Untitled - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

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Untitled - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
IRFMN
DIPARTIMENTO DI RICERCA
CARDIOVASCOLARE
PERSONALE
Capo Dipartimento
Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol.
Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare
Capo Laboratorio
Roberto LATINI, Dr.Med.Chir.
Unità di Endocrinologia Cardiovascolare
Capo Unità
Serge MASSON, Ph.D.
Unità di Coltura di Tessuti
Capo Unità
Giovanna BALCONI, Dipl.Univ.
Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci
Capo Laboratorio
Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol.
Unità di Bioinformatica
Capo Unità
Enrico NICOLIS, Stud.Sci.Informaz.
Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale
Capo Laboratorio
M.Carla RONCAGLIONI, Dr.Sci.Biol.
Laboratorio di Statistica Medica
Capo Laboratorio
Simona BARLERA, Dr.Sci.Pol., MSc.
Laboratorio di Farmacologia Clinica
Capo Laboratorio
Gianni TOGNONI, Dr.Med.Chir.
Unità di Ricerca Infermieristica
Capo Unità
Paola DI GIULIO, Dipl.Inf.Prof.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
CURRICULA
Maria Grazia Franzosi si è laureata Scienze Biologiche nel 1972 presso l’Università degli Studi di Milano.
Attività formative
1972
Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano
1978
Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di
Milano
Aree di interesse
Metodologia della sperimentazione clinica dei farmaci, coordinamento di sperimentazioni cliniche
multicentriche. Epidemiologia dei fattori di rischio genetici ed ambientali delle coronaropatie.
Farmacogenetica. Epidemiologia del farmaco
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne
dal 2002
Direttore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche
"Mario Negri", Milano
dal 2004
Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-AF, Milano
dal 2001
Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-HF, Milano
dal 1998
Membro dello Steering Committee of the PROCARDIS Research Programme - A genome-wide
strategy to identify susceptibility loci in precocious coronary artery disease - University of
Oxford, UK
dal 1997
Membro del “Antithrombotic Trialists’ Collaboration”, Oxford, UK
dal 1996
Membro dello Steering Committee e National Coordinator per l’Italia della Organization to
Assess Strategies for Ischemic Syndromes (OASIS-2, OASIS-4 CURE, Michelangelo OASIS-5 e
OASIS 6, , CURRENT OASIS-7), dello studio INTER-HEART e degli studi ACTIVE e RELY,
Population Health Research Institue, McMaster University, Hamilton, Canada
1994-1996 Direttore European Coordinating Centre e Membro dello Steering Committee, Collaborative
Organization for RheothRx Evaluation (CORE), McMaster University, Hamilton, Canada
dal 1993
Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-Prevenzione, Milano
dal 1992
Membro del “Fibrinolytic Therapy Trialists’s Collaboration”, Oxford, UK e del “Collaborative
Group on Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors Trials”, National Institutes of Health,
Bethesda, Washington, USA
1989-2001 Capo del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci dell'Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri" di Milano
1985-1988 Capo dell'Unità di Valutazione dei Farmaci del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto
di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano
dal 1984
Membro della Segreteria Scientifica ed Organizzativa, Gruppo Italiano per lo Studio della
Sopravvivenza nell'Infarto Miocardico (Studi GISSI-1, GISSI-2, GISSI-3) Milano
1975-1984 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche
"Mario Negri", e presso il Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco della
Regione Lombardia
Principali pubblicazioni
•
Tognoni G, Franzosi M G, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chiodini B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS
Consortium. A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery
disease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774
•
Anand SS, Xie CC, Mehta S, Franzosi MG, Joyner C, Chrolavicius S, Fox KA, Yusuf S, CURE Investigators.
Differences in the management and prognosis of women and men who suffer from acute coronary syndromes. J Am Coll
Cardiol 2005, 46: 1845-1851
•
Yusuf S, Howken S, Ounpuu S, Bautista L, Franzosi MG, Commerford P, Lang CC, Rumboldt Z, Onen CL, Lisheng L,
Tanomsup S, Wangai Jr P, Razak F, Shama AM, Anand SS, on behalf of the INTERHEART Study Investigators.
Obesity and the risk of myocardial infarction in 27000 participants from 52 countries: a case-control study. Lancet 2005,
336: 1640-1649
•
Levantesi G, Macchia A, Marfisi R M, Franzosi M G, Maggioni A P, Nicolosi G L, Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni
G, Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators. Metabolic syndrome and risk of
cardiovascular events after myocardial infarction. J Am Coll Cardiol 2005; 46: 277-283
•
Franzosi MG. Should we continue to use BMI as a cardiovascular risk factor? Lancet 2006; 368: 624-625
•
Farrall M, Green FR, Peden JF, Olsson PG, Clarke R, Hellenius ML, Rust S, Lagercrantz J, Franzosi MG, Schulte H,
Carey A, Olsson G, Assman G, Tognoni G, Collins R, Hamsten A, Watkins H, on behalf of the PROCARDIS
Consortium. Genome-wide mapping of susceptibility to coronary artery disease identifies a novel replicated locus on
chromosome 17. PLoS Genet 2006 - http://genetics.plosjournals.org/archive/15537404/2/5/pdf/10.1371_journal.pgen.0020072-L.pdf
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Roberto Latini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università di Milano.
Attività formative
1970-1978 Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Milano
1981-1983 Merck Sharp & Dohme International Fellow in Clinical Pharmacology
Aree di interesse
Meccanismi di danno cardiaco conseguenti all’infarto miocardio acuto, in particolare quelli legati
all’attivazione neurormonale. Utilizzo di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale
derivante da infarto miocardio nel piccolo roditore. Studi bioumorali nell’ambito di grandi trial
nell’insufficienza cardiaca e nella fibrillazione atriale
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne
dal 1990
Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche
Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
dal 2004
Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-AF
dal 2001
Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-HF
dal 1999
Visiting Professor, Department of Medicine, New York Medical College, Valhalla, NY,
USA
1981-1983 Cardiology Fellow (Robert E. Kates Laboratory), Stanford University Medical Center, CA,
USA
1973-1990 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche
Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
Principali pubblicazioni
•
Calvillo L, Latini R, Kajstura J, Leri A, Anversa P, Ghezzi P, Salio M, Cerami A, Brines M. Recombinant human
erythropoietin protects the myocardium from ischemia-reperfusion injury and promotes beneficial remodeling. Proc Natl
Acad Sci USA 2003; 100: 4802-4806
•
Latini R, Maggioni A P, Peri G, Gonzini L, Lucci D, Mocarelli P, Vago L, Pasqualini F, Signorini S, Soldateschi D, Tarli
L, Schweiger C, Fresco C, Cecere R, Tognoni G, Mantovani A, LATIN Investigators. Prognostic significance of the long
pentraxin PTX3 in acute myocardial infarction. Circulation 2004; 110: 2349-2354
•
Corada M, Chimenti S, Cera M R, Vinci M, Salio M, Fiordaliso F, De Angelis N, Villa A, Bossi M, Staszewsky L,
Vecchi A, Parazzoli D, Motoike T, Latini R, Dejana E. Junctional adhesion molecule-A-deficient polymorphonuclear
cells show reduced diapedesis in peritonitis and heart ischemia-reperfusion injury. Proc Natl Acad Sci USA 2005; 102:
10634-10639
•
Fiordaliso F, Chimenti S, Staszewsky L, Bai A, Carlo E, Cuccovillo I, Doni M, Mengozzi M, Tonelli R, Ghezzi P,
Coleman T, Brines M, Cerami A, Latini R. A nonerythropoietic derivative of erythropoietin protects the myocardium
from ischemia-reperfusion injury. Proc Natl Acad Sci USA 2005; 102: 2046-2051
•
Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F,
Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R. Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair
the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and
endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697
•
Latini R, Masson S, Wong M, Barlera S, Carretta E, Staszewsky L, Vago T, Maggioni AP, Anand IS, Tan LB, Tognoni
G, Cohn JN, Val-HeFT Investigators. Incremental prognostic value of changes in B-type natriuretic peptide in heart
failure. Am J Med 2006; 119: 70.e23-70.e30
3
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Maria Carla Roncaglioni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Studi di
Milano.
Attività formative
1987
Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano
1982-1983 Research Fellow presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Medicina,
Rijksuniversiteit of Limburg, Maastricht , Olanda (Prof. C. Hemker)
1998-1999 Visiting Scientist presso la Cardiovascular Research Unit, dell’Hammersmith Hospital,
London, UK (Prof. A. Maseri)
Aree di interesse
Coordinamento di trial clinici multicentrici e studi osservazionali in diverse aree (neurologica,
angiologica, cardiologica). Coordinamento di una rete di oltre 1000 Medici di Medicina Generale
attivamente coinvolti in progetti di ricerca epidemiologica e/o sperimentale nell’ambito della prevenzione
delle malattie cardiovascolari.
Ruoli attuali e passati in istituto
dal 2001
Capo del Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale, Istituto di Ricerche Farmacologiche
“Mario Negri” di Milano
dal 1989
Ricercatore Senior presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche
Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
dal 1974
Ricercatore presso il Laboratorio per lo Studio dell’Emostatsi e della Trombosi, Istituto di
Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
Principali pubblicazioni
•
Avanzini F, Palumbo G, Alli C, Roncaglioni MC, Ronchi E, Cristofari M, Capra A, Rossi S, Nosotti L, Costantini C,
Pietrofeso R, PPP - Primary Prevention Project. Effects of low-dose aspirin on clinic and ambulatory blood pressure in
treated hypertensive patients. Am J Hypertens 2000; 13: 611-616
•
Tognoni G, Avanzini F, Pangrazzi J, Roncaglioni M C, Bertele V, de Gaetano G, Caimi V, Tombesi M, Colombo Fabio,
Barlera S, PPP - Primary Prevention Project. Low-dose aspirin and vitamin E in people at cardiovascular risk: A
randomized trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95
•
Sacco M, Pellegrini F, Roncaglioni MC, Avanzini F, Tognoni G, Nicolucci A, PPP - Primary Prevention Project.
Primary prevention of cardiovascular events with low-dose aspirin and vitamin E in type 2 diabetic patients. Results of
the Primary Prevention Project (PPP) trial. Diabetes Care 2003; 26: 3264-3272
•
Roncaglioni MC, Avanzini F, Roccatagliata D, Monesi L, Tamayo-Benitez D, Tombesi M, Caimi V, Longoni P, Lauri
D, Barlera S, Tognoni G, Collaborative Group Risk Prevention Study. How general practitioners perceive and grade the
cardiovascular risk of their patients Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2004; 11: 233-238
•
Monesi L, Avanzini F, Barlera S, Caimi V, Lauri D, Longoni P, Roccatagliata D, Tombesi M, Tognoni G, Roncaglioni
MC. Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global cardiovascular risk? Eur J
Clin Pharmacol 2005; 61: 595-601
•
Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL. Aspirin for the primary prevention of
cardiovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA 2006;
295: 306-313
4
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Simona Barlera si è laureata in Scienze Politiche, indirizzo Statistico presso l’Università degli Studi di
Milano nel 1992 e ha conseguito un master post-lauream in Statistica Medica nel 1998.
Attività formative
1987-1992
Laurea in Scienze Politiche, indirizzo Statistico conseguita presso la Facoltà di Scienze
Politiche dell’Università degli Studi di Milano
1997-1998
Master post-lauream in Statistica Medica conseguito presso la London School of Hygiene
and Tropical Medicine, University of London, Londra
Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for
Human Genetics, University of Oxford (UK)
Aree di interesse
Metodologia delle sperimentazioni cliniche in campo cardiovascolare: preparazione del protocollo di
ricerca, pianificazione ed esecuzione di analisi statistiche e trasferimento dei risultati su riviste
scientifiche. Studi in epidemiologia genetica: applicazione di metodi statistici, attraverso studi di linkage
per l’identificazione di geni di suscettibilità alla malattia coronaria; studi caso-controllo identificazione
geni candidati coinvolti nella patologia cardiovascolare.
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne
dall’Ott 06
Capo del Laboratorio di Statistica Medica, presso il Dipartimento di Ricerca
Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
Mag 99-Set 06 Capo dell’Unità di Statistica Medica, presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare,
Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for
Human Genetics, University of Oxford (UK)
1992-1997
Ricercatore dell’Unità di Informatica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche
Farmacologiche “Mario Negri” di Milano
Principali pubblicazioni
•
Chiodini B, Barlera S, Franzosi M G, Labarta V, Introna M, Tognoni G.APO B gene polymorphisms with coronary
artery disease: A meta-analysis. Atherosclerosis 2003; 167: 355-366.
•
Wong M, Staszewsky L, Latini R, Barlera S, Glazer R, Aknay N, Hester A, Anand I, Cohn JN. Severity of left
ventricular remodeling defines outcomes and response to therapy in heart failure: Valsartan heart failure trial (Val-HeFT)
echocardiographic data. J Am Coll Cardiol 2004; 43: 2022-2027.
•
Latini R, Masson S, Anand I, Salio M, Hester A, Judd D, Barlera S, Maggioni AP, Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT
Investigatore. The comparative prognostic value of plasma neurohormones at baseline in patients with heart failure
enrolled in Val-HeFT. Eur Heart J 2004; 25: 292-299.
•
Roncaglioni M C, Avanzini F, Roccatagliata D, Monesi L, Tamayo-Benitez D, Tombesi M, Caimi V, Longoni P, Lauri
D, Barlera S, Tognoni G, Collaborative Group Risk Prevention Study. How general practitioners perceive and grade the
cardiovascular risk of their patients. Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2004; 11: 233-238.
•
Maggioni AP, Latini R, Carson PE, Singh SN, Barlera S, Glazer R, Masson S, Cere` E, Rognoni G, Cohn JN. Valsartan
reduces the incidence of atrial fibrillation in patients with heart failure: Results from the Valsartan Heart Failure Trial
(Val-HeFT). Am Heart J 2005; 149: 1-10.
•
Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, Val-HeFT
Investigators. Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a large population
of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data. Clin Chem 2006;
52: 1528-1538.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Gianni Tognoni si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università di Milano.
Attività formative
1964
Dottore in Filosofia e Teologia, presso la Facoltà Teologica di Roma
1970
Laurea in Medicina e Chirurgia, presso l’Università di Milano
Aree di interesse
Valutazione dell'efficacia clinica e della epidemiologia della prescrizione dei farmaci (RCT di
popolazione ed in medicina generale). Epidemiologia clinica e comunitaria. Rapporto tra appropriatezza
tecnologica ed uso di risorse nei diversi sistemi socio-sanitari. Comunicazione di dati scientifici a livello
di opinione pubblica. Trasferimento di tecnologie appropriate e valutazione dell'impatto dei programmi di
aggiustamento strutturale sugli indicatori socio-sanitari nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS).
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne
dal 1992
Coordinatore del Dipartimento di Farmacologia ed Epidemiologia Clinica del Consorzio
Mario Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti
dal 2004
Membro della Commissione Sperimentazione Umana della Agenzia Italiana del Farmaco
(AIFA)
2001-2003 Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità
dal 2001
Direttore, del Consorzio Mario Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti
1996-2002 Coordinatore, del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri" Milano
dal 1990
Co-Direttore della Scuola Superiore di Ricerca in Medicina Generale (CSeRMEG)
dal 1988
Coordinatore di programmi di educazione e ricerca in medicina comunitaria, epidemiologia
clinica, farmaco-epidemiologia in Bolivia, Argentina, Cile, Brazile, Ecuador, Perù
dal 1986
Co-fondatore e membro del Comitato Direttivo della International Society of Drug
Bullettins (ISDB). Coordinatore della Commissione per la Sperimentazione Umana della
Regione Lombardia
dal 1983
Membro del Consiglio Editoriale della Rivista dell'Infermiere/Assistenza Infermieristica e
Ricerca
dal 1977
Consulente W.H.O. per la selezione dei farmaci essenziali, con missioni in diversi Paesi
d'America Latina (Costa Rica, Nicaragua, Bolivia, Perù), e Africa (Angola, Etiopia,
Burkina Faso).
dal 1976
Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche
"Mario Negri”, Milano
dal 1975
Responsabile del Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco (CRIF)
Regione Lombardia, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano
1969-1974 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri", Milano
Principali pubblicazioni
•
Marchioli R, Barzi F, Bomba E, Chieffo C, Di Gregorio D, Di Mascio R, Franzosi M G, Geraci E, Levantesi
G, Maggioni A P, Mantini L, Marfisi R M, Mastrogiuseppe G, Mininni N, Nicolosi G L, Santini M, Schweiger
C, Tavazzi L, Tognoni G, Tucci C, Valagussa F, GISSI-Prevenzione. Early protection against sudden death by n-3
polynsaturated fatty acids after myocardial infarction. Time-course analysis of the results of the Gruppo Italiano per lo
Studio della Sopravvivenza nell'Infarto Miocardico (GISSI)-Prevenzione. Circulation 2002; 105: 1897-1903
•
Anand I S, Fisher L D, Chiang Y T, Latini R, Masson S, Maggioni A P, Glazer R D, Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT
Investigators. Changes in brain natriuretic peptide and norepinephrine over time and mortality and morbidity in the
Valsartan Heart Failure (Val-HeFT). Circulation 2003; 107: 1278-1283
•
Franzosi M G, Tognoni G, Gardinale E, INTERHEART Investigators. Association of psychosocial risk factors with risk
of acute myocardial infarction in 11119 cases and 13648 controls from 52 countries (the INTERHEART study): casecontrol study. Lancet 2004; 364: 953-962
•
Franciosi M, Pellegrini F, De Berardis G, Belfiglio M, Di Nardo B, Greenfield S, Kaplan S H, Rossi M C E, Sacco
M, Tognoni G, Valentini M, Nicolucci A, QuED Study Group. Impact of physicians' beliefs and practices on cholesterol
levels in patients with type 2 diabetes: A longitudinal assessment. Am Heart J 2005; 149: 104-111
•
Maggioni A P, Latini R, Carson P, Singh S N, Barlera S, Glazer R, Masson S, Cere' E, Tognoni G, Cohn J N.Valsartan
reduces the incidence of atrial fibrillation in patients with heart failure: Results form the Valsartan Heart Failure Trial
(Val-HeFT). Am Heart J 2005; 149: 548-557
•
Monesi L, Avanzini F, Barlera S, Caimi V, Lauri D, Longoni P, Roccatagliata D, Tombesi M, Tognoni G, Roncaglioni
M C. Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global cardiovascular risk? Eur J
Clin Pharmacol 2005; 61: 595-601
6
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Giovanna Balconi ha conseguito il diploma universitario di Tecnico di Istituti Medico-Biologici nel
1968 presso l’Università degli Studi Milano e si è specializzata presso il laboratorio di Anatomia e
Istologia Patologica della stessa Università.
Aree di interesse
Isolamento, coltura e caratterizzazione di precursori endoteliali circolanti nel sangue periferico di
pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Coltura di cellule staminali per riparare il danno strutturale e
funzionale derivante da infarto miocardico nell’animale da esperimento.
Ruoli attuali e passati in istituto
dal luglio 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Farmacologia Clinica
Cardiovascolare
Ott 95-Giu 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Biologia Vascolare
Dic 83-Ott 95
Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Chemioterapia
Antitumorale
Ott 68-Nov 83 Ricercatrice presso il Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale
Principali pubblicazioni
•
Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F,
Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair
the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and
endothelial cells Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697
•
Cattelino A, Liebner S, Gallini R, Zanetti A, Balconi G, Corsi A, Bianco P, Wolburg H, Moore R, Oreda B, Kemler R,
Dejana E The conditional inactivation of the beta-catenin gene in endothelial cells causes a defective vascular pattern and
increased vascular fragility J Cell Biol 2003; 162: 1111-1122
•
Cusella De Angelis M G, Balconi G, Bernasconi S, Zanetta L, Boratto R, Galli D, Dejana E, Cossu G Skeletal myogenic
progenitors in the endothelium of lung and yolk sac Exp Cell Res 2003; 290: 207-216
•
Condorelli G, Borello U, De Angelis L, Latronico M, Sirabella D, Coletta M, Galli R, Balconi G, Follenzi A, Frati G,
Cusella De Angelis M G, Gioglio L, Amuchastegui C S, Adorini L, Naldini L, Vescovi A, Dejana E, Cossu G
Cardiomyocytes induce endothelial cells to trans-differentiate into cardiac muscle: Implications for myocardium
regeneration Proc Natl Acad Sci USA 2001; 98: 10733-10738
•
Balconi G, Spagnuolo R, Dejana E Development of endothelial cell lines from embryonic stem cells. A tool for studying
genetically manipulated endothelial cells in vitro Arterioscler Thromb Vasc Biol 2000; 20: 1443-1451
Paola Di Giulio si è diplomata in Infermieristica nel 1976 presso la Scuola Infermieri dell’Istituto
Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, ha conseguito un Master in Cancer Nursing
presso l’Università di Guildford (UK).
Aree di interesse
Coordinamento di studi multicentrici ed osservazionali in area cardiologica e cure palliative.
Coordinamento di reti infermieristiche.
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne
dal 2001
Professore associato presso l’Università degli Studi di Torino. Coordinatore del Comitato di
redazione di: Assistenza infermieristica e Ricerca
dal 1997
Responsabile dell’Unità di Ricerca Infermieristica, Istituto di Ricerche Farmacologiche
"Mario Negri” di Milano
dal 1995
Ricercatore senior presso il Dipartimento Cardiovascolare, Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri” di Milano
dal 1989
Consulente presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri” di Milano
Principali pubblicazioni
•
Gattinoni L, Tognoni G, Pesenti A, Taccone P, Mascheroni D, Labarta V, Malacrida R, Di Giulio P, Fumagalli R, Pelosi
P, Brazzi L, Latini R, Prone-Supine Study Group. Effect of prone positioning on the survival of patients with acute
respiratory failure. New Engl J Med 2001; 345: 568-73
•
Balestra E, Celani MG, Del Santo R, Di Giulio P et al. Variabilità delle pratiche assistenziali nelle stroke unit: analisi dei
protocolli. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2002; 21: 6-13
•
Laquintana D, Di Giulio P: Per un ruolo infermieristico nella farmacovigilanza. Assistenza Infermieristica e ricerca
2002; 21: 198-210
•
Di Giulio P, Saiani L, Laquintana D, Palese A, Gruppo PARI-ETLD. Studio clinico randomizzato controllato in doppio
cieco sull’efficacia dei trattamenti delle lesioni da decubito. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2004; 23: 201-218
•
Toscani F, Brunelli C, Miccinesi G, Costantini M, Gallucci M, Tamburini M, Paci E, Di Giulio P, Peruselli C and the
Italian Co-operative Research Group on Palliative Medicine Predicting survival in terminal cancer patients: clinical
observation or quality of life evaluations? Palliative Medicine 2005; 19: 220-227
•
Toscani F, Di Giulio P, Brunelli C, Miccinesi G. Laquintana D. How How people die in hospital general wards: a
descriptive study. J Pain Symptom Manage 2005; 30: 33-40
7
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Serge Masson si è laureato in Biochimica e Biofisica nel 1986 presso l’Università di Marsiglia (Francia)
e si è specializzato nel 1990 in Biochimica e Biologia Cellulare (Docteur es Sciences, PhD) presso
l’Università di Marsiglia (Francia), seguito da una formazione post-dottorale presso il Panum Institute di
Copenaghen (Danimarca).
Aree di interesse
Ruolo fisiopatologico, diagnostico e prognostico dell’attivazione dei sistemi neuroendocrini nelle
patologie cardiovascolari.
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne
dal 2002
Capo dell’Unità di Endocrinologia Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche
"Mario Negri" di Milano
dal 2002
Responsabile del Sistema Qualità del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, dell’Istituto
di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano
Membro della American Heart Association (Basic Council) e del Working Group on
Myocardial Function della Società Europea di Cardiologia
dal 1994
Ricercatore presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell’Istituto "Mario Negri",
Milano
1993
Ricercatore presso il Laboratorio di Risonanza Magnetica, Ospedale “San Raffaele”,
Milano
1990-1993 Ricercatore post-dottorale presso l’Istituto Panum e Assitant Lecturer presso l’Università di
Copenaghen, Danimarca
1988-1990 Ricercatore presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Marsiglia, Francia
Principali pubblicazioni
•
Cohn JN, Anand IS, Latini R, Masson S, Chiang YT, Glazer R, for the Val-HeFT Investigators. Sustained reduction of
aldosterone in response to the angiotensin receptor blocker valsartan in patients with chronic heart failure: results from
Val-HeFT. Circulation 2003;108: 1306-1309.
•
Latini R, Masson S, Anand IS, Salio M, Hester A, Judd D, Barlera S, Maggioni AP, Tognoni G, Cohn NJ, for the ValHeFT Investigators. The comparative prognostic value of plasma neurohormones at baseline in patients with heart failure
enrolled in Val-HeFT. Eur Heart J 2004; 25: 292-299.
•
Masson S, Staszewsky L, Annoni G, Carlo E, Arosio B, Bai A, Calabresi C, Martinoli E, Salio M, Fiordaliso F,
Scanziani E, Rudolph AE, Latini R. Eplerenone, a selective aldosterone blocker, improves diastolic function in aged rats
with myocardial infarction. J Cardiac Failure 2004; 10: 433-441.
•
Anand IS, Latini R, Florea VG, Kuskowski MA, Masson S, Signorini S, Mocarelli P, Hester A, Glazer R, Cohn JN, for
the Val-HeFT Investigators. C-reactive protein in heart failure: prognostic value and the effect of valsartan. Circulation
2005; 112: 1428-1434.
•
Masson S, Latini R, Anand I S, Barlera S, Judd D, Salio M, Perticone F, Perini G, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the
Val-HeFT Investigators. The prognostic value of Big endothelin-1 in more than 2,300 patients with heart failure enrolled
the Valsartan in Heart Failure Trial (Val-HeFT). J Card Fail 2006; 12: 375-380.
•
Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of
the Val-HeFT Investigators. Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a
large population of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data.
Clin Chem 2006; 52: 1528-1538.
Enrico Bjørn Nicolis ha frequentato il corso di laurea in Scienze dell’Informazione presso l’Università
degli Studi di Milano.
Attività formative
1991-1999 Borsista presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano
Aree di interesse
Gestione e analisi dati degli studi clinici controllati. Sviluppo di database e “tools” per gli studi di
genetica di popolazione, in particolare per l’analisi di linkage.
Ruoli attuali e passati in istituto
dal 2001
Capo Unità di Bioinformatica del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di
Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano
dal 1999
Ricercatore nel Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri” di Milano
dal 1997
Sistemista del Centro di Calcolo dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di
Milano
dal 1991
Borsista nell’Unità di Informatica Medica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche
Farmacologiche "Mario Negri” di Milano
8
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Principali pubblicazioni
•
Tognoni G, Franzosi MG, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chiodini B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS
Consortium A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery
disease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774
•
Santoro E, Nicolis E, Franzosi MG.Telecommunication technology for the management of large scale clinical trials: The
GISSI experience. Comput Methods Programs Biomed 1999; 60: 215-223
•
Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin
Trials 1999; 20: 194-201
•
Nobili A, Gebru F, Rossetti A, Schettino F, Zahn R W, Nicolis E, Macario G, Celani L, Acik V O, Farina M L, Naldi L.
Doctorline: A private toll-free telephone medical information service. Five years of activity: Old problems and new
perspectives. Ann Pharmacother 1998; 32: 120-125
•
GISSI-Avoidable Delay Study Group. Epidemiology of avoidable delay in the care of patients with acute myocardial
infarction in Italy. A GISSI-generated study. Arch Intern Med 1995; 155: 1481-1488
9
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO
I laboratori afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare (nato della lunga esperienza
degli studi GISSI) sviluppano attività di ricerca che coprono sia l'area sperimentale e di ricerca
di base, sia quella della valutazione clinica ed epidemiologica di farmaci, di strategie
diagnostico-terapeutiche, di fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Il Dipartimento
privilegia progetti di ricerca a forte impronta collaborativa e multicentrica, anche per quanto
riguarda la componente della parte sperimentale che si interfaccia con la clinica. L’attività di
ricerca sperimentale è dedicata alla fisiopatologia, alla modulazione farmacologica e al ruolo
prognostico dell’attivazione del sistema renina-angiotesina-aldosterone, dell’attivazione dei
sistemi neuro-ormonali, e dell’attivazione dei processi infiammatori nell’infarto miocardico e
nell’insufficienza cardiaca; un ampio e più recente capitolo riguarda l’utilizzo delle cellule
staminali nella terapia dell’infarto miocardico.
L’attività di ricerca clinica riguarda la valutazione clinica di farmaci e di strategie terapeutiche
in ambito ospedaliero con la conduzione di sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni in
patologie di forte impatto epidemiologico quali lo scompenso cardiaco, le sindromi coronariche
acute e la fibrillazione atriale; uno spazio è inoltre dedicato all’epidemiologia clinica e alla
valutazione dei fattori di rischio dell'infarto miocardico, a cui si sono affiancati più
recentemente studi di epidemiologia genetica focalizzati all’identificazione di nuovi geni e alla
definizione del ruolo di geni candidati come responsabili della cardiopatia ischemica attraverso
analisi di linkage familiare e studi di associazione su polimorfismi genetici.
La collaborazione con una vasta rete di Medici di Medicina Generale ha consentito da anni la
realizzazione di attività di ricerca clinica ed epidemiologica, specificamente originali nel
panorama italiano, nell'ambito della prevenzione cardiovascolare attraverso sperimentazioni
cliniche di grandi dimensioni. Una parte dell'attività è orientata alla valutazione della reale
trasferibilità degli interventi preventivi di provata efficacia nella pratica clinica quotidiana
attraverso studi epidemiologici e di outcome research, e alla farmacoepidemiologia a partire
dalle analisi delle prescrizioni di grandi data-base amministrativi.
La rete di ricerca infermieristica è orientata alla valutazione della qualità di salute e di vita dei
pazienti e all'epidemiologia degli interventi infermieristici e alle loro implicazioni per il
benessere e l'outcome dei pazienti.
10
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI
Sono state completate le analisi della concentrazione plasmatica di troponina T (TnT, una
proteina contrattile) in 4053 pazienti con insufficienza cardiaca cronica stabile arruolati nello
studio Val-HeFT. E’ stato utilizzato un metodo non ancora commerciale con una sensibilità
almeno 10 volte superiore a quello in uso: in questo modo, più dell’80% dei pazienti in cui non
si misurava TnT nel plasma, hanno ora una concentrazione misurabile. Il dato originale è che
TnT predice il rischio in questi pazienti come o meglio del miglior marcatore circolante finora
conosciuto nella insufficienza cardiaca, il peptide natriuretico cerebrale (BNP). Si può pensare
che i due marcatori rispecchino differenti processi fisiopatologici alla base della insufficienza
cardiaca: lo stiramento eccessivo delle cellule cardiache (cardiomiociti) aumenterebbe il rilascio
di BNP, mentre la morte dei cardiomiociti aumenterebbe quello di TnT.
Nel corso 2006 sono stati pubblicati i risultati dello studio di linkage genome-wide
PROCARDIS, il cui obiettivo era l'identificazione e la localizzazione dei geni di suscettibilità
alla patologia coronarica, capaci di determinare un rischio specifico ed aggiuntivo rispetto ai
fattori di rischio classici già noti per la malattia. Lo studio ha coinvolto 2036 famiglie di 4
diversi paesi europei nelle quali erano presenti almeno due individui affetti da patologia
coronarica insorta in giovane età. L'analisi di linkage su tutto il genoma ha identificato tre
regioni cromosomiche di grande interesse. In particolare una regione individuata sul cromosoma
17 costituisce un promettente punto di partenza per lo studio di nuovi geni associati alla
patologia coronarica. La solidità dei risultati ottenuti, grazie alla numerosità e alle caratteristiche
della popolazione studiata, consente l'impiego sempre più mirato dei dati raccolti per
approfondire e comprendere i meccanismi molecolari che determinano la malattia coronarica,
soprattutto nei giovani adulti, in vista di applicazioni terapeutiche innovative.
I dati del PROCARDIS sono stati inoltre analizzati allo scopo di identificare regioni
cromosomiche associate alla variabilità di fenotipi quantitativi. La concentrazione della
lipoproteina A nel siero, nota per essere ereditaria e associata al rischio cardiovascolare, è stata
studiata utilizzando un’analisi di linkage genome-wide. E’ stato confermato un linkage
significativo con il locus del gene LPA su cromosoma 6q27, così come è stata evidenziata una
seconda regione di linkage sul cromosoma 13q22-31. Questi risultati (pubblicati su European
Journal Human Genetics 2007: 15, 221-227) costituiscono la premessa per studi futuri di geni
candidati in tali regioni.
I risultati dello studio Michelangelo OASIS-6 condotto su più di 12000 pazienti, hanno indicato
che Fondaparinux, un pentasaccaride sintetico che inibisce il fattore Xa nella cascata della
coagulazione, è più efficace rispetto alla terapia anticoagulante praticata di routine nel ridurre
l'incidenza di mortalità e di reinfarto nei primi 30 giorni nei pazienti colpiti da infarto
miocardico acuto. Nei pazienti trattati con Fondaparinux, somministrato entro 48 ore dall'inizio
dei sintomi dell'infarto e proseguito per 8 giorni, il numero di eventi di morte e di reinfarto a 30
giorni (end-point primario dello studio) è risultato significativamente inferiore rispetto al gruppo
trattato con Eparina non frazionata o con la terapia usuale (9.7% rispetto a 11.2%, con una
riduzione significativa del 14%). La riduzione è risultata significativa anche per la sola mortalità
e anche a distanza di 3-6 mesi. I risultati migliori sono stati ottenuti nei pazienti trattati con la
terapia medica per l'infarto, ovvero la trombolisi, ancora praticata in una grande percentuale di
pazienti, mentre non sono risultate differenze nei pazienti sottoposti ad angioplastica.
Fondaparinux ha ridotto la mortalità e i reinfarti senza un aumento delle emorragie e degli ictus.
Questo dato è congruente con il precedente risultato dello studio OASIS-5 condotto nelle
sindromi coronariche acute, nel quale le emorragie maggiori erano ridotte del 50% nei pazienti
che avevano ricevuto Fondaparinux rispetto a Enoxaparina.
11
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
COLLABORAZIONI NAZIONALI
ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri)
CINECA (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord-Orientale)
CSeRMEG (Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale)
Gruppi organizzati di MMG (FIMMG, CoS, Ass.Cu.M.I., AMISI)
IEO (Istituto Europeo di Oncologia), Milano
IFOM-FIRC, Milano
Istituto di Ricerca in Cure palliative Lino Maestroni
Laboratorio di Endocrinologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano
Regione Lombardia
SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare)
SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera)
Stem Cell Research Institute, Ospedale San Raffaele, Milano
Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia
Università di Verona, Istituto di Anatomia Umana
Università di Torino, Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Forense
12
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI
Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical, Esmeraldas) Ecuador
Cochrane Collaboration, Oxford, UK
Clinical Trial Research Unit, Auckland University, New Zealand
CTSU (Clinical Trial Service Unit) /ISIS (International Studies on Infarct Survival), Oxford,
UK
Division of Genetics and Development, Guy's, King's and St Thomas' School of Medicine,
King's College, London, UK
ECLA (Estudios Cardiologicos de Latino-America)
EVGN (European Vascular Genomics Network) VI Framework Program, Unione Europea
Hebrew-Hadassah Medical School, Jerusalem, Israel
JW Goethe University, Department of Cardiology, Frankfurt, Germany
Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden
PHRI (Population Health Research Institute), McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada
University of Minnesota, Minneapolis, USA
Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford, UK
WONCA (World Organization of Family Doctors), Europe
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI
Circulation, International Journal of Health Services, Journal of Clinical Epidemiology (Gianni
Tognoni)
Journal of Cardiac Failure, Journal of Cardiovascular Medicine (Roberto Latini)
Assistenza Infermieristica e Ricerca, European Journal of Cancer Care, European Journal of
Oncology Nursing, International Nursing Perspectives (Paola Di Giulio)
ATTIVITA' DI REVISIONE
American Heart Journal, Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology, Cardiovascular
Research, Circulation, Circulation Research, Clinical Pharmacology and Therapeutics,
European Heart Journal, European Journal of Cardiovascular Nursing, International Journal of
Cardiology, Italian Journal of Cardiology, Journal of Cardiac Failure, PharmacoEconomics,
Journal of Cardiovascular Medicine, Life Sciences, The Lancet.
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI
Comitato Etico della Regione Lombardia
Comitato Etico della Provincia di Verona
Agenzia Italiana del Farmaco, Direzione Generale Farmaci e Dispositivi Medici
13
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI
Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici delle Aziende ASL di
Alessandria e ASL Verbano Cusio Ossola
14/01/06, Teatro Parvum, Alessandria
Corso sulla sperimentazione dei farmaci in medicina generale e sullo studio Rischio &
Prevenzione per i medici dell’Azienda USL di Reggio Emilia
25/03/06, Ospedale Nuovo, Reggio Emilia
Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici delle Aziende USL di Versilia,
Massa e Carrara, Empoli, Grosseto
1/04/06, Auditorium, Ospedale Versilia, Lido di Camaiore (Lucca)
Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici della Azienda Sanitaria Locale 12
di Biella
5/05/06, Aula riunioni del Poliambulatorio di Cossato (Biella)
Investigator's Meeting - Stato di avanzamento dello studio Prono/Supino II
10/05/06, Sala Bianca, Fiera Campionaria, Milano
Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici AUSL Firenze e Arezzo
27/05/06, Aula Magna, Dermatologia Ospedale “Santa Maria Nuova”, Firenze
37° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Riunione degli Infermieri partecipanti al
sottoprogetto QDF–Qualità della Vita Depressione Funzioni Cognitive dello studio GISSI-HF
1/06/06, Congresso Nazionale ANMCO, Fortezza da Basso (Aula Vasari), Firenze
37° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Riunione degli Sperimentatori dello studio
GISSI-HF
3/06/06, Congresso Nazionale ANMCO, Fortezza da Basso, Firenze
37° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Riunione degli Sperimentatori dello studio
GISSI-AF
3/06/06, Congresso Nazionale ANMCO, Fortezza da Basso, Firenze
Riunione dei Monitors per l’avvio del piano di monitoraggio nei centri partecipanti allo studio
clinico sull’assocazione n-3 PUFA e Statina
11/07/06, Istituto Mario Negri, Milano
Investigators’ Meeting - Riunione dei Ricercatori dello Studio GISSI-AF
18/09/06, Sala Aquarius, Livello 1, Nuovo Polo della Fiera di Milano, Rho-Pero (Milano)
Investigators’ Meeting – Studio MICHELANGELO: OASIS-5 e 6
19/09/05, Sala Aquarius, Livello 1, Nuovo Polo della Fiera di Milano, Rho-Pero (Milano)
Investigators’ Meeting - Riunione dei Ricercatori dello Studio GISSI-AF
21/09/06, Sala “Biblioteca Grande”, Starhotel Termius, Napoli
02/10/06, Royal Hotel Carlton, Bologna
14
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Investigator's Meeting - Riunione dei Ricercatori dello Studio GISSI-HF: un modello di ricerca
collaborativa
03/10/06, Royal Hotel Carlton, Bologna
I° Incontro dei medici ricercatori partecipanti allo studio Rischio & Prevenzione per l’area NordCentro Italia: Rischio & Prevenzione come modello della gestione del rischio cardiovascolare in
Medicina Generale.
28/10/06, Palazzo della Gran Guardia, Verona
I° Incontro dei medici ricercatori partecipanti allo studio Rischio & Prevenzione per l’area CentroSud Italia: Rischio & Prevenzione come modello della gestione del rischio cardiovascolare in
Medicina Generale.
18/11/06, Hotel Hilton Nova Yardinia, Marina di Castellaneta (Taranto)
Investigator's Meeting - Stato di avanzamento dello studio Prono/Supino II
14/12/06, Sala Platone, Royal Garden Hotel, Assago (Milano)
PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL
DIPARTIMENTO
Gruppo GISSI Prevenzione - Mario Negri Sud. International forum on n-3PUFA, 19-20/01/06,
Grand Hotel Parco dei Principi, Roma, Italy
- Basso - vs alto – dosaggio di n-3 PUFA: tempi e livello di incorporazione nei tessuti corporei
- Prevenzione Primaria
Heart Failure Association of the European Society of Cardiology. From cardiac adaptation to
failure and back, 26-28/01/06, Garmisch-Partenkirchen, Germany
- Effect of aerobic training on endothelial progenitor cells in patients with heart failure.
Preliminar results
MNIAA – Mario Negri Insitute Alumni Association. Cellule staminali oggi nella ricerca e nella
terapia, 2/02/06, Sala Meili, Milano, Italy
- Terapia dell’infarto miocardico con cellule staminali: le evidenze sperimentali
American College of Cardiology. 55th Annual Scientific Session, 12-14/03/06, Atlanta, USA
- Direct comparison of the prognostic value of brain natriuretic peptide (BNP) and N-terminal
ProBNP in a large population of patients with choronic and symptomatic heart failure. The
valsartan in heart failure (Val-HeFT) data
- Cardiac troponin T in heart failure: results from Val-HeFT
- Do biomarkers add prognostic information to routine measures of the severity of heart failure?
Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) e Unità Operativa di
Cardiologia dell’Ospedale di San Bonifacio, Corso di Aggiornamento – L’infermiere, la ricerca
e le sperimentazioni cliniche. Nuovi ruoli nella realtà sanitaria italiana, 8/04/06, Centro
Congressi, Polo Unico, San Bonifacio (VR), Italy
- Che cosa la cardiologia italiana ha imparato e sperimentato nel campo della ricerca clinica ed
epidemiologia: il ruolo dell’ANMCO e dell’Istituto Mario Negri
15
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri. XXXVII° Congresso Nazionale di
Cardiologia, 31/05-3/06/06, Firenze, Italy
- Clopidogrel, aspirina, indobufene: quali spazi
- AREA-IN-CHF: dati basali della popolazione arruolata
- Effetto dell’età sulla geometria e sulla funzione ventricolare sinistra nello scompenso cardiaco
lieve-moderato. Analisi dello studio AREA-IN-CHF
- Disfuzione ventricolare sinistra all’ecocardiografia e livelli plasmatici di peptide natriuretico
di tipo B in pazienti con scompenso cardiaco cronico
- La variabilità della frequenza cardiaca nella componente LF è strettamente correlata ai livelli
di BNP nei pazienti con insufficienza cardiaca. Dati dallo studio Valsartan in Heart Failure
(Val-HeFT)
- Funzione diastolica nello scompenso cardiaco lieve-moderato: caratteristiche basali della
popolazione dello studio Antiremodelling Effect of Canrenore in patients with mild Chronic
Heart Failure (AREA-IN-CHF)
- Confronto diretto fra BNP e NT-proBNP in pazienti con insufficienza cardiaca. Dati dallo
studio Valsartan in Heart Failure trial (Val-HeFT)
- Brain natriuretic peptide predicts postoperative survival and long-term clinical improvement
- La troponina T ad alta sensisibilità (hsTnT) è un forte predittore di esito clinico in pazienti con
insufficienza cardiaca cronica. Dati dallo studio clinico Val-HeFT
- Nei pazienti con insufficienza cardiaca la variabilità della frequenza cardiaca nella
componente LF si conferma un importante predittore di eventi. Dati dallo studio Valsartan in
Heart Failure (Val-HeFT)
Heart Failure Association of European Society of Cardiology. Heart Failure 2006, 17-20/06/06,
Helsinki, Finland
- Prognostic value of anemia and additional role of NT-proBNP in patients with heart failure
- Antiremodeling effect of canrenone in patients with mild chronic heart failure: AREA-INCHF study. Baseline data of patients
- Age effect in mild to moderate heart failure: baseline echocardiographic data from the
AntiRemodeling Effect of cAnrenone IN patients with mild Chronic Heart Failure (AREA-INCHF) study
- Left ventricular filling characteristics in mild to moderate heart failure: baseline data from the
AntiRemodeling Effect of CAnrenone IN patients with mild Chronic Heart Failure (AREA-INCHF) study.
Medizinische Klinik und Poliklinik I, Julius Maximilians Universitat Würzburg and Deutsche
Akademie der Naturforscher Leopoldina. III Symposium on Cardiovascular Healing. Focus on
Inflammation, 23-23/06/06, Würzburg, Germay
- Cytokines and heart failure
Consortium for Biomolecular Medicine (CBM), AREA Science Park and the Central European
Initiative (CEI), Summer School. Advanced Topics in Molecular Medicine, 15-18/07/06,
Congress Centre of Area Science Park, Trieste, Italy
- Stem cell-based therapy in animal model of cardiac injury
WONCA Europe 2006. 12th Conference of the European Society of General Practice/Family
Medicine, 27-30/08/06, Firenze, Italy
- The attainment of target levels of cardiovascular risk factors in every daty practice:
preliminary results of the Risk and Prevention Study
- Socieconomics variables and cardiovascular risk: preliminary results of the Risk and
Prevention Study
16
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Framework Program, Unione Europea. Second European Vascular Genomics Network, Summer
School in Vascular Biology, 10-14/09/06, Fondazione E. Majorana, Erice, Italy
- The short pentraxin PTX3 is cardioprotective in experimental myocardial infarction. Possible
involvemente of coronary vascular bed and complement activation
SMART Promotion Srl, 3rd SMART Summer 2006. Feasibility, limits and problems of clinical
studies in ICU, 15-17/09/06, Hotel Meliá, Poltu Quatu (SS), Italy
- Two tails and p < 0.05: are they dogmas?
Società di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie. XXVII
Congresso Nazionale SIFO, La prevenzione e la cura del paziente nelle politiche sanitarie
regionali, 27-30/09/06, Magazzini del cotone, Genova, Italy
- Il punto di vista di un’organizzazione che promuove ricerche indipendenti in un ambito
epidemiologicamente diffuso e clinicamente rilevante sia per l’ospedale che per il territorio
- Sindromi coronariche acute: i risultati degli studi OASIS-5 ed OASIS-6
CNR – Istituto di Fisiologia Clinica. 2° Simposio, Il Laboratorio per la cardiologia, 6-8/10/06,
Area di Ricerca CNR, Pisa, Italy
- L’utilità dei peptidi natriuretici nel monitoraggio dello scompenso cronico
CONTRIBUTI E CONTRATTI
AstraZeneca, Chiesi Farmaceutici, Boehring Ingelheim Italia SpA, BioXell SpA, Fondazione
Cariplo, CONGENIA Srl, Heart Care Foundation, Istituto Nazionale Neurologico C. Besta, ISS
Programma Cellule Staminali, Kinetic Concepts Inc., Medtronics Italia S.p.A., Novartis
Pharma, Oxford University, Population Health Research Institute-Mc Master University,
Pharmacia Upjohn, Roche Diagnostics, Sigma Tau, SPA Società Prodotti Antibiotici S.p.A.,
Takeda Italia S.p.A.
17
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE
NELL'ANNO 2006
The ACTIVE Steering Committee, on behalf of the ACTIVE Investigators
Rationale and design of ACTIVE: the atrial fibrillation clopidogrel trial with irbesartan for prevention of vascular
events
Am Heart J 2006; 151: 1187-1193
The ACTIVE Writing Group, on behalf of the ACTIVE Investigators
Clopidogrel plus aspirin versus oral anticoagulation for atrial fibrillation in the Atrial fibrillation Clopidogrel Trial
with Irbesartan for prevention of Vascular Events (ACTIVE W): a randomised controlled trial
Lancet 2006; 367:1903-1912
Avanzini F, Alli C, Boccanelli A, Chieffo C, Franzosi MG, Geraci E, Maggioni A P, Marfisi RM, Nicolosi L,
Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G, Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators
High pulse pressure and low mean arterial pressure: two predictors of death after a myocardial infarction
J Hypertens 2006; 24: 2377-2385
Barzi F, Woodward M, Marfisi RM, Tognoni G, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators
Analysis of the benefits of a Mediterranean diet in the GISSI-Prevenzione study: A case study in imputation of
missing values from repeated measurements
Eur J Epidemiol 2006; 21: 15-24
Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL
Aspirin for the primary prevention of cardiovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of
randomized controlled trials
JAMA 2006; 295: 306-313
Disertori M, Latini R, Maggioni AP, Delise P, Di Pasquale G, Franzosi MG, Staszewsky L, Tognoni G, on behalf of
the GISSI-AF Investigators
Rationale and design of the GISSI-Atrial Fibrillation trial: a randomized, prospective, multicentre study on the use of
valsartan, an angiotensin II AT1-receptor blocker, in the prevention of atrial fibrillation recurrence
J Cardiovasc Med 2006; 7: 29-38
Farrall M, Green FR, Peden JF, Olsson PG, Clarke R, Hellenius ML, Rust S, Lagercrantz J, Franzosi MG, Schulte H,
Carey A, Olsson G, Assman G, Tognoni G, Collins R, Hamsten A, Watkins H, on behalf of the PROCARDIS
Consortium
Genome-wide mapping of susceptibility to coronary artery disease identifies a novel replicated locus on chromosome
17
PLoS Genet 2006 - http://genetics.plosjournals.org/archive/1553-7404/2/5/pdf/10.1371_journal.pgen.0020072-L.pdf
Fiordaliso F, Cuccovillo I, Bianchi R, Bai A, Doni M, Salio M, De Angelis N, Ghezzi P, Latini R, Masson S
Cardiovascular oxidative stress is reduced by an ACE inhibitor in a rat model of streptozotocin-induced diabetes
Life Sci 2006; 79: 121-129
Franzosi MG
Should we continue to use BMI as a cardiovascular risk factor?
Lancet 2006; 368: 624-625
Grunewald M, Avraham I, Dor Y, Bachar-Lustig E, Itin A, Yung S, Chimenti S, Landsman L, Abramovitch R,
Keshet E
VEGF-induced adult neovascularization: recruitment, retention, and role of accessory cells
Cell 2006; 124: 175-189
Latini R, Masson S, Wong M, Barlera S, Carretta E, Staszewsky L, Vago T, Maggioni AP, Anand IS, Tan LB,
Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the Val-HeFT Investigators
Incremental prognostic value of changes in B-type natriuretic peptide in heart failure
Am J Med 2006; 119: 70.e23-70.e30
Macchia A, Levantesi G, Borrelli G, Franzosi MG, Maggioni AP, Marfisi RM, Scarano M, Tavazzi L, Tognoni G,
Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators
18
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
A clinically practicable diagnostic score for metabolic syndrome improves its predictivity of diabetes mellitus: The
Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto miocardico. (GISSI)-Prevenzione scoring
Am Heart J 2006; 151: 754.e7-754.e17
Madeddu P, Emanueli C, Spillmann F, Meloni M, Bouby N, Richer C, Alhenc-Gelas F, van Weel V, Eefting D, Quax
PHA, Hu Y, Xu Q, Hemdahl AL, van Golde J, Huijberts M, de Lussanet Q, Struijker Boudier H, Couffinhal T,
Duplaa C, Chimenti S, Staszewsky L, Latini R, Baumans V, Levy BI
Murine models of myocardial and limb ischemia: Diagnostic end-points and relevance to clinical problems
Vascul Pharmacol 2006; 45: 281-301
Mantovani A, Garlanda C, Bottazzi B, Peri G, Doni A, Martinez de la Torre Y, Latini R
The long pentraxin PTX3 in vascular pathology
Vascul Pharmacol 2006; 45: 326-330
Marchioli R, Levantesi G, Macchia A, Marfisi RM, Nicolosi GL, Tavazzi L, Tognoni G, Valagussa F, on behalf of
the GISSI-Prevenzione Investigators
Vitamin E increases the risk of developing heart failure after myocardial infarction: results from the GISSIPrevenzione trial
J Cardiovasc Med 2006; 7: 347-350
Masson S, Latini R, Anand I S, Barlera S, Judd D, Salio M, Perticone F, Perini G, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of
the Val-HeFT Investigators
The prognostic value of Big endothelin-1 in more than 2,300 patients with heart failure enrolled the Valsartan in
Heart Failure Trial (Val-HeFT)
J Card Fail 2006; 12: 375-380
Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, on behalf
of the Val-HeFT Investigators
Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a large population of patients
with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data
Clin Chem 2006; 52: 1528-1538
Mengozzi M, Latini R, Salio M, Sfacteria A, Piedimonte G, Gerwien J, Leist M, Siren AL, Ghezzi P, Chimenti S
Increased erythropoietin production after myocardial infarction in mice
Heart 2006; 92: 838-839
Monesi L, Avanzini F, Roncaglioni MC
Response to Naunton and Duyvendak re "Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced
by the global cardiovascular risk?"
Eur J Clin Pharmacol 2006; 62: 79-80
The OASIS-5 (The Fifth Organization to Assess Strategies in Acute Ischemic Syndromes Investigators)
Comparison of fondaparinux and enoxaparin in acute coronary syndromes
N Engl J Med 2006; 354: 1465-1476
The OASIS-6 Trial Group
Effects of fondaparinux on mortality and reinfarction in patients with acute ST-segment elevation myocardial
infarction: The OASIS-6 randomized trial
JAMA 2006; 295: 1519-1530.
Wong M, Staszewsky L, Carretta E, Barlera S, Latini R, Chiang YT, Glazer RD, Cohn JN
Signs and symptoms in chronic heart failure: Relevance of clinical trial results to point of care-data from Val-HeFT
Eur J Heart Fail 2006; 8: 502-508
19
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE
NELL'ANNO 2006
Franzosi M G
Le principali ricadute dello studio OASIS-6
Medici Oggi 2006; 10: 128
Latini R, Masson S, Staszewsky L, Barlera S
Neurohormonal modulation in heart failure of ischemic etiology: correlates with left ventricular remodeling
Curr Heart Fail Rep 2006; 3: 157-163
Masson S, Latini R, Vago T
The prognostic value of NT-proBNP in chronic heart failure
Clinical Laboratory 2006; 30: 35-37
Piccoli M, Di Giulio P, Ruffino E, Zollesi G, Dello Russo C
Nursing care priorities and problems: the nurses point of view
Assist Inferm Ric 2006; 25:123-130
Tognoni G
Opportunità imperdibili
Giornale Italiano Farmacia Clinica 2006; 20: 1-2
Tognoni G
Infermieri prescrittori
Assistenza Infermieristica e Ricerca 2006; 25: 146-148
Tognoni G
Mongering: esercizi estivi
Informazioni sui Farmaci 2006; 30: 85-86
20
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
ATTIVITA' DI RICERCA
Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare
Effetti di mesoangioblasti di diversa origine sulla struttura e funzione del
ventricolo sinistro di topo dopo infarto miocardico sperimentale
Numerosi studi hanno dimostrato che cellule autologhe e omologhe di differente origine
possono riparare il miocardio danneggiato in seguito a un insulto ischemico acuto. La resa in
termini di colonizzazione dell'area danneggiata e di sostituzione delle cellule irreversibilmente
danneggiate varia molto da studio a studio, oscillando dal 63% a meno dell'1%.
Il lavoro pubblicato su mesoangioblasti di topo trapiantati in topi dopo legatura della coronaria
sinistra ha dimostrato che i mesoangioblasti sono in grado di ridurre significativamente il danno
da infarto sperimentale, in modo simile ai precursori emopoietici midollari (più noti). A
differenza dei precursori midollari i mesoangioblasti sono potenzialmente interessanti perché (a)
più facilmente espandibili e (b) ottenibili da biopsia del muscolo scheletrico nell’uomo.
Il potenziale effetto riparatore dei mesoangioblasti è stato oggetto di studio mediante il
confronto di cellule di origine embrionale con linee derivate da topo adulto. All’interno di
questo contesto, sono stati testati due diversi modelli di infarto e tre vie di somministrazione:
risultati potenzialmente rilevanti per le future applicazioni cliniche sono attesi nel 2006. Questa
ricerca è in parte condotta all’interno del 6° Programma Europeo (European Vascular Genomics
Network, www.evgn.org)
Caratterizzazione del fenotipo cardiaco di PTX3 in topi ko
PTX3 è stata dimostrata avere un ruolo non ridondante nella riproduzione e nella resistenza a
infezioni fungine (Aspergillus fumigatus). Tuttavia il suo ruolo in ambito cardiovascolare non è
stato ancora ben definito, anche se risulta essere un marcatore prognostico indipendente dopo
infarto miocardico acuto nell’uomo. Si sta valutando il ruolo di PTX3 nel cuore mediante l’uso
di topi deficienti della proteina (knock-out), sottoposti a ischemia cardiaca e riperfusione. Dati
preliminari suggeriscono che la mancanza di PTX3 peggiora la prognosi acuta dopo infarto.
Danno polmonare da acido cloridrico nel topo: un modello di polmonite
da aspirazione per studiare interventi protettivi
L’aspirazione di contenuto gastrico è una complicazione relativamente frequente nei pazienti
sottoposti ad anestesia generale (0,47-1,41% delle procedure in anestesia generale). Questo
fenomeno può interessare i pazienti con alterazione del livello di coscienza e, di conseguenza,
dei riflessi di protezione delle vie aeree (disordini neurologici, overdose di farmaci ecc.).
Il quadro clinico conseguente all’inalazione di materiale gastrico prende il nome polmonite da
aspirazione o Sindrome di Mendelson. Il principale meccanismo di danno è l’insulto chimico
dovuto al pH molto basso delle secrezioni gastriche che danneggia l’epitelio delle vie aeree e le
strutture alveolari. Ad una prima fase di importante alterazione della permeabilità capillare,
dovuta all’effetto caustico del basso pH, segue una fase di intensa reazione infiammatoria nel
parenchima polmonare.
L’evoluzione della polmonite da aspirazione può essere estremamente variabile: da una
transitoria desaturazione, “aspirazione silente”, ai drammatici quadri dell’Acute Lung Injury
(ALI) e dell’Acute Respiratory Distress Sindrome (ARDS) che richiedono cure intensive
(ventilazione meccanica) e che sono associate ad un’alta mortalità (30-60%).
Lo scopo di questo studio è lo sviluppo di un modello murino di polmonite da aspirazione
monolaterale che consenta la definizione a breve e a lungo termine di questa patologia dal
punto di vista funzionale, biochimico e morfologico (di imaging ed istologico) e
successivamente la valutazione di interventi/agenti protettivi(es: surfattante polmonare).
21
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Espressione condizionale cardioselettiva in un topo transgenico di fattore
di crescita epatico (HGF) per stimolare la neoformazione di vasi e per
reclutare cellule staminali in corso di infarto miocardico acuto
Fattori di crescita come il fattore di crescita epatico (hepatocyte growth factor, HGF) possono
stimolare, attraverso azioni anti-apoptotiche e pro-angiogeniche, il riparo del danno acuto e
cronico da infarto miocardico. E’ stato usato un transattivatore cardio-specifico, la miosina a
catena pesante (myosin heavy chain MHC-a), per ottenere una espressione di HGF diretta
esclusivamente nei cardiomiociti: in questo modo gli effetti di HGF durante
ischemia/riperfusione potranno essere valutati senza il bisogno di somministrare HGF esogeno.
Questo modello murino verrà usato per valutare la capacità di HGF nel promuovere neovascolarizzazione, proteggere i cardiomiociti dalla apoptosi, reclutare e attivare cellule staminali
endogene o esogene per sostenere il riparo del danno da infarto miocardico.
Ruoli della proteina p66shc nel controllo della risposta al danno cardiaco
da ischemia e riperfusione
La molecola p66shc è un trasduttore di segnale intracellulare che partecipa alla risposta allo
stress in termini di apoptosi (morte cellulare programmata) e alla determinazione della durata di
vita nei mammiferi. La molecola è stata caratterizzata dal gruppo diretto da PG Pelicci (IEO,
Milano). Topi nulli per sono più resistenti allo stress ossidativo in vivo e le cellule da essi
derivate mostrano la stessa aumentata resistenza in vitro quando sottoposti a vari tipi di stress
(es: acqua ossigenata, paraquat). Inoltre, i topi nulli, hanno una vita del 30% più lunga dei
controlli wild type. La risposta del cuore alla ischemia seguita da riperfusione (modello di
infarto miocardico acuto) non è stata ancora studiata e per questo la ricerca ha lo scopo di
verificare (1) il numero di cardiomiociti apoptotici nell’area dell’infarto, (2) le dimensioni
dell’infarto e (3) la funzione cardiaca con ecocardiografia a lungo termine. Verranno anche
isolati cardiomiociti da topi p66shc nulli e wild type per studiarne la risposta a ipossia e
riossigenazione in vitro.
Ruolo dei macrofagi nella risposta al danno cardiaco da ischemia e
riperfusione
I macrofagi, residenti o provenienti dal sangue come monociti che migrano nella sede della
lesione, giocano diversi ruoli importanti nella risposta del cuore alla ischemia/riperfusione. I
macrofagi sono utili durante la fase di riparazione del danno, quando si forma la cicatrice con
deposizione di collagene e nuovi vasi vengono prodotti, sotto lo stimolo di vari fattori di
crescita, molti dei quali prodotti dai macrofagi. Scopo del progetto è valutare il ruolo dei
macrofagi nella risposta al danno cardiaco da ischemia e riperfusione, allo scopo di separare il
ruolo di queste cellule infiammatorie nel danno acuto e nei processi di riparazione susseguenti.
Verranno studiati gli effetti della legatura della coronaria (seguita o meno da riperfusione) in
topi nei quali i monociti possono essere selettivamente ridotti somministrando piccole dosi di
tossina difterica. Questi topi sono transgenici in quanto esprimono il recettore umano per la
tossina difterica (CD11b-DTR). La riduzione dei monociti avrà una durata di circa 7 giorni dopo
infarto, visto che questo è il tempo in cui si osserva la presenza più elevata di macrofagi
nell’area dell’infarto.
Sono in programma altri esperimenti per valutare il ruolo dei macrofagi nel modulare la
migrazione, proliferazione e differenziamento di cellule staminali somministrate per ridurre il
danno da infarto sperimentale.
GISSI-HF: sottoprogetto Bioumorale (G105-S2) e microalbuminuria
Lo studio clinico GISSI-HF (arruolamento dei pazienti completato a febbraio 2005) si propone
di valutare se due trattamenti (una statina e gli n-3 PUFA) sono in grado di migliorare la
prognosi dei pazienti con insufficienza cardiaca di ogni eziologia, con o senza riduzione della
22
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
frazione di eiezione del ventricolo sinistro. Il sottoprogetto bioumorale ha lo scopo di meglio
comprendere la fisiopatologia dello scompenso cardiaco e i meccanismi d'azione dei farmaci in
studio. Circa 1200 sono i pazienti arruolati nel sottoprogetto. All’ingresso dello studio e dopo
tre mesi sono stati raccolti i campioni ematici per misurare gli acidi grassi plasmatici, i marker
di stress ventricolare (in particolare la concentrazione plasmatica dei peptidi natriuretici BNP e
NT-proBNP), gli indicatori circolanti dell’infiammazione (proteina C reattiva e pentraxina-3,
PTX3) e di danno miocardico (Troponina T cardiaca, misurata con un metodo classico e con un
metodo in sviluppo ad alta sensibilità). La frazione media di n-3 PUFA plasmatici è risultata
aumentata del 30% dopo 3 mesi, rispetto al basale. La concentrazione di BNP all'ingresso dello
studio in 1223 pazienti è di 141 pg/mL (mediana) e correla con la gravità dello scompenso
cardiaco. Il numero di cellule progenitrici endoteliali circolanti e la loro relazione con
l'eziologia dello scompenso e i trattamenti sono stati studiati in 68 pazienti arruolati nel GISSIHF, in collaborazione con il laboratorio di E. Dejana (IFOM). Il numero di cellule progenitrici
endoteliali nei pazienti con scompenso cardiaco è del 30-50% più basso rispetto ai volontari
sani di età comparabile. La microalbuminuria (definita come rapporto tra la concentrazione
urinaria della albumina e creatina) è stata misurata in più di 2000 pazienti arruolati nello studio
GISSI-HF come un indicatore di disfunzione renale endoteliale. La microalbuminuria
(albumina/creatinina = 30-299 mg/g) è presente nel 19% dei pazienti.
Gli effetti anti-rimodellamento del blocco dei recettori dell'aldosterone con
canrenone nell'insufficienza cardiaca lieve-moderata: lo studio AREA INCHF
Lo studio RALES ha dimostrato che lo spironolattone, un antagonista recettoriale
dell'aldosterone, riduce il rischio di morbosità e mortalità in pazienti con scompenso cardiaco
grave. Gli antagonisti dell'aldosterone potrebbero essere efficaci in quanto contrastano gli effetti
dell'aldosterone sulla ritenzione di sodio, sulla perdita di potassio e magnesio, sull'attivazione
simpatica, sulla compliance vascolare e sulla fibrosi cardiaca. Nell'AREA IN-CHF, uno studio
multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, è stato valutato l'effetto del canrenone,
un metabolita dello spironolattone, in pazienti con scompenso cardiaco moderato (n=500) in
termini di rimodellamento del ventricolo sinistro e di un end-point combinato di mortalità e
morbosità. Il disegno dello studio prevede un prelievo di sangue a tutti i pazienti alla
randomizzazione e dopo 6 mesi per determinare la concentrazione plasmatica di aldosterone, del
peptide natriuretico cerebrale (BNP) e di un marker circolante del turnover del collagene
(peptide N-terminale del collagene III). Questi fattori bioumorali vengono dosati centralmente
dal Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare e produrranno informazioni sull'effetto del
canrenone su questi indicatori e sulle loro relazioni con l'outcome dello studio. L'arruolamento
si è concluso nel giugno 2005. I risultati finali dello studio sono attesi per il 2007.
PTX3, una nuova pentraxina lunga, è un indicatore di prognosi dopo
infarto cardiaco, indipendente dalla proteina C reattiva
PTX3 è una nuova proteina la cui espressione è indotta da citochine nell'endotelio e cellule
mononucleate, la maggior parte muscolari e cardiache, mentre la proteina C reattiva (PCR) è
principalmente sintetizzata dal fegato. PTX3 ha mostrato un picco plasmatico intorno alle 7 ore
dopo l'insorgenza dei sintomi dell'infarto e sembra essere un predittore indipendente di mortalità
a 3 mesi. PTX3 sarà dosata in 1200 pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica (GISSI-HF),
in 400 pazienti con fibrillazione atriale (GISSI-AF), e in circa 1400 pazienti con scompenso
cardiaco (CandHeart) per esplorare il suo possibile ruolo in altre patologie cardiovascolari.
23
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Sottoprogetto ecocardiografico e bioumorale dello studio GISSI-AF
Il trial GISSI sulla fibrillazione atriale (GISSI-AF), valuta l'efficacia del valsartan, un
antagonista recettoriale di tipo 1 dell'Angiotensina II, nel prevenire la ricorrenza di fibrillazione
atriale in 1400 pazienti. Un sottoprogetto dello studio GISSI-AF è recentemente in corso per
valutare il potenziale ruolo meccanismi neurormonali e di rimodellamento strutturale del cuore
responsabili della ricorrenza e gravità della fibrillazione atriale (FA). In circa 400 pazienti
arruolati nello studio verranno eseguiti 3 esami ecocardiografici seriati (randomizzazione, 6
mesi e 1 anno) e altrettanti prelievi ematici. Mediante ecocardiografia verranno misurate le
dimensioni dell’atrio sinistro e del ventricolo, mentre nel plasma verranno misurati BNP,
troponina T cardiaca (metodo ad alta sensibilità), endotelina-1 e marcatori dell’infiammazione,
PCR, PTX3. Oltre a fare luce sulla fisiopatologia della FA, l’aritmia più diffusa nel paziente
anziano, questo sottoprogetto si propone di spiegare eventuali effetti benefici del farmaco in
studio. La fase di arruolamento si è conclusa nel Gennaio 2007.
Studio CandHeart, effetti del candesartan su BNP e funzione ventricolare
sinistra in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica
Il candesartan, un bloccante dei recettori di tipo 1 della angiotensina II, riduce
significativamente la morbi-mortalità nella insufficienza cardiaca, come dimostrato dagli studi
CHARM. Il principale obiettivo dello studio è quello di verificare gli effetti del candesartan sui
livelli circolanti di BNP in pazienti con scompenso cardiaco con funzione sistolica ventricolare
depressa o preservata. I pazienti (circa 1400) saranno seguiti per 1 anno. Verranno effettuate
delle determinazioni bioumorali ed ecocardiografiche seriali alla randomizzazione e dopo 3 e 12
mesi (fine dello studio). Oltre al BNP verranno misurati altri marker di prognosi come
l’aldosterone, PCR, PTX3 e la microalbuminuria. Il primo paziente è stato randomizzato nel
dicembre 2005.
Studio Prono/Supino II, effetti della pronazione prolungata sulla
sopravvivenza nella insufficienza respiratoria acuta grave (ARDS)
Questo studio è la continuazione del precedente studio Prono/Supino che aveva dimostrato in
304 pazienti con ARDS che la pronazione per 6 ore nei primi 10 giorni migliorava i valori
emogasanalitici, ma non riduceva la mortalità, che per questa patologia si aggira sul 50% nei
primi 6 mesi. Era questo uno dei pochi studi multicentrici in Terapia Intensiva condotti
interamente in Italia. Lo stesso gruppo facente capo all’Istituto di Anestesia e Rianimazione del
Policlinico di Milano (L. Gattinoni) ha avviato un nuovo studio che si prefigge di valutare
l’effetto di un protocollo di pronazione prolungata (20 ore giornaliere) in pazienti con ARDS
più grave (sottogruppo in cui era stata dimostrata una tendenza della pronazione a migliorare la
sopravvivenza nello studio precedente). Sono stati arruolati 150 pazienti in circa 18 centri e si
prevede di arruolarne altrettanti nel prossimo anno.
DyDa: Prevalenza e incidenza della disfunzione ventricolare sinistra in
pazienti diabetici con diabete mellito tipo 2 senza storia di cardiopatia
nota.
Studio prospettico, multicentrico, nazionale, di tipo epidemiologico per valutare la prevalenza
all’arruolamento di disfunzione ventricolare sinistra diastolica e/o sistolica in 1000 pazienti con
diabete mellito tipo 2 senza storia di cardiopatia nota e documentata, ed identificarne i parametri
predittivi clinici, bioumorali e strumentali non invasivi. L’incidenza della disfunzione
ventricolare sinistra verrà seguita su un periodo di 2 anni usando tecniche di ECG e
ecocardiografia. Il profilo bioumorale di questi pazienti all’arruolamento (BNP, proteina Creattiva, microalbuminuria, emoglobina glicata) verrà valutato centralmente. L’arruolamento è
inziato a Luglio 2006.
24
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
PUFAxStatina. Studio clinico sull’associazione n-3 PUFA e statina: effetti
su infiammazione e quadro lipidico.
Esistono le basi farmacologiche per un’interazione potenzialmente benefica tra statine e n-3
PUFA almeno a 2 livelli, profilo lipidico e infiammazione. Il presente studio si propone di
valutare gli effetti dei due farmaci dati da soli e in associazione su indicatori bioumorali di
infiammazione e sul quadro lipidico in pazienti diabetici ad alto rischio cardiovascolare. Lo
studio è randomizzato, multicentrico, controllato, aperto e a gruppi paralleli. L’arruolamento dei
120 pazienti previsti si concluderà a Febbraio 2007. In collaborazione con il Laboratorio di
Neuroimmunologia, si misurerà la produzione ex vivo di citochine pro-infiammatorie da parte
di sangue intero stimolato. Si valuterà anche le concentrazioni di proteina C-reattiva, molecole
di adesione, fattore tissutale e microalbuminuria. I risultati finali sono attesi per il 2007. Lo
studio è condotto in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci.
Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci
PROCARDIS: Studio del genoma per identificare geni di suscettibilità alla
malattia coronarica
Iniziato nel 2001, il PROCARDIS aveva come obiettivo l'identificazione e la localizzazione dei
geni di suscettibilità alla patologia coronarica, capaci di determinare un rischio specifico ed
aggiuntivo rispetto ai fattori di rischio classici già noti per la malattia. Lo studio è stato condotto
con la tecnica del “genome-wide linkage analysis” su coppie di fratelli affetti da un evento
coronarico (affected sibling-pairs, ASPs), che consente di valutare se qualcuno dell'ampio
numero di marker misurati su tutti i cromosomi viene trasmesso tra congiunti affetti all'interno
delle famiglie con una frequenza maggiore di quella attesa in base al calcolo delle probabilità.
Questi marker potrebbero essere "linked" ai geni di suscettibilità alla malattia in determinate
regioni cromosomiali, che possono quindi essere isolate.
Il PROCARDIS è condotto da un Consorzio di ricerca, il cui programma è stato supportato dal
5th Framework Programme della Comunità Europea e da un grant di AstraZeneca. Il Consorzio
di ricerca è così costituito: Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto
(gruppo GISSI, sostenuto dalla collaborazione tra l'Istituto Mario Negri e ANMCO); Clinical
Trial Service Unit, Università di Oxford (gruppo ISIS); Institute of Clinical Chemistry and
Laboratory Medicine and Institute for Arteriosclerosis Research, Università di Münster;
Institute for Atherosclerosis Research, Karolinska Hospital, Stoccolma; Wellcome Trust of
Human Genetics, Cardiovascolar Medicine Department, Università di Oxford.
Lo studio ha coinvolto 2036 famiglie dei 4 diversi paesi europei presenti nel Consorzio nelle
quali erano presenti almeno due individui affetti da patologia coronarica insorta in giovane età.
L'analisi di tutto il genoma ha identificato tre regioni cromosomiche di grande interesse. In
particolare una regione individuata sul cromosoma 17 costituisce un promettente punto di
partenza per lo studio di nuovi geni associati alla patologia coronarica (PLoS Geneticshttp://genetics.plosjournals.org/archive/1553-7404/2/5/pdf/10.1371_journal.pgen.0020072L.pdf). La solidità dei risultati ottenuti, grazie alla numerosità e alle caratteristiche della
popolazione studiata, consente l'impiego sempre più mirato dei dati raccolti per approfondire e
comprendere i meccanismi molecolari che determinano, soprattutto nei giovani adulti, la
malattia coronarica, in vista di applicazioni terapeutiche innovative.
Il database del PROCARDIS costituisce una importante risorsa per condurre analisi di linkage
genome-wide per localizzare regioni cromosomiche associate alla variabilità di fenotipi
quantitativi. La concentrazione della lipoproteina A nel siero, nota per essere ereditaria e
associata al rischio cardiovascolare, è stata studiata utilizzando un’analisi di questo tipo. E’ stato
confermato un linkage significativo con il locus del gene LPA su cromosoma 6q27, così come è
stata evidenziata una seconda regione di linkage sul cromosoma 13q22-31. Tali risultati sono
stati pubblicati sull’European Journal Human Genetics 2007: 15, 221-227 e costituiscono la
25
RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
premessa per studi futuri di geni candidati in tali regioni.
L’indice di massa corporea (BMI) è un fenotipo comunemente utilizzato per misurare l’obesità
ed è noto per essere influenzato sia da numerosi fattori ambientali che da componenti genetiche.
Allo scopo di localizzare loci cromosomici associati al BMI, è stata condotta un’analisi di
linkage genome-wide applicando diversi approcci statistici. Non è stato possibile identificare in
modo univoco i loci di suscettibilità associati al BMI utilizzando i dati del PROCARDIS, a
causa, probabilmente, di una sostanziale eterogeneità genetica di tale tratto (paper in
preparazione).
Verranno analizzati inoltre ulteriori fenotipi quantitativi, come l’omocisteina e i vari tratti
coinvolti nella sindrome metabolica.
Il database PROCARDIS permette infine la realizzazione di studi di associazione con differenti
tecniche (Transmission Disequilibrium Test, studi caso-controllo).
GISSI-HF. Studio clinico di grandi dimensioni che valuta gli effetti di n-3
PUFA e di Rosuvastatina sulla mortalità e morbidità dei pazienti con
scompenso cardiaco sintomatico
Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Insufficienza cardiaca) è una
collaborazione tra l'Istituto Mario Negri e l'ANMCO (Associazione Nazionale Medici
Cardiologi Ospedalieri) che opera da oltre 15 anni nel campo della ricerca cardiovascolare. Lo
studio GISSI-HF è una sperimentazione clinica (la quinta condotta dal GISSI) che si propone di
verificare gli effetti di due trattamenti, il primo con n-3 PUFA (acidi grassi polinsaturi) e il
secondo con rosuvastatina in pazienti affetti da scompenso cardiaco che già ricevono i
trattamenti raccomandati per questa malattia.
Il GISSI-HF è uno studio prospettico, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, in
cui pazienti con evidenza clinica di scompenso cardiaco di qualsiasi eziologia e senza limiti di
età vengono randomizzati a
- R1 n-3 PUFA o placebo (Randomizzazione 1);
- R2 rosuvastatina o placebo (Randomizzazione 2).
L'obiettivo principale dello studio è di dimostrare che una terapia a lungo termine con (a) n-3
PUFA, (b) rosuvastatina riduce la mortalità totale, e la mortalità totale o il ricovero in ospedale
per problemi cardiovascolari, rispetto ai corrispondenti gruppi placebo.
Secondo la caratteristica degli studi GISSI, anche il GISSI-HF è uno studio pragmatico, su
pazienti quanto più possibile rappresentativi della realtà clinica quotidiana.
La randomizzazione nello studio è stata completata e risultano arruolati più di 7000 pazienti da
364 Centri di Cardiologia. E’ previsto un follow-up di almeno di 3 anni.
Contestualmente al trial, vengono condotti vari sottoprogetti per cercare di comprendere il
meccanismo d’azione dei trattamenti sperimentali:
- rimodellamento ventricolare (ecocardiografia);
- bioumorale (neurormoni, marker dell’infiammazione, progenitori endoteliali circolanti, acidi
grassi liberi circolanti);
- aritmie e attività simpatica (monitoraggio Holter);
- funzione cognitiva;
- tolleranza allo sforzo;
- carico assistenziale;
- marker genetici.
Il follow-up si concluderà entro la fine del 2007. La presentazione dei risultati è prevista per i
primi mesi del 2008. Il progetto è condotto in collaborazione con il Laboratorio di Farmacologia
Clinica Cardiovascolare.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Studio GISSI-HF: Sottoprogetto genetico
Si conosce ancora poco circa il ruolo dei fattori genetici nell'eziologia, evoluzione, prognosi e
risposta al trattamento dello scompenso cardiaco, con l'eccezione di alcune forme originate da
specifiche cardiomiopatie. Lo scompenso cardiaco presenta differenti eziologie, tra le quali
l'ischemica rappresenta più del 50%. Tra i geni candidati nella cardiopatia ischemica, i più
coinvolti sembrano quelli implicati nel metabolismo dei lipidi. Recente interesse suscitano
anche i geni coinvolti nei processi infiammatori.
Il sottoprogetto genetico dello studio GISSI-HF (vedi sezione ad esso relativa) offre
l'opportunità di migliorare le nostre conoscenze circa il ruolo di varianti genetiche nello
scompenso cardiaco, grazie alla raccolta di campioni ematici di un ampio numero di soggetti
affetti da scompenso di differente eziologia (es. non-ischemica e ischemica).
Gli obiettivi del sottoprogetto genetico sono 1) valutare le relazioni tra i polimorfismi di geni
candidati implicati nel metabolismo dei lipidi e nella risposta infiammatoria e la prognosi di
pazienti arruolati nello studio GISSI-HF, 2) valutare se e come tali relazioni vengono modificate
dai trattamenti farmacologici in studio.
Data la rapidità con la quale continuamente nascono e si accumulano nuove informazioni e
ipotesi in campo genetico, potranno venire valutati anche altri polimorfismi correlati allo
scompenso che risultassero interessanti nel corso dello studio. Circa 100 centri dello studio
GISSI-HF partecipano a questo sottoprogetto. I pazienti inclusi sono 2200.
Studio GISSI-Prevenzione-Genetica
La cardiopatia ischemica (CHD) è determinata dall’interazione tra fattori ambientali noti e
fattori genetici molto meno conosciuti. Lo studio GISSI-Prevenzione ha dimostrato in una
popolazione di 11324 pazienti sopravvissuti ad infarto del miocardio, l'efficacia di una terapia
con n-3 PUFA e con pravastatina, nel ridurre la mortalità nel corso di 3,5 anni di follow-up.
Durante questo periodo sono stati raccolti circa 8000 campioni di sangue di pazienti arruolati
nello studio, che sono oggetto di studi collaborativi con la SIBioC (Società Italiana di
Biochimica Clinica e Biologia Molecolare). Lo studio GISSI-Prevenzione-genetica si prefigge
l'obiettivo di valutare il ruolo di alcuni polimorfismi genetici implicati nel metabolismo lipidico
e nella risposta infiammatoria nella prognosi di pazienti con cardiopatia ischemica e nella loro
risposta alla terapia farmacologica con n-3 PUFA e/o statine su circa 2500 pazienti inclusi nello
studio GISSI-Prevenzione.
Le implicazioni pratiche comprendono 1) la possibilità di stimare il rischio di ciascun paziente
considerando oltre ai fattori di rischio classici cardiovascolari, anche caratteri genetici, e 2) la
possibilità di individuare i pazienti che realmente rispondono alla terapia con n-3 PUFA e/o con
statine.
Studio ACTIVE (Atrial Fibrillation Clopidogrel Trial with Irbesartan for
prevention of Vascular Events)
Lo studio ACTIVE è un trial multinazionale, multicentrico, randomizzato, a gruppi paralleli,
condotto in più di 600 centri di 33 paesi afferenti alla rete coordinata dal Population Health
Research Institute (PHRI) che fa capo alla Università McMaster di Hamilton, Ontario. Per
l’Italia il coordinamento scientifico di questi studi è svolto dal Laboratorio di Valutazione
Clinica dei Farmaci del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare.
Gli obiettivi dello studio sono: a) valutare se clopidogrel più aspirina (ASA) è superiore ad ASA
e non inferiore alla terapia anticoagulante orale standard nel prevenire gli eventi vascolari nei
pazienti con fibrillazione atriale (bracci A e W), b) valutare se la riduzione della pressione
sanguigna con irbesartan è superiore al placebo nel prevenire gli eventi vascolari nei pazienti
con fibrillazione atriale (braccio I). L’outcome principale di efficacia è costituito dall’incidenza
di ictus, infarto miocardio e morte vascolare nel corso del follow-up, della durata di 2-4 anni. Lo
studio, iniziato nel giugno 2003, prevedeva la randomizzazione di 14000 pazienti, 6500 nel
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
braccio W (confronto tra warfarina e ASA + clopidogrel) e 7500 nel braccio A (confronto tra
ASA e ASA + clopidogrel). Nel settembre del 2005 il follow-up dei pazienti inclusi nel braccio
W è stato interrotto dallo Steering Committee in seguito alla raccomandazione del Data and
Safety Monitoring Board (DSMB): l’analisi ad interim dei risultati aveva infatti evidenziato una
netta maggiore efficacia di warfarina rispetto all’associazione di ASA + clopidogrel. I risultati
sono stati pubblicati in dettaglio (Lancet 2006; 367:1903-1912). Il DSMB ha d’altra parte
sottolineato l’importanza di proseguire il reclutamento e il follow-up negli altri bracci dello
stesso studio (A e I) che, pertanto, proseguono.
Studi MICHELANGELO: OASIS-5 & OASIS-6
Gli studi internazionali Michelangelo OASIS-5 e OASIS-6 avevano l’obiettivo di valutare
l’efficacia di fodaparinux, un pentasaccaride di sintesi che agisce come anticoagulante
attraverso l’inibizione selettiva del fattore Xa, nelle Sindromi Coronariche Acute. Sono stati
condotti in più di 600 centri di 41 paesi afferenti alla rete OASIS (Organization to Assess
Strategies in Ischaemic Syndromes), coordinata dal Population Health Research Institute che fa
capo alla Università McMaster di Hamilton, Ontario. Per l’Italia il coordinamento scientifico di
questi studi è svolto dal Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento di
Ricerca Cardiovascolare.
Lo studio OASIS-5, randomizzato, in doppio cieco, controllato, a gruppi paralleli, aveva
l’obiettivo principale di valutare l’efficacia di fondaparinux, rispetto ad enoxaparina nel
prevenire la morte, l'infarto miocardico acuto o l'ischemia refrattaria in pazienti con angina
instabile e infarto miocardico senza sopralivellamento del tratto ST (UA/NSTE), in terapia di
routine. Il confronto tra i due farmaci su 20000 pazienti randomizzati ha indicato che l'insieme
degli eventi di morte, infarto e ischemia refrattaria avvenuti nei primi nove giorni è risultato
simile nel gruppo di pazienti trattato con fondaparinux (5.9%) e nel gruppo trattato con
enoxaparina, il farmaco utilizzato oggi di routine in questi pazienti (5.8%). L'incidenza di
emorragie gravi nel gruppo trattato con fondaparinux è risultata ridotta quasi della metà (2.1%
rispetto a 4.0% del gruppo enoxaparina, ovvero una riduzione del 47%). Il profilo di sicurezza
di fondaparinux è risultato quindi molto più rassicurante, soprattutto se si considera che questi
pazienti assumono contemporaneamente altri trattamenti potenzialmente emorragici, quali
aspirina, clopidogrel, inibitori GPIIb/IIIa e sono sottoposti a procedure di rivascolarizzazione.
La riduzione sul breve periodo delle emorragie gravi si è tradotta in una riduzione significativa
della mortalità (-17%) a distanza di un mese nel gruppo di pazienti trattato con fondaparinux. I
risultati sono stati pubblicati in dettaglio (N Engl J Med 2006; 354: 1465-1476).
Lo studio OASIS-6 aveva l’obiettivo principale di valutare l’efficacia di fondaparinux rispetto al
controllo (eparina non frazionata o placebo) nel prevenire la morte e il reinfarto a 30 giorni
(end-point primario dello studio) in pazienti con sindrome coronarica acuta con
sopraslivellamento del tratto ST (STE-ACS), candidati al trattamento con trombolisi o PCI
primaria e in terapia standard. L’incidenza dell’endpoint primario è risultato
significativamente inferiore nel gruppo di pazienti trattato con Fondaparinux rispetto al gruppo
trattato con la terapia oggi di routine in questi pazienti (9.7% rispetto a 11.2%, con una
riduzione significativa del 14%). La riduzione è risultata significativa anche per la sola mortalità
e anche a distanza di 3-6 mesi. I risultati migliori sono stati ottenuti nei pazienti trattati con la
terapia medica per l'infarto, ovvero la trombolisi, ancora praticata in una grande percentuale di
pazienti, mentre non sono risultate differenze nei pazienti sottoposti ad angioplastica.
Fondaparinux ha ridotto la mortalità e i reinfarti senza un aumento delle emorragie e degli ictus
JAMA 2006; 295: 1519-1530.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Studio INTER-HEART
Lo studio INTER-HEART, sponsorizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla
World Heart Federation, è uno studio di tipo caso-controllo che ha raccolto dati epidemiologici
sui fattori di rischio ambientali, clinici e genetici per l'infarto miocardico in 52 diversi Paesi in
Asia, Europa, Medio Oriente, Africa, Australia, Nord e Sud America, con la logica di valutare
se i diversi fattori di rischio avevano un impatto differente nelle diverse regioni del mondo. La
rete internazionale è coordinata dal Population Health Research Institute dell'Università
McMaster di Hamilton, Canada. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci ha svolto il
ruolo di coordinatore nazionale per l'Italia.
Dall’aprile 2000 al dicembre 2002 lo studio ha raccolto dati su circa 28000 soggetti tra casi e
controlli in relazione a fattori demografici (paese di origine, lingua madre), aspetti socioeconomici (istruzione, occupazione, reddito), abitudini di vita (fumo, attività fisica, dieta) e
sulla storia personale e familiare di malattie e fattori di rischio cardiovascolari. I risultati
principali sono stati pubblicati su Lancet 2004, 364: 937-52. Nel 2005 è stata pubblicata
l’analisi relativa all’obesità e al modo migliore per misurarla (Lancet 2005, 366: 1640-49). Studi
precedenti avevano dimostrato che l’obesità aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.
Tuttavia questi studi erano stati condotti soprattutto in popolazioni di origine europea e nordamericana. I risultati dell’INTER-HEART hanno qualificato meglio il rischio di infarto
associato al sovrappeso, suggerendo che è necessario rivalutare l’importanza dell’obesità come
fattore di rischio cardiovascolare in quasi tutte delle regioni del mondo. Lo studio ha calcolato
nella stessa popolazione diverse misure di obesità, quali il BMI (Body Mass Index, che è il
rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato, fino ad oggi la misura più utilizzata), il rapporto tra le
circonferenze della vita e dei fianchi (WHR), e la sola circonferenza dei fianchi. La migliore
predittività è stata evidenziata dal WHR che si è dimostrato tre volte più potente del BMI, nel
predire il rischio di infarto. Questo è stato osservato sia negli uomini che nelle donne, di
qualsiasi età, e in tutti i diversi gruppi etnici. Successivamente sono stati pubblicati su Lancet i
risultati relativi agli effetti del fumo. Sono in corso ulteriori analisi sui singoli fattori di rischio e
su gruppi di pazienti specifici.
GISSI-AF. Studio clinico che valuta l’efficacia di un antagonista dei
recettori dell’angiotensina II nella fibrillazione atriale
Il GISSI-AF è uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo,
sull’efficacia del Valsartan, un antagonista dei recettori dell’angiotensina II, nella prevenzione
delle recidive di fibrillazione atriale (FA).
La FA è l’aritmia più frequentemente riscontrata nella pratica clinica; la sua eziopatogenesi è
piuttosto complessa. Le alterazioni metaboliche, meccaniche ed elettrofisiologiche riscontrabili
negli atri in presenza dell’aritmia producono progressivamente alterazioni strutturali che
possono rendere la FA irreversibile. Nella genesi di questo fenomeno che viene detto
“remodeling atriale” svolge un ruolo importante il sistema renina-angiotensina-aldosterone
(RAAS) ed esistono dati clinici ed evidenze sperimentali che confermano questo ruolo.
Il gruppo GISSI ha considerato importante condurre uno studio disegnato per verificare se
l’aggiunta di un antagonista del RAAS (valsartan) possa prevenire la ricorrenza di FA in
pazienti con cardiopatie o comorbidità di diverso tipo, trattati al meglio delle terapie
raccomandate. Lo studio ha completato la fase di reclutamento. I 1400 pazienti inclusi nello
studio verranno sottoposti a un anno di trattamento e di follow-up. In un sottogruppo di 400
pazienti viene condotto un sottoprogetto ecocardiografico e bioumorale, con l’obiettivo di
approfondire il meccanismo d’azione del trattamento sperimentale.
Secondo la caratteristica degli studi GISSI, anche il GISSI-AF (il sesto trial condotto dal gruppo
GISSI) è uno studio pragmatico, su pazienti poco selezionati in modo da riprodurre la pratica
clinica. Il progetto è condotto in collaborazione con il Laboratorio di Farmacologia Clinica
Cardiovascolare.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale
Studio Rischio e Prevenzione (R&P)
Lo studio R&P è uno studio sull’ottimizzazione della prevenzione cardiovascolare nei pazienti
ad alto rischio, condotto a livello nazionale dai medici di medicina generale.
Obiettivo e disegno dello studio
- Valutazione clinica controllata, in doppio cieco, randomizzata, dell’efficacia di un trattamento
con n-3 PUFA nel ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari, fatali e non, in una popolazione
definita dai MMG partecipanti ad alto rischio.
- La storia epidemiologica ed assistenziale di questa popolazione (studio di outcomes).
Popolazione in studio
Criteri di inclusione
Tra i soggetti che vengono considerati dal MMG ad elevato rischio cardiovascolare vengono
selezionati/e i/le pazienti con:
- fattori di rischio multipli (e.g. ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, fumo, storia familiare
di infarto miocardico, obesità, sesso e età)
- pregressi eventi cardio-cerebrovascolari o manifestazioni cliniche di patologia aterosclerotica
(ictus cerebrale, TIA, arteriopatie periferiche, precedenti interventi di rivascolarizzazione
arteriosa, angina pectoris).
Criteri di esclusione
- condizioni di co-morbidità tali da far considerare infausta la prognosi in un tempo breve (es.
neoplasie maligne);
- attesa non-compliance in un follow-up di lungo periodo;
- controindicazioni (allergie note agli n-3 PUFA) o indicazioni (IMA pregresso) al trattamento
con n-3 PUFA.
Misure di efficacia
L’obiettivo primario è quello di valutare se una somministrazione a lungo termine con n-3
PUFA è più efficace del corrispondente placebo nel ridurre l’insieme della mortalità totale e dei
maggiori eventi cardiovascolari (infarti e ictus non fatali); gli eventi cardiovascolari maggiori
(mortalità cardiovascolare, ictus e infarti non fatali) la mortalità per cause coronariche; la morte
improvvisa.
La randomizzazione è centrale, stratificata per medico.
Il trattamento sperimentale è rappresentato da una capsula contenente 1 g di n-3 PUFA, o il
placebo corrispondente, da assumere giornalmente.
La durata del follow-up è di 5 anni. Per documentare con sufficiente affidabilità statistica che il
trattamento con n-3 PUFA è in grado di ridurre l’incidenza di eventi sarà necessario reclutare
almeno 12000 pazienti.
Stato di avanzamento
La randomizzazione è iniziata nel Febbraio del 2004 e alla fine del 2006 sono stati randomizzati
11.892 pazienti da una rete di 831 MMG. Le ASL attive alla fine del 2006 sono 57 e in ogni
ASL si sono tenuti i corsi di formazione per gli sperimentatori.
I dati relativi alla popolazione reclutata sono i seguenti: età media 65 anni, maschi 62%,
ipertensione 79%, ipercolesterolemia 62%, diabete 56%, fumo 16%, obesità 35%, storia
familiare di infarto miocardio precoce 20%. Il 25% dei pazienti presenta una patologia
aterosclerotica, il 50% presenta diabete associato ad un altro fattore di rischio e il 23% dei non
diabetici presenta fattori di rischio multipli.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.rischioeprevenzione.it.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Studi di farmacoepidemiologia a partire da banche dati di prescrizioni
amministrative-istituzionali: Progetto interazioni
Il progetto della durata di 3 anni ha come obiettivo principale lo sviluppo e l'implementazione di un
database sulle interazioni all'interno del SISS della Regione Lombardia come strumento di
supporto per il medico di medicina generale (MMG) al momento della prescrizione farmacologia.
All'interno del progetto è previsto uno studio di valutazione della prevalenza delle interazioni su un
campione di medici.
Nel 2006 è stato sviluppato un modello di analisi epidemiologico basato sui dati prescrittivi della
sola ASL di Lecco ( anno 2003) con relativa anagrafica di medici e pazienti. Le analisi sono state
condotte su soggetti con età uguale o superiore a 65 anni.
Il totale della popolazione degli assistibili è risultata essere di 58.800 e l’età media dei soggetti
trattati è di 75.2 anni . Le prescrizioni analizzabili sono risultate essere 964.858 .
L’86% dei soggetti ha ricevuto almeno una prescrizione durante l’anno; sul totale della
popolazione gli uomini risultano leggermente più trattati delle donne e la classe di farmaci più
frequentemente prescritta è quella dei farmaci cardiovascolari (68% dei soggetti). Le analisi
sull’interazione tra farmaci sono attualmente in corso.
Studio sull’ipertensione arteriosa nel distretto di Borbon – Ecuador
Fa parte delle attività del Laboratorio un progetto di collaborazione con il Cecomet (Centro de
Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical) di Esmeralda, Ecuador sulla prevalenza e il
trattamento dell’ipertensione arteriosa.
In questa zona rurale dell’Ecuador, il distretto sanitario di Borbon, localizzato al nord della
provincia di Esmeralda, il 36% della popolazione adulta risulta ipertesa e più della metà degli
ipertesi presenta valori pressori superiori a 160/110 mmHg.
Nell’area è in atto dal 2001 il follow-up di tutta la popolazione degli ipertesi allo scopo di
valutare il rischio cardiovascolare complessivo, ridurre i livelli pressori mediante l’utilizzo di
una terapia antiipertensiva, in particolare nei pazienti a rischio elevato, e di monitorare nel
tempo le complicanze. Dati preliminari mostrano che:
• i pazienti in trattamento sottoposti a terapia antiipertensiva sono aumentati dal 39% al
59%
• le prescrizioni si sono concentrate nei pazienti con livelli pressori più elevati (l’80% dei
pazienti con pressione sistolica >180mmHg è attualmente in trattamento) o con rischio
cardiovascolare complessivo più alto (82% dei pazienti con rischio alto o molto alto è
attualmente trattata)
• il controllo pressorio è migliorato (il 24% dei pazienti presenta livelli di pressione
sistolica >180 mmHg rispetto al 33% dell’inizio e il 34% presenta livelli <160-179
mmHg rispetto al 26% dell’inizio)
• la frazione di pazienti a rischio alto o molto alto si è ridotta (dal 40% al 33%)
Resta tuttavia ancora insoddisfacente la compliance ai trattamenti: solo la metà dei pazienti
assume i farmaci antiipertensivi prescritti.
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RAPPORTO ATTIVITA’
2006
IRFMN
Laboratorio di Farmacologia Clinica
Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive nei pazienti con
scompenso: QDF-GISSI-HF
E’ un sottoprogetto dello studio GISSI-HF. Gli obiettivi sono: a) descrivere l’andamento della
depressione, dei problemi cognitivi e della qualità di vita in un campione di 1500 pazienti con
diagnosi di scompenso cardiaco; b) valutare l'uso in pratica di strumenti comunemente usati per
misurare queste variabili e confrontare la valutazione del paziente eseguita con gli strumenti (la
Geriatric Depression Scale, il Kansas City cardiomiopathy Questionnaire e il Mini Mental State
Examination) con la percezione clinica degli infermieri; documentare se, quanto, come la
valutazione delle variabili QDF porta a decisioni assistenziali e terapeutiche specifiche (es.
interventi farmacologici e/o di supporto specialistico).
Le caratteristiche dei 1564 pazienti inclusi nello studio e reclutati da 83 centri sono comparabili
a quelle della popolazione di pazienti del GISSI-HF. I questionari sono stati somministrati alla
maggioranza dei pazienti (KCQQ 97.2%, GDS 94.9%, MMSE 80.6% dei pazienti >70
anni).
Le infermiere che hanno partecipato a questo studio collaborativo hanno prodotto dati su una
delle più grosse coorti di pazienti con scompenso, che vengono valutati prospetticamente per
avere una valutazione integrata della rilevanza e delle implicazioni delle misure QDF anche
sugli esiti clinici. Lo studio è ancora in corso e si sta completando il follow-up.
Epidemiologia dei problemi infermieristici e farmacosorveglianza nelle
Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e nei distretti
L'obiettivo dello studio è di descrivere i problemi che gli infermieri incontrano nell'assistenza ai
pazienti anziani assistiti nei distretti o ricoverati nelle RSA, e che richiedono decisioni
assistenziali, con particolare riferimento ai problemi legati ai farmaci. Una reazione avversa da
farmaci è infatti da prendere sempre in considerazione quando si verifica un problema inatteso
in queste popolazioni.
Il progetto è stato ultimato ed ha coinvolto circa 350 infermieri di 95 RSA e Distretti. Nelle 6
giornate di osservazione sono stati osservati circa 8000 pazienti per giornata. I dati sono in fase
di analisi.
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RAPPORTO ATTIVITA’
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