PIANO DI ZONA 2014 - 2016 ( 9 Mb)

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PIANO DI ZONA 2014 - 2016 ( 9 Mb)
COMUNI DI
Mesagne – Latiano – Erchie – Torchiarolo – Cellino San
Marco - San Pietro Vernotico – San Pancrazio Salentino –
San Donaci – Torre Santa Susanna
Asl Br
Provincia di Brindisi
0
INTRODUZIONE
Il presente Piano Sociale di Zona è stato redatto e articolato in osservanza del “Piano Regionale
Politiche Sociali 2013-15” predisposto dalla Regione Puglia e approvato dalla Giunta Regionale con
Deliberazione n. 1534 del 02.08.2013 .
Il Piano di Zona 2014-2016 predisposto dall’Ambito Territoriale n. 4 si pone in continuità con la
programmazione precedente, ma sicuramente presenta alcune particolarità legate al particolare
momento storico che sta attraversando il welfare, connotato da una profonda crisi economica che ha
generato incisivi effetti negativi sulla quotidianità delle famiglie. Inoltre le politiche di risanamento
poste in essere dal Governo hanno imposto forti tagli ai trasferimenti dello Stato che hanno
depauperato la spesa sociale del nostro Paese.
Per superare le evidenti criticità che caratterizzano questo particolare periodo storico, questo
Ambito ha inteso, strategicamente e con maggiore forza rispetto al precedente piano, operare la
programmazione sociale, in stretta sinergia e partecipazione con i vari attori istituzionali e sociali
interessati alla costruzione del Piano di Zona, in un ottica di concertazione dei vari interessi per la
stesura di un Piano di Zona condiviso.
IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA.
DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE .
La promozione di un quadro di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali e i
soggetti sociali è condizione necessaria per lo sviluppo di un welfare delle
responsabilità fondato sull’esercizio dei diritti/doveri di solidarietà sociale.
Una sorta di Patto sociale tra cittadini e istituzioni finalizzato a produrre
autonomia dei soggetti e a generare la responsabilità degli attori.
Gli attori del nuovo welfare plurale sono:
- i diversi soggetti istituzionali (Comuni, Provincia, ASL) che promuovono,
realizzano e valutano le politiche sociali;
- le comunità locali (famiglie, organizzazioni di cittadinanza attiva, gruppo di
auto-mutuo aiuto, singoli cittadini) che sono i soggetti attivi del nuovo welfare
delle responsabilità condivise;
- i soggetti del Terzo Settore (Onlus, cooperative sociali, volontariato,
associazioni di promozione sociale, fondazioni, enti di patronato) che
concorrono alla programmazione, all’organizzazione e alla gestione del sistema
integrato;
- le OO.SS. e le associazioni di tutela degli utenti, che partecipano a formulare gli
obiettivi di ben-essere sociale e a valutarne il raggiungimento.
In questo contesto la cabina di regia del Piano è affidata ai Comuni che hanno
la responsabilità di adottare uno stile di governo non tanto di governement (gestione
amministrativa di adempimenti e atti formalmente rilevanti secondo lo schema dei
decisori centrali), quanto piuttosto quello della governance (regia e coordinamento di
una pluralità di gruppi e istituzioni interdipendenti secondo lo schema degli attori
locali).
1
Agire in una logica di governance ha voluto dire acquisire una metodologia
concertativa finalizzata ad un processo condiviso di costruzione collettiva del Piano.
Un Piano partecipato e negoziato.
Le fasi di costruzione del Piano sono state le seguenti:
- realizzazione da parte dell’Ufficio di Piano della base conoscitiva sui bisogni
emergenti e sull’attuale offerta dei servizi e interventi;
- incontri dei tavoli di concertazione d’ambito;
- incontri dei tavoli di co-progettazione per area tematica (minori, famiglie,
disabili, anziani, immigrati, salute mentale, dipendenze, contrasto alla violenza,
contrasto alla povertà, disagio adulti);
- confronto delle proposte dell’Ufficio di Piano con il Coordinamento
Istituzionale;
- analisi da parte dell’Ufficio di Piano delle indicazioni emerse dai tavoli di
concertazione e di co-progettazione per area tematica, con conseguente
individuazione delle priorità sociali, degli obiettivi strategici e delle risorse da
investire per area tematica e per progetto;
- stesura conclusiva del Piano di Zona redatto dall’Ufficio di Piano;
- approvazione da parte dei Consigli Comunali della Convenzione.
IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE
PARTECIPATA
Questo Ambito ha dato inizio ad una approfondita fase di concertazione svoltasi mediante una fase
informativa mediante l’affissione di Avviso Pubblico rivolto a tutti gli attori sociali e con l’invito
ad enti, istituzioni pubbliche, terzo settore, alla formalizzazione della loro adesione ai tavoli di
concertazione e co – progettazione. A questo è seguita la costituzione dei tavoli tematici distinti per
area , nell’ambito dei quali sono stati illustrati i risultati del precedente piano di zona, le novità
introdotte dal nuovo Piano di Zona , invitando gli stessi a formulare le loro proposte da prendere in
considerazione nella stesura del Piano. La partecipazione è stata particolarmente sentita , come
evidenziato anche dai verbali e dagli atti allegati al presente Piano, infatti molti sono stati gli
interventi degli attori sociali e molte le richieste di partecipazione ai tavoli tematici che sono state
approvate ed inserite nella programmazione. Contemporaneamente si sono svolti gli incontri con il
Direttore del distretto Asl per i servizi ad integrazione socio sanitaria . Pertanto al termine della fase
del percorso partecipato finalizzato alla delineazione del Piano sociale di zona l’obiettivo che i
gruppi di lavoro si erano prefissati è stato raggiunto attraverso il comune impegno e la volontà
partecipata che hanno portato alcuni alla sottoscrizione dei Patti di collaborazione .
Come per il precedente Piano, anche questo Piano di Zona è stato articolato per obiettivi di Servizi,
ossia tramite la predisposizione di interventi che hanno quale obiettivo la qualità della vita,
dell’inclusione sociale e di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, nella articolazione di una rete di
servizi domiciliari e a ciclo diurno, alternative alla istituzionalizzazione connesse soprattutto alle
non autosufficienze.
Un’altra particolarità che caratterizza questo ciclo di programmazione è che il nuovo piano di zona
avrà il compito di ricongiungere le diverse fonti di finanziamento nazionali, regionali , ordinarie ed
aggiuntive , intorno ad un quadro unico di priorità strategiche e obiettivi di servizio , assicurando la
2
continuità rispetto agli indirizzi del precedente triennio ed il consolidamento dei servizi e degli
interventi già avviati.
Infatti per il nuovo triennio di programmazione il quadro finanziario sarà composto dal FNPS, FNA
e FGSA di competenza 2013 , corrisposte annualmente su di un Piano di Zona che ha invece una
programmazione triennale . Il Piano di Zona si alimenta anche delle risorse straordinarie ed
aggiuntive di cui al Fondo Sviluppo e Coesione ( FSC) – Ob. Serv. Di cui alla delibera Cipe n. 79
del 2012 e quelle del Piano di Azione e Coesione ( PAC ) – servizi di cura – Infanzia e Anziani non
autosufficienti .
A queste si aggiungono le risorse proprie dei comuni e delle ASL per il cofinanziamento diretto dei
servizi.
Le fasi del processo di partecipazione, nelle quali la governance si riempie di contenuti sono state
individuate nella:
•
Programmazione;
•
Progettazione;
•
Valutazione;
Nella fase della programmazione si è provveduto a pubblicare sul sito di ogni comune anche nella
sezione dedicata dell’Ambito la manifestazione di interesse alla progettazione partecipata invitando
le organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale , iscritte
nei relativi albi regionali, le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, Istituzioni
pubbliche (Centri di Servizio Sociale per Minori e Adulti del Ministero di Grazia e Giustizia, le
Scuole, le Parrocchie, Oratori e altri Enti ecclesiastici riconosciuti, le OO. SS. ed Enti di Patronato
dei territori interessati dall’ambito .
Si è proceduto così ad istituire tavoli di concertazione, con la relativa distinzione per aree tematiche
così individuate:
 Area socio sanitaria
 Area socio assistenziale
 Area socio educativa
Come suggerito dal Piano Regionale Politiche Sociali 2013/2015 il tavolo di concertazione con tutte
le organizzazioni del Terzo Settore è stato tenuto distinto dal tavolo di concertazione delle
organizzazioni sindacali con le quali si sono realizzati ulteriori incontri distinti , partendo anche
dalle criticità e dalla difficoltà che questo Ambito sta affrontando per l’annualità 2013.
Novità assoluta del Piano di Zona di questa triennalità è la capacità attribuita a ciascun soggetto del
Terzo Settore e della cittadinanza attiva partecipante di sottoscrivere un “ Patto di Collaborazione “
che regoli i rapporti di collaborazione per tutta la durata del Piano di zona, attribuendo a tali
soggetti una attività di monitoraggio, verifica e valutazione degli interventi realizzati ed in itinere e
della loro efficacia.
L’obiettivo che questa triennalità di Piano Sociale di Zona deve porsi e raggiungere, consiste
nell’acquisire la consapevolezza che la gestione associata rappresenta l’unica forma idonea per
garantire l’offerta sociale , in quanto la progettazione sovra comunale consente un ottimizzazione
nell’utilizzo delle risorse che diventano sempre più esigue con i vari tagli ai trasferimenti statali e di
assicurare servizi di qualità e pari opportunità ai cittadini, superando la frammentazione dei servizi
e degli interventi sul territorio di ogni singolo comune.
3
Capitolo I
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL
SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI
1.1
DINAMICHE DEMOGRAFICHE
DOMANDA SOCIALE
ED
EVOLUZIONE
DELLA
Il nuovo Piano Sociale di Zona interviene in un contesto notevolmente cambiato rispetto a quello
analizzato circa quattro anni fa.
Nonostante le difficoltà che in questo quadriennio tutti gli attori sociali hanno riscontrato, i risultati
conseguiti possono essere considerati soddisfacenti ed è a partire da questa considerazione che ci
accingiamo a ripensare il nuovo Piano.
L’obiettivo di realizzare un sistema unitario di servizi locali ha richiesto un notevole impegno da
parte degli Amministratori e dei tecnici, in quanto si è trattato di superare schemi particolaristici che
in alcuni casi hanno determinato incomprensioni interne tali da rallentare il ritmo dei lavori.
Improntare i rapporti ad un clima di leale collaborazione, superando anche interessi localistici, oltre
a comprendere quanto il comportamento di ognuno dei soggetti in causa possa determinare e
condizionare il comportamento altrui, è un processo lento e complesso.
La piena integrazione e cooperazione istituzionale è infatti alla base della gestione associata.
In questi anni, il contesto normativo regionale è stato profondamente innovato rispetto al
precedente: in particolare, la Legge 19/06 e il regolamento regionale 4/07 hanno contribuito alla
definizione di un sistema di regole certe alle quali ogni Ambito dovrà fare riferimento e che
rappresentano la cornice ideale entro la quale è possibile elevare il grado di qualità dei servizi
attraverso un formale riconoscimento dell’offerta pubblica e privata presente sul territorio. I nuovi
standard strutturali, organizzativi e funzionali, un sistema autorizzatorio per strutture e servizi non
più eludibile per garantire la sicurezza dei cittadini, la definizione di regole certe per i rapporti fra
Comuni e soggetti gestori, consentono oggi un’organizzazione più trasparente e qualificata della
rete dei servizi.
L’istituzione dell’Osservatorio Regionale delle Politiche Sociali e degli Osservatori provinciali e
locali ha favorito la conoscenza di un sistema che fino ad oggi era dotato di una mappatura
insufficiente, sporadica e scarsamente attendibile: i flussi informativi aggiornati annualmente,
relativi alle diverse tipologie di strutture, l’aggiornamento dei dati socio-demografici, la rilevazione
dei minori fuori famiglia, il monitoraggio della spesa sociale, hanno dotato gli ambiti di un
giacimento informativo utile ad acquisire una sempre maggiore conoscenza dell’offerta di servizi e
dell’evoluzione dei bisogni.
Per tutte queste ragioni il nuovo Piano Sociale, individuate le priorità strategiche, deve tendere ad
innescare un processo di miglioramento continuo in grado di perseguire obiettivi di servizio sempre
più efficaci e rispondenti ai reali bisogni della popolazione, e deve mirare a:
 promuovere la collaborazione e l’integrazione delle politiche in favore di persone e famiglie;
 raccordare le sue azioni con quelle di altri enti locali, della Regione e degli altri soggetti
pubblici che operano nello stesso territorio;
 organizzare e predisporre la pianificazione sociale territoriale;
 individuare i servizi essenziali che devono essere garantiti nel territorio.
4
Questo Terzo Piano di Zona si pone in sintonia con la programmazione del precedente triennio
2010/2012 e con la prosecuzione delle attività garantita dai Comuni dell’Ambito per l’anno 2013, al
fine di assicurare la continuità, il consolidamento e il potenziamento dei servizi già offerti alla
popolazione residente dell’Ambito Territoriale n. 4. E’ appena il caso di ribadire che questo Piano
Sociale, purtroppo alquanto carente di risorse economiche rispetto agli anni precedenti, è comunque
più innovativo per ciò che attiene all’implementazione dei servizi.
Per una più dettagliata e puntuale lettura dei bisogni dell’utenza non si può prescindere da un esame
delle caratteristiche demografiche del territorio e socio-anagrafiche della popolazione residente.
L’Ambito Territoriale n. 4 resta sempre composto da nove Comuni: Mesagne (capofila), Latiano,
Erchie, Cellino San Marco, San Donaci, Torre Santa Susanna, Torchiarolo, San Pietro Vernotico,
San Pancrazio Salentino, territori tutti posti a sud est della Provincia di Brindisi e caratterizzati da
una tradizione di ispirazione agricola con pochi poli di raggruppamenti commerciali.
L’evoluzione demografica della popolazione dell’Ambito Territoriale n. 4 viene rilevata dalla
lettura che segue, con riferimento agli ultimi dati del censimento della popolazione (20/10/2011):
COMUNI
Cellino S.M.
Erchie
Latiano
Mesagne
San Donaci
S. Pancrazio S.
S. Pietro V.co
Torchiarolo
Torre S. S.
Totale
A
S
L
BR
BR
BR
BR
BR
BR
BR
BR
BR
Superficie
In Kmq
Popolazione
Residente
ISTAT
2011
Popolazione
0- 9 anni
ISTAT
2011
Popolazione
10-19 anni
ISTAT
2011
Popolazione
20-59 anni
ISTAT
2011
Popolazione
60 – 79 anni
ISTAT
2011
Popolazione
80 anni e
oltre
ISTAT
2011
Nuclei
familiari
residenti
ISTAT
2011
Nuclei
familiari
con 6
compone
nti o più
ISTAT
2011
37,46
44,07
54,78
122,64
34,21
55,93
46,08
32,18
55,07
482,32
6.799
8.772
15.045
27.753
6.869
10.289
13.974
5.461
10.703
105.665
590
778
1.283
2.304
553
828
1.180
525
982
9.023
646
1.119
1.655
2.669
703
1.131
1.379
580
1.172
11.054
3.545
4.872
8.111
15.048
3.561
5.516
7.139
2.946
6.042
56.780
1.562
1.595
3.133
6.038
1.586
2.245
3.305
1.116
1.949
22.529
456
408
863
1.694
466
569
971
294
558
6.279
2.672
3.105
5.462
10.958
2.651
3.726
5.758
1.921
3.917
40.192
30
89
31
126
40
48
60
10
61
495
Rispetto alle caratteristiche strutturali della popolazione dell'Ambito (105.623 abitanti), i nuclei
familiari registrati sono 40.192, con un numero medio di componenti pari a 2,6.
Da un confronto dei dati relativi al sesso della popolazione residente nell’Ambito, si può evincere
che al crescere dell’età la popolazione femminile prevale su quella maschile, in particolar modo
nelle fasce di età più elevate: questo dato dovrà essere correlato successivamente al fenomeno degli
anziani soli e a quanto questa condizione di isolamento riguardi in modo prevalente le donne.
Entrando nel dettaglio dei singoli Comuni, osserviamo caratteristiche demografiche e socioanagrafiche che denotano una sostanziale uniformità del territorio in esame.
5
COMUNE DI CELLINO SAN MARCO
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
1
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a Cellino San Marco al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è
risultata composta da 6.799 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 6.732. Si è, dunque,
verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 67 unità (+1,00%). Per
eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della
popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
2
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
6.818
-
-
-
-
2002
31 dicembre
6.787
-31
-0,45%
-
-
2003
31 dicembre
6.783
-4
-0,06%
2.357
2,88
2004
31 dicembre
6.804
+21
+0,31%
2.541
2,68
2005
31 dicembre
6.799
-5
-0,07%
2.583
2,63
2006
31 dicembre
6.782
-17
-0,25%
2.587
2,62
2007
31 dicembre
6.772
-10
-0,15%
2.590
2,61
2008
31 dicembre
6.756
-16
-0,24%
2.614
2,58
2009
31 dicembre
6.753
-3
-0,04%
2.659
2,54
2010
31 dicembre
6.755
+2
+0,03%
2.666
2,53
2011 (¹)
8 ottobre
6.732
-23
-0,34%
2.672
2,52
2011 (²)
9 ottobre
6.799
+67
+1,00%
-
-
2011
31 dicembre
6.794
-5
-0,07%
2.672
2,54
2012
31 dicembre
6.779
-15
-0,22%
2.693
2,52
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
1
2
Elaborazione www.tuttitalia.it.
Id.
6
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
3
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Cellino San Marco nel decennio 2002-2012. I
trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
4
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)5:
Iscritti
Anno
1 gen-31 dic
3
4
5
DA
altri comuni
DA
estero
Cancellati
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
Saldo
migratorio
totale
Id.
Id.
Id.
7
2002
77
13
0
122
1
0
+12
-33
2003
94
32
0
109
2
0
+30
+15
2004
126
24
1
120
6
0
+18
+25
2005
105
14
0
122
5
0
+9
-8
2006
102
15
0
109
14
0
+1
-6
2007
99
33
0
113
4
0
+29
+15
2008
104
18
0
132
2
0
+16
-12
2009
101
10
1
112
13
2
-3
-15
2010
102
16
1
109
6
1
+10
+3
2011 (¹)
88
13
0
101
3
4
+10
-7
2011 (²)
36
5
1
25
1
12
+4
+4
2011 (³)
124
18
1
126
4
16
+14
-3
2012
126
15
0
136
2
4
+13
-1
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo negli ultimi tre anni:
Movimento naturale della popolazione
6
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)7:
6
Id.
7
Id.
8
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
71
69
+2
2003
1 gennaio-31 dicembre
50
69
-19
2004
1 gennaio-31 dicembre
57
61
-4
2005
1 gennaio-31 dicembre
62
59
+3
2006
1 gennaio-31 dicembre
58
69
-11
2007
1 gennaio-31 dicembre
53
78
-25
2008
1 gennaio-31 dicembre
60
64
-4
2009
1 gennaio-31 dicembre
69
57
+12
2010
1 gennaio-31 dicembre
62
63
-1
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
36
52
-16
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
9
18
-9
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
45
70
-25
2012
1 gennaio-31 dicembre
68
82
-14
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a Cellino San Marco per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)8:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
9
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
8
Id.
9
Età
9
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
Maschi
Femmine
0-4
279
0
0
0
149
53,4%
130
46,6%
279
4,1%
5-9
306
0
0
0
155
50,7%
151
49,3%
306
4,5%
10-14
300
0
0
0
154
51,3%
146
48,7%
300
4,4%
15-19
340
0
0
0
182
53,5%
158
46,5%
340
5,0%
20-24
392
20
0
1
201
48,7%
212
51,3%
413
6,1%
25-29
310
94
1
1
208
51,2%
198
48,8%
406
6,0%
30-34
229
203
2
5
214
48,7%
225
51,3%
439
6,5%
35-39
156
308
5
4
237
50,1%
236
49,9%
473
7,0%
40-44
83
367
4
23
238
49,9%
239
50,1%
477
7,0%
45-49
65
385
6
19
220
46,3%
255
53,7%
475
7,0%
50-54
40
389
16
18
210
45,4%
253
54,6%
463
6,8%
55-59
39
347
18
11
189
45,5%
226
54,5%
415
6,1%
60-64
20
417
34
6
222
46,5%
255
53,5%
477
7,0%
%
Totale
%
%
Id.
10
65-69
14
316
51
10
175
44,8%
216
55,2%
391
5,8%
70-74
13
300
69
7
184
47,3%
205
52,7%
389
5,7%
75-79
14
186
87
5
128
43,8%
164
56,2%
292
4,3%
80-84
11
122
132
3
100
37,3%
168
62,7%
268
3,9%
85-89
10
35
89
1
37
27,4%
98
72,6%
135
2,0%
90-94
3
9
29
0
17
41,5%
24
58,5%
41
0,6%
95-99
1
1
9
0
4
36,4%
7
63,6%
11
0,2%
100+
0
0
4
0
0
0,0%
4
100,0%
4
0,1%
2.625
3.499
556
114
3.224
47,5%
3.570
52,5%
6.794
Totale
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
Popolazione per età scolastica
10
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)11:
10
Id.
11
Id.
11
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
22
22
44
1
32
24
56
2
35
35
70
3
28
25
53
4
32
24
56
5
28
32
60
6
37
29
66
7
28
31
59
8
30
25
55
9
32
34
66
10
29
35
64
11
30
36
66
12
32
19
51
13
36
28
64
14
27
28
55
15
23
28
51
16
41
30
71
17
35
35
70
18
40
31
71
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul
sistema lavorativo o su quello sanitario.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un aumento di quasi 4 punti percentuali della popolazione anziana e una contestuale
diminuzione di 2 punti percentuali delle fasce giovani e adulti:
Struttura per età della popolazione
12
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
12
Id.
12
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)13:
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
1.020
4.512
1.286
6.818
40,9
2003
1.012
4.483
1.292
6.787
41,1
2004
1.002
4.444
1.337
6.783
41,6
2005
963
4.465
1.376
6.804
41,9
2006
935
4.450
1.414
6.799
42,3
2007
930
4.427
1.425
6.782
42,6
2008
903
4.428
1.441
6.772
42,9
2009
907
4.399
1.450
6.756
43,1
2010
893
4.388
1.472
6.753
43,5
2011
884
4.381
1.490
6.755
43,7
2012
885
4.378
1.531
6.794
44,0
Gli indici demografici sono estremamente interessanti per l’analisi sociale del territorio. A questo
scopo, i dati che solitamente vengono presi in considerazione sono:
- l’indice di vecchiaia: rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione ed è il
rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni e il numero dei giovani fino
ai 14 anni. Ad esempio, nel 2012 l'indice di vecchiaia per il comune di Cellino San Marco
dice che ci sono 173 anziani ogni 100 giovani;
- l’indice di dipendenza strutturale: rappresenta il carico sociale ed economico della
popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad
esempio, nel 2012 Cellino San Marco presenta 55,2 individui in età non lavorativa ogni 100
abitanti in età lavorativa;
13
Id.
13
-
-
l’indice di ricambio della popolazione attiva: rappresenta il rapporto percentuale tra la
fascia di popolazione alle soglie della pensione (55-64 anni) e quella in procinto di entrare
nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più
l'indicatore è minore di 100. Nel 2012 Cellino San Marco presenta un indice di ricambio
pari a 140,3, denotando una popolazione in età lavorativa molto anziana;
l’indice di struttura della popolazione attiva: rappresenta il grado di invecchiamento della
popolazione in età lavorativa essendo il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in
età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni);
il carico di figli per donna feconda: è il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino
a 4 anni e il numero di donne in età feconda (15-49 anni), e stima il carico dei figli in età
prescolare per le mamme lavoratrici;
l’indice di natalità: rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti;
l’indice di mortalità: rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti;
l’età media della popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli
individui e il numero della popolazione residente.
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
126,1
51,1
98,8
90,1
25,5
10,4
10,1
2003
127,7
51,4
108,6
91,8
23,5
7,4
10,2
2004
133,4
52,6
106,2
93,7
22,8
8,4
9,0
2005
142,9
52,4
93,5
94,7
24,7
9,1
8,7
2006
151,2
52,8
90,6
96,6
24,7
8,5
10,2
2007
153,2
53,2
100,7
100,0
25,4
7,8
11,5
2008
159,6
52,9
104,4
102,3
26,1
8,9
9,5
2009
159,9
53,6
114,3
105,5
26,1
10,2
8,4
2010
164,8
53,9
131,0
107,2
24,2
9,2
9,3
2011
168,6
54,2
136,6
109,9
23,8
6,6
10,3
2012
173,0
55,2
140,3
111,4
22,3
10,0
12,1
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Cellino San Marco
dal 2004 al 2011:
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
14
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
14
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 51 e rappresentano lo 0,8% della
popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che
seguono, mostra una larga prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che
rappresenta il 64,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
14
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Romania
%
Unione Europea
8
25
33
64,71%
Albania
Europa centro orientale
2
3
5
9,80%
Germania
Unione Europea
0
2
2
3,92%
Austria
Unione Europea
1
1
2
3,92%
Bosnia-Erzegovina
Europa centro orientale
0
1
1
1,96%
Svizzera
Altri paesi europei
1
0
1
1,96%
Paesi Bassi
Unione Europea
0
1
1
1,96%
Id.
15
Grecia
Unione Europea
0
1
1
1,96%
Regno Unito
Unione Europea
0
1
1
1,96%
12
35
47
92,16%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Europa
ASIA
Area
India
Asia centro meridionale
1
0
1
1,96%
Filippine
Asia orientale
0
1
1
1,96%
1
1
2
3,92%
Maschi
Femmine
Totale
1
0
1
1,96%
1
0
1
1,96%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Asia
AFRICA
Area
Marocco
Africa settentrionale
Totale Africa
%
%
AMERICA
Area
%
Cuba
America centro meridionale
0
1
1
1,96%
Totale America
0
1
1
1,96%
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
15
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
15
Id.
16
Età
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
0
2
2
3,9%
5-9
2
2
4
7,8%
10-14
1
0
1
2,0%
15-19
2
0
2
3,9%
20-24
1
7
8
15,7%
25-29
2
2
4
7,8%
30-34
1
4
5
9,8%
35-39
1
3
4
7,8%
40-44
1
10
11
21,6%
45-49
2
1
3
5,9%
50-54
0
4
4
7,8%
55-59
0
2
2
3,9%
60-64
0
0
0
0,0%
65-69
0
0
0
0,0%
70-74
0
0
0
0,0%
75-79
0
0
0
0,0%
80-84
1
0
1
2,0%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
14
37
51
100%
Totale
17
COMUNE DI ERCHIE
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
16
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a Cellino San Marco al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è
risultata composta da 8.772 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 8.907. Si è, dunque,
verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 135 unità (-1,52%). Per
eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della
popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
17
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
8.745
-
-
-
-
2002
31 dicembre
8.759
+14
+0,16%
-
-
2003
31 dicembre
8.760
+1
+0,01%
2.921
3,00
2004
31 dicembre
8.838
+78
+0,89%
2.952
2,99
2005
31 dicembre
8.989
+151
+1,71%
2.992
3,00
2006
31 dicembre
8.986
-3
-0,03%
3.012
2,98
2007
31 dicembre
8.996
+10
+0,11%
3.027
2,97
2008
31 dicembre
8.995
-1
-0,01%
3.054
2,94
2009
31 dicembre
9.011
+16
+0,18%
3.077
2,93
2010
31 dicembre
8.947
-64
-0,71%
3.093
2,89
2011 (¹)
8 ottobre
8.907
-40
-0,45%
3.105
2,87
2011 (²)
9 ottobre
8.772
-135
-1,52%
-
-
2011
31 dicembre
8.796
+24
+0,27%
3.095
2,84
2012
31 dicembre
8.837
+41
+0,47%
3.104
2,85
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
16
17
Id.
Id.
18
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
18
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Erchie nel decennio 2002-2012. I
trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
19
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)20:
18
19
20
Id.
Id.
Id.
19
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
80
26
0
101
14
0
+12
-9
2003
74
28
0
98
23
0
+5
-19
2004
71
42
26
83
18
0
+24
+38
2005
97
34
84
88
9
2
+25
+116
2006
103
20
11
103
22
0
-2
+9
2007
68
34
1
101
7
0
+27
-5
2008
95
22
2
107
16
4
+6
-8
2009
87
19
0
96
9
0
+10
+1
2010
79
10
0
133
7
2
+3
-53
2011 (¹)
47
14
0
67
19
1
-5
-26
2011 (²)
20
2
23
21
2
0
0
+22
2011 (³)
67
16
23
88
21
1
-5
-4
2012
97
20
34
106
9
3
+11
+33
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare positivo a partire da metà 2011:
Movimento naturale della popolazione
21
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
21
Id.
20
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)22:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
84
61
+23
2003
1 gennaio-31 dicembre
85
65
+20
2004
1 gennaio-31 dicembre
98
58
+40
2005
1 gennaio-31 dicembre
91
56
+35
2006
1 gennaio-31 dicembre
72
84
-12
2007
1 gennaio-31 dicembre
76
61
+15
2008
1 gennaio-31 dicembre
72
65
+7
2009
1 gennaio-31 dicembre
80
65
+15
2010
1 gennaio-31 dicembre
50
61
-11
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
47
61
-14
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
17
15
+2
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
64
76
-12
2012
1 gennaio-31 dicembre
80
72
+8
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a Erchie per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)23:
22
23
Id.
Id.
21
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
24
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
24
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
342
0
0
0
173
50,6%
169
49,4%
342
3,9%
5-9
435
0
0
0
212
48,7%
223
51,3%
435
4,9%
10-14
495
0
0
0
247
49,9%
248
50,1%
495
5,6%
15-19
603
0
0
0
308
51,1%
295
48,9%
603
6,9%
20-24
629
26
0
0
322
49,2%
333
50,8%
655
7,4%
25-29
434
155
0
0
291
49,4%
298
50,6%
589
6,7%
30-34
258
308
1
1
275
48,4%
293
51,6%
568
6,5%
35-39
172
449
6
7
322
50,8%
312
49,2%
634
7,2%
40-44
109
484
3
9
285
47,1%
320
52,9%
605
6,9%
45-49
67
605
10
3
352
51,4%
333
48,6%
685
7,8%
50-54
53
517
9
9
318
54,1%
270
45,9%
588
6,7%
%
%
%
Id.
22
55-59
40
471
33
4
273
49,8%
275
50,2%
548
6,2%
60-64
33
439
30
1
235
46,7%
268
53,3%
503
5,7%
65-69
32
335
47
5
183
43,7%
236
56,3%
419
4,8%
70-74
17
291
75
0
193
50,4%
190
49,6%
383
4,4%
75-79
22
202
107
1
137
41,3%
195
58,7%
332
3,8%
80-84
11
117
109
1
87
36,6%
151
63,4%
238
2,7%
85-89
6
40
81
0
41
32,3%
86
67,7%
127
1,4%
90-94
3
9
28
0
11
27,5%
29
72,5%
40
0,5%
95-99
1
0
6
0
1
14,3%
6
85,7%
7
0,1%
100+
0
0
0
0
0
0,0%
0
0,0%
0
0,0%
3.762
4.448
545
41
4.266
48,5%
4.530
51,5%
8.796
Totale
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
Popolazione per età scolastica
25
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)26:
25
Id.
23
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
35
33
68
1
29
19
48
2
44
33
77
3
29
45
74
4
36
39
75
5
41
34
75
6
38
46
84
7
44
59
103
8
47
44
91
9
42
40
82
10
32
53
85
11
51
54
105
12
59
38
97
13
41
51
92
14
64
52
116
15
50
56
106
16
53
57
110
17
80
56
136
18
60
59
119
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un aumento di 3,5 punti percentuali della popolazione anziana e di 2,3 punti della
fascia adulti, mentre la fascia giovani si è notevolmente ridotta con una variazione negativa pari a
5,6 punti percentuali:
26
Id.
24
Struttura per età della popolazione
27
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)28:
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
1.761
5.749
1.235
8.745
36,6
2003
1.708
5.778
1.273
8.759
37,0
2004
1.646
5.809
1.305
8.760
37,4
2005
1.612
5.877
1.349
8.838
37,7
2006
1.603
5.985
1.401
8.989
37,9
2007
1.569
5.955
1.462
8.986
38,6
2008
1.514
6.025
1.457
8.996
38,8
2009
1.476
6.009
1.510
8.995
39,3
2010
1.412
6.073
1.526
9.011
39,8
2011
1.332
6.043
1.572
8.947
40,4
2012
1.272
5.978
1.546
8.796
40,8
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di Erchie denotano, rispetto alla media provinciale, valori più
bassi per l’indice di vecchiaia (nonostante un costante incremento di quest’ultimo nel periodo
considerato) e per gli indici di ricambio e di struttura della popolazione attiva, mentre valori
leggermente superiori alla media provinciale si registrano per l’indice di carico di figli e per l’indice
di natalità:
27
Id.
28
Id.
25
Anno
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
70,1
52,1
66,7
75,8
29,1
9,6
7,0
2003
74,5
51,6
68,3
77,1
29,1
9,7
7,4
2004
79,3
50,8
67,4
79,5
29,2
11,1
6,6
2005
83,7
50,4
63,1
82,3
29,5
10,2
6,3
2006
87,4
50,2
56,2
83,8
30,9
8,0
9,3
2007
93,2
50,9
59,1
85,7
30,7
8,5
6,8
2008
96,2
49,3
59,0
88,4
30,5
8,0
7,2
2009
102,3
49,7
63,5
88,7
29,4
8,9
7,2
2010
108,1
48,4
70,7
91,8
28,7
5,6
6,8
2011
118,0
48,1
77,7
93,1
27,9
7,2
8,6
2012
121,5
47,1
83,4
96,1
27,6
9,1
8,2
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Erchie dal 2004 al
2011:
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
29
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 35 e rappresentano lo 0,4% della
popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che
seguono, mostra una larga prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che
rappresenta il 45,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio:
29
Id.
26
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Romania
Unione Europea
4
12
16
45,71%
Germania
Unione Europea
1
3
4
11,43%
Federazione Russa
Europa centro orientale
0
2
2
5,71%
Albania
Europa centro orientale
0
1
1
2,86%
Paesi Bassi
Unione Europea
0
1
1
2,86%
Francia
Unione Europea
1
0
1
2,86%
Bulgaria
Unione Europea
0
1
1
2,86%
6
20
26
74,29%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Europa
%
AFRICA
Area
Senegal
Africa occidentale
3
0
3
8,57%
Marocco
Africa settentrionale
1
0
1
2,86%
4
0
4
11,43%
Totale Africa
ASIA
Area
Repubblica Popolare Cinese
India
%
Maschi
Femmine
Totale
Asia orientale
1
1
2
5,71%
Asia centro meridionale
1
0
1
2,86%
2
1
3
8,57%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Asia
%
AMERICA
Area
Cuba
America centro meridionale
0
1
1
2,86%
Brasile
America centro meridionale
0
1
1
2,86%
0
2
2
5,71%
Totale America
%
27
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
30
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
30
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
0
0
0
0,0%
5-9
0
0
0
0,0%
10-14
1
0
1
2,9%
15-19
1
0
1
2,9%
20-24
2
2
4
11,4%
25-29
0
3
3
8,6%
30-34
2
3
5
14,3%
35-39
0
3
3
8,6%
40-44
2
5
7
20,0%
45-49
2
0
2
5,7%
50-54
1
4
5
14,3%
Id.
28
55-59
1
3
4
11,4%
60-64
0
0
0
0,0%
65-69
0
0
0
0,0%
70-74
0
0
0
0,0%
75-79
0
0
0
0,0%
80-84
0
0
0
0,0%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
12
23
35
100%
Totale
COMUNE DI LATIANO
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
31
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a Latiano al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata
composta da 15.045 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 14.907. Si è, dunque, verificata una
differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 138 unità (+0,93%). Per eliminare la
discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i
dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I
grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
31
Id.
29
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
32
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
15.369
-
-
-
-
2002
31 dicembre
15.340
-29
-0,19%
-
-
2003
31 dicembre
15.282
-58
-0,38%
5.355
2,85
2004
31 dicembre
15.260
-22
-0,14%
5.359
2,84
2005
31 dicembre
15.208
-52
-0,34%
5.370
2,83
2006
31 dicembre
15.144
-64
-0,42%
5.403
2,80
2007
31 dicembre
15.106
-38
-0,25%
5.407
2,79
2008
31 dicembre
15.072
-34
-0,23%
5.431
2,77
2009
31 dicembre
15.052
-20
-0,13%
5.460
2,75
2010
31 dicembre
15.020
-32
-0,21%
5.485
2,73
2011 (¹)
8 ottobre
14.907
-113
-0,75%
5.415
2,75
2011 (²)
9 ottobre
15.045
+138
+0,93%
-
-
2011
31 dicembre
15.026
-19
-0,13%
5.710
2,63
2012
31 dicembre
14.919
-107
-0,71%
5.725
2,60
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
33
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
32
33
Id.
Id.
30
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Latiano nel decennio 2002-2012. I
trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
34
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)35:
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
132
20
0
176
3
0
+17
-27
2003
131
62
0
217
18
0
+44
-42
2004
127
33
1
204
11
0
+22
-54
2005
123
30
1
201
2
0
+28
-49
2006
131
24
3
179
25
1
-1
-47
2007
144
68
1
215
11
1
+57
-14
2008
106
55
2
162
6
0
+49
-5
2009
142
38
5
199
5
0
+33
-19
2010
146
33
0
189
4
0
+29
-14
2011 (¹)
87
17
0
165
6
1
+11
-68
2011 (²)
37
8
2
37
4
9
+4
-3
2011 (³)
124
25
2
202
10
10
+15
-71
2012
145
17
2
224
2
1
+15
-63
Anno
1 gen-31 dic
34
Id.
35
Id.
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
31
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2009:
Movimento naturale della popolazione
36
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)37:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
137
139
-2
2003
1 gennaio-31 dicembre
132
148
-16
2004
1 gennaio-31 dicembre
145
113
+32
2005
1 gennaio-31 dicembre
136
139
-3
2006
1 gennaio-31 dicembre
125
142
-17
2007
1 gennaio-31 dicembre
117
141
-24
2008
1 gennaio-31 dicembre
118
147
-29
2009
1 gennaio-31 dicembre
151
152
-1
2010
1 gennaio-31 dicembre
137
155
-18
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
81
126
-45
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
21
37
-16
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
102
163
-61
2012
1 gennaio-31 dicembre
117
161
-44
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
36
Id.
37
Id.
32
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a Latiano per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)38:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
39
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
38
39
Id.
Id.
33
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
615
0
0
0
307
49,9%
308
50,1%
615
4,1%
5-9
654
0
0
0
342
52,3%
312
47,7%
654
4,4%
10-14
768
0
0
0
384
50,0%
384
50,0%
768
5,1%
15-19
886
2
0
0
474
53,4%
414
46,6%
888
5,9%
20-24
840
52
0
0
452
50,7%
440
49,3%
892
5,9%
25-29
659
232
0
2
466
52,2%
427
47,8%
893
5,9%
30-34
443
504
1
6
488
51,2%
466
48,8%
954
6,3%
35-39
292
750
2
13
507
48,0%
550
52,0%
1.057
7,0%
40-44
216
948
6
23
593
49,7%
600
50,3%
1.193
7,9%
45-49
155
943
12
31
582
51,0%
559
49,0%
1.141
7,6%
50-54
118
936
22
24
541
49,2%
559
50,8%
1.100
7,3%
55-59
71
736
41
22
429
49,3%
441
50,7%
870
5,8%
60-64
59
780
70
19
446
48,1%
482
51,9%
928
6,2%
65-69
37
622
95
11
360
47,1%
405
52,9%
765
5,1%
70-74
50
556
152
11
352
45,8%
417
54,2%
769
5,1%
75-79
35
419
212
9
286
42,4%
389
57,6%
675
4,5%
80-84
28
219
222
2
191
40,6%
280
59,4%
471
3,1%
85-89
15
82
183
0
102
36,4%
178
63,6%
280
1,9%
90-94
8
13
69
0
26
28,9%
64
71,1%
90
0,6%
95-99
1
2
17
0
5
25,0%
15
75,0%
20
0,1%
100+
0
0
3
0
2
66,7%
1
33,3%
3
0,0%
5.950
7.796
1.107
173
7.335
48,8%
7.691
51,2%
15.026
Totale
%
%
%
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
34
Popolazione per età scolastica
40
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)41:
40
Id.
41
Id.
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
49
47
96
1
68
64
132
2
69
78
147
3
64
56
120
4
57
63
120
5
67
54
121
6
68
64
132
7
67
78
145
8
63
62
125
9
77
54
131
10
67
83
150
11
80
75
155
12
73
77
150
13
87
63
150
35
14
77
86
163
15
85
67
152
16
95
82
177
17
100
83
183
18
104
99
203
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 2,8 punti percentuali, un sostanziale
equilibrio della fascia adulti e una riduzione della fascia giovani pari a 2,9 punti percentuali:
Struttura per età della popolazione
42
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)43:
42
Id.
43
Id.
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
2.532
10.130
2.707
15.369
39,5
2003
2.466
10.118
2.756
15.340
39,9
2004
2.453
10.004
2.825
15.282
40,2
2005
2.418
9.938
2.904
15.260
40,6
2006
2.379
9.822
3.007
15.208
41,1
2007
2.318
9.811
3.015
15.144
41,4
2008
2.257
9.805
3.044
15.106
41,7
36
2009
2.192
9.822
3.058
15.072
42,0
2010
2.141
9.817
3.094
15.052
42,3
2011
2.103
9.827
3.090
15.020
42,5
2012
2.037
9.916
3.073
15.026
42,8
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di Latiano denotano, rispetto alla media provinciale, valori
leggermente superiori per l’indice di vecchiaia e di dipendenza strutturale, e valori più bassi per
l’indice di ricambio della popolazione attiva:
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
106,9
51,7
91,4
82,2
25,0
8,9
9,1
2003
111,8
51,6
91,0
83,3
25,0
8,6
9,7
2004
115,2
52,8
91,0
85,3
24,7
9,5
7,4
2005
120,1
53,6
88,5
88,1
24,2
8,9
9,1
2006
126,4
54,8
88,5
90,2
24,5
8,2
9,4
2007
130,1
54,4
89,4
92,9
24,3
7,7
9,3
2008
134,9
54,1
92,2
95,6
24,5
7,8
9,7
2009
139,5
53,5
99,4
99,0
24,1
10,0
10,1
2010
144,5
53,3
95,7
102,5
25,5
9,1
10,3
2011
146,9
52,8
100,7
105,6
26,0
6,8
10,9
2012
150,9
51,5
104,5
111,7
25,7
7,8
10,8
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Latiano dal 2004 al
2011:
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
37
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
44
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 368 e rappresentano il 2,5% della
popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che
seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dal Marocco, che rappresenta
il 39,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 31,3% proviene invece dall’Albania e solo il
14,9% è originario della Romania:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
44
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Albania
%
Europa centro orientale
56
59
115
31,25%
Romania
Unione Europea
18
37
55
14,95%
Germania
Unione Europea
4
3
7
1,90%
Regno Unito
Unione Europea
2
2
4
1,09%
Polonia
Unione Europea
1
2
3
0,82%
Id.
38
Francia
Unione Europea
0
3
3
0,82%
Federazione Russa
Europa centro orientale
0
2
2
0,54%
Repubblica Ceca
Unione Europea
0
1
1
0,27%
Spagna
Unione Europea
1
0
1
0,27%
Grecia
Unione Europea
0
1
1
0,27%
82
110
192
52,17%
Maschi
Femmine
Totale
109
38
147
39,95%
Totale Europa
AFRICA
Area
Marocco
Africa settentrionale
Etiopia
Africa orientale
3
1
4
1,09%
Egitto
Africa settentrionale
1
0
1
0,27%
113
39
152
41,30%
Totale Africa
ASIA
Area
Repubblica Popolare Cinese
Iraq
%
Maschi
Femmine
Totale
Asia orientale
7
12
19
5,16%
Asia occidentale
1
0
1
0,27%
8
12
20
5,43%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Asia
%
AMERICA
Area
Stati Uniti d'America
America settentrionale
2
0
2
0,54%
Repubblica Dominicana
America centro meridionale
1
0
1
0,27%
Brasile
America centro meridionale
0
1
1
0,27%
3
1
4
1,09%
Totale America
%
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
39
Popolazione straniera per età e sesso
45
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
45
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
12
14
26
7,1%
5-9
5
4
9
2,4%
10-14
6
4
10
2,7%
15-19
17
13
30
8,2%
20-24
13
27
40
10,9%
25-29
19
17
36
9,8%
30-34
17
12
29
7,9%
35-39
11
11
22
6,0%
40-44
20
13
33
9,0%
45-49
15
16
31
8,4%
50-54
23
18
41
11,1%
55-59
16
4
20
5,4%
60-64
14
7
21
5,7%
Id.
40
65-69
11
1
12
3,3%
70-74
6
1
7
1,9%
75-79
0
0
0
0,0%
80-84
1
0
1
0,3%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
206
162
368
100%
Totale
COMUNE DI MESAGNE
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
46
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a Mesagne al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata
composta da 27.753 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 27.820. Si è, dunque, verificata una
differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 67 unità (-0,24%). Per eliminare la
discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i
dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I
grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
47
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
46
47
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
27.543
-
-
-
-
2002
31 dicembre
27.367
-176
-0,64%
-
-
2003
31 dicembre
27.297
-70
-0,26%
9.494
2,87
2004
31 dicembre
28.182
+885
+3,24%
10.129
2,78
Id.
Id.
41
2005
31 dicembre
28.117
-65
-0,23%
10.212
2,75
2006
31 dicembre
27.902
-215
-0,76%
10.294
2,70
2007
31 dicembre
27.897
-5
-0,02%
10.402
2,68
2008
31 dicembre
27.817
-80
-0,29%
10.480
2,65
2009
31 dicembre
27.827
+10
+0,04%
10.660
2,61
2010
31 dicembre
27.860
+33
+0,12%
10.777
2,58
2011 (¹)
8 ottobre
27.820
-40
-0,14%
10.847
2,56
2011 (²)
9 ottobre
27.753
-67
-0,24%
-
-
2011
31 dicembre
27.727
-26
-0,09%
10.842
2,55
2012
31 dicembre
27.624
-103
-0,37%
10.932
2,52
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
48
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Mesagne nel decennio 2002-2012. I
trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
49
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
48
49
Id.
Id.
42
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)50:
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
248
46
0
434
50
0
-4
-190
2003
272
81
0
308
58
0
+23
-13
2004
254
56
1.145
463
98
0
-42
+894
2005
271
77
2
352
41
0
+36
-43
2006
353
86
3
515
78
0
+8
-151
2007
313
87
3
285
29
28
+58
+61
2008
328
68
1
340
34
42
+34
-19
2009
365
78
5
337
40
16
+38
+55
2010
343
69
8
280
34
20
+35
+86
2011 (¹)
265
53
2
268
13
21
+40
+18
2011 (²)
63
13
16
68
15
11
-2
-2
2011 (³)
328
66
18
336
28
32
+38
+16
2012
367
56
55
381
53
59
+3
-15
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo dal 2002:
50
Id.
43
Movimento naturale della popolazione
51
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)52:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
249
235
+14
2003
1 gennaio-31 dicembre
251
308
-57
2004
1 gennaio-31 dicembre
236
245
-9
2005
1 gennaio-31 dicembre
201
223
-22
2006
1 gennaio-31 dicembre
278
342
-64
2007
1 gennaio-31 dicembre
215
281
-66
2008
1 gennaio-31 dicembre
225
286
-61
2009
1 gennaio-31 dicembre
249
294
-45
2010
1 gennaio-31 dicembre
215
268
-53
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
152
210
-58
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
41
65
-24
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
193
275
-82
2012
1 gennaio-31 dicembre
214
302
-88
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a Mesagne per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
51
Id.
52
Id.
44
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)53:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
54
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
53
54
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
1.115
0
0
0
591
53,0%
524
47,0%
1.115
4,0%
5-9
1.168
0
0
0
614
52,6%
554
47,4%
1.168
4,2%
10-14
1.257
0
0
0
631
50,2%
626
49,8%
1.257
4,5%
15-19
1.380
1
0
0
710
51,4%
671
48,6%
1.381
5,0%
20-24
1.599
50
0
2
846
51,2%
805
48,8%
1.651
6,0%
25-29
1.352
286
0
6
821
49,9%
823
50,1%
1.644
5,9%
30-34
1.081
752
1
15
944
51,1%
905
48,9%
1.849
6,7%
35-39
726
1.313
6
35
1.005
48,3%
1.075
51,7%
2.080
7,5%
%
%
%
Id.
Id.
45
40-44
428
1.650
18
61
1.045
48,4%
1.112
51,6%
2.157
7,8%
45-49
324
1.640
28
60
992
48,3%
1.060
51,7%
2.052
7,4%
50-54
219
1.631
56
76
908
45,8%
1.074
54,2%
1.982
7,1%
55-59
135
1.370
80
42
756
46,5%
871
53,5%
1.627
5,9%
60-64
158
1.559
153
35
881
46,2%
1.024
53,8%
1.905
6,9%
65-69
129
1.229
223
12
701
44,0%
892
56,0%
1.593
5,7%
70-74
124
997
301
15
659
45,9%
778
54,1%
1.437
5,2%
75-79
109
671
351
10
481
42,2%
660
57,8%
1.141
4,1%
80-84
82
378
430
5
350
39,1%
545
60,9%
895
3,2%
85-89
45
165
328
1
161
29,9%
378
70,1%
539
1,9%
90-94
29
43
139
0
59
28,0%
152
72,0%
211
0,8%
95-99
4
2
34
0
7
17,5%
33
82,5%
40
0,1%
100+
1
1
1
0
1
33,3%
2
66,7%
3
0,0%
11.465
13.738
2.149
375
13.163
47,5%
14.564
52,5%
27.727
Totale
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
46
Popolazione per età scolastica
55
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)56:
55
Id.
56
Id.
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
107
80
187
1
120
107
227
2
147
105
252
3
105
114
219
4
112
118
230
5
113
101
214
6
118
100
218
7
128
114
242
8
124
120
244
9
131
119
250
10
127
130
257
11
130
147
277
12
119
106
225
13
131
115
246
47
14
124
128
252
15
119
126
245
16
118
147
265
17
129
114
243
18
154
134
288
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 3,6 punti percentuali, una riduzione
della fascia adulti pari a 1,5 punti percentuali e della fascia giovani pari a 2,1 punti percentuali:
Struttura per età della popolazione
57
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)58:
57
58
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
4.102
18.612
4.829
27.543
40,3
2003
4.022
18.414
4.931
27.367
40,7
2004
3.936
18.365
4.996
27.297
41,0
2005
3.952
19.048
5.182
28.182
41,2
2006
3.829
18.935
5.353
28.117
41,7
2007
3.756
18.699
5.447
27.902
42,1
2008
3.600
18.758
5.539
27.897
42,5
Id.
Id.
48
2009
3.582
18.666
5.569
27.817
42,7
2010
3.611
18.624
5.592
27.827
42,9
2011
3.583
18.561
5.716
27.860
43,2
2012
3.540
18.328
5.859
27.727
43,6
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di Mesagne denotano, rispetto alla media provinciale, valori
superiori per l’indice di vecchiaia e quello di ricambio e di struttura della popolazione attiva, e
valori più bassi per l’indice di carico e di natalità:
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
117,7
48,0
89,2
87,2
24,8
9,1
8,6
2003
122,6
48,6
92,7
88,7
24,2
9,2
11,3
2004
126,9
48,6
94,8
91,0
23,9
8,5
8,8
2005
131,1
48,0
94,5
92,3
23,5
7,1
7,9
2006
139,8
48,5
98,2
95,2
23,5
9,9
12,2
2007
145,0
49,2
99,8
98,6
24,4
7,7
10,1
2008
153,9
48,7
104,7
101,8
24,2
8,1
10,3
2009
155,5
49,0
110,9
103,5
23,7
8,9
10,6
2010
154,9
49,4
123,2
107,0
22,8
7,7
9,6
2011
159,5
50,1
130,6
111,0
22,1
6,9
9,9
2012
165,5
51,3
137,9
113,0
21,4
7,7
10,9
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
49
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Mesagne dal 2004
al 2011:
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
59
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 334 e rappresentano l’1,2% della
popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che
seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dall’Albania, che rappresenta
il 36,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 31,4% proviene invece dalla Romania e solo il
6,9% è originario della Repubblica Popolare Cinese:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
59
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Albania
%
Europa centro orientale
62
59
121
36,23%
Romania
Unione Europea
15
90
105
31,44%
Germania
Unione Europea
1
7
8
2,40%
Repubblica di Serbia
Europa centro orientale
5
3
8
2,40%
Id.
50
Francia
Unione Europea
1
4
5
1,50%
Regno Unito
Unione Europea
1
3
4
1,20%
Polonia
Unione Europea
0
2
2
0,60%
Kosovo
Europa centro orientale
2
0
2
0,60%
Bulgaria
Unione Europea
0
1
1
0,30%
Ucraina
Europa centro orientale
0
1
1
0,30%
Croazia
Europa centro orientale
0
1
1
0,30%
Bielorussia
Europa centro orientale
1
0
1
0,30%
88
171
259
77,54%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Europa
ASIA
Area
Repubblica Popolare Cinese
Asia orientale
13
10
23
6,89%
Afghanistan
Asia centro meridionale
9
0
9
2,69%
Filippine
Asia orientale
1
3
4
1,20%
Thailandia
Asia orientale
1
2
3
0,90%
India
Asia centro meridionale
1
1
2
0,60%
Sri Lanka (ex Ceylon)
Asia centro meridionale
1
0
1
0,30%
Pakistan
Asia centro meridionale
1
0
1
0,30%
Siria
Asia occidentale
1
0
1
0,30%
28
16
44
13,17%
Totale Asia
AFRICA
Area
Tunisia
%
Maschi
Femmine
Totale
Africa settentrionale
1
3
4
1,20%
Etiopia
Africa orientale
0
3
3
0,90%
Senegal
Africa occidentale
2
1
3
0,90%
Kenya
Africa orientale
1
2
3
0,90%
Egitto
Africa settentrionale
3
0
3
0,90%
Marocco
Africa settentrionale
1
1
2
0,60%
Sud Africa
Africa centro meridionale
0
1
1
0,30%
Eritrea
Africa orientale
1
0
1
0,30%
Ruanda
Africa orientale
1
0
1
0,30%
Ghana
Africa occidentale
1
0
1
0,30%
11
11
22
6,59%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Africa
%
AMERICA
Area
%
Cuba
America centro meridionale
1
3
4
1,20%
Colombia
America centro meridionale
0
1
1
0,30%
Brasile
America centro meridionale
0
1
1
0,30%
Stati Uniti d'America
America settentrionale
0
1
1
0,30%
51
Repubblica Dominicana
America centro meridionale
0
1
1
0,30%
Perù
America centro meridionale
0
1
1
0,30%
1
8
9
2,69%
Totale America
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
60
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
60
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
7
5
12
3,6%
5-9
7
4
11
3,3%
10-14
8
16
24
7,2%
15-19
18
8
26
7,8%
20-24
13
11
24
7,2%
25-29
7
18
25
7,5%
Id.
52
30-34
13
35
48
14,4%
35-39
17
32
49
14,7%
40-44
15
23
38
11,4%
45-49
8
20
28
8,4%
50-54
3
20
23
6,9%
55-59
5
7
12
3,6%
60-64
0
2
2
0,6%
65-69
3
2
5
1,5%
70-74
3
1
4
1,2%
75-79
0
1
1
0,3%
80-84
0
0
0
0,0%
85-89
1
1
2
0,6%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
128
206
334
100%
Totale
COMUNE DI SAN DONACI
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
61
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a San Donaci al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata
composta da 6.869 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 6.988. Si è, dunque, verificata una
differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 119 unità (-1,70%). Per eliminare la
discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i
dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I
grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
62
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
61
Id.
53
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
7.102
-
-
-
-
2002
31 dicembre
7.108
+6
+0,08%
-
-
2003
31 dicembre
7.107
-1
-0,01%
2.465
2,87
2004
31 dicembre
7.062
-45
-0,63%
2.220
3,17
2005
31 dicembre
7.021
-41
-0,58%
2.217
3,16
2006
31 dicembre
7.002
-19
-0,27%
2.221
3,15
2007
31 dicembre
6.965
-37
-0,53%
2.213
3,14
2008
31 dicembre
7.087
+122
+1,75%
2.608
2,71
2009
31 dicembre
7.074
-13
-0,18%
2.613
2,70
2010
31 dicembre
7.050
-24
-0,34%
2.611
2,69
2011 (¹)
8 ottobre
6.988
-62
-0,88%
2.605
2,67
2011 (²)
9 ottobre
6.869
-119
-1,70%
-
-
2011
31 dicembre
6.862
-7
-0,10%
2.617
2,62
2012
31 dicembre
6.810
-52
-0,76%
2.617
2,60
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
63
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di San Donaci nel decennio 2002-2012. I
trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
62
63
Id.
Id.
54
Flusso migratorio della popolazione
64
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)65:
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
110
18
0
123
13
1
+5
-9
2003
73
33
0
82
13
12
+20
-1
2004
43
18
0
84
16
0
+2
-39
2005
68
2
0
101
9
0
-7
-40
2006
72
5
0
76
5
0
0
-4
2007
73
15
0
120
1
0
+14
-33
2008
95
13
112
115
2
0
+11
+103
2009
95
14
0
109
0
0
+14
0
2010
67
10
0
77
4
0
+6
-4
2011 (¹)
44
6
0
86
0
0
+6
-36
2011 (²)
24
3
2
21
2
0
+1
+6
2011 (³)
68
9
2
107
2
0
+7
-30
2012
84
13
4
116
8
2
+5
-25
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
64
Id.
65
Id.
55
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2009:
Movimento naturale della popolazione
66
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)67:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
70
55
+15
2003
1 gennaio-31 dicembre
51
51
0
2004
1 gennaio-31 dicembre
57
63
-6
2005
1 gennaio-31 dicembre
51
52
-1
2006
1 gennaio-31 dicembre
47
62
-15
2007
1 gennaio-31 dicembre
58
62
-4
2008
1 gennaio-31 dicembre
71
52
+19
2009
1 gennaio-31 dicembre
66
79
-13
2010
1 gennaio-31 dicembre
60
80
-20
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
40
66
-26
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
13
26
-13
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
53
92
-39
2012
1 gennaio-31 dicembre
56
83
-27
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
66
Id.
67
Id.
56
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a San Donaci per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)68:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
69
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
68
69
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
289
0
0
0
153
52,9%
136
47,1%
289
4,2%
5-9
280
0
0
0
147
52,5%
133
47,5%
280
4,1%
10-14
326
0
0
0
168
51,5%
158
48,5%
326
4,8%
15-19
367
0
0
0
187
51,0%
180
49,0%
367
5,3%
%
%
%
Id.
Id.
57
20-24
382
18
0
0
165
41,3%
235
58,8%
400
5,8%
25-29
292
95
0
0
189
48,8%
198
51,2%
387
5,6%
30-34
208
227
0
2
221
50,6%
216
49,4%
437
6,4%
35-39
147
370
3
1
269
51,6%
252
48,4%
521
7,6%
40-44
70
372
2
2
195
43,7%
251
56,3%
446
6,5%
45-49
78
456
2
8
282
51,8%
262
48,2%
544
7,9%
50-54
40
382
10
9
222
50,3%
219
49,7%
441
6,4%
55-59
28
330
14
5
183
48,5%
194
51,5%
377
5,5%
60-64
12
382
38
4
205
47,0%
231
53,0%
436
6,4%
65-69
21
312
39
3
164
43,7%
211
56,3%
375
5,5%
70-74
19
321
90
3
196
45,3%
237
54,7%
433
6,3%
75-79
13
225
88
0
159
48,8%
167
51,2%
326
4,8%
80-84
15
122
127
3
107
40,1%
160
59,9%
267
3,9%
85-89
9
50
85
0
62
43,1%
82
56,9%
144
2,1%
90-94
3
10
34
0
14
29,8%
33
70,2%
47
0,7%
95-99
2
0
16
0
2
11,1%
16
88,9%
18
0,3%
100+
0
0
0
1
0
0,0%
1
100,0%
1
0,0%
2.601
3.672
548
41
3.290
47,9%
3.572
52,1%
6.862
Totale
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
58
Popolazione per età scolastica
70
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)71:
70
Id.
71
Id.
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
30
26
56
1
27
33
60
2
30
27
57
3
37
25
62
4
29
25
54
5
31
21
52
6
28
26
54
7
28
30
58
8
30
19
49
9
30
37
67
10
39
35
74
11
29
28
57
12
38
37
75
59
13
25
30
55
14
37
28
65
15
37
28
65
16
37
28
65
17
42
33
75
18
38
52
90
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 4,7 punti percentuali, una riduzione
della fascia adulti pari a 2,2 punti percentuali e della fascia giovani pari a 2,5 punti percentuali:
Struttura per età della popolazione
72
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)73:
72
73
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
1.101
4.664
1.337
7.102
40,6
2003
1.082
4.667
1.359
7.108
40,8
2004
1.059
4.653
1.395
7.107
41,1
2005
1.040
4.585
1.437
7.062
41,5
2006
996
4.549
1.476
7.021
42,0
2007
964
4.532
1.506
7.002
42,2
Id.
Id.
60
2008
942
4.473
1.550
6.965
42,7
2009
935
4.541
1.611
7.087
43,3
2010
924
4.546
1.604
7.074
43,5
2011
912
4.523
1.615
7.050
43,7
2012
895
4.356
1.611
6.862
44,1
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di San Donaci denotano, rispetto alla media provinciale, valori
superiori per l’indice di vecchiaia e di dipendenza strutturale e per quello di mortalità:
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
121,4
52,3
106,2
87,0
26,1
9,9
7,7
2003
125,6
52,3
104,1
88,6
25,8
7,2
7,2
2004
131,7
52,7
106,2
89,4
24,6
8,0
8,9
2005
138,2
54,0
98,6
92,1
24,6
7,2
7,4
2006
148,2
54,3
99,0
91,1
24,1
6,7
8,8
2007
156,2
54,5
91,4
91,2
24,3
8,3
8,9
2008
164,5
55,7
89,6
92,5
24,8
10,1
7,4
2009
172,3
56,1
98,6
100,5
25,1
9,3
11,2
2010
173,6
55,6
107,5
102,0
24,3
8,5
11,3
2011
177,1
55,9
116,1
103,5
23,3
7,6
13,2
2012
180,0
57,5
118,8
106,3
23,0
8,2
12,1
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a San Donaci dal
2004 al 2011:
61
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
74
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 71 e rappresentano l’1% della popolazione.
La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra
una prevalenza della comunità straniera proveniente dal Marocco, che rappresenta il 59,2% di tutti
gli stranieri presenti sul territorio; il 23,9% proviene invece dalla Romania:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
AFRICA
Area
Marocco
Africa settentrionale
Totale Africa
74
Maschi
Femmine
Totale
%
20
22
42
59,15%
20
22
42
59,15%
Maschi
Femmine
Totale
EUROPA
Area
%
Romania
Unione Europea
5
12
17
23,94%
Federazione Russa
Europa centro orientale
1
2
3
4,23%
Albania
Europa centro orientale
1
1
2
2,82%
Germania
Unione Europea
0
2
2
2,82%
Repubblica di Macedonia
Europa centro orientale
1
0
1
1,41%
Id.
62
Totale Europa
AMERICA
Area
Perù
Cuba
8
17
25
35,21%
Maschi
Femmine
Totale
America centro meridionale
0
2
2
2,82%
America centro meridionale
0
1
1
1,41%
0
3
3
4,23%
Maschi
Femmine
Totale
1
0
1
1,41%
1
0
1
1,41%
Totale America
ASIA
Area
India
Asia centro meridionale
Totale Asia
%
%
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
75
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
75
Id.
63
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Stranieri
Età
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
0
1
1
1,4%
5-9
2
3
5
7,0%
10-14
3
3
6
8,5%
15-19
4
3
7
9,9%
20-24
3
5
8
11,3%
25-29
5
7
12
16,9%
30-34
1
3
4
5,6%
35-39
3
3
6
8,5%
40-44
1
4
5
7,0%
45-49
3
3
6
8,5%
50-54
1
2
3
4,2%
55-59
1
1
2
2,8%
60-64
1
1
2
2,8%
65-69
0
2
2
2,8%
70-74
0
0
0
0,0%
75-79
1
0
1
1,4%
80-84
0
1
1
1,4%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
29
42
71
100%
Totale
64
COMUNE DI SAN PANCRAZIO SALENTINO
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
76
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a San Pancrazio Salentino al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre,
è risultata composta da 10.289 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 10.330. Si è, dunque,
verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 41 unità (-0,40%). Per
eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della
popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
77
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
10.547
-
-
-
-
2002
31 dicembre
10.557
+10
+0,09%
-
-
2003
31 dicembre
10.551
-6
-0,06%
3.407
3,09
2004
31 dicembre
10.503
-48
-0,45%
3.429
3,06
2005
31 dicembre
10.471
-32
-0,30%
3.444
3,04
2006
31 dicembre
10.482
+11
+0,11%
3.555
2,95
2007
31 dicembre
10.463
-19
-0,18%
3.593
2,91
2008
31 dicembre
10.399
-64
-0,61%
3.597
2,89
2009
31 dicembre
10.367
-32
-0,31%
3.634
2,85
2010
31 dicembre
10.342
-25
-0,24%
3.675
2,81
2011 (¹)
8 ottobre
10.330
-12
-0,12%
3.708
2,78
2011 (²)
9 ottobre
10.289
-41
-0,40%
-
-
2011
31 dicembre
10.293
+4
+0,04%
3.713
2,77
2012
31 dicembre
10.236
-57
-0,55%
3.718
2,75
76
Anno
77
Id.
Id.
65
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
78
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di San Pancrazio Salentino nel decennio 20022012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune.
Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni,
quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
79
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)80:
78
Id.
Id.
80
Id.
79
66
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
121
21
0
134
25
0
-4
-17
2003
89
41
0
125
17
0
+24
-12
2004
81
35
0
130
19
0
+16
-33
2005
73
26
0
122
9
0
+17
-32
2006
88
27
0
105
7
0
+20
+3
2007
85
27
0
119
17
1
+10
-25
2008
100
21
0
153
10
1
+11
-43
2009
96
34
0
124
18
0
+16
-12
2010
100
20
2
121
5
4
+15
-8
2011 (¹)
67
19
1
85
4
0
+15
-2
2011 (²)
25
5
6
38
8
0
-3
-10
2011 (³)
92
24
7
123
12
0
+12
-12
2012
110
15
17
161
8
18
+7
-45
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2007 con una temporanea
inversione di tendenza nel 2011:
Movimento naturale della popolazione
81
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
81
Id.
67
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)82:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
109
82
+27
2003
1 gennaio-31 dicembre
81
75
+6
2004
1 gennaio-31 dicembre
70
85
-15
2005
1 gennaio-31 dicembre
77
77
0
2006
1 gennaio-31 dicembre
87
79
+8
2007
1 gennaio-31 dicembre
85
79
+6
2008
1 gennaio-31 dicembre
77
98
-21
2009
1 gennaio-31 dicembre
76
96
-20
2010
1 gennaio-31 dicembre
83
100
-17
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
51
61
-10
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
26
12
+14
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
77
73
+4
2012
1 gennaio-31 dicembre
81
93
-12
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a San Pancrazio Salentino per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)83:
82
83
Id.
Id.
68
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
84
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
84
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
402
0
0
0
200
49,8%
202
50,2%
402
3,9%
5-9
435
0
0
0
228
52,4%
207
47,6%
435
4,2%
10-14
511
0
0
0
261
51,1%
250
48,9%
511
5,0%
15-19
599
0
0
0
290
48,4%
309
51,6%
599
5,8%
20-24
603
20
0
0
317
50,9%
306
49,1%
623
6,1%
25-29
529
122
1
0
321
49,2%
331
50,8%
652
6,3%
30-34
374
309
2
1
355
51,7%
331
48,3%
686
6,7%
35-39
193
506
1
8
341
48,2%
367
51,8%
708
6,9%
40-44
117
611
4
10
359
48,4%
383
51,6%
742
7,2%
45-49
100
612
14
9
355
48,3%
380
51,7%
735
7,1%
%
%
%
Id.
69
50-54
61
596
9
14
318
46,8%
362
53,2%
680
6,6%
55-59
55
608
22
14
332
47,5%
367
52,5%
699
6,8%
60-64
41
596
47
7
357
51,7%
334
48,3%
691
6,7%
65-69
34
455
67
4
271
48,4%
289
51,6%
560
5,4%
70-74
23
417
91
3
261
48,9%
273
51,1%
534
5,2%
75-79
21
291
139
3
192
42,3%
262
57,7%
454
4,4%
80-84
15
178
139
2
138
41,3%
196
58,7%
334
3,2%
85-89
8
56
102
2
53
31,5%
115
68,5%
168
1,6%
90-94
4
16
42
0
16
25,8%
46
74,2%
62
0,6%
95-99
1
0
14
1
2
12,5%
14
87,5%
16
0,2%
100+
1
0
1
0
0
0,0%
2
100,0%
2
0,0%
4.127
5.393
695
78
4.967
48,3%
5.326
51,7%
10.293
Totale
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
Popolazione per età scolastica
85
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
85
Id.
70
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)86:
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
36
42
78
1
43
42
85
2
42
34
76
3
34
48
82
4
45
36
81
5
47
42
89
6
43
37
80
7
39
36
75
8
41
43
84
9
58
49
107
10
37
47
84
11
53
46
99
12
55
56
111
13
61
54
115
14
55
47
102
15
56
58
114
16
52
46
98
17
49
70
119
18
74
70
144
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 4,4 punti percentuali e una contestuale
riduzione della fascia adulti pari a 1,1 punti percentuali e della fascia giovani pari a 3,3 punti
percentuali:
86
Id.
71
Struttura per età della popolazione
87
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)88:
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
1.729
7.101
1.717
10.547
39,1
2003
1.701
7.103
1.753
10.557
39,3
2004
1.663
7.084
1.804
10.551
39,8
2005
1.624
7.014
1.865
10.503
40,3
2006
1.562
7.005
1.904
10.471
40,8
2007
1.510
7.019
1.953
10.482
41,2
2008
1.494
6.988
1.981
10.463
41,5
2009
1.419
6.963
2.017
10.399
42,0
2010
1.379
6.945
2.043
10.367
42,4
2011
1.372
6.888
2.082
10.342
42,7
2012
1.348
6.815
2.130
10.293
43,1
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di San Pancrazio Salentino denotano, rispetto alla media
provinciale, valori sensibilmente superiori per gli indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale e
inferiori per gli indici di ricambio e di struttura della popolazione attiva:
87
88
Id.
Id.
72
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
99,3
48,5
79,3
85,6
27,5
10,3
7,8
2003
103,1
48,6
81,0
86,2
27,2
7,7
7,1
2004
108,5
48,9
87,4
88,1
25,4
6,6
8,1
2005
114,8
49,7
85,7
90,5
25,2
7,3
7,3
2006
121,9
49,5
89,9
94,0
25,0
8,3
7,5
2007
129,3
49,3
90,2
95,1
25,4
8,1
7,5
2008
132,6
49,7
100,3
97,4
24,6
7,4
9,4
2009
142,1
49,3
99,2
100,8
25,8
7,3
9,2
2010
148,2
49,3
102,4
103,5
26,5
8,0
9,7
2011
151,7
50,1
108,7
107,2
25,6
7,5
7,1
2012
158,0
51,0
115,4
108,5
24,9
7,9
9,1
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a San Pancrazio
Salentino dal 2004 al 2011:
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
89
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 119 e rappresentano l’1,2% della
popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che
seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dall’Albania, che rappresenta
il 31,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 21% proviene invece dalla Romania e il 16%
dall’India:
89
Id.
73
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Albania
Europa centro orientale
15
23
38
31,93%
Romania
Unione Europea
6
19
25
21,01%
Germania
Unione Europea
1
5
6
5,04%
Polonia
Unione Europea
1
5
6
5,04%
Federazione Russa
Europa centro orientale
0
3
3
2,52%
Ucraina
Europa centro orientale
1
0
1
0,84%
Croazia
Europa centro orientale
1
0
1
0,84%
Repubblica Ceca
Unione Europea
0
1
1
0,84%
Portogallo
Unione Europea
1
0
1
0,84%
Grecia
Unione Europea
0
1
1
0,84%
26
57
83
69,75%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Europa
%
ASIA
Area
India
Asia centro meridionale
15
4
19
15,97%
Georgia
Asia occidentale
2
11
13
10,92%
17
15
32
26,89%
Totale Asia
AFRICA
Area
Camerun
%
Maschi
Femmine
Totale
Africa centro meridionale
0
2
2
1,68%
Egitto
Africa settentrionale
1
0
1
0,84%
Ghana
Africa occidentale
1
0
1
0,84%
2
2
4
3,36%
Totale Africa
%
74
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
90
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
90
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
1
4
5
4,2%
5-9
1
1
2
1,7%
10-14
2
4
6
5,0%
15-19
4
4
8
6,7%
20-24
2
4
6
5,0%
25-29
6
8
14
11,8%
30-34
9
14
23
19,3%
35-39
5
4
9
7,6%
40-44
4
10
14
11,8%
45-49
2
4
6
5,0%
Id.
75
50-54
2
9
11
9,2%
55-59
4
6
10
8,4%
60-64
2
0
2
1,7%
65-69
0
1
1
0,8%
70-74
0
0
0
0,0%
75-79
1
1
2
1,7%
80-84
0
0
0
0,0%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
45
74
119
100%
Totale
COMUNE DI SAN PIETRO VERNOTICO
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
91
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a San Pietro Vernotico al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è
risultata composta da 13.974 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 14.343. Si è, dunque,
verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 369 unità (-2,57%). Per
eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della
popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
91
Id.
76
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
92
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
14.992
-
-
-
-
2002
31 dicembre
14.931
-61
-0,41%
-
-
2003
31 dicembre
14.830
-101
-0,68%
5.003
2,96
2004
31 dicembre
14.773
-57
-0,38%
4.992
2,96
2005
31 dicembre
14.735
-38
-0,26%
5.035
2,92
2006
31 dicembre
14.667
-68
-0,46%
5.070
2,89
2007
31 dicembre
14.572
-95
-0,65%
5.081
2,86
2008
31 dicembre
14.473
-99
-0,68%
5.106
2,83
2009
31 dicembre
14.430
-43
-0,30%
5.126
2,81
2010
31 dicembre
14.380
-50
-0,35%
5.143
2,79
2011 (¹)
8 ottobre
14.343
-37
-0,26%
5.188
2,76
2011 (²)
9 ottobre
13.974
-369
-2,57%
-
-
2011
31 dicembre
13.950
-24
-0,17%
5.162
2,70
2012
31 dicembre
13.911
-39
-0,28%
5.202
2,67
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
93
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di San Pietro Vernotico nel decennio 20022012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune.
92
93
Id.
Id.
77
Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni,
quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
94
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)95:
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
221
28
0
282
11
0
+17
-44
2003
189
21
0
229
48
1
-27
-68
2004
166
41
2
229
38
1
+3
-59
2005
221
34
2
229
30
0
+4
-2
2006
180
12
1
226
5
2
+7
-40
2007
221
37
1
277
7
2
+30
-27
2008
204
26
11
284
4
4
+22
-51
2009
171
27
1
188
7
3
+20
+1
2010
208
52
1
242
5
0
+47
+14
2011 (¹)
161
17
0
196
10
5
+7
-33
2011 (²)
22
8
1
25
0
2
+8
+4
2011 (³)
183
25
1
221
10
7
+15
-29
2012
240
36
6
274
13
8
+23
-13
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
94
95
Id.
Id.
78
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2004:
Movimento naturale della popolazione
96
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)97:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
108
125
-17
2003
1 gennaio-31 dicembre
126
159
-33
2004
1 gennaio-31 dicembre
128
126
+2
2005
1 gennaio-31 dicembre
107
143
-36
2006
1 gennaio-31 dicembre
113
141
-28
2007
1 gennaio-31 dicembre
113
181
-68
2008
1 gennaio-31 dicembre
118
166
-48
2009
1 gennaio-31 dicembre
128
172
-44
2010
1 gennaio-31 dicembre
94
158
-64
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
93
97
-4
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
21
49
-28
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
114
146
-32
2012
1 gennaio-31 dicembre
116
142
-26
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
96
Id.
97
Id.
79
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a San Pietro Vernotico per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)98:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
99
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
98
99
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
562
0
0
0
287
51,1%
275
48,9%
562
4,0%
5-9
608
0
0
0
319
52,5%
289
47,5%
608
4,4%
10-14
664
0
0
0
329
49,5%
335
50,5%
664
4,8%
15-19
714
1
0
0
338
47,3%
377
52,7%
715
5,1%
%
%
%
Id.
Id.
80
20-24
806
32
0
0
447
53,3%
391
46,7%
838
6,0%
25-29
594
166
0
0
367
48,3%
393
51,7%
760
5,4%
30-34
486
407
2
4
460
51,2%
439
48,8%
899
6,4%
35-39
282
627
2
9
441
47,9%
479
52,1%
920
6,6%
40-44
188
796
16
22
476
46,6%
546
53,4%
1.022
7,3%
45-49
126
825
26
27
504
50,2%
500
49,8%
1.004
7,2%
50-54
86
770
33
23
428
46,9%
484
53,1%
912
6,5%
55-59
79
658
40
27
379
47,1%
425
52,9%
804
5,8%
60-64
86
818
77
21
453
45,2%
549
54,8%
1.002
7,2%
65-69
53
671
117
21
388
45,0%
474
55,0%
862
6,2%
70-74
52
577
141
11
350
44,8%
431
55,2%
781
5,6%
75-79
34
347
245
12
257
40,3%
381
59,7%
638
4,6%
80-84
32
239
255
0
208
39,5%
318
60,5%
526
3,8%
85-89
23
89
176
1
100
34,6%
189
65,4%
289
2,1%
90-94
8
20
90
0
36
30,5%
82
69,5%
118
0,8%
95-99
3
0
17
0
7
35,0%
13
65,0%
20
0,1%
100+
0
0
6
0
2
33,3%
4
66,7%
6
0,0%
5.486
7.043
1.243
178
6.576
47,1%
7.374
52,9%
13.950
Totale
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
81
Popolazione per età scolastica
100
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)101:
100
Id.
101
Id.
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
57
50
107
1
46
57
103
2
64
65
129
3
55
61
116
4
65
42
107
5
64
52
116
6
56
53
109
7
77
58
135
8
68
60
128
9
54
66
120
10
57
59
116
11
60
76
136
12
82
55
137
82
13
67
72
139
14
63
73
136
15
60
75
135
16
58
69
127
17
70
69
139
18
60
83
143
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 3,6 punti percentuali e una contestuale
riduzione della fascia adulti pari a 1,9 punti percentuali e della fascia giovani pari a 1,8 punti
percentuali:
Struttura per età della popolazione
102
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)103:
102
103
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
2.230
9.820
2.942
14.992
41,4
2003
2.174
9.752
3.005
14.931
41,7
2004
2.119
9.681
3.030
14.830
42,0
2005
2.077
9.591
3.105
14.773
42,4
2006
2.051
9.540
3.144
14.735
42,7
Id.
Id.
83
2007
1.997
9.515
3.155
14.667
43,0
2008
1.946
9.450
3.176
14.572
43,2
2009
1.902
9.387
3.184
14.473
43,5
2010
1.896
9.326
3.208
14.430
43,7
2011
1.869
9.273
3.238
14.380
44,0
2012
1.834
8.876
3.240
13.950
44,3
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di San Pietro Vernotico denotano, rispetto alla media
provinciale, valori superiori per gli indici di vecchiaia, di dipendenza strutturale, di ricambio e di
struttura della popolazione attiva:
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
131,9
52,7
102,8
89,6
23,7
7,2
8,4
2003
138,2
53,1
103,9
90,5
23,7
8,5
10,7
2004
143,0
53,2
100,1
92,7
24,3
8,6
8,5
2005
149,5
54,0
102,7
94,6
24,1
7,3
9,7
2006
153,3
54,5
101,9
96,6
24,2
7,7
9,6
2007
158,0
54,1
104,9
99,8
25,4
7,7
12,4
2008
163,2
54,2
109,2
101,8
25,7
8,1
11,4
2009
167,4
54,2
119,5
105,0
25,0
8,9
11,9
2010
169,2
54,7
129,1
107,3
23,8
6,5
11,0
2011
173,2
55,1
137,5
110,7
23,1
8,0
10,3
2012
176,7
57,2
140,1
114,8
22,9
8,3
10,2
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a San Pietro
Vernotico dal 2004 al 2011:
84
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
104
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 141 e rappresentano l’1% della popolazione.
La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra
una prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 38,3% di
tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 29,1% proviene invece dall’Albania:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
104
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Romania
%
Unione Europea
9
45
54
38,30%
Albania
Europa centro orientale
19
22
41
29,08%
Germania
Unione Europea
1
6
7
4,96%
Bulgaria
Unione Europea
0
3
3
2,13%
Polonia
Unione Europea
0
3
3
2,13%
Portogallo
Unione Europea
0
2
2
1,42%
Belgio
Unione Europea
0
1
1
0,71%
Id.
85
Francia
Unione Europea
Totale Europa
0
1
1
0,71%
29
83
112
79,43%
Maschi
Femmine
Totale
AFRICA
Area
Gambia
Africa occidentale
6
0
6
4,26%
Marocco
Africa settentrionale
3
1
4
2,84%
Algeria
Africa settentrionale
1
3
4
2,84%
Nigeria
Africa occidentale
1
1
2
1,42%
Sierra Leone
Africa occidentale
1
1
2
1,42%
Uganda
Africa orientale
1
0
1
0,71%
Togo
Africa occidentale
1
0
1
0,71%
Ghana
Africa occidentale
1
0
1
0,71%
Etiopia
Africa orientale
0
1
1
0,71%
Costa d'Avorio
Africa occidentale
1
0
1
0,71%
16
7
23
16,31%
Totale Africa
AMERICA
Area
Brasile
%
Maschi
Femmine
Totale
America centro meridionale
0
2
2
1,42%
Stati Uniti d'America
America settentrionale
1
0
1
0,71%
Cuba
America centro meridionale
0
1
1
0,71%
1
3
4
2,84%
Maschi
Femmine
Totale
Totale America
%
ASIA
Area
Georgia
Asia occidentale
0
1
1
0,71%
Afghanistan
Asia centro meridionale
1
0
1
0,71%
1
1
2
1,42%
Totale Asia
%
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
86
Popolazione straniera per età e sesso
105
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
105
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
2
1
3
2,1%
5-9
0
0
0
0,0%
10-14
2
3
5
3,5%
15-19
11
2
13
9,2%
20-24
6
11
17
12,1%
25-29
5
9
14
9,9%
30-34
5
13
18
12,8%
35-39
7
11
18
12,8%
40-44
2
11
13
9,2%
45-49
3
10
13
9,2%
50-54
1
8
9
6,4%
55-59
1
7
8
5,7%
60-64
0
4
4
2,8%
Id.
87
65-69
1
2
3
2,1%
70-74
1
0
1
0,7%
75-79
0
1
1
0,7%
80-84
0
0
0
0,0%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
1
1
0,7%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
47
94
141
100%
Totale
COMUNE DI TORCHIAROLO
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
106
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a Torchiarolo al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata
composta da 5. 614 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 5.197. Si è, dunque, verificata una
differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 264 unità (+5,08%). Per eliminare la
discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i
dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I
grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
106
Id.
88
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
107
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
5.125
-
-
-
-
2002
31 dicembre
5.081
-44
-0,86%
-
-
2003
31 dicembre
5.086
+5
+0,10%
1.826
2,78
2004
31 dicembre
5.067
-19
-0,37%
1.818
2,78
2005
31 dicembre
5.069
+2
+0,04%
1.821
2,78
2006
31 dicembre
5.035
-34
-0,67%
1.821
2,76
2007
31 dicembre
5.104
+69
+1,37%
1.841
2,77
2008
31 dicembre
5.113
+9
+0,18%
1.849
2,76
2009
31 dicembre
5.156
+43
+0,84%
1.867
2,76
2010
31 dicembre
5.179
+23
+0,45%
1.899
2,72
2011 (¹)
8 ottobre
5.197
+18
+0,35%
1.916
2,71
2011 (²)
9 ottobre
5.461
+264
+5,08%
-
-
2011
31 dicembre
5.461
0
0,00%
1.924
2,84
2012
31 dicembre
5.404
-57
-1,04%
1.921
2,81
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
108
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
107
108
Id.
Id.
89
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Torchiarolo nel decennio 2002-2012. I
trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
109
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)110:
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
63
3
4
124
6
0
-3
-60
2003
81
10
6
96
6
0
+4
-5
2004
63
9
3
72
17
12
-8
-26
2005
94
13
9
100
13
7
0
-4
2006
95
2
2
112
14
0
-12
-27
2007
120
33
0
98
3
0
+30
+52
2008
90
6
2
102
4
0
+2
-8
2009
106
10
6
86
1
0
+9
+35
2010
112
10
1
80
7
1
+3
+35
2011 (¹)
69
8
0
68
2
0
+6
+7
2011 (²)
19
2
1
16
2
6
0
-2
2011 (³)
88
10
1
84
4
6
+6
+5
2012
81
3
2
112
3
0
0
-29
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
109
110
Id.
Id.
90
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo nel corso dell’ultimo anno di
rilevazione:
Movimento naturale della popolazione
111
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)112:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
46
30
+16
2003
1 gennaio-31 dicembre
46
36
+10
2004
1 gennaio-31 dicembre
42
35
+7
2005
1 gennaio-31 dicembre
45
39
+6
2006
1 gennaio-31 dicembre
36
43
-7
2007
1 gennaio-31 dicembre
48
31
+17
2008
1 gennaio-31 dicembre
50
33
+17
2009
1 gennaio-31 dicembre
46
38
+8
2010
1 gennaio-31 dicembre
29
41
-12
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
39
28
+11
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
8
6
+2
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
47
34
+13
2012
1 gennaio-31 dicembre
35
63
-28
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
111
Id.
112
Id.
91
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a Torchiarolo per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)113:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
114
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
113
114
Id.
Id.
92
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
249
0
0
0
125
50,2%
124
49,8%
249
4,6%
5-9
265
0
0
0
145
54,7%
120
45,3%
265
4,9%
10-14
274
0
0
0
137
50,0%
137
50,0%
274
5,0%
15-19
313
0
0
0
158
50,5%
155
49,5%
313
5,7%
20-24
319
8
0
0
164
50,2%
163
49,8%
327
6,0%
25-29
309
80
0
1
197
50,5%
193
49,5%
390
7,1%
30-34
162
203
0
3
193
52,4%
175
47,6%
368
6,7%
35-39
90
251
1
4
176
50,9%
170
49,1%
346
6,3%
40-44
54
329
2
8
179
45,5%
214
54,5%
393
7,2%
45-49
40
341
5
8
186
47,2%
208
52,8%
394
7,2%
50-54
33
325
11
9
196
51,9%
182
48,1%
378
6,9%
55-59
12
341
15
5
187
50,1%
186
49,9%
373
6,8%
60-64
14
319
15
2
176
50,3%
174
49,7%
350
6,4%
65-69
18
241
28
4
133
45,7%
158
54,3%
291
5,3%
70-74
22
201
60
4
126
43,9%
161
56,1%
287
5,3%
75-79
8
111
65
2
82
44,1%
104
55,9%
186
3,4%
80-84
9
79
67
3
63
39,9%
95
60,1%
158
2,9%
85-89
1
41
43
0
32
37,6%
53
62,4%
85
1,6%
90-94
2
2
26
0
8
26,7%
22
73,3%
30
0,5%
95-99
0
0
3
0
1
33,3%
2
66,7%
3
0,1%
100+
1
0
0
0
0
0,0%
1
100,0%
1
0,0%
2.195
2.872
341
53
2.664
48,8%
2.797
51,2%
5.461
Totale
%
%
%
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
93
Popolazione per età scolastica
115
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)116:
115
Id.
116
Id.
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
23
22
45
1
23
28
51
2
31
25
56
3
28
23
51
4
20
26
46
5
27
23
50
6
26
20
46
7
27
32
59
8
29
25
54
9
36
20
56
10
19
22
41
11
34
30
64
12
33
22
55
94
13
23
29
52
14
28
34
62
15
23
32
55
16
33
26
59
17
41
32
73
18
36
31
67
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 3,3 punti percentuali, un’esatta
corrispondenza della fascia adulti e una riduzione della fascia giovani pari a 3,3 punti percentuali:
Struttura per età della popolazione
117
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)118:
117
118
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
906
3.408
811
5.125
38,6
2003
888
3.341
852
5.081
39,2
2004
857
3.332
897
5.086
39,7
2005
841
3.347
879
5.067
39,0
2006
861
3.292
916
5.069
39,3
2007
835
3.309
891
5.035
39,3
Id.
Id.
95
2008
818
3.326
960
5.104
40,1
2009
796
3.349
968
5.113
40,5
2010
809
3.488
859
5.156
40,0
2011
784
3.525
870
5.179
40,3
2012
788
3.632
1.041
5.461
41,9
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di Torchiarolo denotano, rispetto alla media provinciale, valori
inferiori per gli indici di vecchiaia, di ricambio della popolazione attiva e di natalità e valori
superiori per l’indice di mortalità:
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
89,5
50,4
81,4
90,6
31,4
9,0
5,9
2003
95,9
52,1
84,2
94,2
30,1
9,0
7,1
2004
104,7
52,6
80,2
95,1
30,1
8,3
6,9
2005
104,5
51,4
62,7
82,0
25,9
8,9
7,7
2006
106,4
54,0
59,9
83,0
25,9
7,1
8,5
2007
106,7
52,2
66,9
86,0
24,3
9,5
6,1
2008
117,4
53,5
69,8
87,6
24,0
9,8
6,5
2009
121,6
52,7
72,8
89,2
24,3
9,0
7,4
2010
106,2
47,8
95,1
96,4
24,7
5,6
7,9
2011
111,0
46,9
101,5
95,3
24,5
8,8
6,4
2012
132,1
50,4
111,8
108,3
24,5
6,4
11,6
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Torchiarolo dal
2004 al 2011:
96
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
119
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 80 e rappresentano l’1,5% della popolazione.
La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra
una prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 27,5% di
tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 21,3% proviene invece dall’Albania e il 18,8% dalla
Repubblica di Macedonia:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
119
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Romania
%
Unione Europea
9
13
22
27,50%
Albania
Europa centro orientale
7
10
17
21,25%
Repubblica di Macedonia
Europa centro orientale
7
8
15
18,75%
Regno Unito
Unione Europea
4
5
9
11,25%
Ucraina
Europa centro orientale
2
1
3
3,75%
Germania
Unione Europea
0
2
2
2,50%
Id.
97
Irlanda
Unione Europea
Totale Europa
ASIA
Area
Repubblica Popolare Cinese
India
0
1
1
1,25%
29
40
69
86,25%
Maschi
Femmine
Totale
Asia orientale
4
2
6
7,50%
Asia centro meridionale
1
0
1
1,25%
5
2
7
8,75%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Asia
%
AMERICA
Area
Brasile
America centro meridionale
0
1
1
1,25%
Colombia
America centro meridionale
0
1
1
1,25%
0
2
2
2,50%
Maschi
Femmine
Totale
Totale America
%
AFRICA
Area
Somalia
Africa orientale
1
0
1
1,25%
Nigeria
Africa occidentale
1
0
1
1,25%
2
0
2
2,50%
Totale Africa
%
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
120
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
120
Id.
98
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
1
0
1
1,3%
5-9
5
3
8
10,0%
10-14
0
5
5
6,3%
15-19
0
0
0
0,0%
20-24
6
2
8
10,0%
25-29
1
5
6
7,5%
30-34
4
6
10
12,5%
35-39
4
8
12
15,0%
40-44
3
3
6
7,5%
45-49
4
2
6
7,5%
50-54
2
2
4
5,0%
55-59
3
5
8
10,0%
60-64
3
1
4
5,0%
65-69
0
2
2
2,5%
70-74
0
0
0
0,0%
75-79
0
0
0
0,0%
80-84
0
0
0
0,0%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
36
44
80
100%
Totale
99
COMUNE DI TORRE SANTA SUSANNA
Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012
121
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento: la popolazione residente a Torre Santa Susanna al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è
risultata composta da 10.703 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 10.544. Si è, dunque,
verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 159 unità (+1,51%). Per
eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della
popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe.
Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012
122
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
Anno
Data rilevamento
Popolazione
residente
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
Numero
Famiglie
Media
componenti
per famiglia
2001
31 dicembre
10.601
-
-
-
-
2002
31 dicembre
10.535
-66
-0,62%
-
-
2003
31 dicembre
10.540
+5
+0,05%
3.588
2,93
2004
31 dicembre
10.588
+48
+0,46%
3.659
2,89
2005
31 dicembre
10.606
+18
+0,17%
3.713
2,85
2006
31 dicembre
10.552
-54
-0,51%
3.766
2,80
2007
31 dicembre
10.588
+36
+0,34%
3.791
2,79
2008
31 dicembre
10.576
-12
-0,11%
3.801
2,78
2009
31 dicembre
10.584
+8
+0,08%
3.829
2,76
2010
31 dicembre
10.552
-32
-0,30%
3.865
2,73
2011 (¹)
8 ottobre
10.544
-8
-0,08%
3.886
2,71
2011 (²)
9 ottobre
10.703
+159
+1,51%
-
-
2011
31 dicembre
10.708
+5
+0,05%
3.907
2,74
2012
31 dicembre
10.665
-43
-0,40%
3.917
2,72
121
122
Id.
Id.
100
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione
percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale
123
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
(*) Post-censimento
Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero
dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Torre Santa Susanna nel decennio 2002-2012.
I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli
iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli
dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative):
Flusso migratorio della popolazione
124
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
123
124
Id.
Id.
101
La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT
al 31 dicembre di ogni anno)125:
Iscritti
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
Saldo
migratorio
con
l'estero
2002
90
44
73
138
170
0
-126
-101
2003
109
18
0
151
9
0
+9
-33
2004
116
38
0
134
7
0
+31
+13
2005
116
45
0
135
4
18
+41
+4
2006
126
21
2
142
25
27
-4
-45
2007
125
39
0
147
2
0
+37
+15
2008
120
23
0
169
5
1
+18
-32
2009
126
30
0
155
6
4
+24
-9
2010
111
18
0
117
10
4
+8
-2
2011 (¹)
89
9
0
115
2
0
+7
-19
2011 (²)
32
3
0
37
0
1
+3
-3
2011 (³)
121
12
0
152
2
1
+10
-22
2012
132
14
0
155
6
21
+8
-36
Anno
1 gen-31 dic
Cancellati
Saldo
migratorio
totale
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i
decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico
seguente dall’area compresa fra le due linee, appare lievemente negativo nel corso dell’ultimo
periodo di rilevazione:
125
Id.
102
Movimento naturale della popolazione
126
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al
31 dicembre di ogni anno)127:
Anno
Bilancio demografico
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
1 gennaio-31 dicembre
119
84
+35
2003
1 gennaio-31 dicembre
119
81
+38
2004
1 gennaio-31 dicembre
113
78
+35
2005
1 gennaio-31 dicembre
121
107
+14
2006
1 gennaio-31 dicembre
80
89
-9
2007
1 gennaio-31 dicembre
113
92
+21
2008
1 gennaio-31 dicembre
105
85
+20
2009
1 gennaio-31 dicembre
111
94
+17
2010
1 gennaio-31 dicembre
75
105
-30
2011 (¹)
1 gennaio-8 ottobre
72
61
+11
2011 (²)
9 ottobre-31 dicembre
22
14
+8
2011 (³)
1 gennaio-31 dicembre
94
75
+19
2012
1 gennaio-31 dicembre
92
99
-7
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti.
Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile.
Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione
residente a Torre Santa Susanna per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012.
126
Id.
127
Id.
103
La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati
due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e
divorziati.
Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)128:
Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012
129
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
128
129
Id.
Id.
104
Maschi
Femmine
Totale
Età
Celibi
/ Nubili
Coniugati
/e
Vedovi
/e
Divorziati
/e
0-4
495
0
0
0
246
49,7%
249
50,3%
495
4,6%
5-9
489
0
0
0
258
52,8%
231
47,2%
489
4,6%
10-14
520
0
0
0
260
50,0%
260
50,0%
520
4,9%
15-19
632
1
0
0
334
52,8%
299
47,2%
633
5,9%
20-24
773
32
0
0
376
46,7%
429
53,3%
805
7,5%
25-29
610
164
0
0
403
52,1%
371
47,9%
774
7,2%
30-34
372
392
0
2
384
50,1%
382
49,9%
766
7,2%
35-39
224
533
3
7
372
48,5%
395
51,5%
767
7,2%
40-44
145
554
3
17
367
51,0%
352
49,0%
719
6,7%
45-49
113
686
13
21
403
48,4%
430
51,6%
833
7,8%
50-54
70
611
22
15
349
48,6%
369
51,4%
718
6,7%
55-59
65
575
35
6
321
47,1%
360
52,9%
681
6,4%
60-64
49
515
64
15
297
46,2%
346
53,8%
643
6,0%
65-69
28
421
44
11
245
48,6%
259
51,4%
504
4,7%
70-74
32
321
96
8
205
44,9%
252
55,1%
457
4,3%
75-79
22
217
92
2
151
45,3%
182
54,7%
333
3,1%
80-84
20
145
141
3
112
36,2%
197
63,8%
309
2,9%
85-89
13
49
115
1
54
30,3%
124
69,7%
178
1,7%
90-94
9
10
49
0
13
19,1%
55
80,9%
68
0,6%
95-99
2
1
9
0
5
41,7%
7
58,3%
12
0,1%
100+
1
0
3
0
1
25,0%
3
75,0%
4
0,0%
4.684
5.227
689
108
5.156
48,2%
5.552
51,8%
10.708
Totale
%
%
%
I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso
l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico
seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola
dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza
straniera:
105
Popolazione per età scolastica
130
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica
(Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)131:
130
Id.
131
Id.
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
55
41
96
1
33
39
72
2
56
56
112
3
49
53
102
4
53
60
113
5
38
41
79
6
52
40
92
7
56
47
103
8
55
51
106
9
57
52
109
10
47
46
93
11
43
55
98
12
47
53
100
13
60
47
107
14
63
59
122
106
15
68
54
122
16
55
50
105
17
68
55
123
18
72
70
142
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti
15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la
struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda
che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione,
evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 2,3 punti percentuali e della fascia
adulti pari a 1,6 punti percentuali, mentre la fascia giovani ha subito una riduzione pari a 4 punti
percentuali:
Struttura per età della popolazione
132
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)133:
132
133
Anno
1° gennaio
0-14 anni
15-64 anni
65+ anni
Totale
residenti
Età media
2002
1.911
7.093
1.597
10.601
37,7
2003
1.846
7.074
1.615
10.535
38,1
2004
1.804
7.103
1.633
10.540
38,3
2005
1.745
7.154
1.689
10.588
38,7
2006
1.701
7.213
1.692
10.606
38,9
2007
1.624
7.206
1.722
10.552
39,3
Id.
Id.
107
2008
1.607
7.349
1.632
10.588
39,0
2009
1.559
7.356
1.661
10.576
39,4
2010
1.559
7.436
1.589
10.584
39,5
2011
1.529
7.362
1.661
10.552
40,1
2012
1.504
7.339
1.865
10.708
41,0
Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la
popolazione residente nel Comune di Torre Santa Susanna denotano, rispetto alla media
provinciale, valori inferiori per gli indici di vecchiaia, di dipendenza strutturale, di ricambio e di
struttura della popolazione attiva:
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
strutturale
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Indice di
struttura
della
popolazione
attiva
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
1° gennaio
2002
83,6
49,5
64,1
77,9
30,5
11,3
7,9
2003
87,5
48,9
67,3
79,8
29,8
11,3
7,7
2004
90,5
48,4
66,6
81,8
29,7
10,7
7,4
2005
96,8
48,0
62,8
83,8
29,5
11,4
10,1
2006
99,5
47,0
61,3
85,1
29,6
7,6
8,4
2007
106,0
46,4
63,9
87,1
29,1
10,7
8,7
2008
101,6
44,1
62,5
84,1
28,9
9,9
8,0
2009
106,5
43,8
71,0
86,7
28,1
10,5
8,9
2010
101,9
42,3
82,4
91,3
26,5
7,1
9,9
2011
108,6
43,3
96,1
94,0
24,9
8,8
7,1
2012
124,0
45,9
101,6
96,0
23,8
8,6
9,3
Anno
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
1 gen-31 dic 1 gen-31 dic
Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi
dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Torre Santa
Susanna dal 2004 al 2011:
Andamento della popolazione con cittadinanza straniera
108
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
134
Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 66 e rappresentano l’0,6% della popolazione.
La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra
una prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 47% di tutti
gli stranieri presenti sul territorio:
Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e
ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
134
EUROPA
Area
Maschi
Femmine
Totale
Romania
%
Unione Europea
10
21
31
46,97%
Repubblica di Macedonia
Europa centro orientale
3
3
6
9,09%
Albania
Europa centro orientale
1
1
2
3,03%
Svizzera
Altri paesi europei
1
1
2
3,03%
Portogallo
Unione Europea
1
1
2
3,03%
Polonia
Unione Europea
0
2
2
3,03%
Bosnia-Erzegovina
Europa centro orientale
0
1
1
1,52%
Grecia
Unione Europea
0
1
1
1,52%
Id.
109
Repubblica Moldova
Europa centro orientale
0
1
1
1,52%
Germania
Unione Europea
0
1
1
1,52%
Francia
Unione Europea
0
1
1
1,52%
Bulgaria
Unione Europea
0
1
1
1,52%
16
35
51
77,27%
Maschi
Femmine
Totale
Totale Europa
ASIA
Area
India
Asia centro meridionale
4
3
7
10,61%
Repubblica Popolare Cinese
Asia orientale
2
2
4
6,06%
6
5
11
16,67%
Totale Asia
AFRICA
Area
Egitto
Tunisia
%
Maschi
Femmine
Totale
Africa settentrionale
1
1
2
3,03%
Africa settentrionale
1
1
2
3,03%
2
2
4
6,06%
Totale Africa
%
Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera
residente per età e sesso:
Popolazione straniera per età e sesso
135
Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011
135
Id.
110
Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011):
Età
Stranieri
Maschi
Femmine
Totale
%
0-4
0
2
2
3,0%
5-9
1
2
3
4,5%
10-14
3
1
4
6,1%
15-19
3
2
5
7,6%
20-24
1
3
4
6,1%
25-29
4
7
11
16,7%
30-34
1
5
6
9,1%
35-39
5
6
11
16,7%
40-44
2
6
8
12,1%
45-49
1
3
4
6,1%
50-54
2
3
5
7,6%
55-59
0
2
2
3,0%
60-64
0
0
0
0,0%
65-69
1
0
1
1,5%
70-74
0
0
0
0,0%
75-79
0
0
0
0,0%
80-84
0
0
0
0,0%
85-89
0
0
0
0,0%
90-94
0
0
0
0,0%
95-99
0
0
0
0,0%
100+
0
0
0
0,0%
24
42
66
100%
Totale
I dati comparativi dei singoli Comuni permettono un’analisi generale del contesto sociodemografico dell’Ambito.
La componente della “popolazione attiva” risulta tutto sommato superiore rispetto alla popolazione
anziana e a quella giovanile, con un valore pari al 67%. Ad ogni modo, vi è un indice di dipendenza
o di carico sociale considerevole, poiché sul totale della popolazione attiva insiste un indice di
disoccupazione pari a circa il 30%, con lievi differenziazioni comunali: l’emergenza occupazionale
rilevata dai dati statistici è confermata dalle numerose richieste di lavoro anche saltuario che
quotidianamente pervengono agli uffici comunali dei servizi sociali.
Le informazioni fornite dai Centri per l’impiego della Provincia di Brindisi hanno come base di
rilevazione gli utenti iscritti che, pur non coprendo l’intera popolazione attiva, offrono uno spaccato
preciso sulla situazione occupazionale dei singoli Comuni rapportata all’ambito provinciale:
111
Tasso di occupazione al 31 dicembre 2012
Nostra rielaborazione su dati ISTAT e Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e
formazione professionale
COMUNE
Maschi
Cellino S. M.
Erchie
Latiano
Mesagne
San Donaci
San Pancrazio S.
San Pietro V.co
Torchiarolo
Torre S. Susanna
TOTALE AMBITO
TOTALE
PROV. BR
Femmine
Totale
Tasso di occupazione (%)
Popolazione
attiva
(15-64 anni)
Maschi
Femmine
Totale
715
1.118
1.695
2.767
651
1.062
1.495
603
1.289
11.395
673
905
1.380
2.746
591
859
1.163
378
1.129
9.824
1.388
2.023
3.075
5.513
1.242
1.921
2.658
981
2.418
21.219
4.378
5.978
9.916
18.328
4.356
6.815
8.876
3.632
7.339
69.618
16,33
18,70
17,09
15,09
14,94
15,58
16,84
16,60
17,56
16,36
15,37
15,14
13,92
14,98
13,57
12,60
13,10
10,40
15,38
14,11
31,70
33,84
31,01
30,07
28,51
28,18
29,94
27,00
32,94
30,47
39.714
33.110
72.824
265.541
14,95
12,47
27,42
25-29 anni
30-34 anni
35-39 anni
40-44 anni
45-54 anni
Oltre 55
Cellino S. M.
Erchie
Latiano
Mesagne
S.Donaci
S.Pancrazio S.
S.Pietro V.co
Torchiarolo
Torre S. S.
TOTALE
AMBITO
TOTALE
PROV. BR
20-24 anni
COMUNE
Fino a 19
anni
Occupati al 31 dicembre 2012 per fasce di età
Statistica Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e formazione professionale
6
8
20
19
5
12
9
1
16
101
148
259
412
78
120
254
77
217
179
305
467
809
162
312
360
146
391
193
278
422
790
184
313
403
141
333
244
285
455
884
212
281
399
139
348
192
252
434
765
177
227
365
123
311
291
445
674
1.177
281
378
557
219
524
182
302
344
657
143
278
311
135
278
96
1.666
3.131
3.057
3.247
2.846
4.546
2.630
458
6.554
11.589
10.642
11.430
9.552
14.442
8.153
112
136
Tasso di disoccupazione al 31 dicembre 2012
Nostra rielaborazione su dati ISTAT e Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e
formazione professionale
COMUNE
Maschi
Cellino S. Marco
Erchie
Latiano
Mesagne
San Donaci
San Pancrazio Sal.
San Pietro V.co
Torchiarolo
Torre S. Susanna
TOTALE AMBITO
TOTALE PROV. BR
577
770
1.359
2.619
512
973
1.137
519
874
9.340
33.373
Femmine
Totale
722
837
1.584
3.193
643
1.351
1.528
669
939
11.466
43.751
Popolazione attiva
(15-64 anni)
1.299
1.607
2.943
5.812
1.155
2.324
2.665
1.188
1.813
20.806
77.124
4.378
5.978
9.916
18.328
4.356
6.815
8.876
3.632
7.339
69.618
265.541
Tasso di disoccupazione (%)
Maschi
Femmine
Totale
13,18
12,88
13,70
14,29
11,75
14,28
12,81
14,29
11,91
13,41
12,57
16,49
14,00
15,97
17,42
14,76
19,82
17,21
18,42
12,79
16,47
16,47
29,67
26,88
29,67
31,71
26,51
34,10
30,02
32,71
24,70
29,88
29,04
25-29 anni
30-34 anni
35-39 anni
40-44 anni
45-54 anni
Oltre 55
Cellino S. M.
Erchie
Latiano
Mesagne
S.Donaci
S.Pancrazio S.
S.Pietro V.co
Torchiarolo
Torre S. S.
TOTALE
AMBITO
TOTALE
PROV. BR
20-24 anni
COMUNE
Fino a 19
anni
Disoccupati al 31 dicembre 2012 per fasce di età
Statistica Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e formazione professionale
34
69
195
226
30
80
74
44
83
147
257
376
777
126
296
267
144
301
136
214
350
629
144
282
298
153
235
191
254
409
819
188
361
439
179
318
177
163
347
743
189
301
351
155
233
129
134
315
636
123
248
327
104
136
246
268
523
1.064
181
400
466
213
267
239
248
428
918
174
356
443
196
240
835
2.691
2.441
3.158
2.659
2.152
3.628
3.242
2.631
9.175
8.867
11.519
10.467
8.528
13.740
12.197
Un indicatore dall’elevato impatto sociale è quello relativo alla situazione reddituale, che riporta il
numero dei dichiaranti, il reddito totale, la distribuzione per fascia di reddito, la media per
dichiarante e quella per popolazione.
Di seguito viene riportata la situazione reddituale per i singoli Comuni dell’Ambito137:
CELLINO SAN MARCO
136
Calcolato sul numero delle persone in cerca di occupazione che hanno dichiarato l’immediata disponibilità al lavoro
ai sensi del D. Lgs. 181/2000.
137
Dati locali anno per anno sul reddito imponibile persone fisiche ai fini delle addizionali all'Irpef. Elaborazione
www.comuni-italiani.it su dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Importi in euro, dati rapportati alla
popolazione Istat al 31 dicembre.
113
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
2.918
6.799
42,9%
40.977.929
14.043
6.027
2006
3.063
6.782
45,2%
43.836.366
14.312
6.464
2007
2.936
6.772
43,4%
47.759.890
16.267
7.053
2008
3.022
6.756
44,7%
49.603.764
16.414
7.342
2009
3.084
6.753
45,7%
50.730.313
16.450
7.512
2010
3.077
6.755
45,6%
51.729.817
16.812
7.658
ERCHIE
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
3.001
8.989
33,4%
39.876.069
13.288
4.436
2006
3.092
8.986
34,4%
42.722.682
13.817
4.754
2007
3.022
8.996
33,6%
48.130.298
15.927
5.350
2008
3.229
8.995
35,9%
51.300.453
15.887
5.703
2009
3.340
9.011
37,1%
53.065.608
15.888
5.889
2010
3.306
8.947
37,0%
54.055.214
16.351
6.042
LATIANO
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
6.279
15.208
41,3%
90.099.108
14.349
5.924
2006
6.466
15.144
42,7%
94.970.964
14.688
6.271
2007
6.374
15.106
42,2%
104.066.131
16.327
6.889
2008
6.608
15.072
43,8%
109.489.507
16.569
7.264
2009
6.803
15.052
45,2%
112.409.622
16.524
7.468
2010
6.777
15.020
45,1%
114.928.167
16.959
7.652
MESAGNE
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
11.571
28.117
41,2%
178.213.673
15.402
6.338
2006
11.842
27.902
42,4%
189.653.628
16.015
6.797
2007
11.857
27.897
42,5%
211.901.035
17.871
7.596
2008
12.234
27.817
44,0%
220.603.557
18.032
7.931
2009
12.433
27.827
44,7%
228.030.442
18.341
8.195
2010
12.473
27.860
44,8%
232.176.195
18.614
8.334
SAN DONACI
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
3.108
7.021
44,3%
44.620.221
14.357
6.355
2006
3.243
7.002
46,3%
48.342.190
14.907
6.904
114
2007
3.134
6.965
45,0%
52.347.668
16.703
7.516
2008
3.210
7.087
45,3%
54.456.697
16.965
7.684
2009
3.251
7.074
46,0%
55.796.740
17.163
7.888
2010
3.240
7.050
46,0%
56.051.835
17.300
7.951
SAN PANCRAZIO SALENTINO
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
4.258
10.471
40,7%
61.225.175
14.379
5.847
2006
4.465
10.482
42,6%
65.853.442
14.749
6.283
2007
4.459
10.463
42,6%
73.781.312
16.547
7.052
2008
4.567
10.399
43,9%
77.021.390
16.865
7.407
2009
4.614
10.367
44,5%
78.496.573
17.013
7.572
2010
4.613
10.342
44,6%
80.022.949
17.347
7.738
SAN PIETRO VERNOTICO
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
6.128
14.735
41,6%
93.504.664
15.259
6.346
2006
6.389
14.667
43,6%
100.454.540
15.723
6.849
2007
6.253
14.572
42,9%
110.833.389
17.725
7.606
2008
6.398
14.473
44,2%
115.535.295
18.058
7.983
2009
6.371
14.430
44,2%
116.186.682
18.237
8.052
2010
6.388
14.380
44,4%
118.217.820
18.506
8.221
TORCHIAROLO
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
2.098
5.069
41,4%
28.605.267
13.635
5.643
2006
2.206
5.035
43,8%
31.280.811
14.180
6.213
2007
2.159
5.104
42,3%
35.297.577
16.349
6.916
2008
2.309
5.113
45,2%
38.389.924
16.626
7.508
2009
2.308
5.156
44,8%
38.014.754
16.471
7.373
2010
2.293
5.179
44,3%
38.476.027
16.780
7.429
TORRE SANTA SUSANNA
Anno
Dichiaranti
Popolazione
%pop
Importo
Media/Dich.
Media/Pop.
2005
3.875
10.606
36,5%
54.025.669
13.942
5.094
2006
4.037
10.552
38,3%
57.177.006
14.163
5.419
2007
3.831
10.588
36,2%
62.347.401
16.274
5.888
2008
4.130
10.576
39,1%
65.990.792
15.978
6.240
115
2009
4.271
10.584
40,4%
68.440.331
16.024
6.466
2010
4.217
10.552
40,0%
70.230.533
16.654
6.656
Anagraficamente si registra il rientro sul territorio di nuclei familiari emigrati al Nord a causa della
grande crisi che attualmente ha investito il nostro Paese, e che ha comportato la chiusura di
moltissime piccole/grandi fabbriche ed esercizi commerciali.
L’agricoltura, che rimane asse portante del sistema economico locale, potenzialmente favorita
dalle condizioni climatiche per il conseguimento di produzioni di qualità, è penalizzata da alcuni
limiti specifici quali: la scarsa disponibilità di risorse idriche, la presenza di una struttura aziendale
polverizzata, un basso livello di integrazione agro-industriale, una struttura commerciale inadeguata
e limitata da carenze infrastrutturale nel settore trasporti.
Inoltre, le recenti vicissitudini del settore siderurgico (Gruppo ILVA) hanno ulteriormente
accresciuto e aggravato le già precarissime condizioni occupazionali del territorio.
Per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazione, esso non appare molto diffuso nei Comuni
dell’Ambito, se si eccettua quello di Latiano dove da tempo si è insediata una numerosa comunità
straniera proveniente dal Marocco, ormai integrata nel contesto socio-produttivo del territorio. I
Paesi di provenienza più rappresentati nelle statistiche degli immigrati sono, oltre al Marocco,
Romania e Albania. E’ interessante notare come, mentre per i cittadini romeni prevalgono le figure
femminili, per la popolazione marocchina il flusso migratorio è costituito dal genere maschile, il
tutto a conferma anche della consuetudine lavorativa che da tempo si è radicata nel nostro Paese: le
rumene nell’ambito del mercato delle badanti per anziani e i marocchini per il mercato di oggetti
tipici africani.
I dati fin qui riportati sono utili per riflettere sulle caratteristiche della popolazione, considerazioni
di cui i servizi non possono non tener conto nell’attuazione di politiche sociali che rispondano ai
requisiti di efficacia e di adeguatezza.
Se la nuova domanda sociale riguarda coloro che si affacciano alla porta dei servizi sociali per la
prima volta, la domanda sociale consolidata afferisce, per contro, a coloro che hanno già avuto
contatti con i servizi sociali o, in altri termini, a coloro che hanno già avuto risposte puntuali o
sostegni concreti alle loro richieste d’aiuto; sono coloro che, in un’accezione qualitativamente
estensiva, possono essere considerati parte costitutiva dell’utenza dei servizi e che presentano quella
che è stata definita “domanda sociale consolidata”.
La presente lettura dei dati intende mettere in evidenza i cambiamenti, le novità e le conferme sia
della nuova domanda sociale, sia della domanda sociale consolidata.
Un interessante quadro analitico emerge dalla lettura dei dati relativi alla tipologia di potenziali
utenti dei servizi, da cui si evince che la nuova domanda sociale proviene prevalentemente dalla
categoria degli anziani, dei minori e della famiglia.
Di seguito viene descritta l’evoluzione della domanda sociale in riferimento ai servizi attivati nel
corso del primo e del secondo Piano di Zona.
116
AREA ANZIANI
L’area anziani è quella che risulta più strutturata in quanto i servizi si possono ormai definire
consolidati e integrati.
Nel Piano di Zona 2010/2012 erano stati programmati i seguenti servizi:
 ADI;
 SAD anziani e disabili;
 Telesoccorso e Teleassistenza;
 Assegno di cura;
 AIP
tutti espletati e ancora in corso di erogazione; il bisogno emergente permane sempre quello
dell’intervento a domicilio.
Tutti i Comuni dispongono del Servizio Sociale Professionale facente anche funzioni di Segretariato
Sociale per l’orientamento e la presa in carico della domanda proveniente dalla popolazione
anziana.
La compartecipazione al costo del servizio avviene per tutti i servizi a domanda individuale,
mediante la valutazione dell’ISEE per una uniformità nel trattamento degli anziani residenti, che
accedono ai servizi nel rispetto del regolamento unico per l’accesso ai servizi.
Nonostante la presenza dei servizi domiciliari, il bisogno risulta ancora NON soddisfatto, come si
evince dalla tabella sottostante:
ADI –
BENEFICIARI
RICHIESTI
73 + ASL
SAD – Anziani e
disabili
BENEFICIARI
254
RICHIESTI
ASSEGNO DI CURA
AIP
BENEFICIARI
RICHIESTI
BENEFICIARI
RICHIESTI
157
778
66
384
AREA DISABILI
Sui Comuni dell’ambito, pressoché in maniera omogenea, sono presenti i seguenti servizi:
 SERVIZI DIURNI E RESIDENZIALI: compartecipazione alle rette per la quota sociale
per l’inserimento nei Centri socio-educativi-riabilitativi.
 TRASPORTO SOCIALE: trasporti quotidiani presso servizi diurni e presso le strutture
riabilitative.
 INTEGRAZIONE SCOLASTICA: assistenza all’autonomia, vale a dire assistenza a
persone presso le scuole di ogni ordine, dall’infanzia alle scuole secondarie di II grado;
trasporto scolastico per alcuni disabili presso le scuole di ogni ordine e presso istituti
specializzati. Questo servizio risulta essere quello emergente, urgente e indispensabile. Ai
sensi della Legge 104/92, al fine di garantire alle persone in situazione di handicap il diritto
all’educazione scolastica nelle forme di apprendimento, comunicazione, autonomia e
socializzazione, tutti i Comuni forniscono il servizio di assistenza individualizzato nelle
scuole di ogni ordine e grado, così come meglio dettagliato nella tabella seguente:
117
COMUNI
Cellino San Marco
Erchie
Latiano
Mesagne
San Donaci
S. Pancrazio Salentino
S. Pietro Vernotico
Torchiarolo
Torre Santa Susanna
NR. ALUNNI ASSISTITI
3
14
23
15
0
9
10
5
18
Il dato dimostra che la precedente programmazione è stata orientata, in buona parte, sui servizi
sopra descritti, ritenuti prioritari, oltre che a rafforzare quelli a valenza di ambito quali ADI e SAD
disabili ed anziani.
Si riportano i dati attuali:
ADI e SAD disabili e anziani
COMUNI
BENEFICIARI ADI BENEFICIARI SAD
Cellino San Marco
Erchie
Latiano
Mesagne
San Donaci
S. Pancrazio Salentino
S. Pietro Vernotico
Torchiarolo
Torre Santa Susanna
5
8
9
17
9
6
7
1
10
16
12
28
102
2
24
10
14
58
Totale
72
266
118
Assegno di cura
ISTANZE
PERVENUTE VALUTATE AMMISSIBILI INAMMISSIBILI AMMESSE E LIQUIDATE
778
778
543
COMUNI
235
147
ISTANZE AMMESSE
Cellino San Marco
8
Erchie
23
Latiano
21
Mesagne
31
San Donaci
8
S. Pancrazio Salentino
16
S. Pietro Vernotico
16
Torchiarolo
4
Torre Santa Susanna
20
Totale
147
Assistenza indiretta personalizzata
ISTANZE
PERVENUTE VALUTATE AMMISSIBILI INAMMISSIBILI AMMESSE E LIQUIDATE
384
384
361
COMUNI
23
66
BENEFICIARI
Cellino San Marco
4
Erchie
3
Latiano
26
Mesagne
9
San Donaci
2
S. Pancrazio Salentino
2
S. Pietro Vernotico
3
Torchiarolo
5
Torre Santa Susanna
12
Totale
66
119
Dai dati sopra esposti si può constatare che i servizi domiciliari sono assicurati ma in maniera
insufficiente rispetto alla domanda. Per questo motivo, il nuovo piano di zona si propone di
conseguire i target regionali e possibilmente oltrepassarli, con l’intento di qualificare e migliorare la
vita sociale e soprattutto sanitaria dei cittadini facenti parte dell’Ambito, anche attraverso i
contributi pervenuti dalle associazioni di volontariato, dalle organizzazioni sindacali, dalle
cooperative sociali e dalle diverse istituzioni presenti ai tavoli di concertazione relativamente alle
tre aree tematiche del Piano Sociale di Zona.
AREA MINORI E FAMIGLIE
La presente area è quella più numerosa e con problematiche più complesse rispetto alle altre,
soprattutto per la fascia di età tra i 15 e i 19 anni e per le questioni legate alla tossicodipendenza, al
bullismo, all’alcool, alle ludopatie e altre forme di dipendenza, ecc.
I servizi espletati nel triennio 2010-2012 sono:
ADE
Servizio rivolto al sostegno educativo all’interno di nuclei familiari che presentano carenze
culturali-educative; il rilevante numero di minori affidati ai servizi sociali ha consentito ai
nove Comuni di evitare l’inserimento in strutture residenziali:
COMUNI
NUCLEI FAMILIARI IN ADE INSERIMENTI IN STRUTTURA
Cellino San Marco
9
-
Erchie
15
-
Latiano
23
-
Mesagne
23
-
San Donaci
4
-
S. Pancrazio Salentino
6
-
S. Pietro Vernotico
7
-
Torchiarolo
7
-
Torre Santa Susanna
10
-
Totale
95
-
Centro risorse per la famiglia
E’ stata data continuità al servizio attivando n. 2 centri, di cui uno per l’area nord (Mesagne,
Latiano, Erchie, Torre S. Susanna), e l’altro per l’area sud (S. Pancrazio Salentino, Cellino
San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, San Donaci). I servizi sono attualmente
sospesi e con l’attuale programmazione si cercherà di riattivarli, poiché rappresentano per le
famiglie o i singoli un’opportunità di ascolto attraverso le figure professionali di mediatore
familiare, psicologo, assistente sociale ed educatori:
120
COMUNI
ASILO NIDO COMUNALE
INSERIMENTI
LISTA
D’ATTESA
ASILO NIDO PRIVATO
INSERIMENTI
LISTA D’ATTESA
Cellino San Marco
Erchie
Latiano
Mesagne
San Donaci
S. Pancrazio Salentino
S. Pietro Vernotico
Torchiarolo
Torre Santa Susanna
Inserimenti lavorativi tramite borse lavoro
La crisi economica è largamente sentita sul territorio, e le limitate offerte di lavoro
aumentano il disagio sociale e la povertà. In quest’ottica, sono stati programmati gli
inserimenti lavorativi protetti sia presso aziende locali che presso istituzioni pubbliche. Tale
servizio si è dimostrato l’unico in grado di dare dignità alla persona e alla famiglia, e la
programmazione è nel senso del suo consolidamento
AREA IMMIGRATI
I precedenti Piani Sociali di Zona hanno consentito l’attivazione di n. 2 sportelli immigrati, uno
con sede presso il Comune capofila per la popolazione dell’area nord (Mesagne, Latiano, Torre S.
Susanna ed Erchie), l’altro con sede a San Pietro Vernotico per la popolazione dell’area sud (San
Pancrazio Salentino, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, San Donaci). Ad
entrambi i servizi sono state assicurate risorse umane con la qualifica di intermediatore culturale e
operatore socio-culturale, individuati con apposito avviso pubblico. Gli sportelli orientano i cittadini
stranieri ai servizi in funzione dei bisogni espressi, si occupano delle pratiche riguardanti i
ricongiungimenti familiari, il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno e della carta di
soggiorno e facilitano l’integrazione e l’accesso ai servizi sanitari e scolastici.
Molto proficuo è stato lo Sportello itinerante istituito nell’area nord dei Comuni dell’Ambito, che
ha consentito al servizio di raggiungere il cittadino e non viceversa, facilitando l’accesso anche a
coloro che sono privi di mezzi di trasporto.
Con la presente programmazione ci si propone di confermare e consolidare il servizio.
121
AREA DIPENDENZE E SALUTE MENTALE
Le problematiche di quest’area, di per sé complesse e spesso associate a condizioni di povertà
economica, di insicurezza sociale, di scarse relazioni significative e di dipendenza, talvolta
evolvono in condizioni di grave emarginazione sociale.
Fronteggiare i bisogni espressi da questa categoria di soggetti, che qui si intende considerare come
appartenenti ad un’unica area, pur nella specificità delle diverse condizioni, significa utilizzare una
metodologia di intervento sociale che promuova e sviluppi le capacità del singolo con l’obiettivo di
sostenere il percorso di emancipazione. In collaborazione con i servizi sanitari del Ser.T e del DSM,
sono stati attivati interventi finalizzati all’inserimento lavorativo protetto, attraverso progetti
individualizzati di reinserimento sociale. La finalità complessiva è quella di disegnare un sistema
di offerta meno centrato sull’ospedalità e sulla residenzialità e più spostato verso attività di
inclusione sociale e domiciliarità assistita.
WELFARE D’ACCESSO
Nonostante nella precedente programmazione sia stato adottato il regolamento per la PUA, ancora
oggi l’accesso passa attraverso il servizio sociale professionale che svolge anche funzioni di
segretariato sociale. Le prestazioni sociosanitarie vengono concordate in UVM con sede presso il
Distretto della ASL n. 4. I riferimenti normativi dettati dalla legislazione regionale, gli obiettivi e i
programmi dell’Osservatorio provinciale, l’aumento dei bisogni in tutte le aree dei servizi sociali,
IMPONGONO un maggiore investimento in detta area.
122
1.2
LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DI SERVIZI SOCIALI,
SOCIO-EDUCATIVI E SOCIO-SANITARI
a.
LA MAPPA DELLE STRUTTURE DEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATI AUTORIZZATI AL
FUNZIONAMENTO
La mappa delle strutture e dei servizi autorizzati al funzionamento si è consolidata nel tempo e
attualmente si configura come di seguito:
Strutture Residenziali per Minori presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale
1. Centro socio-educativo diurno “Il tulipano” (art. 52 reg. r. n. 4/2007)
Via Brodolini, 57 - Mesagne
Iscrizione nel registro regionale n. 1008 del 18.10.2011
2. Centro socio-educativo diurno "Abracadabra" (art. 52 reg. r. n. 4/2007)
Via Meucci, 7-9-11 - Mesagne
Divenire Società Cooperativa Sociale
Iscrizione nel registro regionale n. 813 del 11.07.2012
3. Comunità educativa per minori "Emilia De Nicola" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007)
Via Brodolini, 57 - Mesagne
Cooperativa Sociale OASI a r.l.
Iscrizione nel registro regionale n. 859 del 24.07.2012
4. Comunità educativa per minori “La Ginestra” (art. 48 Reg. R. n. 4/2007)
Via Brodolini, 47 - Mesagne
Cooperativa Sociale OASI a r.l.
Iscrizione nel registro regionale n. 860 del 24.07.2012
5. Comunità socio-educativa residenziale per minori "Verso il sole" (art. 48 Reg. R. n.
4/2007)
Contrada Corcioli - S.S. Mesagne - Latiano
Cooperativa Sociale Onlus Kaleidos
Iscrizione nel registro regionale n. 780 del 05.07.2012
6. Comunità educativa "La Tavolozza" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007)
Via F. Muscogiuri, 13 - Mesagne
123
Divenire Società Cooperativa Sociale
Iscrizione nel registro regionale n. 179 del 17.03.2010
7. Comunità educativa "Mondo azzurro" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007)
Contrada Lu Mestru, Via Prov.le per Latiano km 6,3 - Mesagne
Cooperativa Sociale “Sostegno” a r.l.
Iscrizione nel registro regionale n. 1008 del 18.10.2011
8. Comunità educativa “Stella del Salento” (art. 48 Reg. R. n. 4/2007)
Contrada Lu Mestru, Via Prov.le per Latiano km 6,3 - Mesagne
Cooperativa Sociale “Sostegno” a r.l.
Iscrizione nel registro regionale n. 559 del 02.08.2010
9. Comunità Familiare "La Tegola Blu"
Viale Cotrino, 8 – Latiano
10. Comunità Educativa "Esperanto"
Via G. De Nitto, 63 – Latiano
11. Comunità Educativa "Avvenire"
Via Manzoni, 27 – Latiano
12. Gruppo Appartamento “Il Sorriso”
Via Caterina Scazzeri, 131 – Latiano
13. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “Flora”
Via G. Di Vittorio, 29 - Latiano
Coop. Soc. “Siderea”
14. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “Arca di Noè”
Viale Cotrino, 81 – Latiano
Coop. Soc. “Artemide”
15. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “La magnolia”
Via A. Moro, 3 I Piano - Latiano
Coop. Soc. “I Giardini del Sole”
16. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “La Casa di Nina”
Via Lamarina, 81 - Latiano
Soc. Coop. “Harmonia”
17. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “La Bussola”
Via Francavilla, 23 - Latiano
Soc. Coop. “Sostegno”
124
18. Comunità Educativa “Il Riccio”
Via Aldo Moro, 3 - Latiano
Soc. Coop. “I Giardini del sole”
19. Comunità Alloggio per minori anche stranieri non accompagnati “Teranga”
Via Oria, 16 - Torre Santa Susanna
Asili Nido presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale
1. Asilo Nido Cooperativa “Cresciamo Insieme” (art. 53 reg. r. n. 4/2007)
Via Monte Bianco snc – Mesagne
Cooperativa Sociale “Cresciamo insieme” a r.l.
Iscrizione nel registro regionale n. 547 del 26.06.2008
2. Scuola dell'infanzia - micro nido “L'arcobaleno” (art. 53 reg. r. n. 4/2007)
Via Pacinotti, 39 - Mesagne
Associazione “L’Arcobaleno”
Iscrizione nel registro regionale n. 556 del 02.08.2010
3. Asilo Nido “Rini Scazzeri” (art. 53 reg. r. n. 4/2007)
Via Santa Rosa Largo S. Pio, 2 - Mesagne
Società Cooperativa Sociale “Sillabando”
Iscrizione nel registro regionale n. 160 del 30.03.2009
4. Asilo Nido Comunale “Vincenzo Cavaliere” (art. 53 reg. r. n. 4/2007)
Via Guglielmo Marconi, 145 - Mesagne
Iscrizione nel registro regionale n. 1023 del 04.11.2013
5. Scuola dell'infanzia paritaria "Nazareth"
Via San Pancrazio, 42 - San Donaci
6. Associazione di promozione sociale Asilo nido “Fratelli Pirò”
Via Caneva, 30 – Torchiarolo
7. Asilo Nido Cooperativa “Cresciamo Insieme”
Via Aldo Moro, 23 - San Pancrazio Salentino
8. Asilo Nido Comunale
Via Cellini, 5 - Torre Santa Susanna
125
9. Asilo Nido “La Bottega della Fantasia”
Via Virgilio, 17 - Latiano
Soc. Coop. “La Bottega della Fantasia”
10. Asilo nido “L’Albero dell’Esperienza”
via Bellini - Latiano
Soc. Coop. L’Albero dell’Esperienza
11. Ludoteca “La Girandola”
Via Attilio Spinelli - Latiano
Soc. Coop. “La Girandola”
Strutture Residenziali per Anziani presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale
1. Residenza protetta “Villa Iris” - Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA) (art. 66 Reg. R.
n. 4/2007)
Via Tito Speri snc - Mesagne
Iscrizione nel registro regionale n. 149 del 07.03.2008
2. Residenza protetta “Villa Quercia” - Centro diurno (art. 68 Reg. R. n. 4/2007)
Via San Pancrazio km 1 - Mesagne
Iscrizione provvisoria nel registro comunale n. 59 del 08.02.2007
3. Comunità alloggio “Villa Quercia” (art. 62 Reg. R. n. 4/2007)
Via San Pancrazio km 1 - Mesagne
Iscrizione provvisoria nel registro comunale n. 68 del 08.02.2007
4. Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA) “Sant’Antonio di Padova” (art. 66 Reg. R. n.
4/2007)
Via Arno 9 - Mesagne
Congregazione Suore Oblate “Sant’Antonio di Padova”
Iscrizione nel registro regionale n. 641 del 21.09.2010
5. Comunità alloggio “Villa Rosa” (art. 62 Reg. R. n. 4/2007)
Via Vignola snc - Mesagne
Società Cooperativa Sociale “Villa Rosa”
Iscrizione nel registro regionale n. 7 del 13.01.2011
6. Comunità alloggio “Comunità Sanese” (art. 62 Reg. R. n. 4/2007)
126
Via Giusti 48 - Mesagne
Comunità Sanese Società Cooperativa
Iscrizione nel registro regionale n. 849 del 23.07.2012
7. Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA) “Villa Bianca” (art. 66 Reg. R. n. 4/2007)
Via per Torre S. Susanna snc - Mesagne
Residenza sociosanitaria Mesagne srl
Iscrizione nel registro regionale n. 114 del 18.02.2013
8. Casa Di Riposo “Rosa Aloisio”
Via S. Margherita 47 - Latiano
9. Residenza Protetta “Rosa Aloisio”
Via De Gasperi 14 - Latiano
10. RSSA “C. Scazzeri”
Viale Cotrino, 1 - Latiano
11. RSSA “Santa Lucia”
Via Roma, 85 - Erchie
12. Casa per la vita “Giovanni Paolo II”
Via Garibaldi - Latiano
Srl. Fiordaliso
13. “Casa per la vita”
Via Santa Margherita, 75 - Latiano
Soc. Coop. “Marana-tha”
14. “Casa per la vita”
Vico Gioberti - Latiano
Soc. Coop. “Marana-tha”
15. “Casa per la vita”
Via Sant’Antonio, 75 - Latiano
Soc. Coop. “Le Ali”
16. Casa per la vita “Madonna del Rosario”
Via Manzoni, 23 - Latiano
Fondazione “Opera Beato Bartolo Longo”
17. Comunità Alloggio “Antonio Maria Leo”
Piazza Carmelitani - Torre S. Susanna
127
18. Casa di riposo “Saverio Vita”
Piazza P. Faggiano – San Donaci
19. Casa di riposo “Agrifoglio”
C.da Episcopana, sn –Torre S. Susanna
20. Casa per la Vita “Don Tonino Bello”
Via Erchie, 63 - Torre S. Susanna
Strutture per soggetti diversamente abili presenti sul territorio dell’Ambito
Territoriale
1. Centro diurno socio-educativo e riabilitativo “Villa Cavaliere” (art. 60 Reg. R. n. 4/2007)
Via Prov.le San Vito dei Normanni km 1 -Mesagne
Cooperativa Sociale Alba
Iscrizione nel registro regionale n. 246 del 01.04.2010
2. Centro diurno socio-educativo e riabilitativo “Pino Pagliara” (art. 60 Reg. R. n. 4/2007)
Via San Lorenzo Martire 49 - Mesagne
Cooperativa Sociale Alba
Iscrizione nel registro regionale n. 810 del 16.10.2008
3. Residenza socio-sanitaria assistenziale per diversamente abili (RSSA) “Casa Melissa” (art. 58
Reg. R. n. 4/2007)
Via per Torre S. Susanna snc - Mesagne
Residenza socio-sanitaria Mesagne srl
Iscrizione nel registro regionale n. 840 del 12.09.2013
4. Struttura Semiresidenziale Centro Di Terapia Occupazionale Associazione "La Rinascita"
Strada Statale 16 Km 930 Sn San Pietro Vernotico
5. Comunità socio-riabilitativa “MYOSOTIS”
Erchie
Sono inoltre in fase di implementazione i programmi di investimento per la dotazione
infrastrutturale sociale del territorio in via di realizzazione mediante i programmi di investimento
Asse III P.O. FERS 2007-2013.
128
In data 03 febbraio 2010 con Deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 22 è stato approvato
il Piano di Investimenti per una spesa complessiva di € 3.356.078,72 sui finanziamenti previsti per
l’Asse III Linea 3.2 Azione 3.2.1 “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattiva
territoriale” ai sensi della D. G.R. n. 2409/2009. Il Piano era articolato secondo lo schema di seguito
riportato:
 “Centro diurno per anziani” c/o il Comune di Mesagne - Costo investimento € 370.512,20 ,
contributo richiesto alla Regione Puglia € 333.460,98, Coofinanziamento comunale €
37.051,22
 “Centro diurno socio- educativo per minori” c/o il Comune di Erchie - Costo investimento
€ 438.200,52 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 416.290,49, Coofinanziamento
comunale € 21.910,03
 “Centro diurno per anziani” c/o il Comune di Erchie - Costo investimento € 452.866,00,
contributo richiesto alla Regione Puglia € 430.217,70 , Coofinanziamento comunale €
22.648,30
 “Recupero ed ampliamento immobile “Pio Istituto Caterina Scazzeri” da adibire ad RSSA,
c/o Comune di Latiano - Costo investimento € 1.000.000,00 , contributo richiesto alla
Regione Puglia €730.000,00, Cofinanziamento comunale € 270.000,00
 “Centro sociale polivalente anziani”, c/o il Comune di Torre S.S., - Costo investimento €
460.000,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 400.000,00, Cofinanziamento
comunale € 60.000,00
 “Centro diurno per anziani e non autosufficienti” c/o il Comune di San Donaci - Costo
investimento € 634.500,00, contributo richiesto alla Regione Puglia € 617.500,00,
Cofinanziamento comunale € 17.000,00
In data 19 agosto 2011, con Deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 30, è stato approvato
un Accordo di Programma Integrativo per la presentazione del “Piano di Investimento in
Infrastrutture sociali e socio-sanitarie” Azione III.4.1 della Linea 3.4 del P.O. FERS 2007-2013, per
una spesa totale pari a € 1.188.050,00, finalizzato al potenziamento della rete di strutture e servizi
per la prevenzione ed il contrasto dello sfruttamento, della tratta e della violenza di donne, minori e
stranieri immigrati, in coerenza con gli obiettivi di servizio individuati nel Piano di Zona ed in linea
con il Programma Pluriennale di Asse III “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e
l’attrattività territoriale – Linea 3.4 Interventi per la Legalità e la Sicurezza” – Azione III 3.4.1,
secondo lo schema di seguito riportato:
 “Centro interculturale per l’integrazione e l’intercultura per cittadini stranieri ed italiani
centro per l’accoglienza notturna per persone senza fissa dimora” c/o il Comune di San
Pietro V.co. – Costo investimento € 675.250,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia €
489.431,25
129
 “Laboratorio urbano polifunzionale per immigrati e giovani” c/o il Comune di Cellino S.
Marco – Costo investimento € 162.800,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia €
122.100,00
b. I SERVIZI A TITOLARITÀ PUBBLICA E I SERVIZI PRIVATI CONVENZIONATI
In riferimento ai servizi pubblici dell’Ambito, i primi che necessariamente devono essere
menzionati sono:
Servizio sociale professionale / segretariato sociale
n.3 assistenti sociali
n.2 assistente sociali
n.1 assistente sociale
n.3 assistenti sociali
n.1 assistente sociale
n.1 assistente sociale
n.1 assistente sociale
n. 1 assistente sociale
n. 1 assistente sociale
Comune di Mesagne
Comune di Latiano
Comune di Erchie
Comune di Torre S. Susanna
Comune di San Pietro Vernotico
Comune di Cellino S. Marco
Comune di Torchiarolo
Comune di San Donaci
Comune di San Pancrazio Salentino
Ad essi si associano i servizi socio-sanitari e del Ministero di Giustizia, quali:
 Consultori Familiari
Torre S. Susanna
Cellino S. Marco
San Pietro Vernotico
San Pancrazio Salentino
Mesagne
 Dipartimento di Salute Mentale
CSM (Centro di salute mentale) : Mesagne e San Pancrazio S.
SPDC (Servizio psichiatrico Diagnosi e cura) c/o Ospedale San Pietro V.
 NIAT (servizio di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza territoriale)
Latiano e Cellino San Marco
 Dipartimento dipendenze patologiche SERT
Mesagne
San Pietro Vernotico
 Integrazione socio sanitaria –
UVM ; Distretto Socio-Sanitario Mesagne
Ministero Giustizia:
 USSM Tribunale dei Minorenni Lecce sede staccata di Brindisi
130
 UEPE Lecce sede staccata di Brindisi
c. PUNTI
DI FORZA E DI CRITICITA’ NELLA DOTAZIONE ATTUALE: MAGGIORE
FABBISOGNI
Ragionare in termini antitetici per capire quali siano i punti di forza e di debolezza dell’intero
sistema dei servizi e dei rapporti messi in campo dalla nuova progettazione sociale comporta una
riflessione su cosa è avvenuto e cosa si può migliorare.
Il percorso iniziato già con il primo Piano di Zona e proseguito con il secondo, certamente non
semplice, ha consentito di raggiungere una logica gestionale autonoma di programmazione
partecipata.
Programmare gli interventi sociali del territorio fa parte ormai della prassi istituzionale e operativa
dei servizi degli Enti e degli organismi del III settore.
L’integrazione è diventata fondamento delle politiche sociali intesi non come interventi
assistenziali, ma come formula per migliorare e razionalizzare i servizi territoriali per renderli più
efficienti ed efficaci in una logica di centralità della persona.
Non da ultimo, l’integrazione con il Terzo settore è la leva per la razionalizzazione di una rete di
servizi ampia, capillare, in grado di leggere le esigenze del cittadino e di rendere servizi meno
operosi e più rispondenti ai bisogni dello stesso.
Rimane punto di forza la domiciliarità della maggior parte degli interventi e dei servizi previsti nel
Piano sociale di Zona che saranno riprogrammati in questo terzo Piano.
Il persistere di numerose richieste di inserimento in struttura, ha comportato lo sviluppo della
cultura della domiciliarità.
L’attuale situazione organizzativa dei servizi, attraverso i punti di accesso - PUA - attivati in ogni
singolo Comune dell’Ambito, cerca di effettuare una corretta valutazione integrata,
multidisciplinare e multidimensionale del bisogno di cure domiciliari, a fronte di una dimensione
problematica complessa e per definizione socio-sanitaria legata alla perdita di autonomia delle
persone. Tale organizzazione ha iniziato a rispondere a criteri di flessibilità, semplicità di accesso,
tempestività della risposta, integrazione socio-sanitaria, centralità della persona e della famiglia.
Altro punto di forza è stata la collaborazione con le istituzioni pubbliche, con il Ministero di Grazia
e Giustizia e con le Organizzazioni Sindacali, con una necessaria riflessività, confronto e idee
progettuali , oltre a percorsi di lavoro che prefigurano la rete di servizi e del welfare locale.
Si evidenziano alcuni dei principali punti di forza e di criticità :
Punti di forza e di criticità
PUNTI DI FORZA
Famiglia e minori
 Presenza del servizio ADE
 Presenza delle Associazioni e delle
Parrocchie a sostegno delle famiglie
 Presenza del Consultorio Familiare che
lavora in sinergia con i Servizi Sociali
 Presenza di iniziative di sostegno scolastico
da parte delle Ass.ni di Volontariato
 Iniziative tese ad attività ludiche e sportive
PUNTI DI CRITICITA’
Famiglia e minori
 Carenza di informazioni sui diritti e
servizi
 Assenza di equipe multidisciplinari per
l’affido e l’adozione
 Assenza di un registro famiglie
affidatarie
 Assenza di figure specialistiche per il
sostegno alle famiglie disagiate
131
 Carenza di
servizi di assistenza
educativa
 Carenza di centri polivalenti per i
minori
 Carenza di sportelli per informazioni
agli studenti presso le Scuole
 Carenza di interventi sui minori a
rischio
praticate da oratori e ass.ni di volontariato
Anziani
Anziani





ADI;
SAD anziani e disabili;
Telesoccorso e Teleassistenza;
Assegno di cura;
AIP
 Carenza di servizi di telefonia sociale
 Carenza di servizi e collegamenti per
attività motorie e riabilitative
 Carenza di centri sociali polivalenti
 ADI non del tutto integrata
Disabilità
Disabilità



Centri Diurni Socio Educativi Riabilitativi
Integrazione scolastica
Presenza della famiglia come valido
ambito di cura
 Servizio di assistenza specialistica
 Trasporto scolastico





Salute mentale e dipendenze

Presenza del

Difficoltà della famiglia ad
accudire il disabile
Carenza
di
centri
semiresidenziali/diurni per il tempo libero
e la socializzazione
Carenza di informazioni su
servizi e prestazioni
Barriere architettoniche da
abbattere
Carenza
di
segnaletica
adeguata
Necessità
di
attivare
l’inserimento lavorativo
DSM ASL
BR

Presenza della famiglia
 Presenza del Ser.T ASL BR/1
Immigrazione
Salute mentale e dipendenze
 Presenza di sommerso/difficoltà di
reperimento dati
 Carenza di informazioni su diritti e
servizi.
 Carenza di politiche per l’inserimento
lavorativo
 Pochi
e discontinui interventi di
prevenzione
 Stigma sociale elevato
 Poca integrazione del Ser.T con altri
servizi dell’Ambito
 Mancanza di comunicazione, rete e
integrazione tra DSM-Comuni
132

Sportelli
Informativi

Il
volontariato locale





Sostegno
economico al nucleo familiare con tre figli
minori;
Assegno di
maternità
Bonus
natalità
Contributi
regionali ad integrazione dei canoni di
locazione
Presenza
della famiglia allargata
Welfare d’Accesso
 Attivazione PUA distrettuale
 Attivazione UVM distrettuale
1.3
Immigrazione
Sospensione delle attività degli Sportelli
Precarietà del lavoro
Carenza di qualificazione professionale
Lavoro sommerso e sottopagato
Illegalità diffusa
Mancanza di controlli circa il fenomeno
dello sfruttamento lavorativo
 Intermediazione illegale per i lavoratori
immigrati
 Difficoltà nel reperimento di adeguati
alloggi da parte degli immigrati






Welfare d’Accesso
 Difficoltà nella gestione integrata con la
ASL
 Segretariato sociale attivato e sospeso
 Mancata attivazione del Servizio Sociale
Professionale e del Pronto Intervento
Sociale
L’ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI OBIETTIVI DI SERVIZIO PER IL
WELFARE TERRITORIALE TRA IL 2010 ED IL 2013
Il sistema delle priorità strategiche e degli obiettivi specifici della programmazione regionale in
materia di servizi e di interventi sociali e socio-sanitari espressi nel primo Piano Regionale delle
Politiche Sociali, si articolava in livelli essenziali di prestazioni ed in obiettivi quali:
 Welfare d’accesso, con il ruolo fondamentale riconosciuto al Servizio Sociale Professionale
e al Servizio di Segretariato Sociale per le funzione di ascolto e di prevenzione oltre alle
attività di presa in carico, gestione sociale del caso e di pronto intervento per le situazioni di
emergenza sociale;
 Servizi domiciliari, di tipo educativo, sociale ed integrato;
 Servizi a carattere comunitario, compresa la rete delle strutture e dei servizi a ciclo diurno;
 Servizi e strutture di ciclo residenziale, ai diversi livelli di intensità assistenziale;
 Misure di sostegno e assistenza economica nelle diverse forme previste dalla
programmazione regionale.
133
In riferimento agli obiettivi di servizio relativi al welfare territoriale sopra descritti, per il nuovo
Piano di Zona si conferma l’evoluzione del processo di integrazione socio-sanitaria avviata nel
primo piano ed il consolidamento dei servizi già attivati e di seguito descritti:
-
PUA: La Porta Unica d’Accesso - come sistema di accoglienza della domanda in grado di
aprire al cittadino l’intera gamma di opportunità offerte dal sistema dei servizi sociali e
sanitari – è stata avviata nel 2010 presso gli uffici dei Servizi Sociali Professionali di ogni
Comune. Nel 2011 si è concluso l’iter di selezione dei partecipanti all’avviso pubblico per
l’assunzione del personale da destinare ai Servizi di Porta Unica d’Accesso e Segretariato
Sociale nei singoli Comuni dell’Ambito. Nell’ anno 2012 è stato attivato il suddetto
servizio.
-
UVM: L’UVM continua ad essere lo strumento principale attraverso cui l’Ambito
Territoriale e il Distretto Socio-Sanitario, esercitano il ruolo di committenza delle
prestazioni socio-sanitarie. Costituisce a livello di Ambito il filtro per l’accesso al sistema
dei servizi socio-sanitari di natura domiciliare, semi-residenziale e residenziale a gestione
integrata e compartecipata. Essa mantiene le caratteristiche espresse nella relazione
dell’anno precedente tanto per le funzioni quanto per le composizioni, consolidando gli
strumenti operativi e le metodologie condivise d’intervento.
-
ADI: ADI rimane il servizio che maggiormente si caratterizza per la forte valenza
integrativa delle prestazioni. Sono interventi che assicurano prestazioni mediche,
infermieristiche, riabilitative, e socio-assistenziali in forma integrata secondo Piani
Individualizzati, in seguito ad una Valutazione Multidimensionale e Multidisciplinare
condotta attraverso l’utilizzo di strumenti standardizzati -SVAMA- finalizzati ad esaminare
le specifiche aree funzionali ed identificate i bisogni assistenziali sanitari e sociali della
persona.
-
INTEGRAZIONE SCOLASTICA: Obiettivo dell’integrazione scolastica è “lo sviluppo
delle potenzialità della persona disabile nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle
relazioni e nella socializzazione”. Il servizio presuppone una collaborazione tra Ambito, Asl
e Scuola nell’esercizio delle rispettive competenze istituzionali e prevede le seguenti
attività:
 La segnalazione dell’handicap da parte della famiglia/scuola;
 L’individuazione della diagnosi funzionale da parte dell’ASL;
 La definizione del profilo dinamico funzionale;
 La stesura del progetto educativo individualizzato ( PEI );
 L’assistenza nelle ore scolastiche, su delega dell’ambito, così come definito a seguito di
accertamento della gravità dell’handicap da parte del Responsabile del NIAT
( Neuropsichiatria infanzia e Adolescenza Territoriale ) dell’ASL di riferimento;
 Verifica dell’attuazione del PEI in collaborazione con la scuola e i comuni dell’ambito
per l’utenza di proprio interesse;
 La riorganizzazione del lavoro scolastico attraverso una pianificazione di incontri con
docenti concordata con i Capi di Istituto e i comuni di riferimento;
 Raccordo operativo tra il servizio di assistenza scolastica e di Centri Aperti a carattere
pluridisciplinare dell’ASL rispetto alle fasi della diagnosi, dell’assistenza, della
riabilitazione e dell’integrazione.
Ai Comuni dell’Ambito rimangono attribuiti, per competenze istituzionali:
 Il trasporto;
134
 L’abbattimento delle barriere architettoniche che ostacolano la partecipazione alla vita
scolastica dei portatori di handicap;
 La dotazione di sussidi e ausili didattici;
 L’adeguamento dell’organizzazione del funzionamento degli asili nido in funzione dei
bambini con l’handicap ai sensi della legge 104/92 art. 13.
-
AIP: L'obiettivo di questa forma di assistenza è quello di promuovere la domiciliarità,
riducendo il ricorso ai ricoveri in strutture residenziali. Si tratta di un contributo economico
omnicomprensivo erogato a integrazione del reddito del nucleo familiare che assicura
assistenza continuativa a congiunti che si trovano in condizioni di non autosufficienza
gravissima, avendo scelto di far proseguire la permanenza a domicilio in alternativa al
ricovero in struttura residenziale.
-
ASSEGNO DI CURA: L'obiettivo di questa forma di assistenza è quello promuovere la
domiciliarità, riducendo il ricorso ai ricoveri in strutture residenziali. Ciò consente anche di
mantenere le persone inserite nel proprio contesto familiare e sociale.
-
PRESTAZIONI SEMI-RESIDENZIALI E RESIDENZIALI: l’accesso alle prestazioni
residenziali e semi-residenziali avviene previa valutazione dell’UVM. L’accordo di
programma ASL/Ambito ed in generale l’attuale normativa impegna le parti alla
compartecipazione della spesa. Pertanto la quota sanitaria è di pertinenza della ASL mentre
la quota sociale è a carico dell’utente e/o dei Comuni. I Comuni intervengono in maniera
inversamente proporzionale alla capacità economica degli utenti e ciò richiede una
valutazione delle risorse economiche dei cittadini e delle loro famiglie. Altresì i Comuni e/o
Ambito intervengono, economicamente, pagando il 60% della retta necessaria per il
trasporto degli utenti c/o i Servizi semi-residenziali (art. 60 RR 04/2007 e simili)
Sono stati inoltre consolidati e potenziati i servizi socio assistenziali domiciliari:
-
SAD ANZIANI e DISABILI: Il Servizio di Assistenza Domiciliare è destinato ad anziani,
diversamente abili fisici, psichici e sensoriali, e di altre persone in difficoltà che versano in
condizioni di marginalità sociale determinate da disagio socio – economico, o del tutto privi
di supporto familiare. Il SAD è orientato al solo supporto socio – assistenziale attraverso la
predisposizione di un piano di assistenza individualizzato e presa in carico dell’utenza,
garantendo:
o Prestazioni di aiuto domestico atti a favorire o conservare l’autosufficienza dell’anziano
individuabili in:
o Prestazioni di aiuto alla persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane;
o Sostegno alla mobilità personale, trasporto e accompagnamento per persone anziane e
diversamente abili parzialmente non autosufficienti che a causa dell’età e/o di patologie
invalidanti, accusano ridotta o scarsa capacità nella mobilità personale.
o Prestazione di aiuto per le famiglie che assumono compiti di cura ed accoglienza dei
soggetti destinatari del servizio.
-
ADE: Il Servizio Domiciliare Educativo effettua interventi di natura Sociale ed educativa
che vengono assicurati presso il domicilio dei nuclei familiari, anche monogenitoriali, con
minori in condizioni di grave svantaggio socio-educativo, relazionale e culturale, i cui
genitori necessitano di aiuto e di supporto nello svolgimento e nello sviluppo delle
competenze educative.
135
o Tali prestazioni si caratterizzano sia in senso preventivo a favore del minore, sia in
termini di sostegno diretto allo stesso ed alla famiglia al fine di salvaguardare e
migliorare la qualità del rapporto tra genitori e figli
o Il Servizio Domiciliare Educativo persegue i seguenti obiettivi:
o migliorare le relazioni all’interno del nucleo familiare;
o promuovere un processo di cambiamento reale della famiglia;
o concorrere a rendere autonomo il nucleo familiare;
o favorire l’integrazione e la socializzazione dei bambini nel proprio ambiente di vita,
attraverso l’accesso alle strutture educative presenti sul territorio (oratorio, centro
d’aggregazione giovanile, strutture sportive);
o raggiungere un positivo inserimento nell’ambiente scolastico anche mediante un aiuto
nello svolgimento dei compiti;
o sostenere il nucleo familiare, soprattutto in presenza di bambini in affidamento eterofamiliare e diversamente abili.
o favorire la de-istituzionalizzazione;
o sostenere la funzione educativa genitoriale.
-
SPORTELLO DI ORIENTAMENTO E INFORMAZIONE A FAVORE DI
CITTADINI IMMIGRATI;
Nello specifico i servizi previsti dallo Sportello Immigrati sono:
o informazioni per la prima accoglienza attraverso collegamenti con le strutture già
operanti sul territorio;
o disbrigo pratiche burocratiche relative al soggiorno e alla presenza sul territorio italiano,
attraverso collegamenti con Servizi Sociali, Scuole, Enti pubblici e privati;
o informazioni per il reperimento dell’alloggio attraverso collegamenti con IACP, Ufficio
casa dei diversi comuni, Servizi Sociali comunali ed altre agenzie operanti sul territorio;
o informazioni sulle opportunità di lavoro attraverso collegamenti INPS, Ufficio
Provinciale del Lavoro, Ispettorato Provinciale del Lavoro, Associazioni o Enti pubblici
e privati che effettuano corsi di formazione per cittadini immigrati;
o informazioni sul servizio sanitario attraverso collegamenti con le strutture sanitarie locali
e con altre agenzie pubbliche e private operanti sul territorio;
o servizio fax in ricezione per immigrati che debbono ricevere documenti;
o servizio e-mail in ricezione e trasmissione con i Paesi di provenienza (Ambasciate,
famiglie, associazioni, ecc.) e su tutto il territorio nazionale.
-
SERVIZIO
DI
LAVORATIVO:
ORIENTAMENTO,
FORMAZIONE
E
INSERIMENTO
per gli inserimenti lavorativi sono state attivate le seguenti attività:
o protocolli di intesa tra Ambito, UEPE, SERT, DSM e Associazioni di categoria
finalizzati a promuovere la collaborazione delle singole imprese/aziende
per
uniformare i percorsi di accesso e l’ esplicitazione degli inserimenti;
o individuazione dei settori di sviluppo del mercato del lavoro locale;
o individuazione della tipologia dei rapporti di lavoro sostenibili ( contratti di formazione
lavoro, borse lavoro, compensi forfettari con coperture assicurative ) e della durata
dell'esperienza lavorativa ( non meno di un anno );
o ricognizione degli adempimenti obbligatori assunti da Enti e Uffici Pubblici in
riferimento alle assunzioni obbligatorie di cui alla legge 68/99;
o individuazione delle aziende e ditte disponibili a garantire l’accesso lavorativo,
convenendo un piano individualizzato dì intervento;
136
o individuazione dì incentivi economici in favore di aziende disponibili a dare continuità
all'esperienza lavorativa, contestualizzando e normando l'assunzione nell'ambito della
normativa di riferimento ( agevolazioni fiscali, incentivi nazionali ed europei,
adeguamenti del quorum sulla presenza in organico dei disabili ecc. ).
Il nuovo Piano di Zona insisterà su alcuni assi portanti della programmazione
sociale regionale per il triennio 2013-2015





sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi;
contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva;
promuovere la cultura dell’accoglienza;
sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori;
promuovere l’integrazione sociosanitaria e la presa in carico integrata delle non
autosufficienze;
 prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza.
Viene introdotto per la prima volta il patto di partecipazione per impegnare reciprocamente i
Comuni e tutte le organizzazioni del Terzo Settore e le Organizzazioni Sindacali più rappresentative
in tutte le fasi di vita del Piano Sociale di Zona, il cui percorso di formazione è stato condiviso, fin
dal suo esordio, con il territorio. Si intende assicurare lo svolgimento di un percorso di
programmazione partecipata, capace di attivare gli attori interessati a livello regionale e a livello
locale in grado di garantire tempi ragionevolmente brevi per arrivare ad assicurare a tutti i Comuni
pugliesi l’erogazione delle risorse finanziarie e le procedure di spesa necessarie per dare continuità
dei servizi, e perseguire maggiori livelli di qualità della vita e di potenziamento del sistema di
welfare locale e regionale.
137
1.4
L’ATTUAZIONE ECONOMICO – FINANZIARIA E CAPACITA’ DI
CO FINANZIAMENTO DEI COMUNI
La composizione della scheda finanziaria prevede la quota di compartecipazione che i comuni
devono conferire per la gestione dei servizi del Piano di Zona. Il budget da garantire per il nuovo
triennio è pari ad una quota non inferiore al 100% delle seguenti: F.N.P.S., F.N.A. e F.G.S.A.
La capacità di cofinanziamento, così come rilevabile dallo schema della programmazione
finanziaria allegato al presente piano di zona, è pari a €. 3.545.138,06, ben oltre la percentuale
minima prevista dalle linee guida regionali. La relativa composizione fa riferimento a contribuzioni
finanziarie pari ad €. 366.891,17 e a numerosi servizi che tutti i comuni, secondo regole stabilite dal
Coordinamento Istituzionale di cui al verbale del 25/11/2013, garantiscono agli utenti dei propri
territori.
1.5
BUONE PRATICHE E CANTIERI DI INNOVAZIONE AVVIATI
Il Piano Regionale per le Politiche Sociali 2013-2015 sollecita l’apertura presso ciascuna comunità
locale di veri e propri cantieri dell’innovazione sociale, definiti “luoghi di sperimentazione
condivisa delle pratiche comunitarie di welfare, nei quali si possano elaborare modelli innovativi di
produzione di servizi, capaci di coniugare sostenibilità e valore sociale, partecipazione civica e
rafforzamento istituzionale”. In questo modo si intende impattare nei sistemi locali di welfare
riducendo gli sprechi, valorizzando le risorse della collettività, orientando i comportamenti
individuali alla responsabilità, alla sobrietà e alla tutela degli interessi collettivi.
Il Piano Regionale elenca alcuni interventi per i quali è possibile immaginare, delineare, costruire e
sperimentare azioni di innovazione sociale, e che sono stati presi a modello dall’Ambito per l’avvio
dei cantieri:
-
-
-
interventi di pianificazione spazio temporale delle città per favorire la conciliazione vita
lavoro attraverso un ripensamento dei tempi, degli orari e degli spazi;
programmazione di progetti di social housing e di co-housing all’interno dei programmi di
rigenerazione urbana;
interventi per innalzare la qualità, la sicurezza e l’accessibilità dello spazio pubblico e degli
spazi verdi prevedendo, quale requisito indispensabile per il finanziamento dei progetti, una
specifica attenzione agli spazi dedicati alle utenze deboli (anziani, bambini, disabili,
famiglie con bambini piccoli);
percorsi di creazione e consolidamento delle reti territoriali per lo sviluppo del capitale
sociale di comunità con il coinvolgimento attivo dei cittadini, delle organizzazioni di
volontariato e di altre forme associative, delle istituzioni e delle imprese;
interventi coordinati in materia di politiche familiari per la sperimentazione dei “Distretti
per le Famiglie”, territori in cui una pluralità di attori: istituzioni, operatori commerciali,
sistema imprenditoriale, singoli cittadini e mondo associativo, adottano azioni coordinate
che hanno il comune obiettivo di perseguire e incrementare il benessere e la qualità della
vita sia delle famiglie residenti che delle famiglie ospiti;
iniziative pubbliche dedicate al tema del Welfare aziendale e della Responsabilità delle
imprese (CRS) sui temi della flessibilità organizzativa, conciliazione dei tempi vita-lavoro,
accompagnamento alla maternità, sostegno della genitorialità, mobilità sostenibile, benefit, a
cui le imprese e le organizzazioni pubbliche possono ricorrere per costruire il benessere
dei/delle dipendenti quale leva di competitività per le imprese, anche e soprattutto in un
momento di crisi economica.
138
Nello specifico, gli interventi di innovazione sociale avviati nel territorio dell’Ambito riguardano:
l’apertura dei tavoli di concertazione alle organizzazioni di volontariato, attraverso un
processo di programmazione partecipata dei servizi sociali che si basa su una modalità di
governo plurale del sistema locale di welfare, in attuazione del principio di sussidiarietà
declinato nella sua dimensione orizzontale;
l’attuazione di nuove forme di accoglienza dei minori, mediante servizi domiciliari di
aiuto/sostegno/educazione al ruolo genitoriale o, in caso di temporanea impossibilità,
attraverso l’istituto dell’affidamento che individua altro idoneo ambiente familiare,
puntando alla deistituzionalizzazione dei minori come sollecitato dal Piano Regionale delle
Politiche Sociali e dalla Legge 28 marzo 2001 n. 149 “Diritto del minore ad una famiglia”;
l’integrazione tra politiche sociali e interventi in materia di inclusione sociale mediante
l’inserimento al lavoro di persone svantaggiate, puntando a superare gli ostacoli di natura
personale o sociale che ne impediscono l’occupazione in condizioni di parità e oltrepassando
la condizione assistita per tutte le classi di svantaggio, anche quelle relative alle “nuove
povertà”;
la riorganizzazione, l’implementazione e l’attivazione di servizi funzionali a soddisfare i
nuovi bisogni emergenti all’interno dei nuclei familiari, a partire dalle esperienze
positive già realizzate attraverso la progettualità legata alla Legge 28 agosto 1997 n. 285 di
istituzione dei Centri famiglia.
139
Capitolo II
LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE
INCLUSIVO
L’aumento della disoccupazione, la nascita di nuove forme di povertà relative e la crisi socioeconomica, hanno portato ad una crescita di domanda sociale alla quale, a livello regionale, si è
cercato di rispondere con una riorganizzazione della dotazione infrastrutturale, con la
predisposizione di un sistema informativo sociale che individuando la mappatura dell’offerta
consente ed agevoli una offerta di servizi più appropriata.
Il seguente Piano di Zona sarà formulato utilizzando metodologicamente gli obiettivi di servizio
individuati dalla Regione con i relativi valori target.
Prima di addentrarci nella progettazione di dettaglio, questo Ambito redigerà il suo Piano in linea
con le priorità strategiche di intervento individuate dalla Regione Puglia nel Piano Regionale delle
Politiche Sociali per il triennio 2013-2015:
 Sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia
 Contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva
 Promuovere la cultura dell’accoglienza
 Sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori
 Promuovere l’integrazione socio sanitaria della non autosufficienza
 Prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza
2.1
LA STRATEGIA DELL’AMBITO TERRITORIALE PER
CONSOLIDAMENTO DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE
IL
a. I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA E LA CONCILIAZIONE DEI
TEMPI
Sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito della precedente Intesa conciliazione 2010, il 25
ottobre 2012 la Conferenza Unificata Stato-Regioni ha approvato l’Intesa relativa alla
"Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per il 2012".
Grazie a questo atto, le Regioni, in collaborazione con il Ministero degli Interni, hanno proseguito
nella realizzazione di un sistema di interventi per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di
lavoro e per consolidare, estendere e rafforzare sui territori regionali iniziative volte a promuovere
l’equilibrio tra vita familiare e partecipazione delle donne e degli uomini all’interno del mercato del
lavoro, favorendo le pari opportunità e contribuendo ad accrescere la produttività delle imprese.
140
L’ Intesa "Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per il 2012 tiene conto:

degli indirizzi dell’UE in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, pari
opportunità e diritti delle persone;

della Comunicazione del 17 febbraio 2011 della Commissione europea dal titolo
"Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo
di domani nelle condizioni migliori";

del "Piano nazionale per la famiglia", approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno
2012, contenente linee di indirizzo ed intervento in materia di servizi per la prima infanzia,
congedi e tempi di cura ed in materia di pari opportunità e conciliazione tempi di vita e di
lavoro.
Le linee prioritarie di azione sono:







azioni in grado di migliorare ed accrescere l’offerta dei servizi/interventi di cura e di altri
servizi alla persona, tra cui i servizi socio-educativi per l’infanzia, rendendoli
maggiormente accessibili, flessibili e modulabili, in risposta alle crescenti e sempre più
articolate esigenze di conciliazione;
iniziative in grado di sostenere modalità di prestazione di lavoro e tipologie contrattuali
facilitanti, promuovendo anche l’adozione di modelli e soluzioni organizzative family
friendly;
iniziative volte a promuovere misure di welfare aziendale rispondenti alle esigenze delle
famiglie e delle imprese;
sviluppo di nuove opportunità di lavoro e di specifici profili professionali in grado di
offrire risposte concrete alle esigenze di conciliazione;
interventi in grado di accrescere l’utilizzo dei congedi parentali da parte dei padri, nonché
la loro condivisione delle responsabilità di cura familiari;
azioni per promuovere pari opportunità;
iniziative sperimentali, a carattere innovativo
Ai PAC si affiancano i buoni di servizio per la conciliazione vita-lavoro ossia buoni economici
spendibili dalle famiglie pugliesi nei servizi e nelle strutture dedicate all'infanzia e all'adolescenza
autorizzate al funzionamento in via definitiva, che possono essere scelte in un apposito catalogo, al
fine di concorrere al pagamento delle rette e quindi di sostenere la domanda di servizi qualificati
che, altrimenti, sarebbero insostenibili per il costo delle rette stesse.
L’obiettivo principale è:
 Favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e differenziata su tutto il territorio
regionale di servizi socio-educativi per l'infanzia e l'adolescenza, per promuovere e garantire
il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno al ruolo educativo dei genitori e la
conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, nonché sostenere l'iniziativa privata
nell'erogazione di servizi di cura.
Ulteriori obiettivi sono:
 Sostenere la domanda di servizi qualificati per i bambini da parte delle famiglie, con il
concorso al pagamento delle rette,
 Potenziare l'offerta socioeducativa delle strutture e dei servizi per la prima infanzia,
l'infanzia e l'adolescenza che abbiano conseguito autorizzazione definitiva al
funzionamento;
141
 ampliare l'offerta di servizi di conciliazione vita-lavoro rivolti all'infanzia e all'adolescenza,
agevolare l'accesso alle strutture per l'infanzia, a copertura della domanda complessiva di
offerta per l'infanzia, in una logica di piena sussidiarietà tra il ruolo di governo degli enti
locali e la partecipazione al sistema integrato dei servizi sociali all'interno del sistema
imprenditoriale pugliese;
 sostenere il lavoro di cura delle famiglie per migliorare l'accesso all'occupazione, con
particolare riguardo all'avanzamento delle donne nel mercato del lavoro;
Destinatari sono i nuclei familiari :
•
•
•
che abbiano un I.S.E.E. (Indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a
40mila euro annui;
che abbiano uno o più minori in età compresa tra i 0 e 17 anni
con uno o entrambi i genitori occupati o inseriti in un percorso di formazione
Per nuclei familiari si intendono le coppie genitoriali con uno o più figli minori a carico residenti in
Puglia.
Possono richiedere il buono servizio sia famiglie che hanno già i loro figli iscritti in asili nido,
sezioni primavera e altri servizi per l'infanzia, sia famiglie che richiedono in questa occasione
l'accesso dei loro figli alla rete dei servizi presenti sul territorio.
Le strutture interessate sono tutte le strutture iscritte nel Registro regionale ed autorizzate in via
definitiva al funzionamento R.R. 4/2007 e smi. presenti sul catalogo on-line (sia finanziate a valere
sulle Linea 3.1, 3.2 e 3.4 del FESR sia non finanziate FESR). In riferimento alla presentazione
dell’istanza, il capofamiglia formula la domanda in maniera telematica, inserendo la
documentazione richiesta e scegliendo tra le strutture e i servizi inseriti nel Catalogo dell'Offerta
che contiene l'elenco delle strutture e dei servizi, pubblici e privati, iscritti nel Registro regionale.
La piattaforma telematica genera automaticamente l'abbinamento, sulla base dell'opzione scelta, e
invia la pratica all'Ufficio di Piano dell'Ambito territoriale di residenza del minore, per effettuare
l'istruttoria. Molte strutture, cioè soggetti erogatori di prestazioni, si stanno già attrezzando per
supportare le famiglie nella compilazione on line della domanda. Si precisa che il valore del buono
servizio sarà intestato al nucleo familiare richiedente ed erogato direttamente dal Comune di
riferimento (capofila dell'Ambito territoriale) al soggetto erogatore delle prestazioni scelte dalla
famiglia stessa, sulla base della rendicontazione trimestrale che l'unità di offerta provvederà a
presentare. Si tratta di un bando "a sportello". L'istanza, deve essere presentata esclusivamente online accedendo al seguente indirizzo http://bandi.pugliasociale.regione.puglia.it. La compilazione
on-line dell'istanza è stata avviata a partire dalle ore 12.00 del 15 gennaio 2013 e la procedura è "a
sportello" e sarà tale per l'intero triennio 2013-2015 – considerando l'avvio con risorse FESR e la
prosecuzione con risorse del PAC - fino a concorrenza delle risorse finanziarie disponibili a valere
sul PO FESR ovvero su altre fonti finanziarie nazionali e/o regionali. Il buono servizio di
conciliazione sarà riconosciuto a ciascun nucleo avente diritto a far data dalla presentazione della
domanda.
Gli obiettivi del Piano Sociale Regionale da prendere in considerazione saranno:
142
Sostenere la rete dei servizi per la
prima infanzia e la conciliazione dei
tempi
FINALITÀ GENERALE
OBIETTIVI TEMATICI
RISULTATI ATTESI
A. Consolidare ed ampliare
il sistema di offerta e
domanda della rete dei
servizi socio-educativi
per l’infanzia
Consolidamento e ampliamento della rete dei servizi
socio-educativi per l’infanzia
B. Promuovere la
realizzazione di progetti
integrati per favorire la
conciliazione vita-lavoro
Incremento delle azioni e dei progetti integrati per la
conciliazione vita-lavoro
b. IL SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’ E LA TUTELA DEI DIRITTI
DEI MINORI
Gli obiettivi tematici del Piano Regionale che questo Piano Sociale assume come propri sono :
A. Implementare e/o consolidare i Centri di Ascolto per le Famiglie e/o i servizi di
sostegno alla genitorialità dell’Ambito territoriale: già con il Servizio ADE, nella
precedente programmazione era stato previsto il supporto a favore dei bisogni di crescita di
soggetti minori e il supporto all’intero sistema familiare attraverso percorsi e processi
condivisi per favorire l’autodeterminazione di tutti i membri del nucleo familiare. Il Servizio
Sociale Professionale, nella presa in carico del nucleo familiare è, e rimane in stretta
connessione e collaborazione con gli altri servizi territoriali, in particolare con quelli
specifici offerti dalla rete consultoriale;
B. Potenziare l’assistenza domiciliare educativa: obiettivo strategico perseguito sin dal
primo Piano di Zona, incrementato nella seconda programmazione attraverso il Servizio di
Assistenza Domiciliare Educativa - ADE , servizio rivolto al sostegno educativo all’interno
di nuclei familiari che presentano carenze culturali – educative e che ha consentito, ai nove
Comuni dell’Ambito, di evitare l’inserimento in strutture residenziali, considerato il
rilevante numero dei minori affidati ai servizi sociali.
C. Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare: questo obiettivo, finora attuato con
la pratica del Servizio Sociale Professionale , con il presente Piano Sociale di Zona intende
recepire pienamente gli indirizzi nazionali e regionali in materia, al fine di invertire la
tendenza tra accoglienza famigliare e accoglienza residenziale dei minori fuori famiglia,
valorizzando il ruolo delle associazioni di famiglie affidatarie e del Terzo settore per
promuovere una cultura diffusa dell’accoglienza;
D. Sviluppare e qualificare i percorsi di adozione nazionale e internazionale, recependo
pienamente gli indirizzi nazionali e regionali in materia, al fine di tutelare i minori e
sostenere le responsabilità genitoriali durante tutto l’iter del procedimento, attraverso una
forte integrazione tra i soggetti istituzionali e non che esercitano un ruolo importante nel
processo dell’adozione;
143
E. Consolidare e qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi comunitari a ciclo diurno
per minori per sostenere i bisogni di crescita e di socializzazione dei minori, il lavoro di
cura delle famiglie, intercettare e prevenire il rischio di marginalità e devianza, contrastare i
fenomeni di dispersione scolastica e tutte le forme di bullismo, attraverso l’integrazione con
gli altri servizi socio educativi e con le istituzioni scolastiche, consentire efficaci e
tempestive prese in carico da parte dei servizi territoriali preposti e l’attivazione di progetti
individualizzati;
F. Promuovere e incentivare le misure di sostegno economico in favore delle famiglie, in
forma mirata rispetto alle cause e alle condizioni di fragilità economica e sociale, nel
rispetto dell’art.33 della legge 19/2006, per promuovere l’affermazione di progetti di vita e
di inserimento socio lavorativo, l’affrancamento da situazioni di fragilità sociale e di
dipendenza economica, o per sostenere il carico del lavoro di cura;
G. Qualificare la presa in carico dei minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità
giudiziaria allontanati dalle famiglie e dei minori stranieri non accompagnati,
attraverso la condivisione e l’integrazione operativa tra i servizi sociali e sanitari degli
Ambiti Territoriali, la Magistratura minorile e le comunità residenziali ospitanti, al fine di
monitorare la qualità dei percorsi educativi intrapresi e la durata delle accoglienze
residenziali rispetto a forme alternative di presa in carico.
c. LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA E IL CONTRASTO DELLE
MARGINALITA’ SOCIALI
In un quadro normativo orientato all’avvicinamento della Pubblica Amministrazione al cittadino,
assume un’importanza tutta particolare il tema dell’accesso alle informazioni e ai servizi per la
comunità, in cui appare centrale il sistema di welfare d’accesso che rappresenta il fulcro del nuovo
sistema di servizi di un territorio, inteso sempre più come welfare community.
Il presente Piano Sociale, nella consapevolezza della centralità del tema e seguendo le linee
programmatiche specificatamente indicate nel Piano Regionale, intende conseguire un sistema di
accesso completo ed efficace che miri a:
 rispondere alla richiesta del cittadino utente con un’informazione aggiornata e connotata da
esattezza, rapidità, estensione;
 segnalare e trasmettere direttamente al servizio competente la richiesta, assumendo un ruolo
attivo nel contatto fra cittadino e servizio richiesto;
 verificare continuamente la validità e congruità della risorsa al bisogno manifestato;
 prendere in carico i cittadini utenti e avviare il percorso personalizzato di cura ed assistenza,
prevedendo l’attivazione di percorsi e protocolli da adottare per i casi di urgenza.
Gli obiettivi tematici del Piano Regionale che questo Piano Sociale assume come propri sono:
A. Strutturare e potenziare un sistema di accesso a livello di Ambito territoriale capace di
garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda
e presa in carico;
B. Promuovere la creazione ed il consolidamento di servizi per l’accesso dedicati a specifiche
categorie di utenza anche con riferimento al tema dell’accesso integrato alle prestazioni
sociosanitarie.
144
d. I SERVIZI E GLI INTERVENTI PER LE POVERTA’ ESTREME E PER IL
CONTRASTO DELLE NUOVE POVERTA’
I temi della povertà, del disagio e dell’esclusione sociale stentano a trovare nel dibattito pubblico il
posto che meriterebbero, benché la crisi economica iniziata nel 2008 abbia provocato qualche
soprassalto di consapevolezza circa le difficoltà economiche in cui si dibatte una quota crescente
della popolazione. Se per povertà s’intende comunemente l’indigenza economica, ossia la
privazione di beni considerati indispensabili, da tempo si concorda che questa dimensione non basta
a definire i fenomeni di disagio e marginalità sociale.
La Commissione Europea, nel suo secondo rapporto ufficiale “sulla povertà e sull’esclusione
sociale” (2002) ha fatto ricorso a una serie di ben 24 indicatori (9 in più del primo rapporto),
raggruppati in 5 dimensioni di “privazione non monetaria”:





privazione nello stile di vita di base (riferito a beni come il
cibo, il vestiario, il pagamento delle bollette, la possibilità di andare in vacanza almeno una
volta l’anno…);
privazione negli stili di vita secondari (riferiti a beni meno
essenziali, come l’auto, il telefono, la TV);
disponibilità di standard abitativi comuni (servizi igienici
interni all’abitazione, acqua corrente, doccia o vasca da bagno, ecc.);
deterioramento dell’abitazione (infiltrazioni d’acqua dal
tetto, umidità, finestre rotte, …);
problemi ambientali (rumori, inquinamento, spazi
inadeguati…).
In Italia, la Commissione d’indagine sull’esclusione sociale ha invece definito gli esclusi come
coloro che occupano le posizioni più basse nella stratificazione sociale: non solo perché dispongono
di meno risorse di quelle necessarie per condurre una vita normale, ma perché sono in un certo
modo separati dal resto della società. L’elemento qualificante della nozione di esclusione sociale
viene pertanto individuato nella “separazione tra coloro che partecipano pienamente alla società e
coloro che invece si trovano privati di un ruolo riconosciuto”. L’esclusione viene concepita quindi
come un concetto dinamico e multidimensionale, ossia derivante dall’accumulazione di diversi
fattori di deprivazione, mentre la povertà sarebbe un concetto statico, oggettivo e misurabile.
Gli studi sull’argomento hanno posto poi l’accento su un elemento immateriale, che rimanda alla
nozione di capitale sociale: la rilevanza delle relazioni sociali, dei legami intersoggettivi,
dell’interazione con altre persone, ambiti di vita sociale, luoghi di aggregazione. L’isolamento,
ossia la mancanza di contatti con i vicini di casa, la non frequentazione di altre persone, la non
appartenenza ad associazioni o ad altre forme di vita collettiva, possono essere assunti come
indicatori di esclusione sociale. Sul tema della povertà è stato introdotto un termine icastico, quello
di disaffiliazione, per esprimere la rottura dei legami sociali e dei sistemi di protezione primaria,
che rischia di combinarsi con la perdita del lavoro producendo effetti di emarginazione molto
pericolosi. Fatto forse socialmente altrettanto rilevante, vulnerabilità e percezione di fragilità
interessano un numero molto più ampio di persone, comprese famiglie di classe media che si
ritenevano al riparo dalle incertezze economiche. Proprio la dimensione della fragilità, e la
percezione sociale di una crescente esposizione al rischio d’impoverimento, riconduce il dibattito
sull’esclusione sociale verso il centro della società, ponendo in evidenza il fatto che non si dà una
rottura netta tra mondo della povertà e mondo dell’integrazione sociale. Società più mobili e fragili,
tanto sul piano occupazionale quanto nella sfera delle relazioni familiari, e incapaci di dotarsi di reti
145
adeguate di protezione sociale, espongono un maggior numero di persone allo scivolamento verso
condizioni di marginalità e, in spirali progressivamente discendenti, verso il precipizio
dell’esclusione sociale. Proprio la debolezza e la fragilità della compagine familiare, insieme
all’assenza, alla precarietà o alla scarsa redditività del lavoro e alla mancanza di adeguate politiche
di sostegno, sono le principali cause delle spirali d’impoverimento.
Nel caso della perdita del lavoro, la mancanza del sostegno del coniuge, o peggio, gli oneri
derivanti da un divorzio, rischiano di avere effetti devastanti per le condizioni di vita delle persone.
La svolta trova un centro nel concetto di attivazione, in cui si richiede ai beneficiari delle misure di
sostegno di assumere un ruolo di protagonismo responsabile nel loro reinserimento sociale,
soprattutto mediante il lavoro.
Per venire incontro a questa emergenza sociale, occorre, dunque, all’interno del sistema locale di
welfare, come esplica il Piano Sociale Regionale, consolidare forme di sostegno al lavoro
“protetto”, mediante forme di tutoraggio attivo, tirocini formativi, borse-lavoro, che spingano
maggiormente verso l’attivazione di una rete sia con il tessuto produttivo locale, sia con i soggetti
istituzionalmente preposti alla presa in carico delle persone inserite nei percorsi individualizzati di
ognuno, compresi quelli terapeutici-riabilitativi per soggetti psichiatrici, per soggetti dipendenti da
sostanze stupefacenti o alcol correlate, per soggetti inseriti nel circuito penale.
Necessaria, pertanto la collaborazione con gli attori di riferimento quali CSM, Ser.T, Autorità
Giudiziaria, Terzo Settore per protocolli di intesa che mirino all’ inserimento individuale, in
collaborazione con i servizi per l’impiego, e soprattutto con l’avvio verso forme di progetti di
autoimpiego e di auto-impresa in forma cooperativa per soggetti svantaggiati, finanziati in
particolare con il PO FSE 2014-2020.
Anche per questa area il Piano di zona del Ambito di Mesagne farà propri gli obiettivi del Piano
Sociale Regionale come di seguito:
Gli obiettivi del Piano Sociale Regionale da prendere in considerazione saranno:
FINALITÀ
GENERALE
OBIETTIVI TEMATICI
A. Potenziare servizi e strutture integrate
per l’accoglienza nelle situazioni
connesse alle emergenze sociali e
abitative.
Contrastare la
povertà con
percorsi di
inclusione
attiva.
RISULTATI ATTESI
Immediato e diretto sostegno ai soggetti che
versano in condizioni di vulnerabilità attraverso
servizi di prossimità (mensa, banco alimentare e
dei farmaci, prima accoglienza e igiene
personale)
Potenziamento strutture per l’accoglienza in
situazioni di emergenza.
Consolidamento di forme di accoglienza di breve
e media durata per persone a rischio di esclusione
sociale e di misure per il sostegno in
direzione dell’abitare autonomo.
B. Costruire percorsi personalizzati di
integrazione e reinserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati.
Incremento degli interventi di inclusione attiva
rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a
rischio di discriminazione.
Realizzazione di interventi integrati in rete con
servizi per l’impiego, la formazione
professionale, terzo settore e soggetti
imprenditoriale.
146
e. LA RETE DEI SERVIZI PER LA PRESA IN CARICO INTEGRATA DELLE
NON AUTOSUFFICIENZE
Con il presente Piano di zona, si intende raggiungere obiettivi di benessere sociale e sanitario delle
persone affette da non autosufficienze mediante il consolidamento del processo di integrazione
degli strumenti di sostegno economico per la vita indipendente e per l’assistenza indiretta
personalizzata con i servizi domiciliari e comunitari a ciclo diurno, il contenimento del flusso di
istituzionalizzazione delle persone disabili nelle strutture residenziali attraverso la verifica continua
dell’appropriatezza delle prestazioni erogate e della durata dei ricoveri, anche mediante una mirata
azione di monitoraggio dell’allocazione delle risorse e una più omogenea applicazione dei criteri di
accesso ai benefici, la promozione della connettività sociale delle persone disabili e l’utilizzo di
tecnologie informatiche e ausilii dedicati per sostenere i percorsi di apprendimento, di
socializzazione, di formazione professionale, di partecipazione alle attività associative e di
inserimento nel mondo del lavoro, l’abbattimento delle barriere materiali e immateriali che
concorrono a determinare il rischio di esclusione e di marginalità sociale delle persone con
disabilità e anziani non autosufficienti, il sostegno alle attività di integrazione sociale dei minori con
disabilità, la previsione degli obiettivi di promozione dell’integrazione sociosanitaria di cittadini,
pazienti psichiatrici, disabili psichici e persone con dipendenze patologiche, regolando e superando
le direttive che negli ultimi anni hanno teso a prevedere l’ingresso e la permanenza in percorsi
terapeutico-riabilitativi ad elevata e media intensità assistenziale sanitaria, a vantaggio di percorsi a
bassa intensità assistenziale rivolti anche a favorire il reinserimento sociale e lavorativo.
L’obiettivo prioritario da perseguire è quello di incrementare la capacità di presa in carico
territoriale alternativa all’istituzionalizzazione, e quindi a cominciare dalla capacità di
incrementare il volume di prestazioni domiciliari ADI da erogare alla popolazione target, con
specifico riferimento alla popolazione anziana (65 anni e oltre), utilizzando le risorse messe a
disposizione del Piano di Azione e Coesione Servizi di Cura per gli Anziani a seguito
dell’elaborazione di un apposito Piano di Intervento.
Altra risorsa che sarà utilizzata dall’Ambito al fine di sostenere la domanda di servizi qualificati per
la specifica tipologia di utenti è la misura dei Buoni Servizio di Conciliazione per disabili e
anziani non autosufficienti, finalizzata a sostenere le famiglie nel pagamento della quota sociale
delle prestazioni semiresidenziali nei centri socioeducativi e riabilitativi, a valenza sociosanitaria, e
alle prestazioni domiciliari integrate realizzando convenzioni d’Ambito per la compartecipazione
alla componente sociale del costo delle prestazioni, in relazione agli utenti non candidabili, per
assenza di requisito, alla procedura “Buoni servizio di conciliazione”.
Il presente Piano sociale di zona intende inoltre confermate le misure di sostegno economico al
carico di cura familiare Assegno di cura e Assistenza indiretta personalizzata.
Infine, l’Ambito intende aderire alla sperimentazione dei PRO.V.I – Progetti di Vita
Indipendente, al fine di mettere a regime un modello di intervento per favorire l’inclusione sociale
e l’autonomia di persone con disabilità gravi.
Sulla base di tali considerazioni, nell’ambito del presente Piano sociale di zona, si intende
perseguire i seguenti obiettivi tematici:
A. Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai “livelli essenziali di
prestazioni”
B. Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare nei percorsi di cura e di
intervento socio-assistenziale e socio-sanitario (appropriatezza delle prestazioni socio
sanitarie, riduzione dei ricoveri ospedalieri, personalizzazione della cura, sostegno concreto
al ruolo centrale della famiglia nei percorsi di cura)
C. Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socioassistenziali e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno
147
D. Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di
prestazioni sociosanitarie in regime domiciliare, comunitario e residenziale delle
persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati
E. Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni
sociosanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche e le azioni di prevenzione
rispetto a tutte le dipendenze patologiche (droghe, alcool, ludopatie, …)
F. Dare la possibilità di accesso alle prestazioni socio-sanitarie anche a quegli utenti non
candidabili ai buoni di conciliazione e che per reddito non possono compartecipare
direttamente alla retta sociale, prevedendo un adeguato budget che copra le esigenze
dell’intero Ambito, destinando poi il sicuro avanzo di budget alle annualità successive.
f. IL CONTRASTO DEL MALTRATTAMENTO E DELLA VIOLENZA
Alla fine del 2008, la Regione Puglia ha avviato la strategia di intervento per contrastare il
fenomeno della violenza contro donne e minori con l’approvazione del “Programma Triennale di
interventi 2009-2011”, le cui azioni vengono confermate e rafforzate nel secondo Piano Regionale
delle Politiche Sociali. Nello specifico, il Piano fissava in particolare tre obiettivi di servizio da
raggiungere entro la fine del 2012:
 il pieno funzionamento di almeno 2 Centri antiviolenza per territorio provinciale (CAV)
 il pieno funzionamento di almeno 1 Casa rifugio per vittime di violenza
 la costituzione di 1 Équipe multidisciplinare integrata per Ambito territoriale per la presa in
carico di vittime di violenza o maltrattamento conclamato o sospetto.
In questo contesto, l’obiettivo generale è quello di garantire l’implementazione e la qualificazione
della rete minima dei servizi su tutto il territorio con azioni di prevenzione, contrasto, monitoraggio
del fenomeno, attraverso l’integrazione forte tra i servizi territoriali pubblici e privati, la
valorizzazione delle competenze espresse dai CAV autorizzati al funzionamento, il raccordo con il
sistema della formazione e dell’inserimento socio lavorativo nonché dell’istruzione, al fine di
affrontare il problema socio-culturale della violenza di genere.
In continuità con le azioni e gli obiettivi avviati nel corso dell’ultima programmazione, si intende
promuovere lo sviluppo e il consolidamento del complessivo sistema di prevenzione, presa in
carico e trattamento delle situazioni di maltrattamento e/o violenza, nell’ottica dell’integrazione
forte tra i soggetti preposti, attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi tematici:
A. Consolidare, sostenere e qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il
contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri
umani (rete dei centri anti-violenza, delle strutture di accoglienza d’emergenza e delle case
rifugio);
B. Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari
integrate per la valutazione-validazione, per la presa in carico e per il trattamento delle
situazioni di maltrattamento/violenza, sospette o conclamate e per l’elaborazione di un
progetto di aiuto e di sostegno alle vittime di violenza;
C. Favorire l’emersione ed il monitoraggio del fenomeno della violenza di genere in tutte
le sue dimensioni;
D. Potenziare i percorsi di autonomia e di indipendenza economica delle donne vittime di
violenza, l’inserimento lavorativo, il diritto alla casa e alla salute.
148
g. LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE
Il problema della droga e più in generale delle dipendenze è un fenomeno tristemente radicato nella
nostra società, per contrastare il quale non sono sufficienti la buona volontà o il semplice sdegno,
ma occorre soprattutto una profonda conoscenza della realtà ed una adeguata capacità di adottare
strumenti più efficaci. Anche per questa particolare area di intervento il nostro Ambito ha previsto,
in linea anche con il nuovo Paino sociale Regionale, un processo, dove, diversi soggetti pubblici e
privati, hanno reso possibile affrontare con rigore metodologico e scientifico tutti gli aspetti
connessi all’uso e abuso di sostanze.
La effettiva pari titolarità, degli attori coinvolti ha già permesso, nei primi piani di Ambito, di
realizzare un programma di interventi coerenti e coordinati. In particolare si è seguita e si seguirà
una politica sociale volta a:
CONSOLIDARE e COSTRUIRE un programma unitario e un percorso condiviso tra AMBITO e
territoriale e distretto Sanitario nello specifico del Ser.T. e CSM operanti attraverso un Protocollo
operativo tra gli enti coinvolti fissandone obblighi ed impegni reciproci in riferimento a:




modalità di presa in carico integrata a garanzia della continuità assistenziale
modalità di integrazione e coordinamento professionale di tutte le risorse umane impiegate
riqualificazione del personale sanitario e sociale
strumenti di verifica e valutazione dei progetti .
L’area in oggetto –LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE- costituisce
l’Obiettivo tematico punto E. del paragrafo e dell’area relativa alla promozione dell’integrazione
sociosanitaria poiché rientra in quegli obiettivi di benessere sociale e sanitario delle persone che il
Piano per le Politiche Regionali intende raggiungere mediante il consolidamento del processo di
integrazione. Il sostegno economico per la vita indipendente e l’assistenza indiretta personalizzata
con i servizi domiciliari e comunitari a ciclo diurno, il contenimento del flusso di
istituzionalizzazione delle persone disabili nelle strutture residenziali attraverso la verifica continua
dell’appropriatezza delle prestazioni erogate e della durata dei ricoveri, una mirata azione di
monitoraggio della allocazione delle risorse e una più omogenea applicazione dei criteri di accesso
ai benefici, la promozione della connettività sociale delle persone disabili e l’utilizzo di tecnologie
informatiche e ausili dedicati per sostenere i percorsi di apprendimento, di socializzazione, di
formazione professionale, di partecipazione alle attività associative e di inserimento nel mondo del
lavoro, l’abbattimento delle barriere materiali e immateriali che concorrono a determinare il rischio
di esclusione e di marginalità sociale delle persone con disabilità e anziani non autosufficienti, il
sostegno alle attività di integrazione sociale dei minori con disabilità, la previsione degli obiettivi di
promozione dell’ integrazione sociosanitaria di cittadini, pazienti psichiatrici, disabili psichici e
persone con dipendenze patologiche, regolando e superandole direttive che negli ultimi anni hanno
teso a prevedere l’ingresso e la permanenza in percorsi terapeutico-riabilitativi ad elevata e media
intensità assistenziale sanitaria, a vantaggio di percorsi a bassa intensità assistenziale rivolti anche a
favorire il reinserimento sociale e lavorativo nel prossimo triennio di programmazione, con i Piani
di zona, si intende raggiungere.
Sarebbe auspicabile orientarsi anche verso una PREVENZIONE PRIMARIA per favorire percorsi
di crescita e di conoscenza sviluppando interventi in campo culturale e sociale attraverso cui le
nuove generazioni possano costruire il proprio futuro personale e professionale. Ampliare le
occasioni di incontro e di ritrovo tra adolescenti con spazi , attrezzature e conoscenze .Sostenere le
famiglie nell’esercizio delle capacità genitoriali soprattutto durante il faticoso processo evolutivo
dei propri figli. Alla prevenzione primaria si dovrebbe auspicare una PREVENZIONE SPECIFICA
per la promozione della salute e la prevenzione di azioni a rischio, attuando un’informazione
149
corretta e capillare sugli effetti nocivi dell’uso di droghe e/o sull’adozione di comportamenti di
dipendenza e antisociali al fine di aumentare i livelli di conoscenza riguardo la gestione della
propria salute offrendo anche spazi di accompagnamento e di sostegno per situazioni di difficoltà e
di disagio.
Nella progettazione d’interventi socio-sanitari di cura e prevenzione è dunque necessario avvalersi
di una metodologia di lavoro che tenga conto dei criteri di concertazione, progettazione e
programmazione congiunta con l’obiettivo finale di pervenire ad una riqualificazione del sistema
dei servizi socio-assistenziali-sanitari-educativi esistenti e alla valorizzazione e la scoperta delle reti
territoriali di riferimento.
Gli obiettivi del Piano Sociale Regionale da prendere in considerazione saranno:
FINALITÀ
GENERALE
Promuovere
l’integrazione sociosanitaria ed
assicurare la presa in
carico integrata delle
non autosufficienze
OBIETTIVI TEMATICI
e.- Consolidare e ampliare la presa in carico
integrata nell’accesso alle prestazioni socio
sanitarie delle persone affette da dipendenze
patologiche
RISULTATI ATTESI
Incremento della presa in carico integrata
nell’ambito di programmi terapeuticiriabilitativi di natura socio-assistenziale e
socio-sanitaria per le persone affette da
dipendenze patologiche.
150
2.2 QUADRO SINOTTICO: OBIETTIVI DI SERVIZIO PER UN WELFARE
SOSTENIBILE
N. 1
Sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la
conciliazione dei tempi
Finalità
generale
OBIETTIVI TEMATICI
A.
B.
Consolidare ed
ampliare il sistema
di offerta e domanda
della rete dei servizi
socio-educativi per
l’infanzia
Promuovere la
realizzazione di
progetti integrati per
favorire la
conciliazione vitalavoro
RISULTATI ATTESI
INDICATORI DI
RISULTATO
% Comuni/Regione
n. posti nido / 100 bambini
0-36 mesi
Consolidamento e ampliamento
della rete dei servizi socioeducativi per l’infanzia
Incremento delle azioni e dei
progetti integrati per la
conciliazione vita-lavoro
Stato di attuazione della
procedura amministrativa
“Buoni servizio di
conciliazione per infanzia
ed adolescenza”
n. Piani di intervento
PAC/AMBITO
VALORI TARGET AL
2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
35% dei Comuni pugliesi
dotati di servizi nido
n. 3 posti nido ogni 100
bambini 0-36 mesi
100%
n. 1 Piano di intervento
n. Azioni sperimentali di
Ambito
n. 0 Studio di fattibilità /
Ambito
n. Uffici Tempi e Spazi
dell’Ambito
n.0 Ufficio
N.2
Contrastare la povertà con percorsi di inclusione attiva
Finalità
generale
OBIETTIVI TEMATICI
A. Potenziare servizi e
strutture integrate per
l’accoglienza nelle
situazioni connesse alle
emergenze sociali e
abitative.
RISULTATI ATTESI
INDICATORI DI
RISULTATO
Immediato e diretto
sostegno ai soggetti che
versano in condizioni di
vulnerabilità attraverso
servizi di prossimità
(mensa, banco alimentare
e dei farmaci, prima
accoglienza e igiene
personale)
n. PIS operativi per
Ambito T .
Potenziamento strutture
per l’accoglienza in
situazioni di emergenza.
VALORI TARGET
AL 2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
n.1 PIS di Ambito
territoriale (h. 24 ).
n. posti (diretti o
convenzionati) in
Centri di prima
accoglienza, centri di
accoglienza notturna
Senza fissa dimora.
n.1 regolamento
operativo del PIS.
n. inserimenti in
strutture residenziali
per persone adulte e
straniere in difficoltà e
a rischio di esclusione
sociale (alloggio
sociale adulti in
difficoltà, gruppi
appartamento per
gestanti e madri con
figli a carico, centri di
accoglienza per
persone sottoposte a
n.1 posto ogni 5.000
abitanti.
151
provvedimenti
privativi o limitativi
libertà personale,
albergo per lavoratori
stranieri immigrati)
Consolidamento di forme
di accoglienza di breve e
media durata per persone
a rischio di esclusione
sociale e di misure per il
sostegno in
direzione dell’abitare
autonomo.
B.
Costruire percorsi
personalizzati di
integrazione e
reinserimento sociolavorativo di soggetti
svantaggiati.
n. percorsi di
integrazione e
reinserimento nel
mondo del lavoro per
persone svantaggiate,
individui sottoposti a
misure restrittive della
libertà personale,
senza fissa dimora,
persone con disabilità
psichica in carico ai
CSM, persone con
dipendenze
patologiche in carico
ai Ser.T.
Incremento degli
interventi di inclusione
attiva rivolti alle fasce
maggiormente vulnerabili
e a rischio di
discriminazione.
Realizzazione di interventi
integrati in rete con servizi
per l’impiego, la
formazione professionale,
terzo settore e soggetti
imprenditoriale.
n.1 posto ogni 5.000
abitanti.
n.1 percorso/progetto di
inclusione ogni 5.000
abitanti.
n. percorsi integrati di
forme di sostegno
personalizzate nella
fase di accesso e/o
reinserimento nel
mercato del lavoro
(es. tutoraggio,
orientamento, bilancio
delle competenze e
sostegno all’auto
impiego), attuate
anche attraverso
l’attivazione di forme
di collaborazione con i
servizi per l’impiego e
la formazione
professionale.
n.1 percorso/progetto di
inclusione ogni 5.000
abitanti.
n.3
Finalità
generale
Promuovere la
cultura
dell’accoglienza
OBIETTIVI TEMATICI
A. Potenziare un sistema di
accesso capace di
garantire le funzioni di
prima informazione ed
accoglienza,
orientamento della
domanda e presa in
carico(anche per le
situazioni di urgenza).
RISULTATI ATTESI
Consolidare e potenziare
il sistema di accesso
(assicurando i diversi
servizi e le funzioni
prima richiamate)
garantendo un’adeguata
presenza della figura
dell’Assistente sociale in
rapporto alla dimensione
demografica
dell’Ambito territoriale
di riferimento.
INDICATORI DI
RISULTATO
N .Assistenti sociale
su cittadini
VALORI TARGET
AL 2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
n.1 Assistente sociale
ogni 5.000 abitanti.
152
Prevedere la creazione di
punti di accesso al
sistema che rispondono
al criterio della maggiore
prossimità possibile al
cittadino (anche in
collaborazione con altri
soggetti pubblici e
privati).
Implementare le forme
di collaborazione e
coordinamento del
sistema di accesso al
livello di ambito
territoriale.
B.
Consolidare i servizi per
l’accesso di specifiche
categorie di utenza.
Consolidare e potenziare
la presenza degli
sportelli per
l’integrazione socio sanitaria- culturale degli
immigrati.
Diffusione e
prossimità punti di
accesso e adeguata
copertura territoriale
in relazione alla
dimensione
demografica dei
comuni.
Strumenti di
coordinamento a
livello di ambito
territoriale.
n.1 punto di accesso
per ciascun comune.
Presenza di un
coordinatore di
ambito.
Organizzazione di
incontri di
coordinamento
frequenti.
Diffusione e
prossimità punti di
accesso.
n.1 sportello per
ambito territoriale.
n. 4
Finalità
generale
Sostenere la
genitorialità.
OBIETTIVI TEMATICI
A.
Implementare i servizi
di sostegno alla
genitorialità.
RISULTATI ATTESI
Potenziamento e/o
consolidamento
operativo dei centri di
ascolto per le famiglie.
Sviluppo e
qualificazione delle reti
tra servizi.
INDICATORI DI
RISULTATO
n. servizio-ambito
n. protocolli di rete
VALORI TARGET
AL 2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
n.1 centro famiglie
per Ambito e/o
interventi e servizi di
sostegno alla
genitorialità per ogni
comune dell’Ambito
territoriale.
153
B.
Potenziare l’assistenza
domiciliare educativa.
Consolidamento/
potenziamento rete
servizi di educativa
domiciliare.
n. nuclei presi in
carico con equipe
ADE/ nuclei familiari
residenti.
n.2 nuclei ogni 1000
nuclei familiari
n. progetti
individualizzati.
C.
D.
E.
Potenziare e
qualificare i percorsi di
affido familiare.
Qualificare i percorsi
di adozione nazionale
ed internazionale.
Qualificare l’offerta
delle strutture e dei
servizi per i minori.
Incremento dei percorsi
di affido familiare
riduzione del numero dei
minori inseriti in
strutture residenziali.
n. percorsi affido da
attivare nel triennio.
n. 77 di percorsi
affido superiore a n.
inserimento minori in
strutture residenziali/
Ambito
Recepimento degli
indirizzi nazionali e
regionali e qualificazione
della presa in carico e
sviluppo delle reti di
sostegno.
n. protocolli
operativi.
n.1 Anagrafe
famiglie/Ambito
n.1 Regolamento
Affido/Ambito
n. équipe/Ambito
n.1 équipe/Ambito
Consolidamento
operativo delle equipe
integrate.
Recepimento degli
indirizzi nazionali e
regionali e qualificazione
della presa in carico.
Consolidamento della
rete centri diurni e
polivalenti per minori ex
artt 52-104
n. équipe/Ambito
n.1 équipe/Ambito
n. protocolli
operativi.
n.1 protocollo
operativo.
n. posti- utenti/ n.
abitanti.
n.18 ( art. 52) oppure
50 §8art. 104) postiutenti ogni 20.000
abitanti.
Stato di attuazione
della procedura
amministrativa
“Buoni servizio di
conciliazione per
infanzia e
adolescenza”.
Procedure
rendicontative (
ambito- Regione) da
disciplinare, attestanti
un avanzamento
finanziario pari al 100
% del contributo
finanziario concesso.
154
n. 5
Finalità
generale
Promuovere
l’integrazione
sociosanitaria e
assicurare la
presa in carico
integrata delle
non
autosufficienze.
OBIETTIVI
TEMATICI
a. Potenziare la
presa in carico del
L.E.P.
b.Consolidare e
ampliare il sistema
di offerta
domiciliare
RISULTATI ATTESI
Consolidamento operativo ed estensione
del livello di copertura territoriale delle
Porte uniche di accesso.
INDICATORI DI
RISULTATO
n. PUA operative
per
Ambito/Distretto
Sviluppo e consolidamento delle Unità di
Valutazione Multidimensionali.
n. UVM operative
per Ambito/
Distretto.
Incremento della presa in carico
nell’ambito dei percorsi domiciliari di
natura socio-sanitaria per la non
autosufficienza e la disabilità.
n. utenti in carico
ADI
Potenziamento dei servizi di cura per gli
anziani e disabili autosufficienti.
Finanziamento e contributi a privati per
abbattimento barriere architettoniche nelle
abitazioni di residenza di persone non
autosufficienti.
Implementazione di percorsi sperimentali e
innovativi nell’ambito della fruizione di
servizi domiciliari.
n. utenti in carico
SAD
n. contributi erogati
per interventi in
abitazioni private
(procedura a
sportello con
contributo non
superiore al 50%
della spesa
sostenuta dal
privato)
Stato di attuazione
della procedura
amministrativa
“Buoni servizio di
conciliazione per
disabili e anziani
non autosufficienti”.
Stato di attuazione
della procedura
amministrativa
PRO.V.J.
c.Consolidare e
ampliare il sistema
di offerta e
domanda della rete
di servizi
comunitari,
residenziali e a
ciclo diurno.
Potenziamento e consolidamento della rete
Centri diurni socio educativi e riabilitativi
art.60
Promozione della rete strutture residenziali
per persone senza il supporto familiare
Dopo di noi ( artt.55 e 57 R. Reg.4/2007)
Incremento della presa in carico a ciclo
diurno delle persone affette da Alzheimer
art. 60 ter
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito.
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito.
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito.
VALORI
TARGET AL 2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
n.1 PUA per
Ambito/Distretto
con personale
comunale e ASL
dedicato come da
DGR 691/2011
n.1 UVM per
Ambito/Distretto
con personale
comunale e ASL
dedicato come da
DGR 691/2011
n. 3,5 utenti ogni
100 anziani over65
(dato Istat 2011) in
carico ADI per un
numero medio di sei
ore settimanali proutente
n. 1 utenti ogni 100
anziani.
n. 75 interventi nel
triennio per 100.000
abitanti.
Procedure
rendicontative
(ambito/regione)
da disciplinare,
attestanti un
avanzamento
finanziario
concesso .
Avanzamento della
spesa fino a
copertura del 100%
del contributo
finanziario
concesso.
n. 20 posti/utenti
ogni 50.000 abitanti.
n. 6 posti/utenti
ogni 50.000 abitanti
n. 5 posti/utenti
ogni 50.000 abitanti
155
Consolidamento e potenziamento dei
servizi per l’integrazione scolastica ed
extrascolastica minori con disabilità
(équipe specialistiche)
Potenziamento e consolidamento rete
centri aperti polivalenti per disabili
(art.105) e anziani (art.106)
Sviluppo e consolidamento del servizio di
trasporto sociale per persone disabili.
d.Consolidare e
ampliare la presa in
carico integrata
delle persone con
disabilità psichica e
psichiatrici
stabilizzati
Incremento presa in carico integrata
nell’Ambito dei percorsi domiciliari di
natura socio-assistenziale e socio-sanitaria
per le persone con disagio psichico e/o
utenti psichiatrici stabilizzati.
Incremento della presa in carico integrata
nell’ambito dei percorsi di cura a regie
diurno di natura socio-assistenziale e
socio-sanitaria nei centri diurni socio
educativi e riabilitativi art.60 R.Reg.
4/2007 delle persone con disabilità
psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati.
e.-Consolidare e
ampliare la presa in
carico integrata
nell’accesso alle
prestazioni socio
sanitarie delle
persone affette da
dipendenze
patologiche
Consolidamento e/o incremento degli
accessi nelle strutture residenziali Case per
la vita (art.70) e/o Case famiglia con
servizi formativi per l’autonomia (art.60
bis) e incremento accesso e presa in carico
integrata delle persone con disabilità
psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzanti.
Incremento della presa in carico integrata
nell’ambito di programmi terapeuticiriabilitativi di natura socio-assistenziale e
socio-sanitaria per le persone affette da
dipendenze patologiche.
Presenza del
servizio attivo su
base d’Ambito,
conforme al R. Reg
4/2007 e con livello
adeguato di
copertura della
domanda.
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito.
Presenza del
servizio attivo su
base d’Ambito.
n. utenti iI carico
SAD/ADU
Servizio attivo su
base d’Ambito con :
presenza della équipe
integrate previste
dall’art. 92 del Rr.
Reg 4/2007 livello
minimo di copertura
della domanda
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’Ambito.
n.5 posti/utente
50.000 abitanti
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’Ambito.
n.5 posti/utente
50.000 abitanti
n. utenti in carico
n. 15 posti/utenti
ogni 50.000 abitanti
Servizio attivo su
base d’Ambito
n. 10 utenti in carico
SAD/ADI ogni 100
utenti in carico
CSM per un numero
medio di 6 ore
settimanali proutente.
n. 10 utenti in carico
programmi
terapeutici riabilitativi ogni 100
utenti in carico
Ser.t.
n. 6
156
Finalità
generale
OBIETTIVI TEMATICI
Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori
a.
b.
Qualificare la
rete di strutture e
servizi per la
prevenzione ed il
contrasto della
violenza su
donne e minori,
dello
sfruttamento e
della tratta di
essere umani.
Sviluppare la
piena
integrazione
operativa e
gestionale delle
équipe
multidisciplinari
integrate
RISULTATI ATTESI
Potenziamento e
consolidamento operativo
della rete delle strutture e dei
servizi di prevenzione e
contrasto della violenza
INDICATORI DI
RISULTATO
n. convenzioni con CAV
per ambito territoriale .
n. percorsi di inserimento
in Casa rifugio
n. protocollo per Pronto
Intervento Sociale
Sviluppo e qualificazione
delle reti tra servizi
Attivazione/consolidamento
in ogni ambito territoriale,
une équipe integrata multi
professionale fra servizi
sociali,sanitari di base e
specialistici, servizi
giudiziari.
VALORI
TARGET AL
2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
Almeno n.1
convenzione con
CAV per ambito
territoriale.
Pagamento rette
per inserimento
residenziale
presso struttura
autorizzata
n. 1 PIS/Ambito
n. protocolli di rete
n. 1 protocollo di
rete
n. percorsi di
formazione/aggiornamento
n. 15 percorsi
annuali
n. équipe/ambito
n. 1 équipe
multidisciplinare
integrata di
ambito
n. protocollo operativo
n.1 protocollo
operativo
n. 7
Finalità
generale
OBIETTIVI TEMATICI
a.
Governance e
funzionamento
dell’ufficio di
piano
Attivazione
dell’ufficio di piano e
assegnazione di
dotazione organica
stabile
RISULTATI ATTESI
Ufficio di piano sociale
di zona a regime, con il
responsabile e la
dotazione organica
dedicata.
INDICATORI DI
RISULTATO
n. gg/set di
funzionamento
dell’ufficio di piano
VALORI TARGET
AL 2016
OBIETTIVI DI
SERVIZIO
n. 5 gg /settimana
n. 3 risorse umane
assegnata full time
n. risorse umane
assegnate
stabilmente all’Udp
n. riunioni periodiche
con i servizi sociali
professionali dei
comuni dell’ambito
n. 2 riunioni mensili
tra Udp e SS
professionale
157
b.
Promuovere un luogo
stabile di
concertazione con le
OO. SS. e processi di
partecipazione della
cittadinanza attiva.
Pratiche consolidate di
partecipazione della
cittadinanza sociale e di
concertazione con le
OO.SS più
rappresentative
n. Patti di
partecipazione con le
organizzazione del
terzo settore
formalmente
costituite
n. riunioni periodiche
del tavolo di
monitoraggio e
valutazione
n. riunioni periodiche
del tavolo di
concertazione con le
OO.SS più
rappresentative
2.3
n. 10 patti di
partecipazione (1 per
ogni ODV
/APS/Org.III Settore,
o loro reti , costituita
da almeno un anno
alla data di
sottoscrizione)
n. 4 riunioni
(trimestrali) per anno
del tavolo di
monitoraggio e
valutazione
n.4 riunioni
(trimestrali) per anno
del tavolo di
concertazione con le
OO.SS Più
rappresentative.
IL RACCORDO TRA LA PROGRAMMAZIONE ORDINARIA E LE
RISORSE AGGIUNTIVE
a. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC
INFANZIA – I ° STRALCIO
Il sistema di offerta dei servizi per la prima infanzia presente sul territorio dell’Ambito n. 4 si
caratterizza per una prevalenza di servizi privati a gestione autonoma. Solo sul territorio di Mesagne
e di San Pancrazio si rilevano asili nido a titolarità pubblica affidati a terzi; nei Comuni di Torre S.
Susanna e Torchiarolo, invece, sono presenti strutture private convenzionate. Di seguito si riportano
nel dettaglio le strutture e le relative caratteristiche:
 Comune di Mesagne: asilo nido “Cresciamo insieme” a titolarità pubblica affidato a terzi,
atto n. 589/2007, con posti 74, tutti occupati. L’asilo nido è aperto 11 mesi all’anno, dal
lunedì al sabato dalle ore 7:00 alle 17:30. Nel Comune ci sono altre 3 asilo nido privati a
gestione autonoma autorizzati al funzionamento con atti n. 14/2010; 4/2011; 160/2009 con
posti complessivi 91 e 49 occupati.
 Comune di San Pancrazio: asilo nido comunale a titolarità pubblica affidato a terzi,
autorizzato con atto n. 251/2010 con 20 posti con una presa in carico di 15 utenti. L’asilo
nido è aperto 11 mesi l’anno, dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 16:00; è altresì presente
l'asilo nido Arca di Noè a titolarità privata con gestione autonoma, autorizzata al
funzionamento con atto n. 124/2008. I posti autorizzati sono 24, e 17 sono gli utenti presi in
carico. L'orario di apertura è 11 mesi l'anno dal lunedì al sabato dalle 8,00 alle 16,00
 Comune di Torre Santa Susanna: asilo nido “Pegaso” a titolarità privata convenzionata,
autorizzato al funzionamento con atto n. 272/2003. I posti autorizzati sono 48 a fronte di 20
158
utenti presi in carico (n. 5 sono convenzionati con il Comune). L’asilo nido è aperto 11 mesi
l’anno dal lunedì al venerdi dalle ore 7.30 alle 16:00;
 Comune di Torchiarolo: asilo nido a titolarità privata convenzionata, autorizzato con atto n.
7/2012 con 30 posti tutti coperti con contributi pubblici. L’asilo nido è aperto 11 mesi
l’anno, dal lunedì al venerdi dalle 6:00 alle 14:00 e il sabato dalle 7:00 alle 13:00;
 Comune di Latiano: sono presenti n. 2 asilo nido a titolarità privata con gestione autonoma
autorizzati con atti n. 781/2012 e 468/2012 per complessivi posti 23 e tutti coperti. Sono
aperti 11 mesi l’anno dal lunedì al sabato dalle 7:00 alle 20:00; e l'altro dalle 7,00 alle 16,00;
 Comune di San Pietro Vernotico: asilo nido “L’arca di Noè” a titolarità privata
convenzionata, autorizzato al funzionamento con atto n. 631/2011. I posti autorizzati sono
23 con una copertura totale degli utenti fruitori. L'asilo nido è aperto 11 mesi l'anno da
lunedì a sabato dalle 7,30 alle 14,00;
 Comune di Cellino S. Marco: asilo nido a titolarità privata con gestione autonoma
autorizzata con atto n. 181/2010, con posti 35, tutti coperti. Aperto11 mesi l'anno dalle 8,00
alle 14,30;
 Comune di San Donaci: asilo nido a titolarità privata con gestione autonoma autorizzata con
atto n. 1149/2009, con 6 posti tutti coperti. Aperto 11 mesi l'anno dalle 8,00 alle 16,00.
Le sezioni primavera presenti in ambito sono n. 7 di cui solo 1 è a titolarità pubblica. I posti
autorizzati sono 20 e risultano tutti coperti con la presa in carico e sono aperti 9 mesi l'anno.
I servizi socio educativi innovativi e sperimentali presenti sono tutti a titolarità privata, in genere
fanno capo agli stessi nido privati e inoltre a Latiano è presente un gestore accreditato al servizio.
Ai sensi dell’art. 49 comma 1 della L. R. 19/2006 sia le strutture che i servizi socio assistenziali
sono autorizzati al funzionamento da parte dei comuni competenti per territorio in conformità alle
disposizioni della stessa legge e del relativo regolamento regionale di attuazione.
Ai sensi poi dell’art 53 della stessa legge i Comuni trasmettono, entro 15 giorni dall’adozione, i
provvedimenti concernenti le autorizzazioni al funzionamento, le relative modifiche o le revoche, e
la Regione Puglia provvede, con proprio atto dirigenziale, a inserire detti provvedimenti nei registri
regionali. A partire dall’anno 2010 la Società Innova Puglia SPA, a seguito di una convenzione con
la regione Puglia, ha elaborato e realizzato un progetto di semplificazione amministrativa, mediante
soluzione ITC, che consente di gestire su piattaforma web tramite processi standardizzati basati
sull’utilizzo integrato degli strumenti tecnologici previsti dal Codice dell’Amministrazione Digitale
(firma digitale, cooperazione applicativa, posta elettronica certificata) tutte le fasi del procedimento
amministrativo relativo al funzionamento dei servizi e delle strutture regolamentate dalla legge
regionale 19/2006 e relativo regolamento di attuazione 4/2007, ovvero:
- 1 domanda di autorizzazione al funzionamento da parte del soggetto titolare della
struttura/servizio;
- istruttoria da parte dei Comuni per l’accertamento dei requisiti disposti dalla normativa di
riferimento;
- rilascio del provvedimento formale di autorizzazione al funzionamento;
- atto dirigenziale del dirigente regionale di iscrizione nei registri regionali
- aggiornamento e tenuta dei registri.
Sino al 30 settembre 2012 è stata gestita una fase sperimentale di tale procedura telematica per cui
la Regione continuava ad avere anche i registri cartacei. Attualmente i registri sono esclusivamente
telematici. Con determinazione dirigenziale n. 819/2012 sono stati definitivamente approvati il
Manuale utente e il Manuale istruttore, rispettivamente per la richiesta al funzionamento e/o
accreditamento e per la procedura di rilascio dell’autorizzazione definitiva.
Le tariffe regionali per i servizi della prima infanzia rinvengono dalla determinazione n. 901/2013 e
sono di seguito riassunti:
159
Art. 53
Asilo nido – 20 p
Fascia d’età 3-12 mesi (lattanti)
€ 845,30
Art. 53
Asilo nido – 60 p.
Fascia d’età 3-12 mesi (lattanti)
€ 750,71
Art. 53
Asilo nido - 20 p.
Fascia d’età 13-24 mesi (semidivezzi)
€ 643,25
Art. 53
Asilo nido – 32 p.
Fascia d’età 13-24 mesi (semidivezzi)
€ 638,49
Art. 53
Asilo nido - 60 p.
Fascia d’età 13-24 mesi (semidivezzi)
€ 594,82
Art. 53
Asilo nido – 20 p.
Fascia d’età 25-36 mesi (divezzi)
€ 575,90
Art. 53
Asilo nido – 30 p.
Fascia d’età 25-36 mesi (divezzi)
€ 579,61
Art. 53
Asilo nido – 60 p.
Fascia d’età 25-36 mesi (divezzi)
€ 528,72
Gli obiettivi del progetto presentato dall’Ambito per il piano di intervento PAC infanzia sono:
-
Ampliamento dei servizi di nido e micronido a titolarità pubblica o privata
convenzionata con incremento del numero di utenti presi in carico e riduzione delle
liste di attesa
L’Analisi sopra effettuata evidenzia la presenta di servizi a titolarità privata e privata
convenzionata, pertanto il piano di intervento sarà finalizzata almeno al 90% al
raggiungimento di questo obiettivo.
Saranno incrementati di 10 posti/utenti e del necessario personale le prese in carico a
titolarità pubblica, e sarà ampliata l’offerta nel privato di 40 posti /utenti sia con l’acquisto
diretto del posto a mezzo di convenzione con il Comune, sia a mezzo del contributo alle
famiglie con il sistema del buono servizio;
-
Avvio o ampliamento di servizi integrativi di carattere socio-educativo con incremento
del numero di utenti presi in carico
Data la assoluta assenza di tale servizio in Ambito, si progetta di avviarlo in via
sperimentale nel numero di 20 utenti attraverso la erogazione dei servizi innovativi per la
prima infanzia previsti nell’art 101 del R. R. 4/2007 con la formula del contributo
economico alle famiglie richiedenti il servizio stesso
-
Costruzione di nuove strutture o ristrutturazione / adeguamento di strutture esistenti
per servizi di nido e micronido a titolarità pubblica
L’intervento è finalizzato all’adeguamento di strutture pubbliche (ove insiste la scuola
dell’infanzia) ai fini dell’autorizzazione a nuove sezioni primavera, per renderle adeguate
all’accoglienza di bambini tra i 24 e i 36 mesi la cui priorità va data ai Comuni dove è
assolutamente assente il servizio.
160
b. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC
ANZIANI– I ° STRALCIO
L'Ambito territoriale n. 4, in seno alla progettazione del Piano di zona (I cento passi) ha erogato i
seguenti servizi:
- servizio ADI, consistente in prestazioni socio-sanitarie e assistenziali erogate in forma
integrata con l'ASL al domicilio dell'anziano;
- servizio SAD, consistente in prestazioni socio-assistenziali erogate al domicilio dell'anziano,
comprese anche le attività di disbrigo pratiche amministrative, l'aiuto nella preparazione dei
pasti e il servizio compagnia;
- sperimentazione del servizio di telesoccorso e teleasssitenza (con riscontri poco
significativi)
- servizio di trasporto sociale presso i luoghi di cura.
I Comuni, a titolarità singola, hanno arricchito l'offerta con le prestazioni residenziali e
semiresidenziali per i ricoverati in strutture socio-sanitarie, nonché con il servizio mensa e di
lavanderia.
L'infrastrutturazione sociale è significativa, con la presenza di n.7 strutture residenziali.
I servizi domiciliari per anziani non autosufficienti sono garantiti nel Piano Sociale di Zona risultato
della gestione associata dei 9 Comuni facenti parte dell’Ambito, con la necessaria partecipazione
della ASL BR /1 Distretto n. 4. L'Ambito ha sottoscritto un protocollo operativo per la presa in
carico e la gestione delle prestazioni domiciliari in base al quale l'ASL garantisce le prestazioni
sanitarie quali mediche, infermieristiche, fisioterapiche e di igiene personale, e queste prestazioni
sono assolutamente gratuite per gli utenti. L'Ambito associa a tali prestazioni quelle socioassistenziali con quota di compartecipazione da parte degli utenti definita attraverso l'indicatore
della situazione economica equivalente (ISEE). Nonostante il comune protocollo operativo con
l'ASL, i gestori delle prestazioni sono due soggetti giuridici differenti, l'uno contraente con l'ASL e
l'altro con l'Ambito. Il controllo è espletato dagli enti contraenti e il monitoraggio è affidato in
genere alle stesse ditte appaltatrici. Tali prestazioni socio-assistenziali sono riprese nel SAD per gli
utenti con problematiche sanitarie meno complesse e con alleggerimento delle prassi di presa in
carico e di controllo, con un dialogo più diretto tra il servizio sociale che ha redatto il PAI e la ditta
appaltatrice che lo deve eseguire.
L’accesso alle prestazioni è garantito dal Welfare di Accesso che trova nella PUA e nell’UVM
l’esplicitazione di quanto necessario per giungere alla stesura del PAI. L'utente si reca nella PUA
territoriale ove trova un assistente sociale che accoglie la domanda, decodifica il bisogno, si
relaziona con il medico di base per la compilazione della SVAMA, e attiva L'UVM presso il
Distretto sanitario. In sede di UVM si valuta il bisogno e si procede alla stesura del PAI a seconda
che l'ADI sia a breve, medio e lungo termine (rispettivamente tre settimane, tre mesi e sei mesi
rinnovabili). Chiaramente, i tempi di durata sono in relazione alla gravità della condizione del
beneficiario. L’unitarietà del Servizio ADI, in tutte le sue fasi - programmazione, esecuzione e
valutazione -, consente un percorso nel quale il processo di aiuto alla persona è costantemente
monitorato e valutato.
Il sistema di accreditamento dei soggetti gestori non è ancora ben incardinato nel sistema
economico-sociale giacché la legislazione regionale è abbastanza recente (L. R. 19/2006 e R. R. n.
4/2007). I bandi di gara e i capitolati hanno previsto che i soggetti gestori debbano essere:
cooperative sociali e loro consorzi iscritte negli albi regionali, in possesso di solidità economica e
finanziaria certificata da istituti di credito, esperienza triennale nella gestione di medesimi servizi,
oltre che tutti i requisiti previsti dalla normativa sugli appalti pubblici. Queste caratteristiche
escludono il terzo settore dai possibili contraenti.
161
Per il servizio ADI, emerge che nel triennio vi è un incremento dell'utenza a fronte di una
diminuzione delle ore erogate. La lettura che va data a questo dato non è nel senso di una
diminuzione del bisogno, ma al contrario alla insufficienza di risorse finanziarie . Per il servizio
NON INTEGRATO si registra un aumento di utenti, di ore e di spesa pubblica perché l'ambito si è
dovuto far carico anche delle prestazioni sanitarie per soddisfare il bisogno
Il 50% delle risorse PAC sono assegnate al mantenimento dei servizi domiciliari (integrati e non)
per raggiungere il livello, unitamente alle risorse diverse dei PAC dell'assistenza erogata nell'anno
2012. L'incremento non può essere programmato in quanto,l'annualità 2013 ha visto i servizi
dimezzati rispetto all'anno 2012 per carenza di risorse proprie e per indisponibilità oggettiva dei
PAC. Per il 2014 si prevede il recupero del livello di assistenza garantito nel 2012.
Il restante 50%, per vincolo, è programmato per il potenziamento e consolidamento delle PUA
territoriali , per le forniture di ausili adattativi non forniti dal sistema sanitario nazionale e per
l’integrazione retributiva del trattamento accessorio del personale impegnato.
L’Ambito di Mesagne ha esaurito tutte le risorse programmate nel piano di zona 2010/2012 al 31
dicembre 2012 e pertanto nell'anno di proroga dei PDZ 2013 ha dovuto dimezzare, esattamente al
50% tutti i servizi ( vedasi decisioni del coordinamento istituzionale). Pertanto il 50% dei fondi
PAC assegnati al mantenimento del budget 2012 ci permettono di tenere invariate la spesa, l'utenza
e il monte ore.
Nel corso dell'anno 2013/2014 l'ambito territoriale n.4 ha programmato nel Piano sociale di zona i
medesimi interventi di assistenza socio sanitaria per gli anziani ultra 65 non autosufficienti, sebbene
la progettazione di dettaglio del PDZ ha come utenti anche i disabili : sono i servizi ADI (
integrati) e SAD ( non integrati). La Regione Puglia, prevede anche di incrementare le risorse con le
azioni di assegno di cura , in favore dei care giver familiari che sostengono un anziano a domicilio.
I Comuni, in maniera singole e con fondi di bilancio propri, continueranno a:
sostenere gli utenti inseriti in percorsi residenziali e semiresidenziali con il pagamento delle quote
sociali;
il servizio mensa a domicilio;
il servizio di taxi sociale;
il servizio lavanderia
c. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL FONDO SVILUPPO E COESIONE
– OBSERV (DEL. CIPE N. 79/2012)
L'Ambito Territoriale n. 4 intende realizzare gli obiettivi di servizio previsti nella deliberazione del
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, n. 79 dell’11/07/2012, che ha
stanziato per n. 8 regioni meridionali, tra cui la Puglia, i servizi di cura per gli anziani non
autosufficienti, prevedendo interventi socio-sanitari a domicilio; oltre a consolidare e ampliare il
sistema dell’offerta e domanda relativa alla rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia
(incremento dei posti nido).
d. I BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE (AZIONI 3.3.1 – 3.3.2)
L'Ambito Territoriale n. 4 ha già avviato e continuerà ad erogare i servizi di cui al “Catalogo
telematico dell’offerta di servizi di conciliazione vita-lavoro rivolti all’infanzia e all’adolescenza
sul territorio regionale” (Azione 3.3.1), nonché quelli rivolti all’erogazione dei servizi “per le
persone non autosufficienti di cui all’azione 3.3.2 del territorio dell’Ambito”, adottando per
162
entrambi la procedura cosiddetta “a sportello” e facendo riferimento alle risorse che la Regione
Puglia ha stanziato per entrambe le misure.
L'Ambito Territoriale n. 4 ha già avviato e continuerà ad erogare i servizi di cui al “Catalogo
telematico dell’offerta di servizi di conciliazione vita-lavoro rivolti all’infanzia e all’adolescenza
sul territorio regionale” (Azione 3.3.1), nonché quelli rivolti all’erogazione dei servizi “per le
persone non autosufficienti di cui all’azione 3.3.2 del territorio dell’Ambito”, adottando per
entrambi la procedura cosiddetta “a sportello” e facendo riferimento alle risorse che la Regione
Puglia ha stanziato per entrambe le misure.
In particolare per l’Ambito nr. 4, le strutture iscritte al catalogo telematico dell’offerta dei servizi
sono le seguenti:
SERVIZI PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA (Azione 3.3.1)
Comune
Art.
Reg.
nr. 4
Nr. posti
a
catalogo
Retta mensile
media
53
5
€ 200,00
53
8
€ 300,00
53
39
€ 215,00
53
8
€ 270,00
53
20
€ 165,00
L'ARCA DI NOE'
53
24
€ 200,00
ASILO NIDO COMUNALE
53
15
€ 399,99
LUDOTECA - L'ALBERO
AZZURRO
89
16
€ 90,00
LUDOTECA - L'ALBERO
AZZURRO
90
15
€ 130,00
Denominazione
LATIANO
COOP.SOCIALE
CRESCIAMO INSIEME
ASSOCIAZIONE
“L’ARCOBALENO
COOP.SOCIALE
“SILLABANDO”
COOPERATIVA SOCIALE LA
BOTTEGA DELLA FANTASIA
SAN PIETRO V.co
ASILO NIDO - CASA DEI
BAMBINI
MESAGNE
MESAGNE
MESAGNE
SAN PANCRAZIO
S.no
SAN PANCRAZIO
S.no
SAN PANCRAZIO
S.no
SAN PANCRAZIO
S.no
SERVIZI PER ANZIANI E NON AUTOSUFFICIENTI (Azione 3.3.2)
Comune
MESAGNE
MESAGNE
Denominazione
Centro Diurno SocioEducativo E Riabilitativo
Villa Cavaliere
Centro Diurno SocioEducativo E Riabilitativo
Pino Pagliara
Art.
Reg.
nr. 4
Nr. posti
a
catalogo
Retta mensile
media
60
5
€ 933,60
60
4
€ 933,60
163
e. I PROGETTI SPECIALI (INTESA FAMIGLIA, PIANI DEI TEMPI, ECC….)
L’Ambito Territoriale n. 4 intende promuovere, nel corso del triennio 2014-2016, un progetto in
linea con lo spirito delle norme nazionali e regionali in materia di affido familiare, e quindi il diritto
per ogni minore di vivere in una famiglia, incentivando i percorsi di affido con l’incremento del
numero di famiglie che accolgono minori in una situazione temporanea di difficoltà e la
conseguente diminuzione del ricorso all’istituzionalizzazione.
Tale obiettivo generale può essere conseguito attraverso quattro macro-obiettivi, che
corrispondono alle fasi principali in cui si articolerà il progetto:
1) mettere a sistema un modello di intervento a rete pubblico-privato, processuale e
incrementale, fondato:
 su un’adesione matura e consapevole ad una logica di sistema integrata e di patto
territoriale e sulla condivisione dell’importanza del ruolo di un welfare integrato
(pubblico, non profit) come fattore di sviluppo;
 su una cooperazione organizzata e formalizzata verso obiettivi comuni, fondata su
innovativi processi decisionali;
 sull’organizzazione di una cabina di regia stabile di pianificazione, coordinamento,
monitoraggio, valutazione e validazione delle strategie di intervento;
 su una dimensione organizzativa forte in cui siano chiari, formalizzati ed esplicitati ruoli,
responsabilità decisionali e obiettivi;
 su una disponibilità alla condivisione e allo scambio di informazioni;
 su un percorso comune di aggiornamento e formazione tecnica degli operatori dell’affido
pubblici e del privato-sociale;
2) implementare e sviluppare i servizi a sistema attraverso un miglioramento della cura e
dell’accompagnamento dei minori, delle famiglie affidatarie e delle famiglie d’origine, per:
 diminuire i tempi di attesa;
 razionalizzare gli interventi già in atto per evitare duplicazioni, sovrapposizioni e quindi
sprechi e inefficienze;
 superare la logica di intervento legata a servizi ormai consolidati che si reggono su
contributi limitati nel tempo e nelle risorse;
 permettere all’Ambito di coordinare, valorizzare e monitorare gli interventi al fine di dare
risposte immediate al bisogno;
 superare la logica di autoreferenzialità che limita spesso lo sviluppo delle politiche e delle
scelte sia del pubblico che del privato.
3) diversificare le attuali forme di affido e accoglienza familiare di minori per rispondere al
mutamento dei bisogni e delle istanze sociali delle famiglie in stato di vulnerabilità o
fragilità sociale, sperimentando nuovi interventi di prossimità, solidarietà e sostegno
familiare che contribuiscano a rafforzare competenze genitoriali e relazioni significative,
“alleggerendo” alcune forme di intervento praticate da anni;
4) migliorare la comunicazione e la promozione della cultura dell’affido, con un investimento
in termini teorici e pratici:
 sul metodo, nella scelta di non optare per grosse campagne di comunicazione a target
indifferenziato, ma su una strategia di comunicazione integrata con strumenti
diversificati (sito, newsletters, incontri informativi e formativi, testimonianze ed eventi)
mirati a specifici segmenti di popolazione ritenuti più sensibili e disponibili
all’accoglienza;
 sui contenuti, modificando l’immagine dell’affido da un percorso avvicinabile da pochi
ad esperienza di accoglienza in senso più generale e diversificato, che può attuarsi con
diverse modalità e quindi accessibile a chi sia disponibile ad “accogliere” in base alle
proprie disponibilità e risorse.
164
I sotto-obiettivi del progetto saranno:
 creazione di capitale sociale, ossia relazioni fiduciarie tra i promotori dei diversi interventi
di accoglienza che facilitino il processo di aggregazione dei portatori di interesse e
sostengano la motivazione dei singoli ad aprirsi all’accoglienza;
 individuazione e definizione di modalità efficaci attraverso cui l’innovazione prodotta possa
essere “ingegnerizzata”, per divenire patrimonio comune di un numero consistente di
soggetti a livello locale;
 dare un’ampia visibilità alle attività sia tra i soggetti progettuali che esternamente per
amplificare l’impatto dell’iniziativa al fine di favorire un effetto moltiplicatore dei risultati
raggiunti, per promuovere gli eventi e per diffondere i risultati di progetto.
Destinatari dell’intervento sono:
Beneficiari diretti: minori, famiglie affidatarie e famiglie d’origine
Beneficiari indiretti: operatori degli enti pubblici e privati che partecipano alla messa a sistema,
alla formazione e alle azioni, condividendo e confrontando strategie e modalità operative; reti di
famiglie affidatarie e accoglienti
Beneficiari indiretti: la collettività che verrà sensibilizzata rispetto alla cultura dell’affido e
dell’accoglienza diversificata a minori
Coerenza con la programmazione sociale di Ambito e dei singoli comuni:
L’impegno dell’Ambito n. 4 per promuovere la cultura dell’affido e per innovare l’asseto
organizzativo del servizio affidi in una prospettiva partecipativa e sussidiaria è uno degli obiettivi
definiti nel Piano Sociale di Zona 2010/2012 redatto in osservanza del Piano Regionale Politiche
Sociali 2009-2011 (Delibera di Giunta Regionale n. 1865 del 13 ottobre 2009).
In particolare ci si riferisce al servizio ADT Minori, rivolto al sostegno educativo all’interno di
nuclei familiari che presentano carenze culturali-educative, rappresentando, ove possibile, una
valida alternativa all’inserimento in strutture.
E’ inoltre in fase di attivazione l’équipe integrata per l’adozione, composta da personale
qualificato che opera presso i Consultori familiari dell’ASL in collaborazione con i servizi sociali
dei nove Comuni facenti parte dell’Ambito, secondo un protocollo operativo condiviso che prevede
la segnalazione dei casi da parte degli Uffici comunali e la presa in carico da parte del sistema
sanitario locale.
Tra gli obiettivi operativi del Piano Sociale di Zona rientra il potenziamento e il consolidamento del
servizio di affido familiare, tramite la costituzione di 2 uffici affido/adozioni e l’attivazione di 20
percorsi di affido nel triennio 2010-2012.
L’intervento è di pertinenza del Servizio Sociale dell’Ambito territoriale, previo consenso
manifestato dai genitori esercenti la potestà ovvero dal tutore, sentito il minore che abbia compiuto i
dodici anni e anche i minori di età inferiore, in relazione alla capacità di discernimento.
Le caratteristiche del provvedimento di affidamento che il Servizio Sociale deve disporre sono le
stesse sia per l’affidamento consensuale sia per quello giudiziale. In particolare deve prevedere un
progetto individualizzato contenente:
 analisi della situazione familiare e personale del/la minore
 modalità, tempi di attuazione e prevedibile durata dell’affidamento
 interventi a favore della famiglia d’origine, degli affidatari, del/la minore
 tipo e frequenza dei rapporti tra le due famiglie
 momenti di verifica periodici.
I compiti del Servizio Sociale, individuati dalla Legge n. 184/83 e dalle modifiche introdotte dalla
Legge n. 149/01, sono così riassumibili:
 disporre un programma di assistenza e sostegno alla famiglia di origine del minore, nonché
il progetto educativo a tutela del minore, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati;
 valutare la necessità di attivare un affidamento familiare come intervento prioritario e
alternativo all’inserimento in struttura comunitaria;
165
 vigilare sull’andamento dell’affidamento svolgendo opera di sostegno educativo;
 agevolare i rapporti tra minore e famiglia d’origine favorendo il suo rientro nella stessa
secondo le modalità più idonee;
 ricercare la massima integrazione funzionale con i servizi sanitari e sociosanitari del
territorio, nell’attuazione dell’affidamento;
 avvalersi della collaborazione delle associazioni familiari per l’individuazione e la
formazione delle famiglie affidatarie e per supportare la rete tra le esperienze di
affidamento;
 comunicare al Giudice Tutelare o al Tribunale per i Minorenni ( a seconda che si tratti di
affidamento consensuale o giudiziale) “ogni evento di particolare rilevanza” che riguardi il
minore o gli affidatari o la famiglia d’origine:
 inviare semestralmente una relazione al Giudice Tutelare o al Tribunale per i Minorenni
sull’andamento del programma di assistenza, sulla presumibile ulteriore durata e
sull’evoluzione delle condizioni di difficoltà del nucleo familiare di provenienza (art.4 L.
184/83 e s.m.i.)
 dare sostegno al minore per l’elaborazione del distacco dalla famiglia affidataria e la
preparazione al rientro presso il nucleo d’origine
 definire i tempi e le modalità più favorevoli al reinserimento nella famiglia di origine, anche
valutando l’opportunità del mantenimento di rapporti con la famiglia affidataria.
Le funzioni di presa in carico, di promozione della cultura dell’affidamento familiare, di
reperimento e valutazione degli aspiranti affidatari, di formazione e sostegno degli affidatari, di
attivazione dei possibili abbinamenti, richiedono l’apporto stabile, integrato e continuativo di
professionalità socio-sanitarie diverse, capaci di garantire un intervento articolato e protratto nel
tempo. A tal fine l’Ambito, in collaborazione con l’ASL, si dota, in rapporto alla propria
organizzazione territoriale, di un’equipe integrata alla quale attribuire compiti specifici.
Le linee programmatiche di costituzione dell’equipe prevedono un organigramma composto almeno
da un assistente sociale, da un educatore o pedagogista e da uno psicologo, assegnati a questo
compito dal proprio Servizio di appartenenza, un’organizzazione che preveda ore di lavoro sia
congiunto che individuale. A tali figure possono affiancarsi mediatori interculturali e linguistici per
supportare in specifiche condizioni l’elaborazione del progetto educativo per il minore e per
sviluppare iniziative di sensibilizzazione all’accoglienza da parte di famiglie miste o della stessa
etnia dei minori interessati.
Il servizio di affidamento familiare è disciplinato dall’Ambito territoriale con l’adozione di un
regolamento unico che, recependo la normativa nazionale e regionale in materia, definisce impegni
e compiti dei vari soggetti protagonisti dell’intervento.
L’Ambito sottoscrive specifici protocolli d’intesa con le istituzioni che a vario titolo operano sul
tema per favorire e rafforzare il processo di integrazione sociosanitaria dei servizi territoriali.
166
Capitolo III
PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
3.1. – LA COMPOSIZIONE DEL FONDO UNICO DI AMBITO
REGIONE PUGLIA
AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA’
SERVIZIO PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
Budget complessivo del Piano Sociale di Zona - terzo ciclo di programmazione
PROVINCIA DI
BRINDISI
AMBITO TERRITORIALE DI
Mesagne
BUDGET DISPONIBILE
N.
1
FONTE DI FINANZIAMENTO
RESIDUI STANZIAMENTO PDZ 2010-2013
€ 14.340.263,28
ANNUALITA' DI
COMPETENZA
IMPORTO
€ 0,00
167
2
Fondo Nazionale delle Politiche Sociali (FNPS)
2013
€ 407.212,87
3
Fondo Globale socioassistenziale regionale (FGSA)
2013
€ 282.556,29
4
Fondo Non Autosufficienza (FNA)
2013
€ 270.018,43
5
Risorse proprie da bilancio comunale
€ 6.422.244,75
6
Risorse della ASL allocate a cofinanziamento del Piano di Zona
€ 3.993.023,00
7
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Infanzia (PAC)
€ 697.500,00
8
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Anziani non autosufficienti (PAC)
€ 891.245,00
9
Fondi per i Buoni servizio di concilizione - Infanzia
€ 565.044,00
10
Fondi per i Buoni servizio di concilizione - Anziani e Disabili
€ 531.388,64
11
Altre risorse pubbliche apportate a cofinanziamento del Piano di Zona
€ 280.030,30
12
Altre risorse private apportate a cofinanziamento del Piano di Zona
3.1.1 - Risorse Ordinarie (FNPS – FNA – FGSA)
La composizione del budget disponibile per i servizi di questo terzo periodo di programmazione è quantificata
sulla base delle risorse destinate alla spesa sociale da parte dello Stato, della Regione, della ASL, dei Comuni e
di altre risorse pubbliche e private. Nel dettaglio si riscontrano nel prospetto sopra riportato.
3.1.2 – Le risorse aggiuntive (FSC – PAC)
La novità di questo terzo ciclo di programmazione finanziaria è costituita dalle risorse rivenienti dalla
destinazione di fondi europei (P.O. F.E.S.R. 2007-2013) per Piani di Azione e Coesione e Buoni di
168
Conciliazione destinati a minori, anziani, e ai soggetti non autosufficienti. Il dettaglio dei relativi servizi è
riportato all’interno della scheda di programmazione finanziaria sotto riportata.
3.1.3 – Il cofinanziamento con risorse proprie dei comuni.
È utile sottolineare che, oltre alle risorse trasferite dalla Regione Puglia, la quota di cofinanziamento garantita
dai Comuni risulta essere superiore al vincolo imposto del 100% del F.N.P.S. - F.G.S.A. – F.N.A., così come
precedentemente descritto (vedi cap. 1.4).
REGIONE PUGLIA
AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA’
SERVIZIO PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
Scheda di programmazione finanziaria del Piano di Zona - terzo ciclo di programmazione
PROVINCIA DI
BRINDISI
AMBITO TERRITORIALE
DI
Mesagne
CONTATORI
RES
STAN
Z PDZ
10-13
FNPS
FGSA
FNA
RISORSE
PROPRIE
COMUNAL
I
RISORSE
ASL
PAC INF
PAC
ANZ
BUONI
SERVIZI
O INF
BUONI SERVIZIO ANZ/DIS
ALTRE
RISORSE
PUB
ALTRE
RISORS
E
PRIVAT
E
TOTALE
169
Art. Reg. 4/07
N
.
RISORSE ASSEGNATE
€ 0,00
€
407.212,8
7
€
282.556,2
9
€
270.018,4
3
€
6.422.244,75
€
3.993.023,0
0
€
697.500,0
0
€
891.245,0
0
€
565.044,00
€ 531.388,64
€ 280.030,30
€ 0,00
€
14.340.263,2
8
RISORSE RESIDUE
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
€ 0,00
TOTALE DI COLONNA
€ 0,00
€
407.212,8
7
€
282.556,2
9
€
270.018,4
3
€
6.422.244,75
€
3.993.023,0
0
€
697.500,0
0
€
891.245,0
0
€
565.044,00
€ 531.388,64
€ 280.030,30
€ 0,00
€
14.340.263,2
8
FNPS
FGSA
FNA
RISORSE
PROPRIE
COMUNAL
I
RISORSE
ASL
PAC INF
PAC
ANZ
BUONI
SERVIZI
O INF
ALTRE
RISORSE
PUBBLICH
E
ALTRE
RISORS
E
PRIVAT
E
TOTALE DI
RIGA
Tipologia
gestione
Denominazione
Ente titolare
AM
B
Asili nido e altri servizi socioeducativi per la prima infanzia
Comune /
Ambito
Periodo
di
attuazion
e del
servizio
Modalità
gestione
1. in
economia
2.
affidament
o
3. delega
20132014
2
€ 360.332,89
20132014
2
€ 20.000,00
€ 20.000,00
20132014
1
€ 145.500,00
€ 145.500,00
20132014
1
€ 81.000,00
€ 81.000,00
20132014
3
CO
M
RES
STAN
Z PDZ
10-13
BUONI SERVIZIO ANZ/DIS
€
697.500,0
0
1
53-90101
2
altro
Servizi di conciliazione vita-lavoro
Ambito
3
85
Rete di pronto intervento sociale PIS
Comune
SI
4 77-81ter
Rete di pronto intervento sociale emergenza abitativa
Comune
SI
5
102
Percorsi di inclusione sociolavorativa
Ambito
SI
6
86
Servizio Sociale Professionale
Comunale
SI
si
20132014
1
€ 145.500,00
€ 145.500,00
7
83
Rete di accesso - segretariato
Comunale
SI
si
20132014
1
€ 145.499,09
€ 145.499,09
8
108
Rete di accesso - sportello immigrati
Comunale
SI
20132014
3
€ 25.000,00
€ 25.000,00
9
3
Rete di accesso - PUA
Ambito
SI
20132014
3
€ 25.000,00
1
0
93
Centri di ascolto per le famiglie
Ambito
SI
20132014
1
€
15.000,00
1
1
87
Educativa domiciliare per minori
Ambito
SI
20132014
2
€
139.882,9
5
si
si
si
€
1.057.832,89
FSE
€ 22.000,00
NOT
E
€
159.000,0
0
€ 0,00
€ 206.000,00
€ 15.000,00
€
100.196,8
1
€ 92.179,53
€ 332.259,29
170
1
2
altro
Buoni di servizio di conciliazione infanzia
Ambito
SI
20132014
2
1
3
96
Affido familiare - equipe
Ambito
SI
20132014
1
€ 50.000,00
€ 50.000,00
1
4
96
Affido familiare
Ambito
SI
si
20132014
1
€ 16.950,00
€ 50.000,00
1
5
altro
Adozione familiare
Ambito
SI
si
20132014
1
€ 50.000,00
€
116.936,00
€ 166.936,00
1
6
52-104
Centri diurni (art. 52-104 RR
4/2007) minori
Ambito
SI
si
20132014
2
€ 108.293,00
€ 27.000,00
€ 135.293,00
1
7
3
Unità di Valutazione
Multidimensionale
Ambito
SI
20132014
3
€ 50.000,00
€ 40.000,00
€ 90.000,00
1
8
88
Assistenza Domiciliare non autosuff.
- ADI
Ambito
SI
20132014
2
€
106.499,0
9
€ 70.000,00
€
836.787,00
1
9
87
Assistenza Domiciliare non autosuff.
- SAD
Ambito
SI
20132014
2
€
138.519,3
4
€ 73.541,00
2
0
87-88
Assistenza Domiciliare per persone
con disagio psichico
Ambito
SI
20132014
3
€ 25.000,00
2
1
altro
Abbattimento barriere
architettoniche
Ambito
20132014
3
€ 25.000,00
2
2
altro
Buoni di servizio di conciliazione disabili e anziani
Ambito
SI
20132014
2
2
3
altro
Progetti di Vita Indipendente
Ambito
SI
20132014
2
2
4
106
Centri diurni anziani (art. 106 RR
4/2007)
Comunale
si
20132014
3
€ 19.000,00
€ 19.000,00
2
5
105
Centri diurni disabili (art. 105 RR
4/2007)
Comunale
si
20132014
3
€ 10.000,00
€ 10.000,00
2
6
60
Centri diurni disabili art. 60 RR
4/2007
si
20132014
3
2
7
55-57
Dopo di Noi (artt. 55-57 RR 4/2007)
Comunale
si
20132014
2
8
60ter
Centri diurni Alzheimer (art. 60ter
RR 4/2007)
Comunale
si
2
9
92
Integrazione alunni con disabilità
art. 92 RR 4/2007 - equipe
Ambito
Ambito
si
SI
SI
€
565.044,00
€ 565.044,00
€ 100.000,00
€ 52.000,00
€
286.622,5
0
€
1.299.908,59
€
445.622,5
0
€ 657.682,84
€ 36.000,00
€ 61.000,00
€ 25.000,00
€ 531.388,64
€ 531.388,64
€ 228.030,30
€
25.000,00
€ 118.950,00
€ 228.030,30
€ 10.000,00
€
347.000,00
€ 382.000,00
3
€ 25.000,00
€ 28.000,00
€ 53.000,00
20132014
3
€ 25.000,00
€ 38.000,00
€ 63.000,00
20132014
1
€ 25.000,00
€ 25.000,00
171
3
0
92
Integrazione alunni con disabilità
art. 92 RR 4/2007
Ambito
3
1
altro
Trasporto sociale per persone con
disabilità
Comunale
si
20132014
3
2
6060bis105
Inserimenti in strutture a ciclo
diurno per persone con disagio
psichico
Comunale
si
3
3
60bis70
Residenze per persone con disagio
psichico (artt. 70-60bis RR 4/2007)
Comunale
si
3
4
altro
Interventi per persone con
dipendenze patologiche
Ambito
3
5
107
Maltrattamento e violenza - CAV
3
6
80-81
3
7
€
168.231,6
7
€
893.000,00
1
€ 194.070,00
€ 40.000,00
€ 234.070,00
20132014
3
€ 15.600,00
€
550.000,00
€ 565.600,00
20132014
3
€ 104.160,00
€
700.000,00
€ 804.160,00
SI
20132014
2
€ 431.226,00
€
207.000,00
€ 638.226,00
Ambito
SI
20132014
3
€ 25.000,00
€ 25.000,00
Maltrattamento e violenza residenziale
Ambito
SI
20132014
3
€ 25.000,00
€ 25.000,00
altro
Maltrattamento e violenza - equipe
Ambito
SI
20132014
3
€ 25.000,00
€ 25.000,00
3
8
altro
Interventi di prevenzione in materia
di dipendenze patologiche
Ambito
SI
20132014
3
€ 25.000,00
3
9
47-4849-50
20132014
3
€ 881.597,00
4
0
altro
20132014
3
Ufficio di Piano
2
€
231.969,2
8
€ 134.200,00
Interventi indifferibili per minori
fuori famiglia
20132014
SI
Comunale
Ambito
si
SI
€
20.360,64
€
14.127,81
€ 61.489,55
€ 8.200,00
FSR
€
1.427.400,95
€ 33.200,00
€ 881.597,00
€ 3.100,00
€ 99.078,00
3.1.4 – La spesa sociale totale dei comuni.
Con riferimento alla spesa media certificata da ogni singolo comune per il triennio 2010-2012, così come
riassunta nel prospetto di sintesi sotto riportato, si riscontra il pieno rispetto del vincolo secondo cui i comuni
garantiscono una spesa sociale media pari o superiore a quella del triennio precedente.
172
REGIONE PUGLIA
AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA’
SERVIZIO PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
Scheda per la rilevazione della spesa sociale a valere su risorse proprie comunali per il triennio 2010-2012
Prospetto di sintesi di Ambito
MESAGNE
SAN PIETRO
VERNOTICO
ERCHIE
SAN PANCRAZIO
SALENTINO
CELLINO SAN MARCO
TORRE SANTA
SUSANNA
SAN DONACI
LATIANO
TORCHIAROLO
TOTALE AMBITO
AMBITO DI
MESAGNE
POPOLAZIONE AL 31
DICEMBRE 2011
TOTALE 2010-2012
MEDIA 2010-2012
SPESA PROCAPITE 10-12
27.727
€ 5.841.107,61
€ 1.947.035,87
€ 70,22
13.950
€ 2.347.692,09
€ 782.564,03
€ 56,10
8.796
€ 1.245.853,40
€ 415.284,47
€ 47,21
10.293
€ 671.263,80
€ 223.754,60
€ 21,74
6.794
€ 547.125,59
€ 182.375,20
€ 26,84
10.708
€ 2.204.293,21
€ 734.764,40
€ 68,62
6.862
15.026
5.461
105.617
€ 653.312,79
€ 1.981.846,20
€ 842.476,10
€ 16.334.970,79
€ 217.770,93
€ 660.615,40
€ 280.825,37
€ 5.444.990,26
€ 31,74
€ 43,96
€ 51,42
€ 51,55
N.B.: si ricorda che i dati su indicati devono risultare coerenti sia con la programmazione del Piano Sociale di Zona 2010-2013 che con quanto già indicato nelle schede
di rendicontazione della spesa sociale di ambito territoriale relative alle annualità 2010 - 2011 - 2012 già trasmesse e approvate dai competenti Uffici Regionali.
N.B. le schede attestanti la spesa sociale di ogni singolo Comune, debitamente sottoscritte dai Responsabili dei Servizi Finanziari, sono allegate al
presente Piano di Zona.
173
174
3.1.5 – Attività di monitoraggio fisico e finanziario del Piano Sociale di
Zona.
I principali indicatori della domanda di servizi e prestazioni sociali (indicatori
su accessi a segretariati sociali e PUA, indicatori su liste d’attesa, indicatori su
domande sulle principali prestazioni)
Gli indicatori utilizzati circa la domanda di servizi e prestazioni sociali, restano invariati rispetto
alle modalità utilizzate in precedenza e già descritte nella relazione sociale d’Ambito dell’anno
precedente.
Nel corso dell’anno 2012 è stata data continuità alla raccolta sistematizzata di informazioni e alla
documentazione su ogni singolo caso, consentendo il monitoraggio della domanda, dei bisogni e
delle risorse sul territorio.
L’analisi dei flussi delle domande ha permesso l’approntamento di scelte più ponderate e
giustificate in merito all’allocazione di risorse, alla determinazione delle priorità ed alla regolazione
dell’accesso ai servizi.
Sono stati attuati i riferimenti teorici e pratici indicati dalla Regione Puglia espressi nel “Percorso
formativo rivolto agli ambiti territoriali in Regione Puglia sui temi del monitoraggio e valutazione
del piano sociale di zona” , “…lo strumento di monitoraggio rappresenta un primo livello di analisi
per gli ambiti territoriali su cui iniziare a ragionare, per costruire a seguire un sistema di
valutazione dei piani di zona che possa seguire l’implementazione e lo sviluppo nel tempo dei
servizi e degli interventi sul territorio, che possa accompagnare future scelte programmatorie e
verificare non solo il livello di attuazione delle azioni, ma anche l’efficacia dell’azione
programmatoria e la qualità dei servizi implementati.”
Permangono gli indicatori individuati per ogni scheda e per ogni intervento e servizio, oltre a quelli
che consentono di monitorare anche la funzionalità della parte organizzativa e gestionale qual è
l’ufficio di piano, il coordinamento istituzionale, le commissioni di gara.
Gli indicatori usati hanno rispettato le caratteristiche consone ad essi e quindi costruibilità ossia
possibilità di generarlo secondo dati già disponibili; affidabilità ossia capacità di rilevare le
variazioni del fenomeno che si monitora; comprensibilità e assenza di ambiguità. Pertanto si
riportano di seguito gli indicatori già citati nella precedente relazione annuale:
 indicatori di domanda ed accessibilità per verificare la disponibilità, l’accessibilità e la
dimensione della domanda espressa e della soddisfazione della stessa per ogni servizio
attivato;
 indicatori di risorse per misurare l’intensità delle risorse impiegate nelle varie attività;
 indicatori di attività per misurare quantitativamente l’attività svolta;
 indicatori di risultato per evidenziare i risultati conseguiti e valutarne l’efficienza e
l’efficacia ed il loro rapportarsi alle richieste espresse e agli obiettivi prefissatisi;
175
 indicatori di qualità per ponderare la qualità dei servizi.
Nel nostro Ambito resta prioritaria la funzione del segretariato sociale che risponde alla esigenza
primaria di:
- avere informazioni complete in merito ai diritti, alle prestazioni, alle modalità di accesso ai
servizi;
- conoscere le risorse sociali disponibili nel territorio in cui vivono le persone, che possono risultare
utili per affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita.
In particolare, l'attività di segretariato sociale è finalizzata a garantire: unitarietà di accesso, capacità
di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro, funzioni di osservatorio e monitoraggio dei
bisogni e delle risorse, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi,
soprattutto nella gestione dei tempi di attesa nell'accesso ai servizi.
Tale servizio finora, nei Comuni del nostro Ambito, è stato realizzato all’interno del servizio sociale
professionale con accesso al front office del servizio di base fino al 31.12.2012, poiché l’assunzione
di nuove figure professionali per l’attivazione delle Porte Uniche d’Accesso ha avuto corso a partire
dal gennaio 2012.
Attualmente gli operatori del Segretariato Sociale, del Servizio Sociale Professionale e del Distretto
Socio-Sanitario operano per la realizzazione di strumenti operativi finalizzati alla raccolta dati a
fini programmatori, secondo quanto previsto nella Deliberazione di G.R. n. 691 del 12 Aprile 2011
pubblicata sul BURP n.72 del 10.05.2011 contenente “Linee guide regionali per l’accesso ai
servizi sanitari territoriali ed alla rete integrata dei servizi socio sanitari”.
ATTIVITA' E SERVIZI, INDICATORI DI OFFERTA EROGATA
DEFINIZIONE SERVIZIO
Welfare
d’accesso
SEGRETARIATO
SOCIALE
La funzione di segretariato sociale risponde alla esigenza primaria di:
-avere informazioni complete in merito ai diritti, alle prestazioni, alle
modalità di accesso ai servizi; -conoscere le risorse sociali disponibili
nel territorio in cui vivono le persone, che possono risultare utili per
affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita.
In particolare l'attività di segretariato sociale è finalizzata a garantire:
unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento,
funzione di filtro, funzioni di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e
delle risorse, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino
e servizi, soprattutto nella gestione dei tempi di attesa nell'accesso ai
servizi. Assume la funzione di punto unico d'accesso alla rete dei
servizi.
Indicatori :
1) nr. Accessi utenti, registrati con apposite schede d’ingresso (
permette di valutare la conoscenza del servizio da parte della
cittadinanza e quindi la possibilità di incrementare la
pubblicizzazione dello stesso per le pari opportunità di accesso;
permette di inserire dati per la formazione di una banca
omogenea)
accessi nr. 4636
176
2)
nr domande inviate ad altri enti ( permette di verificare la
collaborazione e la esistenza di una rete tra enti pubblici e terzo
settore con punti di forza e di criticità che possono accelerare i
tempi o modificare i canali della rete stessa)
domande inviate ad altri Enti nr. 852
Welfare
d’accesso
Le funzioni del servizio sociale professionale sono finalizzate alla
lettura e decodificazione della domanda, alla presa in carico della
persona, della famiglia e/o del gruppo sociale, all'attivazione ed
integrazione dei servizi e delle risorse in rete, all'accompagnamento e
all'aiuto nel processo di promozione ed emancipazione.
SERVIZIO SOCIALE
PROFESSIONALE
Indicatori :
1) nr. Presa in carico utenti registrati con apposite schede
d’ingresso ( permette di decodificare il bisogno reale e
l’esigenza di accessi a servizi ed interventi per una
riprogrammazione degli stessi, se necessari)
2)
nr utenti in carico
3)
nr domande da servizi
4)
risorse mancanti
Nr utenti in carico 1972
Servizi
Domiciliari
Servizio a favore di persone anziane e disabili con limitata autonomia,
finalizzato a fornire contemporaneamente prestazioni integrate,
mediche, infermieristiche, riabilitative, a carico dell'ASL e socioassistenziali, di competenza dell’Ambito, rese a domicilio del paziente.
In tale Servizio l’ingresso si verifica tramite la Porta Unica di Accesso
e la valutazione nell’UVM.
INDICATORI:
1) nr domande di ingresso
ADI - ASSISTENZA
DOMICILIARE
INTEGRATA PER
DISABILI ED
ANZIANI
2)
nr ingressi effettuati
3)
nr domande non esaudite per mancanza posti
4)
scheda SVAMA
5)
PAI
6)
Risorse economiche ed umane usate
7)
Ore di OSA e OSS
Utenti in carico al servizio nr 65
Servizi
Comunitari
Diurni
CENTRO DIURNO
SOCIO EDUCATIVO
RIABILITATIVO PER
DISABILI
Centri diurni, a valenza educativa, che perseguano lo scopo di
rendere possibile una vita di relazione a persone diversamente
abili, che abbiano assolto l'obbligo scolastico, e le cui verificate
potenzialità residue non consentano idonee forme di integrazione
lavorativa.
In tale Servizio l’ingresso si attua tramite istanza presentata alla
Porta Unica di Accesso e valutazione nell’UVM.
177
INDICATORI:
1) nr domande di ingresso
2)
nr ingressi effettuati
3)
nr domande non esaudite per mancanza posti
4)
schede di valutazione
5)
PAI
6)
Risorse economiche ed umane usate
Utenti in carico al servizio nr 21
Strutture
Residenziali
PRESTAZIONI
RESIDENZIALI
L’accesso alle prestazioni residenziali e semi-residenziali avviene
previa valutazione dell’UVM.
L’accordo di programma ASL/Ambito ed in generale l’attuale
normativa impegna le parti alla compartecipazione della spesa.
Pertanto la quota sanitaria è di pertinenza della ASL mentre la
quota sociale è a carico dell’utente e/o dei Comuni. I Comuni
intervengono in maniera inversamente proporzionale
alla
capacità economica degli utenti e ciò richiede una valutazione
delle risorse economiche dei cittadini e delle loro famiglie. Nel
caso dei disabili gravi si considera il reddito individuale del
beneficiario dell’intervento. Le somme rivenienti dalle quote di
compartecipazione a carico dei comuni non gravano sul bilancio
del Piano di Zona.
Al fine di favorire il mantenimento degli anziani nel proprio nucleo
familiare e nel proprio contesto sociale, l'assistenza domiciliare si
attua mediante la fornitura a domicilio di prestazioni di aiuto.
L’assistenza domiciliare è diretta ad anziani con parziale o totale
non autosufficienza con lo scopo di salvaguardare l’autonomia
personale e la permanenza nel nucleo familiare. Può consistere in
un sostegno domiciliare di aiuto domestico, somministrazione
pasti e altri interventi connessi alla vita quotidiana.
Il servizio è gestito dalla cooperativa alla quale è stato appaltato
sotto il controllo dell’Ambito e si accede tramite richiesta di
accesso con valutazione da parte del servizio sociale.
Servizi
Domiciliari
INDICATORI:
SAD - ASSISTENZA
DOMICILIARE PER
ANZIANI e DISABILI
1)
nr domande di ingresso
2)
nr ingressi effettuati
3)
nr domande non esaudite per mancanza posti
4)
PAI
5)
Risorse economiche ed umane usate
6)
Questionario di gradimento del servizio
7)
Nucleo di valutazione e monitoraggio
Utenti in carico al servizio nr 151
178
Il servizio si realizza attraverso l'attivazione di un sistema di
assistenza telefonica a domicilio, idoneo a garantire sia la pronta
disponibilità a ricevere le segnalazioni dell'utente anziano in caso
di emergenza, sia un contatto programmato con l'assistito.
Servizi
Domiciliari
SERVIZIO DI
TELEASSISTENZA E
TELESOCCORSO
INDICATORI:
1) Nr domande di ingresso
2)
nr ingressi effettuati
3)
nr domande non esaudite per mancanza posti
Istanze pervenute nr. 50
Complesso di prestazioni erogate al minore e al nucleo familiare
al fine di consentire la loro permanenza nel normale ambiente di
vita, di ridurre l'esigenza di ricorso a strutture residenziali, di
promuovere le responsabilità della famiglia e di elevare la qualità
della vita del minore. Consiste in interventi connessi alla vita
quotidiana e, in generale, in ogni attività di sostegno del minore,
comprese attività di tipo educativo.
Il servizio è gestito dalla cooperativa alla quale è stato appaltato
sotto il controllo dell’Ambito e si accede tramite richiesta di
accesso con valutazione da parte del servizio sociale.
Servizi
Domiciliari
INDICATORI:
1) nr domande di inserimento nel servizio
ADE - ASSISTENZA
DOMICIALIARE
EDUCATIVA
2)
nr domande fatte direttamente dal nucleo
3)
nr domande fatte indirettamente dal TM
4)
nr segnalazioni da terzi
5)
elencazione motivo di inserimento
6)
questionari di gradimento del servizio
7)
relazioni di verifica
8)
ore di sevizio usate
9)
ore da usare
10) nr richieste non accolte e motivazione
11) nucleo di monitoraggio
Utenti in carico al servizio nr 75
Servizi
Comunitari
Diurni
SERVIZIO DI
INTEGRAZIONE
SCOLASTICA PER
DISABILI
Interventi finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica
congiunta di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione
individualizzati, nonché a forme di integrazione tra attività
scolastiche e attività integrative extrascolastiche.
Ingressi gestiti in collaborazione con il NIAT; interventi effettuati
ad opera della cooperativa alla quale è stato appaltato il servizio
INDICATORI
1) Nr minori seguiti
179
2)
Nr educatori in relazione agli utenti
3)
Nr ore effettuate
4)
Nr ore da usare
5)
Nr domande non soddisfatte
6)
Nucleo di valutazione e monitoraggio
.Utenti in carico al servizio nr 89
Interventi
Monetari
Servizi
Comunitari
Diurni
AIP
SERVIZIO DI
TRASPORTO SOCIALE
La fase istruttoria delle nr 420 istanze accolte è stata avviata nel
2011, è stata completata nel 2012 e si è in attesa della
corresponsione della somma di € 436.336,54 da parte della
Regione Puglia che consentirà l’ erogazione del beneficio a
favore di nr.66 soggetti aventi diritto.
Il servizio assicura il trasporto per anziani e disabili
Il servizio nel corso dell’anno 2012, è stato garantito dai singoli
Comuni
secondo
modalità
condivise
previste
dalla
programmazione del Piano di Zona.
Obiettivo generale del servizio è quello di favorire una positiva
integrazione, sostenendo una cittadinanza.
E’ dotato di personale qualificato nei servizi di mediazione
linguistica ed interculturale ed operatori sociali
Inclusione
Sociale
Il servizio è presente su due sedi rispettivamente nei Comuni di
Mesagne e San Pietro
SERVIZIO DI
ORIENTAMENTO
INFORMAZIONE A
FAVORE DEI CITTADINI
IMMIGRATI
INDICATORI:
1)
nr domande di accesso allo sportello
2)
nr invii ad altri servizi
Utenti in carico al servizio sede Comune di Mesagne : nr.
300.
Utenti in carico al servizio sede Comune di San Pietro
V.co: nr. .193
Inclusione
Sociale
SERVIZIO DI
ORIENTAMENTO,
FORMAZIONE E
INSERIMENTO
LAVORATIVO
Il servizio, istruito ed attivato nel corso dell’anno 2011, ha
previsto l’assegnazione di borse lavoro a favore di soggetti
afferenti alla fascia della marginalità sociale nello specifico ex
tossicodipendenti, ex alcolisti, persone in trattamento psichiatrico,
soggetti afferenti al circuito penale, ex detenuti e soggetti in
misure alternative alla detenzione.
Sono state concordate azioni sperimentali di promozione,
sostegno ed accompagnamento volte all’inclusione sociale e
lavorativa di soggetti svantaggiati, attraverso la sottoscrizione di
appositi protocolli di intesa con i servizi distrettuali dell’ASL/BR,
DSM e SERT, e con il Ministero della Giustizia, UEPE.
E’ stato predisposto un Albo costituito da imprese, ditte,
cooperative sociali e associazioni, che hanno presentato istanza
di manifestazione di interesse a seguito di apposito Avviso
Pubblico emanato dall’Ambito. Nell’anno 2012 il progetto ha
avuto attuazione nei singoli Comuni afferenti all’Ambito stesso.
Utenti in carico al servizio nelle sedi dei Comuni
dell’’Ambito : nr. 171.
180
Capitolo IV
GLI ATTORI DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE
4.1
LE SCELTE STRATEGICHE PER L’ASSETTO GESTIONALE ED
ORGANIZZATIVO DELL’AMBITO
Questo Ambito ha confermato come modello di gestione associata lo strumento della Convenzione
ex art. 30 D.Lgs. 267/00 in quanto tale strumento :
- ha consentito un corretto esercizio della funzione amministrativa in forma associata ;
- ha determinato un assetto giuridico tale da attuare procedure uniche, condivise, strutturate e
coordinate a livello di indirizzo politico , con il Coordinamento istituzionale e a li vello
tecnico attraverso l’Ufficio di Piano. L’utilizzo di bandi , procedure uniche , modelli di
domanda uniformi, criteri omogenei per l’accesso ai servizi e agli interventi , tariffe di
compartecipazione uguali su tutto il territorio dell’Ambito ha favorito e orientato
positivamente il cittadino.
Per un ottimale funzionamento della gestione associata è necessaria una chiara distinzione delle
competenze e dei ruoli tra i vari attori sociali coinvolti sia a livello politico che gestionale.
Il Coordinamento Istituzionale è composto da nove Assessori alle Politiche sociali tra cui quello del
Comune capofila assume il ruolo di Presidente dell’ Ambito . Questi sono delegati ad assolvere ai
compiti di indirizzoe controllo della programmazione ed è titolare della funzione di indirizzo
generale dell’Ufficio di Piano. Al Coordinamento è chiamato a partecipare anche il Direttore del
distretto socio – sanitario con specifico riferimento alla organizzazione e al finanziamento dei
servizi e degli interventi a elevata integrazione socio sanitaria . Per quanto concerne la sua
composizione , il suo funzionamento si rinvia a quanto dettagliatamente decritto nel regolamento di
funzionamento del Coordinamento Istituzionale allegato al presente Piano di zona .
A livello gestionale, l’Ufficio di Piano è la principale struttura organizzativa dedicata alla gestione
del Piano sociale di Zona ed è costituito da risorse umane in numero congruo ed in forma stabile e a
tempo pieno, rispetto alle competenze attribuite; è punto qualificante dell’azione amministrativa del
governo locale del sistema sociale e sociosanitario, fattore essenziale di efficacia del processo
innovatore.
All’Ufficio di Piano è pertanto affidata la competenza amministrativa e gestionale dei servizi sociali
per l’intero Ambito territoriale. I provvedimenti vengono adottati dal Coordinatore responsabile
dell’Ufficio di Piano che dispone delle risorse umane assegnate e delle risorse finanziarie affidate,
nel rispetto delle procedure definite dalle norme di riferimento e dei regolamenti locali. . L’Ufficio
di Piano diviene quindi lo strumento operativo attraverso il quale l’Ambito, nel rispetto della
181
normativa vigente, in nome proprio e per conto di tutti i comuni facenti parte dell’Ambito, assolve
a tutti gli adempimenti e alle attività necessarie all’implementazione ed attuazione del Piano sociale
di zona e delle eventuali progettazioni a valere sul finanziamento regionale, nazionale e
comunitario.
All’Ufficio di Piano compete il presidio tecnico e operativo delle seguenti attività:
a) l’elaborazione della proposta del Piano sociale di Zona, con riferimento alle linee di
indirizzo espresse dal Coordinamento Istituzionale ed emerse dal processo di concertazione;
b) la progettazione esecutiva dei servizi del Piano sociale di Zona, le eventuali modifiche allo
stesso,
c) il supporto alle procedure di gestione dei servizi previsti nel Piano sociale di Zona e delle
relative risorse,
d) l’elaborazione di regolamenti,
e) la gestione delle procedure di affidamento,
f) la definizione delle modalità e degli strumenti per le attività di monitoraggio e valutazione,
g) la gestione finanziaria, contabile, e la rendicontazione,
h) la promozione delle forme di collaborazione tecnica fra i diversi Comuni dell’Ambito,
i) la facilitazione dei rapporti con le altre Amministrazioni Pubbliche coinvolte nell’attuazione
del Piano sociale di Zona,
j) ogni altra competenza attribuita in sede di Convenzione e appositamente disciplinata nel
regolamento di funzionamento dell’Ufficio di Piano o con indirizzo politico-istituzionale,
nell’ambito delle attività specifiche relative all’attuazione del Piano sociale di Zona.
Di seguito vengono evidenziate in dettaglio le relative funzioni.
1) Funzione di programmazione e progettazione che comprende le attività di:
- ricerca, analisi e lettura della domanda sociale;
- ricognizione e mappatura dell’offerta di servizi;
- gestione dei processi partecipativi;
- predisposizione dei Piani di Zona;
- progettazione degli interventi;
- analisi dei programmi di sviluppo;
- monitoraggio dei programmi e degli interventi,
- valutazione e verifica di qualità dei servizi/interventi;
2) Funzione di gestione tecnica e amministrativa che comprende le attività di:
- supporto tecnico alle attività istituzionali;
- attività di regolazione di sistema;
- gestione delle risorse umane;
- predisposizione degli strumenti amministrativi relativi alla propria attività (bandi,
regolamenti, provvedimenti di autorizzazioni, ecc.)
- facilitazione dei processi di integrazione;
3) Funzione contabile e finanziaria che comprende le attività di:
- gestione contabile delle attività di competenza dell’Ufficio di Piano;
- gestione finanziaria del Fondo Unico di Ambito;
- gestione delle risorse finanziarie e di rendicontazione,
- gestione dei rapporti con gli Uffici finanziari degli Enti associati;
- gestione della fase di liquidazione della spesa,
- controllo di gestione del Piano sociale di Zona.
Per lo svolgimento di tali funzioni
l’ufficio di piano deve dotarsi di personale
professionalmente competente ed impegnata a tempo pieno . Pertanto , sulla scorta delle
indicazioni fornite dalla Regione Puglia con il relativo Piano Regionale è un vincolo per tutti
gli Ambiti territoriali assegnare una dotazione organica definita al proprio Ufficio di Piano,
182
composta da n. 3 risorse umane dedicate, a tempo pieno al funzionamento dell’Ufficio di Piano
che assumano la responsabilità per le aree di funzione sopraindicate .
Nello specifico:
- 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione
- 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa
- 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria e contabile
La funzione di programmazione e progettazione comprende a sua volta tre grandi aree
tematiche :
1. area socio-sanitaria
2. area socio assistenziale
3. area socio educativa
Per ciascuna di queste aree si rende necessario individuare un referente all’interno degli
organici dei servizi sociali dei Comuni facenti parte dell’Ambito . Questi tre referenti
affiancheranno la figura professionale individuata stabilmente per la Funzione di
programmazione e progettazione.
La predisposizione di un regolamento di funzionamento di Ufficio di Piano provvederà a
regolamentare composizione, funzioni ed attività dei relativi componenti.
All’ufficio di Piano partecipa, in rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Locale, il Coordinatore
socio-sanitario, di cui all’art. 14 della Legge regionale 3 agosto 2006, n. 25, nonché un
referente della Provincia ogni qual volta occorra svolgere attività che richiedono il
coinvolgimento e l’integrazione di tali istituzioni pubbliche .
A tale scopo l’Ufficio di Piano, nel rispetto dell’indirizzo ad esso fornito in sede di
approvazione del Piano sociale di Zona, promuove periodicamente momenti di confronto con i
referenti tecnici degli altri Enti pubblici operanti sul territorio, al fine di facilitare il
perseguimento degli obiettivi di integrazione delle politiche sul proprio territorio.
Ai fini di una programmazione unica, verrà approvato un apposito Regolamento Contabile per
la costituzione e la gestione del Fondo Unico di Ambito, integrato in questa triennalità dalle
risorse aggiuntive e straordinarie del Fondo Sviluppo e Coesione – ObServ di cui alla Del Cipe
n. 79/2012 e quelle del primo riparto del Piano di Azione e Coesione ( PAC ) – Servizi di cura.
4.2
LA GOVERNANCE PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE
Il ruolo degli altri soggetti pubblici
L’art. 16 della Legge Regionale n. 19/2006, qualifica i comuni quali attori principali del sistema di
welfare, affidandogli la titolarità della funzione amministrativa in materia di servizi sociali, nonché
un ruolo di coordinamento e regia nell’organizzazione del sistema locale dei servizi. Questo è inteso
come struttura a responsabilità complessa e condivisa, perché vede la partecipazione dei diversi
attori istituzionali e sociali presenti sul territorio, in modo da esprimere in maniera efficace la
risposta alla domanda di servizi dei cittadini.
In quest’ottica ed in coerenza con l’attuale Piano Regionale Politiche Sociali 2013/2015, si dà
attuazione e si rafforza il principio di sussidiarietà che ha trovato rilevanza costituzionale con
183
l’approvazione della Legge Costituzionale n. 3/2001. La sussidiarietà consente la realizzazione di
un welfare plurale con obiettivi e responsabilità condivisi tra i diversi attori sociali e istituzionali,
attribuendo la titolarità dell’azione al cittadino quale soggetto promotore di cittadinanza attiva .
Quest’anno inoltre l’Ambito è chiamato ad attuare anche un programma nazionale di Servizi di cura
della prima infanzia e degli anziani non autosufficienti collegato al Piano d’azione coesione , (PAC)
trovando così una importante opportunità di promozione e accelerazione e finanziamento nella
erogazione di servizi alle persone, famiglie e comunità intera .
In questo percorso gli Enti locali svolgono un ruolo attivo nel sostegno ai processi di cittadinanza
attiva. Infatti questo ambito, dopo i precedenti piani di zona, ha assunto la consapevolezza che il
sistema di welfare cresce e si sviluppa nella misura in cui si rafforza la cooperazione tra istituzioni
pubbliche, in particolare la ASL, la Provincia, le Istituzioni Scolastiche, il Tribunale per i
Minorenni con il Centro per la Giustizia Minorile, l’Amministrazione Penitenziaria.
Il consolidamento dei rapporti con la Asl e il Distretto Sociosanitario
Un approfondimento a parte merita l’attuazione delle politiche di integrazione sociosanitaria con la
Asl . Sicuramente sono stati raggiunti risultati positivi e incoraggianti, grazie anche all’instaurarsi di
leali rapporti istituzionali, ad una proficua interazione organizzativa che hanno portato alla
creazione di strumenti operativi evidenti, quali per es. la PUA, l’UVM, regolamenti sui servizi
quali per es. l’ADI, l’attivazione di protocolli operativi, ma il lavoro con la ASL dovrebbe essere
rafforzato ed intensificato e produrre maggiori risultati anche perché la ASL con la sottoscrizione
dell’Accordo di programma è chiamata ad assolvere in prima persona l’impegno per la
realizzazione del sistema integrato dei servizi socio-sanitari.
Il sistema ASL infatti, sulla integrazione socio-sanitaria, pur avendo fatto notevoli progressi,
presenta ancora “debolezza “ sia nell’approccio organizzativo che gestionale rispetto alla
indeterminatezza delle risorse finanziarie e umane dedicate, non riuscendo ancora a rispettare “ a
pieno “ l’Accordo di Programma.
Il ruolo della cittadinanza sociale
In un'ottica di promozione della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva una società in cui
tutti siano messi in grado di esercitare la propria cittadinanza è una società in cui tutti vivono
meglio, in cui è più alta la qualità della vita di qualunque cittadino, anche quello che non è
bisognoso di alcun aiuto. È proprio qui, nel concetto di cittadinanza sociale, che la cultura dei diritti
incontra quella delle responsabilità, rendendo in tal modo possibile la generazione di una nuova
cultura verso il settore pubblico di cui si sente sempre più la necessità e l'urgenza.
Il ruolo del Terzo Settore, delle associazioni di volontariato e delle cooperative sociali potrebbe
risultare decisivo in questo percorso. Da sempre il mondo del volontariato ha saputo anticipare i
tempi fornendo soluzioni o quanto meno mitigando problemi sociali anche gravi. Oggi la sfida
sembra ancora più grande, in quanto non si tratta "semplicemente" di fornire dei servizi. Fra l'altro
sarebbe impossibile per il Terzo Settore riuscire a soddisfare tutte le esigenze dei cittadini in
difficoltà. Si tratta di qualcosa di ancor più difficile, di riuscire cioè ad intaccare un sistema fondato
sull'egoismo individuale che da almeno dieci anni ha cominciato ad affondare le proprie radici nel
profondo del nostro Paese.
184
Soltanto con un cambiamento profondo del nostro modo di pensare lo Stato sarà possibile generare
le condizioni per uno sviluppo della partecipazione, per un sostegno concreto all'inclusione e per un
rafforzamento reale della coesione sociale.
La riforma costituzionale, in linea con i principi di sussidiarietà e valorizzazione delle autonomie
territoriali di derivazione comunitaria, ha in questo modo ampliato lo spazio di intervento degli enti
locali, che sono, pertanto, diventati i principali promotori delle politiche del welfare. Ciò, senza
dubbio, ha contribuito al maggiore radicamento degli individui al proprio territorio, alla crescita
della fiducia, in termini di affidabilità, nei confronti delle istituzioni locali, oltre che al
rafforzamento del senso di appartenenza alla propria comunità locale.
A fronte del fatto che lo Stato non costituisce più il baricentro della vita degli individui, dato che i
diritti sorgono ora in buona misura fuori dall’organizzazione statuale e dei suoi riconoscimenti di
diritto positivo e si riferiscono alla persona umana e alle formazioni sociali in cui si svolge la sua
personalità, e che il centro della vita cittadina è costituito dalle comunità locali si può sicuramente
affermare che la cittadinanza debba essere ripensata in termini di “cittadinanza locale”. Emerge
sempre di più, infatti, la consapevolezza che il contesto nel quale si realizzano i diritti fondamentali
degli individui è proprio quello locale. Appare, allora, indispensabile elaborare un’idea di
cittadinanza relazionale, intesa come legame tra individui che si fondi sulla comune appartenenza
ad una comunità locale che si esprime, in primis, in termini di partecipazione attiva alle politiche
pubbliche.
Nel merito, la cornice di riferimento del modello di governance sociale è data dai diritti di
cittadinanza sociale i quali esprimono bisogni che ricevono risposte dal sistema dei servizi e degli
interventi sociali.
In quest’ottica la governance è un processo di costruzione delle strategie per favorire la
partecipazione attiva dei soggetti territoriali alla definizione delle politiche sociali locali, mediante
l’allargamento di spazi e termini di condivisione delle decisioni.
Il concetto di govenance è un concetto recente e nell’ambito delle politiche sociali, la governance è
strettamente connessa all’integrazione:
•
delle politiche di welfare (abitative, lavorative, educative, ambientali, previdenziali,
assistenziali, sanitarie;
•
del rapporto pubblico –privato sociale/società civile;
In linea con il documento denominato “Linee guida sulla definizione di criteri e di modelli per la
partecipazione del terzo settore alla determinazione delle politiche pubbliche a livello locale”
(Agenzia per il Terzo Settore, 14/12/2011), si ritiene la governance quale processo di decisione
interattivo, dinamico, complesso, locale e sovra locale che modifica le procedure interne
all’apparato amministrativo dell’ente locale e la responsabilità degli attori sociali. Essa è
strettamente legata ai concetti di cittadinanza sociale, di politica sociale, di partecipazione e di
rappresentanza e si collega, inoltre, con il lavoro di comunità inteso come strategia primaria di
sviluppo dei contesti locali, mediante la valorizzazione delle competenze e della partecipazione dei
soggetti locali, nonché mediante la ridefinizione dei loro ruoli.
L’Ente Locale, in questo contesto, diventa responsabile dell’assunzione consapevole del compito di
promozione del benessere della comunità, delle politiche di welfare quali “ beni comuni”, nel
rispetto dell’equità e nella tutela dei diritti. Intesa in questa accezione , la governance del Piano
Sociale di Zona configura la gestione associata quale un SISTEMA UNICO di servizi ed interventi
gestito con procedure omogenee e condivise.
185
CAPITOLO V
LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO
5.1
LE SCHEDE DI PROGETTO PER POLITICHE DI INTERVENTO E
OBIETTIVI DI SERVIZIO
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
1
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA
PRIMA INFANZIA
Art. del r.r. 4/2007:
53-90-101
Importo totale programmato: € 1.057.832,39 (RISORSE COMUNALI € 360.332,89 - PAC €
697.500,00)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE,
Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, con progetto
mirato e sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
MINORI
N° medio annuo previsto di utenti:
90
186
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo centrale, in questo ambito di intervento, è quello di consolidare e sostenere, nel prossimo triennio,
la rete di strutture e servizi per la prima infanzia pubblica e privata, attraverso il conseguimento del seguente
obiettivo tematico:
Obiettivo tematico
Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio-educativi per
l’infanzia
Risultati attesi
1. Consolidamento/ampliamento della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia
Azioni da realizzare
Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture e servizi
iscritte al Catalogo telematico dell’offerta
Preparazione, presentazione e attuazione dei Piani di intervento per il PAC Servizi Infanzia
Costruzione di un piano di comunicazione per la massima diffusione delle informazioni di base per
l’accesso alla rete dei servizi rivolti alla famiglia
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale
presentata dal Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo
insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, si intende:
- Incrementare l’offerta educativa del servizio di Asilo nido comunale “V. Cavaliere” di Mesagne
- Progettare ed erogare un centro ludico per la prima infanzia da realizzarsi in economia utilizzando
gli spazi allestiti della struttura Asilo nido “V. Cavaliere”
- Ristrutturare e adeguare la struttura (inclusi gli arredi) in uso per il servizio di micronido esistente
nel Comune di San Pancrazio Salentino, riconvertendola in asilo nido e aumentando l’offerta
educativa
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
educatore professionale con funzioni di coordinamento e competenze interculturali
animatori sociali
educatore laureato in Scienze dell’Educazione o titolo equipollente ai sensi del Reg. Reg. n. 4/2007
operatore polifunzionale
psicologo con funzioni di supervisione
187
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
SERVIZI DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
2
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
SERVIZI DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 20.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
MINORI
N° medio annuo previsto di utenti:
90
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo centrale, in questo ambito di intervento, è quello di consolidare e sostenere, nel prossimo triennio,
la rete di strutture e servizi per la prima infanzia pubblica e privata, attraverso il conseguimento del seguente
obiettivo tematico:
Obiettivo tematico
Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro
Risultati attesi
1. Incremento delle azioni e dei progetti integrati per la conciliazione vita-lavoro
Azioni da realizzare
- Realizzazione delle Azioni sperimentali previste dagli studi di fattibilità per i Piani Territoriali dei
Tempi e degli Spazi
- Sperimentazione dei progetti per i distretti famiglie e scambio di buone prassi
188

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
educatore professionale con funzioni di coordinamento e competenze interculturali
animatori sociali
educatore laureato in Scienze dell’Educazione o titolo equipollente ai sensi del Reg. Reg. n. 4/2007
operatore polifunzionale
psicologo con funzioni di supervisione
189
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - PIS
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
3
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - PIS
Art. del r.r. 4/2007:
85
Importo totale programmato: € 145.500,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Pronto intervento sociale è un servizio che intende dare risposte immediate a persone (minori, anziani,
disabili, immigrati, affetti da dipendenze, poveri, senza fissa dimora, ecc) che vivono situazioni di emergenza
riguardanti i bisogni di sopravvivenza.
La protezione offerta dal servizio dura per il tempo strettamente necessario ad individuare e realizzare
condizioni favorevoli alla risoluzione del bisogno.
Obiettivi operativi
- offrire protezione adeguata alla condizione del soggetto stesso;
- consentire l’elaborazione di progetti a breve termine per la soluzione dell’emergenza.
Target
I principali destinatari dell’azione sono le persone senza fissa dimora, i minori abbandonati, le persone in
situazioni di povertà estrema, gli immigrati, le donne in difficoltà, anche con figli a carico, i soggetti sfrattati,
i soggetti soli non autosufficienti.
Bisogni, Obiettivi, diritti sociali legati all’azione
L’offerta di una urgente risposta ai bisogni primari (dimora, cibo…) risponde a bisogni di natura fisiologica e
di sicurezza con l’obiettivo di tutelare la sopravvivenza messa a rischio da problematiche di natura sociale.
190
STRATEGIA Il raggiungimento degli obiettivi del servizio sono garantiti solo se esiste una capillare
informazione sull’esistenza del servizio stesso tra i soggetti che per ragioni professionali o per funzioni
svolte nel privato hanno la possibilità di incontrare persone in grave rischio di tutela sociale. Occorre quindi
proseguire con la diffusione, concependola come un intervento trasversale e non episodico.
Definizione delle Attività
L’Ambito Territoriale intende rispondere al mandato contenuto nel LIVEAS prevedendo lo stanziamento di
risorse da utilizzare per i soggetti bisognosi di ricoveri temporanei di persone aventi residenza o dimora
temporanea nel proprio territorio per il tempo necessario alla soluzione dell’urgenza (di norma cinque
giorni).
Le attività che preliminarmente occorre mettere in campo sono di natura amministrativa e riguardano:
- la regolamentazione dell’ azione in termini: di procedure di accesso, di gestione dell’ urgenza da parte del
servizio sociale e di durata del beneficio;
- la stipula di un accordo tra l’Ambito e gli organismi del Terzo Settore allo scopo di definire le modalità di
collegamento, collaborazione e utilizzo della rete territoriale di risorse attivate.
Per la gestione di casi specifici le azioni utili all’attivazione del servizio sono:
in caso di riscontro dell’urgenza da parte del Servizio Sociale Professionale:
- riscontro dell’urgenza, breve analisi della situazione critica e individuazione
delle cause, delle risorse attivabili (giuridiche, parentali, sociosanitarie, ecc)
della fattibilità di soluzioni a breve e medio termine;
- individuazione della struttura disponibile più appropriata al caso ,
- attivazione della risposta di pronto intervento sociale;
- lavoro sociale finalizzato all’attivazione di risposte adatte al caso al termine del periodo di ricovero in
regime di Pronto intervento sociale.
In caso di attivazione da parte di altri soggetti del territorio (forze dell’ordine, magistratura minorile,
volontariato, strutture sanitarie):
le modalità di raccordo per la gestione del pronto intervento sociale saranno oggetto di apposito accordo.
Tale accordo, presumibilmente, conterrà almeno i seguenti passaggi procedurali: l’urgente comunicazione da
parte della struttura della Rete di Ambito ospitante la persona inviata e da parte dell’inviante al locale
Servizio Sociale Professionale dell’effettuazione dell’intervento;
- la trasmissione da parte dei sopra citati soggetti di tutti i dati utili a consentire al locale servizio sociale la
presa in carico più adeguata al caso.
Ulteriore strumento di comunicazione esterna è la Carta della cittadinanza sociale, adeguatamente aggiornata
Il disegno di valutazione prevede la verifica dei seguenti indicatori:
- livello di tempestività nell’attivazione delle misure di protezione (rapporto tra i casi risolti entro le 24 ore
ed il totale dei casi);
- livello di soluzione della crisi sociale (rapporto tra i casi con progetti individuali di soluzione della crisi al
termine del periodo di pronto intervento ed il totale dei casi in regime di pronto intervento sociale) .
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito.
Il personale operante nel servizio sociale professionale curerà tutti gli aspetti tecnici per la progettazione
della soluzione dell’urgenza sociale da adottare dal trasferimento della persona alla struttura di accoglienza
al momento successivo la dimissione dalla struttura di accoglienza. In caso di cittadini non residenti nel
territorio, il servizio sociale avrà la responsabilità di attivare i servizi sociali territorialmente competenti.
191
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - EMERGENZA ABITATIVA
Annualità:
2014
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
Annualità:
BRINDISI
2014
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2015
2016
2015
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
4
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - EMERGENZA
ABITATIVA
Art. del r.r. 4/2007:
77-81ter
Importo totale programmato: € 81.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Al fine di favorire il bene della collettività, promuovendo azioni che garantiscano contemporaneamente
integrazione e sicurezza, garantendo risposte immediate ai bisogni dei cittadini considerato che l’emergenza
abitativa va via via assumendo dimensioni sempre più vaste e gravi a causa della crescita di nuclei con
redditi minimi o pari a zero, dell’aumento dei canoni di locazione spesso di gran lunga superiore alla
disponibilità finanziaria dei conduttori, e delle cauzioni elevate, si ha intenzione di istituire un Pronto
Intervento Sociale con particolare attenzione alla questione abitativa per dare risposte immediate a casi di
sfratto esecutivo predisponendo accoglienze per gestire l’urgenza .
Azioni da realizzare:
192
Potenziamento dei servizi di contrasto alle Povertà: creazione di un sistema di rete d'Ambito del Banco
Alimentare con regia pubblica dell'Ufficio di Piano;
Potenziamento rete territoriale strutture per l’accoglienza abitativa dei soggetti svantaggiati in condizioni di
emergenza, connesse a fenomeni di povertà estrema, senza fissa dimora, abuso e maltrattamento,
sfruttamento sessuale, assenza rete familiare, non autosufficienza, immigrati, anche attraverso l’elaborazione
di accordi vincolanti (convenzioni) con strutture di accoglienza (centro notturno di accoglienza, per persone
senza fissa dimora, centro di pronta accoglienza per adulti)
avviare e/o consolidare l’accesso di persone adulte in difficoltà e senza fissa dimora in strutture residenziali
(Alloggio sociale adulti in difficoltà, Albergo diffuso per accoglienza stranieri immigrati)
dotazione di un sistema informativo unico su base d’Ambito per la raccolta dei dati relativi all’accesso ai
servizi integrati per la prima accoglienza in situazioni di emergenza
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito.
Operatori volontari del Privato Sociale accreditato
193
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
5
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA
Art. del r.r. 4/2007:
102
Importo totale programmato: (F.S.E.)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Coop. Sociale Città Solidale e Associazione di Volontariato
Protezione civile “Antonio Bianco”, con progetti mirati e sottoscrizione patti di partecipazione)
Tipologia di utenti:
SOGGETTI SVANTAGGIATI
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo tematico: Costruire percorsi personalizzati di integrazione sociale e reinserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati
Risultati attesi
 Incremento degli interventi di inclusione attiva rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio
di discriminazione;
 Realizzazione di interventi integrati in rete con servizi per l’impiego, la formazione professionale,
stakeholders territoriali
Azioni da realizzare:
- Previsione e/o consolidamento di forme di sostegno ed accompagnamento personalizzate nella fase
di accesso e/o reinserimento nel mercato del lavoro (es. tutoraggio, orientamento, bilancio delle
competenze), attuate anche attraverso l’attivazione di forme di collaborazione con i servizi per
l’impiego;
194
-
-
-
Potenziamento degli interventi di formazione e riqualificazione professionale dei soggetti
svantaggiati, in particolare persone affette da dipendenze patologiche, persone sottoposte a misure
restrittive della libertà personale, pazienti psichiatrici stabilizzati;
Implementazione del sistema di governance locale e potenziamento del dialogo sociale, attraverso la
valorizzazione del ruolo del Terzo settore, delle consigliere di parità e degli stakeholders territoriali,
in modo da accrescere la capacità degli Ambiti di promuovere percorsi integrati e innovativi di presa
in carico e monitoraggio dei casi di povertà e, così, privilegiare le politiche dei servizi rispetto a
quelle dei trasferimenti;
Attuazione di azioni volte ad attivare un sistema di net working con il tessuto produttivo locale (es.
tirocini formativi, borse-lavoro, incentivi all’occupazione, etc.), realizzate anche attraverso forme di
accordi bilaterali tesi a promuovere comportamenti socialmente responsabili da parte delle imprese
locali;
Incentivazione delle forme di autoimpiego e di autoimpresa in forma cooperativa per i soggetti
svantaggiati, anche attraverso l’implementazione di azioni innovative e sperimentali (microcredito
e/o piccoli sussidi, etc.)
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale
presentata dalla Coop. Soc. Città Solidale, si intende:
-
incrementare, attraverso l’erogazione di almeno n. 50 borse-lavoro ovvero tirocini riabilitativolavorativi, le occasioni di inserimento lavorativo delle persone che hanno concluso con successo il
percorso di riabilitazione psichiatrica e che, per mancanza di lavoro, rischiano di rientrare nel
circuito della psichiatria;
-
sostenere le misure di accompagnamento al lavoro a favore di questa particolare tipologia di utenza;
-
sostenere le azioni dell’Osservatorio del lavoro ai Disabili di Latiano, istituito dalla Regione Puglia e
dalla Coop. Sociale Città Solidale.
Per quanto riguarda la proposta progettuale presentata dall’Associazione di Volontariato Protezione Civile
“Antonio Bianco”, gli obiettivi che si intende raggiungere sono:
-
Assicurare ad ogni minore sottoposto alla messa alla prova (o in attesa di provvedimento) una presa
in carico globale, affettiva e comprensiva, in grado di favorire un miglior esito della misura e del
percorso educativo di vita del giovane;
-
sperimentare per la prima volta una fattiva collaborazione fra i servizi dell’area penale esterna, il
privato sociale, altri organismi e il mondo del volontariato;
-
sperimentare un nuovo tipo di intervento con il minore che potrà poi rappresentare un nuovo modello
di progettazione ed entrare nell’operatività ordinaria dei servizi dell’Amministrazione della
Giustizia;
-
favorire l’uscita dei minori dal circuito penale e dallo stato di detenzione presso l’istituto penale;
-
favorire, anche attraverso mirate azioni di promozione sul territorio, un diverso approccio da parte
della società civile alle problematiche relative al recupero di minorenni, maggiormente incentrato
sulla solidarietà e sull’inclusione sociale.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
Referenti Centro Territoriale per l’Impiego;
Referenti Organizzazioni Imprenditoriali e Terzo Settore.
195
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
6
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Art. del r.r. 4/2007:
86
Importo totale programmato: € 145.500 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Servizio Sociale Professionale di Ambito, quale servizio aperto ai bisogni di tutta la comunità,
finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a prevenire, ridurre e/o rimuovere situazioni
problematiche o di bisogno sociale dei cittadini, persegue i seguenti obiettivi:
- decodificare la domanda sociale;
- supportare tecnicamente la realizzazione degli obiettivi e degli interventi previsti dal Piano Sociale di
Zona;
- favorire i cittadini nell’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari dell’Ambito;
- promuovere e sostenere i processi di maturazione sociale e civica;
- favorire i percorsi di crescita anche collettivi che sviluppino sinergia e aiutino singoli e gruppi in
situazioni di svantaggio;
- operare in collaborazione con soggetti pubblici e privati per la realizzazione di obiettivi ed azioni
comuni che rispondano in maniera articolata, integrata e differenziata ai bisogni emergenti in un
sistema di rete di servizi;
- facilitare i processi di pianificazione e coordinamento tecnico della rete dei servizi sociali e sociosanitari.
196
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
n. 9 Assistenti Sociali di ruolo in distacco dai Comuni dell’Ambito.
n. 9 assistenti sociali con contratto a progetto.
197
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI ACCESSO - SEGRETARIATO
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
7
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE DI AMBITO
Art. del r.r. 4/2007:
83
Importo totale programmato: € 145.499,09 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Segretariato Sociale Professionale di Ambito persegue le seguenti finalità:
- Rendere accessibile a tutti i cittadini la conoscenza completa e dettagliata dei diritti, delle procedure
e delle opportunità rese disponibili dalle normative locali, regionali e nazionali in materia di
politiche sociali e dalla rete dei servizi;
- Raccogliere e registrare la domanda sociale, in modo da contribuire a predisporre piattaforme
conoscitive necessarie all’aggiornamento del Piano di Zona;
- Offrire ascolto attento a tutte le persone in difficoltà, garantendo risposte che si caratterizzino per
completezza, accessibilità, immediatezza, personalizzazione, obiettività, imparzialità e riservatezza.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Assistenti Sociali in distacco già operanti presso i Comuni dell’Ambito;
n. 10 Assistenti Sociali con contratto a progetto.
198
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI ACCESSO - SPORTELLO IMMIGRATI
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
8
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
RETE DI ACCESSO - SPORTELLO IMMIGRATI
Art. del r.r. 4/2007:
108
Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: con l’ausilio dell’associazione “Cittadini del Mondo”,
attraverso la sottoscrizione del patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
CITTADINI IMMIGRATI
N° medio annuo previsto di utenti:
30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’intervento sarà integrativo rispetto alle realtà operative attive sul territorio dell’Ambito e che si
caratterizzano in forme differenti ed appartenenti alla dimensione sia del pubblico sia del privato, pertanto lo
Sportello sarà il riferimento dell’Ambito in una logica di circolarità dell’orientamento dei cittadini immigrati
e dei loro bisogni.
L’implementazione di questa progettazione persegue i seguenti obiettivi:
- Accompagnare ed orientare la domanda facilitando l’accesso alla rete dei servizi sociali, sanitari,
dell’istruzione, di consulenza tecnica specialistica a supporto della costruzione e della gestione di
progetti personalizzati di intervento;
- favorire l’ integrazione sociale dei cittadini immigrati regolarmente residenti sul territorio di
riferimento con una decisa azione di sostegno ai loro bisogni quotidiani, con particolare interesse alla
dimensione di genere e dei minori, che nella catena migratoria sono particolarmente esposti a rischio
marginalità;
199
-
-
Supportare, sulla base dei dati quanti-qualitativi forniti da un costante monitoraggio, i figli degli
immigrati nel proprio percorso formativo. Quest’attività di orientamento, rivolta in particolare a
studenti di scuola media di I e II livello, è volta a consentire ai figli degli immigrati, soggetti deboli
dal punto di vista del capitale sociale e del supporto familiare, scelte mirate nel campo
dell’istruzione, funzionali a un adeguato inserimento nel mercato del lavoro e delle professioni, al
pari dei propri coetanei italiani. Siffatta finalità rappresenta prerequisito irrinunciabile affinché le
giovani generazioni, figlie di genitori immigrati, possano realizzare un duplice obiettivo: sottrarsi a
fenomeni di marginalità e rendersi protagonisti di un concreto processo di integrazione socioeconomica.
supportare la collaborazione e il lavoro di rete con altri enti, servizi, istituzioni diverse,
organizzazioni del privato sociale e del volontariato;
favorire prassi operative di “educazione interculturale”, attraverso lo strumento della mediazione
linguistico culturale, sull’intero territorio dell’ambito in particolare presso le sfere sociali e sanitarie
nelle quali sarà necessario intervenire in termini di mediazione tra modelli culturali differenti ai fini
di un’integrazione che favorisca, sia l’acquisizione di consapevolezza dei cittadini immigrati e delle
modalità di funzionamento del sistema in cui vivono, sia la loro conseguente autonomia nell’acceso
ai servizi.
Le principali attività saranno le seguenti:
- informazione ed orientamento circa la legislazione di settore;
- informazioni socio-sanitarie e modalità di accesso ai servizi;
- informazione ed orientamento circa l’accesso e l’uso, da parte degli immigrati, di servizi, risorse e
luoghi comuni a tutti i cittadini;
- attività di informazione e orientamento rivolta agli studenti e finalizzata a garantire il diritto allo
studio e all’accesso al mercato del lavoro;
- coinvolgimento delle associazioni di immigrati presenti sul territorio;
- realizzazione di un sito internet e di una banca dati dei bisogni espressi e della dimensione del
bisogno latente rilevato durante le attività previste;
- riconoscimento, da parte del paese di accoglienza, dei bisogni, delle specificità e delle differenze
culturali, linguistiche, religiose di cui sono portatori i singoli e i gruppi minoritari e non;
- realizzazione di materiale informativo plurilingue sui servizi socio-sanitari dei vari Enti pubblici e
privati presenti ed operanti sul territorio del Distretto socio-sanitario.
- Costituzione di un’equipe interculturale itinerante, sull’intero territorio dell’ambito, che si muoverà a
chiamata rispetto a criticità emergenti nei confronti delle quali si interverrà sul piano della
prevenzione e del contenimento del disagio e della conflittualità, permettendo l’espressione della
domanda, decodificandola e traducendola in termini di diritto;
- Costituzione di un fondo straordinario per le emergenze di carattere materiale derivanti dalla
dimensione del complesso fenomeno migratorio.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
consulente legale;
mediatori linguistici;
mediatori interculturali;
Assistente Sociale del Servizio Sociale Professionale di Ambito con presenza programmata, con
funzioni di coordinamento;
Operatori Front-Office Segretariato Sociale di Ambito: Assistente sociale iscritto all’albo regionale
alla sezione A/B
200
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI ACCESSO - PUA
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
9
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
RETE DI ACCESSO - PUA
Art. del r.r. 4/2007:
3
Importo totale programmato: € 206.000 (RISORSE COMUNALI € 25.000,00 – RISORSE ASL €
22.000,00 - PAC ANZIANI € 159.000,00 )
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con progetto mirato e
sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
La Porta Unitaria di Accesso rappresenta uno dei principali strumenti per l’integrazione sociosanitaria,
nonché una garanzia della realizzazione di un sistema unitario di accoglienza della domanda.
I principali obiettivi dell’intervento/servizio sono i seguenti:
i un miglioramento della qualità dell’accesso
agli stessi (sistema informativo, cartelle sociali);
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, si intende potenziare, ampliare e
informatizzare le PUA al fine di:
- assicurare ai cittadini l’accoglienza nella rete dei servizi sociali e socio-sanitari
- determinare un’azione di orientamento che può divenire accompagnamento del cittadino più debole
- collegare tra loro, tramite soluzioni per lo più informatiche, realtà informative già esistenti
- essere anche osservatorio territoriale e assumere quindi una funzione di monitoraggio dei bisogni e
delle risorse socio-sanitarie presenti sul territorio.
201
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Assistenti Sociali Segretariato Sociale di Ambito;
Assistenti Sociali Servizio Sociale Professionale di Ambito;
n. 1 Assistente Sociale
202
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
10
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
CENTRI DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE
Art. del r.r. 4/2007:
93
Importo totale programmato: € 15.000,00 (FNPS)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
NUCLEI FAMILIARI / DONNE / GIOVANI COPPIE
N° medio annuo previsto di utenti:
Famiglie, donne, giovani coppie dell’intero Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio:
o Offrire alle famiglie luoghi presso i quali è possibile ottenere informazioni personalizzate e l’accesso
alle risorse disponibili;
o Offrire luoghi di ascolto, orientamento, consulenza ed accompagnamento;
o Rilevare i bisogni emergenti e verificare la funzionalità e rispondenza delle risorse alle necessità
dell’utenza;
o Concorrere alla strutturazione della banca dati.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
o Servizio Sociale Professionale di Ambito/Comuni Ambito
203
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
11
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI
Art. del r.r. 4/2007:
87
Importo totale programmato: € 332.259,29 (FNPS € 139.882,95 – FGSA € 100.196,81 - RISORSE
COMUNALI € 92.179,53)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
MINORI
N° medio annuo previsto di utenti:
135
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio si propone i seguenti obiettivi:
o Accompagnare i nuclei familiari, nella gestione della funzione educativa, in presenza di
problematiche della sfera organizzativa e relazionale;
o Offrire supporto qualificato e funzionale al mantenimento del minore nella propria famiglia;
o Prevenire e/o rilevare situazioni di abuso e/o maltrattamento;
o Favorire e/o sollecitare un approccio integrato tra i servizi socio-sanitari, le istituzioni e le reti
territoriali.
Principali attività previste:
o Sostegno psico-sociale ai componenti del sistema familiare nell’ambito del processo educativo
o Ascolto attivo delle problematiche della famiglia ed orientamento verso i servizi e le strutture di
pertinenza dove necessario;
o Prevenzione dell’abuso e maltrattamento;
204
o Collaborazione e sostegno degli attori sociali pubblici e privati.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Si prevede la costituzione di tre equipe multiprofessionali itineranti presso il domicilio dell’utenza e
particolarmente qualificate nella rilevazione di casi abuso e maltrattamento
Ogni equipe sarà costituita da OSS, educatori professionali, assistente sociale e psicologo con funzioni di
supervisione e coordinamento per le tre equipe
205
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - INFANZIA
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
12
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - INFANZIA
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 565.044,00 (BUONI SERVIZIO INFANZIA)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
INFANZIA
N° medio annuo previsto di utenti:
135
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo tematico: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi
socio-educativi per l’infanzia
Risultati attesi
1. Consolidamento/ampliamento della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia
Azioni da realizzare
“Buoni servizio di conciliazione per
l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza” per favorire l’accesso a tariffe agevolate alla rete di
strutture e servizi
206
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Servizio Sociale Professionale d’Ambito
Assistenti sociali dei 9 Comuni
OSS.
207
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
AFFIDO FAMILIARE - EQUIPE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
13
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
AFFIDO FAMILIARE - EQUIPE
Art. del r.r. 4/2007:
96
Importo totale programmato: € 100.000,00 (€ 50.000,00 RISORSE COMUNALI - € 50.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
MINORI/FAMIGLIE
N° medio annuo previsto di utenti:
Minori/Famiglie dell’intero Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio:
o Sostenere l’integrazione tra istituzioni, enti e servizi, nonché tra gli enti pubblici e le associazioni
interessate all’intervento;
o Costituire un’equipe intergrata tra i diversi servizi sociali che svolga specifici compiti di formazione,
informazione, valutazione e sostegno alle coppie nel percorso pre e postadottivo collegato
all’adozione;
o Sviluppare protocolli operativi e regolamenti per realizzare e facilitare i percorsi di inserimento dei
minori in nuovi nuclei familiari.
Le principali attività previste sono:
o costituzione dell’equipe integrata per l’affido;
o realizzazione dei protocolli operativi e dei regolamenti di Ambito per l’affido.
208
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
o Servizio Sociale Professionale di Ambito
o 1 assistente sociale (personale ASL)
o 1 psicologo (personale ASL)
209
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
AFFIDO FAMILIARE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
14
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
AFFIDO FAMILIARE
Art. del r.r. 4/2007:
96
Importo totale programmato: € 118.950,00 (€ 16.950,00 RISORSE COMUNALI - € 50.000,00
RISORSE ASL - € 52.000,00 ALTRE RISORSE PUBBLICHE)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
MINORI/FAMIGLIE
N° medio annuo previsto di utenti:
Minori/Famiglie dell’intero Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio:
o Promuovere la diffusione della cultura dell’affidamento familiare;
o Favorire uno sviluppo omogeneo dell’affidamento familiare su tutto il territorio dell’Ambito.
Le principali attività previste sono:
o Sostenere e seguire le famiglie affidatarie prima e durante l’affido;
o Svolgere funzioni di promozione nella comunità locale , contribuendo a creare una cultura
dell’affidamento familiare, anche attraverso iniziative di sensibilizzazione e pubblicizzazione;
o Accogliere e predisporre la conoscenza delle persone che si avvicinano all’affidamento familiare
attraverso percorsi di informazione, formazione individuale e/o di gruppo riguardo agli aspetti
giuridici, sociali e psicologici dell’inetrvento;
o Aggiornare la banca dati sulle famiglie , nonché la banca dati delle richieste relative all’affidamento.
210
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
o Servizio Sociale Professionale di Ambito
o 1 assistente sociale (personale ASL)
o 1 psicologo (personale ASL)
211
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ADOZIONE FAMILIARE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
15
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
ADOZIONE FAMILIARE
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: €166.936,00 (€ 50.000,00 RISORSE COMUNALI - € 116.936,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
MINORI/FAMIGLIE
N° medio annuo previsto di utenti:
Minori/Famiglie dell’intero Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio:
o promuovere l’istituto dell’adozione;
o individuare metodologie comuni (elaborazione di regolamenti e protocolli operativi) ed elementi
condivisi nei percorsi di adozione;
o facilitare la collaborazione tra i servizi e le istituzioni presenti sul territorio;
o creare e gestire la banca dati e l’Osservatorio provinciale tematico;
o realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione sull’adozione;
o programmare e realizzare corsi di formazione ed informazione per gli operatori socio-sanitari
pubblici e privati.
Le azioni previste per l’adozione familiare sono le seguenti:
o Approfondimento ed aggiornamento permanente sulla legislazione del settore;
o Elaborazione e realizzazione di strumenti e materiale di informazione;
212
o Elaborazione di strumenti tecnici omologati, per le diverse fasi del percorso adottivo;
o Pubblicizzazione delle iniziative, su tutto il territorio, attraverso incontri pubblici, ed elaborazione di
materiale informativo e divulgativo;
o Diffusione e scambio di informazioni relative all’attività svolta tra i vari enti presenti sul territorio
che intervengono nel percorso adottivo;
o Individuazione di indicatori di qualità per la rilevazione del fenomeno e verifica di standard di
qualità previsti.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
o Servizio Sociale Professionale di Ambito
o Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito
213
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI (ART. 52-104 RR 4/2007) MINORI
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
16
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
CENTRI DIURNI MINORI
Art. del r.r. 4/2007:
52-104
Importo totale programmato: € 135.293,00 (€ 108.293,00 RISORSE COMUNALI - € 27.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE,
Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, con progetto
mirato e sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
MINORI
N° medio annuo previsto di utenti:
90
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio ha come priorità fondamentale il perseguimento dei seguenti obiettivi:
o Garantire il diritto del minore alla permanenza nel proprio ambito familiare o contrastare il ricorso
all’istituzionalizzazione;
o Sostenere e valorizzare la centralità delle famiglie nel processo educativo;
o Promuovere e sostenere percorsi integrati di prevenzione e presa in carico dei bisogni
o Potenziare il sistema dei servizi sociali e sanitari esistenti
o Offrire sostegno educativo per le attività scolastiche ed extrascolastiche;
o Offrire spazi di espressione in cui i minori e gli adolescenti possano sviluppare relazioni significative
tra loro;
214
o Prevenire situazioni di esclusione sociale per i minori a rischio di devianza e di emarginazione;
I Centri accolgono minori nella fascia di età compresa tra i 6 e i 18 anni , di nazionalità italiana e straniera, e
assicurano la fruizione di una pluralità di interventi e attività.
Sono previste funzioni quali l’ascolto, orientamento, sostegno educativo, supporto nell’attività scolastica ed
extrascolastica.
Le attività svolte nel Centro interessano in particolare:
- Attività sportiva con azioni di promozione del benessere e della salute psico-fisica;
- Sostegno alle attività scolastiche ed extrascolastiche;
- Attività socio-ricreativa finalizzata allo sviluppo del pensiero creativo , con azioni ludico espressive
nel campo del teatro, musica e arte in genere.
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale
presentata dal Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo
insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, si intende:
- Potenziare e consolidare la rete dei centri socio-educativi diurni per i quali non vi è ancora la
definizione di una retta univoca, aspetto propedeutico per l’erogazione dei Buoni servizio di
conciliazione;
- Attivare e sperimentare forme di sostegno alla genitorialità che vadano oltre il sostegno economico,
psicologico o di conciliazione vita-lavoro e che puntino a supportare dal punto di vista educativo e
genitoriale la coppia con interventi mirati e individualizzati
- Attivare e sperimentare forme di mediazione familiare con la collaborazione del Terzo Settore
- Attivare borse lavoro per giovani e donne a rischio di emarginazione sociale
- Strutturare un piano di comunicazione a supporto del sistema dell’offerta educativa per l’infanzia e
l’adolescenza
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
educatore professionale con funzioni di coordinamento e competenze interculturali
animatori sociali
educatore laureato in Scienze dell’Educazione o titolo equipollente ai sensi del Reg. Reg. n. 4/2007
operatore polifunzionale
autista
assistente per il trasporto
psicologo con funzioni di supervisione
215
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
17
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Art. del r.r. 4/2007:
3
Importo totale programmato: € 90.000,00 (€ 50.000,00 RISORSE COMUNALI - € 40.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con progetto mirato e
sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’analisi dettagliata dei problemi e dei bisogni che presenta il caso, ovvero la valutazione
multidimensionale, rappresenta un adempimento prioritario ai fini della definizione del progetto
socio-sanitario personalizzato di ogni utente e della sua presa in carico integrata.
L'obiettivo principale dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) è quello di procedere alla
lettura e decodifica dei bisogni complessi degli utenti ai fini dell’ammissibilità ad un percorso di
cura integrato dal punto di vista sociale e sanitario offerto dal Piano Sociale di Zona.
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, si intende potenziare l’UVM attraverso
l’impiego di figure professionali e medici specialisti per far fronte ai bisogni più complessi, che richiedono
l’interventi di più servizi e di più esperti, per una valutazione multidimensionale appropriata e per la
predisposizione del programma assistenziale individualizzato, compresi il progetto individuale per le persone
disabili.
216
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
Risorse ASL : 1 medico coordinatore, 1 medico specialista, 1 assistente sociale.
Medico di base dell’Assistito.
217
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - ADI
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
18
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI (ADI)
Art. del r.r. 4/2007:
88
Importo totale programmato: € 1.299.908,59 (€ 106.499,09 FNA - € 70.000,00 RISORSE COMUNALI
- € 836.787,00 RISORSE ASL - € 286.622,50 PAC ANZIANI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con progetto mirato e
sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
ANZIANI
N° medio annuo previsto di utenti:
170
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Servizio consiste in una serie di interventi forniti ai cittadini non autosufficienti al fine di favorire la
permanenza nel loro ambiente di vita, prevenendo e/o evitando l’istituzionalizzazione, e la promozione di
una soddisfacente vita di relazione, attraverso un complesso di prestazioni domiciliari socio assistenziali e
sanitarie.
Attraverso il Servizio ci si propone di:
o Creare/sviluppare i presupposti necessari alla permanenza della persona non autosufficiente nel
proprio nucleo familiare, evitando interventi di allontanamento dallo stesso;
o Adottare modalità di intervento mirate al recupero, al reinserimento, all’autonomia, alla salvaguardia
della vita affettiva e di relazione dell’utente;
o Favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita dell’anziano non
autosufficiente;
218
o Rendere partecipi in primis i soggetti stessi e le loro famiglie, attivando e sostenendo i rapporti tra
nucleo familiare e servizi socio-sanitari territoriali, associazionismo e terzo settore;
o Prevenire la manifestazione di comportamenti a rischio all’interno del nucleo familiare;
o Prevenire e recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione;
o Ridurre i ricoveri impropri ed incongrui negli ospedali e nelle strutture residenziali;
o Assicurare azioni di sollievo alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie;
o Consolidare il sistema dei servizi sociali e sanitari esistenti, garantendo un miglioramento della
qualità complessiva degli stessi.
Il servizio prevede l’erogazione di prestazioni socio-assistenziali e sanitarie, attivate attraverso l’Unità di
Valutazione Multidimensionale, riguardanti:
 Prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali in forma integrata e secondo
piani individuali programmati;
 Assistenza tutelare alla persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane (aiuto per il
governo della casa, nelle attività delle persone su se stesse, per favorire l’autosufficienza nelle
attività giornaliere);
 Interventi volti a favorire la vita di relazione, la mobilità, la socializzazione della persona non
autosufficiente;
 Accompagnare l’utente presso strutture socio-riabilitative ed altro.
L’assistenza minima garantita a ciascun utente è di 1 ora al giorno per 6 giorni alla settimana.
Sono previste attività integrative di welfare leggero (compagnia, aiuto nel disbrigo di piccole pratiche e
sostegno della mobilità personale), al bisogno, di 1 ora al giorno per 3 giorni alla settimana.
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale
presentata dalle Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, si intende implementare il servizio elevandone la
qualità, avviando una vera integrazione socio-sanitaria e superando le criticità riscontrate finora (elevato
costo di compartecipazione al servizio a carico dell’utente e inadeguata informazione), onde raggiungere
tendenzialmente nel prossimo triennio il numero di 745 utenti pari al target del 3,5% programmato dalla
Regione Puglia, che per il 2015 viene fissato al 4,1%.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il servizio richiede figure professionali di assistenza alla persona, OSS (1 ogni 5 utenti);
risorse umane Ambito:
Ambito con presenza programmata
e risorse ASL.
219
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - SAD
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
19
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - SAD
Art. del r.r. 4/2007:
87
Importo totale programmato: € 657.682,84 (€ 138.519,34 FNA - € 73.541,00 RISORSE COMUNALI € 445.662,50 PAC ANZIANI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Confcooperative Puglia e Associazione di Volontariato
Protezione Civile “Antonio Bianco”, con progetti mirati e sottoscrizione patti di partecipazione)
Tipologia di utenti:
ANZIANI
N° medio annuo previsto di utenti:
210
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo generale è quello di favorire il mantenimento dello stato di benessere in relazione alle
difficoltà insite nella condizione di ridotta o compromessa autonomia.
Il Servizio mira ad offrire prestazioni di cura della persona e dell’abitazione finalizzate al sostegno nella
gestione delle incombenze quotidiane.
Il servizio, svolto da personale qualificato, è finalizzato a :
o Aiutare la persona anziana nel processo di autonomia;
o Fornire sollievo e sostegno alla famiglia, su cui gravi l’onere assistenziale di una persona anziana
con ridotta o compromessa autonomia;
o Mantenere la persona il più a lungo possibile presso il proprio domicilio, conservando le sue
abitudini di vita, i suoi rapporti familiari, le sue amicizie;
o Facilitare e sviluppare la socializzazione, facendo riferimento anche ad una rete di sostegno sociale;
o Favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita della persona anziana;
220
o Rendere partecipi in primis i soggetti stessi e le loro famiglie, attivando e sostenendo i rapporti tra
nucleo familiare e servizi territoriali, associazionismo e terzo settore;
o Prevenire la manifestazione di comportamenti a rischio all’interno del nucleo familiare;
o Prevenire e recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione.
Il servizio prevede interventi e prestazioni riguardanti:
 Prestazioni socio-assistenziali fornite secondo piani individuali programmati, condivisi e concordati
con la persona anziana ed i suoi familiari;
 Assistenza tutelare alla persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane (aiuto per il
governo della casa, nelle attività delle persone su se stesse, per favorire l’autosufficienza nelle
attività giornaliere);
 Interventi volti a favorire la vita di relazione, la mobilità, la socializzazione della persona anziana
con ridotta o compromessa autonomia;
 Accompagnamento presso strutture socio-riabilitative ed altro.
L’assistenza minima garantita a ciascun utente è di 1 ora al giorno per 6 giorni alla settimana.
Sono previste attività integrative di welfare leggero (compagnia, aiuto nel disbrigo di piccole pratiche e
sostegno della mobilità personale), al bisogno, di 1 ora al giorno per 3 giorni alla settimana.
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale
presentata da Confcooperative Puglia, si intende:
-
Realizzare una presa in carico globale dell’assistito, permettendo al paziente di utilizzare i servizi e
le strutture in funzione dei propri bisogni assistenziali che possono mutare nel tempo
-
Favorire la continuità assistenziale, incrementando la flessibilità e la modularità organizzativa
-
Promuovere e sostenere politiche di domiciliarizzazione degli interventi socio assistenziali e
sociosanitari sostenendo i singoli e le famiglie
-
Ridurre l’istituzionalizzazione
-
Ridurre i ricoveri attraverso interventi di prevenzione dei fattori di rischio
-
Assicurare prestazioni qualificate e personalizzate
-
Mantenere elevati standards qualitativi dell’assistenza attraverso programmi di formazione
permanente degli operatori.
Per quanto riguarda la proposta progettuale presentata dall’Associazione Protezione Civile “Antonio
Bianco”, si intende sviluppare le seguenti azioni progettuali:
Azione n. 1:
1.1
Sostegno di natura associata all’assistenza domiciliare: identificazione del gruppo di lavoro /
promozione e attivazione del servizio
1.2
Sostegno alla famiglia nella gestione della condizione temporanea di non
autosufficienza
dell’assistito: insediamento e coinvolgimento del gruppo di volontari nella rete operativa
1.3
Fornire continuità all’erogazione delle prestazioni di assistenza tutelare ai livelli sociosanitari e domiciliari: insediamento e coinvolgimento del gruppo di volontari nella rete
operativa
Azione n. 2:
2.1
Predisposizione e convalida degli strumenti di monitoraggio ex ante, in itinere e finale
2.2
Valutazione delle azioni di monitoraggio ex ante, in itinere e finale
2.3
Favorire le dimissioni protette dall’Azienda ospedaliera, nonché la congrua attivazione nel
passaggio dalla realtà ospedaliera al domicilio del paziente, e rendere operative le prestazioni
domiciliari concordate d’intesa con l’istituzione ospedaliera; mettere a punto l’ambiente atto
ad ospitare il paziente dimissionario mediante interventi di valutazione e adeguamento
ambientale
221
2.4
2.5
Trasporto protetto con mezzo idoneo del paziente dall’ospedale al domicilio
Assistenza socio-sanitaria specializzata nel pieno rispetto del protocollo sanitario;
applicazione secondo necessità della terapia di ossigenazione iperbarica
2.6
Ridurre i costi legati alla permanenza nei reparti ospedalieri
Azione n. 3:
3.1
Rilevamento degli indicatori di contesto e variabili economico-sociali
3.2
Creare un nucleo di operatori con il compito di facilitare la connessione tra sistema sanitario
e prestazioni assistenziali domiciliari
3.3
Predisporre un percorso operativo condiviso e orientato al potenziamento del ruolo centrale
della donna, quale risorsa logica nella rete dei servizi e soggetto primario alla conciliazione
lavoro/famiglia
3.4
Impegno attivo della donna nella pratica quotidiana delle funzioni a cui si fa richiamo nella
fase di individuazione del gruppo di lavoro
Azione n. 4:
4.1
Sensibilizzazione / informazione / diffusione risultati ottenuti
4.2
Acquisire lifelong learning come strategia di conoscenza e consapevolezza per lavorare
all’inclusione sociale
4.3
Interiorizzare l’esperienza progettuale, in termini di outdoor trainer individuale e di gruppo
operativo
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il servizio richiede figure professionali di assistenza alla persona (OSS): (1 ogni 5 utenti);
e risorse umane Ambito:
Ambito con presenza programmata, assistenti
sociali Comuni dell’Ambito.
222
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASSISTENZA DOMICILIARE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
20
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
ASSISTENZA DOMICILIARE PER PERSONE CON DISAGIO
PSICHICO
Art. del r.r. 4/2007:
87-88
Importo totale programmato: € 61.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 36.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: _________________________)
Tipologia di utenti:
DISABILI PSICHICI
N° medio annuo previsto di utenti:
200
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Servizio di Assistenza Domiciliare per persone con disagio psichico mira ad offrire al soggetto in
condizioni di autonomia ridotta o compromessa prestazioni di cura della persona e dell’abitazione finalizzate
al sostegno nella gestione delle incombenze quotidiane.
Il servizio, svolto da personale qualificato, è finalizzato a :
- Aiutare la persona disabile nel processo di autonomia;
- Fornire sollievo e sostegno alla famiglia, su cui gravi l’onere assistenziale di una persona disabile;
- Mantenere la persona il più a lungo possibile presso il proprio domicilio, conservando le sue
abitudini di vita, i suoi rapporti familiari, le sue amicizie;
- Facilitare e sviluppare la socializzazione, facendo riferimento anche ad una rete di sostegno sociale;
- Favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita del diversamente abile;
- Rendere partecipi in primis i soggetti stessi e le loro famiglie, attivando e sostenendo i rapporti tra
nucleo familiare e servizi territoriali, associazionismo e terzo settore;
223
-
Prevenire la manifestazione di comportamenti a rischio all’interno del nucleo familiare;
Prevenire e recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
OSS;
risorse umane Ambito.
224
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
21
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: __________________________)
Tipologia di utenti:
DISABILI FISICI
N° medio annuo previsto di utenti:
Disabili fisici che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo tematico del servizio è quello di migliorare la qualità della vita delle persone non autosufficienti,
attraverso interventi per l’abbattimento di barriere architettoniche per favorire la permanenza nel proprio
domicilio.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Risorse umane Ambito.
225
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - DISABILI E ANZIANI
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
22
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - DISABILI E ANZIANI
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 531.388,64
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
DISABILI E ANZIANI
N° medio annuo previsto di utenti:
Disabili e anziani del territorio dell’Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo tematico del servizio è quello di consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di
servizi socio-assistenziali e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno.
Azioni da realizzare:
- Attuazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei “Buoni servizio di conciliazione
disabili e anziani non autosufficienti” per favorire l’accesso degli utenti a tariffe agevolate alla rete
di strutture e servizi ex artt. 60, 60ter, 68, 105, 106;
- Incremento degli utenti e del monte ore pro-utente in carico al servizio per l’integrazione scolastica
ed extrascolastica minori con disabilità ex art. 92 (con specifico riferimento alle équipe specialistiche
psico-pedagogiche) mediante il consolidamento e la conferma delle procedure di convenzionamento
e/o affidamento già in essere su base d’Ambito/comunale ed attraverso l’utilizzo dei buoni servizio
di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti per l’erogazione di ore aggiuntive e
226
integrative al volume di prestazioni erogato dalla rete pubblica dei servizi, sulla base delle istanze
dirette degli utenti e in regime di libero mercato
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Risorse umane Ambito
Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito.
OSS.
227
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
23
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 228.030,30 (ALTRE RISORSE PUBBLICHE)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Fondazione di Associazioni per il Volontariato socio-sanitario
(AVULSS) Onlus - Associazione di Mesagne, con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
DISABILI GRAVI
N° medio annuo previsto di utenti:
Persone con disabilità gravi del territorio dell’Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Nell’ambito del progetto Qualify-care Puglia, il nuovo ciclo di programmazione diverrà il campo di
sperimentazione dei PRO.V.I – Progetti di Vita Indipendente, al fine di mettere a regime un modello
regionale di intervento per favorire l’inclusione sociale e l’autonomia di persone con disabilità gravi.
Azioni da realizzare:
- Attuazione delle procedure amministrative di competenza connesse alla realizzazione dei PRO.V.I –
Progetti di Vita Indipendente che prevedano anche la frequenza presso strutture semiresidenziali a
ciclo diurno ex artt. 60, 105;
- istruttoria e attuazione dei progetti sperimentali PRO.VI. presentati dagli utenti.
228
In particolare, per la prossima programmazione e sulla base di una proposta progettuale dell’Associazione
AVULSS di Mesagne, si intende potenziare il servizio ADI al fine di assicurare:
- una presenza amica e giovanile presso il domicilio dell’assistito nelle ore pomeridiane
- attività programmate a domicilio a cura di psicologi, assistenti sociali ed educatori
- integrazione sociale dell’assistito sulla base delle possibilità fisiche.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Risorse umane Ambito
Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito
Giovani educatori e ragazzi del Servizio civile
229
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI ANZIANI (ART. 106 RR 4/2007)
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
24
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
CENTRI DIURNI ANZIANI (ART. 106 RR 4/2007)
Art. del r.r. 4/2007:
106
Importo totale programmato: € 19.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
ANZIANI
N° medio annuo previsto di utenti:
Anziani del territorio dell’Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo generale del servizio è quello di incentivare strutture autorizzate per l’erogazione di attività
aperte alla partecipazione anche non continuativa di anziani.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Risorse umane Ambito
Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito.
230
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 105 RR 4/2007)
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
25
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 105 RR 4/2007)
Art. del r.r. 4/2007:
105
Importo totale programmato: € 10.000,00 (risorse comunali)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione
Tipologia di utenti:
DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
Disabili del territorio dell’Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio, in attuazione di quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 4/2007- art. 105, mira a:
o Creare le condizioni affinché le persone disabili possano attivare una serie di relazioni sociali che
incrementino le occasioni di socialità anche mediante la fruizione di servizi di supporto,
o Favorire un buon clima tra le famiglie ed il sistema dei servizi attivando strumenti di maggiore
dialogo orientati a monitorare la condizione dei cittadini disabili;
o Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone diversamente abili;
o Offrire uno spazio di animazione, svago, formazione ed incontro per i cittadini disabili:
o Potenziare la metodologia del lavoro di rete che sia capace di avviare una concreta collaborazione tra
i vari attori istituzionali e non.
Il Centro si rivolge ad utenti diversamente abili con bassa compromissione delle autonomie funzionali, e
pianifica le attività in base alle esigenze degli utenti:
o Attività educative indirizzate all’autonomia;
o Attività di socializzazione e animazione;
231
o Attività espressive psicomotorie e ludiche;
o Attività culturali e di formazione;
o Prestazioni a carattere assistenziale;
o Attività di laboratorio ludico – espressivo e artistico.
In riferimento agli utenti, afferenti a tutti i Comuni dell’Ambito, e alle esigenze delle famiglie, saranno
organizzati dei turni di presenza tali da assicurare la fruizione del servizio a rotazione da parte del maggior
numero di utenti stessi.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- OSS;
- educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento);
- animatori sociali;
- Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
- Personale ASL.
232
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 60 RR 4/2007)
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
26
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 60 RR 4/2007)
Art. del r.r. 4/2007:
60
Importo totale programmato: € 382.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE FNA - € 10.000,00 RISORSE
COMUNALI - € 347.000,00 RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc.
ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc.
SIDERIA, con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
Disabili del territorio dell’Ambito
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il centro diurno socio-educativo è struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al mantenimento e al
recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia.
Il centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico-sensoriali, con notevole compromissione delle
autonomie funzionali, che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere socio-sanitario.
Il centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura l’apertura per
almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana. Tutte le attività sono aperte al territorio e
organizzate attivando le risorse della comunità locale.
Il centro deve, in ogni caso, organizzare:
- attività educative indirizzate all’autonomia;
- attività di socializzazione ed animazione;
- attività espressive, psico-motorie e ludiche;
233
- attività culturali e di formazione;
- prestazioni sociosanitarie e riabilitative eventualmente richieste per utenti con disabilità psico-sensoriali
ovvero con patologie psichiatriche stabilizzate.
Deve, altresì, assicurare l’assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane anche
attraverso prestazioni a carattere assistenziale (igiene personale), nonché la somministrazione dei pasti, in
relazioni agli orari di apertura.
Il centro diurno socio-educativo assicura l’erogabilità delle prestazioni riabilitative, nel rispetto del modello
organizzativo del Servizio sanitario regionale.
Il centro può assicurare il servizio di trasporto sociale, previo accordo specifico con l’Ambito e l’ASL.
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale
presentata dal Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo
insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, si intende:
- Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazione
- Consolidare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socio-sanitari a ciclo diurno
- Potenziare la rete dei centri diurni socio educativi e riabilitativi
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- OSS;
- educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento);
- Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
- Personale ASL.
234
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
“DOPO DI NOI” (ARTT. 55-57 RR 4/2007)
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
27
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
COMUNITA’ SOCIO-RIABILITATIVA “DOPO DI NOI”
Art. del r.r. 4/2007:
55-57
Importo totale programmato: € 53.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 28.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
PERSONE DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
12
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
La realizzazione di una struttura residenziale socio assistenziale riabilitativa a carattere
comunitario, destinata a soggetti maggiorenni in età compresa tra i 18 e 64 anni, in situazione di
handicap fisico, intellettivo e sensoriale, privi di un supporto familiare, è una delle più significative
priorità cui dare risposta e in cui si registra, paradossalmente, una notevole carenza. Pertanto, il
servizio mira a :
o Dare accoglienza a persone disabili maggiorenni prive di validi riferimenti familiari;
o Ridurre il ricorso all’istituzionalizzazione e, in particolare, il ricovero improprio in strutture ad
elevata intensità assistenziale;
o Garantire accoglienza, supporto e sollievo in situazioni di emergenza;
o Sostenere l’acquisizione, il mantenimento, il rinforzo dei livelli di autonomia, delle abilità
psicomotorie, cognitive, affettivo relazionali, comportamentali;
o Promuovere l’integrazione sociale al fine di evitare forme di emarginazione;
235
o Sperimentare di nuovi modelli di coinvolgimento, di integrazione di intervento con le strutture ed i
servizi del territorio;
o Razionalizzare le risorse per assicurare un intervento globale e continuativo;
o Assicurare, attraverso la rete, un efficace collegamento tra i diversi servizi territoriali, istituzionali e
non, e la comunità territoriale in senso più ampio.
La comunità socio riabilitativa, che si configura come struttura idonea a garantire il “Dopo di Noi”
per disabili medio/gravi senza il necessario supporto familiare. Essa è finalizzata a garantire una
vita quotidiana significativa, sicura e soddisfacente a persone maggiorenni in condizioni di
compromissione funzionale, con nulla o limitata autonomia ed assicura l’erogabilità di interventi
sociosanitari non continuativi, assimilabili alle forme di assistenza rese a domicilio. Nel pieno
rispetto ed adeguamento alle esigenze degli ospiti prevede:
 Prestazioni socio-assistenziali fornite secondo piani individuali programmati, condivisi e concordati
con la persona anziana ed i suoi familiari;
 Assistenza tutelare diurna e notturna;
 Prestazioni e servizi alberghieri, inclusivi della somministrazione dei pasti;
 Attività educative a sostegno dell’autonomia individuale e sociale;
 Attività di socializzazione;
 Attività riabilitative mirate all’acquisizione e al mantenimento delle capacità comportamentali,
cognitive ed affettivo-relazionali;
 Prestazioni socio sanitarie assimilabili alle forme di assistenza domiciliare;
 Prestazioni di raccordo con i servizi territoriali per l’inserimento socio-lavorativo e per il tutoraggio
di percorsi di autonomia ed indipendenza economica.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistente Sociale con funzioni di coordinamento;
- Educatori professionali;
- OSS;
- Ausiliari;
- Personale ASL
236
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI ALZHEIMER (ART. 60TER RR 4/2007)
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
28
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
CENTRI DIURNI ALZHEIMER (ART. 60TER RR 4/2007)
Art. del r.r. 4/2007:
60ter
Importo totale programmato: € 63.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 38.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
PERSONE AFFETTE DA ALZHEIMER
N° medio annuo previsto di utenti:
10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo generale del servizio è l’incremento della presa in carico a ciclo diurno delle persone affette da
Alzheimer.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistente Sociale con funzioni di coordinamento;
- Educatori professionali;
- OSS;
- Ausiliari;
- Personale ASL
237
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ - EQUIPE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
29
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’
Art. del r.r. 4/2007:
92
Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
155
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo generale del servizio è quello di potenziare e migliorare l’integrazione con le equipe specializzate
della ASL-
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Assistenti sociali
238
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
30
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
INTEGRAZIONE SCOLASTICA
Art. del r.r. 4/2007:
92
Importo totale programmato: € 1.427.400,95 (€ 231.969,28 FNPS - € 168,231,67 FGSA - € 134.200,00
RISORSE COMUNALI - € 893.000,00 RISORSE ASL - FSR)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
155
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivi del servizio sono:
- Garantire il diritto allo studio e alla formazione degli alunni diversamente abili, portatori di handicap fisici,
psichici e sensoriali, compensando stati di disagio e favorendo l’integrazione scolastica e sociale;
- Rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo studio;
- Favorire l’inclusione scolastica e sociale degli alunni disabili in una prospettiva di intervento
volta all’auto promozione ed al miglioramento della qualità della vita;
- Garantire il sostegno socio educativo al fine di favorire al meglio lo sviluppo ed il potenziamento delle
abilità cognitive, comportamentali, affettivo relazionali;
- Promuovere la piena integrazione degli alunni diversamente abili con il gruppo classe;
- Favorire un migliore rapporto tra i soggetti diversamente abili e le loro famiglie e tra queste e la scuola, al
fine di garantire continuità pedagogica ed educativa.
239
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
OSS, educatori professionali.
240
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
TRASPORTO SOCIALE PER PERSONE CON DISABILITA’
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
31
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
TRASPORTO SOCIALE PER PERSONE CON DISABILITA’
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 234.070,00 (€ 194.070,00 RISORSE COMUNALI - € 40.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare Associazione di Protezione Civile “Antonio Bianco” con
progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
PERSONE DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
CIRCA 100
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
I servizi rivolti alla mobilità sono finalizzati a sostenere l’autonomia delle persone disabili,
garantendo loro la possibilità di muoversi sul territorio cittadino e di usufruire delle opportunità che
esso offre. Tali servizi si pongono in rapporto complementare con l’esigibilità dei diritti legati alla
qualità della vita. Il problema della mobilità e del trasporto delle persone in condizioni di ridotta
autonomia personale è di fondamentale importanza, perché spesso può costituire un ostacolo
insormontabile all’effettiva inclusione di tali persone e rappresentare un fattore determinante
nell’isolamento di cittadini disabili.
Il servizio garantisce i diritti di inclusione, pari opportunità, vita autonoma e indipendente delle
persone in condizioni di disagio e con difficoltà di inserimento nella vita sociale attiva, in particolare
di coloro che vivono situazioni di limitata autonomia e di incapacità a provvedere autonomamente
alle proprie esigenze. Pertanto, il servizio di trasporto sociale mira a :
o Garantire l’accesso alle strutture sanitarie e riabilitative del territorio;
241
o Sostenere le famiglie e facilitare i compiti insiti nelle loro azioni di cura.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- autisti
- accompagnatori con competenze adeguate allo svolgimento delle attività.
242
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INSERIMENTI IN STRUTTURE A CICLO DIURNO PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
32
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
INSERIMENTI IN STRUTTURE A CICLO DIURNO PER PERSONE
CON DISAGIO PSICHICO
Art. del r.r. 4/2007:
60 – 60bis - 105
Importo totale programmato: € 565.600,00 (€ 15.600,00 RISORSE COMUNALI - € 550.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
PERSONE DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
100
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il centro diurno socio-educativo è struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al mantenimento e al
recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia.
Il centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico-sensoriali, con notevole compromissione delle
autonomie funzionali, che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere socio-sanitario.
Il centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura l’apertura per
almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana. Tutte le attività sono aperte al territorio e
organizzate attivando le risorse della comunità locale.
Il centro deve, in ogni caso, organizzare:
- attività educative indirizzate all’autonomia;
- attività di socializzazione ed animazione;
- attività espressive, psico-motorie e ludiche;
- attività culturali e di formazione;
243
- prestazioni sociosanitarie e riabilitative eventualmente richieste per utenti con disabilità psico-sensoriali
ovvero con patologie psichiatriche stabilizzate.
Deve, altresì, assicurare l’assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane anche
attraverso prestazioni a carattere assistenziale (igiene personale), nonché la somministrazione dei pasti, in
relazioni agli orari di apertura.
Il centro diurno socio-educativo assicura l’erogabilità delle prestazioni riabilitative, nel rispetto del modello
organizzativo del Servizio sanitario regionale.
Il centro può assicurare il servizio di trasporto sociale, previo accordo specifico con l’Ambito e l’ASL.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- OSS;
- educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento);
- Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
- Personale ASL.
244
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RESIDENZE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
33
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
RESIDENZE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
Art. del r.r. 4/2007:
60bis - 70
Importo totale programmato: € 804.160,00 (€ 104.160,00 RISORSE COMUNALI - € 700.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: Cooperativa Sociale Città Solidale da Latiano (BR), con
progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione)
Tipologia di utenti:
PERSONE DISABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio, in attuazione di quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 4/2007, mira a:
o Creare le condizioni affinché le persone disabili possano attivare una serie di relazioni sociali che
incrementino le occasioni di socialità anche mediante la fruizione di servizi di supporto,
o Favorire un buon clima tra le famiglie ed il sistema dei servizi attivando strumenti di maggiore
dialogo orientati a monitorare la condizione dei cittadini disabili;
o Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone diversamente abili;
o Offrire uno spazio di animazione, svago, formazione ed incontro per i cittadini disabili:
o Potenziare la metodologia del lavoro di rete che sia capace di avviare una concreta collaborazione tra
i vari attori istituzionali e non.
Il centro pianifica le attività in base alle esigenze degli utenti:
o Attività educative indirizzate all’autonomia;
245
o Attività di socializzazione e animazione;
o Attività espressive psicomotorie e ludiche;
o Attività culturali e di formazione;
o Prestazioni a carattere assistenziale;
o Attività di laboratorio ludico – espressivo e artistico.
In riferimento agli utenti, afferenti a tutti i Comuni dell’Ambito, e alle esigenze delle famiglie,
saranno organizzati dei turni di presenza tali da assicurare la fruizione del servizio a rotazione da
parte del maggior numero di utenti stessi.
In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione e sulla base di una specifica proposta
progettuale presentata dalla Cooperativa Sociale Città Solidale da Latiano (BR), si intende avviare
l’esperienza della Residenza Assistita, ossia una normale casa di civile abitazione esterna al circuito delle
strutture socio-sanitarie per la cura e l’assistenza delle persone con disagio/disturbo psicotico.
Nella R.A. convivono massimo 2 persone con disagio mentale stabilizzato, completamente autonome nello
svolgimento degli atti fondamentali della vita, prive di supporti familiari validi, in possesso di reddito da
lavoro o altro che consenta loro, in una prospettiva di medio termine, di sostenere sia i costo della locazione
e della gestione della casa, sia quelli del vitto e personali.
Le persone selezionate condurrebbero la vita e la casa in comune e svolgerebbero le attività esterne (lavoro,
svago, attività sociali ecc.) in piena libertà.
La rete di supporto garantita dalla Cooperativa proponente sarà di tipo:
- Personalizzato:
o Psicologico-psichiatrico (3 ore settimanali)
o Infermieristico (al bisogno)
- economico:
o costo della locazione
o costi delle utenze
o fornitura pasti (3 volte al giorno)
- di accompagnamento al lavoro:
o tutoraggio
o borse lavoro
o lavoro contrattualizzato
- di sostegno nelle attività di svago e sociali:
o partecipazione a soggiorni di vacanze marine/montane, gite, serate sociali, cinema e teatro,
ristorante
o partecipazione a feste e attività programmate canoro-musicali
o balli ecc.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- OSS;
- educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento);
- animatori sociali;
- Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
- Personale ASL.
246
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTERVENTI PER PERSONE CON DIPENDENZE PATOLOGICHE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
34
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
INTERVENTI PER PERSONE CON DIPENDENZE PATOLOGICHE
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 638.226,00 (€ 431.226,00 RISORSE COMUNALI - € 207.000,00
RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
SOGGETTI IN TRATTAMENTO PRESSO L’UNITA’ OPERATIVA
SER.T DI MESAGNE; SOGGETTTI CON DIPENDENZE
PATOLOGICHE ACCERTATE
N° medio annuo previsto di utenti:
35
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con questo servizio ci si propone di :
- Attivare una serie d’interventi mirati a facilitare l’accesso al mercato del lavoro da parte delle
persone in situazione di dipendenza o di difficoltà sociale;
- promuovere interventi economici mirati a supportare le situazioni di fragilità anche nella fascia di
popolazione minorile;
- promuovere interventi di inserimento lavorativo mediante progetti di formazione al lavoro o di
orientamento lavorativo.
E’ prevista l’erogazione di 35 tirocini formativi di durata annuale (500 € mensili nette).
Il tutoraggio per il reinserimento sociale sarà assicurato dal Servizio Sociale Professionale di
Ambito, in collaborazione con gli operatori del Ser.T, mentre l’inserimento lavorativo sarà facilitato
247
dal Centro Territoriale per l’Impiego e dalle Organizzazioni Imprenditoriali.
Le principali attività previste saranno:
- Individuazione dei soggetti da inserire nel progetto (domanda);
- Individuazione soggetti in grado di garantire un’offerta di lavoro;
- Elaborazione di Piani individualizzati di Inserimento;
- Supporto ed accompagnamento dei tirocinanti;
- Attività formative e di orientamento.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Servizio Sociale Professionale di Ambito;
Operatori Ser.T.;
Assistenti Sociali di altri servizi interessati;
Operatori Centro per l’Impiego;
Referenti Organizzazioni Imprenditoriali.
248
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
35
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV
Art. del r.r. 4/2007:
107
Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con questo servizio ci si propone di :
- Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori;
- Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e
minori, dello sfruttamento e della tratta di essere umani;
attraverso:
- Potenziamento e consolidamento operativo della rete delle strutture e dei servizi di prevenzione e
contrasto della violenza;
- Realizzazione di convenzioni con CAV del territorio.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Servizio Sociale Professionale di Ambito;
Assistenti Sociali di altri servizi interessati.
249
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - RESIDENZIALE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
36
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV
Art. del r.r. 4/2007:
80-81
Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con questo servizio ci si propone di :
- Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori;
- Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e
minori, dello sfruttamento e della tratta di essere umani;
attraverso:
- Potenziamento e consolidamento operativo della rete delle strutture e dei servizi di prevenzione e
contrasto della violenza;
- Realizzazione di percorsi di inserimento in Casa rifugio;
- Pagamento rette per inserimento residenziale presso strutture autorizzata.
250
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Servizio Sociale Professionale di Ambito;
Assistenti Sociali di altri servizi interessati.
251
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - EQUIPE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
37
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - EQUIPE
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con questo servizio ci si propone di :
- Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori;
- Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari integrate;
attraverso:
- Attivazione/consolidamento di un’équipe integrata multi professionale fra servizi sociali, sanitari di
base e specialistici, servizi giudiziari;
- Realizzazione di un protocollo operativo comune.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Servizio Sociale Professionale di Ambito;
Assistenti Sociali di altri servizi interessati.
252
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTERVENTI DI PREVENZIONE IN MATERIA DI DIPENDENZE PATOLOGICHE
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
38
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
INTERVENTI DI PREVENZIONE IN MATERIA DI DIPENDENZE
PATOLOGICHE
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 33.200,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 8.200,00 RISORSE
ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI DI RIFERIMENTO
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con questo servizio ci si propone di :
PROMUOVERE, COSTRUIRE E VALIDARE LA “PREVENZIONE DI QUALITÀ” ATTRAVERSO :
- Qualità dei sevizi alla persona con la definizione di un piano organico per la prevenzione delle dipendenze;
- il coordinamento di rete tra i servizi specialistici di prevenzione, i servizi di prevenzione ed animazione, i
servizi sanitari pubblici;
- la qualità e l’efficacia dei servizi di prevenzione con il coordinamento pubblico-privato attraverso il
monitoraggio e la valutazione della qualità dei servizi erogati;
- istituzione di un albo territoriale delle risorse e degli interventi per la prevenzione di qualità;
- una cultura della sensibilità al benessere e alla salute in tutti i soggetti di riferimento per l’universo
giovanile;
253
- momenti di formazione congiunta e coordinata tra Dipartimento Dipendenze Patologiche, Comuni afferenti
l’ambito, scuole, parrocchie, Enti Ausiliari, Associazioni, Famiglie.
AGGANCIARE E CONOSCERE LA FASCIA DI POPOLAZIONE GIOVANILE A RISCHIO
- conoscere luoghi, spazi e modalità di incontro, il mondo giovanile ed i relativi bisogni attraverso la stesura
di una mappa di comunità ;
- agganciare attraverso l’utilizzo dell’Unità mobile del Dipartimento Dipendenze Patologiche, i giovani del
territorio;
- sollecitare modalità informali di confronto e discussione con il mondo degli adulti e delle Istituzioni;
- promuovere momenti di formazione per gli operatori impegnati nell’azione educativa di strada;
- informare e formare i giovani contattati;
- fornire informazioni socio- sanitarie corrette ai giovani contattati;
- facilitare e promuovere momenti di aggregazione ed animazione finalizzati alla diffusione di informazioni
socio-sanitarie;
- Promuovere momenti di formazione per giovani maggiormente interessati ai percorsi di prevenzione;
- attivare percorsi di prevenzione secondaria;
- contattare ed agganciare precocemente casi di dipendenza patologica da alcool e/o droghe e cyber
dipendenza tra i giovani;
- promuovere interventi di” counseling” ed ascolto precoce;
- costituzione di laboratori educativi - ricreativi presso istituti scolastici dell’Ambito.
Le principali attività previste sono:
FASE PRELIMINARE
La formazione è un elemento fondamentale per le politiche di prevenzione e inclusione sociale.
Sarà rivolta agli operatori che costituiranno l’equipe di educativa di strada senza escludere una
potenziale formazione indirizzata agli adulti della rete (genitori, insegnanti, responsabili di
Istituzioni, Forze dell’ordine ecc…).
FASE DI COSTITUZIONE DELLA RETE
Si costituirà un gruppo congiunto pubblico-privato (ASL, Servizio Sociale professionale, terzo
settore) capace di coordinare, monitorare e supervisionare il lavoro da compiere in ordine alle
azioni di prevenzione e promozione.
Per di più le risorse ASL avranno funzione di formazione.
FASE DELLA MAPPATURA DEL TERRITORIO
Si provvederà alla mappatura topografica, demografica e relazionale, attraverso l’uso degli
strumenti relativi alla dimensione dei metodi e delle tecniche delle scienze sociali, in modo da
conoscere in termini precisi la rete territoriale sulla quale si intende intervenire.
FASE DI AGGANCIO ED ASCOLTO
Sarà realizzata dall’equipe di strada con l’utilizzo dell’Unità mobile di strada attrezzata in modo tale
da rappresentare la zona di accoglienza riservata all’ascolto.
FASE DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE
L’equipe di strada utilizzerà, provvederà alla distribuzione del materiale informativo prodotto dal
laboratorio del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’ASL di Brindisi. Questa fase sarà
supportata da giovani che avvicineranno l’equipe di strada e fidelizzeranno con le attività.
FASE COSTITUTIVA DEI LABORATORI
Le attività laboratoriali previste, saranno condotte da personale ASL e componenti delle equipes
di “Educativa di Strada”.
Si procederà con:
- costruzione dinamiche di gruppo e focus su temi, problematiche, aspettative
emersi nella fase delle dinamiche di gruppo;
- attuazione di un progetto su “Assertività e autostima”
- attuazione di un progetto di “ Espressività e modelli di comunicazione”
- redazione di materiali utili alle attività di informazione e sensibilizzazione ma anche di
documentazione; nuclei di discussione attraverso la definizione di bibliografie – filmografie mirate;
- utilizzo di due risorse, una di ogni equipes, per la prevenzione delle cyber dipendenze.
Le equipes nello specifico interverranno nei “non luoghi” frequentati dai ragazzi, soprattutto nei
periodi estivi e nelle località marine che presenteranno la maggiore incidenza rispetto al fenomeno
254
dipendenze. Inoltre le equipes si muoveranno presso le scuole presenti nell’ambito al fine di
sensibilizzare docenti e discenti e con l’obiettivo di agganciare eventuali casi rilevati di concerto
con le dirigenze scolastiche.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Figure laureate nel campo delle scienze sociali (psicologo, sociologo, educatore professionale, assistente
sociale) costituenti le due equipes di educativa di strada.
Due esperti informatici per l’elaborazione grafica dei prodotti laboratoriali.
Risorse ASL: medico, psicologo, assistente sociale, educatore.
255
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI FAMIGLIA
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
39
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI FAMIGLIA
Art. del r.r. 4/2007:
47-48-49-50
Importo totale programmato: € 881.597,00 (RISORSE COMUNALI)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
MINORI FUORI FAMIGLIA
N° medio annuo previsto di utenti:
30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con questo servizio ci si propone di sviluppare e implementare le soluzioni più idonee per l’accoglienza dei
minori fuori famiglia, ossia:
- Comunità familiare (art. 47 RR 4/2007)
- Comunità educativa (art. 48 RR 4/2007)
- Comunità di pronta accoglienza (art. 49 RR 4/2007)
- Comunità alloggio (art. 50 RR 4/2007)
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Servizio Sociale Professionale di Ambito.
Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito.
256
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
UFFICIO DI PIANO
Annualità:
2014
2015
AMBITO DI
MESAGNE
PROVINCIA DI
BRINDISI
2016
Informazioni generali
Ente titolare:
ambito
comune
Tipologia gestione:
ambito
comune
Obiettivi di servizio:
SI
NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
40
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio:
UFFICIO DI PIANO
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 99.078,00 (€ 20.360,64 FNPS - € 14.127,81 FGSA - € 61.489,55
RISORSE COMUNALI - € 3.100 RISORSE ASL)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare ________________________________________)
Tipologia di utenti:
INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE
N° medio annuo previsto di utenti:
Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’Ufficio di Piano, con sede presso il Comune di Mesagne, è costituito in riferimento alla Convenzione
tra Comuni per la gestione associata. E’ organo strumentale gestorio, tecnico-amministrativocontabile,
dei Comuni associati per la realizzazione del sistema integrato di welfare e persegue i seguenti obiettivi:
- coordinamento e gestione delle azioni necessarie alla realizzazione degli obiettivi strategici, definiti
nel Piano di Zona;
- supporto al raccordo tra gli attori sociali coinvolti nel sistema.
L’Ufficio di Piano, in particolare, presidierà le seguenti funzioni:
1. programmazione e progettazione;
2. gestione tecnica ed amministrativa;
3. gestione contabile e finanziaria;
L’ Ufficio di Piano avrà le seguenti competenze:
- predisposizione degli atti per l’organizzazione e l’affidamento dei servizi, e conseguente gestione
delle procedure individuate;
- predisposizione dei Protocolli d’Intesa e degli atti finalizzati a realizzare il coordinamento delle
azioni riferibili al Piano di Zona;
- predisposizione degli atti di programmazione per l’attuazione del Piano di Zona;
- direzione, sotto il profilo amministrativo, del Servizio Sociale Professionale di Ambito e del
Segretariato Sociale Professionale di Ambito, articolato in front-office municipali;
257
-
organizzazione, attraverso la rete del Segretariato Sociale di Ambito ed il Servizio Sociale
Professionale di Ambito, della raccolta delle informazioni e dei dati presso tutti i soggetti attuatori
dei servizi, al fine di realizzare il sistema di monitoraggio e valutazione;
predisposizione di tutti gli atti necessari all’assolvimento dell’obbligo di rendicontazione da parte del
Comune Capofila, custode e affidatario del fondo complessivo dell’Ambito;
elaborazione di proposte, indicazioni e suggerimenti diretti al Coordinamento Istituzionale, in tema
di iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori, di gestione ed eventuale rimodulazione
delle attività previste dal Piano di Zona.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Personale amministrativo e contabile distaccato dai Comuni dell’Ambito.
258
Indice
Introduzione ......................................................................................................................................... 0
Il Ciclo di vita del Piano Sociale di Zona ............................................................................................ 1
Il Percorso di Concertazione e di programmazione partecipata … …………………………………2
Capitolo I.............................................................................................................................................. 4
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI
SERVIZI .............................................................................................................................................. 4
1.1
DINAMICHE DEMOGRAFICHE ED EVOLUZIONE DELLA DOMANDA SOCIALE. 4
CELLINO SAN MARCO ..................................................................................................................... 113
ERCHIE ............................................................................................................................................. 114
LATIANO ........................................................................................................................................... 114
MESAGNE ......................................................................................................................................... 114
SAN DONACI.................................................................................................................................... 114
SAN PANCRAZIO SALENTINO ......................................................................................................... 115
SAN PIETRO VERNOTICO ................................................................................................................ 115
TORCHIAROLO ................................................................................................................................. 115
TORRE SANTA SUSANNA ................................................................................................................ 115
1.2 LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DI SERVIZI SOCIALI, SOCIOEDUCATIVI E SOCIO-SANITARI ........................................................................................... 123
A.
LA MAPPA DELLE STRUTTURE DEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATI AUTORIZZATI AL FUNZIONAMENTO
123
B.
I SERVIZI A TITOLARITÀ PUBBLICA E I SERVIZI PRIVATI CONVENZIONATI ................................... 130
C.
PUNTI DI FORZA E DI CRITICITA’ NELLA DOTAZIONE ATTUALE: MAGGIORE FABBISOGNI ....... 131
Capitolo II ........................................................................................................................................ 140
LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO ......................... 140
2.1 LA STRATEGIA DELL’AMBITO TERRITORIALE PER IL CONSOLIDAMENTO DEL
SISTEMA DI WELFARE LOCALE ........................................................................................... 140
A.
I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA E LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI................... 140
B.
IL SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’ E LA TUTELA DEI DIRITTI DEI MINORI .. 143
C.
LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA E IL CONTRASTO DELLE MARGINALITA’
SOCIALI ................................................................................................................................... 144
D.
I SERVIZI E GLI INTERVENTI PER LE POVERTA’ ESTREME E PER IL CONTRASTO
DELLE NUOVE POVERTA’ .................................................................................................... 145
E.
LA RETE DEI SERVIZI PER LA PRESA IN CARICO INTEGRATA DELLE NON
AUTOSUFFICIENZE .............................................................................................................. 147
F.
IL CONTRASTO DEL MALTRATTAMENTO E DELLA VIOLENZA ................................ 148
259
G.
LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE ..................................... 149
2.2 QUADRO SINOTTICO: OBIETTIVI DI SERVIZIO PER UN WELFARE
SOSTENIBILE ..................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
2.3 IL RACCORDO TRA LA PROGRAMMAZIONE ORDINARIA E LE RISORSE
AGGIUNTIVE ............................................................................................................................. 158
A.
LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC INFANZIA – I °
STRALCIO ............................................................................................................................... 158
B.
LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC ANZIANI– I °
STRALCIO ............................................................................................................................... 161
C.
LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL FONDO SVILUPPO E COESIONE – OBSERV
(DEL. CIPE N. 79/2012) ............................................................................................................ 162
D.
I BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE (AZIONI 3.3.1 – 3.3.2) ............................ 162
E.
I PROGETTI SPECIALI (INTESA FAMIGLIA, PIANI DEI TEMPI, ECC….) ............................... 164
Capitolo III ....................................................................................................................................... 167
PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA ......................................................................................... 167
3.1 La Composizione del Fondo Unico di Ambito ………………………………………………..167
3.1.1 Le Risorse Ordinarie (FNPS - FNA - FGSA) ……………………………………………168
3.1.2 Le Risorse aggiuntive (FSC - PAC) ………………………………………………………..168
3.1.3 Il Cofinanziamento con risorse proprie dei Comuni ………………………………………169
3.1.4 La spesa sociale totale dei Comuni………………………………………………………… 172
3.1.5 Attività di monitoraggio fisico e finanziario del P.d.Z. ……………………………………175
Capitolo IV ....................................................................................................................................... 181
GLI ATTORI DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE ............................................................... 181
4.1 LE SCELTE STRATEGICHE PER L’ASSETTO GESTIONALE ED ORGANIZZATIVO
DELL’AMBITO .......................................................................................................................... 181
4.2
LA GOVERNANCE PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE ................................. 183
CAPITOLO V .................................................................................................................................. 186
LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO...................................................................................... 186
5.1 LE SCHEDE DI PROGETTO PER POLITICHE DI INTERVENTO E OBIETTIVI DI
SERVIZIO ................................................................................................................................... 186
260