiche giovanili sanità 14,5 15 lavori pubblici-edilizia urbanistica-territorio sicurezza-polizia locale 9 10 bilancio-finanze-tributi 9 att produtt-artig-comm-ind turismo 5 4,4 4,4 4,44,44,4 sport-tempo libero ecologia-ambiente trasporti-viabilità 0 0 0 0 0 0 33 altro 2. L’indagine qualitativa La ricerca si è posta come obiettivo anche quello di indagare in profondità le motivazioni che hanno determinato l’impegno politico e le difficoltà incontrate nello svolgimento del ruolo, nonché di raccogliere suggerimenti ed opinioni sui possibili interventi da realizzare affinché sempre più donne si impegnino in politica. Questa seconda parte ha una modalità di svolgimento di tipo qualitativo ed è stata sviluppata con interviste individuali di approfondimento rivolte ad un buon numero di persone, che comunque sono state numericamente inferiori a quanto ci eravamo prefissate inizialmente, per la difficoltà delle persone da intervistare a dedicare il tempo necessario. Il campione di persone intervistate non è quindi scientificamente valido, tuttavia dal nostro punto di vista i risultati emersi confermano molte delle nostre ipotesi iniziali in merito a questa ricerca. Di seguito si riportano i risultati emersi dall’elaborazione delle singole domande riportate nel questionario (allegato in appendice alla ricerca) usato per l’intervista diretta. 34 Età Tra gli intervistati, donne e uomini, il più giovane ha meno di 30 anni, mentre il più anziano ne ha 55. La classe di età maggiormente rappresentata nelle nostre interviste è quella centrale, tra i 30 e i 49 anni, che da sola costituisce ben il 75% del totale degli intervistati. Possiamo affermare quindi che il nostro campione è formato principalmente da uomini e donne che si trovano nella fase di vita caratterizzata da maggiore attività dal punto di vista lavorativo che, per le donne, rispetto alle responsabilità riproduttive. Anno di nascita 25% 75% Da 50 a 59 anni Da 30 a 49 anni 35 familiari e Titolo di studio Come era logico aspettarsi, la stragrande maggioranza delle amministratrici e degli amministratori che hanno aderito alla nostra intervista risulta in possesso di un livello d'istruzione medio-alto: ben il 75% possiede una laurea ed il 25% un diploma. Titolo di studio 25% 75% Diploma Laurea 36 Stato civile La maggior parte delle intervistate e degli intervistati è coniugata/o; il 25% è invece separata/o o divorziata/o ed un altro 25% è rappresentato da nubili o celibi. Per quanto riguarda i carichi famigliari la metà del campione ha uno o al massimo due figli, quasi tutti in età adolescenziale. L’altra metà non ha figli. Il 10% del totale del campione, tutte donne, si occupa, oltre che della cura dei figli, anche dei genitori anziani. Attività svolta Al momento di assumere l'incarico politico sia le donne che gli uomini intervistati erano tutti impegnati in attività lavorativa; nessuna/o si dichiara inoccupato. L'occupazione impiegatizia (sia nel settore pubblico che privato) è il principale ambito lavorativo di provenienza di donne e uomini. Al secondo posto si colloca, per le donne, una delle professioni storicamente più femminilizzate, quella dell'insegnamento. L’istruzione sembra essere un ambito lavorativo che, per caratteristiche psico-attitudinali e soprattutto per la maggiore disponibilità e flessibilità di tempo favorisce significativamente la partecipazione delle donne alla vita politica locale. 37 Da segnalare anche la presenza, sia tra le donne che gli uomini, professionisti, di liberi presenza numericamente limitata ma qualitativamente importante poiché in questo gruppo “di eccellenza” si ritrovano spesso, tra i nostri intervistati, occupano posizioni di maggior potere (sindaci, assessori). Attività svolte 13% 13% 74% Lavoro dipendente Lavoro autonomo 38 Libere professioni coloro che Nella sua famiglia è l’unica che si occupa di politica? La metà delle intervistate e degli intervistati ha dichiarato di essere l’unico che, all’interno della propria famiglia, si occupa di politica. Per l’altra metà invece l’impegno politico non è nuovo all’interno dell’ambito familiare. La maggior parte delle donne intervistate si occupa di politica non da molto tempo. Siamo di fronte quindi ad un ceto politico femminile di più recente formazione, che approda nelle istituzioni spesso non attraverso un percorso tradizionale, cioè di militanza in un partito, ma piuttosto sembra delinearsi un percorso fatto di esperienze esterne alla politica tradizionale (volontariato, impegno sociale e religioso …). E’ attraverso questo percorso che spesso le donne “incontrano” la politica e maturano la scelta di candidarsi. Nella sua famiglia è l'unico/a che si occupa di politica? SI 50% NO 50% 39 Che cosa ha facilitato il suo ingresso nella politica attiva? Ancora oggi, la motivazione alla politica per le donne è la vocazione. Per la stragrande maggioranza delle donne intervistate gli interessi coltivati negli anni hanno facilitato l’ingresso in politica, così come pure ha influito positivamente nella scelta la cerchia di amicizie e di conoscenti frequentati. Alcune osservazioni lo sottolineano precisamente: “negli anni ‘70 vi era un interesse diffuso alla politica in gran parte dei giovani di allora”. Inoltre i dati si fanno più ricchi di implicazioni e di possibili riflessioni se si incrociano le risposte con il tipo di percorso di istruzione scelto, come ad esempio laurea in scienze politiche, che rappresenta un elemento che favorisce la motivazione per entrare in politica. La maggioranza delle donne ha dichiarato di avere assunto un impegno politico per rispondere all'esigenza di impegno sociale. Che cosa ha facilitato il suo ingresso nella politica attiva? 31% 54% 15% Interessi coltivati Studi Cerchia di amici/conoscenze 40 Che cosa ha, invece, ostacolato il suo ingresso nella politica attiva? Il primo ostacolo segnalato dalla quasi totalità delle donne intervistate, che rappresentano il 90% del nostro campione, individua negli impegni familiari un forte limite all’attività politica. Nel portare avanti quotidianamente il proprio impegno politico, le donne si scontrano in particolare con la difficoltà a conciliare l’attività politica con gli impegni familiari. La stragrande maggioranza del campione di donne intervistate individua la conciliazione dei tempi come un problema scottante. Le donne sposate e le donne con figli sono quelle che hanno difficoltà di gran lunga maggiori a conciliare l'attività politica con gli impegni familiari. Altra difficoltà segnalata riguarda la presenza quantitativa di donne in politica, fortemente sbilanciata rispetto agli uomini, che rende difficile per una donna affermare il punto di vista femminile nella realtà. Un ulteriore ostacolo segnalato è la forte competizione che spesso le donne devono affrontare nello svolgere un ruolo politico. “Gli uomini accettano la competizione con gli altri uomini, ma non con le donne”. Altra osservazione abbastanza diffusa tra le intervistate è quella che “Le difficoltà per le donne non sono solo quelle per l’accesso alla politica attiva, ma anche per rimanere in politica”. 41 Che cosa ha ostacolato il suo ingresso nella politica attiva? 13% 26% 61% Impegni familiari Essere l'unica donna Forte competizione Nello svolgimento del suo ruolo pubblico, quali elementi di criticità vuole evidenziare? Un elemento di criticità messo in evidenza è la lunghezza dei tempi delle riunioni e dei Consigli. Alcune osservazioni lo sottolineano precisamente: “Non sono tempi che servono”, “Mancanza di efficienza e difficoltà di sintesi”. Altra criticità riguarda la difficoltà nell’organizzazione degli impegni politici con il resto della propria vita. Questo aspetto si ricollega a quanto più volte sottolineato circa la difficoltà di conciliare l’impegno politico con quello lavorativo e con quello familiare. 42 La scarsa circolazione delle informazioni (che, per giunta, sono spesso macchinose e inadeguate al lavoro da svolgere) rappresenta il terzo fattore di difficoltà. Nello svolgimento del suo ruolo pubblico, quali elementi di criticità vuole evidenziare? 20% 40% 40% Eccessiva lunghezza dei Consigli Organizzazione degli impegni problemi di comunicazione 43 Il suo impegno politico l’ha portata a sacrificare altri aspetti della sua vita? Per la metà delle donne intervistate, l’impegno politico non ha comportato il dover sacrificare altri aspetti della propria vita. Ad esempio una donna intervistata afferma che “L’impegno politico condiviso con il coniuge le ha permesso una miglior gestione sia della attività lavorativa che della famiglia” Per l’altra metà degli intervistati, l’impegno politico ha comportato sicuramente un condizionamento nell’attività lavorativa e soprattutto in quella familiare: “Se avessi una famiglia sarebbe difficile”; “Avrei voluto un altro figlio”. Al di là della sua esperienza personale, quali sono stati, a suo avviso, i fattori che hanno limitato maggiormente la presenza femminile in punti chiave delle istituzioni? Ancora una volta viene segnalato, come primo dei fattori discriminanti per la presenza delle donne nei ruoli decisionali delle istituzioni, la conciliazione. L’onere, in termini di tempo, che comporta l'assunzione di un ruolo istituzionale non sempre si concilia con l'impegno personale e familiare delle donne che si occupano di politica. 44 Ciò da una parte conferma il fatto che sono principalmente le donne a doversi caricare sulle spalle le incombenze familiari (e quindi a doversi porre il problema della conciliazione), e dall'altra rivela che la politica sembra seguire ritmi e tempi più di tipo maschile (orari delle riunioni, ecc…) che non favoriscono la partecipazione delle donne. Altra difficoltà messa in luce dalle donne è l’incapacità di fare rete con altre donne, e ciò determina non solo una mancanza di occasioni di confronto e di collaborazione ma anche una condizione di solitudine. La difficoltà di rapporti con le altre donne fa emergere, in generale, un senso di scoraggiamento e disillusione, così come confermato da alcune osservazioni: "manca assolutamente un senso di solidarietà e di collaborazione fra le poche donne elette nelle istituzioni"; E ancora: “ le donne non accettano che altre donne fanno carriera” "ho fatto molta politica e mi sono sentita sola." Il terzo problema segnalato è il disinteresse delle donne per la politica. La distanza che separa le donne dalla politica è legata, secondo alcune intervistate e intervistati, dal fatto che le donne non sempre condividono il modello dominante di gestione del potere praticato dagli uomini. La fatica di far proprie regole e comportamenti “maschili” del fare politica fa sì che le donne sentono la politica come “estranea” al loro modo di agire, ostacolandone un loro maggiore impegno. Il tema della credibilità, sia presso le cittadine e i cittadini, sia all’interno delle giunte e dei consigli, è un altro fattore discriminante per le donne. 45 In particolare, è stata sottolineata la minore audience che le donna trovano presso i loro colleghi; la “ più stringente necessità di dimostrare sempre il suo valore e le sue competenze” ; infine, “le maggiori difficoltà che essa incontra nel far passare le sue idee e i suoi progetti, proprio perché è poco ascoltata, considerata, credibile. Quali sono stati a suo avviso i fattori che hanno limitato maggiormente la presenza femminile nelle istituzioni? 6% 6% 12% 44% impegno nella cura dei figli/famiglia incapacità di fare rete con altre donne disinteresse alla politica difficoltà a gestire il potere scarsa credibilità 13% essere da sola o in poche 19% 46 Le donne operanti nelle istituzioni riescono, a suo avviso, a caratterizzare in senso femminile la loro presenza? Una maggior presenza delle donne in politica comporterebbe un miglioramento nella qualità delle decisioni all’interno delle istituzioni “ in quanto le donne hanno una specifica sensibilità nei confronti di particolari problemi”. E’ quanto sostiene la maggior parte degli intervistati. Alcune considerazioni: “Ad esempio prima la mensa della scuola iniziava una settimana dopo l’avvio delle lezioni. Oggi inizia lo stesso giorno dall’avvio della scuola”. “Corso di italiano per le donne extracomunitarie al mattino e non alla sera”. “Le donne sono più scrupolose più sensibili” Coloro che invece dichiarano che le donne operanti nelle istituzioni non riescono a caratterizzare al femminile la loro presenza, motivano tale affermazione sostenendo che spesso le donne, per affermarsi, si rifanno a comportamenti maschili. “Perché sono conformi al modello maschile” “Loro stesse assumono un atteggiamento maschilista” 47 Da quando ha iniziato a far politica ad oggi ritiene di essere riuscita ad incidere nella realtà nella quale opera, così come aveva immaginato? La larga maggioranza delle donne che hanno risposto al nostro questionario è abbastanza soddisfatta dei risultati raggiunti nella propria attività. Solo un terzo del campione si dichiara decisamente insoddisfatta. Il principale motivo è legato al non sentire completamente riconosciuto il proprio ruolo all’interno della realtà in cui opera e trovandosi spesso nell’impossibilità di incidere come si vorrebbe. Poiché l’impegno politico delle donne è motivato principalmente dalla volontà di “fare qualcosa di utile”, queste donne sembrano, quindi, soffrire particolarmente del fatto di non poter fare quanto vorrebbero. "Occorre rimarcare una totale assenza di interessamento ed aiuto da parte dei colleghi per quanto svolto in consiglio comunale o nell'ambito della propria attività". Se c’è collaborazione con i colleghi le cose invece vanno diversamente. “C’è collaborazione con i colleghi e le mie idee vengono portate avanti”. Nel suo ruolo pubblico, di che cosa soprattutto sente il bisogno? Una volta individuati i principali ostacoli nell’accesso delle donne al mondo della politica, è stato proposto alle intervistate ed agli intervistati di elencare una serie possibile di supporti a sostegno del ruolo delle donne. 48 Le opzioni che raccolgono la maggior parte dei consensi sono quelle che, ancora una volta, pongono come problema centrale quello della conciliazione. La richiesta più frequente è infatti quella di prevedere una organizzazione del lavoro che tenga conto delle necessità delle donne di tenere in equilibrio attività politica e cura della famiglia. Ad esempio, modificare gli orari dei Consigli, delle Giunte, delle riunioni in genere. Le donne intervistate lamentano anche una scarsa visibilità del lavoro svolto; troppe poche volte hanno spazi in televisione o sui giornali per poter comunicare alla cittadinanza i risultati raggiunti. Emerge anche l’esigenza di trovare tempi e spazi per un confronto tra le donne impegnate a vari livelli nelle Istituzioni; cioè superare il naturale senso di solitudine delle poche donne in politica. A questo scopo la costituzione di una rete di donne appare come uno strumento efficace. In ultimo viene sottolineato la necessità che alle donne vengano affidati incarichi anche in quei campi che ancora oggi sono considerati “feudi maschili” (ad esempio edilizia, polizia, urbanistica, bilancio, ecc….). L’ultima parte del questionario si concentra sulle azioni da mettere in campo per accrescere la presenza delle donne all’interno delle istituzioni. 49 Pensa che sia necessario creare le condizioni per aumentare la presenza delle donne in politica? Per quel che riguarda i temi d’intervento ritenuti più utili dalle intervistate e dagli intervistati concordano per creare le condizioni utili ad aumentare la presenza delle donne, tutti sulla necessità di promuovere un cambiamento culturale favorevole al superamento di stereotipi e pregiudizi contro le donne. Vi è poi l’esigenza di implementare percorsi di formazione politica per aiutare le donne ad affrontare preparate e “attrezzate” situazioni per le quali non sempre si sentono del tutto adeguate. La creazione di reti di sostegno per le donne che vogliono fare politica, così come già evidenziato anche dalla domanda precedente, è una modalità apprezzata dal nostro campione ritenuta fondamentale. "Il supporto ed il confronto con altre donne è sicuramente di enorme aiuto. Nel mio caso ho dovuto arrangiarmi da sola, contando sulla tenacia del mio carattere”. Si delinea in modo piuttosto chiaro anche il bisogno di momenti di confronto pubblico con altre ed altri colleghi. Questa esigenza è particolarmente sentita dalle amministratrici dei piccoli comuni, spesso al loro primo mandato, che sono arrivate all’impegno nelle istituzioni attraverso un percorso poco tradizionale e molto “sociale- pratico”. L’introduzione di quote minime di candidature per le donne trova anch’essa un’ampia condivisione. 50 Sarebbe disposta a fornire, personalmente, aiuto o supporto ad altre donne? Le amministratrici sentono fortissima l’esigenza di individuare modalità nuove di promozione della partecipazione delle donne all’impegno politico nelle istituzioni. La totalità delle intervistate si è infatti dichiarata disposta a “fornire supporto ad altre donne” , che vogliono avvicinarsi al mondo della politica anche se appartenenti ad altri schieramenti politici. Trasmettere alle altre donne le esperienze accumulate nella loro attività politica, in particolare, trasferire quella che è ritenuta la “concezione femminile dell’amministrare” comunicando al tempo stesso un’immagine più positiva dell’impegno politico personale che “oggi è visto come opprimente, totalizzante, frustrante, faticoso, che necessita di una preparazione immane”, cioè una immagine mutuata dal comportamento degli uomini. “Aiutare le donne a comprendere ed interpretare le trasformazioni avvenute nella società” favorire “nuove forme di impegno e partecipazione” nonché, “diversi modi di concepire l’impegno a seconda delle fasi della vita”. Che cosa direbbe ad una giovane per convincerla ad iniziare un’attività politica? Nell’ambito del più generale interesse verso un dialogo intergenerazionale, le donne sviluppano un’attenzione particolare per la questione dei rapporti tra le diverse generazioni di donne. 51 C’è la paura, forte, che il passaggio generazionale si traduca in abbandono delle tematiche e delle battaglie sostenute dalle donne per le pari opportunità. Da qui, la volontà di “insegnare a non abbassare la guardia” Alcune considerazioni: “L’impegno politico è oggi più che mai una necessità, rappresenta infatti l’investimento migliore per avviare il cambiamento culturale e per far crescere le nostre comunità” “Entrare in politica è uno dei modi più visibili per promuovere un cambiamento culturale e sociale delle donne” “Se c’è un interesse anche l’impegno è meno pesante perché compensato dall’occuparsi di qualche cosa che soddisfa” “Nei gruppi di donne si parla poco di politica ed anche nella famiglia”, come segnale di un disinteresse o addirittura di un abbandono dei temi di genere da parte delle giovani donne. “C’è bisogno che ognuno faccia la sua parte” “La politica ha perso la spinta ideale ma è più legata ai problemi di tutti i giorni” 52 3. Focus Group rivolto a donne del territorio non direttamente coinvolte nell’attività politica. Delle donne che abbiamo intervistato, la grande maggioranza ha figli e quindi ha o ha avuto sulle spalle tutto il peso della famiglia, degli impegni delle casa, degli anziani, nel continuo passaggio dei ruoli tradizionale legati alle varie fasi della vita: figlia-moglie-madrenonna. La nostra società è in genere ancora strutturata sul supporto che la famiglia assicura alle donne: la partecipazione delle donne a tutti i livelli diventa possibile, di solito, ci dicono queste donne,”se hai alle spalle una famiglia che capisce e dà un aiuto concreto, una madre disponibile, una sorella o una suocera ecc”. Quante donne hanno la possibilità di uscire di sera, e magari fare le ore piccole, senza causare pesanti ricadute sull’equilibrio famigliare, e sensi di colpa ricorrenti con se stesse? Quando si è chiesto alle donne di questo gruppo di approfondire il problema della scarsa presenza femminile nelle istituzioni, in linea generale, le loro risposte non sono state molto diverse da quelle fornite dalle loro colleghe “politiche”. Molto marcata è stata la sottolineatura della caratterizzazione “maschilista” della politica. “E’ innanzitutto una questione culturale”, ci dicono. Le donne intervistate si sono infatti soffermate a lungo sulla “cultura diffusa”, sulla “mentalità tipicamente maschile”, che per pregiudizio, interesse, preclusione, ecc. lascia poco spazio alle donne in politica, ritenendo che la politica e i posti di potere siano di esclusiva pertinenza maschile, come del resto i tempi, i ritmi, gli obiettivi della politica. La politica viene considerata quindi ancora una “cosa da uomini”, così come afferma una donna: “la donna che si occupa di politica attiva viene ritenuta “incapace” di occuparsi della famiglia, dei figli e di tutto ciò che, per l’uomo, caratterizza l’essere donna”. Il primo passo da fare è quello di combattere questo atteggiamento già in famiglia come afferma un’altra testimonianza: “ Penso che la maggior parte delle donne non sia stata in grado di combattere questa mentalità, prima di tutto proprio all’interno della propria famiglia”. 53 Dalle interviste emerge, inoltre, una visione negativa della politica al maschile: un politica intesa come potere, tutta tesa a vagliare non i problemi per risolverli, ma le convenienze politiche, un atteggiamento spesso arrogante, che determina una disaffezione: “Il problema è che le donne vedono nella politica qualcosa che non quadra, qualcosa che non è in sintonia con la loro sensibilità, leggono la politica più come potere che non come servizio”. Cosa ha facilitato la partecipazione delle donne alla politica? Sicuramente la capacità delle donne di caratterizzare la loro presenza politica in senso femminile, mantenendo con coerenza la propria femminilità, riuscendo a praticare, laddove possibile, una politica caratterizzata da una diversa sensibilità, concretezza, attenzione alla soluzione dei problemi, senso dell’operare quotidiano, cura del particolare, lo stile della buona madre di famiglia, attenzione alle persone. “E’ facile per una donna trasferire questo senso della giustizia nel suo agire politico, come nella sua quotidianità” Un’altra le fa eco: “ Penso invece alla fantasia delle donne! La ricerca delle soluzioni per una donna non finisce mai, mentre invece per un uomo si ferma molto prima” Un’altra testimonianza: “Noi donne siamo più istintive, però arriviamo più velocemente a una soluzione…questo in tutto, politica, nella vita nel lavoro…” Un aspetto, che ha portato una riflessione particolarmente elaborata e complessa riguarda il modo di aiutare le donne ad avvicinarsi alla politica. Molte delle intervistate hanno ammesso che le donne devono cercare di ribaltare la situazione. Devono iniziare a misurarsi anche su altri piani che delegano spesso agli uomini. Cominciare ad abituarsi a misurarsi in ambiti ristretti per poi fare il passo più grande “cominciare ad andare alle riunioni di condominio, alle riunioni a scuola…..” 54 Proposte per favorire la presenza delle donne in politica Tutte le testimonianze raccolte pongono la priorità su questo punto. Per favorire una maggiore partecipazione delle donne si deve imboccare una strada completamente nuova rispetto al passato. Le donne devono essere incoraggiate, devono trovarsi di più tra di loro, così come affermano alcune di loro “ Io trovo che sia una cosa utile trovarsi, discutere. Anche perché ognuna ha la sua testa, perché ognuna dice le proprie idee, che poi ognuno elabora alla sua maniera”. Per avvicinare le donne che hanno diffidenza nella politica, si dovrebbe, per alcune, “Cambiare le tematiche: passare dalle solite questioni riguardanti bambini, anziani, ecc. a questioni che investano più generalmente la vita della città.” Le nuove generazioni, secondo le molte intervistate, sono poco entusiaste, poco propense a cercare realizzazioni nel futuro, più chiuse a curare il proprio privato. Le ragazze paiono più aperte, più libere di quelle di un tempo, ma anche meno aperte al sogno, meno interessate a cambiare le regole della società. “ Noi forse avevamo più ideali che loro non hanno, vedo meno idealismo, che per me significa meno sogni e meno speranze”. “Sarebbe ora di ribaltare tutto. E’ un momento questo in cui si intravede un po’ di luce. Occorre cambiare le cose”. Tutte le intervistate concordano con la necessità di “promuovere un cambiamento culturale”, di “introdurre il sistema delle “quote” per accelerare il processo di cambiamento” e la necessità di creare “lobby femminili”. 55 Conclusioni Le osservazioni che si possono fare certamente non esauriscono né l’ampiezza di quanto raccolto con le interviste, né le necessità di una riflessione su una tematica che appare complessa, contraddittoria, bisognosa naturalmente di ulteriori sviluppi di pensiero e di proposta. Quanto abbiamo osservato, quindi, ha il valore soprattutto di stimolo ad approfondimenti successivi, alle scelte e alle azioni che si saprà produrre. Riteniamo in ogni caso di grande valore i contributi delle interviste, i confronti di donne tra loro molto diverse per impegno, collocazione, età. L’interpretazione che ne abbiamo dato è la questione della sottorappresentanza delle donne nel mondo politico non riguarda solo le donne come un loro affare privato, ma coinvolge la società civile tutta, in quanto mette in discussione la credibilità delle istituzioni e l’agire politico nel suo complesso. Si possono fare diverse considerazioni. La prima, è solo una questione di tempo: più cresce il numero delle donne nelle professioni extrapolitiche apicali più si rafforza la probabilità di un naturale “travaso” di presenze femminili dall’extrapolitica alla politica. La seconda considerazione è che la politica resta territorio degli uomini non solo a causa della resistenza maschile ma anche a causa della scarsa capacità di attrazione nei loro confronti : molte donne si terrebbero alla larga dalla politica, le cui regole poco apprezzano, preferendo le soddisfazioni da altri ambiti. Una terza considerazione è, ancora oggi, la permanenza di numerosi ostacoli alla partecipazione delle donne alla vita politica del paese, a causa di una difficoltosa conciliazione dei molteplici ruoli della donna nella politica,nel lavoro e nella famiglia. 56 Ci auspichiamo la realizzazione di una serie di interventi volti a formare una maggior sensibilizzazione sulla sottorappresentanza delle donne nel mondo politico. Si dovranno prevedere azioni nell’ambito della comunicazione pubblica, ritenuto strumento strategico al fine di promuovere politiche di pari opportunità orientate al cambiamento. Riteniamo che i tempi per un maggiore impegno personale delle donne siano oggi maturi: le donne che sono più istruite che in passato, che sono presenti nel mercato del lavoro ormai in tutti i settori, con ottime capacità di successo, devono trovare il “coraggio” di uscire allo scoperto, dando il loro “prezioso” contributo anche nel mondo della politica. 57 COMITATO PER LA PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI COMO Questionario di intervista riservato alle donne ed agli uomini impegnati nelle istituzioni A - DATI PERSONALI 1. Età (anno di nascita) 2. Titolo di studio licenza elementare diploma post laurea 3. Stato civile coniugata/o libera/o 4. Ha figli? Se sì, quanti? qualifica professionale laurea separata/o - divorziata/o si no uno più di tre due 5. Età dei figli 6. Altri carichi famigliari (es. genitori anziani) si no Se sì, specificare 7. Attività svolta 8. Libera/o professionista Imprenditrice/tore lavoratrice/tore autonoma/o Dipendente altro (specificare) Che attività svolge suo marito/sua moglie Libera/o professionista Imprenditrice/tore lavoratrice/tore autonomo Dipendente altro (specificare) 58 tre 9. Nella sua famiglia è l’unica/o che si occupa di politica? si no Se no, chi altri? B - ANALISI CRITICA DELL’ESPERIENZA 10. Che cosa ha facilitato il suo ingresso nella politica attiva? esempio familiare studi cerchia di amici/conoscenze essere donna/uomo interessi coltivati altro (specificare) 11. Che cosa ha, invece, ostacolato il suo ingresso nella politica attiva? impegni familiari forte competizione stereotipi di genere essere donna/uomo essere l’unica donna (o poche donne) altro (specificare)______________________________ 12. Nello svolgimento del suo ruolo pubblico, quali elementi di criticità vuole evidenziare? eccessiva lunghezza di Consigli/riunioni problemi di comunicazione organizzazione degli impegni altro _____________________________________________ 13. Il suo impegno politico l’ha portata a sacrificare altri aspetti della sua vita? sì no Se sì, quali? lavoro famiglia/figli hobby altro_________________ 14. Al di là della sua esperienza personale, quali sono stati, a suo avviso, i fattori che hanno limitato maggiormente la presenza femminile in punti chiave delle istituzioni? (max 3 risposte) impegno nella cura dei figli/della famiglia essere da sola o in poche scarsa credibilità scarsa competenza incapacità di fare rete con altre donne disinteresse per la politica difficoltà a gestire il potere altro (specificare)__________________________ 15. Le donne operanti nelle istituzioni riescono, a suo avviso, a caratterizzare in senso femminile la loro presenza? si no Mi motiva la risposta, portando qualche esempio? 59 C - ATTESE E BISOGNI 16. Da quando ha iniziato a far politica ad oggi ritiene di essere riuscita ad incidere nella realtà nella quale opera, così come aveva immaginato? totalmente in buona parte poco Perché? -----------------------------------------------------------------------17. Nel suo ruolo pubblico, di che cosa soprattutto sente il bisogno? di sostegno familiare per svolgere meglio il mio compito organizzazione del lavoro che tenga conto delle necessità di conciliazione delle donne (orari dei Consigli, riunioni, ecc.) maggior visibilità del lavoro svolto (più spazio anche alle donne sui giornali ed in televisione) incarichi che vanno oltre quelli normalmente assegnati alle donne (commissioni/ assessorati alla famiglia, alla cultura, ai servizi sociali, ecc.) altro ( specificare)__________________________________________ D - PROSPETTIVE 18. Pensa che sia necessario creare le condizioni per aumentare la presenza delle donne in politica? si no 19. Quale strada seguire per ampliare la presenza femminile nelle istituzioni?(max 3 risposte) introdurre le “quote rosa” promuovere un cambiamento culturale creare lobby femminili Creare movimenti di opinione altro(specificare)_________________________________________________ 20. Sarebbe disposta a fornire, personalmente, aiuto o supporto ad altre donne? si no Anche indipendentemente dall’appartenenza politica? si si 21. Che cosa direbbe ad una giovane per convincerla ad iniziare un’attività politica? _________________________________________________________ 60