DONNE STRANIERE IMMIGRATE

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DONNE STRANIERE IMMIGRATE
DONNE STRANIERE IMMIGRATE
Informazioni di base sui diritti e le opportunità
per la donna immigrata in Italia
Indice
Tutela della maternità
Pag. 4
Famiglia
Pag. 6
Minori
Pag. 6
Assistenza sanitaria
Pag. 7
Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo
(ex Carta di soggiorno)
Pag. 7
Lavoro
Pag. 8
Nuovi cittadini comunitari e lavoro
Pag. 9
Previdenza e assistenza sociale
Pag. 9
Cittadinanza italiana
Pag.10
Codice Fiscale
Pag.11
Il Fisco
Pag.11
Testo aggiornato alle disposizioni di legge di dicembre 2007
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Tutela della maternità
Le donne straniere in attesa di un bambino sono sempre tutelate dalle leggi italiane, anche se non sono in possesso del permesso di soggiorno.
Se aspetti un bambino e non hai il permesso di soggiorno
• Hai diritto alle cure ambulatoriali ed ospedaliere durante la gravidanza ed il parto
presso gli ospedali con lo stesso trattamento che hanno le donne italiane. Queste cure sono gratuite.
• Se aspetti un bambino puoi chiedere ed ottenere un permesso di soggiorno
per cure mediche. Il permesso di soggiorno potrà essere rinnovato fino al sesto
mese di vita del tuo bambino se vive con te.
• Il permesso di soggiorno può essere richiesto anche per tuo marito se è convivente.
Per chi ha il permesso di soggiorno
La tutela della maternità è regolata dalla legge ma anche dai contratti di lavoro.
Perciò alcuni diritti dipendono anche dal tipo di lavoro che svolgi.
Se sei una lavoratrice dipendente regolare
• Hai diritto al congedo di maternità (astensione obbligatoria del lavoro) due mesi
prima del parto e tre mesi dopo la nascita del tuo bambino (oppure un mese
prima del parto e quattro mesi dopo la nascita);
Durante questo periodo hai diritto all’indennità
di maternità pari all’80% della retribuzione.
• Puoi chiedere anche il congedo parentale, cioè una astensione facoltativa dal
lavoro fino all’ottavo anno del bambino. Questa astensione può proseguire quella del congedo di maternità oppure svolgersi successivamente; la sua durata
massima è di sei mesi.
Durante questo periodo percepisci un indennità ridotta pari al 30% della retribuzione.
• Dopo la nascita del bambino hai diritto, se lavori almeno sei ore al giorno, a due
ore di riposo al giorno per allattamento e anche a permessi in caso di malattia
del bambino;
• Non puoi essere licenziata dall’inizio della gestazione fino al compimento di un
anno di età del bambino, salvo per giusta causa.
Ricorda: quando hai la conferma dello stato di
gravidanza da parte del medico porta immediatamente il certificato medico al tuo datore di
lavoro! Non potrai essere licenziata.
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Se sei una lavoratrice autonoma (es. commerciante)
Hai diritto ad una indennità di maternità ma con regole diverse dal lavoro dipendente.
Se sei collaboratrice domestica o badante
• Hai sempre diritto al congedo di maternità. Per avere diritto all’indennità di maternità devi avere almeno sei mesi di contributi settimanali versati nell’anno precedente oppure un anno di contributi nel biennio prima dell’inizio del periodo di
astensione;
• Se la gravidanza è iniziata durante il rapporto di lavoro non puoi essere licenziata
fino al terzo mese dopo il parto.
Se non lavori o hai un reddito basso
• Se sei in possesso della Carta di soggiorno puoi chiedere un assegno di maternità.
Le lavoratrici hanno diritto, sulla base del numero dei figli a carico, di pagare
meno tasse e ad avere pagati in più gli assegni familiari.
Si pagano meno tasse (Irpef) anche per i figli rimasti nel paese di origine.
Si hanno pagati in più gli assegni familiari solo per i figli in Italia.
Attenzione: chi proviene da altri paesi dell’Unione Europea oppure da paesi che hanno una apposita Convenzione Internazionale con l’Italia
ha diritto agli assegni familiari anche per i figli
in patria.
Per beneficiare di questi diritti è opportuno
rivolgersi subito ad un Patronato o ad un
Caaf.
La donna straniera immigrata, con permesso di soggiorno o senza, può rivolgersi
al medico di fiducia, al medico del consultorio familiare o della Asl per interrompere
la gravidanza entro 90 giorni dall’inizio del concepimento. L’interruzione di gravidanza è possibile oltre questo termine solo se è in grave pericolo di vita a causa
della gravidanza stessa.
La donna straniera immigrata, con permesso di soggiorno o senza, se non può
tenere il bambino appena nato può lasciarlo in ospedale; non è un reato quindi non
avrà alcuna sanzione e sarà tutelato il suo anonimato. Questa però che una scelta
definitiva!
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Famiglia
Il ricongiungimento familiare
La donna immigrata può chiedere ed ottenere il ricongiungimento con familiari
residenti all’estero se:
• ha il permesso di soggiorno CE per Soggiorno di lungo periodo (ex la carta di
soggiorno) oppure
• ha il permesso di soggiorno della durata di almeno un anno, rilasciato per motivo
per lavoro subordinato (dipendente) o autonomo, studio, asilo, motivi religiosi o
familiari;
I familiari che si possono fare arrivare in Italia sono:
• Il marito, se non si è legalmente separati;
• I figli minori di 18 anni a carico;
• I minori adottati o affidati o sottoposti a tutela;
• I figli maggiorenni a carico che non possono provvedere alle proprie indispensabili esigenze di vita in ragione del loro stato di salute;
• I genitori a carico.
La domanda di ricongiungimento familiare va
fatta allo Sportello Unico per l‘Immigrazione
mentre il Visto viene richiesto presso il Consolato d’Italia all’estero.
Bisogna dimostrare, fra l’altro, di avere:
• Un alloggio (in affitto o in proprietà) idoneo;
• Un reddito annuo che varia sulla base del numero di familiari che si vuole portare
in Italia;
• Documenti che attestino il legame di parentela;
Minori
I minori sono tutelati dalla legge italiana e dalle Convezioni internazionali.
Tutti i minori hanno diritto:
• ad ottenere un titolo di soggiorno;
• a rimanere in Italia con un regolare permesso di soggiorno fino al compimento
dei 18 anni;
• all’assistenza sanitaria e a frequentare la scuola per tutto il periodo dell’obbligo;
• I minori non possono essere espulsi, tranne che per motivi di ordine pubblico e
sicurezza dello Stato e salvo il diritto a seguire il genitore o l’affidatario espulso;
• Se il minore è arrivato da almeno tre anni in Italia e ha frequentato per almeno
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due anni un progetto di integrazione può avere un permesso di soggiorno per
studio o lavoro subordinato o autonomo al compimento dei 18 anni di età.
Assistenza sanitaria
PER CHI HA IL PERMESSO DI SOGGIORNO
La tessera sanitaria
Per aver diritto alla assistenza sanitaria devi iscriverti obbligatoriamente al SSNServizio Sanitario Nazionale.
Per farlo bisogna devi recarti presso gli uffici della sede della Azienda Sanitaria
Locale e chiedere la Tessera Sanitaria. Porta con te questi documenti: Codice Fiscale, permesso di soggiorno, il passaporto ed il certificato di residenza oppure la
dichiarazione di ospitalità.
Con la Tessera Sanitaria hai diritto agli stessi diritti e doveri in materia di assistenza
sanitaria dei cittadini italiani.
Se non hai il permesso di soggiorno
• puoi usufruire delle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali, anche
continuative, per malattie e infortuni e dei programmi di medicina preventiva utilizzando il Codice Stp (Straniero temporaneamente presente);
• se sei in stato di gravidanza o nei 6 mesi successivi alla nascita del figlio potrai
avere un permesso di soggiorno per cure mediche (insieme al marito convivente).
Permesso di soggiorno CE per soggiornanti
di lungo periodo ( ex carta di soggiorno)
E’ un permesso di durata illimitata.
Puoi chiederlo anche per tuo marito, per i tuoi figli minori di 18 anni e per i tuoi
genitori conviventi.
Le condizioni per ottenerlo sono:
• essere regolarmente soggiornante in Italia da almeno cinque anni;
• avere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo o per motivi
familiari;
• avere un alloggio idoneo;
• avere un reddito uguale o superiore all’importo dell’assegno sociale che varia
secondo i familiari a carico;
• non avere condanne penali.
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Il permesso di soggiorno CE per Slp permette di:
• entrare, uscire e rientrare in Italia;
• svolgere diverse attività lavorative, salvo quelle riservate ai cittadini italiani;
• beneficiare delle prestazioni economiche socio-assistenziali (assegno sociale,
invalidità civile, assegni di maternità).
Lavoro
Per lavorare come dipendente devi iscriverti presso un Centro per l’Impiego.
Per i cittadini extracomunitari è sufficiente portare con sé il permesso di soggiorno.
Per i comunitari basta un documento di identità.
Chi cerca lavoro può anche, volontariamente, rivolgersi ad una o più Società di
lavoro in affitto che hanno propri uffici in tutte le principali città italiane.
Quando lavori come dipendente hai diritto ad avere la parità di trattamento e la
piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto alle lavoratrici e ai lavoratori italiani.
Se perdi il tuo posto di lavoro per licenziamento
(o dimissioni)
Vai subito al Centro per l’Impiego e iscriviti subito nelle liste di mobilità o nell’elenco anagrafico.
Se sei stata licenziata puoi chiedere l’indennità di disoccupazione oppure l’indennità di mobilità se hai i requisiti contributivi previsti;
Anche se hai fatto un lavoro stagionale (per esempio nel turismo o nei servizi) puoi
avere diritto alla indennità di disoccupazione (a requisiti ridotti).
Per le domande di disoccupazione è sempre
bene rivolgersi subito ad un Patronato, l’assistenza è gratuita.
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Se sei costretta a lavorare in nero
Rivolgiti prima possibile ad una organizzazione sindacale dei lavoratori.
La legge italiana ti permette di recuperare i contributi che il datore di lavoro non ti
ha versato e anche le eventuali differenze di paga.
E’ necessario però provare di aver lavorato in nero con documenti e testimoni.
Denunciare di aver un rapporto di lavoro in nero è indispensabile se ti accade un
infortunio sul lavoro, tanto più se l’infortunio è grave.
Le leggi italiane tutelano molto bene la salute e il reddito di chi subisce un infortunio sul lavoro.
Attenzione: viene considerato infortunio sul lavoro anche quello che può capitare nel percorso quotidiano tra casa e lavoro (ad esempio a
causa di un incidente automobilistico).
Nuovi cittadini comunitari e lavoro
Dal 1° maggio 2004, dieci nuovi paesi sono entrati a far parte dell’Unione europea:
Cipro e Malta, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia,
Slovenia.
Dal 1° gennaio 2007 sono entrate anche la Romania e la Bulgaria
I cittadini di questi Stati se sono lavoratori autonomi hanno libera circolazione in
tutti i paesi della Unione Europea, Italia compresa.
Se invece sono lavoratori dipendenti hanno diritto alla libera circolazione ai fini
dell’accesso al mercato del lavoro come previsto per cittadini comunitari.
• i lavoratori dipendenti rumeni e bulgari di alcuni settori di lavoro sono sottoposti,
fino al 31 dicembre 2007, alla richiesta di nulla osta presso lo Sportello Unico per
l’Immigrazione.
Fino a tre mesi dall’ingresso Italia non c’è alcun obbligo; superati i tre mesi si deve
avere una residenza recandosi agli Uffici Anagrafe del Comune; dopo 5 anni si ha
diritto alla permanenza a tempo indeterminato.
Previdenza e assistenza sociale
Se lavori hai diritto allo stesso trattamento previdenziale e assicurativo previsto per
le lavoratrici italiane (maternità, assegni familiari, infortunio, malattia, pensioni di
invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, ecc).
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Se hai lavorato in diversi Stati
• L’Italia ha stipulato con altri Stati delle Convenzioni internazionali che consentono di riunire i contributi di lavoro versati in Italia e nel tuo paese. Puoi ottenere
cosi alcune prestazioni previdenziali, secondo il tipo di convezione (pensione,
maternità, infortunio, malattia, assegni famigliari per i famigliari in patria ecc.);
• I principali Stati convenzionati con l’Italia sono: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Croazia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Serbia Montenegro,
Stati Uniti, Tunisia, Uruguay, Venezuela, Svizzera, Tunisia; altre convenzioni sono
in fase di stipula.
Se hai deciso di ritornare nel tuo paese di origine e non hai raggiunto il diritto ad una pensione in Italia ( e se con il tuo Paese non c’è una
convenzione internazionale di sicurezza sociale)
hai diritto ad avere dall’Italia una pensione a 65
anni di età.
Per beneficiare di alcune assistenze economiche è obbligatorio essere in possesso
del permesso di soggiorno CE per Slp (ex Carta di soggiorno). E’ il caso degli gli
assegni di maternità, dell’invalidità civile o dell’assegno sociale.
Cittadinanza Italiana
Se sei cittadina non comunitaria:
• la cittadinanza ti sarà concessa, se risiedi legalmente da almeno 10 anni in Italia,
dopo la valutazione di alcuni requisiti, quali l’autosufficienza economica, l’adempimento degli obblighi fiscali, la mancanza di precedenti penali, il grado di inserimento socioculturale in Italia.
Se sposi un cittadino italiano puoi chiedere la cittadinanza dopo sei mesi di residenza in Italia; oppure dopo tre anni di matrimonio se risiedi all’estero;
Le domande di cittadinanza vanno fatte alla
Prefettura.
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IL CODICE FISCALE
Il Codice Fiscale è un documento personale indispensabile e il cittadino immigrato
deve procurarselo il prima possibile.
Per farlo basta andare all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con i seguenti documenti:
• documento di identità personale (passaporto o carta di identità)
• permesso di soggiorno.
Attenzione: il Codice Fiscale va richiesto anche
per i figli minori presenti in Italia.
Per i neonati, all’atto di iscrizione nei registri di
anagrafe il Codice Fiscale può essere rilasciato
anche dal Comune
FISCO
Con la Dichiarazione dei Redditi (Modello 730 o Modello Unico) ogni lavoratore,
italiano o straniero, sistema i conti annuali con il fisco.
In alcuni casi potrà chiuderli pagando un ulteriore importo di tasse, in altri invece
ottenendo la restituzione di quelle pagate in più. Alcuni esempi.
• E’ conveniente presentare la Dichiarazione dei Redditi se hai avuto, durante l’anno, spese mediche oppure se paghi un mutuo per la casa. In questo caso infatti
il fisco ti restituisce una parte delle tasse che hai già pagato in busta paga.
• È obbligatorio invece fare la Dichiarazione dei Redditi se, nel corso dell’anno, hai
fatto più lavori.
• Non sei tenuta a fare la Dichiarazione dei Redditi se hai lavorato per tutto l’anno
con lo stesso datore di lavoro.
Con la Dichiarazione dei redditi puoi anche ottenere le agevolazioni fiscali per i
familiari a carico (residenti in Italia o in patria) se non le hai già avute nella busta
paga.
Presso i Centri di Assistenza Fiscale- Caaf puoi
trovare tutte le informazioni e l’assistenza necessaria. Attenzione che le Dichiarazioni dei
redditi vanno fatte entro determinate scadenze!
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