Performance : From Darkness to Light

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Performance : From Darkness to Light
Performance : From Darkness to Light
From Darkness to Light
Incontro tra Ney, Butoh e Ocean Drum in LiberArti- P.zza Barbacan 1.a Trieste Costo Biglietto: €10,00 Massimo: 33 persone
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Autore: Francesco Piani
Descrizione
Incontro tra Ney, Butoh e Ocean Drum
in LiberArti- P.zza Barbacan 1.a Trieste
Costo Biglietto: €10,00
Massimo: 33 persone
From Darkness to Light
"L'Ordine è salire al cielo. Spaccando la terra.
Arsi dal Sole. Schiudersi.
Al vento. Lasciando i petali".
Danza Butoh: Eleonora Zenero
Ney: Francesco Piani
Ocean drum: Efrem Lange
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Performance : From Darkness to Light
L'incontro non è casuale. Ha qualcosa di mistico, un aria sacra e atavica che ci appartiene. Si inserisce nell'elemento ARIA che stiamo indagando, il soffio divino: l'incontro tra il respiro ancestrale e l'aria dentro il nostro corpo. Leggero e fantasmatico, assomiglia al ricordo lontano di quello che siamo.
Due strumenti di sapore antico, e una danza plastica e profondamente esenziale si incontrano in uno spazio unico: una galleria d'arte contemporanea e un'installazione artistica pensata nel dettaglio per l'acustica.
L'incontro è una cerimonia, un invito, un rituale.
M.Sánchez Puyade
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La danza BUTOH nasce in Giappone negli anni cinquanta unendo la poeticità e ritualità della danza tradizionale giapponese, a quelli decadenti della danza espressionista tedesca “Ausdruckstanz”. Il risultato ha rappresentato una delle avanguardie più significative e sconvolgenti del novecento. Rispetto alle sue origini ha subito ad oggi un processo di progressia soggettivazione, rendendosi uno strumento d'indagine interiore capace di manifestarsi attraverso una performance in stato di estrema nudità umana e sentimentale. Il Danzatore identificandosi con le sue energie inconsce e sentimentali crea partiture strazianti ed oniriche irripetibili d'un corpo simbolico al limite della dissoluzione.
Le prime raffigurazioni storiche del flauto NEY, risalgono all' Antico Regno d'Egitto ed alla civiltà di Sumer dove veniva suonato in contesti sacri evocando il Soffio Vitale.
Con lievi modifiche il flauto Ney attraversò la storia incantando con la sua timbrica unica, profonda ed ancestrale, musiche di varie culture e di ogni estrazione; da quelle semplici dei pastori, alle musiche colte della corte di Persia, a quelle della corte Ottomana che ebbe fra i suoi più noti suonatori di Ney anche lo stesso Solimano il Magnifico.
Il rinnovo dell'importanza del Ney si ebbe tuttavia nel XIII secolo nel contesto del Sufismo quando il famoso santo Sufi Mevlana Jalaluddin Rumi iniziò il suo poema mistico con una metafora che diede a Ney un ruolo altissimo nella musica sacra della tradizione.
Per Rumi il Ney rappresenta l'uomo perfetto.
Il suo suono è il lamento della canna che è stata separata dal canneto così come l'uomo è separato dall'Unione e costretto in questo mondo illusorio. Il Ney è cosa morta e prende vita solo grazie al respiro di chi la suona, così come il corpo dell'uomo è vivo grazie al Soffio dell'Eterno a cui anela.
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