PIANO DI ZONA 2014 - 2016 ( 9 Mb)
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PIANO DI ZONA 2014 - 2016 ( 9 Mb)
COMUNI DI Mesagne – Latiano – Erchie – Torchiarolo – Cellino San Marco - San Pietro Vernotico – San Pancrazio Salentino – San Donaci – Torre Santa Susanna Asl Br Provincia di Brindisi 0 INTRODUZIONE Il presente Piano Sociale di Zona è stato redatto e articolato in osservanza del “Piano Regionale Politiche Sociali 2013-15” predisposto dalla Regione Puglia e approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 1534 del 02.08.2013 . Il Piano di Zona 2014-2016 predisposto dall’Ambito Territoriale n. 4 si pone in continuità con la programmazione precedente, ma sicuramente presenta alcune particolarità legate al particolare momento storico che sta attraversando il welfare, connotato da una profonda crisi economica che ha generato incisivi effetti negativi sulla quotidianità delle famiglie. Inoltre le politiche di risanamento poste in essere dal Governo hanno imposto forti tagli ai trasferimenti dello Stato che hanno depauperato la spesa sociale del nostro Paese. Per superare le evidenti criticità che caratterizzano questo particolare periodo storico, questo Ambito ha inteso, strategicamente e con maggiore forza rispetto al precedente piano, operare la programmazione sociale, in stretta sinergia e partecipazione con i vari attori istituzionali e sociali interessati alla costruzione del Piano di Zona, in un ottica di concertazione dei vari interessi per la stesura di un Piano di Zona condiviso. IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA. DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE . La promozione di un quadro di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali e i soggetti sociali è condizione necessaria per lo sviluppo di un welfare delle responsabilità fondato sull’esercizio dei diritti/doveri di solidarietà sociale. Una sorta di Patto sociale tra cittadini e istituzioni finalizzato a produrre autonomia dei soggetti e a generare la responsabilità degli attori. Gli attori del nuovo welfare plurale sono: - i diversi soggetti istituzionali (Comuni, Provincia, ASL) che promuovono, realizzano e valutano le politiche sociali; - le comunità locali (famiglie, organizzazioni di cittadinanza attiva, gruppo di auto-mutuo aiuto, singoli cittadini) che sono i soggetti attivi del nuovo welfare delle responsabilità condivise; - i soggetti del Terzo Settore (Onlus, cooperative sociali, volontariato, associazioni di promozione sociale, fondazioni, enti di patronato) che concorrono alla programmazione, all’organizzazione e alla gestione del sistema integrato; - le OO.SS. e le associazioni di tutela degli utenti, che partecipano a formulare gli obiettivi di ben-essere sociale e a valutarne il raggiungimento. In questo contesto la cabina di regia del Piano è affidata ai Comuni che hanno la responsabilità di adottare uno stile di governo non tanto di governement (gestione amministrativa di adempimenti e atti formalmente rilevanti secondo lo schema dei decisori centrali), quanto piuttosto quello della governance (regia e coordinamento di una pluralità di gruppi e istituzioni interdipendenti secondo lo schema degli attori locali). 1 Agire in una logica di governance ha voluto dire acquisire una metodologia concertativa finalizzata ad un processo condiviso di costruzione collettiva del Piano. Un Piano partecipato e negoziato. Le fasi di costruzione del Piano sono state le seguenti: - realizzazione da parte dell’Ufficio di Piano della base conoscitiva sui bisogni emergenti e sull’attuale offerta dei servizi e interventi; - incontri dei tavoli di concertazione d’ambito; - incontri dei tavoli di co-progettazione per area tematica (minori, famiglie, disabili, anziani, immigrati, salute mentale, dipendenze, contrasto alla violenza, contrasto alla povertà, disagio adulti); - confronto delle proposte dell’Ufficio di Piano con il Coordinamento Istituzionale; - analisi da parte dell’Ufficio di Piano delle indicazioni emerse dai tavoli di concertazione e di co-progettazione per area tematica, con conseguente individuazione delle priorità sociali, degli obiettivi strategici e delle risorse da investire per area tematica e per progetto; - stesura conclusiva del Piano di Zona redatto dall’Ufficio di Piano; - approvazione da parte dei Consigli Comunali della Convenzione. IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA Questo Ambito ha dato inizio ad una approfondita fase di concertazione svoltasi mediante una fase informativa mediante l’affissione di Avviso Pubblico rivolto a tutti gli attori sociali e con l’invito ad enti, istituzioni pubbliche, terzo settore, alla formalizzazione della loro adesione ai tavoli di concertazione e co – progettazione. A questo è seguita la costituzione dei tavoli tematici distinti per area , nell’ambito dei quali sono stati illustrati i risultati del precedente piano di zona, le novità introdotte dal nuovo Piano di Zona , invitando gli stessi a formulare le loro proposte da prendere in considerazione nella stesura del Piano. La partecipazione è stata particolarmente sentita , come evidenziato anche dai verbali e dagli atti allegati al presente Piano, infatti molti sono stati gli interventi degli attori sociali e molte le richieste di partecipazione ai tavoli tematici che sono state approvate ed inserite nella programmazione. Contemporaneamente si sono svolti gli incontri con il Direttore del distretto Asl per i servizi ad integrazione socio sanitaria . Pertanto al termine della fase del percorso partecipato finalizzato alla delineazione del Piano sociale di zona l’obiettivo che i gruppi di lavoro si erano prefissati è stato raggiunto attraverso il comune impegno e la volontà partecipata che hanno portato alcuni alla sottoscrizione dei Patti di collaborazione . Come per il precedente Piano, anche questo Piano di Zona è stato articolato per obiettivi di Servizi, ossia tramite la predisposizione di interventi che hanno quale obiettivo la qualità della vita, dell’inclusione sociale e di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, nella articolazione di una rete di servizi domiciliari e a ciclo diurno, alternative alla istituzionalizzazione connesse soprattutto alle non autosufficienze. Un’altra particolarità che caratterizza questo ciclo di programmazione è che il nuovo piano di zona avrà il compito di ricongiungere le diverse fonti di finanziamento nazionali, regionali , ordinarie ed aggiuntive , intorno ad un quadro unico di priorità strategiche e obiettivi di servizio , assicurando la 2 continuità rispetto agli indirizzi del precedente triennio ed il consolidamento dei servizi e degli interventi già avviati. Infatti per il nuovo triennio di programmazione il quadro finanziario sarà composto dal FNPS, FNA e FGSA di competenza 2013 , corrisposte annualmente su di un Piano di Zona che ha invece una programmazione triennale . Il Piano di Zona si alimenta anche delle risorse straordinarie ed aggiuntive di cui al Fondo Sviluppo e Coesione ( FSC) – Ob. Serv. Di cui alla delibera Cipe n. 79 del 2012 e quelle del Piano di Azione e Coesione ( PAC ) – servizi di cura – Infanzia e Anziani non autosufficienti . A queste si aggiungono le risorse proprie dei comuni e delle ASL per il cofinanziamento diretto dei servizi. Le fasi del processo di partecipazione, nelle quali la governance si riempie di contenuti sono state individuate nella: • Programmazione; • Progettazione; • Valutazione; Nella fase della programmazione si è provveduto a pubblicare sul sito di ogni comune anche nella sezione dedicata dell’Ambito la manifestazione di interesse alla progettazione partecipata invitando le organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale , iscritte nei relativi albi regionali, le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, Istituzioni pubbliche (Centri di Servizio Sociale per Minori e Adulti del Ministero di Grazia e Giustizia, le Scuole, le Parrocchie, Oratori e altri Enti ecclesiastici riconosciuti, le OO. SS. ed Enti di Patronato dei territori interessati dall’ambito . Si è proceduto così ad istituire tavoli di concertazione, con la relativa distinzione per aree tematiche così individuate: Area socio sanitaria Area socio assistenziale Area socio educativa Come suggerito dal Piano Regionale Politiche Sociali 2013/2015 il tavolo di concertazione con tutte le organizzazioni del Terzo Settore è stato tenuto distinto dal tavolo di concertazione delle organizzazioni sindacali con le quali si sono realizzati ulteriori incontri distinti , partendo anche dalle criticità e dalla difficoltà che questo Ambito sta affrontando per l’annualità 2013. Novità assoluta del Piano di Zona di questa triennalità è la capacità attribuita a ciascun soggetto del Terzo Settore e della cittadinanza attiva partecipante di sottoscrivere un “ Patto di Collaborazione “ che regoli i rapporti di collaborazione per tutta la durata del Piano di zona, attribuendo a tali soggetti una attività di monitoraggio, verifica e valutazione degli interventi realizzati ed in itinere e della loro efficacia. L’obiettivo che questa triennalità di Piano Sociale di Zona deve porsi e raggiungere, consiste nell’acquisire la consapevolezza che la gestione associata rappresenta l’unica forma idonea per garantire l’offerta sociale , in quanto la progettazione sovra comunale consente un ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse che diventano sempre più esigue con i vari tagli ai trasferimenti statali e di assicurare servizi di qualità e pari opportunità ai cittadini, superando la frammentazione dei servizi e degli interventi sul territorio di ogni singolo comune. 3 Capitolo I ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI 1.1 DINAMICHE DEMOGRAFICHE DOMANDA SOCIALE ED EVOLUZIONE DELLA Il nuovo Piano Sociale di Zona interviene in un contesto notevolmente cambiato rispetto a quello analizzato circa quattro anni fa. Nonostante le difficoltà che in questo quadriennio tutti gli attori sociali hanno riscontrato, i risultati conseguiti possono essere considerati soddisfacenti ed è a partire da questa considerazione che ci accingiamo a ripensare il nuovo Piano. L’obiettivo di realizzare un sistema unitario di servizi locali ha richiesto un notevole impegno da parte degli Amministratori e dei tecnici, in quanto si è trattato di superare schemi particolaristici che in alcuni casi hanno determinato incomprensioni interne tali da rallentare il ritmo dei lavori. Improntare i rapporti ad un clima di leale collaborazione, superando anche interessi localistici, oltre a comprendere quanto il comportamento di ognuno dei soggetti in causa possa determinare e condizionare il comportamento altrui, è un processo lento e complesso. La piena integrazione e cooperazione istituzionale è infatti alla base della gestione associata. In questi anni, il contesto normativo regionale è stato profondamente innovato rispetto al precedente: in particolare, la Legge 19/06 e il regolamento regionale 4/07 hanno contribuito alla definizione di un sistema di regole certe alle quali ogni Ambito dovrà fare riferimento e che rappresentano la cornice ideale entro la quale è possibile elevare il grado di qualità dei servizi attraverso un formale riconoscimento dell’offerta pubblica e privata presente sul territorio. I nuovi standard strutturali, organizzativi e funzionali, un sistema autorizzatorio per strutture e servizi non più eludibile per garantire la sicurezza dei cittadini, la definizione di regole certe per i rapporti fra Comuni e soggetti gestori, consentono oggi un’organizzazione più trasparente e qualificata della rete dei servizi. L’istituzione dell’Osservatorio Regionale delle Politiche Sociali e degli Osservatori provinciali e locali ha favorito la conoscenza di un sistema che fino ad oggi era dotato di una mappatura insufficiente, sporadica e scarsamente attendibile: i flussi informativi aggiornati annualmente, relativi alle diverse tipologie di strutture, l’aggiornamento dei dati socio-demografici, la rilevazione dei minori fuori famiglia, il monitoraggio della spesa sociale, hanno dotato gli ambiti di un giacimento informativo utile ad acquisire una sempre maggiore conoscenza dell’offerta di servizi e dell’evoluzione dei bisogni. Per tutte queste ragioni il nuovo Piano Sociale, individuate le priorità strategiche, deve tendere ad innescare un processo di miglioramento continuo in grado di perseguire obiettivi di servizio sempre più efficaci e rispondenti ai reali bisogni della popolazione, e deve mirare a: promuovere la collaborazione e l’integrazione delle politiche in favore di persone e famiglie; raccordare le sue azioni con quelle di altri enti locali, della Regione e degli altri soggetti pubblici che operano nello stesso territorio; organizzare e predisporre la pianificazione sociale territoriale; individuare i servizi essenziali che devono essere garantiti nel territorio. 4 Questo Terzo Piano di Zona si pone in sintonia con la programmazione del precedente triennio 2010/2012 e con la prosecuzione delle attività garantita dai Comuni dell’Ambito per l’anno 2013, al fine di assicurare la continuità, il consolidamento e il potenziamento dei servizi già offerti alla popolazione residente dell’Ambito Territoriale n. 4. E’ appena il caso di ribadire che questo Piano Sociale, purtroppo alquanto carente di risorse economiche rispetto agli anni precedenti, è comunque più innovativo per ciò che attiene all’implementazione dei servizi. Per una più dettagliata e puntuale lettura dei bisogni dell’utenza non si può prescindere da un esame delle caratteristiche demografiche del territorio e socio-anagrafiche della popolazione residente. L’Ambito Territoriale n. 4 resta sempre composto da nove Comuni: Mesagne (capofila), Latiano, Erchie, Cellino San Marco, San Donaci, Torre Santa Susanna, Torchiarolo, San Pietro Vernotico, San Pancrazio Salentino, territori tutti posti a sud est della Provincia di Brindisi e caratterizzati da una tradizione di ispirazione agricola con pochi poli di raggruppamenti commerciali. L’evoluzione demografica della popolazione dell’Ambito Territoriale n. 4 viene rilevata dalla lettura che segue, con riferimento agli ultimi dati del censimento della popolazione (20/10/2011): COMUNI Cellino S.M. Erchie Latiano Mesagne San Donaci S. Pancrazio S. S. Pietro V.co Torchiarolo Torre S. S. Totale A S L BR BR BR BR BR BR BR BR BR Superficie In Kmq Popolazione Residente ISTAT 2011 Popolazione 0- 9 anni ISTAT 2011 Popolazione 10-19 anni ISTAT 2011 Popolazione 20-59 anni ISTAT 2011 Popolazione 60 – 79 anni ISTAT 2011 Popolazione 80 anni e oltre ISTAT 2011 Nuclei familiari residenti ISTAT 2011 Nuclei familiari con 6 compone nti o più ISTAT 2011 37,46 44,07 54,78 122,64 34,21 55,93 46,08 32,18 55,07 482,32 6.799 8.772 15.045 27.753 6.869 10.289 13.974 5.461 10.703 105.665 590 778 1.283 2.304 553 828 1.180 525 982 9.023 646 1.119 1.655 2.669 703 1.131 1.379 580 1.172 11.054 3.545 4.872 8.111 15.048 3.561 5.516 7.139 2.946 6.042 56.780 1.562 1.595 3.133 6.038 1.586 2.245 3.305 1.116 1.949 22.529 456 408 863 1.694 466 569 971 294 558 6.279 2.672 3.105 5.462 10.958 2.651 3.726 5.758 1.921 3.917 40.192 30 89 31 126 40 48 60 10 61 495 Rispetto alle caratteristiche strutturali della popolazione dell'Ambito (105.623 abitanti), i nuclei familiari registrati sono 40.192, con un numero medio di componenti pari a 2,6. Da un confronto dei dati relativi al sesso della popolazione residente nell’Ambito, si può evincere che al crescere dell’età la popolazione femminile prevale su quella maschile, in particolar modo nelle fasce di età più elevate: questo dato dovrà essere correlato successivamente al fenomeno degli anziani soli e a quanto questa condizione di isolamento riguardi in modo prevalente le donne. Entrando nel dettaglio dei singoli Comuni, osserviamo caratteristiche demografiche e socioanagrafiche che denotano una sostanziale uniformità del territorio in esame. 5 COMUNE DI CELLINO SAN MARCO Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 1 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a Cellino San Marco al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 6.799 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 6.732. Si è, dunque, verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 67 unità (+1,00%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 2 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 6.818 - - - - 2002 31 dicembre 6.787 -31 -0,45% - - 2003 31 dicembre 6.783 -4 -0,06% 2.357 2,88 2004 31 dicembre 6.804 +21 +0,31% 2.541 2,68 2005 31 dicembre 6.799 -5 -0,07% 2.583 2,63 2006 31 dicembre 6.782 -17 -0,25% 2.587 2,62 2007 31 dicembre 6.772 -10 -0,15% 2.590 2,61 2008 31 dicembre 6.756 -16 -0,24% 2.614 2,58 2009 31 dicembre 6.753 -3 -0,04% 2.659 2,54 2010 31 dicembre 6.755 +2 +0,03% 2.666 2,53 2011 (¹) 8 ottobre 6.732 -23 -0,34% 2.672 2,52 2011 (²) 9 ottobre 6.799 +67 +1,00% - - 2011 31 dicembre 6.794 -5 -0,07% 2.672 2,54 2012 31 dicembre 6.779 -15 -0,22% 2.693 2,52 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. 1 2 Elaborazione www.tuttitalia.it. Id. 6 Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 3 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Cellino San Marco nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 4 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)5: Iscritti Anno 1 gen-31 dic 3 4 5 DA altri comuni DA estero Cancellati per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero Saldo migratorio totale Id. Id. Id. 7 2002 77 13 0 122 1 0 +12 -33 2003 94 32 0 109 2 0 +30 +15 2004 126 24 1 120 6 0 +18 +25 2005 105 14 0 122 5 0 +9 -8 2006 102 15 0 109 14 0 +1 -6 2007 99 33 0 113 4 0 +29 +15 2008 104 18 0 132 2 0 +16 -12 2009 101 10 1 112 13 2 -3 -15 2010 102 16 1 109 6 1 +10 +3 2011 (¹) 88 13 0 101 3 4 +10 -7 2011 (²) 36 5 1 25 1 12 +4 +4 2011 (³) 124 18 1 126 4 16 +14 -3 2012 126 15 0 136 2 4 +13 -1 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo negli ultimi tre anni: Movimento naturale della popolazione 6 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)7: 6 Id. 7 Id. 8 Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 71 69 +2 2003 1 gennaio-31 dicembre 50 69 -19 2004 1 gennaio-31 dicembre 57 61 -4 2005 1 gennaio-31 dicembre 62 59 +3 2006 1 gennaio-31 dicembre 58 69 -11 2007 1 gennaio-31 dicembre 53 78 -25 2008 1 gennaio-31 dicembre 60 64 -4 2009 1 gennaio-31 dicembre 69 57 +12 2010 1 gennaio-31 dicembre 62 63 -1 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 36 52 -16 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 9 18 -9 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 45 70 -25 2012 1 gennaio-31 dicembre 68 82 -14 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Cellino San Marco per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)8: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 9 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 8 Id. 9 Età 9 Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e Maschi Femmine 0-4 279 0 0 0 149 53,4% 130 46,6% 279 4,1% 5-9 306 0 0 0 155 50,7% 151 49,3% 306 4,5% 10-14 300 0 0 0 154 51,3% 146 48,7% 300 4,4% 15-19 340 0 0 0 182 53,5% 158 46,5% 340 5,0% 20-24 392 20 0 1 201 48,7% 212 51,3% 413 6,1% 25-29 310 94 1 1 208 51,2% 198 48,8% 406 6,0% 30-34 229 203 2 5 214 48,7% 225 51,3% 439 6,5% 35-39 156 308 5 4 237 50,1% 236 49,9% 473 7,0% 40-44 83 367 4 23 238 49,9% 239 50,1% 477 7,0% 45-49 65 385 6 19 220 46,3% 255 53,7% 475 7,0% 50-54 40 389 16 18 210 45,4% 253 54,6% 463 6,8% 55-59 39 347 18 11 189 45,5% 226 54,5% 415 6,1% 60-64 20 417 34 6 222 46,5% 255 53,5% 477 7,0% % Totale % % Id. 10 65-69 14 316 51 10 175 44,8% 216 55,2% 391 5,8% 70-74 13 300 69 7 184 47,3% 205 52,7% 389 5,7% 75-79 14 186 87 5 128 43,8% 164 56,2% 292 4,3% 80-84 11 122 132 3 100 37,3% 168 62,7% 268 3,9% 85-89 10 35 89 1 37 27,4% 98 72,6% 135 2,0% 90-94 3 9 29 0 17 41,5% 24 58,5% 41 0,6% 95-99 1 1 9 0 4 36,4% 7 63,6% 11 0,2% 100+ 0 0 4 0 0 0,0% 4 100,0% 4 0,1% 2.625 3.499 556 114 3.224 47,5% 3.570 52,5% 6.794 Totale I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: Popolazione per età scolastica 10 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)11: 10 Id. 11 Id. 11 Età Maschi Femmine Totale 0 22 22 44 1 32 24 56 2 35 35 70 3 28 25 53 4 32 24 56 5 28 32 60 6 37 29 66 7 28 31 59 8 30 25 55 9 32 34 66 10 29 35 64 11 30 36 66 12 32 19 51 13 36 28 64 14 27 28 55 15 23 28 51 16 41 30 71 17 35 35 70 18 40 31 71 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un aumento di quasi 4 punti percentuali della popolazione anziana e una contestuale diminuzione di 2 punti percentuali delle fasce giovani e adulti: Struttura per età della popolazione 12 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 12 Id. 12 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)13: Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 1.020 4.512 1.286 6.818 40,9 2003 1.012 4.483 1.292 6.787 41,1 2004 1.002 4.444 1.337 6.783 41,6 2005 963 4.465 1.376 6.804 41,9 2006 935 4.450 1.414 6.799 42,3 2007 930 4.427 1.425 6.782 42,6 2008 903 4.428 1.441 6.772 42,9 2009 907 4.399 1.450 6.756 43,1 2010 893 4.388 1.472 6.753 43,5 2011 884 4.381 1.490 6.755 43,7 2012 885 4.378 1.531 6.794 44,0 Gli indici demografici sono estremamente interessanti per l’analisi sociale del territorio. A questo scopo, i dati che solitamente vengono presi in considerazione sono: - l’indice di vecchiaia: rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione ed è il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni e il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2012 l'indice di vecchiaia per il comune di Cellino San Marco dice che ci sono 173 anziani ogni 100 giovani; - l’indice di dipendenza strutturale: rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, nel 2012 Cellino San Marco presenta 55,2 individui in età non lavorativa ogni 100 abitanti in età lavorativa; 13 Id. 13 - - l’indice di ricambio della popolazione attiva: rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione alle soglie della pensione (55-64 anni) e quella in procinto di entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Nel 2012 Cellino San Marco presenta un indice di ricambio pari a 140,3, denotando una popolazione in età lavorativa molto anziana; l’indice di struttura della popolazione attiva: rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa essendo il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni); il carico di figli per donna feconda: è il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni e il numero di donne in età feconda (15-49 anni), e stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici; l’indice di natalità: rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti; l’indice di mortalità: rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti; l’età media della popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 126,1 51,1 98,8 90,1 25,5 10,4 10,1 2003 127,7 51,4 108,6 91,8 23,5 7,4 10,2 2004 133,4 52,6 106,2 93,7 22,8 8,4 9,0 2005 142,9 52,4 93,5 94,7 24,7 9,1 8,7 2006 151,2 52,8 90,6 96,6 24,7 8,5 10,2 2007 153,2 53,2 100,7 100,0 25,4 7,8 11,5 2008 159,6 52,9 104,4 102,3 26,1 8,9 9,5 2009 159,9 53,6 114,3 105,5 26,1 10,2 8,4 2010 164,8 53,9 131,0 107,2 24,2 9,2 9,3 2011 168,6 54,2 136,6 109,9 23,8 6,6 10,3 2012 173,0 55,2 140,3 111,4 22,3 10,0 12,1 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Cellino San Marco dal 2004 al 2011: Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 14 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 14 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 51 e rappresentano lo 0,8% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una larga prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 64,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 14 EUROPA Area Maschi Femmine Totale Romania % Unione Europea 8 25 33 64,71% Albania Europa centro orientale 2 3 5 9,80% Germania Unione Europea 0 2 2 3,92% Austria Unione Europea 1 1 2 3,92% Bosnia-Erzegovina Europa centro orientale 0 1 1 1,96% Svizzera Altri paesi europei 1 0 1 1,96% Paesi Bassi Unione Europea 0 1 1 1,96% Id. 15 Grecia Unione Europea 0 1 1 1,96% Regno Unito Unione Europea 0 1 1 1,96% 12 35 47 92,16% Maschi Femmine Totale Totale Europa ASIA Area India Asia centro meridionale 1 0 1 1,96% Filippine Asia orientale 0 1 1 1,96% 1 1 2 3,92% Maschi Femmine Totale 1 0 1 1,96% 1 0 1 1,96% Maschi Femmine Totale Totale Asia AFRICA Area Marocco Africa settentrionale Totale Africa % % AMERICA Area % Cuba America centro meridionale 0 1 1 1,96% Totale America 0 1 1 1,96% Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 15 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 15 Id. 16 Età Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 0 2 2 3,9% 5-9 2 2 4 7,8% 10-14 1 0 1 2,0% 15-19 2 0 2 3,9% 20-24 1 7 8 15,7% 25-29 2 2 4 7,8% 30-34 1 4 5 9,8% 35-39 1 3 4 7,8% 40-44 1 10 11 21,6% 45-49 2 1 3 5,9% 50-54 0 4 4 7,8% 55-59 0 2 2 3,9% 60-64 0 0 0 0,0% 65-69 0 0 0 0,0% 70-74 0 0 0 0,0% 75-79 0 0 0 0,0% 80-84 1 0 1 2,0% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 14 37 51 100% Totale 17 COMUNE DI ERCHIE Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 16 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a Cellino San Marco al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 8.772 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 8.907. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 135 unità (-1,52%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 17 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 8.745 - - - - 2002 31 dicembre 8.759 +14 +0,16% - - 2003 31 dicembre 8.760 +1 +0,01% 2.921 3,00 2004 31 dicembre 8.838 +78 +0,89% 2.952 2,99 2005 31 dicembre 8.989 +151 +1,71% 2.992 3,00 2006 31 dicembre 8.986 -3 -0,03% 3.012 2,98 2007 31 dicembre 8.996 +10 +0,11% 3.027 2,97 2008 31 dicembre 8.995 -1 -0,01% 3.054 2,94 2009 31 dicembre 9.011 +16 +0,18% 3.077 2,93 2010 31 dicembre 8.947 -64 -0,71% 3.093 2,89 2011 (¹) 8 ottobre 8.907 -40 -0,45% 3.105 2,87 2011 (²) 9 ottobre 8.772 -135 -1,52% - - 2011 31 dicembre 8.796 +24 +0,27% 3.095 2,84 2012 31 dicembre 8.837 +41 +0,47% 3.104 2,85 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. 16 17 Id. Id. 18 Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 18 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Erchie nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 19 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)20: 18 19 20 Id. Id. Id. 19 Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 80 26 0 101 14 0 +12 -9 2003 74 28 0 98 23 0 +5 -19 2004 71 42 26 83 18 0 +24 +38 2005 97 34 84 88 9 2 +25 +116 2006 103 20 11 103 22 0 -2 +9 2007 68 34 1 101 7 0 +27 -5 2008 95 22 2 107 16 4 +6 -8 2009 87 19 0 96 9 0 +10 +1 2010 79 10 0 133 7 2 +3 -53 2011 (¹) 47 14 0 67 19 1 -5 -26 2011 (²) 20 2 23 21 2 0 0 +22 2011 (³) 67 16 23 88 21 1 -5 -4 2012 97 20 34 106 9 3 +11 +33 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare positivo a partire da metà 2011: Movimento naturale della popolazione 21 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno 21 Id. 20 La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)22: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 84 61 +23 2003 1 gennaio-31 dicembre 85 65 +20 2004 1 gennaio-31 dicembre 98 58 +40 2005 1 gennaio-31 dicembre 91 56 +35 2006 1 gennaio-31 dicembre 72 84 -12 2007 1 gennaio-31 dicembre 76 61 +15 2008 1 gennaio-31 dicembre 72 65 +7 2009 1 gennaio-31 dicembre 80 65 +15 2010 1 gennaio-31 dicembre 50 61 -11 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 47 61 -14 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 17 15 +2 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 64 76 -12 2012 1 gennaio-31 dicembre 80 72 +8 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Erchie per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)23: 22 23 Id. Id. 21 Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 24 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 24 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 342 0 0 0 173 50,6% 169 49,4% 342 3,9% 5-9 435 0 0 0 212 48,7% 223 51,3% 435 4,9% 10-14 495 0 0 0 247 49,9% 248 50,1% 495 5,6% 15-19 603 0 0 0 308 51,1% 295 48,9% 603 6,9% 20-24 629 26 0 0 322 49,2% 333 50,8% 655 7,4% 25-29 434 155 0 0 291 49,4% 298 50,6% 589 6,7% 30-34 258 308 1 1 275 48,4% 293 51,6% 568 6,5% 35-39 172 449 6 7 322 50,8% 312 49,2% 634 7,2% 40-44 109 484 3 9 285 47,1% 320 52,9% 605 6,9% 45-49 67 605 10 3 352 51,4% 333 48,6% 685 7,8% 50-54 53 517 9 9 318 54,1% 270 45,9% 588 6,7% % % % Id. 22 55-59 40 471 33 4 273 49,8% 275 50,2% 548 6,2% 60-64 33 439 30 1 235 46,7% 268 53,3% 503 5,7% 65-69 32 335 47 5 183 43,7% 236 56,3% 419 4,8% 70-74 17 291 75 0 193 50,4% 190 49,6% 383 4,4% 75-79 22 202 107 1 137 41,3% 195 58,7% 332 3,8% 80-84 11 117 109 1 87 36,6% 151 63,4% 238 2,7% 85-89 6 40 81 0 41 32,3% 86 67,7% 127 1,4% 90-94 3 9 28 0 11 27,5% 29 72,5% 40 0,5% 95-99 1 0 6 0 1 14,3% 6 85,7% 7 0,1% 100+ 0 0 0 0 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 3.762 4.448 545 41 4.266 48,5% 4.530 51,5% 8.796 Totale I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: Popolazione per età scolastica 25 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)26: 25 Id. 23 Età Maschi Femmine Totale 0 35 33 68 1 29 19 48 2 44 33 77 3 29 45 74 4 36 39 75 5 41 34 75 6 38 46 84 7 44 59 103 8 47 44 91 9 42 40 82 10 32 53 85 11 51 54 105 12 59 38 97 13 41 51 92 14 64 52 116 15 50 56 106 16 53 57 110 17 80 56 136 18 60 59 119 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un aumento di 3,5 punti percentuali della popolazione anziana e di 2,3 punti della fascia adulti, mentre la fascia giovani si è notevolmente ridotta con una variazione negativa pari a 5,6 punti percentuali: 26 Id. 24 Struttura per età della popolazione 27 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)28: Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 1.761 5.749 1.235 8.745 36,6 2003 1.708 5.778 1.273 8.759 37,0 2004 1.646 5.809 1.305 8.760 37,4 2005 1.612 5.877 1.349 8.838 37,7 2006 1.603 5.985 1.401 8.989 37,9 2007 1.569 5.955 1.462 8.986 38,6 2008 1.514 6.025 1.457 8.996 38,8 2009 1.476 6.009 1.510 8.995 39,3 2010 1.412 6.073 1.526 9.011 39,8 2011 1.332 6.043 1.572 8.947 40,4 2012 1.272 5.978 1.546 8.796 40,8 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di Erchie denotano, rispetto alla media provinciale, valori più bassi per l’indice di vecchiaia (nonostante un costante incremento di quest’ultimo nel periodo considerato) e per gli indici di ricambio e di struttura della popolazione attiva, mentre valori leggermente superiori alla media provinciale si registrano per l’indice di carico di figli e per l’indice di natalità: 27 Id. 28 Id. 25 Anno Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 70,1 52,1 66,7 75,8 29,1 9,6 7,0 2003 74,5 51,6 68,3 77,1 29,1 9,7 7,4 2004 79,3 50,8 67,4 79,5 29,2 11,1 6,6 2005 83,7 50,4 63,1 82,3 29,5 10,2 6,3 2006 87,4 50,2 56,2 83,8 30,9 8,0 9,3 2007 93,2 50,9 59,1 85,7 30,7 8,5 6,8 2008 96,2 49,3 59,0 88,4 30,5 8,0 7,2 2009 102,3 49,7 63,5 88,7 29,4 8,9 7,2 2010 108,1 48,4 70,7 91,8 28,7 5,6 6,8 2011 118,0 48,1 77,7 93,1 27,9 7,2 8,6 2012 121,5 47,1 83,4 96,1 27,6 9,1 8,2 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Erchie dal 2004 al 2011: Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 29 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 35 e rappresentano lo 0,4% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una larga prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 45,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio: 29 Id. 26 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): EUROPA Area Maschi Femmine Totale Romania Unione Europea 4 12 16 45,71% Germania Unione Europea 1 3 4 11,43% Federazione Russa Europa centro orientale 0 2 2 5,71% Albania Europa centro orientale 0 1 1 2,86% Paesi Bassi Unione Europea 0 1 1 2,86% Francia Unione Europea 1 0 1 2,86% Bulgaria Unione Europea 0 1 1 2,86% 6 20 26 74,29% Maschi Femmine Totale Totale Europa % AFRICA Area Senegal Africa occidentale 3 0 3 8,57% Marocco Africa settentrionale 1 0 1 2,86% 4 0 4 11,43% Totale Africa ASIA Area Repubblica Popolare Cinese India % Maschi Femmine Totale Asia orientale 1 1 2 5,71% Asia centro meridionale 1 0 1 2,86% 2 1 3 8,57% Maschi Femmine Totale Totale Asia % AMERICA Area Cuba America centro meridionale 0 1 1 2,86% Brasile America centro meridionale 0 1 1 2,86% 0 2 2 5,71% Totale America % 27 Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 30 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età 30 Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 0 0 0 0,0% 5-9 0 0 0 0,0% 10-14 1 0 1 2,9% 15-19 1 0 1 2,9% 20-24 2 2 4 11,4% 25-29 0 3 3 8,6% 30-34 2 3 5 14,3% 35-39 0 3 3 8,6% 40-44 2 5 7 20,0% 45-49 2 0 2 5,7% 50-54 1 4 5 14,3% Id. 28 55-59 1 3 4 11,4% 60-64 0 0 0 0,0% 65-69 0 0 0 0,0% 70-74 0 0 0 0,0% 75-79 0 0 0 0,0% 80-84 0 0 0 0,0% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 12 23 35 100% Totale COMUNE DI LATIANO Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 31 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a Latiano al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 15.045 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 14.907. Si è, dunque, verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 138 unità (+0,93%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. 31 Id. 29 Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 32 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 15.369 - - - - 2002 31 dicembre 15.340 -29 -0,19% - - 2003 31 dicembre 15.282 -58 -0,38% 5.355 2,85 2004 31 dicembre 15.260 -22 -0,14% 5.359 2,84 2005 31 dicembre 15.208 -52 -0,34% 5.370 2,83 2006 31 dicembre 15.144 -64 -0,42% 5.403 2,80 2007 31 dicembre 15.106 -38 -0,25% 5.407 2,79 2008 31 dicembre 15.072 -34 -0,23% 5.431 2,77 2009 31 dicembre 15.052 -20 -0,13% 5.460 2,75 2010 31 dicembre 15.020 -32 -0,21% 5.485 2,73 2011 (¹) 8 ottobre 14.907 -113 -0,75% 5.415 2,75 2011 (²) 9 ottobre 15.045 +138 +0,93% - - 2011 31 dicembre 15.026 -19 -0,13% 5.710 2,63 2012 31 dicembre 14.919 -107 -0,71% 5.725 2,60 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 33 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento 32 33 Id. Id. 30 Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Latiano nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 34 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)35: Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 132 20 0 176 3 0 +17 -27 2003 131 62 0 217 18 0 +44 -42 2004 127 33 1 204 11 0 +22 -54 2005 123 30 1 201 2 0 +28 -49 2006 131 24 3 179 25 1 -1 -47 2007 144 68 1 215 11 1 +57 -14 2008 106 55 2 162 6 0 +49 -5 2009 142 38 5 199 5 0 +33 -19 2010 146 33 0 189 4 0 +29 -14 2011 (¹) 87 17 0 165 6 1 +11 -68 2011 (²) 37 8 2 37 4 9 +4 -3 2011 (³) 124 25 2 202 10 10 +15 -71 2012 145 17 2 224 2 1 +15 -63 Anno 1 gen-31 dic 34 Id. 35 Id. Cancellati Saldo migratorio totale 31 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2009: Movimento naturale della popolazione 36 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)37: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 137 139 -2 2003 1 gennaio-31 dicembre 132 148 -16 2004 1 gennaio-31 dicembre 145 113 +32 2005 1 gennaio-31 dicembre 136 139 -3 2006 1 gennaio-31 dicembre 125 142 -17 2007 1 gennaio-31 dicembre 117 141 -24 2008 1 gennaio-31 dicembre 118 147 -29 2009 1 gennaio-31 dicembre 151 152 -1 2010 1 gennaio-31 dicembre 137 155 -18 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 81 126 -45 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 21 37 -16 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 102 163 -61 2012 1 gennaio-31 dicembre 117 161 -44 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) 36 Id. 37 Id. 32 (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Latiano per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)38: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 39 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 38 39 Id. Id. 33 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 615 0 0 0 307 49,9% 308 50,1% 615 4,1% 5-9 654 0 0 0 342 52,3% 312 47,7% 654 4,4% 10-14 768 0 0 0 384 50,0% 384 50,0% 768 5,1% 15-19 886 2 0 0 474 53,4% 414 46,6% 888 5,9% 20-24 840 52 0 0 452 50,7% 440 49,3% 892 5,9% 25-29 659 232 0 2 466 52,2% 427 47,8% 893 5,9% 30-34 443 504 1 6 488 51,2% 466 48,8% 954 6,3% 35-39 292 750 2 13 507 48,0% 550 52,0% 1.057 7,0% 40-44 216 948 6 23 593 49,7% 600 50,3% 1.193 7,9% 45-49 155 943 12 31 582 51,0% 559 49,0% 1.141 7,6% 50-54 118 936 22 24 541 49,2% 559 50,8% 1.100 7,3% 55-59 71 736 41 22 429 49,3% 441 50,7% 870 5,8% 60-64 59 780 70 19 446 48,1% 482 51,9% 928 6,2% 65-69 37 622 95 11 360 47,1% 405 52,9% 765 5,1% 70-74 50 556 152 11 352 45,8% 417 54,2% 769 5,1% 75-79 35 419 212 9 286 42,4% 389 57,6% 675 4,5% 80-84 28 219 222 2 191 40,6% 280 59,4% 471 3,1% 85-89 15 82 183 0 102 36,4% 178 63,6% 280 1,9% 90-94 8 13 69 0 26 28,9% 64 71,1% 90 0,6% 95-99 1 2 17 0 5 25,0% 15 75,0% 20 0,1% 100+ 0 0 3 0 2 66,7% 1 33,3% 3 0,0% 5.950 7.796 1.107 173 7.335 48,8% 7.691 51,2% 15.026 Totale % % % I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: 34 Popolazione per età scolastica 40 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)41: 40 Id. 41 Id. Età Maschi Femmine Totale 0 49 47 96 1 68 64 132 2 69 78 147 3 64 56 120 4 57 63 120 5 67 54 121 6 68 64 132 7 67 78 145 8 63 62 125 9 77 54 131 10 67 83 150 11 80 75 155 12 73 77 150 13 87 63 150 35 14 77 86 163 15 85 67 152 16 95 82 177 17 100 83 183 18 104 99 203 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 2,8 punti percentuali, un sostanziale equilibrio della fascia adulti e una riduzione della fascia giovani pari a 2,9 punti percentuali: Struttura per età della popolazione 42 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)43: 42 Id. 43 Id. Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 2.532 10.130 2.707 15.369 39,5 2003 2.466 10.118 2.756 15.340 39,9 2004 2.453 10.004 2.825 15.282 40,2 2005 2.418 9.938 2.904 15.260 40,6 2006 2.379 9.822 3.007 15.208 41,1 2007 2.318 9.811 3.015 15.144 41,4 2008 2.257 9.805 3.044 15.106 41,7 36 2009 2.192 9.822 3.058 15.072 42,0 2010 2.141 9.817 3.094 15.052 42,3 2011 2.103 9.827 3.090 15.020 42,5 2012 2.037 9.916 3.073 15.026 42,8 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di Latiano denotano, rispetto alla media provinciale, valori leggermente superiori per l’indice di vecchiaia e di dipendenza strutturale, e valori più bassi per l’indice di ricambio della popolazione attiva: Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 106,9 51,7 91,4 82,2 25,0 8,9 9,1 2003 111,8 51,6 91,0 83,3 25,0 8,6 9,7 2004 115,2 52,8 91,0 85,3 24,7 9,5 7,4 2005 120,1 53,6 88,5 88,1 24,2 8,9 9,1 2006 126,4 54,8 88,5 90,2 24,5 8,2 9,4 2007 130,1 54,4 89,4 92,9 24,3 7,7 9,3 2008 134,9 54,1 92,2 95,6 24,5 7,8 9,7 2009 139,5 53,5 99,4 99,0 24,1 10,0 10,1 2010 144,5 53,3 95,7 102,5 25,5 9,1 10,3 2011 146,9 52,8 100,7 105,6 26,0 6,8 10,9 2012 150,9 51,5 104,5 111,7 25,7 7,8 10,8 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Latiano dal 2004 al 2011: Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 37 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 44 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 368 e rappresentano il 2,5% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dal Marocco, che rappresenta il 39,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 31,3% proviene invece dall’Albania e solo il 14,9% è originario della Romania: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 44 EUROPA Area Maschi Femmine Totale Albania % Europa centro orientale 56 59 115 31,25% Romania Unione Europea 18 37 55 14,95% Germania Unione Europea 4 3 7 1,90% Regno Unito Unione Europea 2 2 4 1,09% Polonia Unione Europea 1 2 3 0,82% Id. 38 Francia Unione Europea 0 3 3 0,82% Federazione Russa Europa centro orientale 0 2 2 0,54% Repubblica Ceca Unione Europea 0 1 1 0,27% Spagna Unione Europea 1 0 1 0,27% Grecia Unione Europea 0 1 1 0,27% 82 110 192 52,17% Maschi Femmine Totale 109 38 147 39,95% Totale Europa AFRICA Area Marocco Africa settentrionale Etiopia Africa orientale 3 1 4 1,09% Egitto Africa settentrionale 1 0 1 0,27% 113 39 152 41,30% Totale Africa ASIA Area Repubblica Popolare Cinese Iraq % Maschi Femmine Totale Asia orientale 7 12 19 5,16% Asia occidentale 1 0 1 0,27% 8 12 20 5,43% Maschi Femmine Totale Totale Asia % AMERICA Area Stati Uniti d'America America settentrionale 2 0 2 0,54% Repubblica Dominicana America centro meridionale 1 0 1 0,27% Brasile America centro meridionale 0 1 1 0,27% 3 1 4 1,09% Totale America % Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: 39 Popolazione straniera per età e sesso 45 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età 45 Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 12 14 26 7,1% 5-9 5 4 9 2,4% 10-14 6 4 10 2,7% 15-19 17 13 30 8,2% 20-24 13 27 40 10,9% 25-29 19 17 36 9,8% 30-34 17 12 29 7,9% 35-39 11 11 22 6,0% 40-44 20 13 33 9,0% 45-49 15 16 31 8,4% 50-54 23 18 41 11,1% 55-59 16 4 20 5,4% 60-64 14 7 21 5,7% Id. 40 65-69 11 1 12 3,3% 70-74 6 1 7 1,9% 75-79 0 0 0 0,0% 80-84 1 0 1 0,3% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 206 162 368 100% Totale COMUNE DI MESAGNE Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 46 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a Mesagne al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 27.753 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 27.820. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 67 unità (-0,24%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 47 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno 46 47 Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 27.543 - - - - 2002 31 dicembre 27.367 -176 -0,64% - - 2003 31 dicembre 27.297 -70 -0,26% 9.494 2,87 2004 31 dicembre 28.182 +885 +3,24% 10.129 2,78 Id. Id. 41 2005 31 dicembre 28.117 -65 -0,23% 10.212 2,75 2006 31 dicembre 27.902 -215 -0,76% 10.294 2,70 2007 31 dicembre 27.897 -5 -0,02% 10.402 2,68 2008 31 dicembre 27.817 -80 -0,29% 10.480 2,65 2009 31 dicembre 27.827 +10 +0,04% 10.660 2,61 2010 31 dicembre 27.860 +33 +0,12% 10.777 2,58 2011 (¹) 8 ottobre 27.820 -40 -0,14% 10.847 2,56 2011 (²) 9 ottobre 27.753 -67 -0,24% - - 2011 31 dicembre 27.727 -26 -0,09% 10.842 2,55 2012 31 dicembre 27.624 -103 -0,37% 10.932 2,52 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 48 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Mesagne nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 49 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno 48 49 Id. Id. 42 La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)50: Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 248 46 0 434 50 0 -4 -190 2003 272 81 0 308 58 0 +23 -13 2004 254 56 1.145 463 98 0 -42 +894 2005 271 77 2 352 41 0 +36 -43 2006 353 86 3 515 78 0 +8 -151 2007 313 87 3 285 29 28 +58 +61 2008 328 68 1 340 34 42 +34 -19 2009 365 78 5 337 40 16 +38 +55 2010 343 69 8 280 34 20 +35 +86 2011 (¹) 265 53 2 268 13 21 +40 +18 2011 (²) 63 13 16 68 15 11 -2 -2 2011 (³) 328 66 18 336 28 32 +38 +16 2012 367 56 55 381 53 59 +3 -15 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo dal 2002: 50 Id. 43 Movimento naturale della popolazione 51 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)52: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 249 235 +14 2003 1 gennaio-31 dicembre 251 308 -57 2004 1 gennaio-31 dicembre 236 245 -9 2005 1 gennaio-31 dicembre 201 223 -22 2006 1 gennaio-31 dicembre 278 342 -64 2007 1 gennaio-31 dicembre 215 281 -66 2008 1 gennaio-31 dicembre 225 286 -61 2009 1 gennaio-31 dicembre 249 294 -45 2010 1 gennaio-31 dicembre 215 268 -53 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 152 210 -58 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 41 65 -24 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 193 275 -82 2012 1 gennaio-31 dicembre 214 302 -88 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Mesagne per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori 51 Id. 52 Id. 44 evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)53: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 54 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 53 54 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 1.115 0 0 0 591 53,0% 524 47,0% 1.115 4,0% 5-9 1.168 0 0 0 614 52,6% 554 47,4% 1.168 4,2% 10-14 1.257 0 0 0 631 50,2% 626 49,8% 1.257 4,5% 15-19 1.380 1 0 0 710 51,4% 671 48,6% 1.381 5,0% 20-24 1.599 50 0 2 846 51,2% 805 48,8% 1.651 6,0% 25-29 1.352 286 0 6 821 49,9% 823 50,1% 1.644 5,9% 30-34 1.081 752 1 15 944 51,1% 905 48,9% 1.849 6,7% 35-39 726 1.313 6 35 1.005 48,3% 1.075 51,7% 2.080 7,5% % % % Id. Id. 45 40-44 428 1.650 18 61 1.045 48,4% 1.112 51,6% 2.157 7,8% 45-49 324 1.640 28 60 992 48,3% 1.060 51,7% 2.052 7,4% 50-54 219 1.631 56 76 908 45,8% 1.074 54,2% 1.982 7,1% 55-59 135 1.370 80 42 756 46,5% 871 53,5% 1.627 5,9% 60-64 158 1.559 153 35 881 46,2% 1.024 53,8% 1.905 6,9% 65-69 129 1.229 223 12 701 44,0% 892 56,0% 1.593 5,7% 70-74 124 997 301 15 659 45,9% 778 54,1% 1.437 5,2% 75-79 109 671 351 10 481 42,2% 660 57,8% 1.141 4,1% 80-84 82 378 430 5 350 39,1% 545 60,9% 895 3,2% 85-89 45 165 328 1 161 29,9% 378 70,1% 539 1,9% 90-94 29 43 139 0 59 28,0% 152 72,0% 211 0,8% 95-99 4 2 34 0 7 17,5% 33 82,5% 40 0,1% 100+ 1 1 1 0 1 33,3% 2 66,7% 3 0,0% 11.465 13.738 2.149 375 13.163 47,5% 14.564 52,5% 27.727 Totale I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: 46 Popolazione per età scolastica 55 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)56: 55 Id. 56 Id. Età Maschi Femmine Totale 0 107 80 187 1 120 107 227 2 147 105 252 3 105 114 219 4 112 118 230 5 113 101 214 6 118 100 218 7 128 114 242 8 124 120 244 9 131 119 250 10 127 130 257 11 130 147 277 12 119 106 225 13 131 115 246 47 14 124 128 252 15 119 126 245 16 118 147 265 17 129 114 243 18 154 134 288 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 3,6 punti percentuali, una riduzione della fascia adulti pari a 1,5 punti percentuali e della fascia giovani pari a 2,1 punti percentuali: Struttura per età della popolazione 57 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)58: 57 58 Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 4.102 18.612 4.829 27.543 40,3 2003 4.022 18.414 4.931 27.367 40,7 2004 3.936 18.365 4.996 27.297 41,0 2005 3.952 19.048 5.182 28.182 41,2 2006 3.829 18.935 5.353 28.117 41,7 2007 3.756 18.699 5.447 27.902 42,1 2008 3.600 18.758 5.539 27.897 42,5 Id. Id. 48 2009 3.582 18.666 5.569 27.817 42,7 2010 3.611 18.624 5.592 27.827 42,9 2011 3.583 18.561 5.716 27.860 43,2 2012 3.540 18.328 5.859 27.727 43,6 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di Mesagne denotano, rispetto alla media provinciale, valori superiori per l’indice di vecchiaia e quello di ricambio e di struttura della popolazione attiva, e valori più bassi per l’indice di carico e di natalità: Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 117,7 48,0 89,2 87,2 24,8 9,1 8,6 2003 122,6 48,6 92,7 88,7 24,2 9,2 11,3 2004 126,9 48,6 94,8 91,0 23,9 8,5 8,8 2005 131,1 48,0 94,5 92,3 23,5 7,1 7,9 2006 139,8 48,5 98,2 95,2 23,5 9,9 12,2 2007 145,0 49,2 99,8 98,6 24,4 7,7 10,1 2008 153,9 48,7 104,7 101,8 24,2 8,1 10,3 2009 155,5 49,0 110,9 103,5 23,7 8,9 10,6 2010 154,9 49,4 123,2 107,0 22,8 7,7 9,6 2011 159,5 50,1 130,6 111,0 22,1 6,9 9,9 2012 165,5 51,3 137,9 113,0 21,4 7,7 10,9 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic 49 Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Mesagne dal 2004 al 2011: Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 59 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 334 e rappresentano l’1,2% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dall’Albania, che rappresenta il 36,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 31,4% proviene invece dalla Romania e solo il 6,9% è originario della Repubblica Popolare Cinese: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 59 EUROPA Area Maschi Femmine Totale Albania % Europa centro orientale 62 59 121 36,23% Romania Unione Europea 15 90 105 31,44% Germania Unione Europea 1 7 8 2,40% Repubblica di Serbia Europa centro orientale 5 3 8 2,40% Id. 50 Francia Unione Europea 1 4 5 1,50% Regno Unito Unione Europea 1 3 4 1,20% Polonia Unione Europea 0 2 2 0,60% Kosovo Europa centro orientale 2 0 2 0,60% Bulgaria Unione Europea 0 1 1 0,30% Ucraina Europa centro orientale 0 1 1 0,30% Croazia Europa centro orientale 0 1 1 0,30% Bielorussia Europa centro orientale 1 0 1 0,30% 88 171 259 77,54% Maschi Femmine Totale Totale Europa ASIA Area Repubblica Popolare Cinese Asia orientale 13 10 23 6,89% Afghanistan Asia centro meridionale 9 0 9 2,69% Filippine Asia orientale 1 3 4 1,20% Thailandia Asia orientale 1 2 3 0,90% India Asia centro meridionale 1 1 2 0,60% Sri Lanka (ex Ceylon) Asia centro meridionale 1 0 1 0,30% Pakistan Asia centro meridionale 1 0 1 0,30% Siria Asia occidentale 1 0 1 0,30% 28 16 44 13,17% Totale Asia AFRICA Area Tunisia % Maschi Femmine Totale Africa settentrionale 1 3 4 1,20% Etiopia Africa orientale 0 3 3 0,90% Senegal Africa occidentale 2 1 3 0,90% Kenya Africa orientale 1 2 3 0,90% Egitto Africa settentrionale 3 0 3 0,90% Marocco Africa settentrionale 1 1 2 0,60% Sud Africa Africa centro meridionale 0 1 1 0,30% Eritrea Africa orientale 1 0 1 0,30% Ruanda Africa orientale 1 0 1 0,30% Ghana Africa occidentale 1 0 1 0,30% 11 11 22 6,59% Maschi Femmine Totale Totale Africa % AMERICA Area % Cuba America centro meridionale 1 3 4 1,20% Colombia America centro meridionale 0 1 1 0,30% Brasile America centro meridionale 0 1 1 0,30% Stati Uniti d'America America settentrionale 0 1 1 0,30% 51 Repubblica Dominicana America centro meridionale 0 1 1 0,30% Perù America centro meridionale 0 1 1 0,30% 1 8 9 2,69% Totale America Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 60 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età 60 Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 7 5 12 3,6% 5-9 7 4 11 3,3% 10-14 8 16 24 7,2% 15-19 18 8 26 7,8% 20-24 13 11 24 7,2% 25-29 7 18 25 7,5% Id. 52 30-34 13 35 48 14,4% 35-39 17 32 49 14,7% 40-44 15 23 38 11,4% 45-49 8 20 28 8,4% 50-54 3 20 23 6,9% 55-59 5 7 12 3,6% 60-64 0 2 2 0,6% 65-69 3 2 5 1,5% 70-74 3 1 4 1,2% 75-79 0 1 1 0,3% 80-84 0 0 0 0,0% 85-89 1 1 2 0,6% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 128 206 334 100% Totale COMUNE DI SAN DONACI Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 61 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a San Donaci al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 6.869 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 6.988. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 119 unità (-1,70%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 62 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno 61 Id. 53 Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 7.102 - - - - 2002 31 dicembre 7.108 +6 +0,08% - - 2003 31 dicembre 7.107 -1 -0,01% 2.465 2,87 2004 31 dicembre 7.062 -45 -0,63% 2.220 3,17 2005 31 dicembre 7.021 -41 -0,58% 2.217 3,16 2006 31 dicembre 7.002 -19 -0,27% 2.221 3,15 2007 31 dicembre 6.965 -37 -0,53% 2.213 3,14 2008 31 dicembre 7.087 +122 +1,75% 2.608 2,71 2009 31 dicembre 7.074 -13 -0,18% 2.613 2,70 2010 31 dicembre 7.050 -24 -0,34% 2.611 2,69 2011 (¹) 8 ottobre 6.988 -62 -0,88% 2.605 2,67 2011 (²) 9 ottobre 6.869 -119 -1,70% - - 2011 31 dicembre 6.862 -7 -0,10% 2.617 2,62 2012 31 dicembre 6.810 -52 -0,76% 2.617 2,60 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 63 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di San Donaci nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): 62 63 Id. Id. 54 Flusso migratorio della popolazione 64 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)65: Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 110 18 0 123 13 1 +5 -9 2003 73 33 0 82 13 12 +20 -1 2004 43 18 0 84 16 0 +2 -39 2005 68 2 0 101 9 0 -7 -40 2006 72 5 0 76 5 0 0 -4 2007 73 15 0 120 1 0 +14 -33 2008 95 13 112 115 2 0 +11 +103 2009 95 14 0 109 0 0 +14 0 2010 67 10 0 77 4 0 +6 -4 2011 (¹) 44 6 0 86 0 0 +6 -36 2011 (²) 24 3 2 21 2 0 +1 +6 2011 (³) 68 9 2 107 2 0 +7 -30 2012 84 13 4 116 8 2 +5 -25 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. 64 Id. 65 Id. 55 Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2009: Movimento naturale della popolazione 66 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)67: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 70 55 +15 2003 1 gennaio-31 dicembre 51 51 0 2004 1 gennaio-31 dicembre 57 63 -6 2005 1 gennaio-31 dicembre 51 52 -1 2006 1 gennaio-31 dicembre 47 62 -15 2007 1 gennaio-31 dicembre 58 62 -4 2008 1 gennaio-31 dicembre 71 52 +19 2009 1 gennaio-31 dicembre 66 79 -13 2010 1 gennaio-31 dicembre 60 80 -20 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 40 66 -26 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 13 26 -13 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 53 92 -39 2012 1 gennaio-31 dicembre 56 83 -27 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. 66 Id. 67 Id. 56 Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a San Donaci per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)68: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 69 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 68 69 Maschi Femmine Totale Età Celibi /Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 289 0 0 0 153 52,9% 136 47,1% 289 4,2% 5-9 280 0 0 0 147 52,5% 133 47,5% 280 4,1% 10-14 326 0 0 0 168 51,5% 158 48,5% 326 4,8% 15-19 367 0 0 0 187 51,0% 180 49,0% 367 5,3% % % % Id. Id. 57 20-24 382 18 0 0 165 41,3% 235 58,8% 400 5,8% 25-29 292 95 0 0 189 48,8% 198 51,2% 387 5,6% 30-34 208 227 0 2 221 50,6% 216 49,4% 437 6,4% 35-39 147 370 3 1 269 51,6% 252 48,4% 521 7,6% 40-44 70 372 2 2 195 43,7% 251 56,3% 446 6,5% 45-49 78 456 2 8 282 51,8% 262 48,2% 544 7,9% 50-54 40 382 10 9 222 50,3% 219 49,7% 441 6,4% 55-59 28 330 14 5 183 48,5% 194 51,5% 377 5,5% 60-64 12 382 38 4 205 47,0% 231 53,0% 436 6,4% 65-69 21 312 39 3 164 43,7% 211 56,3% 375 5,5% 70-74 19 321 90 3 196 45,3% 237 54,7% 433 6,3% 75-79 13 225 88 0 159 48,8% 167 51,2% 326 4,8% 80-84 15 122 127 3 107 40,1% 160 59,9% 267 3,9% 85-89 9 50 85 0 62 43,1% 82 56,9% 144 2,1% 90-94 3 10 34 0 14 29,8% 33 70,2% 47 0,7% 95-99 2 0 16 0 2 11,1% 16 88,9% 18 0,3% 100+ 0 0 0 1 0 0,0% 1 100,0% 1 0,0% 2.601 3.672 548 41 3.290 47,9% 3.572 52,1% 6.862 Totale I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: 58 Popolazione per età scolastica 70 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)71: 70 Id. 71 Id. Età Maschi Femmine Totale 0 30 26 56 1 27 33 60 2 30 27 57 3 37 25 62 4 29 25 54 5 31 21 52 6 28 26 54 7 28 30 58 8 30 19 49 9 30 37 67 10 39 35 74 11 29 28 57 12 38 37 75 59 13 25 30 55 14 37 28 65 15 37 28 65 16 37 28 65 17 42 33 75 18 38 52 90 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 4,7 punti percentuali, una riduzione della fascia adulti pari a 2,2 punti percentuali e della fascia giovani pari a 2,5 punti percentuali: Struttura per età della popolazione 72 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)73: 72 73 Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 1.101 4.664 1.337 7.102 40,6 2003 1.082 4.667 1.359 7.108 40,8 2004 1.059 4.653 1.395 7.107 41,1 2005 1.040 4.585 1.437 7.062 41,5 2006 996 4.549 1.476 7.021 42,0 2007 964 4.532 1.506 7.002 42,2 Id. Id. 60 2008 942 4.473 1.550 6.965 42,7 2009 935 4.541 1.611 7.087 43,3 2010 924 4.546 1.604 7.074 43,5 2011 912 4.523 1.615 7.050 43,7 2012 895 4.356 1.611 6.862 44,1 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di San Donaci denotano, rispetto alla media provinciale, valori superiori per l’indice di vecchiaia e di dipendenza strutturale e per quello di mortalità: Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 121,4 52,3 106,2 87,0 26,1 9,9 7,7 2003 125,6 52,3 104,1 88,6 25,8 7,2 7,2 2004 131,7 52,7 106,2 89,4 24,6 8,0 8,9 2005 138,2 54,0 98,6 92,1 24,6 7,2 7,4 2006 148,2 54,3 99,0 91,1 24,1 6,7 8,8 2007 156,2 54,5 91,4 91,2 24,3 8,3 8,9 2008 164,5 55,7 89,6 92,5 24,8 10,1 7,4 2009 172,3 56,1 98,6 100,5 25,1 9,3 11,2 2010 173,6 55,6 107,5 102,0 24,3 8,5 11,3 2011 177,1 55,9 116,1 103,5 23,3 7,6 13,2 2012 180,0 57,5 118,8 106,3 23,0 8,2 12,1 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a San Donaci dal 2004 al 2011: 61 Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 74 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 71 e rappresentano l’1% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dal Marocco, che rappresenta il 59,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 23,9% proviene invece dalla Romania: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): AFRICA Area Marocco Africa settentrionale Totale Africa 74 Maschi Femmine Totale % 20 22 42 59,15% 20 22 42 59,15% Maschi Femmine Totale EUROPA Area % Romania Unione Europea 5 12 17 23,94% Federazione Russa Europa centro orientale 1 2 3 4,23% Albania Europa centro orientale 1 1 2 2,82% Germania Unione Europea 0 2 2 2,82% Repubblica di Macedonia Europa centro orientale 1 0 1 1,41% Id. 62 Totale Europa AMERICA Area Perù Cuba 8 17 25 35,21% Maschi Femmine Totale America centro meridionale 0 2 2 2,82% America centro meridionale 0 1 1 1,41% 0 3 3 4,23% Maschi Femmine Totale 1 0 1 1,41% 1 0 1 1,41% Totale America ASIA Area India Asia centro meridionale Totale Asia % % Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 75 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 75 Id. 63 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Stranieri Età Maschi Femmine Totale % 0-4 0 1 1 1,4% 5-9 2 3 5 7,0% 10-14 3 3 6 8,5% 15-19 4 3 7 9,9% 20-24 3 5 8 11,3% 25-29 5 7 12 16,9% 30-34 1 3 4 5,6% 35-39 3 3 6 8,5% 40-44 1 4 5 7,0% 45-49 3 3 6 8,5% 50-54 1 2 3 4,2% 55-59 1 1 2 2,8% 60-64 1 1 2 2,8% 65-69 0 2 2 2,8% 70-74 0 0 0 0,0% 75-79 1 0 1 1,4% 80-84 0 1 1 1,4% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 29 42 71 100% Totale 64 COMUNE DI SAN PANCRAZIO SALENTINO Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 76 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a San Pancrazio Salentino al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 10.289 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 10.330. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 41 unità (-0,40%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 77 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 10.547 - - - - 2002 31 dicembre 10.557 +10 +0,09% - - 2003 31 dicembre 10.551 -6 -0,06% 3.407 3,09 2004 31 dicembre 10.503 -48 -0,45% 3.429 3,06 2005 31 dicembre 10.471 -32 -0,30% 3.444 3,04 2006 31 dicembre 10.482 +11 +0,11% 3.555 2,95 2007 31 dicembre 10.463 -19 -0,18% 3.593 2,91 2008 31 dicembre 10.399 -64 -0,61% 3.597 2,89 2009 31 dicembre 10.367 -32 -0,31% 3.634 2,85 2010 31 dicembre 10.342 -25 -0,24% 3.675 2,81 2011 (¹) 8 ottobre 10.330 -12 -0,12% 3.708 2,78 2011 (²) 9 ottobre 10.289 -41 -0,40% - - 2011 31 dicembre 10.293 +4 +0,04% 3.713 2,77 2012 31 dicembre 10.236 -57 -0,55% 3.718 2,75 76 Anno 77 Id. Id. 65 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 78 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di San Pancrazio Salentino nel decennio 20022012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 79 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)80: 78 Id. Id. 80 Id. 79 66 Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 121 21 0 134 25 0 -4 -17 2003 89 41 0 125 17 0 +24 -12 2004 81 35 0 130 19 0 +16 -33 2005 73 26 0 122 9 0 +17 -32 2006 88 27 0 105 7 0 +20 +3 2007 85 27 0 119 17 1 +10 -25 2008 100 21 0 153 10 1 +11 -43 2009 96 34 0 124 18 0 +16 -12 2010 100 20 2 121 5 4 +15 -8 2011 (¹) 67 19 1 85 4 0 +15 -2 2011 (²) 25 5 6 38 8 0 -3 -10 2011 (³) 92 24 7 123 12 0 +12 -12 2012 110 15 17 161 8 18 +7 -45 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2007 con una temporanea inversione di tendenza nel 2011: Movimento naturale della popolazione 81 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno 81 Id. 67 La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)82: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 109 82 +27 2003 1 gennaio-31 dicembre 81 75 +6 2004 1 gennaio-31 dicembre 70 85 -15 2005 1 gennaio-31 dicembre 77 77 0 2006 1 gennaio-31 dicembre 87 79 +8 2007 1 gennaio-31 dicembre 85 79 +6 2008 1 gennaio-31 dicembre 77 98 -21 2009 1 gennaio-31 dicembre 76 96 -20 2010 1 gennaio-31 dicembre 83 100 -17 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 51 61 -10 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 26 12 +14 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 77 73 +4 2012 1 gennaio-31 dicembre 81 93 -12 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a San Pancrazio Salentino per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)83: 82 83 Id. Id. 68 Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 84 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 84 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 402 0 0 0 200 49,8% 202 50,2% 402 3,9% 5-9 435 0 0 0 228 52,4% 207 47,6% 435 4,2% 10-14 511 0 0 0 261 51,1% 250 48,9% 511 5,0% 15-19 599 0 0 0 290 48,4% 309 51,6% 599 5,8% 20-24 603 20 0 0 317 50,9% 306 49,1% 623 6,1% 25-29 529 122 1 0 321 49,2% 331 50,8% 652 6,3% 30-34 374 309 2 1 355 51,7% 331 48,3% 686 6,7% 35-39 193 506 1 8 341 48,2% 367 51,8% 708 6,9% 40-44 117 611 4 10 359 48,4% 383 51,6% 742 7,2% 45-49 100 612 14 9 355 48,3% 380 51,7% 735 7,1% % % % Id. 69 50-54 61 596 9 14 318 46,8% 362 53,2% 680 6,6% 55-59 55 608 22 14 332 47,5% 367 52,5% 699 6,8% 60-64 41 596 47 7 357 51,7% 334 48,3% 691 6,7% 65-69 34 455 67 4 271 48,4% 289 51,6% 560 5,4% 70-74 23 417 91 3 261 48,9% 273 51,1% 534 5,2% 75-79 21 291 139 3 192 42,3% 262 57,7% 454 4,4% 80-84 15 178 139 2 138 41,3% 196 58,7% 334 3,2% 85-89 8 56 102 2 53 31,5% 115 68,5% 168 1,6% 90-94 4 16 42 0 16 25,8% 46 74,2% 62 0,6% 95-99 1 0 14 1 2 12,5% 14 87,5% 16 0,2% 100+ 1 0 1 0 0 0,0% 2 100,0% 2 0,0% 4.127 5.393 695 78 4.967 48,3% 5.326 51,7% 10.293 Totale I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: Popolazione per età scolastica 85 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 85 Id. 70 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)86: Età Maschi Femmine Totale 0 36 42 78 1 43 42 85 2 42 34 76 3 34 48 82 4 45 36 81 5 47 42 89 6 43 37 80 7 39 36 75 8 41 43 84 9 58 49 107 10 37 47 84 11 53 46 99 12 55 56 111 13 61 54 115 14 55 47 102 15 56 58 114 16 52 46 98 17 49 70 119 18 74 70 144 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 4,4 punti percentuali e una contestuale riduzione della fascia adulti pari a 1,1 punti percentuali e della fascia giovani pari a 3,3 punti percentuali: 86 Id. 71 Struttura per età della popolazione 87 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)88: Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 1.729 7.101 1.717 10.547 39,1 2003 1.701 7.103 1.753 10.557 39,3 2004 1.663 7.084 1.804 10.551 39,8 2005 1.624 7.014 1.865 10.503 40,3 2006 1.562 7.005 1.904 10.471 40,8 2007 1.510 7.019 1.953 10.482 41,2 2008 1.494 6.988 1.981 10.463 41,5 2009 1.419 6.963 2.017 10.399 42,0 2010 1.379 6.945 2.043 10.367 42,4 2011 1.372 6.888 2.082 10.342 42,7 2012 1.348 6.815 2.130 10.293 43,1 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di San Pancrazio Salentino denotano, rispetto alla media provinciale, valori sensibilmente superiori per gli indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale e inferiori per gli indici di ricambio e di struttura della popolazione attiva: 87 88 Id. Id. 72 Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 99,3 48,5 79,3 85,6 27,5 10,3 7,8 2003 103,1 48,6 81,0 86,2 27,2 7,7 7,1 2004 108,5 48,9 87,4 88,1 25,4 6,6 8,1 2005 114,8 49,7 85,7 90,5 25,2 7,3 7,3 2006 121,9 49,5 89,9 94,0 25,0 8,3 7,5 2007 129,3 49,3 90,2 95,1 25,4 8,1 7,5 2008 132,6 49,7 100,3 97,4 24,6 7,4 9,4 2009 142,1 49,3 99,2 100,8 25,8 7,3 9,2 2010 148,2 49,3 102,4 103,5 26,5 8,0 9,7 2011 151,7 50,1 108,7 107,2 25,6 7,5 7,1 2012 158,0 51,0 115,4 108,5 24,9 7,9 9,1 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a San Pancrazio Salentino dal 2004 al 2011: Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 89 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 119 e rappresentano l’1,2% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dall’Albania, che rappresenta il 31,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 21% proviene invece dalla Romania e il 16% dall’India: 89 Id. 73 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): EUROPA Area Maschi Femmine Totale Albania Europa centro orientale 15 23 38 31,93% Romania Unione Europea 6 19 25 21,01% Germania Unione Europea 1 5 6 5,04% Polonia Unione Europea 1 5 6 5,04% Federazione Russa Europa centro orientale 0 3 3 2,52% Ucraina Europa centro orientale 1 0 1 0,84% Croazia Europa centro orientale 1 0 1 0,84% Repubblica Ceca Unione Europea 0 1 1 0,84% Portogallo Unione Europea 1 0 1 0,84% Grecia Unione Europea 0 1 1 0,84% 26 57 83 69,75% Maschi Femmine Totale Totale Europa % ASIA Area India Asia centro meridionale 15 4 19 15,97% Georgia Asia occidentale 2 11 13 10,92% 17 15 32 26,89% Totale Asia AFRICA Area Camerun % Maschi Femmine Totale Africa centro meridionale 0 2 2 1,68% Egitto Africa settentrionale 1 0 1 0,84% Ghana Africa occidentale 1 0 1 0,84% 2 2 4 3,36% Totale Africa % 74 Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 90 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età 90 Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 1 4 5 4,2% 5-9 1 1 2 1,7% 10-14 2 4 6 5,0% 15-19 4 4 8 6,7% 20-24 2 4 6 5,0% 25-29 6 8 14 11,8% 30-34 9 14 23 19,3% 35-39 5 4 9 7,6% 40-44 4 10 14 11,8% 45-49 2 4 6 5,0% Id. 75 50-54 2 9 11 9,2% 55-59 4 6 10 8,4% 60-64 2 0 2 1,7% 65-69 0 1 1 0,8% 70-74 0 0 0 0,0% 75-79 1 1 2 1,7% 80-84 0 0 0 0,0% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 45 74 119 100% Totale COMUNE DI SAN PIETRO VERNOTICO Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 91 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a San Pietro Vernotico al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 13.974 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 14.343. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 369 unità (-2,57%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. 91 Id. 76 Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 92 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 14.992 - - - - 2002 31 dicembre 14.931 -61 -0,41% - - 2003 31 dicembre 14.830 -101 -0,68% 5.003 2,96 2004 31 dicembre 14.773 -57 -0,38% 4.992 2,96 2005 31 dicembre 14.735 -38 -0,26% 5.035 2,92 2006 31 dicembre 14.667 -68 -0,46% 5.070 2,89 2007 31 dicembre 14.572 -95 -0,65% 5.081 2,86 2008 31 dicembre 14.473 -99 -0,68% 5.106 2,83 2009 31 dicembre 14.430 -43 -0,30% 5.126 2,81 2010 31 dicembre 14.380 -50 -0,35% 5.143 2,79 2011 (¹) 8 ottobre 14.343 -37 -0,26% 5.188 2,76 2011 (²) 9 ottobre 13.974 -369 -2,57% - - 2011 31 dicembre 13.950 -24 -0,17% 5.162 2,70 2012 31 dicembre 13.911 -39 -0,28% 5.202 2,67 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 93 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di San Pietro Vernotico nel decennio 20022012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. 92 93 Id. Id. 77 Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 94 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)95: Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 221 28 0 282 11 0 +17 -44 2003 189 21 0 229 48 1 -27 -68 2004 166 41 2 229 38 1 +3 -59 2005 221 34 2 229 30 0 +4 -2 2006 180 12 1 226 5 2 +7 -40 2007 221 37 1 277 7 2 +30 -27 2008 204 26 11 284 4 4 +22 -51 2009 171 27 1 188 7 3 +20 +1 2010 208 52 1 242 5 0 +47 +14 2011 (¹) 161 17 0 196 10 5 +7 -33 2011 (²) 22 8 1 25 0 2 +8 +4 2011 (³) 183 25 1 221 10 7 +15 -29 2012 240 36 6 274 13 8 +23 -13 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. 94 95 Id. Id. 78 Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo a partire dal 2004: Movimento naturale della popolazione 96 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)97: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 108 125 -17 2003 1 gennaio-31 dicembre 126 159 -33 2004 1 gennaio-31 dicembre 128 126 +2 2005 1 gennaio-31 dicembre 107 143 -36 2006 1 gennaio-31 dicembre 113 141 -28 2007 1 gennaio-31 dicembre 113 181 -68 2008 1 gennaio-31 dicembre 118 166 -48 2009 1 gennaio-31 dicembre 128 172 -44 2010 1 gennaio-31 dicembre 94 158 -64 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 93 97 -4 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 21 49 -28 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 114 146 -32 2012 1 gennaio-31 dicembre 116 142 -26 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. 96 Id. 97 Id. 79 Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a San Pietro Vernotico per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)98: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 99 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 98 99 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 562 0 0 0 287 51,1% 275 48,9% 562 4,0% 5-9 608 0 0 0 319 52,5% 289 47,5% 608 4,4% 10-14 664 0 0 0 329 49,5% 335 50,5% 664 4,8% 15-19 714 1 0 0 338 47,3% 377 52,7% 715 5,1% % % % Id. Id. 80 20-24 806 32 0 0 447 53,3% 391 46,7% 838 6,0% 25-29 594 166 0 0 367 48,3% 393 51,7% 760 5,4% 30-34 486 407 2 4 460 51,2% 439 48,8% 899 6,4% 35-39 282 627 2 9 441 47,9% 479 52,1% 920 6,6% 40-44 188 796 16 22 476 46,6% 546 53,4% 1.022 7,3% 45-49 126 825 26 27 504 50,2% 500 49,8% 1.004 7,2% 50-54 86 770 33 23 428 46,9% 484 53,1% 912 6,5% 55-59 79 658 40 27 379 47,1% 425 52,9% 804 5,8% 60-64 86 818 77 21 453 45,2% 549 54,8% 1.002 7,2% 65-69 53 671 117 21 388 45,0% 474 55,0% 862 6,2% 70-74 52 577 141 11 350 44,8% 431 55,2% 781 5,6% 75-79 34 347 245 12 257 40,3% 381 59,7% 638 4,6% 80-84 32 239 255 0 208 39,5% 318 60,5% 526 3,8% 85-89 23 89 176 1 100 34,6% 189 65,4% 289 2,1% 90-94 8 20 90 0 36 30,5% 82 69,5% 118 0,8% 95-99 3 0 17 0 7 35,0% 13 65,0% 20 0,1% 100+ 0 0 6 0 2 33,3% 4 66,7% 6 0,0% 5.486 7.043 1.243 178 6.576 47,1% 7.374 52,9% 13.950 Totale I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: 81 Popolazione per età scolastica 100 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)101: 100 Id. 101 Id. Età Maschi Femmine Totale 0 57 50 107 1 46 57 103 2 64 65 129 3 55 61 116 4 65 42 107 5 64 52 116 6 56 53 109 7 77 58 135 8 68 60 128 9 54 66 120 10 57 59 116 11 60 76 136 12 82 55 137 82 13 67 72 139 14 63 73 136 15 60 75 135 16 58 69 127 17 70 69 139 18 60 83 143 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 3,6 punti percentuali e una contestuale riduzione della fascia adulti pari a 1,9 punti percentuali e della fascia giovani pari a 1,8 punti percentuali: Struttura per età della popolazione 102 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)103: 102 103 Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 2.230 9.820 2.942 14.992 41,4 2003 2.174 9.752 3.005 14.931 41,7 2004 2.119 9.681 3.030 14.830 42,0 2005 2.077 9.591 3.105 14.773 42,4 2006 2.051 9.540 3.144 14.735 42,7 Id. Id. 83 2007 1.997 9.515 3.155 14.667 43,0 2008 1.946 9.450 3.176 14.572 43,2 2009 1.902 9.387 3.184 14.473 43,5 2010 1.896 9.326 3.208 14.430 43,7 2011 1.869 9.273 3.238 14.380 44,0 2012 1.834 8.876 3.240 13.950 44,3 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di San Pietro Vernotico denotano, rispetto alla media provinciale, valori superiori per gli indici di vecchiaia, di dipendenza strutturale, di ricambio e di struttura della popolazione attiva: Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 131,9 52,7 102,8 89,6 23,7 7,2 8,4 2003 138,2 53,1 103,9 90,5 23,7 8,5 10,7 2004 143,0 53,2 100,1 92,7 24,3 8,6 8,5 2005 149,5 54,0 102,7 94,6 24,1 7,3 9,7 2006 153,3 54,5 101,9 96,6 24,2 7,7 9,6 2007 158,0 54,1 104,9 99,8 25,4 7,7 12,4 2008 163,2 54,2 109,2 101,8 25,7 8,1 11,4 2009 167,4 54,2 119,5 105,0 25,0 8,9 11,9 2010 169,2 54,7 129,1 107,3 23,8 6,5 11,0 2011 173,2 55,1 137,5 110,7 23,1 8,0 10,3 2012 176,7 57,2 140,1 114,8 22,9 8,3 10,2 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a San Pietro Vernotico dal 2004 al 2011: 84 Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 104 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 141 e rappresentano l’1% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 38,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 29,1% proviene invece dall’Albania: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 104 EUROPA Area Maschi Femmine Totale Romania % Unione Europea 9 45 54 38,30% Albania Europa centro orientale 19 22 41 29,08% Germania Unione Europea 1 6 7 4,96% Bulgaria Unione Europea 0 3 3 2,13% Polonia Unione Europea 0 3 3 2,13% Portogallo Unione Europea 0 2 2 1,42% Belgio Unione Europea 0 1 1 0,71% Id. 85 Francia Unione Europea Totale Europa 0 1 1 0,71% 29 83 112 79,43% Maschi Femmine Totale AFRICA Area Gambia Africa occidentale 6 0 6 4,26% Marocco Africa settentrionale 3 1 4 2,84% Algeria Africa settentrionale 1 3 4 2,84% Nigeria Africa occidentale 1 1 2 1,42% Sierra Leone Africa occidentale 1 1 2 1,42% Uganda Africa orientale 1 0 1 0,71% Togo Africa occidentale 1 0 1 0,71% Ghana Africa occidentale 1 0 1 0,71% Etiopia Africa orientale 0 1 1 0,71% Costa d'Avorio Africa occidentale 1 0 1 0,71% 16 7 23 16,31% Totale Africa AMERICA Area Brasile % Maschi Femmine Totale America centro meridionale 0 2 2 1,42% Stati Uniti d'America America settentrionale 1 0 1 0,71% Cuba America centro meridionale 0 1 1 0,71% 1 3 4 2,84% Maschi Femmine Totale Totale America % ASIA Area Georgia Asia occidentale 0 1 1 0,71% Afghanistan Asia centro meridionale 1 0 1 0,71% 1 1 2 1,42% Totale Asia % Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: 86 Popolazione straniera per età e sesso 105 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età 105 Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 2 1 3 2,1% 5-9 0 0 0 0,0% 10-14 2 3 5 3,5% 15-19 11 2 13 9,2% 20-24 6 11 17 12,1% 25-29 5 9 14 9,9% 30-34 5 13 18 12,8% 35-39 7 11 18 12,8% 40-44 2 11 13 9,2% 45-49 3 10 13 9,2% 50-54 1 8 9 6,4% 55-59 1 7 8 5,7% 60-64 0 4 4 2,8% Id. 87 65-69 1 2 3 2,1% 70-74 1 0 1 0,7% 75-79 0 1 1 0,7% 80-84 0 0 0 0,0% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 1 1 0,7% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 47 94 141 100% Totale COMUNE DI TORCHIAROLO Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 106 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a Torchiarolo al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 5. 614 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 5.197. Si è, dunque, verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 264 unità (+5,08%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. 106 Id. 88 Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 107 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 5.125 - - - - 2002 31 dicembre 5.081 -44 -0,86% - - 2003 31 dicembre 5.086 +5 +0,10% 1.826 2,78 2004 31 dicembre 5.067 -19 -0,37% 1.818 2,78 2005 31 dicembre 5.069 +2 +0,04% 1.821 2,78 2006 31 dicembre 5.035 -34 -0,67% 1.821 2,76 2007 31 dicembre 5.104 +69 +1,37% 1.841 2,77 2008 31 dicembre 5.113 +9 +0,18% 1.849 2,76 2009 31 dicembre 5.156 +43 +0,84% 1.867 2,76 2010 31 dicembre 5.179 +23 +0,45% 1.899 2,72 2011 (¹) 8 ottobre 5.197 +18 +0,35% 1.916 2,71 2011 (²) 9 ottobre 5.461 +264 +5,08% - - 2011 31 dicembre 5.461 0 0,00% 1.924 2,84 2012 31 dicembre 5.404 -57 -1,04% 1.921 2,81 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 108 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento 107 108 Id. Id. 89 Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Torchiarolo nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 109 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)110: Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 63 3 4 124 6 0 -3 -60 2003 81 10 6 96 6 0 +4 -5 2004 63 9 3 72 17 12 -8 -26 2005 94 13 9 100 13 7 0 -4 2006 95 2 2 112 14 0 -12 -27 2007 120 33 0 98 3 0 +30 +52 2008 90 6 2 102 4 0 +2 -8 2009 106 10 6 86 1 0 +9 +35 2010 112 10 1 80 7 1 +3 +35 2011 (¹) 69 8 0 68 2 0 +6 +7 2011 (²) 19 2 1 16 2 6 0 -2 2011 (³) 88 10 1 84 4 6 +6 +5 2012 81 3 2 112 3 0 0 -29 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) 109 110 Id. Id. 90 (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare negativo nel corso dell’ultimo anno di rilevazione: Movimento naturale della popolazione 111 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)112: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 46 30 +16 2003 1 gennaio-31 dicembre 46 36 +10 2004 1 gennaio-31 dicembre 42 35 +7 2005 1 gennaio-31 dicembre 45 39 +6 2006 1 gennaio-31 dicembre 36 43 -7 2007 1 gennaio-31 dicembre 48 31 +17 2008 1 gennaio-31 dicembre 50 33 +17 2009 1 gennaio-31 dicembre 46 38 +8 2010 1 gennaio-31 dicembre 29 41 -12 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 39 28 +11 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 8 6 +2 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 47 34 +13 2012 1 gennaio-31 dicembre 35 63 -28 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. 111 Id. 112 Id. 91 Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Torchiarolo per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)113: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 114 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 113 114 Id. Id. 92 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 249 0 0 0 125 50,2% 124 49,8% 249 4,6% 5-9 265 0 0 0 145 54,7% 120 45,3% 265 4,9% 10-14 274 0 0 0 137 50,0% 137 50,0% 274 5,0% 15-19 313 0 0 0 158 50,5% 155 49,5% 313 5,7% 20-24 319 8 0 0 164 50,2% 163 49,8% 327 6,0% 25-29 309 80 0 1 197 50,5% 193 49,5% 390 7,1% 30-34 162 203 0 3 193 52,4% 175 47,6% 368 6,7% 35-39 90 251 1 4 176 50,9% 170 49,1% 346 6,3% 40-44 54 329 2 8 179 45,5% 214 54,5% 393 7,2% 45-49 40 341 5 8 186 47,2% 208 52,8% 394 7,2% 50-54 33 325 11 9 196 51,9% 182 48,1% 378 6,9% 55-59 12 341 15 5 187 50,1% 186 49,9% 373 6,8% 60-64 14 319 15 2 176 50,3% 174 49,7% 350 6,4% 65-69 18 241 28 4 133 45,7% 158 54,3% 291 5,3% 70-74 22 201 60 4 126 43,9% 161 56,1% 287 5,3% 75-79 8 111 65 2 82 44,1% 104 55,9% 186 3,4% 80-84 9 79 67 3 63 39,9% 95 60,1% 158 2,9% 85-89 1 41 43 0 32 37,6% 53 62,4% 85 1,6% 90-94 2 2 26 0 8 26,7% 22 73,3% 30 0,5% 95-99 0 0 3 0 1 33,3% 2 66,7% 3 0,1% 100+ 1 0 0 0 0 0,0% 1 100,0% 1 0,0% 2.195 2.872 341 53 2.664 48,8% 2.797 51,2% 5.461 Totale % % % I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: 93 Popolazione per età scolastica 115 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)116: 115 Id. 116 Id. Età Maschi Femmine Totale 0 23 22 45 1 23 28 51 2 31 25 56 3 28 23 51 4 20 26 46 5 27 23 50 6 26 20 46 7 27 32 59 8 29 25 54 9 36 20 56 10 19 22 41 11 34 30 64 12 33 22 55 94 13 23 29 52 14 28 34 62 15 23 32 55 16 33 26 59 17 41 32 73 18 36 31 67 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 3,3 punti percentuali, un’esatta corrispondenza della fascia adulti e una riduzione della fascia giovani pari a 3,3 punti percentuali: Struttura per età della popolazione 117 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)118: 117 118 Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 906 3.408 811 5.125 38,6 2003 888 3.341 852 5.081 39,2 2004 857 3.332 897 5.086 39,7 2005 841 3.347 879 5.067 39,0 2006 861 3.292 916 5.069 39,3 2007 835 3.309 891 5.035 39,3 Id. Id. 95 2008 818 3.326 960 5.104 40,1 2009 796 3.349 968 5.113 40,5 2010 809 3.488 859 5.156 40,0 2011 784 3.525 870 5.179 40,3 2012 788 3.632 1.041 5.461 41,9 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di Torchiarolo denotano, rispetto alla media provinciale, valori inferiori per gli indici di vecchiaia, di ricambio della popolazione attiva e di natalità e valori superiori per l’indice di mortalità: Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 89,5 50,4 81,4 90,6 31,4 9,0 5,9 2003 95,9 52,1 84,2 94,2 30,1 9,0 7,1 2004 104,7 52,6 80,2 95,1 30,1 8,3 6,9 2005 104,5 51,4 62,7 82,0 25,9 8,9 7,7 2006 106,4 54,0 59,9 83,0 25,9 7,1 8,5 2007 106,7 52,2 66,9 86,0 24,3 9,5 6,1 2008 117,4 53,5 69,8 87,6 24,0 9,8 6,5 2009 121,6 52,7 72,8 89,2 24,3 9,0 7,4 2010 106,2 47,8 95,1 96,4 24,7 5,6 7,9 2011 111,0 46,9 101,5 95,3 24,5 8,8 6,4 2012 132,1 50,4 111,8 108,3 24,5 6,4 11,6 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Torchiarolo dal 2004 al 2011: 96 Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 119 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 80 e rappresentano l’1,5% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 27,5% di tutti gli stranieri presenti sul territorio; il 21,3% proviene invece dall’Albania e il 18,8% dalla Repubblica di Macedonia: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 119 EUROPA Area Maschi Femmine Totale Romania % Unione Europea 9 13 22 27,50% Albania Europa centro orientale 7 10 17 21,25% Repubblica di Macedonia Europa centro orientale 7 8 15 18,75% Regno Unito Unione Europea 4 5 9 11,25% Ucraina Europa centro orientale 2 1 3 3,75% Germania Unione Europea 0 2 2 2,50% Id. 97 Irlanda Unione Europea Totale Europa ASIA Area Repubblica Popolare Cinese India 0 1 1 1,25% 29 40 69 86,25% Maschi Femmine Totale Asia orientale 4 2 6 7,50% Asia centro meridionale 1 0 1 1,25% 5 2 7 8,75% Maschi Femmine Totale Totale Asia % AMERICA Area Brasile America centro meridionale 0 1 1 1,25% Colombia America centro meridionale 0 1 1 1,25% 0 2 2 2,50% Maschi Femmine Totale Totale America % AFRICA Area Somalia Africa orientale 1 0 1 1,25% Nigeria Africa occidentale 1 0 1 1,25% 2 0 2 2,50% Totale Africa % Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 120 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 120 Id. 98 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 1 0 1 1,3% 5-9 5 3 8 10,0% 10-14 0 5 5 6,3% 15-19 0 0 0 0,0% 20-24 6 2 8 10,0% 25-29 1 5 6 7,5% 30-34 4 6 10 12,5% 35-39 4 8 12 15,0% 40-44 3 3 6 7,5% 45-49 4 2 6 7,5% 50-54 2 2 4 5,0% 55-59 3 5 8 10,0% 60-64 3 1 4 5,0% 65-69 0 2 2 2,5% 70-74 0 0 0 0,0% 75-79 0 0 0 0,0% 80-84 0 0 0 0,0% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 36 44 80 100% Totale 99 COMUNE DI TORRE SANTA SUSANNA Andamento demografico della popolazione residente dal 2001 al 2012 121 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento: la popolazione residente a Torre Santa Susanna al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre, è risultata composta da 10.703 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 10.544. Si è, dunque, verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 159 unità (+1,51%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 20012011 con i dati registrati in anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle riportano i dati effettivamente registrati in anagrafe. Variazione della popolazione residente dal 2001 al 2012 122 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia 2001 31 dicembre 10.601 - - - - 2002 31 dicembre 10.535 -66 -0,62% - - 2003 31 dicembre 10.540 +5 +0,05% 3.588 2,93 2004 31 dicembre 10.588 +48 +0,46% 3.659 2,89 2005 31 dicembre 10.606 +18 +0,17% 3.713 2,85 2006 31 dicembre 10.552 -54 -0,51% 3.766 2,80 2007 31 dicembre 10.588 +36 +0,34% 3.791 2,79 2008 31 dicembre 10.576 -12 -0,11% 3.801 2,78 2009 31 dicembre 10.584 +8 +0,08% 3.829 2,76 2010 31 dicembre 10.552 -32 -0,30% 3.865 2,73 2011 (¹) 8 ottobre 10.544 -8 -0,08% 3.886 2,71 2011 (²) 9 ottobre 10.703 +159 +1,51% - - 2011 31 dicembre 10.708 +5 +0,05% 3.907 2,74 2012 31 dicembre 10.665 -43 -0,40% 3.917 2,72 121 122 Id. Id. 100 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 confrontata con la variazione percentuale della popolazione residente in ambito provinciale e regionale 123 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (*) Post-censimento Per quanto riguarda il flusso migratorio della popolazione, il grafico seguente visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il Comune di Torre Santa Susanna nel decennio 2002-2012. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del Comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri Comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative): Flusso migratorio della popolazione 124 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno 123 124 Id. Id. 101 La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)125: Iscritti DA altri comuni DA estero per altri motivi PER altri comuni PER estero per altri motivi Saldo migratorio con l'estero 2002 90 44 73 138 170 0 -126 -101 2003 109 18 0 151 9 0 +9 -33 2004 116 38 0 134 7 0 +31 +13 2005 116 45 0 135 4 18 +41 +4 2006 126 21 2 142 25 27 -4 -45 2007 125 39 0 147 2 0 +37 +15 2008 120 23 0 169 5 1 +18 -32 2009 126 30 0 155 6 4 +24 -9 2010 111 18 0 117 10 4 +8 -2 2011 (¹) 89 9 0 115 2 0 +7 -19 2011 (²) 32 3 0 37 0 1 +3 -3 2011 (³) 121 12 0 152 2 1 +10 -22 2012 132 14 0 155 6 21 +8 -36 Anno 1 gen-31 dic Cancellati Saldo migratorio totale (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Il movimento naturale della popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite e i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento di quest’ultimo, rappresentato nel grafico seguente dall’area compresa fra le due linee, appare lievemente negativo nel corso dell’ultimo periodo di rilevazione: 125 Id. 102 Movimento naturale della popolazione 126 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2012 (Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno)127: Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 119 84 +35 2003 1 gennaio-31 dicembre 119 81 +38 2004 1 gennaio-31 dicembre 113 78 +35 2005 1 gennaio-31 dicembre 121 107 +14 2006 1 gennaio-31 dicembre 80 89 -9 2007 1 gennaio-31 dicembre 113 92 +21 2008 1 gennaio-31 dicembre 105 85 +20 2009 1 gennaio-31 dicembre 111 94 +17 2010 1 gennaio-31 dicembre 75 105 -30 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 72 61 +11 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 22 14 +8 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 94 75 +19 2012 1 gennaio-31 dicembre 92 99 -7 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre): è la somma delle due righe precedenti. Analizziamo ora i dati statistici sulla popolazione per età, sesso e stato civile. Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Torre Santa Susanna per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2012. 126 Id. 127 Id. 103 La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Il grafico è seguito dalla tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)128: Popolazione per età, sesso e stato civile - 2012 129 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 128 129 Id. Id. 104 Maschi Femmine Totale Età Celibi / Nubili Coniugati /e Vedovi /e Divorziati /e 0-4 495 0 0 0 246 49,7% 249 50,3% 495 4,6% 5-9 489 0 0 0 258 52,8% 231 47,2% 489 4,6% 10-14 520 0 0 0 260 50,0% 260 50,0% 520 4,9% 15-19 632 1 0 0 334 52,8% 299 47,2% 633 5,9% 20-24 773 32 0 0 376 46,7% 429 53,3% 805 7,5% 25-29 610 164 0 0 403 52,1% 371 47,9% 774 7,2% 30-34 372 392 0 2 384 50,1% 382 49,9% 766 7,2% 35-39 224 533 3 7 372 48,5% 395 51,5% 767 7,2% 40-44 145 554 3 17 367 51,0% 352 49,0% 719 6,7% 45-49 113 686 13 21 403 48,4% 430 51,6% 833 7,8% 50-54 70 611 22 15 349 48,6% 369 51,4% 718 6,7% 55-59 65 575 35 6 321 47,1% 360 52,9% 681 6,4% 60-64 49 515 64 15 297 46,2% 346 53,8% 643 6,0% 65-69 28 421 44 11 245 48,6% 259 51,4% 504 4,7% 70-74 32 321 96 8 205 44,9% 252 55,1% 457 4,3% 75-79 22 217 92 2 151 45,3% 182 54,7% 333 3,1% 80-84 20 145 141 3 112 36,2% 197 63,8% 309 2,9% 85-89 13 49 115 1 54 30,3% 124 69,7% 178 1,7% 90-94 9 10 49 0 13 19,1% 55 80,9% 68 0,6% 95-99 2 1 9 0 5 41,7% 7 58,3% 12 0,1% 100+ 1 0 3 0 1 25,0% 3 75,0% 4 0,0% 4.684 5.227 689 108 5.156 48,2% 5.552 51,8% 10.708 Totale % % % I dati relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età scolastica si ricavano attraverso l’analisi dell’utenza scolastica potenziale, isolando le classi di età da 0 a 18 anni. Nel grafico seguente sono evidenziati con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado) e gli individui con cittadinanza straniera: 105 Popolazione per età scolastica 130 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la tabella di dettaglio della distribuzione della popolazione per età scolastica (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)131: 130 Id. 131 Id. Età Maschi Femmine Totale 0 55 41 96 1 33 39 72 2 56 56 112 3 49 53 102 4 53 60 113 5 38 41 79 6 52 40 92 7 56 47 103 8 55 51 106 9 57 52 109 10 47 46 93 11 43 55 98 12 47 53 100 13 60 47 107 14 63 59 122 106 15 68 54 122 16 55 50 105 17 68 55 123 18 72 70 142 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Il grafico che segue mostra l’andamento decennale (2002-2012) della struttura della popolazione, evidenziando un incremento della popolazione anziana pari a 2,3 punti percentuali e della fascia adulti pari a 1,6 punti percentuali, mentre la fascia giovani ha subito una riduzione pari a 4 punti percentuali: Struttura per età della popolazione 132 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2012 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2012)133: 132 133 Anno 1° gennaio 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media 2002 1.911 7.093 1.597 10.601 37,7 2003 1.846 7.074 1.615 10.535 38,1 2004 1.804 7.103 1.633 10.540 38,3 2005 1.745 7.154 1.689 10.588 38,7 2006 1.701 7.213 1.692 10.606 38,9 2007 1.624 7.206 1.722 10.552 39,3 Id. Id. 107 2008 1.607 7.349 1.632 10.588 39,0 2009 1.559 7.356 1.661 10.576 39,4 2010 1.559 7.436 1.589 10.584 39,5 2011 1.529 7.362 1.661 10.552 40,1 2012 1.504 7.339 1.865 10.708 41,0 Gli indici demografici (cfr. descrizione in: § COMUNE DI CELLINO SAN MARCO) riguardanti la popolazione residente nel Comune di Torre Santa Susanna denotano, rispetto alla media provinciale, valori inferiori per gli indici di vecchiaia, di dipendenza strutturale, di ricambio e di struttura della popolazione attiva: Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di struttura della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 2002 83,6 49,5 64,1 77,9 30,5 11,3 7,9 2003 87,5 48,9 67,3 79,8 29,8 11,3 7,7 2004 90,5 48,4 66,6 81,8 29,7 10,7 7,4 2005 96,8 48,0 62,8 83,8 29,5 11,4 10,1 2006 99,5 47,0 61,3 85,1 29,6 7,6 8,4 2007 106,0 46,4 63,9 87,1 29,1 10,7 8,7 2008 101,6 44,1 62,5 84,1 28,9 9,9 8,0 2009 106,5 43,8 71,0 86,7 28,1 10,5 8,9 2010 101,9 42,3 82,4 91,3 26,5 7,1 9,9 2011 108,6 43,3 96,1 94,0 24,9 8,8 7,1 2012 124,0 45,9 101,6 96,0 23,8 8,6 9,3 Anno Indice di natalità (x 1.000 ab.) Indice di mortalità (x 1.000 ab.) 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic Per ciò che riguarda la popolazione straniera, ossia le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, il grafico che segue mostra l’andamento dei residenti a Torre Santa Susanna dal 2004 al 2011: Andamento della popolazione con cittadinanza straniera 108 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 134 Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2011 ammontano a 66 e rappresentano l’0,6% della popolazione. La distribuzione per area geografica di cittadinanza, evidenziata nei due grafici che seguono, mostra una prevalenza della comunità straniera proveniente dalla Romania, che rappresenta il 47% di tutti gli stranieri presenti sul territorio: Di seguito si riporta la tabella di dettaglio dei Paesi di provenienza, suddivisi per continente e ordinati per numero di residenti (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): 134 EUROPA Area Maschi Femmine Totale Romania % Unione Europea 10 21 31 46,97% Repubblica di Macedonia Europa centro orientale 3 3 6 9,09% Albania Europa centro orientale 1 1 2 3,03% Svizzera Altri paesi europei 1 1 2 3,03% Portogallo Unione Europea 1 1 2 3,03% Polonia Unione Europea 0 2 2 3,03% Bosnia-Erzegovina Europa centro orientale 0 1 1 1,52% Grecia Unione Europea 0 1 1 1,52% Id. 109 Repubblica Moldova Europa centro orientale 0 1 1 1,52% Germania Unione Europea 0 1 1 1,52% Francia Unione Europea 0 1 1 1,52% Bulgaria Unione Europea 0 1 1 1,52% 16 35 51 77,27% Maschi Femmine Totale Totale Europa ASIA Area India Asia centro meridionale 4 3 7 10,61% Repubblica Popolare Cinese Asia orientale 2 2 4 6,06% 6 5 11 16,67% Totale Asia AFRICA Area Egitto Tunisia % Maschi Femmine Totale Africa settentrionale 1 1 2 3,03% Africa settentrionale 1 1 2 3,03% 2 2 4 6,06% Totale Africa % Il grafico seguente riporta la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente per età e sesso: Popolazione straniera per età e sesso 135 Grafici e statistiche su dati ISTAT al 1 gennaio 2011 135 Id. 110 Di seguito si riporta la relativa tabella di dettaglio (Dati ISTAT al 1 gennaio 2011): Età Stranieri Maschi Femmine Totale % 0-4 0 2 2 3,0% 5-9 1 2 3 4,5% 10-14 3 1 4 6,1% 15-19 3 2 5 7,6% 20-24 1 3 4 6,1% 25-29 4 7 11 16,7% 30-34 1 5 6 9,1% 35-39 5 6 11 16,7% 40-44 2 6 8 12,1% 45-49 1 3 4 6,1% 50-54 2 3 5 7,6% 55-59 0 2 2 3,0% 60-64 0 0 0 0,0% 65-69 1 0 1 1,5% 70-74 0 0 0 0,0% 75-79 0 0 0 0,0% 80-84 0 0 0 0,0% 85-89 0 0 0 0,0% 90-94 0 0 0 0,0% 95-99 0 0 0 0,0% 100+ 0 0 0 0,0% 24 42 66 100% Totale I dati comparativi dei singoli Comuni permettono un’analisi generale del contesto sociodemografico dell’Ambito. La componente della “popolazione attiva” risulta tutto sommato superiore rispetto alla popolazione anziana e a quella giovanile, con un valore pari al 67%. Ad ogni modo, vi è un indice di dipendenza o di carico sociale considerevole, poiché sul totale della popolazione attiva insiste un indice di disoccupazione pari a circa il 30%, con lievi differenziazioni comunali: l’emergenza occupazionale rilevata dai dati statistici è confermata dalle numerose richieste di lavoro anche saltuario che quotidianamente pervengono agli uffici comunali dei servizi sociali. Le informazioni fornite dai Centri per l’impiego della Provincia di Brindisi hanno come base di rilevazione gli utenti iscritti che, pur non coprendo l’intera popolazione attiva, offrono uno spaccato preciso sulla situazione occupazionale dei singoli Comuni rapportata all’ambito provinciale: 111 Tasso di occupazione al 31 dicembre 2012 Nostra rielaborazione su dati ISTAT e Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e formazione professionale COMUNE Maschi Cellino S. M. Erchie Latiano Mesagne San Donaci San Pancrazio S. San Pietro V.co Torchiarolo Torre S. Susanna TOTALE AMBITO TOTALE PROV. BR Femmine Totale Tasso di occupazione (%) Popolazione attiva (15-64 anni) Maschi Femmine Totale 715 1.118 1.695 2.767 651 1.062 1.495 603 1.289 11.395 673 905 1.380 2.746 591 859 1.163 378 1.129 9.824 1.388 2.023 3.075 5.513 1.242 1.921 2.658 981 2.418 21.219 4.378 5.978 9.916 18.328 4.356 6.815 8.876 3.632 7.339 69.618 16,33 18,70 17,09 15,09 14,94 15,58 16,84 16,60 17,56 16,36 15,37 15,14 13,92 14,98 13,57 12,60 13,10 10,40 15,38 14,11 31,70 33,84 31,01 30,07 28,51 28,18 29,94 27,00 32,94 30,47 39.714 33.110 72.824 265.541 14,95 12,47 27,42 25-29 anni 30-34 anni 35-39 anni 40-44 anni 45-54 anni Oltre 55 Cellino S. M. Erchie Latiano Mesagne S.Donaci S.Pancrazio S. S.Pietro V.co Torchiarolo Torre S. S. TOTALE AMBITO TOTALE PROV. BR 20-24 anni COMUNE Fino a 19 anni Occupati al 31 dicembre 2012 per fasce di età Statistica Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e formazione professionale 6 8 20 19 5 12 9 1 16 101 148 259 412 78 120 254 77 217 179 305 467 809 162 312 360 146 391 193 278 422 790 184 313 403 141 333 244 285 455 884 212 281 399 139 348 192 252 434 765 177 227 365 123 311 291 445 674 1.177 281 378 557 219 524 182 302 344 657 143 278 311 135 278 96 1.666 3.131 3.057 3.247 2.846 4.546 2.630 458 6.554 11.589 10.642 11.430 9.552 14.442 8.153 112 136 Tasso di disoccupazione al 31 dicembre 2012 Nostra rielaborazione su dati ISTAT e Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e formazione professionale COMUNE Maschi Cellino S. Marco Erchie Latiano Mesagne San Donaci San Pancrazio Sal. San Pietro V.co Torchiarolo Torre S. Susanna TOTALE AMBITO TOTALE PROV. BR 577 770 1.359 2.619 512 973 1.137 519 874 9.340 33.373 Femmine Totale 722 837 1.584 3.193 643 1.351 1.528 669 939 11.466 43.751 Popolazione attiva (15-64 anni) 1.299 1.607 2.943 5.812 1.155 2.324 2.665 1.188 1.813 20.806 77.124 4.378 5.978 9.916 18.328 4.356 6.815 8.876 3.632 7.339 69.618 265.541 Tasso di disoccupazione (%) Maschi Femmine Totale 13,18 12,88 13,70 14,29 11,75 14,28 12,81 14,29 11,91 13,41 12,57 16,49 14,00 15,97 17,42 14,76 19,82 17,21 18,42 12,79 16,47 16,47 29,67 26,88 29,67 31,71 26,51 34,10 30,02 32,71 24,70 29,88 29,04 25-29 anni 30-34 anni 35-39 anni 40-44 anni 45-54 anni Oltre 55 Cellino S. M. Erchie Latiano Mesagne S.Donaci S.Pancrazio S. S.Pietro V.co Torchiarolo Torre S. S. TOTALE AMBITO TOTALE PROV. BR 20-24 anni COMUNE Fino a 19 anni Disoccupati al 31 dicembre 2012 per fasce di età Statistica Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del lavoro e formazione professionale 34 69 195 226 30 80 74 44 83 147 257 376 777 126 296 267 144 301 136 214 350 629 144 282 298 153 235 191 254 409 819 188 361 439 179 318 177 163 347 743 189 301 351 155 233 129 134 315 636 123 248 327 104 136 246 268 523 1.064 181 400 466 213 267 239 248 428 918 174 356 443 196 240 835 2.691 2.441 3.158 2.659 2.152 3.628 3.242 2.631 9.175 8.867 11.519 10.467 8.528 13.740 12.197 Un indicatore dall’elevato impatto sociale è quello relativo alla situazione reddituale, che riporta il numero dei dichiaranti, il reddito totale, la distribuzione per fascia di reddito, la media per dichiarante e quella per popolazione. Di seguito viene riportata la situazione reddituale per i singoli Comuni dell’Ambito137: CELLINO SAN MARCO 136 Calcolato sul numero delle persone in cerca di occupazione che hanno dichiarato l’immediata disponibilità al lavoro ai sensi del D. Lgs. 181/2000. 137 Dati locali anno per anno sul reddito imponibile persone fisiche ai fini delle addizionali all'Irpef. Elaborazione www.comuni-italiani.it su dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Importi in euro, dati rapportati alla popolazione Istat al 31 dicembre. 113 Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 2.918 6.799 42,9% 40.977.929 14.043 6.027 2006 3.063 6.782 45,2% 43.836.366 14.312 6.464 2007 2.936 6.772 43,4% 47.759.890 16.267 7.053 2008 3.022 6.756 44,7% 49.603.764 16.414 7.342 2009 3.084 6.753 45,7% 50.730.313 16.450 7.512 2010 3.077 6.755 45,6% 51.729.817 16.812 7.658 ERCHIE Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 3.001 8.989 33,4% 39.876.069 13.288 4.436 2006 3.092 8.986 34,4% 42.722.682 13.817 4.754 2007 3.022 8.996 33,6% 48.130.298 15.927 5.350 2008 3.229 8.995 35,9% 51.300.453 15.887 5.703 2009 3.340 9.011 37,1% 53.065.608 15.888 5.889 2010 3.306 8.947 37,0% 54.055.214 16.351 6.042 LATIANO Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 6.279 15.208 41,3% 90.099.108 14.349 5.924 2006 6.466 15.144 42,7% 94.970.964 14.688 6.271 2007 6.374 15.106 42,2% 104.066.131 16.327 6.889 2008 6.608 15.072 43,8% 109.489.507 16.569 7.264 2009 6.803 15.052 45,2% 112.409.622 16.524 7.468 2010 6.777 15.020 45,1% 114.928.167 16.959 7.652 MESAGNE Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 11.571 28.117 41,2% 178.213.673 15.402 6.338 2006 11.842 27.902 42,4% 189.653.628 16.015 6.797 2007 11.857 27.897 42,5% 211.901.035 17.871 7.596 2008 12.234 27.817 44,0% 220.603.557 18.032 7.931 2009 12.433 27.827 44,7% 228.030.442 18.341 8.195 2010 12.473 27.860 44,8% 232.176.195 18.614 8.334 SAN DONACI Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 3.108 7.021 44,3% 44.620.221 14.357 6.355 2006 3.243 7.002 46,3% 48.342.190 14.907 6.904 114 2007 3.134 6.965 45,0% 52.347.668 16.703 7.516 2008 3.210 7.087 45,3% 54.456.697 16.965 7.684 2009 3.251 7.074 46,0% 55.796.740 17.163 7.888 2010 3.240 7.050 46,0% 56.051.835 17.300 7.951 SAN PANCRAZIO SALENTINO Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 4.258 10.471 40,7% 61.225.175 14.379 5.847 2006 4.465 10.482 42,6% 65.853.442 14.749 6.283 2007 4.459 10.463 42,6% 73.781.312 16.547 7.052 2008 4.567 10.399 43,9% 77.021.390 16.865 7.407 2009 4.614 10.367 44,5% 78.496.573 17.013 7.572 2010 4.613 10.342 44,6% 80.022.949 17.347 7.738 SAN PIETRO VERNOTICO Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 6.128 14.735 41,6% 93.504.664 15.259 6.346 2006 6.389 14.667 43,6% 100.454.540 15.723 6.849 2007 6.253 14.572 42,9% 110.833.389 17.725 7.606 2008 6.398 14.473 44,2% 115.535.295 18.058 7.983 2009 6.371 14.430 44,2% 116.186.682 18.237 8.052 2010 6.388 14.380 44,4% 118.217.820 18.506 8.221 TORCHIAROLO Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 2.098 5.069 41,4% 28.605.267 13.635 5.643 2006 2.206 5.035 43,8% 31.280.811 14.180 6.213 2007 2.159 5.104 42,3% 35.297.577 16.349 6.916 2008 2.309 5.113 45,2% 38.389.924 16.626 7.508 2009 2.308 5.156 44,8% 38.014.754 16.471 7.373 2010 2.293 5.179 44,3% 38.476.027 16.780 7.429 TORRE SANTA SUSANNA Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop. 2005 3.875 10.606 36,5% 54.025.669 13.942 5.094 2006 4.037 10.552 38,3% 57.177.006 14.163 5.419 2007 3.831 10.588 36,2% 62.347.401 16.274 5.888 2008 4.130 10.576 39,1% 65.990.792 15.978 6.240 115 2009 4.271 10.584 40,4% 68.440.331 16.024 6.466 2010 4.217 10.552 40,0% 70.230.533 16.654 6.656 Anagraficamente si registra il rientro sul territorio di nuclei familiari emigrati al Nord a causa della grande crisi che attualmente ha investito il nostro Paese, e che ha comportato la chiusura di moltissime piccole/grandi fabbriche ed esercizi commerciali. L’agricoltura, che rimane asse portante del sistema economico locale, potenzialmente favorita dalle condizioni climatiche per il conseguimento di produzioni di qualità, è penalizzata da alcuni limiti specifici quali: la scarsa disponibilità di risorse idriche, la presenza di una struttura aziendale polverizzata, un basso livello di integrazione agro-industriale, una struttura commerciale inadeguata e limitata da carenze infrastrutturale nel settore trasporti. Inoltre, le recenti vicissitudini del settore siderurgico (Gruppo ILVA) hanno ulteriormente accresciuto e aggravato le già precarissime condizioni occupazionali del territorio. Per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazione, esso non appare molto diffuso nei Comuni dell’Ambito, se si eccettua quello di Latiano dove da tempo si è insediata una numerosa comunità straniera proveniente dal Marocco, ormai integrata nel contesto socio-produttivo del territorio. I Paesi di provenienza più rappresentati nelle statistiche degli immigrati sono, oltre al Marocco, Romania e Albania. E’ interessante notare come, mentre per i cittadini romeni prevalgono le figure femminili, per la popolazione marocchina il flusso migratorio è costituito dal genere maschile, il tutto a conferma anche della consuetudine lavorativa che da tempo si è radicata nel nostro Paese: le rumene nell’ambito del mercato delle badanti per anziani e i marocchini per il mercato di oggetti tipici africani. I dati fin qui riportati sono utili per riflettere sulle caratteristiche della popolazione, considerazioni di cui i servizi non possono non tener conto nell’attuazione di politiche sociali che rispondano ai requisiti di efficacia e di adeguatezza. Se la nuova domanda sociale riguarda coloro che si affacciano alla porta dei servizi sociali per la prima volta, la domanda sociale consolidata afferisce, per contro, a coloro che hanno già avuto contatti con i servizi sociali o, in altri termini, a coloro che hanno già avuto risposte puntuali o sostegni concreti alle loro richieste d’aiuto; sono coloro che, in un’accezione qualitativamente estensiva, possono essere considerati parte costitutiva dell’utenza dei servizi e che presentano quella che è stata definita “domanda sociale consolidata”. La presente lettura dei dati intende mettere in evidenza i cambiamenti, le novità e le conferme sia della nuova domanda sociale, sia della domanda sociale consolidata. Un interessante quadro analitico emerge dalla lettura dei dati relativi alla tipologia di potenziali utenti dei servizi, da cui si evince che la nuova domanda sociale proviene prevalentemente dalla categoria degli anziani, dei minori e della famiglia. Di seguito viene descritta l’evoluzione della domanda sociale in riferimento ai servizi attivati nel corso del primo e del secondo Piano di Zona. 116 AREA ANZIANI L’area anziani è quella che risulta più strutturata in quanto i servizi si possono ormai definire consolidati e integrati. Nel Piano di Zona 2010/2012 erano stati programmati i seguenti servizi: ADI; SAD anziani e disabili; Telesoccorso e Teleassistenza; Assegno di cura; AIP tutti espletati e ancora in corso di erogazione; il bisogno emergente permane sempre quello dell’intervento a domicilio. Tutti i Comuni dispongono del Servizio Sociale Professionale facente anche funzioni di Segretariato Sociale per l’orientamento e la presa in carico della domanda proveniente dalla popolazione anziana. La compartecipazione al costo del servizio avviene per tutti i servizi a domanda individuale, mediante la valutazione dell’ISEE per una uniformità nel trattamento degli anziani residenti, che accedono ai servizi nel rispetto del regolamento unico per l’accesso ai servizi. Nonostante la presenza dei servizi domiciliari, il bisogno risulta ancora NON soddisfatto, come si evince dalla tabella sottostante: ADI – BENEFICIARI RICHIESTI 73 + ASL SAD – Anziani e disabili BENEFICIARI 254 RICHIESTI ASSEGNO DI CURA AIP BENEFICIARI RICHIESTI BENEFICIARI RICHIESTI 157 778 66 384 AREA DISABILI Sui Comuni dell’ambito, pressoché in maniera omogenea, sono presenti i seguenti servizi: SERVIZI DIURNI E RESIDENZIALI: compartecipazione alle rette per la quota sociale per l’inserimento nei Centri socio-educativi-riabilitativi. TRASPORTO SOCIALE: trasporti quotidiani presso servizi diurni e presso le strutture riabilitative. INTEGRAZIONE SCOLASTICA: assistenza all’autonomia, vale a dire assistenza a persone presso le scuole di ogni ordine, dall’infanzia alle scuole secondarie di II grado; trasporto scolastico per alcuni disabili presso le scuole di ogni ordine e presso istituti specializzati. Questo servizio risulta essere quello emergente, urgente e indispensabile. Ai sensi della Legge 104/92, al fine di garantire alle persone in situazione di handicap il diritto all’educazione scolastica nelle forme di apprendimento, comunicazione, autonomia e socializzazione, tutti i Comuni forniscono il servizio di assistenza individualizzato nelle scuole di ogni ordine e grado, così come meglio dettagliato nella tabella seguente: 117 COMUNI Cellino San Marco Erchie Latiano Mesagne San Donaci S. Pancrazio Salentino S. Pietro Vernotico Torchiarolo Torre Santa Susanna NR. ALUNNI ASSISTITI 3 14 23 15 0 9 10 5 18 Il dato dimostra che la precedente programmazione è stata orientata, in buona parte, sui servizi sopra descritti, ritenuti prioritari, oltre che a rafforzare quelli a valenza di ambito quali ADI e SAD disabili ed anziani. Si riportano i dati attuali: ADI e SAD disabili e anziani COMUNI BENEFICIARI ADI BENEFICIARI SAD Cellino San Marco Erchie Latiano Mesagne San Donaci S. Pancrazio Salentino S. Pietro Vernotico Torchiarolo Torre Santa Susanna 5 8 9 17 9 6 7 1 10 16 12 28 102 2 24 10 14 58 Totale 72 266 118 Assegno di cura ISTANZE PERVENUTE VALUTATE AMMISSIBILI INAMMISSIBILI AMMESSE E LIQUIDATE 778 778 543 COMUNI 235 147 ISTANZE AMMESSE Cellino San Marco 8 Erchie 23 Latiano 21 Mesagne 31 San Donaci 8 S. Pancrazio Salentino 16 S. Pietro Vernotico 16 Torchiarolo 4 Torre Santa Susanna 20 Totale 147 Assistenza indiretta personalizzata ISTANZE PERVENUTE VALUTATE AMMISSIBILI INAMMISSIBILI AMMESSE E LIQUIDATE 384 384 361 COMUNI 23 66 BENEFICIARI Cellino San Marco 4 Erchie 3 Latiano 26 Mesagne 9 San Donaci 2 S. Pancrazio Salentino 2 S. Pietro Vernotico 3 Torchiarolo 5 Torre Santa Susanna 12 Totale 66 119 Dai dati sopra esposti si può constatare che i servizi domiciliari sono assicurati ma in maniera insufficiente rispetto alla domanda. Per questo motivo, il nuovo piano di zona si propone di conseguire i target regionali e possibilmente oltrepassarli, con l’intento di qualificare e migliorare la vita sociale e soprattutto sanitaria dei cittadini facenti parte dell’Ambito, anche attraverso i contributi pervenuti dalle associazioni di volontariato, dalle organizzazioni sindacali, dalle cooperative sociali e dalle diverse istituzioni presenti ai tavoli di concertazione relativamente alle tre aree tematiche del Piano Sociale di Zona. AREA MINORI E FAMIGLIE La presente area è quella più numerosa e con problematiche più complesse rispetto alle altre, soprattutto per la fascia di età tra i 15 e i 19 anni e per le questioni legate alla tossicodipendenza, al bullismo, all’alcool, alle ludopatie e altre forme di dipendenza, ecc. I servizi espletati nel triennio 2010-2012 sono: ADE Servizio rivolto al sostegno educativo all’interno di nuclei familiari che presentano carenze culturali-educative; il rilevante numero di minori affidati ai servizi sociali ha consentito ai nove Comuni di evitare l’inserimento in strutture residenziali: COMUNI NUCLEI FAMILIARI IN ADE INSERIMENTI IN STRUTTURA Cellino San Marco 9 - Erchie 15 - Latiano 23 - Mesagne 23 - San Donaci 4 - S. Pancrazio Salentino 6 - S. Pietro Vernotico 7 - Torchiarolo 7 - Torre Santa Susanna 10 - Totale 95 - Centro risorse per la famiglia E’ stata data continuità al servizio attivando n. 2 centri, di cui uno per l’area nord (Mesagne, Latiano, Erchie, Torre S. Susanna), e l’altro per l’area sud (S. Pancrazio Salentino, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, San Donaci). I servizi sono attualmente sospesi e con l’attuale programmazione si cercherà di riattivarli, poiché rappresentano per le famiglie o i singoli un’opportunità di ascolto attraverso le figure professionali di mediatore familiare, psicologo, assistente sociale ed educatori: 120 COMUNI ASILO NIDO COMUNALE INSERIMENTI LISTA D’ATTESA ASILO NIDO PRIVATO INSERIMENTI LISTA D’ATTESA Cellino San Marco Erchie Latiano Mesagne San Donaci S. Pancrazio Salentino S. Pietro Vernotico Torchiarolo Torre Santa Susanna Inserimenti lavorativi tramite borse lavoro La crisi economica è largamente sentita sul territorio, e le limitate offerte di lavoro aumentano il disagio sociale e la povertà. In quest’ottica, sono stati programmati gli inserimenti lavorativi protetti sia presso aziende locali che presso istituzioni pubbliche. Tale servizio si è dimostrato l’unico in grado di dare dignità alla persona e alla famiglia, e la programmazione è nel senso del suo consolidamento AREA IMMIGRATI I precedenti Piani Sociali di Zona hanno consentito l’attivazione di n. 2 sportelli immigrati, uno con sede presso il Comune capofila per la popolazione dell’area nord (Mesagne, Latiano, Torre S. Susanna ed Erchie), l’altro con sede a San Pietro Vernotico per la popolazione dell’area sud (San Pancrazio Salentino, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, San Donaci). Ad entrambi i servizi sono state assicurate risorse umane con la qualifica di intermediatore culturale e operatore socio-culturale, individuati con apposito avviso pubblico. Gli sportelli orientano i cittadini stranieri ai servizi in funzione dei bisogni espressi, si occupano delle pratiche riguardanti i ricongiungimenti familiari, il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno e della carta di soggiorno e facilitano l’integrazione e l’accesso ai servizi sanitari e scolastici. Molto proficuo è stato lo Sportello itinerante istituito nell’area nord dei Comuni dell’Ambito, che ha consentito al servizio di raggiungere il cittadino e non viceversa, facilitando l’accesso anche a coloro che sono privi di mezzi di trasporto. Con la presente programmazione ci si propone di confermare e consolidare il servizio. 121 AREA DIPENDENZE E SALUTE MENTALE Le problematiche di quest’area, di per sé complesse e spesso associate a condizioni di povertà economica, di insicurezza sociale, di scarse relazioni significative e di dipendenza, talvolta evolvono in condizioni di grave emarginazione sociale. Fronteggiare i bisogni espressi da questa categoria di soggetti, che qui si intende considerare come appartenenti ad un’unica area, pur nella specificità delle diverse condizioni, significa utilizzare una metodologia di intervento sociale che promuova e sviluppi le capacità del singolo con l’obiettivo di sostenere il percorso di emancipazione. In collaborazione con i servizi sanitari del Ser.T e del DSM, sono stati attivati interventi finalizzati all’inserimento lavorativo protetto, attraverso progetti individualizzati di reinserimento sociale. La finalità complessiva è quella di disegnare un sistema di offerta meno centrato sull’ospedalità e sulla residenzialità e più spostato verso attività di inclusione sociale e domiciliarità assistita. WELFARE D’ACCESSO Nonostante nella precedente programmazione sia stato adottato il regolamento per la PUA, ancora oggi l’accesso passa attraverso il servizio sociale professionale che svolge anche funzioni di segretariato sociale. Le prestazioni sociosanitarie vengono concordate in UVM con sede presso il Distretto della ASL n. 4. I riferimenti normativi dettati dalla legislazione regionale, gli obiettivi e i programmi dell’Osservatorio provinciale, l’aumento dei bisogni in tutte le aree dei servizi sociali, IMPONGONO un maggiore investimento in detta area. 122 1.2 LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DI SERVIZI SOCIALI, SOCIO-EDUCATIVI E SOCIO-SANITARI a. LA MAPPA DELLE STRUTTURE DEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATI AUTORIZZATI AL FUNZIONAMENTO La mappa delle strutture e dei servizi autorizzati al funzionamento si è consolidata nel tempo e attualmente si configura come di seguito: Strutture Residenziali per Minori presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale 1. Centro socio-educativo diurno “Il tulipano” (art. 52 reg. r. n. 4/2007) Via Brodolini, 57 - Mesagne Iscrizione nel registro regionale n. 1008 del 18.10.2011 2. Centro socio-educativo diurno "Abracadabra" (art. 52 reg. r. n. 4/2007) Via Meucci, 7-9-11 - Mesagne Divenire Società Cooperativa Sociale Iscrizione nel registro regionale n. 813 del 11.07.2012 3. Comunità educativa per minori "Emilia De Nicola" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007) Via Brodolini, 57 - Mesagne Cooperativa Sociale OASI a r.l. Iscrizione nel registro regionale n. 859 del 24.07.2012 4. Comunità educativa per minori “La Ginestra” (art. 48 Reg. R. n. 4/2007) Via Brodolini, 47 - Mesagne Cooperativa Sociale OASI a r.l. Iscrizione nel registro regionale n. 860 del 24.07.2012 5. Comunità socio-educativa residenziale per minori "Verso il sole" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007) Contrada Corcioli - S.S. Mesagne - Latiano Cooperativa Sociale Onlus Kaleidos Iscrizione nel registro regionale n. 780 del 05.07.2012 6. Comunità educativa "La Tavolozza" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007) Via F. Muscogiuri, 13 - Mesagne 123 Divenire Società Cooperativa Sociale Iscrizione nel registro regionale n. 179 del 17.03.2010 7. Comunità educativa "Mondo azzurro" (art. 48 Reg. R. n. 4/2007) Contrada Lu Mestru, Via Prov.le per Latiano km 6,3 - Mesagne Cooperativa Sociale “Sostegno” a r.l. Iscrizione nel registro regionale n. 1008 del 18.10.2011 8. Comunità educativa “Stella del Salento” (art. 48 Reg. R. n. 4/2007) Contrada Lu Mestru, Via Prov.le per Latiano km 6,3 - Mesagne Cooperativa Sociale “Sostegno” a r.l. Iscrizione nel registro regionale n. 559 del 02.08.2010 9. Comunità Familiare "La Tegola Blu" Viale Cotrino, 8 – Latiano 10. Comunità Educativa "Esperanto" Via G. De Nitto, 63 – Latiano 11. Comunità Educativa "Avvenire" Via Manzoni, 27 – Latiano 12. Gruppo Appartamento “Il Sorriso” Via Caterina Scazzeri, 131 – Latiano 13. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “Flora” Via G. Di Vittorio, 29 - Latiano Coop. Soc. “Siderea” 14. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “Arca di Noè” Viale Cotrino, 81 – Latiano Coop. Soc. “Artemide” 15. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “La magnolia” Via A. Moro, 3 I Piano - Latiano Coop. Soc. “I Giardini del Sole” 16. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “La Casa di Nina” Via Lamarina, 81 - Latiano Soc. Coop. “Harmonia” 17. Gruppo Appartamento per gestanti e madri con figli “La Bussola” Via Francavilla, 23 - Latiano Soc. Coop. “Sostegno” 124 18. Comunità Educativa “Il Riccio” Via Aldo Moro, 3 - Latiano Soc. Coop. “I Giardini del sole” 19. Comunità Alloggio per minori anche stranieri non accompagnati “Teranga” Via Oria, 16 - Torre Santa Susanna Asili Nido presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale 1. Asilo Nido Cooperativa “Cresciamo Insieme” (art. 53 reg. r. n. 4/2007) Via Monte Bianco snc – Mesagne Cooperativa Sociale “Cresciamo insieme” a r.l. Iscrizione nel registro regionale n. 547 del 26.06.2008 2. Scuola dell'infanzia - micro nido “L'arcobaleno” (art. 53 reg. r. n. 4/2007) Via Pacinotti, 39 - Mesagne Associazione “L’Arcobaleno” Iscrizione nel registro regionale n. 556 del 02.08.2010 3. Asilo Nido “Rini Scazzeri” (art. 53 reg. r. n. 4/2007) Via Santa Rosa Largo S. Pio, 2 - Mesagne Società Cooperativa Sociale “Sillabando” Iscrizione nel registro regionale n. 160 del 30.03.2009 4. Asilo Nido Comunale “Vincenzo Cavaliere” (art. 53 reg. r. n. 4/2007) Via Guglielmo Marconi, 145 - Mesagne Iscrizione nel registro regionale n. 1023 del 04.11.2013 5. Scuola dell'infanzia paritaria "Nazareth" Via San Pancrazio, 42 - San Donaci 6. Associazione di promozione sociale Asilo nido “Fratelli Pirò” Via Caneva, 30 – Torchiarolo 7. Asilo Nido Cooperativa “Cresciamo Insieme” Via Aldo Moro, 23 - San Pancrazio Salentino 8. Asilo Nido Comunale Via Cellini, 5 - Torre Santa Susanna 125 9. Asilo Nido “La Bottega della Fantasia” Via Virgilio, 17 - Latiano Soc. Coop. “La Bottega della Fantasia” 10. Asilo nido “L’Albero dell’Esperienza” via Bellini - Latiano Soc. Coop. L’Albero dell’Esperienza 11. Ludoteca “La Girandola” Via Attilio Spinelli - Latiano Soc. Coop. “La Girandola” Strutture Residenziali per Anziani presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale 1. Residenza protetta “Villa Iris” - Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA) (art. 66 Reg. R. n. 4/2007) Via Tito Speri snc - Mesagne Iscrizione nel registro regionale n. 149 del 07.03.2008 2. Residenza protetta “Villa Quercia” - Centro diurno (art. 68 Reg. R. n. 4/2007) Via San Pancrazio km 1 - Mesagne Iscrizione provvisoria nel registro comunale n. 59 del 08.02.2007 3. Comunità alloggio “Villa Quercia” (art. 62 Reg. R. n. 4/2007) Via San Pancrazio km 1 - Mesagne Iscrizione provvisoria nel registro comunale n. 68 del 08.02.2007 4. Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA) “Sant’Antonio di Padova” (art. 66 Reg. R. n. 4/2007) Via Arno 9 - Mesagne Congregazione Suore Oblate “Sant’Antonio di Padova” Iscrizione nel registro regionale n. 641 del 21.09.2010 5. Comunità alloggio “Villa Rosa” (art. 62 Reg. R. n. 4/2007) Via Vignola snc - Mesagne Società Cooperativa Sociale “Villa Rosa” Iscrizione nel registro regionale n. 7 del 13.01.2011 6. Comunità alloggio “Comunità Sanese” (art. 62 Reg. R. n. 4/2007) 126 Via Giusti 48 - Mesagne Comunità Sanese Società Cooperativa Iscrizione nel registro regionale n. 849 del 23.07.2012 7. Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA) “Villa Bianca” (art. 66 Reg. R. n. 4/2007) Via per Torre S. Susanna snc - Mesagne Residenza sociosanitaria Mesagne srl Iscrizione nel registro regionale n. 114 del 18.02.2013 8. Casa Di Riposo “Rosa Aloisio” Via S. Margherita 47 - Latiano 9. Residenza Protetta “Rosa Aloisio” Via De Gasperi 14 - Latiano 10. RSSA “C. Scazzeri” Viale Cotrino, 1 - Latiano 11. RSSA “Santa Lucia” Via Roma, 85 - Erchie 12. Casa per la vita “Giovanni Paolo II” Via Garibaldi - Latiano Srl. Fiordaliso 13. “Casa per la vita” Via Santa Margherita, 75 - Latiano Soc. Coop. “Marana-tha” 14. “Casa per la vita” Vico Gioberti - Latiano Soc. Coop. “Marana-tha” 15. “Casa per la vita” Via Sant’Antonio, 75 - Latiano Soc. Coop. “Le Ali” 16. Casa per la vita “Madonna del Rosario” Via Manzoni, 23 - Latiano Fondazione “Opera Beato Bartolo Longo” 17. Comunità Alloggio “Antonio Maria Leo” Piazza Carmelitani - Torre S. Susanna 127 18. Casa di riposo “Saverio Vita” Piazza P. Faggiano – San Donaci 19. Casa di riposo “Agrifoglio” C.da Episcopana, sn –Torre S. Susanna 20. Casa per la Vita “Don Tonino Bello” Via Erchie, 63 - Torre S. Susanna Strutture per soggetti diversamente abili presenti sul territorio dell’Ambito Territoriale 1. Centro diurno socio-educativo e riabilitativo “Villa Cavaliere” (art. 60 Reg. R. n. 4/2007) Via Prov.le San Vito dei Normanni km 1 -Mesagne Cooperativa Sociale Alba Iscrizione nel registro regionale n. 246 del 01.04.2010 2. Centro diurno socio-educativo e riabilitativo “Pino Pagliara” (art. 60 Reg. R. n. 4/2007) Via San Lorenzo Martire 49 - Mesagne Cooperativa Sociale Alba Iscrizione nel registro regionale n. 810 del 16.10.2008 3. Residenza socio-sanitaria assistenziale per diversamente abili (RSSA) “Casa Melissa” (art. 58 Reg. R. n. 4/2007) Via per Torre S. Susanna snc - Mesagne Residenza socio-sanitaria Mesagne srl Iscrizione nel registro regionale n. 840 del 12.09.2013 4. Struttura Semiresidenziale Centro Di Terapia Occupazionale Associazione "La Rinascita" Strada Statale 16 Km 930 Sn San Pietro Vernotico 5. Comunità socio-riabilitativa “MYOSOTIS” Erchie Sono inoltre in fase di implementazione i programmi di investimento per la dotazione infrastrutturale sociale del territorio in via di realizzazione mediante i programmi di investimento Asse III P.O. FERS 2007-2013. 128 In data 03 febbraio 2010 con Deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 22 è stato approvato il Piano di Investimenti per una spesa complessiva di € 3.356.078,72 sui finanziamenti previsti per l’Asse III Linea 3.2 Azione 3.2.1 “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattiva territoriale” ai sensi della D. G.R. n. 2409/2009. Il Piano era articolato secondo lo schema di seguito riportato: “Centro diurno per anziani” c/o il Comune di Mesagne - Costo investimento € 370.512,20 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 333.460,98, Coofinanziamento comunale € 37.051,22 “Centro diurno socio- educativo per minori” c/o il Comune di Erchie - Costo investimento € 438.200,52 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 416.290,49, Coofinanziamento comunale € 21.910,03 “Centro diurno per anziani” c/o il Comune di Erchie - Costo investimento € 452.866,00, contributo richiesto alla Regione Puglia € 430.217,70 , Coofinanziamento comunale € 22.648,30 “Recupero ed ampliamento immobile “Pio Istituto Caterina Scazzeri” da adibire ad RSSA, c/o Comune di Latiano - Costo investimento € 1.000.000,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia €730.000,00, Cofinanziamento comunale € 270.000,00 “Centro sociale polivalente anziani”, c/o il Comune di Torre S.S., - Costo investimento € 460.000,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 400.000,00, Cofinanziamento comunale € 60.000,00 “Centro diurno per anziani e non autosufficienti” c/o il Comune di San Donaci - Costo investimento € 634.500,00, contributo richiesto alla Regione Puglia € 617.500,00, Cofinanziamento comunale € 17.000,00 In data 19 agosto 2011, con Deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 30, è stato approvato un Accordo di Programma Integrativo per la presentazione del “Piano di Investimento in Infrastrutture sociali e socio-sanitarie” Azione III.4.1 della Linea 3.4 del P.O. FERS 2007-2013, per una spesa totale pari a € 1.188.050,00, finalizzato al potenziamento della rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto dello sfruttamento, della tratta e della violenza di donne, minori e stranieri immigrati, in coerenza con gli obiettivi di servizio individuati nel Piano di Zona ed in linea con il Programma Pluriennale di Asse III “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale – Linea 3.4 Interventi per la Legalità e la Sicurezza” – Azione III 3.4.1, secondo lo schema di seguito riportato: “Centro interculturale per l’integrazione e l’intercultura per cittadini stranieri ed italiani centro per l’accoglienza notturna per persone senza fissa dimora” c/o il Comune di San Pietro V.co. – Costo investimento € 675.250,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 489.431,25 129 “Laboratorio urbano polifunzionale per immigrati e giovani” c/o il Comune di Cellino S. Marco – Costo investimento € 162.800,00 , contributo richiesto alla Regione Puglia € 122.100,00 b. I SERVIZI A TITOLARITÀ PUBBLICA E I SERVIZI PRIVATI CONVENZIONATI In riferimento ai servizi pubblici dell’Ambito, i primi che necessariamente devono essere menzionati sono: Servizio sociale professionale / segretariato sociale n.3 assistenti sociali n.2 assistente sociali n.1 assistente sociale n.3 assistenti sociali n.1 assistente sociale n.1 assistente sociale n.1 assistente sociale n. 1 assistente sociale n. 1 assistente sociale Comune di Mesagne Comune di Latiano Comune di Erchie Comune di Torre S. Susanna Comune di San Pietro Vernotico Comune di Cellino S. Marco Comune di Torchiarolo Comune di San Donaci Comune di San Pancrazio Salentino Ad essi si associano i servizi socio-sanitari e del Ministero di Giustizia, quali: Consultori Familiari Torre S. Susanna Cellino S. Marco San Pietro Vernotico San Pancrazio Salentino Mesagne Dipartimento di Salute Mentale CSM (Centro di salute mentale) : Mesagne e San Pancrazio S. SPDC (Servizio psichiatrico Diagnosi e cura) c/o Ospedale San Pietro V. NIAT (servizio di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza territoriale) Latiano e Cellino San Marco Dipartimento dipendenze patologiche SERT Mesagne San Pietro Vernotico Integrazione socio sanitaria – UVM ; Distretto Socio-Sanitario Mesagne Ministero Giustizia: USSM Tribunale dei Minorenni Lecce sede staccata di Brindisi 130 UEPE Lecce sede staccata di Brindisi c. PUNTI DI FORZA E DI CRITICITA’ NELLA DOTAZIONE ATTUALE: MAGGIORE FABBISOGNI Ragionare in termini antitetici per capire quali siano i punti di forza e di debolezza dell’intero sistema dei servizi e dei rapporti messi in campo dalla nuova progettazione sociale comporta una riflessione su cosa è avvenuto e cosa si può migliorare. Il percorso iniziato già con il primo Piano di Zona e proseguito con il secondo, certamente non semplice, ha consentito di raggiungere una logica gestionale autonoma di programmazione partecipata. Programmare gli interventi sociali del territorio fa parte ormai della prassi istituzionale e operativa dei servizi degli Enti e degli organismi del III settore. L’integrazione è diventata fondamento delle politiche sociali intesi non come interventi assistenziali, ma come formula per migliorare e razionalizzare i servizi territoriali per renderli più efficienti ed efficaci in una logica di centralità della persona. Non da ultimo, l’integrazione con il Terzo settore è la leva per la razionalizzazione di una rete di servizi ampia, capillare, in grado di leggere le esigenze del cittadino e di rendere servizi meno operosi e più rispondenti ai bisogni dello stesso. Rimane punto di forza la domiciliarità della maggior parte degli interventi e dei servizi previsti nel Piano sociale di Zona che saranno riprogrammati in questo terzo Piano. Il persistere di numerose richieste di inserimento in struttura, ha comportato lo sviluppo della cultura della domiciliarità. L’attuale situazione organizzativa dei servizi, attraverso i punti di accesso - PUA - attivati in ogni singolo Comune dell’Ambito, cerca di effettuare una corretta valutazione integrata, multidisciplinare e multidimensionale del bisogno di cure domiciliari, a fronte di una dimensione problematica complessa e per definizione socio-sanitaria legata alla perdita di autonomia delle persone. Tale organizzazione ha iniziato a rispondere a criteri di flessibilità, semplicità di accesso, tempestività della risposta, integrazione socio-sanitaria, centralità della persona e della famiglia. Altro punto di forza è stata la collaborazione con le istituzioni pubbliche, con il Ministero di Grazia e Giustizia e con le Organizzazioni Sindacali, con una necessaria riflessività, confronto e idee progettuali , oltre a percorsi di lavoro che prefigurano la rete di servizi e del welfare locale. Si evidenziano alcuni dei principali punti di forza e di criticità : Punti di forza e di criticità PUNTI DI FORZA Famiglia e minori Presenza del servizio ADE Presenza delle Associazioni e delle Parrocchie a sostegno delle famiglie Presenza del Consultorio Familiare che lavora in sinergia con i Servizi Sociali Presenza di iniziative di sostegno scolastico da parte delle Ass.ni di Volontariato Iniziative tese ad attività ludiche e sportive PUNTI DI CRITICITA’ Famiglia e minori Carenza di informazioni sui diritti e servizi Assenza di equipe multidisciplinari per l’affido e l’adozione Assenza di un registro famiglie affidatarie Assenza di figure specialistiche per il sostegno alle famiglie disagiate 131 Carenza di servizi di assistenza educativa Carenza di centri polivalenti per i minori Carenza di sportelli per informazioni agli studenti presso le Scuole Carenza di interventi sui minori a rischio praticate da oratori e ass.ni di volontariato Anziani Anziani ADI; SAD anziani e disabili; Telesoccorso e Teleassistenza; Assegno di cura; AIP Carenza di servizi di telefonia sociale Carenza di servizi e collegamenti per attività motorie e riabilitative Carenza di centri sociali polivalenti ADI non del tutto integrata Disabilità Disabilità Centri Diurni Socio Educativi Riabilitativi Integrazione scolastica Presenza della famiglia come valido ambito di cura Servizio di assistenza specialistica Trasporto scolastico Salute mentale e dipendenze Presenza del Difficoltà della famiglia ad accudire il disabile Carenza di centri semiresidenziali/diurni per il tempo libero e la socializzazione Carenza di informazioni su servizi e prestazioni Barriere architettoniche da abbattere Carenza di segnaletica adeguata Necessità di attivare l’inserimento lavorativo DSM ASL BR Presenza della famiglia Presenza del Ser.T ASL BR/1 Immigrazione Salute mentale e dipendenze Presenza di sommerso/difficoltà di reperimento dati Carenza di informazioni su diritti e servizi. Carenza di politiche per l’inserimento lavorativo Pochi e discontinui interventi di prevenzione Stigma sociale elevato Poca integrazione del Ser.T con altri servizi dell’Ambito Mancanza di comunicazione, rete e integrazione tra DSM-Comuni 132 Sportelli Informativi Il volontariato locale Sostegno economico al nucleo familiare con tre figli minori; Assegno di maternità Bonus natalità Contributi regionali ad integrazione dei canoni di locazione Presenza della famiglia allargata Welfare d’Accesso Attivazione PUA distrettuale Attivazione UVM distrettuale 1.3 Immigrazione Sospensione delle attività degli Sportelli Precarietà del lavoro Carenza di qualificazione professionale Lavoro sommerso e sottopagato Illegalità diffusa Mancanza di controlli circa il fenomeno dello sfruttamento lavorativo Intermediazione illegale per i lavoratori immigrati Difficoltà nel reperimento di adeguati alloggi da parte degli immigrati Welfare d’Accesso Difficoltà nella gestione integrata con la ASL Segretariato sociale attivato e sospeso Mancata attivazione del Servizio Sociale Professionale e del Pronto Intervento Sociale L’ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI OBIETTIVI DI SERVIZIO PER IL WELFARE TERRITORIALE TRA IL 2010 ED IL 2013 Il sistema delle priorità strategiche e degli obiettivi specifici della programmazione regionale in materia di servizi e di interventi sociali e socio-sanitari espressi nel primo Piano Regionale delle Politiche Sociali, si articolava in livelli essenziali di prestazioni ed in obiettivi quali: Welfare d’accesso, con il ruolo fondamentale riconosciuto al Servizio Sociale Professionale e al Servizio di Segretariato Sociale per le funzione di ascolto e di prevenzione oltre alle attività di presa in carico, gestione sociale del caso e di pronto intervento per le situazioni di emergenza sociale; Servizi domiciliari, di tipo educativo, sociale ed integrato; Servizi a carattere comunitario, compresa la rete delle strutture e dei servizi a ciclo diurno; Servizi e strutture di ciclo residenziale, ai diversi livelli di intensità assistenziale; Misure di sostegno e assistenza economica nelle diverse forme previste dalla programmazione regionale. 133 In riferimento agli obiettivi di servizio relativi al welfare territoriale sopra descritti, per il nuovo Piano di Zona si conferma l’evoluzione del processo di integrazione socio-sanitaria avviata nel primo piano ed il consolidamento dei servizi già attivati e di seguito descritti: - PUA: La Porta Unica d’Accesso - come sistema di accoglienza della domanda in grado di aprire al cittadino l’intera gamma di opportunità offerte dal sistema dei servizi sociali e sanitari – è stata avviata nel 2010 presso gli uffici dei Servizi Sociali Professionali di ogni Comune. Nel 2011 si è concluso l’iter di selezione dei partecipanti all’avviso pubblico per l’assunzione del personale da destinare ai Servizi di Porta Unica d’Accesso e Segretariato Sociale nei singoli Comuni dell’Ambito. Nell’ anno 2012 è stato attivato il suddetto servizio. - UVM: L’UVM continua ad essere lo strumento principale attraverso cui l’Ambito Territoriale e il Distretto Socio-Sanitario, esercitano il ruolo di committenza delle prestazioni socio-sanitarie. Costituisce a livello di Ambito il filtro per l’accesso al sistema dei servizi socio-sanitari di natura domiciliare, semi-residenziale e residenziale a gestione integrata e compartecipata. Essa mantiene le caratteristiche espresse nella relazione dell’anno precedente tanto per le funzioni quanto per le composizioni, consolidando gli strumenti operativi e le metodologie condivise d’intervento. - ADI: ADI rimane il servizio che maggiormente si caratterizza per la forte valenza integrativa delle prestazioni. Sono interventi che assicurano prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative, e socio-assistenziali in forma integrata secondo Piani Individualizzati, in seguito ad una Valutazione Multidimensionale e Multidisciplinare condotta attraverso l’utilizzo di strumenti standardizzati -SVAMA- finalizzati ad esaminare le specifiche aree funzionali ed identificate i bisogni assistenziali sanitari e sociali della persona. - INTEGRAZIONE SCOLASTICA: Obiettivo dell’integrazione scolastica è “lo sviluppo delle potenzialità della persona disabile nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”. Il servizio presuppone una collaborazione tra Ambito, Asl e Scuola nell’esercizio delle rispettive competenze istituzionali e prevede le seguenti attività: La segnalazione dell’handicap da parte della famiglia/scuola; L’individuazione della diagnosi funzionale da parte dell’ASL; La definizione del profilo dinamico funzionale; La stesura del progetto educativo individualizzato ( PEI ); L’assistenza nelle ore scolastiche, su delega dell’ambito, così come definito a seguito di accertamento della gravità dell’handicap da parte del Responsabile del NIAT ( Neuropsichiatria infanzia e Adolescenza Territoriale ) dell’ASL di riferimento; Verifica dell’attuazione del PEI in collaborazione con la scuola e i comuni dell’ambito per l’utenza di proprio interesse; La riorganizzazione del lavoro scolastico attraverso una pianificazione di incontri con docenti concordata con i Capi di Istituto e i comuni di riferimento; Raccordo operativo tra il servizio di assistenza scolastica e di Centri Aperti a carattere pluridisciplinare dell’ASL rispetto alle fasi della diagnosi, dell’assistenza, della riabilitazione e dell’integrazione. Ai Comuni dell’Ambito rimangono attribuiti, per competenze istituzionali: Il trasporto; 134 L’abbattimento delle barriere architettoniche che ostacolano la partecipazione alla vita scolastica dei portatori di handicap; La dotazione di sussidi e ausili didattici; L’adeguamento dell’organizzazione del funzionamento degli asili nido in funzione dei bambini con l’handicap ai sensi della legge 104/92 art. 13. - AIP: L'obiettivo di questa forma di assistenza è quello di promuovere la domiciliarità, riducendo il ricorso ai ricoveri in strutture residenziali. Si tratta di un contributo economico omnicomprensivo erogato a integrazione del reddito del nucleo familiare che assicura assistenza continuativa a congiunti che si trovano in condizioni di non autosufficienza gravissima, avendo scelto di far proseguire la permanenza a domicilio in alternativa al ricovero in struttura residenziale. - ASSEGNO DI CURA: L'obiettivo di questa forma di assistenza è quello promuovere la domiciliarità, riducendo il ricorso ai ricoveri in strutture residenziali. Ciò consente anche di mantenere le persone inserite nel proprio contesto familiare e sociale. - PRESTAZIONI SEMI-RESIDENZIALI E RESIDENZIALI: l’accesso alle prestazioni residenziali e semi-residenziali avviene previa valutazione dell’UVM. L’accordo di programma ASL/Ambito ed in generale l’attuale normativa impegna le parti alla compartecipazione della spesa. Pertanto la quota sanitaria è di pertinenza della ASL mentre la quota sociale è a carico dell’utente e/o dei Comuni. I Comuni intervengono in maniera inversamente proporzionale alla capacità economica degli utenti e ciò richiede una valutazione delle risorse economiche dei cittadini e delle loro famiglie. Altresì i Comuni e/o Ambito intervengono, economicamente, pagando il 60% della retta necessaria per il trasporto degli utenti c/o i Servizi semi-residenziali (art. 60 RR 04/2007 e simili) Sono stati inoltre consolidati e potenziati i servizi socio assistenziali domiciliari: - SAD ANZIANI e DISABILI: Il Servizio di Assistenza Domiciliare è destinato ad anziani, diversamente abili fisici, psichici e sensoriali, e di altre persone in difficoltà che versano in condizioni di marginalità sociale determinate da disagio socio – economico, o del tutto privi di supporto familiare. Il SAD è orientato al solo supporto socio – assistenziale attraverso la predisposizione di un piano di assistenza individualizzato e presa in carico dell’utenza, garantendo: o Prestazioni di aiuto domestico atti a favorire o conservare l’autosufficienza dell’anziano individuabili in: o Prestazioni di aiuto alla persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane; o Sostegno alla mobilità personale, trasporto e accompagnamento per persone anziane e diversamente abili parzialmente non autosufficienti che a causa dell’età e/o di patologie invalidanti, accusano ridotta o scarsa capacità nella mobilità personale. o Prestazione di aiuto per le famiglie che assumono compiti di cura ed accoglienza dei soggetti destinatari del servizio. - ADE: Il Servizio Domiciliare Educativo effettua interventi di natura Sociale ed educativa che vengono assicurati presso il domicilio dei nuclei familiari, anche monogenitoriali, con minori in condizioni di grave svantaggio socio-educativo, relazionale e culturale, i cui genitori necessitano di aiuto e di supporto nello svolgimento e nello sviluppo delle competenze educative. 135 o Tali prestazioni si caratterizzano sia in senso preventivo a favore del minore, sia in termini di sostegno diretto allo stesso ed alla famiglia al fine di salvaguardare e migliorare la qualità del rapporto tra genitori e figli o Il Servizio Domiciliare Educativo persegue i seguenti obiettivi: o migliorare le relazioni all’interno del nucleo familiare; o promuovere un processo di cambiamento reale della famiglia; o concorrere a rendere autonomo il nucleo familiare; o favorire l’integrazione e la socializzazione dei bambini nel proprio ambiente di vita, attraverso l’accesso alle strutture educative presenti sul territorio (oratorio, centro d’aggregazione giovanile, strutture sportive); o raggiungere un positivo inserimento nell’ambiente scolastico anche mediante un aiuto nello svolgimento dei compiti; o sostenere il nucleo familiare, soprattutto in presenza di bambini in affidamento eterofamiliare e diversamente abili. o favorire la de-istituzionalizzazione; o sostenere la funzione educativa genitoriale. - SPORTELLO DI ORIENTAMENTO E INFORMAZIONE A FAVORE DI CITTADINI IMMIGRATI; Nello specifico i servizi previsti dallo Sportello Immigrati sono: o informazioni per la prima accoglienza attraverso collegamenti con le strutture già operanti sul territorio; o disbrigo pratiche burocratiche relative al soggiorno e alla presenza sul territorio italiano, attraverso collegamenti con Servizi Sociali, Scuole, Enti pubblici e privati; o informazioni per il reperimento dell’alloggio attraverso collegamenti con IACP, Ufficio casa dei diversi comuni, Servizi Sociali comunali ed altre agenzie operanti sul territorio; o informazioni sulle opportunità di lavoro attraverso collegamenti INPS, Ufficio Provinciale del Lavoro, Ispettorato Provinciale del Lavoro, Associazioni o Enti pubblici e privati che effettuano corsi di formazione per cittadini immigrati; o informazioni sul servizio sanitario attraverso collegamenti con le strutture sanitarie locali e con altre agenzie pubbliche e private operanti sul territorio; o servizio fax in ricezione per immigrati che debbono ricevere documenti; o servizio e-mail in ricezione e trasmissione con i Paesi di provenienza (Ambasciate, famiglie, associazioni, ecc.) e su tutto il territorio nazionale. - SERVIZIO DI LAVORATIVO: ORIENTAMENTO, FORMAZIONE E INSERIMENTO per gli inserimenti lavorativi sono state attivate le seguenti attività: o protocolli di intesa tra Ambito, UEPE, SERT, DSM e Associazioni di categoria finalizzati a promuovere la collaborazione delle singole imprese/aziende per uniformare i percorsi di accesso e l’ esplicitazione degli inserimenti; o individuazione dei settori di sviluppo del mercato del lavoro locale; o individuazione della tipologia dei rapporti di lavoro sostenibili ( contratti di formazione lavoro, borse lavoro, compensi forfettari con coperture assicurative ) e della durata dell'esperienza lavorativa ( non meno di un anno ); o ricognizione degli adempimenti obbligatori assunti da Enti e Uffici Pubblici in riferimento alle assunzioni obbligatorie di cui alla legge 68/99; o individuazione delle aziende e ditte disponibili a garantire l’accesso lavorativo, convenendo un piano individualizzato dì intervento; 136 o individuazione dì incentivi economici in favore di aziende disponibili a dare continuità all'esperienza lavorativa, contestualizzando e normando l'assunzione nell'ambito della normativa di riferimento ( agevolazioni fiscali, incentivi nazionali ed europei, adeguamenti del quorum sulla presenza in organico dei disabili ecc. ). Il nuovo Piano di Zona insisterà su alcuni assi portanti della programmazione sociale regionale per il triennio 2013-2015 sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi; contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva; promuovere la cultura dell’accoglienza; sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori; promuovere l’integrazione sociosanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze; prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza. Viene introdotto per la prima volta il patto di partecipazione per impegnare reciprocamente i Comuni e tutte le organizzazioni del Terzo Settore e le Organizzazioni Sindacali più rappresentative in tutte le fasi di vita del Piano Sociale di Zona, il cui percorso di formazione è stato condiviso, fin dal suo esordio, con il territorio. Si intende assicurare lo svolgimento di un percorso di programmazione partecipata, capace di attivare gli attori interessati a livello regionale e a livello locale in grado di garantire tempi ragionevolmente brevi per arrivare ad assicurare a tutti i Comuni pugliesi l’erogazione delle risorse finanziarie e le procedure di spesa necessarie per dare continuità dei servizi, e perseguire maggiori livelli di qualità della vita e di potenziamento del sistema di welfare locale e regionale. 137 1.4 L’ATTUAZIONE ECONOMICO – FINANZIARIA E CAPACITA’ DI CO FINANZIAMENTO DEI COMUNI La composizione della scheda finanziaria prevede la quota di compartecipazione che i comuni devono conferire per la gestione dei servizi del Piano di Zona. Il budget da garantire per il nuovo triennio è pari ad una quota non inferiore al 100% delle seguenti: F.N.P.S., F.N.A. e F.G.S.A. La capacità di cofinanziamento, così come rilevabile dallo schema della programmazione finanziaria allegato al presente piano di zona, è pari a €. 3.545.138,06, ben oltre la percentuale minima prevista dalle linee guida regionali. La relativa composizione fa riferimento a contribuzioni finanziarie pari ad €. 366.891,17 e a numerosi servizi che tutti i comuni, secondo regole stabilite dal Coordinamento Istituzionale di cui al verbale del 25/11/2013, garantiscono agli utenti dei propri territori. 1.5 BUONE PRATICHE E CANTIERI DI INNOVAZIONE AVVIATI Il Piano Regionale per le Politiche Sociali 2013-2015 sollecita l’apertura presso ciascuna comunità locale di veri e propri cantieri dell’innovazione sociale, definiti “luoghi di sperimentazione condivisa delle pratiche comunitarie di welfare, nei quali si possano elaborare modelli innovativi di produzione di servizi, capaci di coniugare sostenibilità e valore sociale, partecipazione civica e rafforzamento istituzionale”. In questo modo si intende impattare nei sistemi locali di welfare riducendo gli sprechi, valorizzando le risorse della collettività, orientando i comportamenti individuali alla responsabilità, alla sobrietà e alla tutela degli interessi collettivi. Il Piano Regionale elenca alcuni interventi per i quali è possibile immaginare, delineare, costruire e sperimentare azioni di innovazione sociale, e che sono stati presi a modello dall’Ambito per l’avvio dei cantieri: - - - interventi di pianificazione spazio temporale delle città per favorire la conciliazione vita lavoro attraverso un ripensamento dei tempi, degli orari e degli spazi; programmazione di progetti di social housing e di co-housing all’interno dei programmi di rigenerazione urbana; interventi per innalzare la qualità, la sicurezza e l’accessibilità dello spazio pubblico e degli spazi verdi prevedendo, quale requisito indispensabile per il finanziamento dei progetti, una specifica attenzione agli spazi dedicati alle utenze deboli (anziani, bambini, disabili, famiglie con bambini piccoli); percorsi di creazione e consolidamento delle reti territoriali per lo sviluppo del capitale sociale di comunità con il coinvolgimento attivo dei cittadini, delle organizzazioni di volontariato e di altre forme associative, delle istituzioni e delle imprese; interventi coordinati in materia di politiche familiari per la sperimentazione dei “Distretti per le Famiglie”, territori in cui una pluralità di attori: istituzioni, operatori commerciali, sistema imprenditoriale, singoli cittadini e mondo associativo, adottano azioni coordinate che hanno il comune obiettivo di perseguire e incrementare il benessere e la qualità della vita sia delle famiglie residenti che delle famiglie ospiti; iniziative pubbliche dedicate al tema del Welfare aziendale e della Responsabilità delle imprese (CRS) sui temi della flessibilità organizzativa, conciliazione dei tempi vita-lavoro, accompagnamento alla maternità, sostegno della genitorialità, mobilità sostenibile, benefit, a cui le imprese e le organizzazioni pubbliche possono ricorrere per costruire il benessere dei/delle dipendenti quale leva di competitività per le imprese, anche e soprattutto in un momento di crisi economica. 138 Nello specifico, gli interventi di innovazione sociale avviati nel territorio dell’Ambito riguardano: l’apertura dei tavoli di concertazione alle organizzazioni di volontariato, attraverso un processo di programmazione partecipata dei servizi sociali che si basa su una modalità di governo plurale del sistema locale di welfare, in attuazione del principio di sussidiarietà declinato nella sua dimensione orizzontale; l’attuazione di nuove forme di accoglienza dei minori, mediante servizi domiciliari di aiuto/sostegno/educazione al ruolo genitoriale o, in caso di temporanea impossibilità, attraverso l’istituto dell’affidamento che individua altro idoneo ambiente familiare, puntando alla deistituzionalizzazione dei minori come sollecitato dal Piano Regionale delle Politiche Sociali e dalla Legge 28 marzo 2001 n. 149 “Diritto del minore ad una famiglia”; l’integrazione tra politiche sociali e interventi in materia di inclusione sociale mediante l’inserimento al lavoro di persone svantaggiate, puntando a superare gli ostacoli di natura personale o sociale che ne impediscono l’occupazione in condizioni di parità e oltrepassando la condizione assistita per tutte le classi di svantaggio, anche quelle relative alle “nuove povertà”; la riorganizzazione, l’implementazione e l’attivazione di servizi funzionali a soddisfare i nuovi bisogni emergenti all’interno dei nuclei familiari, a partire dalle esperienze positive già realizzate attraverso la progettualità legata alla Legge 28 agosto 1997 n. 285 di istituzione dei Centri famiglia. 139 Capitolo II LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO L’aumento della disoccupazione, la nascita di nuove forme di povertà relative e la crisi socioeconomica, hanno portato ad una crescita di domanda sociale alla quale, a livello regionale, si è cercato di rispondere con una riorganizzazione della dotazione infrastrutturale, con la predisposizione di un sistema informativo sociale che individuando la mappatura dell’offerta consente ed agevoli una offerta di servizi più appropriata. Il seguente Piano di Zona sarà formulato utilizzando metodologicamente gli obiettivi di servizio individuati dalla Regione con i relativi valori target. Prima di addentrarci nella progettazione di dettaglio, questo Ambito redigerà il suo Piano in linea con le priorità strategiche di intervento individuate dalla Regione Puglia nel Piano Regionale delle Politiche Sociali per il triennio 2013-2015: Sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia Contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva Promuovere la cultura dell’accoglienza Sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori Promuovere l’integrazione socio sanitaria della non autosufficienza Prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza 2.1 LA STRATEGIA DELL’AMBITO TERRITORIALE PER CONSOLIDAMENTO DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE IL a. I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA E LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI Sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito della precedente Intesa conciliazione 2010, il 25 ottobre 2012 la Conferenza Unificata Stato-Regioni ha approvato l’Intesa relativa alla "Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per il 2012". Grazie a questo atto, le Regioni, in collaborazione con il Ministero degli Interni, hanno proseguito nella realizzazione di un sistema di interventi per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e per consolidare, estendere e rafforzare sui territori regionali iniziative volte a promuovere l’equilibrio tra vita familiare e partecipazione delle donne e degli uomini all’interno del mercato del lavoro, favorendo le pari opportunità e contribuendo ad accrescere la produttività delle imprese. 140 L’ Intesa "Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per il 2012 tiene conto: degli indirizzi dell’UE in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, pari opportunità e diritti delle persone; della Comunicazione del 17 febbraio 2011 della Commissione europea dal titolo "Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle condizioni migliori"; del "Piano nazionale per la famiglia", approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, contenente linee di indirizzo ed intervento in materia di servizi per la prima infanzia, congedi e tempi di cura ed in materia di pari opportunità e conciliazione tempi di vita e di lavoro. Le linee prioritarie di azione sono: azioni in grado di migliorare ed accrescere l’offerta dei servizi/interventi di cura e di altri servizi alla persona, tra cui i servizi socio-educativi per l’infanzia, rendendoli maggiormente accessibili, flessibili e modulabili, in risposta alle crescenti e sempre più articolate esigenze di conciliazione; iniziative in grado di sostenere modalità di prestazione di lavoro e tipologie contrattuali facilitanti, promuovendo anche l’adozione di modelli e soluzioni organizzative family friendly; iniziative volte a promuovere misure di welfare aziendale rispondenti alle esigenze delle famiglie e delle imprese; sviluppo di nuove opportunità di lavoro e di specifici profili professionali in grado di offrire risposte concrete alle esigenze di conciliazione; interventi in grado di accrescere l’utilizzo dei congedi parentali da parte dei padri, nonché la loro condivisione delle responsabilità di cura familiari; azioni per promuovere pari opportunità; iniziative sperimentali, a carattere innovativo Ai PAC si affiancano i buoni di servizio per la conciliazione vita-lavoro ossia buoni economici spendibili dalle famiglie pugliesi nei servizi e nelle strutture dedicate all'infanzia e all'adolescenza autorizzate al funzionamento in via definitiva, che possono essere scelte in un apposito catalogo, al fine di concorrere al pagamento delle rette e quindi di sostenere la domanda di servizi qualificati che, altrimenti, sarebbero insostenibili per il costo delle rette stesse. L’obiettivo principale è: Favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e differenziata su tutto il territorio regionale di servizi socio-educativi per l'infanzia e l'adolescenza, per promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno al ruolo educativo dei genitori e la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, nonché sostenere l'iniziativa privata nell'erogazione di servizi di cura. Ulteriori obiettivi sono: Sostenere la domanda di servizi qualificati per i bambini da parte delle famiglie, con il concorso al pagamento delle rette, Potenziare l'offerta socioeducativa delle strutture e dei servizi per la prima infanzia, l'infanzia e l'adolescenza che abbiano conseguito autorizzazione definitiva al funzionamento; 141 ampliare l'offerta di servizi di conciliazione vita-lavoro rivolti all'infanzia e all'adolescenza, agevolare l'accesso alle strutture per l'infanzia, a copertura della domanda complessiva di offerta per l'infanzia, in una logica di piena sussidiarietà tra il ruolo di governo degli enti locali e la partecipazione al sistema integrato dei servizi sociali all'interno del sistema imprenditoriale pugliese; sostenere il lavoro di cura delle famiglie per migliorare l'accesso all'occupazione, con particolare riguardo all'avanzamento delle donne nel mercato del lavoro; Destinatari sono i nuclei familiari : • • • che abbiano un I.S.E.E. (Indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a 40mila euro annui; che abbiano uno o più minori in età compresa tra i 0 e 17 anni con uno o entrambi i genitori occupati o inseriti in un percorso di formazione Per nuclei familiari si intendono le coppie genitoriali con uno o più figli minori a carico residenti in Puglia. Possono richiedere il buono servizio sia famiglie che hanno già i loro figli iscritti in asili nido, sezioni primavera e altri servizi per l'infanzia, sia famiglie che richiedono in questa occasione l'accesso dei loro figli alla rete dei servizi presenti sul territorio. Le strutture interessate sono tutte le strutture iscritte nel Registro regionale ed autorizzate in via definitiva al funzionamento R.R. 4/2007 e smi. presenti sul catalogo on-line (sia finanziate a valere sulle Linea 3.1, 3.2 e 3.4 del FESR sia non finanziate FESR). In riferimento alla presentazione dell’istanza, il capofamiglia formula la domanda in maniera telematica, inserendo la documentazione richiesta e scegliendo tra le strutture e i servizi inseriti nel Catalogo dell'Offerta che contiene l'elenco delle strutture e dei servizi, pubblici e privati, iscritti nel Registro regionale. La piattaforma telematica genera automaticamente l'abbinamento, sulla base dell'opzione scelta, e invia la pratica all'Ufficio di Piano dell'Ambito territoriale di residenza del minore, per effettuare l'istruttoria. Molte strutture, cioè soggetti erogatori di prestazioni, si stanno già attrezzando per supportare le famiglie nella compilazione on line della domanda. Si precisa che il valore del buono servizio sarà intestato al nucleo familiare richiedente ed erogato direttamente dal Comune di riferimento (capofila dell'Ambito territoriale) al soggetto erogatore delle prestazioni scelte dalla famiglia stessa, sulla base della rendicontazione trimestrale che l'unità di offerta provvederà a presentare. Si tratta di un bando "a sportello". L'istanza, deve essere presentata esclusivamente online accedendo al seguente indirizzo http://bandi.pugliasociale.regione.puglia.it. La compilazione on-line dell'istanza è stata avviata a partire dalle ore 12.00 del 15 gennaio 2013 e la procedura è "a sportello" e sarà tale per l'intero triennio 2013-2015 – considerando l'avvio con risorse FESR e la prosecuzione con risorse del PAC - fino a concorrenza delle risorse finanziarie disponibili a valere sul PO FESR ovvero su altre fonti finanziarie nazionali e/o regionali. Il buono servizio di conciliazione sarà riconosciuto a ciascun nucleo avente diritto a far data dalla presentazione della domanda. Gli obiettivi del Piano Sociale Regionale da prendere in considerazione saranno: 142 Sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi FINALITÀ GENERALE OBIETTIVI TEMATICI RISULTATI ATTESI A. Consolidare ed ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia Consolidamento e ampliamento della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia B. Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro Incremento delle azioni e dei progetti integrati per la conciliazione vita-lavoro b. IL SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’ E LA TUTELA DEI DIRITTI DEI MINORI Gli obiettivi tematici del Piano Regionale che questo Piano Sociale assume come propri sono : A. Implementare e/o consolidare i Centri di Ascolto per le Famiglie e/o i servizi di sostegno alla genitorialità dell’Ambito territoriale: già con il Servizio ADE, nella precedente programmazione era stato previsto il supporto a favore dei bisogni di crescita di soggetti minori e il supporto all’intero sistema familiare attraverso percorsi e processi condivisi per favorire l’autodeterminazione di tutti i membri del nucleo familiare. Il Servizio Sociale Professionale, nella presa in carico del nucleo familiare è, e rimane in stretta connessione e collaborazione con gli altri servizi territoriali, in particolare con quelli specifici offerti dalla rete consultoriale; B. Potenziare l’assistenza domiciliare educativa: obiettivo strategico perseguito sin dal primo Piano di Zona, incrementato nella seconda programmazione attraverso il Servizio di Assistenza Domiciliare Educativa - ADE , servizio rivolto al sostegno educativo all’interno di nuclei familiari che presentano carenze culturali – educative e che ha consentito, ai nove Comuni dell’Ambito, di evitare l’inserimento in strutture residenziali, considerato il rilevante numero dei minori affidati ai servizi sociali. C. Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare: questo obiettivo, finora attuato con la pratica del Servizio Sociale Professionale , con il presente Piano Sociale di Zona intende recepire pienamente gli indirizzi nazionali e regionali in materia, al fine di invertire la tendenza tra accoglienza famigliare e accoglienza residenziale dei minori fuori famiglia, valorizzando il ruolo delle associazioni di famiglie affidatarie e del Terzo settore per promuovere una cultura diffusa dell’accoglienza; D. Sviluppare e qualificare i percorsi di adozione nazionale e internazionale, recependo pienamente gli indirizzi nazionali e regionali in materia, al fine di tutelare i minori e sostenere le responsabilità genitoriali durante tutto l’iter del procedimento, attraverso una forte integrazione tra i soggetti istituzionali e non che esercitano un ruolo importante nel processo dell’adozione; 143 E. Consolidare e qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi comunitari a ciclo diurno per minori per sostenere i bisogni di crescita e di socializzazione dei minori, il lavoro di cura delle famiglie, intercettare e prevenire il rischio di marginalità e devianza, contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e tutte le forme di bullismo, attraverso l’integrazione con gli altri servizi socio educativi e con le istituzioni scolastiche, consentire efficaci e tempestive prese in carico da parte dei servizi territoriali preposti e l’attivazione di progetti individualizzati; F. Promuovere e incentivare le misure di sostegno economico in favore delle famiglie, in forma mirata rispetto alle cause e alle condizioni di fragilità economica e sociale, nel rispetto dell’art.33 della legge 19/2006, per promuovere l’affermazione di progetti di vita e di inserimento socio lavorativo, l’affrancamento da situazioni di fragilità sociale e di dipendenza economica, o per sostenere il carico del lavoro di cura; G. Qualificare la presa in carico dei minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria allontanati dalle famiglie e dei minori stranieri non accompagnati, attraverso la condivisione e l’integrazione operativa tra i servizi sociali e sanitari degli Ambiti Territoriali, la Magistratura minorile e le comunità residenziali ospitanti, al fine di monitorare la qualità dei percorsi educativi intrapresi e la durata delle accoglienze residenziali rispetto a forme alternative di presa in carico. c. LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA E IL CONTRASTO DELLE MARGINALITA’ SOCIALI In un quadro normativo orientato all’avvicinamento della Pubblica Amministrazione al cittadino, assume un’importanza tutta particolare il tema dell’accesso alle informazioni e ai servizi per la comunità, in cui appare centrale il sistema di welfare d’accesso che rappresenta il fulcro del nuovo sistema di servizi di un territorio, inteso sempre più come welfare community. Il presente Piano Sociale, nella consapevolezza della centralità del tema e seguendo le linee programmatiche specificatamente indicate nel Piano Regionale, intende conseguire un sistema di accesso completo ed efficace che miri a: rispondere alla richiesta del cittadino utente con un’informazione aggiornata e connotata da esattezza, rapidità, estensione; segnalare e trasmettere direttamente al servizio competente la richiesta, assumendo un ruolo attivo nel contatto fra cittadino e servizio richiesto; verificare continuamente la validità e congruità della risorsa al bisogno manifestato; prendere in carico i cittadini utenti e avviare il percorso personalizzato di cura ed assistenza, prevedendo l’attivazione di percorsi e protocolli da adottare per i casi di urgenza. Gli obiettivi tematici del Piano Regionale che questo Piano Sociale assume come propri sono: A. Strutturare e potenziare un sistema di accesso a livello di Ambito territoriale capace di garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e presa in carico; B. Promuovere la creazione ed il consolidamento di servizi per l’accesso dedicati a specifiche categorie di utenza anche con riferimento al tema dell’accesso integrato alle prestazioni sociosanitarie. 144 d. I SERVIZI E GLI INTERVENTI PER LE POVERTA’ ESTREME E PER IL CONTRASTO DELLE NUOVE POVERTA’ I temi della povertà, del disagio e dell’esclusione sociale stentano a trovare nel dibattito pubblico il posto che meriterebbero, benché la crisi economica iniziata nel 2008 abbia provocato qualche soprassalto di consapevolezza circa le difficoltà economiche in cui si dibatte una quota crescente della popolazione. Se per povertà s’intende comunemente l’indigenza economica, ossia la privazione di beni considerati indispensabili, da tempo si concorda che questa dimensione non basta a definire i fenomeni di disagio e marginalità sociale. La Commissione Europea, nel suo secondo rapporto ufficiale “sulla povertà e sull’esclusione sociale” (2002) ha fatto ricorso a una serie di ben 24 indicatori (9 in più del primo rapporto), raggruppati in 5 dimensioni di “privazione non monetaria”: privazione nello stile di vita di base (riferito a beni come il cibo, il vestiario, il pagamento delle bollette, la possibilità di andare in vacanza almeno una volta l’anno…); privazione negli stili di vita secondari (riferiti a beni meno essenziali, come l’auto, il telefono, la TV); disponibilità di standard abitativi comuni (servizi igienici interni all’abitazione, acqua corrente, doccia o vasca da bagno, ecc.); deterioramento dell’abitazione (infiltrazioni d’acqua dal tetto, umidità, finestre rotte, …); problemi ambientali (rumori, inquinamento, spazi inadeguati…). In Italia, la Commissione d’indagine sull’esclusione sociale ha invece definito gli esclusi come coloro che occupano le posizioni più basse nella stratificazione sociale: non solo perché dispongono di meno risorse di quelle necessarie per condurre una vita normale, ma perché sono in un certo modo separati dal resto della società. L’elemento qualificante della nozione di esclusione sociale viene pertanto individuato nella “separazione tra coloro che partecipano pienamente alla società e coloro che invece si trovano privati di un ruolo riconosciuto”. L’esclusione viene concepita quindi come un concetto dinamico e multidimensionale, ossia derivante dall’accumulazione di diversi fattori di deprivazione, mentre la povertà sarebbe un concetto statico, oggettivo e misurabile. Gli studi sull’argomento hanno posto poi l’accento su un elemento immateriale, che rimanda alla nozione di capitale sociale: la rilevanza delle relazioni sociali, dei legami intersoggettivi, dell’interazione con altre persone, ambiti di vita sociale, luoghi di aggregazione. L’isolamento, ossia la mancanza di contatti con i vicini di casa, la non frequentazione di altre persone, la non appartenenza ad associazioni o ad altre forme di vita collettiva, possono essere assunti come indicatori di esclusione sociale. Sul tema della povertà è stato introdotto un termine icastico, quello di disaffiliazione, per esprimere la rottura dei legami sociali e dei sistemi di protezione primaria, che rischia di combinarsi con la perdita del lavoro producendo effetti di emarginazione molto pericolosi. Fatto forse socialmente altrettanto rilevante, vulnerabilità e percezione di fragilità interessano un numero molto più ampio di persone, comprese famiglie di classe media che si ritenevano al riparo dalle incertezze economiche. Proprio la dimensione della fragilità, e la percezione sociale di una crescente esposizione al rischio d’impoverimento, riconduce il dibattito sull’esclusione sociale verso il centro della società, ponendo in evidenza il fatto che non si dà una rottura netta tra mondo della povertà e mondo dell’integrazione sociale. Società più mobili e fragili, tanto sul piano occupazionale quanto nella sfera delle relazioni familiari, e incapaci di dotarsi di reti 145 adeguate di protezione sociale, espongono un maggior numero di persone allo scivolamento verso condizioni di marginalità e, in spirali progressivamente discendenti, verso il precipizio dell’esclusione sociale. Proprio la debolezza e la fragilità della compagine familiare, insieme all’assenza, alla precarietà o alla scarsa redditività del lavoro e alla mancanza di adeguate politiche di sostegno, sono le principali cause delle spirali d’impoverimento. Nel caso della perdita del lavoro, la mancanza del sostegno del coniuge, o peggio, gli oneri derivanti da un divorzio, rischiano di avere effetti devastanti per le condizioni di vita delle persone. La svolta trova un centro nel concetto di attivazione, in cui si richiede ai beneficiari delle misure di sostegno di assumere un ruolo di protagonismo responsabile nel loro reinserimento sociale, soprattutto mediante il lavoro. Per venire incontro a questa emergenza sociale, occorre, dunque, all’interno del sistema locale di welfare, come esplica il Piano Sociale Regionale, consolidare forme di sostegno al lavoro “protetto”, mediante forme di tutoraggio attivo, tirocini formativi, borse-lavoro, che spingano maggiormente verso l’attivazione di una rete sia con il tessuto produttivo locale, sia con i soggetti istituzionalmente preposti alla presa in carico delle persone inserite nei percorsi individualizzati di ognuno, compresi quelli terapeutici-riabilitativi per soggetti psichiatrici, per soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o alcol correlate, per soggetti inseriti nel circuito penale. Necessaria, pertanto la collaborazione con gli attori di riferimento quali CSM, Ser.T, Autorità Giudiziaria, Terzo Settore per protocolli di intesa che mirino all’ inserimento individuale, in collaborazione con i servizi per l’impiego, e soprattutto con l’avvio verso forme di progetti di autoimpiego e di auto-impresa in forma cooperativa per soggetti svantaggiati, finanziati in particolare con il PO FSE 2014-2020. Anche per questa area il Piano di zona del Ambito di Mesagne farà propri gli obiettivi del Piano Sociale Regionale come di seguito: Gli obiettivi del Piano Sociale Regionale da prendere in considerazione saranno: FINALITÀ GENERALE OBIETTIVI TEMATICI A. Potenziare servizi e strutture integrate per l’accoglienza nelle situazioni connesse alle emergenze sociali e abitative. Contrastare la povertà con percorsi di inclusione attiva. RISULTATI ATTESI Immediato e diretto sostegno ai soggetti che versano in condizioni di vulnerabilità attraverso servizi di prossimità (mensa, banco alimentare e dei farmaci, prima accoglienza e igiene personale) Potenziamento strutture per l’accoglienza in situazioni di emergenza. Consolidamento di forme di accoglienza di breve e media durata per persone a rischio di esclusione sociale e di misure per il sostegno in direzione dell’abitare autonomo. B. Costruire percorsi personalizzati di integrazione e reinserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati. Incremento degli interventi di inclusione attiva rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di discriminazione. Realizzazione di interventi integrati in rete con servizi per l’impiego, la formazione professionale, terzo settore e soggetti imprenditoriale. 146 e. LA RETE DEI SERVIZI PER LA PRESA IN CARICO INTEGRATA DELLE NON AUTOSUFFICIENZE Con il presente Piano di zona, si intende raggiungere obiettivi di benessere sociale e sanitario delle persone affette da non autosufficienze mediante il consolidamento del processo di integrazione degli strumenti di sostegno economico per la vita indipendente e per l’assistenza indiretta personalizzata con i servizi domiciliari e comunitari a ciclo diurno, il contenimento del flusso di istituzionalizzazione delle persone disabili nelle strutture residenziali attraverso la verifica continua dell’appropriatezza delle prestazioni erogate e della durata dei ricoveri, anche mediante una mirata azione di monitoraggio dell’allocazione delle risorse e una più omogenea applicazione dei criteri di accesso ai benefici, la promozione della connettività sociale delle persone disabili e l’utilizzo di tecnologie informatiche e ausilii dedicati per sostenere i percorsi di apprendimento, di socializzazione, di formazione professionale, di partecipazione alle attività associative e di inserimento nel mondo del lavoro, l’abbattimento delle barriere materiali e immateriali che concorrono a determinare il rischio di esclusione e di marginalità sociale delle persone con disabilità e anziani non autosufficienti, il sostegno alle attività di integrazione sociale dei minori con disabilità, la previsione degli obiettivi di promozione dell’integrazione sociosanitaria di cittadini, pazienti psichiatrici, disabili psichici e persone con dipendenze patologiche, regolando e superando le direttive che negli ultimi anni hanno teso a prevedere l’ingresso e la permanenza in percorsi terapeutico-riabilitativi ad elevata e media intensità assistenziale sanitaria, a vantaggio di percorsi a bassa intensità assistenziale rivolti anche a favorire il reinserimento sociale e lavorativo. L’obiettivo prioritario da perseguire è quello di incrementare la capacità di presa in carico territoriale alternativa all’istituzionalizzazione, e quindi a cominciare dalla capacità di incrementare il volume di prestazioni domiciliari ADI da erogare alla popolazione target, con specifico riferimento alla popolazione anziana (65 anni e oltre), utilizzando le risorse messe a disposizione del Piano di Azione e Coesione Servizi di Cura per gli Anziani a seguito dell’elaborazione di un apposito Piano di Intervento. Altra risorsa che sarà utilizzata dall’Ambito al fine di sostenere la domanda di servizi qualificati per la specifica tipologia di utenti è la misura dei Buoni Servizio di Conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti, finalizzata a sostenere le famiglie nel pagamento della quota sociale delle prestazioni semiresidenziali nei centri socioeducativi e riabilitativi, a valenza sociosanitaria, e alle prestazioni domiciliari integrate realizzando convenzioni d’Ambito per la compartecipazione alla componente sociale del costo delle prestazioni, in relazione agli utenti non candidabili, per assenza di requisito, alla procedura “Buoni servizio di conciliazione”. Il presente Piano sociale di zona intende inoltre confermate le misure di sostegno economico al carico di cura familiare Assegno di cura e Assistenza indiretta personalizzata. Infine, l’Ambito intende aderire alla sperimentazione dei PRO.V.I – Progetti di Vita Indipendente, al fine di mettere a regime un modello di intervento per favorire l’inclusione sociale e l’autonomia di persone con disabilità gravi. Sulla base di tali considerazioni, nell’ambito del presente Piano sociale di zona, si intende perseguire i seguenti obiettivi tematici: A. Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai “livelli essenziali di prestazioni” B. Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare nei percorsi di cura e di intervento socio-assistenziale e socio-sanitario (appropriatezza delle prestazioni socio sanitarie, riduzione dei ricoveri ospedalieri, personalizzazione della cura, sostegno concreto al ruolo centrale della famiglia nei percorsi di cura) C. Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socioassistenziali e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno 147 D. Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazioni sociosanitarie in regime domiciliare, comunitario e residenziale delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati E. Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni sociosanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche e le azioni di prevenzione rispetto a tutte le dipendenze patologiche (droghe, alcool, ludopatie, …) F. Dare la possibilità di accesso alle prestazioni socio-sanitarie anche a quegli utenti non candidabili ai buoni di conciliazione e che per reddito non possono compartecipare direttamente alla retta sociale, prevedendo un adeguato budget che copra le esigenze dell’intero Ambito, destinando poi il sicuro avanzo di budget alle annualità successive. f. IL CONTRASTO DEL MALTRATTAMENTO E DELLA VIOLENZA Alla fine del 2008, la Regione Puglia ha avviato la strategia di intervento per contrastare il fenomeno della violenza contro donne e minori con l’approvazione del “Programma Triennale di interventi 2009-2011”, le cui azioni vengono confermate e rafforzate nel secondo Piano Regionale delle Politiche Sociali. Nello specifico, il Piano fissava in particolare tre obiettivi di servizio da raggiungere entro la fine del 2012: il pieno funzionamento di almeno 2 Centri antiviolenza per territorio provinciale (CAV) il pieno funzionamento di almeno 1 Casa rifugio per vittime di violenza la costituzione di 1 Équipe multidisciplinare integrata per Ambito territoriale per la presa in carico di vittime di violenza o maltrattamento conclamato o sospetto. In questo contesto, l’obiettivo generale è quello di garantire l’implementazione e la qualificazione della rete minima dei servizi su tutto il territorio con azioni di prevenzione, contrasto, monitoraggio del fenomeno, attraverso l’integrazione forte tra i servizi territoriali pubblici e privati, la valorizzazione delle competenze espresse dai CAV autorizzati al funzionamento, il raccordo con il sistema della formazione e dell’inserimento socio lavorativo nonché dell’istruzione, al fine di affrontare il problema socio-culturale della violenza di genere. In continuità con le azioni e gli obiettivi avviati nel corso dell’ultima programmazione, si intende promuovere lo sviluppo e il consolidamento del complessivo sistema di prevenzione, presa in carico e trattamento delle situazioni di maltrattamento e/o violenza, nell’ottica dell’integrazione forte tra i soggetti preposti, attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi tematici: A. Consolidare, sostenere e qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani (rete dei centri anti-violenza, delle strutture di accoglienza d’emergenza e delle case rifugio); B. Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari integrate per la valutazione-validazione, per la presa in carico e per il trattamento delle situazioni di maltrattamento/violenza, sospette o conclamate e per l’elaborazione di un progetto di aiuto e di sostegno alle vittime di violenza; C. Favorire l’emersione ed il monitoraggio del fenomeno della violenza di genere in tutte le sue dimensioni; D. Potenziare i percorsi di autonomia e di indipendenza economica delle donne vittime di violenza, l’inserimento lavorativo, il diritto alla casa e alla salute. 148 g. LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE Il problema della droga e più in generale delle dipendenze è un fenomeno tristemente radicato nella nostra società, per contrastare il quale non sono sufficienti la buona volontà o il semplice sdegno, ma occorre soprattutto una profonda conoscenza della realtà ed una adeguata capacità di adottare strumenti più efficaci. Anche per questa particolare area di intervento il nostro Ambito ha previsto, in linea anche con il nuovo Paino sociale Regionale, un processo, dove, diversi soggetti pubblici e privati, hanno reso possibile affrontare con rigore metodologico e scientifico tutti gli aspetti connessi all’uso e abuso di sostanze. La effettiva pari titolarità, degli attori coinvolti ha già permesso, nei primi piani di Ambito, di realizzare un programma di interventi coerenti e coordinati. In particolare si è seguita e si seguirà una politica sociale volta a: CONSOLIDARE e COSTRUIRE un programma unitario e un percorso condiviso tra AMBITO e territoriale e distretto Sanitario nello specifico del Ser.T. e CSM operanti attraverso un Protocollo operativo tra gli enti coinvolti fissandone obblighi ed impegni reciproci in riferimento a: modalità di presa in carico integrata a garanzia della continuità assistenziale modalità di integrazione e coordinamento professionale di tutte le risorse umane impiegate riqualificazione del personale sanitario e sociale strumenti di verifica e valutazione dei progetti . L’area in oggetto –LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE- costituisce l’Obiettivo tematico punto E. del paragrafo e dell’area relativa alla promozione dell’integrazione sociosanitaria poiché rientra in quegli obiettivi di benessere sociale e sanitario delle persone che il Piano per le Politiche Regionali intende raggiungere mediante il consolidamento del processo di integrazione. Il sostegno economico per la vita indipendente e l’assistenza indiretta personalizzata con i servizi domiciliari e comunitari a ciclo diurno, il contenimento del flusso di istituzionalizzazione delle persone disabili nelle strutture residenziali attraverso la verifica continua dell’appropriatezza delle prestazioni erogate e della durata dei ricoveri, una mirata azione di monitoraggio della allocazione delle risorse e una più omogenea applicazione dei criteri di accesso ai benefici, la promozione della connettività sociale delle persone disabili e l’utilizzo di tecnologie informatiche e ausili dedicati per sostenere i percorsi di apprendimento, di socializzazione, di formazione professionale, di partecipazione alle attività associative e di inserimento nel mondo del lavoro, l’abbattimento delle barriere materiali e immateriali che concorrono a determinare il rischio di esclusione e di marginalità sociale delle persone con disabilità e anziani non autosufficienti, il sostegno alle attività di integrazione sociale dei minori con disabilità, la previsione degli obiettivi di promozione dell’ integrazione sociosanitaria di cittadini, pazienti psichiatrici, disabili psichici e persone con dipendenze patologiche, regolando e superandole direttive che negli ultimi anni hanno teso a prevedere l’ingresso e la permanenza in percorsi terapeutico-riabilitativi ad elevata e media intensità assistenziale sanitaria, a vantaggio di percorsi a bassa intensità assistenziale rivolti anche a favorire il reinserimento sociale e lavorativo nel prossimo triennio di programmazione, con i Piani di zona, si intende raggiungere. Sarebbe auspicabile orientarsi anche verso una PREVENZIONE PRIMARIA per favorire percorsi di crescita e di conoscenza sviluppando interventi in campo culturale e sociale attraverso cui le nuove generazioni possano costruire il proprio futuro personale e professionale. Ampliare le occasioni di incontro e di ritrovo tra adolescenti con spazi , attrezzature e conoscenze .Sostenere le famiglie nell’esercizio delle capacità genitoriali soprattutto durante il faticoso processo evolutivo dei propri figli. Alla prevenzione primaria si dovrebbe auspicare una PREVENZIONE SPECIFICA per la promozione della salute e la prevenzione di azioni a rischio, attuando un’informazione 149 corretta e capillare sugli effetti nocivi dell’uso di droghe e/o sull’adozione di comportamenti di dipendenza e antisociali al fine di aumentare i livelli di conoscenza riguardo la gestione della propria salute offrendo anche spazi di accompagnamento e di sostegno per situazioni di difficoltà e di disagio. Nella progettazione d’interventi socio-sanitari di cura e prevenzione è dunque necessario avvalersi di una metodologia di lavoro che tenga conto dei criteri di concertazione, progettazione e programmazione congiunta con l’obiettivo finale di pervenire ad una riqualificazione del sistema dei servizi socio-assistenziali-sanitari-educativi esistenti e alla valorizzazione e la scoperta delle reti territoriali di riferimento. Gli obiettivi del Piano Sociale Regionale da prendere in considerazione saranno: FINALITÀ GENERALE Promuovere l’integrazione sociosanitaria ed assicurare la presa in carico integrata delle non autosufficienze OBIETTIVI TEMATICI e.- Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche RISULTATI ATTESI Incremento della presa in carico integrata nell’ambito di programmi terapeuticiriabilitativi di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria per le persone affette da dipendenze patologiche. 150 2.2 QUADRO SINOTTICO: OBIETTIVI DI SERVIZIO PER UN WELFARE SOSTENIBILE N. 1 Sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi Finalità generale OBIETTIVI TEMATICI A. B. Consolidare ed ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vitalavoro RISULTATI ATTESI INDICATORI DI RISULTATO % Comuni/Regione n. posti nido / 100 bambini 0-36 mesi Consolidamento e ampliamento della rete dei servizi socioeducativi per l’infanzia Incremento delle azioni e dei progetti integrati per la conciliazione vita-lavoro Stato di attuazione della procedura amministrativa “Buoni servizio di conciliazione per infanzia ed adolescenza” n. Piani di intervento PAC/AMBITO VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO 35% dei Comuni pugliesi dotati di servizi nido n. 3 posti nido ogni 100 bambini 0-36 mesi 100% n. 1 Piano di intervento n. Azioni sperimentali di Ambito n. 0 Studio di fattibilità / Ambito n. Uffici Tempi e Spazi dell’Ambito n.0 Ufficio N.2 Contrastare la povertà con percorsi di inclusione attiva Finalità generale OBIETTIVI TEMATICI A. Potenziare servizi e strutture integrate per l’accoglienza nelle situazioni connesse alle emergenze sociali e abitative. RISULTATI ATTESI INDICATORI DI RISULTATO Immediato e diretto sostegno ai soggetti che versano in condizioni di vulnerabilità attraverso servizi di prossimità (mensa, banco alimentare e dei farmaci, prima accoglienza e igiene personale) n. PIS operativi per Ambito T . Potenziamento strutture per l’accoglienza in situazioni di emergenza. VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO n.1 PIS di Ambito territoriale (h. 24 ). n. posti (diretti o convenzionati) in Centri di prima accoglienza, centri di accoglienza notturna Senza fissa dimora. n.1 regolamento operativo del PIS. n. inserimenti in strutture residenziali per persone adulte e straniere in difficoltà e a rischio di esclusione sociale (alloggio sociale adulti in difficoltà, gruppi appartamento per gestanti e madri con figli a carico, centri di accoglienza per persone sottoposte a n.1 posto ogni 5.000 abitanti. 151 provvedimenti privativi o limitativi libertà personale, albergo per lavoratori stranieri immigrati) Consolidamento di forme di accoglienza di breve e media durata per persone a rischio di esclusione sociale e di misure per il sostegno in direzione dell’abitare autonomo. B. Costruire percorsi personalizzati di integrazione e reinserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati. n. percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro per persone svantaggiate, individui sottoposti a misure restrittive della libertà personale, senza fissa dimora, persone con disabilità psichica in carico ai CSM, persone con dipendenze patologiche in carico ai Ser.T. Incremento degli interventi di inclusione attiva rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di discriminazione. Realizzazione di interventi integrati in rete con servizi per l’impiego, la formazione professionale, terzo settore e soggetti imprenditoriale. n.1 posto ogni 5.000 abitanti. n.1 percorso/progetto di inclusione ogni 5.000 abitanti. n. percorsi integrati di forme di sostegno personalizzate nella fase di accesso e/o reinserimento nel mercato del lavoro (es. tutoraggio, orientamento, bilancio delle competenze e sostegno all’auto impiego), attuate anche attraverso l’attivazione di forme di collaborazione con i servizi per l’impiego e la formazione professionale. n.1 percorso/progetto di inclusione ogni 5.000 abitanti. n.3 Finalità generale Promuovere la cultura dell’accoglienza OBIETTIVI TEMATICI A. Potenziare un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e presa in carico(anche per le situazioni di urgenza). RISULTATI ATTESI Consolidare e potenziare il sistema di accesso (assicurando i diversi servizi e le funzioni prima richiamate) garantendo un’adeguata presenza della figura dell’Assistente sociale in rapporto alla dimensione demografica dell’Ambito territoriale di riferimento. INDICATORI DI RISULTATO N .Assistenti sociale su cittadini VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO n.1 Assistente sociale ogni 5.000 abitanti. 152 Prevedere la creazione di punti di accesso al sistema che rispondono al criterio della maggiore prossimità possibile al cittadino (anche in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati). Implementare le forme di collaborazione e coordinamento del sistema di accesso al livello di ambito territoriale. B. Consolidare i servizi per l’accesso di specifiche categorie di utenza. Consolidare e potenziare la presenza degli sportelli per l’integrazione socio sanitaria- culturale degli immigrati. Diffusione e prossimità punti di accesso e adeguata copertura territoriale in relazione alla dimensione demografica dei comuni. Strumenti di coordinamento a livello di ambito territoriale. n.1 punto di accesso per ciascun comune. Presenza di un coordinatore di ambito. Organizzazione di incontri di coordinamento frequenti. Diffusione e prossimità punti di accesso. n.1 sportello per ambito territoriale. n. 4 Finalità generale Sostenere la genitorialità. OBIETTIVI TEMATICI A. Implementare i servizi di sostegno alla genitorialità. RISULTATI ATTESI Potenziamento e/o consolidamento operativo dei centri di ascolto per le famiglie. Sviluppo e qualificazione delle reti tra servizi. INDICATORI DI RISULTATO n. servizio-ambito n. protocolli di rete VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO n.1 centro famiglie per Ambito e/o interventi e servizi di sostegno alla genitorialità per ogni comune dell’Ambito territoriale. 153 B. Potenziare l’assistenza domiciliare educativa. Consolidamento/ potenziamento rete servizi di educativa domiciliare. n. nuclei presi in carico con equipe ADE/ nuclei familiari residenti. n.2 nuclei ogni 1000 nuclei familiari n. progetti individualizzati. C. D. E. Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare. Qualificare i percorsi di adozione nazionale ed internazionale. Qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi per i minori. Incremento dei percorsi di affido familiare riduzione del numero dei minori inseriti in strutture residenziali. n. percorsi affido da attivare nel triennio. n. 77 di percorsi affido superiore a n. inserimento minori in strutture residenziali/ Ambito Recepimento degli indirizzi nazionali e regionali e qualificazione della presa in carico e sviluppo delle reti di sostegno. n. protocolli operativi. n.1 Anagrafe famiglie/Ambito n.1 Regolamento Affido/Ambito n. équipe/Ambito n.1 équipe/Ambito Consolidamento operativo delle equipe integrate. Recepimento degli indirizzi nazionali e regionali e qualificazione della presa in carico. Consolidamento della rete centri diurni e polivalenti per minori ex artt 52-104 n. équipe/Ambito n.1 équipe/Ambito n. protocolli operativi. n.1 protocollo operativo. n. posti- utenti/ n. abitanti. n.18 ( art. 52) oppure 50 §8art. 104) postiutenti ogni 20.000 abitanti. Stato di attuazione della procedura amministrativa “Buoni servizio di conciliazione per infanzia e adolescenza”. Procedure rendicontative ( ambito- Regione) da disciplinare, attestanti un avanzamento finanziario pari al 100 % del contributo finanziario concesso. 154 n. 5 Finalità generale Promuovere l’integrazione sociosanitaria e assicurare la presa in carico integrata delle non autosufficienze. OBIETTIVI TEMATICI a. Potenziare la presa in carico del L.E.P. b.Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare RISULTATI ATTESI Consolidamento operativo ed estensione del livello di copertura territoriale delle Porte uniche di accesso. INDICATORI DI RISULTATO n. PUA operative per Ambito/Distretto Sviluppo e consolidamento delle Unità di Valutazione Multidimensionali. n. UVM operative per Ambito/ Distretto. Incremento della presa in carico nell’ambito dei percorsi domiciliari di natura socio-sanitaria per la non autosufficienza e la disabilità. n. utenti in carico ADI Potenziamento dei servizi di cura per gli anziani e disabili autosufficienti. Finanziamento e contributi a privati per abbattimento barriere architettoniche nelle abitazioni di residenza di persone non autosufficienti. Implementazione di percorsi sperimentali e innovativi nell’ambito della fruizione di servizi domiciliari. n. utenti in carico SAD n. contributi erogati per interventi in abitazioni private (procedura a sportello con contributo non superiore al 50% della spesa sostenuta dal privato) Stato di attuazione della procedura amministrativa “Buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti”. Stato di attuazione della procedura amministrativa PRO.V.J. c.Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno. Potenziamento e consolidamento della rete Centri diurni socio educativi e riabilitativi art.60 Promozione della rete strutture residenziali per persone senza il supporto familiare Dopo di noi ( artt.55 e 57 R. Reg.4/2007) Incremento della presa in carico a ciclo diurno delle persone affette da Alzheimer art. 60 ter n. posti/utente su numero abitanti (Istat 2011) d’ambito. n. posti/utente su numero abitanti (Istat 2011) d’ambito. n. posti/utente su numero abitanti (Istat 2011) d’ambito. VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO n.1 PUA per Ambito/Distretto con personale comunale e ASL dedicato come da DGR 691/2011 n.1 UVM per Ambito/Distretto con personale comunale e ASL dedicato come da DGR 691/2011 n. 3,5 utenti ogni 100 anziani over65 (dato Istat 2011) in carico ADI per un numero medio di sei ore settimanali proutente n. 1 utenti ogni 100 anziani. n. 75 interventi nel triennio per 100.000 abitanti. Procedure rendicontative (ambito/regione) da disciplinare, attestanti un avanzamento finanziario concesso . Avanzamento della spesa fino a copertura del 100% del contributo finanziario concesso. n. 20 posti/utenti ogni 50.000 abitanti. n. 6 posti/utenti ogni 50.000 abitanti n. 5 posti/utenti ogni 50.000 abitanti 155 Consolidamento e potenziamento dei servizi per l’integrazione scolastica ed extrascolastica minori con disabilità (équipe specialistiche) Potenziamento e consolidamento rete centri aperti polivalenti per disabili (art.105) e anziani (art.106) Sviluppo e consolidamento del servizio di trasporto sociale per persone disabili. d.Consolidare e ampliare la presa in carico integrata delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati Incremento presa in carico integrata nell’Ambito dei percorsi domiciliari di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria per le persone con disagio psichico e/o utenti psichiatrici stabilizzati. Incremento della presa in carico integrata nell’ambito dei percorsi di cura a regie diurno di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria nei centri diurni socio educativi e riabilitativi art.60 R.Reg. 4/2007 delle persone con disabilità psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati. e.-Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche Consolidamento e/o incremento degli accessi nelle strutture residenziali Case per la vita (art.70) e/o Case famiglia con servizi formativi per l’autonomia (art.60 bis) e incremento accesso e presa in carico integrata delle persone con disabilità psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzanti. Incremento della presa in carico integrata nell’ambito di programmi terapeuticiriabilitativi di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria per le persone affette da dipendenze patologiche. Presenza del servizio attivo su base d’Ambito, conforme al R. Reg 4/2007 e con livello adeguato di copertura della domanda. n. posti/utente su numero abitanti (Istat 2011) d’ambito. Presenza del servizio attivo su base d’Ambito. n. utenti iI carico SAD/ADU Servizio attivo su base d’Ambito con : presenza della équipe integrate previste dall’art. 92 del Rr. Reg 4/2007 livello minimo di copertura della domanda n. posti/utente su numero abitanti (Istat 2011) d’Ambito. n.5 posti/utente 50.000 abitanti n. posti/utente su numero abitanti (Istat 2011) d’Ambito. n.5 posti/utente 50.000 abitanti n. utenti in carico n. 15 posti/utenti ogni 50.000 abitanti Servizio attivo su base d’Ambito n. 10 utenti in carico SAD/ADI ogni 100 utenti in carico CSM per un numero medio di 6 ore settimanali proutente. n. 10 utenti in carico programmi terapeutici riabilitativi ogni 100 utenti in carico Ser.t. n. 6 156 Finalità generale OBIETTIVI TEMATICI Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori a. b. Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di essere umani. Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari integrate RISULTATI ATTESI Potenziamento e consolidamento operativo della rete delle strutture e dei servizi di prevenzione e contrasto della violenza INDICATORI DI RISULTATO n. convenzioni con CAV per ambito territoriale . n. percorsi di inserimento in Casa rifugio n. protocollo per Pronto Intervento Sociale Sviluppo e qualificazione delle reti tra servizi Attivazione/consolidamento in ogni ambito territoriale, une équipe integrata multi professionale fra servizi sociali,sanitari di base e specialistici, servizi giudiziari. VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO Almeno n.1 convenzione con CAV per ambito territoriale. Pagamento rette per inserimento residenziale presso struttura autorizzata n. 1 PIS/Ambito n. protocolli di rete n. 1 protocollo di rete n. percorsi di formazione/aggiornamento n. 15 percorsi annuali n. équipe/ambito n. 1 équipe multidisciplinare integrata di ambito n. protocollo operativo n.1 protocollo operativo n. 7 Finalità generale OBIETTIVI TEMATICI a. Governance e funzionamento dell’ufficio di piano Attivazione dell’ufficio di piano e assegnazione di dotazione organica stabile RISULTATI ATTESI Ufficio di piano sociale di zona a regime, con il responsabile e la dotazione organica dedicata. INDICATORI DI RISULTATO n. gg/set di funzionamento dell’ufficio di piano VALORI TARGET AL 2016 OBIETTIVI DI SERVIZIO n. 5 gg /settimana n. 3 risorse umane assegnata full time n. risorse umane assegnate stabilmente all’Udp n. riunioni periodiche con i servizi sociali professionali dei comuni dell’ambito n. 2 riunioni mensili tra Udp e SS professionale 157 b. Promuovere un luogo stabile di concertazione con le OO. SS. e processi di partecipazione della cittadinanza attiva. Pratiche consolidate di partecipazione della cittadinanza sociale e di concertazione con le OO.SS più rappresentative n. Patti di partecipazione con le organizzazione del terzo settore formalmente costituite n. riunioni periodiche del tavolo di monitoraggio e valutazione n. riunioni periodiche del tavolo di concertazione con le OO.SS più rappresentative 2.3 n. 10 patti di partecipazione (1 per ogni ODV /APS/Org.III Settore, o loro reti , costituita da almeno un anno alla data di sottoscrizione) n. 4 riunioni (trimestrali) per anno del tavolo di monitoraggio e valutazione n.4 riunioni (trimestrali) per anno del tavolo di concertazione con le OO.SS Più rappresentative. IL RACCORDO TRA LA PROGRAMMAZIONE ORDINARIA E LE RISORSE AGGIUNTIVE a. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC INFANZIA – I ° STRALCIO Il sistema di offerta dei servizi per la prima infanzia presente sul territorio dell’Ambito n. 4 si caratterizza per una prevalenza di servizi privati a gestione autonoma. Solo sul territorio di Mesagne e di San Pancrazio si rilevano asili nido a titolarità pubblica affidati a terzi; nei Comuni di Torre S. Susanna e Torchiarolo, invece, sono presenti strutture private convenzionate. Di seguito si riportano nel dettaglio le strutture e le relative caratteristiche: Comune di Mesagne: asilo nido “Cresciamo insieme” a titolarità pubblica affidato a terzi, atto n. 589/2007, con posti 74, tutti occupati. L’asilo nido è aperto 11 mesi all’anno, dal lunedì al sabato dalle ore 7:00 alle 17:30. Nel Comune ci sono altre 3 asilo nido privati a gestione autonoma autorizzati al funzionamento con atti n. 14/2010; 4/2011; 160/2009 con posti complessivi 91 e 49 occupati. Comune di San Pancrazio: asilo nido comunale a titolarità pubblica affidato a terzi, autorizzato con atto n. 251/2010 con 20 posti con una presa in carico di 15 utenti. L’asilo nido è aperto 11 mesi l’anno, dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 16:00; è altresì presente l'asilo nido Arca di Noè a titolarità privata con gestione autonoma, autorizzata al funzionamento con atto n. 124/2008. I posti autorizzati sono 24, e 17 sono gli utenti presi in carico. L'orario di apertura è 11 mesi l'anno dal lunedì al sabato dalle 8,00 alle 16,00 Comune di Torre Santa Susanna: asilo nido “Pegaso” a titolarità privata convenzionata, autorizzato al funzionamento con atto n. 272/2003. I posti autorizzati sono 48 a fronte di 20 158 utenti presi in carico (n. 5 sono convenzionati con il Comune). L’asilo nido è aperto 11 mesi l’anno dal lunedì al venerdi dalle ore 7.30 alle 16:00; Comune di Torchiarolo: asilo nido a titolarità privata convenzionata, autorizzato con atto n. 7/2012 con 30 posti tutti coperti con contributi pubblici. L’asilo nido è aperto 11 mesi l’anno, dal lunedì al venerdi dalle 6:00 alle 14:00 e il sabato dalle 7:00 alle 13:00; Comune di Latiano: sono presenti n. 2 asilo nido a titolarità privata con gestione autonoma autorizzati con atti n. 781/2012 e 468/2012 per complessivi posti 23 e tutti coperti. Sono aperti 11 mesi l’anno dal lunedì al sabato dalle 7:00 alle 20:00; e l'altro dalle 7,00 alle 16,00; Comune di San Pietro Vernotico: asilo nido “L’arca di Noè” a titolarità privata convenzionata, autorizzato al funzionamento con atto n. 631/2011. I posti autorizzati sono 23 con una copertura totale degli utenti fruitori. L'asilo nido è aperto 11 mesi l'anno da lunedì a sabato dalle 7,30 alle 14,00; Comune di Cellino S. Marco: asilo nido a titolarità privata con gestione autonoma autorizzata con atto n. 181/2010, con posti 35, tutti coperti. Aperto11 mesi l'anno dalle 8,00 alle 14,30; Comune di San Donaci: asilo nido a titolarità privata con gestione autonoma autorizzata con atto n. 1149/2009, con 6 posti tutti coperti. Aperto 11 mesi l'anno dalle 8,00 alle 16,00. Le sezioni primavera presenti in ambito sono n. 7 di cui solo 1 è a titolarità pubblica. I posti autorizzati sono 20 e risultano tutti coperti con la presa in carico e sono aperti 9 mesi l'anno. I servizi socio educativi innovativi e sperimentali presenti sono tutti a titolarità privata, in genere fanno capo agli stessi nido privati e inoltre a Latiano è presente un gestore accreditato al servizio. Ai sensi dell’art. 49 comma 1 della L. R. 19/2006 sia le strutture che i servizi socio assistenziali sono autorizzati al funzionamento da parte dei comuni competenti per territorio in conformità alle disposizioni della stessa legge e del relativo regolamento regionale di attuazione. Ai sensi poi dell’art 53 della stessa legge i Comuni trasmettono, entro 15 giorni dall’adozione, i provvedimenti concernenti le autorizzazioni al funzionamento, le relative modifiche o le revoche, e la Regione Puglia provvede, con proprio atto dirigenziale, a inserire detti provvedimenti nei registri regionali. A partire dall’anno 2010 la Società Innova Puglia SPA, a seguito di una convenzione con la regione Puglia, ha elaborato e realizzato un progetto di semplificazione amministrativa, mediante soluzione ITC, che consente di gestire su piattaforma web tramite processi standardizzati basati sull’utilizzo integrato degli strumenti tecnologici previsti dal Codice dell’Amministrazione Digitale (firma digitale, cooperazione applicativa, posta elettronica certificata) tutte le fasi del procedimento amministrativo relativo al funzionamento dei servizi e delle strutture regolamentate dalla legge regionale 19/2006 e relativo regolamento di attuazione 4/2007, ovvero: - 1 domanda di autorizzazione al funzionamento da parte del soggetto titolare della struttura/servizio; - istruttoria da parte dei Comuni per l’accertamento dei requisiti disposti dalla normativa di riferimento; - rilascio del provvedimento formale di autorizzazione al funzionamento; - atto dirigenziale del dirigente regionale di iscrizione nei registri regionali - aggiornamento e tenuta dei registri. Sino al 30 settembre 2012 è stata gestita una fase sperimentale di tale procedura telematica per cui la Regione continuava ad avere anche i registri cartacei. Attualmente i registri sono esclusivamente telematici. Con determinazione dirigenziale n. 819/2012 sono stati definitivamente approvati il Manuale utente e il Manuale istruttore, rispettivamente per la richiesta al funzionamento e/o accreditamento e per la procedura di rilascio dell’autorizzazione definitiva. Le tariffe regionali per i servizi della prima infanzia rinvengono dalla determinazione n. 901/2013 e sono di seguito riassunti: 159 Art. 53 Asilo nido – 20 p Fascia d’età 3-12 mesi (lattanti) € 845,30 Art. 53 Asilo nido – 60 p. Fascia d’età 3-12 mesi (lattanti) € 750,71 Art. 53 Asilo nido - 20 p. Fascia d’età 13-24 mesi (semidivezzi) € 643,25 Art. 53 Asilo nido – 32 p. Fascia d’età 13-24 mesi (semidivezzi) € 638,49 Art. 53 Asilo nido - 60 p. Fascia d’età 13-24 mesi (semidivezzi) € 594,82 Art. 53 Asilo nido – 20 p. Fascia d’età 25-36 mesi (divezzi) € 575,90 Art. 53 Asilo nido – 30 p. Fascia d’età 25-36 mesi (divezzi) € 579,61 Art. 53 Asilo nido – 60 p. Fascia d’età 25-36 mesi (divezzi) € 528,72 Gli obiettivi del progetto presentato dall’Ambito per il piano di intervento PAC infanzia sono: - Ampliamento dei servizi di nido e micronido a titolarità pubblica o privata convenzionata con incremento del numero di utenti presi in carico e riduzione delle liste di attesa L’Analisi sopra effettuata evidenzia la presenta di servizi a titolarità privata e privata convenzionata, pertanto il piano di intervento sarà finalizzata almeno al 90% al raggiungimento di questo obiettivo. Saranno incrementati di 10 posti/utenti e del necessario personale le prese in carico a titolarità pubblica, e sarà ampliata l’offerta nel privato di 40 posti /utenti sia con l’acquisto diretto del posto a mezzo di convenzione con il Comune, sia a mezzo del contributo alle famiglie con il sistema del buono servizio; - Avvio o ampliamento di servizi integrativi di carattere socio-educativo con incremento del numero di utenti presi in carico Data la assoluta assenza di tale servizio in Ambito, si progetta di avviarlo in via sperimentale nel numero di 20 utenti attraverso la erogazione dei servizi innovativi per la prima infanzia previsti nell’art 101 del R. R. 4/2007 con la formula del contributo economico alle famiglie richiedenti il servizio stesso - Costruzione di nuove strutture o ristrutturazione / adeguamento di strutture esistenti per servizi di nido e micronido a titolarità pubblica L’intervento è finalizzato all’adeguamento di strutture pubbliche (ove insiste la scuola dell’infanzia) ai fini dell’autorizzazione a nuove sezioni primavera, per renderle adeguate all’accoglienza di bambini tra i 24 e i 36 mesi la cui priorità va data ai Comuni dove è assolutamente assente il servizio. 160 b. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC ANZIANI– I ° STRALCIO L'Ambito territoriale n. 4, in seno alla progettazione del Piano di zona (I cento passi) ha erogato i seguenti servizi: - servizio ADI, consistente in prestazioni socio-sanitarie e assistenziali erogate in forma integrata con l'ASL al domicilio dell'anziano; - servizio SAD, consistente in prestazioni socio-assistenziali erogate al domicilio dell'anziano, comprese anche le attività di disbrigo pratiche amministrative, l'aiuto nella preparazione dei pasti e il servizio compagnia; - sperimentazione del servizio di telesoccorso e teleasssitenza (con riscontri poco significativi) - servizio di trasporto sociale presso i luoghi di cura. I Comuni, a titolarità singola, hanno arricchito l'offerta con le prestazioni residenziali e semiresidenziali per i ricoverati in strutture socio-sanitarie, nonché con il servizio mensa e di lavanderia. L'infrastrutturazione sociale è significativa, con la presenza di n.7 strutture residenziali. I servizi domiciliari per anziani non autosufficienti sono garantiti nel Piano Sociale di Zona risultato della gestione associata dei 9 Comuni facenti parte dell’Ambito, con la necessaria partecipazione della ASL BR /1 Distretto n. 4. L'Ambito ha sottoscritto un protocollo operativo per la presa in carico e la gestione delle prestazioni domiciliari in base al quale l'ASL garantisce le prestazioni sanitarie quali mediche, infermieristiche, fisioterapiche e di igiene personale, e queste prestazioni sono assolutamente gratuite per gli utenti. L'Ambito associa a tali prestazioni quelle socioassistenziali con quota di compartecipazione da parte degli utenti definita attraverso l'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Nonostante il comune protocollo operativo con l'ASL, i gestori delle prestazioni sono due soggetti giuridici differenti, l'uno contraente con l'ASL e l'altro con l'Ambito. Il controllo è espletato dagli enti contraenti e il monitoraggio è affidato in genere alle stesse ditte appaltatrici. Tali prestazioni socio-assistenziali sono riprese nel SAD per gli utenti con problematiche sanitarie meno complesse e con alleggerimento delle prassi di presa in carico e di controllo, con un dialogo più diretto tra il servizio sociale che ha redatto il PAI e la ditta appaltatrice che lo deve eseguire. L’accesso alle prestazioni è garantito dal Welfare di Accesso che trova nella PUA e nell’UVM l’esplicitazione di quanto necessario per giungere alla stesura del PAI. L'utente si reca nella PUA territoriale ove trova un assistente sociale che accoglie la domanda, decodifica il bisogno, si relaziona con il medico di base per la compilazione della SVAMA, e attiva L'UVM presso il Distretto sanitario. In sede di UVM si valuta il bisogno e si procede alla stesura del PAI a seconda che l'ADI sia a breve, medio e lungo termine (rispettivamente tre settimane, tre mesi e sei mesi rinnovabili). Chiaramente, i tempi di durata sono in relazione alla gravità della condizione del beneficiario. L’unitarietà del Servizio ADI, in tutte le sue fasi - programmazione, esecuzione e valutazione -, consente un percorso nel quale il processo di aiuto alla persona è costantemente monitorato e valutato. Il sistema di accreditamento dei soggetti gestori non è ancora ben incardinato nel sistema economico-sociale giacché la legislazione regionale è abbastanza recente (L. R. 19/2006 e R. R. n. 4/2007). I bandi di gara e i capitolati hanno previsto che i soggetti gestori debbano essere: cooperative sociali e loro consorzi iscritte negli albi regionali, in possesso di solidità economica e finanziaria certificata da istituti di credito, esperienza triennale nella gestione di medesimi servizi, oltre che tutti i requisiti previsti dalla normativa sugli appalti pubblici. Queste caratteristiche escludono il terzo settore dai possibili contraenti. 161 Per il servizio ADI, emerge che nel triennio vi è un incremento dell'utenza a fronte di una diminuzione delle ore erogate. La lettura che va data a questo dato non è nel senso di una diminuzione del bisogno, ma al contrario alla insufficienza di risorse finanziarie . Per il servizio NON INTEGRATO si registra un aumento di utenti, di ore e di spesa pubblica perché l'ambito si è dovuto far carico anche delle prestazioni sanitarie per soddisfare il bisogno Il 50% delle risorse PAC sono assegnate al mantenimento dei servizi domiciliari (integrati e non) per raggiungere il livello, unitamente alle risorse diverse dei PAC dell'assistenza erogata nell'anno 2012. L'incremento non può essere programmato in quanto,l'annualità 2013 ha visto i servizi dimezzati rispetto all'anno 2012 per carenza di risorse proprie e per indisponibilità oggettiva dei PAC. Per il 2014 si prevede il recupero del livello di assistenza garantito nel 2012. Il restante 50%, per vincolo, è programmato per il potenziamento e consolidamento delle PUA territoriali , per le forniture di ausili adattativi non forniti dal sistema sanitario nazionale e per l’integrazione retributiva del trattamento accessorio del personale impegnato. L’Ambito di Mesagne ha esaurito tutte le risorse programmate nel piano di zona 2010/2012 al 31 dicembre 2012 e pertanto nell'anno di proroga dei PDZ 2013 ha dovuto dimezzare, esattamente al 50% tutti i servizi ( vedasi decisioni del coordinamento istituzionale). Pertanto il 50% dei fondi PAC assegnati al mantenimento del budget 2012 ci permettono di tenere invariate la spesa, l'utenza e il monte ore. Nel corso dell'anno 2013/2014 l'ambito territoriale n.4 ha programmato nel Piano sociale di zona i medesimi interventi di assistenza socio sanitaria per gli anziani ultra 65 non autosufficienti, sebbene la progettazione di dettaglio del PDZ ha come utenti anche i disabili : sono i servizi ADI ( integrati) e SAD ( non integrati). La Regione Puglia, prevede anche di incrementare le risorse con le azioni di assegno di cura , in favore dei care giver familiari che sostengono un anziano a domicilio. I Comuni, in maniera singole e con fondi di bilancio propri, continueranno a: sostenere gli utenti inseriti in percorsi residenziali e semiresidenziali con il pagamento delle quote sociali; il servizio mensa a domicilio; il servizio di taxi sociale; il servizio lavanderia c. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL FONDO SVILUPPO E COESIONE – OBSERV (DEL. CIPE N. 79/2012) L'Ambito Territoriale n. 4 intende realizzare gli obiettivi di servizio previsti nella deliberazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, n. 79 dell’11/07/2012, che ha stanziato per n. 8 regioni meridionali, tra cui la Puglia, i servizi di cura per gli anziani non autosufficienti, prevedendo interventi socio-sanitari a domicilio; oltre a consolidare e ampliare il sistema dell’offerta e domanda relativa alla rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia (incremento dei posti nido). d. I BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE (AZIONI 3.3.1 – 3.3.2) L'Ambito Territoriale n. 4 ha già avviato e continuerà ad erogare i servizi di cui al “Catalogo telematico dell’offerta di servizi di conciliazione vita-lavoro rivolti all’infanzia e all’adolescenza sul territorio regionale” (Azione 3.3.1), nonché quelli rivolti all’erogazione dei servizi “per le persone non autosufficienti di cui all’azione 3.3.2 del territorio dell’Ambito”, adottando per 162 entrambi la procedura cosiddetta “a sportello” e facendo riferimento alle risorse che la Regione Puglia ha stanziato per entrambe le misure. L'Ambito Territoriale n. 4 ha già avviato e continuerà ad erogare i servizi di cui al “Catalogo telematico dell’offerta di servizi di conciliazione vita-lavoro rivolti all’infanzia e all’adolescenza sul territorio regionale” (Azione 3.3.1), nonché quelli rivolti all’erogazione dei servizi “per le persone non autosufficienti di cui all’azione 3.3.2 del territorio dell’Ambito”, adottando per entrambi la procedura cosiddetta “a sportello” e facendo riferimento alle risorse che la Regione Puglia ha stanziato per entrambe le misure. In particolare per l’Ambito nr. 4, le strutture iscritte al catalogo telematico dell’offerta dei servizi sono le seguenti: SERVIZI PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA (Azione 3.3.1) Comune Art. Reg. nr. 4 Nr. posti a catalogo Retta mensile media 53 5 € 200,00 53 8 € 300,00 53 39 € 215,00 53 8 € 270,00 53 20 € 165,00 L'ARCA DI NOE' 53 24 € 200,00 ASILO NIDO COMUNALE 53 15 € 399,99 LUDOTECA - L'ALBERO AZZURRO 89 16 € 90,00 LUDOTECA - L'ALBERO AZZURRO 90 15 € 130,00 Denominazione LATIANO COOP.SOCIALE CRESCIAMO INSIEME ASSOCIAZIONE “L’ARCOBALENO COOP.SOCIALE “SILLABANDO” COOPERATIVA SOCIALE LA BOTTEGA DELLA FANTASIA SAN PIETRO V.co ASILO NIDO - CASA DEI BAMBINI MESAGNE MESAGNE MESAGNE SAN PANCRAZIO S.no SAN PANCRAZIO S.no SAN PANCRAZIO S.no SAN PANCRAZIO S.no SERVIZI PER ANZIANI E NON AUTOSUFFICIENTI (Azione 3.3.2) Comune MESAGNE MESAGNE Denominazione Centro Diurno SocioEducativo E Riabilitativo Villa Cavaliere Centro Diurno SocioEducativo E Riabilitativo Pino Pagliara Art. Reg. nr. 4 Nr. posti a catalogo Retta mensile media 60 5 € 933,60 60 4 € 933,60 163 e. I PROGETTI SPECIALI (INTESA FAMIGLIA, PIANI DEI TEMPI, ECC….) L’Ambito Territoriale n. 4 intende promuovere, nel corso del triennio 2014-2016, un progetto in linea con lo spirito delle norme nazionali e regionali in materia di affido familiare, e quindi il diritto per ogni minore di vivere in una famiglia, incentivando i percorsi di affido con l’incremento del numero di famiglie che accolgono minori in una situazione temporanea di difficoltà e la conseguente diminuzione del ricorso all’istituzionalizzazione. Tale obiettivo generale può essere conseguito attraverso quattro macro-obiettivi, che corrispondono alle fasi principali in cui si articolerà il progetto: 1) mettere a sistema un modello di intervento a rete pubblico-privato, processuale e incrementale, fondato: su un’adesione matura e consapevole ad una logica di sistema integrata e di patto territoriale e sulla condivisione dell’importanza del ruolo di un welfare integrato (pubblico, non profit) come fattore di sviluppo; su una cooperazione organizzata e formalizzata verso obiettivi comuni, fondata su innovativi processi decisionali; sull’organizzazione di una cabina di regia stabile di pianificazione, coordinamento, monitoraggio, valutazione e validazione delle strategie di intervento; su una dimensione organizzativa forte in cui siano chiari, formalizzati ed esplicitati ruoli, responsabilità decisionali e obiettivi; su una disponibilità alla condivisione e allo scambio di informazioni; su un percorso comune di aggiornamento e formazione tecnica degli operatori dell’affido pubblici e del privato-sociale; 2) implementare e sviluppare i servizi a sistema attraverso un miglioramento della cura e dell’accompagnamento dei minori, delle famiglie affidatarie e delle famiglie d’origine, per: diminuire i tempi di attesa; razionalizzare gli interventi già in atto per evitare duplicazioni, sovrapposizioni e quindi sprechi e inefficienze; superare la logica di intervento legata a servizi ormai consolidati che si reggono su contributi limitati nel tempo e nelle risorse; permettere all’Ambito di coordinare, valorizzare e monitorare gli interventi al fine di dare risposte immediate al bisogno; superare la logica di autoreferenzialità che limita spesso lo sviluppo delle politiche e delle scelte sia del pubblico che del privato. 3) diversificare le attuali forme di affido e accoglienza familiare di minori per rispondere al mutamento dei bisogni e delle istanze sociali delle famiglie in stato di vulnerabilità o fragilità sociale, sperimentando nuovi interventi di prossimità, solidarietà e sostegno familiare che contribuiscano a rafforzare competenze genitoriali e relazioni significative, “alleggerendo” alcune forme di intervento praticate da anni; 4) migliorare la comunicazione e la promozione della cultura dell’affido, con un investimento in termini teorici e pratici: sul metodo, nella scelta di non optare per grosse campagne di comunicazione a target indifferenziato, ma su una strategia di comunicazione integrata con strumenti diversificati (sito, newsletters, incontri informativi e formativi, testimonianze ed eventi) mirati a specifici segmenti di popolazione ritenuti più sensibili e disponibili all’accoglienza; sui contenuti, modificando l’immagine dell’affido da un percorso avvicinabile da pochi ad esperienza di accoglienza in senso più generale e diversificato, che può attuarsi con diverse modalità e quindi accessibile a chi sia disponibile ad “accogliere” in base alle proprie disponibilità e risorse. 164 I sotto-obiettivi del progetto saranno: creazione di capitale sociale, ossia relazioni fiduciarie tra i promotori dei diversi interventi di accoglienza che facilitino il processo di aggregazione dei portatori di interesse e sostengano la motivazione dei singoli ad aprirsi all’accoglienza; individuazione e definizione di modalità efficaci attraverso cui l’innovazione prodotta possa essere “ingegnerizzata”, per divenire patrimonio comune di un numero consistente di soggetti a livello locale; dare un’ampia visibilità alle attività sia tra i soggetti progettuali che esternamente per amplificare l’impatto dell’iniziativa al fine di favorire un effetto moltiplicatore dei risultati raggiunti, per promuovere gli eventi e per diffondere i risultati di progetto. Destinatari dell’intervento sono: Beneficiari diretti: minori, famiglie affidatarie e famiglie d’origine Beneficiari indiretti: operatori degli enti pubblici e privati che partecipano alla messa a sistema, alla formazione e alle azioni, condividendo e confrontando strategie e modalità operative; reti di famiglie affidatarie e accoglienti Beneficiari indiretti: la collettività che verrà sensibilizzata rispetto alla cultura dell’affido e dell’accoglienza diversificata a minori Coerenza con la programmazione sociale di Ambito e dei singoli comuni: L’impegno dell’Ambito n. 4 per promuovere la cultura dell’affido e per innovare l’asseto organizzativo del servizio affidi in una prospettiva partecipativa e sussidiaria è uno degli obiettivi definiti nel Piano Sociale di Zona 2010/2012 redatto in osservanza del Piano Regionale Politiche Sociali 2009-2011 (Delibera di Giunta Regionale n. 1865 del 13 ottobre 2009). In particolare ci si riferisce al servizio ADT Minori, rivolto al sostegno educativo all’interno di nuclei familiari che presentano carenze culturali-educative, rappresentando, ove possibile, una valida alternativa all’inserimento in strutture. E’ inoltre in fase di attivazione l’équipe integrata per l’adozione, composta da personale qualificato che opera presso i Consultori familiari dell’ASL in collaborazione con i servizi sociali dei nove Comuni facenti parte dell’Ambito, secondo un protocollo operativo condiviso che prevede la segnalazione dei casi da parte degli Uffici comunali e la presa in carico da parte del sistema sanitario locale. Tra gli obiettivi operativi del Piano Sociale di Zona rientra il potenziamento e il consolidamento del servizio di affido familiare, tramite la costituzione di 2 uffici affido/adozioni e l’attivazione di 20 percorsi di affido nel triennio 2010-2012. L’intervento è di pertinenza del Servizio Sociale dell’Ambito territoriale, previo consenso manifestato dai genitori esercenti la potestà ovvero dal tutore, sentito il minore che abbia compiuto i dodici anni e anche i minori di età inferiore, in relazione alla capacità di discernimento. Le caratteristiche del provvedimento di affidamento che il Servizio Sociale deve disporre sono le stesse sia per l’affidamento consensuale sia per quello giudiziale. In particolare deve prevedere un progetto individualizzato contenente: analisi della situazione familiare e personale del/la minore modalità, tempi di attuazione e prevedibile durata dell’affidamento interventi a favore della famiglia d’origine, degli affidatari, del/la minore tipo e frequenza dei rapporti tra le due famiglie momenti di verifica periodici. I compiti del Servizio Sociale, individuati dalla Legge n. 184/83 e dalle modifiche introdotte dalla Legge n. 149/01, sono così riassumibili: disporre un programma di assistenza e sostegno alla famiglia di origine del minore, nonché il progetto educativo a tutela del minore, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati; valutare la necessità di attivare un affidamento familiare come intervento prioritario e alternativo all’inserimento in struttura comunitaria; 165 vigilare sull’andamento dell’affidamento svolgendo opera di sostegno educativo; agevolare i rapporti tra minore e famiglia d’origine favorendo il suo rientro nella stessa secondo le modalità più idonee; ricercare la massima integrazione funzionale con i servizi sanitari e sociosanitari del territorio, nell’attuazione dell’affidamento; avvalersi della collaborazione delle associazioni familiari per l’individuazione e la formazione delle famiglie affidatarie e per supportare la rete tra le esperienze di affidamento; comunicare al Giudice Tutelare o al Tribunale per i Minorenni ( a seconda che si tratti di affidamento consensuale o giudiziale) “ogni evento di particolare rilevanza” che riguardi il minore o gli affidatari o la famiglia d’origine: inviare semestralmente una relazione al Giudice Tutelare o al Tribunale per i Minorenni sull’andamento del programma di assistenza, sulla presumibile ulteriore durata e sull’evoluzione delle condizioni di difficoltà del nucleo familiare di provenienza (art.4 L. 184/83 e s.m.i.) dare sostegno al minore per l’elaborazione del distacco dalla famiglia affidataria e la preparazione al rientro presso il nucleo d’origine definire i tempi e le modalità più favorevoli al reinserimento nella famiglia di origine, anche valutando l’opportunità del mantenimento di rapporti con la famiglia affidataria. Le funzioni di presa in carico, di promozione della cultura dell’affidamento familiare, di reperimento e valutazione degli aspiranti affidatari, di formazione e sostegno degli affidatari, di attivazione dei possibili abbinamenti, richiedono l’apporto stabile, integrato e continuativo di professionalità socio-sanitarie diverse, capaci di garantire un intervento articolato e protratto nel tempo. A tal fine l’Ambito, in collaborazione con l’ASL, si dota, in rapporto alla propria organizzazione territoriale, di un’equipe integrata alla quale attribuire compiti specifici. Le linee programmatiche di costituzione dell’equipe prevedono un organigramma composto almeno da un assistente sociale, da un educatore o pedagogista e da uno psicologo, assegnati a questo compito dal proprio Servizio di appartenenza, un’organizzazione che preveda ore di lavoro sia congiunto che individuale. A tali figure possono affiancarsi mediatori interculturali e linguistici per supportare in specifiche condizioni l’elaborazione del progetto educativo per il minore e per sviluppare iniziative di sensibilizzazione all’accoglienza da parte di famiglie miste o della stessa etnia dei minori interessati. Il servizio di affidamento familiare è disciplinato dall’Ambito territoriale con l’adozione di un regolamento unico che, recependo la normativa nazionale e regionale in materia, definisce impegni e compiti dei vari soggetti protagonisti dell’intervento. L’Ambito sottoscrive specifici protocolli d’intesa con le istituzioni che a vario titolo operano sul tema per favorire e rafforzare il processo di integrazione sociosanitaria dei servizi territoriali. 166 Capitolo III PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA 3.1. – LA COMPOSIZIONE DEL FONDO UNICO DI AMBITO REGIONE PUGLIA AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA’ SERVIZIO PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA Budget complessivo del Piano Sociale di Zona - terzo ciclo di programmazione PROVINCIA DI BRINDISI AMBITO TERRITORIALE DI Mesagne BUDGET DISPONIBILE N. 1 FONTE DI FINANZIAMENTO RESIDUI STANZIAMENTO PDZ 2010-2013 € 14.340.263,28 ANNUALITA' DI COMPETENZA IMPORTO € 0,00 167 2 Fondo Nazionale delle Politiche Sociali (FNPS) 2013 € 407.212,87 3 Fondo Globale socioassistenziale regionale (FGSA) 2013 € 282.556,29 4 Fondo Non Autosufficienza (FNA) 2013 € 270.018,43 5 Risorse proprie da bilancio comunale € 6.422.244,75 6 Risorse della ASL allocate a cofinanziamento del Piano di Zona € 3.993.023,00 7 Fondi del Piano di Azione e Coesione - Infanzia (PAC) € 697.500,00 8 Fondi del Piano di Azione e Coesione - Anziani non autosufficienti (PAC) € 891.245,00 9 Fondi per i Buoni servizio di concilizione - Infanzia € 565.044,00 10 Fondi per i Buoni servizio di concilizione - Anziani e Disabili € 531.388,64 11 Altre risorse pubbliche apportate a cofinanziamento del Piano di Zona € 280.030,30 12 Altre risorse private apportate a cofinanziamento del Piano di Zona 3.1.1 - Risorse Ordinarie (FNPS – FNA – FGSA) La composizione del budget disponibile per i servizi di questo terzo periodo di programmazione è quantificata sulla base delle risorse destinate alla spesa sociale da parte dello Stato, della Regione, della ASL, dei Comuni e di altre risorse pubbliche e private. Nel dettaglio si riscontrano nel prospetto sopra riportato. 3.1.2 – Le risorse aggiuntive (FSC – PAC) La novità di questo terzo ciclo di programmazione finanziaria è costituita dalle risorse rivenienti dalla destinazione di fondi europei (P.O. F.E.S.R. 2007-2013) per Piani di Azione e Coesione e Buoni di 168 Conciliazione destinati a minori, anziani, e ai soggetti non autosufficienti. Il dettaglio dei relativi servizi è riportato all’interno della scheda di programmazione finanziaria sotto riportata. 3.1.3 – Il cofinanziamento con risorse proprie dei comuni. È utile sottolineare che, oltre alle risorse trasferite dalla Regione Puglia, la quota di cofinanziamento garantita dai Comuni risulta essere superiore al vincolo imposto del 100% del F.N.P.S. - F.G.S.A. – F.N.A., così come precedentemente descritto (vedi cap. 1.4). REGIONE PUGLIA AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA’ SERVIZIO PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA Scheda di programmazione finanziaria del Piano di Zona - terzo ciclo di programmazione PROVINCIA DI BRINDISI AMBITO TERRITORIALE DI Mesagne CONTATORI RES STAN Z PDZ 10-13 FNPS FGSA FNA RISORSE PROPRIE COMUNAL I RISORSE ASL PAC INF PAC ANZ BUONI SERVIZI O INF BUONI SERVIZIO ANZ/DIS ALTRE RISORSE PUB ALTRE RISORS E PRIVAT E TOTALE 169 Art. Reg. 4/07 N . RISORSE ASSEGNATE € 0,00 € 407.212,8 7 € 282.556,2 9 € 270.018,4 3 € 6.422.244,75 € 3.993.023,0 0 € 697.500,0 0 € 891.245,0 0 € 565.044,00 € 531.388,64 € 280.030,30 € 0,00 € 14.340.263,2 8 RISORSE RESIDUE € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 TOTALE DI COLONNA € 0,00 € 407.212,8 7 € 282.556,2 9 € 270.018,4 3 € 6.422.244,75 € 3.993.023,0 0 € 697.500,0 0 € 891.245,0 0 € 565.044,00 € 531.388,64 € 280.030,30 € 0,00 € 14.340.263,2 8 FNPS FGSA FNA RISORSE PROPRIE COMUNAL I RISORSE ASL PAC INF PAC ANZ BUONI SERVIZI O INF ALTRE RISORSE PUBBLICH E ALTRE RISORS E PRIVAT E TOTALE DI RIGA Tipologia gestione Denominazione Ente titolare AM B Asili nido e altri servizi socioeducativi per la prima infanzia Comune / Ambito Periodo di attuazion e del servizio Modalità gestione 1. in economia 2. affidament o 3. delega 20132014 2 € 360.332,89 20132014 2 € 20.000,00 € 20.000,00 20132014 1 € 145.500,00 € 145.500,00 20132014 1 € 81.000,00 € 81.000,00 20132014 3 CO M RES STAN Z PDZ 10-13 BUONI SERVIZIO ANZ/DIS € 697.500,0 0 1 53-90101 2 altro Servizi di conciliazione vita-lavoro Ambito 3 85 Rete di pronto intervento sociale PIS Comune SI 4 77-81ter Rete di pronto intervento sociale emergenza abitativa Comune SI 5 102 Percorsi di inclusione sociolavorativa Ambito SI 6 86 Servizio Sociale Professionale Comunale SI si 20132014 1 € 145.500,00 € 145.500,00 7 83 Rete di accesso - segretariato Comunale SI si 20132014 1 € 145.499,09 € 145.499,09 8 108 Rete di accesso - sportello immigrati Comunale SI 20132014 3 € 25.000,00 € 25.000,00 9 3 Rete di accesso - PUA Ambito SI 20132014 3 € 25.000,00 1 0 93 Centri di ascolto per le famiglie Ambito SI 20132014 1 € 15.000,00 1 1 87 Educativa domiciliare per minori Ambito SI 20132014 2 € 139.882,9 5 si si si € 1.057.832,89 FSE € 22.000,00 NOT E € 159.000,0 0 € 0,00 € 206.000,00 € 15.000,00 € 100.196,8 1 € 92.179,53 € 332.259,29 170 1 2 altro Buoni di servizio di conciliazione infanzia Ambito SI 20132014 2 1 3 96 Affido familiare - equipe Ambito SI 20132014 1 € 50.000,00 € 50.000,00 1 4 96 Affido familiare Ambito SI si 20132014 1 € 16.950,00 € 50.000,00 1 5 altro Adozione familiare Ambito SI si 20132014 1 € 50.000,00 € 116.936,00 € 166.936,00 1 6 52-104 Centri diurni (art. 52-104 RR 4/2007) minori Ambito SI si 20132014 2 € 108.293,00 € 27.000,00 € 135.293,00 1 7 3 Unità di Valutazione Multidimensionale Ambito SI 20132014 3 € 50.000,00 € 40.000,00 € 90.000,00 1 8 88 Assistenza Domiciliare non autosuff. - ADI Ambito SI 20132014 2 € 106.499,0 9 € 70.000,00 € 836.787,00 1 9 87 Assistenza Domiciliare non autosuff. - SAD Ambito SI 20132014 2 € 138.519,3 4 € 73.541,00 2 0 87-88 Assistenza Domiciliare per persone con disagio psichico Ambito SI 20132014 3 € 25.000,00 2 1 altro Abbattimento barriere architettoniche Ambito 20132014 3 € 25.000,00 2 2 altro Buoni di servizio di conciliazione disabili e anziani Ambito SI 20132014 2 2 3 altro Progetti di Vita Indipendente Ambito SI 20132014 2 2 4 106 Centri diurni anziani (art. 106 RR 4/2007) Comunale si 20132014 3 € 19.000,00 € 19.000,00 2 5 105 Centri diurni disabili (art. 105 RR 4/2007) Comunale si 20132014 3 € 10.000,00 € 10.000,00 2 6 60 Centri diurni disabili art. 60 RR 4/2007 si 20132014 3 2 7 55-57 Dopo di Noi (artt. 55-57 RR 4/2007) Comunale si 20132014 2 8 60ter Centri diurni Alzheimer (art. 60ter RR 4/2007) Comunale si 2 9 92 Integrazione alunni con disabilità art. 92 RR 4/2007 - equipe Ambito Ambito si SI SI € 565.044,00 € 565.044,00 € 100.000,00 € 52.000,00 € 286.622,5 0 € 1.299.908,59 € 445.622,5 0 € 657.682,84 € 36.000,00 € 61.000,00 € 25.000,00 € 531.388,64 € 531.388,64 € 228.030,30 € 25.000,00 € 118.950,00 € 228.030,30 € 10.000,00 € 347.000,00 € 382.000,00 3 € 25.000,00 € 28.000,00 € 53.000,00 20132014 3 € 25.000,00 € 38.000,00 € 63.000,00 20132014 1 € 25.000,00 € 25.000,00 171 3 0 92 Integrazione alunni con disabilità art. 92 RR 4/2007 Ambito 3 1 altro Trasporto sociale per persone con disabilità Comunale si 20132014 3 2 6060bis105 Inserimenti in strutture a ciclo diurno per persone con disagio psichico Comunale si 3 3 60bis70 Residenze per persone con disagio psichico (artt. 70-60bis RR 4/2007) Comunale si 3 4 altro Interventi per persone con dipendenze patologiche Ambito 3 5 107 Maltrattamento e violenza - CAV 3 6 80-81 3 7 € 168.231,6 7 € 893.000,00 1 € 194.070,00 € 40.000,00 € 234.070,00 20132014 3 € 15.600,00 € 550.000,00 € 565.600,00 20132014 3 € 104.160,00 € 700.000,00 € 804.160,00 SI 20132014 2 € 431.226,00 € 207.000,00 € 638.226,00 Ambito SI 20132014 3 € 25.000,00 € 25.000,00 Maltrattamento e violenza residenziale Ambito SI 20132014 3 € 25.000,00 € 25.000,00 altro Maltrattamento e violenza - equipe Ambito SI 20132014 3 € 25.000,00 € 25.000,00 3 8 altro Interventi di prevenzione in materia di dipendenze patologiche Ambito SI 20132014 3 € 25.000,00 3 9 47-4849-50 20132014 3 € 881.597,00 4 0 altro 20132014 3 Ufficio di Piano 2 € 231.969,2 8 € 134.200,00 Interventi indifferibili per minori fuori famiglia 20132014 SI Comunale Ambito si SI € 20.360,64 € 14.127,81 € 61.489,55 € 8.200,00 FSR € 1.427.400,95 € 33.200,00 € 881.597,00 € 3.100,00 € 99.078,00 3.1.4 – La spesa sociale totale dei comuni. Con riferimento alla spesa media certificata da ogni singolo comune per il triennio 2010-2012, così come riassunta nel prospetto di sintesi sotto riportato, si riscontra il pieno rispetto del vincolo secondo cui i comuni garantiscono una spesa sociale media pari o superiore a quella del triennio precedente. 172 REGIONE PUGLIA AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA’ SERVIZIO PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA Scheda per la rilevazione della spesa sociale a valere su risorse proprie comunali per il triennio 2010-2012 Prospetto di sintesi di Ambito MESAGNE SAN PIETRO VERNOTICO ERCHIE SAN PANCRAZIO SALENTINO CELLINO SAN MARCO TORRE SANTA SUSANNA SAN DONACI LATIANO TORCHIAROLO TOTALE AMBITO AMBITO DI MESAGNE POPOLAZIONE AL 31 DICEMBRE 2011 TOTALE 2010-2012 MEDIA 2010-2012 SPESA PROCAPITE 10-12 27.727 € 5.841.107,61 € 1.947.035,87 € 70,22 13.950 € 2.347.692,09 € 782.564,03 € 56,10 8.796 € 1.245.853,40 € 415.284,47 € 47,21 10.293 € 671.263,80 € 223.754,60 € 21,74 6.794 € 547.125,59 € 182.375,20 € 26,84 10.708 € 2.204.293,21 € 734.764,40 € 68,62 6.862 15.026 5.461 105.617 € 653.312,79 € 1.981.846,20 € 842.476,10 € 16.334.970,79 € 217.770,93 € 660.615,40 € 280.825,37 € 5.444.990,26 € 31,74 € 43,96 € 51,42 € 51,55 N.B.: si ricorda che i dati su indicati devono risultare coerenti sia con la programmazione del Piano Sociale di Zona 2010-2013 che con quanto già indicato nelle schede di rendicontazione della spesa sociale di ambito territoriale relative alle annualità 2010 - 2011 - 2012 già trasmesse e approvate dai competenti Uffici Regionali. N.B. le schede attestanti la spesa sociale di ogni singolo Comune, debitamente sottoscritte dai Responsabili dei Servizi Finanziari, sono allegate al presente Piano di Zona. 173 174 3.1.5 – Attività di monitoraggio fisico e finanziario del Piano Sociale di Zona. I principali indicatori della domanda di servizi e prestazioni sociali (indicatori su accessi a segretariati sociali e PUA, indicatori su liste d’attesa, indicatori su domande sulle principali prestazioni) Gli indicatori utilizzati circa la domanda di servizi e prestazioni sociali, restano invariati rispetto alle modalità utilizzate in precedenza e già descritte nella relazione sociale d’Ambito dell’anno precedente. Nel corso dell’anno 2012 è stata data continuità alla raccolta sistematizzata di informazioni e alla documentazione su ogni singolo caso, consentendo il monitoraggio della domanda, dei bisogni e delle risorse sul territorio. L’analisi dei flussi delle domande ha permesso l’approntamento di scelte più ponderate e giustificate in merito all’allocazione di risorse, alla determinazione delle priorità ed alla regolazione dell’accesso ai servizi. Sono stati attuati i riferimenti teorici e pratici indicati dalla Regione Puglia espressi nel “Percorso formativo rivolto agli ambiti territoriali in Regione Puglia sui temi del monitoraggio e valutazione del piano sociale di zona” , “…lo strumento di monitoraggio rappresenta un primo livello di analisi per gli ambiti territoriali su cui iniziare a ragionare, per costruire a seguire un sistema di valutazione dei piani di zona che possa seguire l’implementazione e lo sviluppo nel tempo dei servizi e degli interventi sul territorio, che possa accompagnare future scelte programmatorie e verificare non solo il livello di attuazione delle azioni, ma anche l’efficacia dell’azione programmatoria e la qualità dei servizi implementati.” Permangono gli indicatori individuati per ogni scheda e per ogni intervento e servizio, oltre a quelli che consentono di monitorare anche la funzionalità della parte organizzativa e gestionale qual è l’ufficio di piano, il coordinamento istituzionale, le commissioni di gara. Gli indicatori usati hanno rispettato le caratteristiche consone ad essi e quindi costruibilità ossia possibilità di generarlo secondo dati già disponibili; affidabilità ossia capacità di rilevare le variazioni del fenomeno che si monitora; comprensibilità e assenza di ambiguità. Pertanto si riportano di seguito gli indicatori già citati nella precedente relazione annuale: indicatori di domanda ed accessibilità per verificare la disponibilità, l’accessibilità e la dimensione della domanda espressa e della soddisfazione della stessa per ogni servizio attivato; indicatori di risorse per misurare l’intensità delle risorse impiegate nelle varie attività; indicatori di attività per misurare quantitativamente l’attività svolta; indicatori di risultato per evidenziare i risultati conseguiti e valutarne l’efficienza e l’efficacia ed il loro rapportarsi alle richieste espresse e agli obiettivi prefissatisi; 175 indicatori di qualità per ponderare la qualità dei servizi. Nel nostro Ambito resta prioritaria la funzione del segretariato sociale che risponde alla esigenza primaria di: - avere informazioni complete in merito ai diritti, alle prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi; - conoscere le risorse sociali disponibili nel territorio in cui vivono le persone, che possono risultare utili per affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita. In particolare, l'attività di segretariato sociale è finalizzata a garantire: unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro, funzioni di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi, soprattutto nella gestione dei tempi di attesa nell'accesso ai servizi. Tale servizio finora, nei Comuni del nostro Ambito, è stato realizzato all’interno del servizio sociale professionale con accesso al front office del servizio di base fino al 31.12.2012, poiché l’assunzione di nuove figure professionali per l’attivazione delle Porte Uniche d’Accesso ha avuto corso a partire dal gennaio 2012. Attualmente gli operatori del Segretariato Sociale, del Servizio Sociale Professionale e del Distretto Socio-Sanitario operano per la realizzazione di strumenti operativi finalizzati alla raccolta dati a fini programmatori, secondo quanto previsto nella Deliberazione di G.R. n. 691 del 12 Aprile 2011 pubblicata sul BURP n.72 del 10.05.2011 contenente “Linee guide regionali per l’accesso ai servizi sanitari territoriali ed alla rete integrata dei servizi socio sanitari”. ATTIVITA' E SERVIZI, INDICATORI DI OFFERTA EROGATA DEFINIZIONE SERVIZIO Welfare d’accesso SEGRETARIATO SOCIALE La funzione di segretariato sociale risponde alla esigenza primaria di: -avere informazioni complete in merito ai diritti, alle prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi; -conoscere le risorse sociali disponibili nel territorio in cui vivono le persone, che possono risultare utili per affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita. In particolare l'attività di segretariato sociale è finalizzata a garantire: unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro, funzioni di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi, soprattutto nella gestione dei tempi di attesa nell'accesso ai servizi. Assume la funzione di punto unico d'accesso alla rete dei servizi. Indicatori : 1) nr. Accessi utenti, registrati con apposite schede d’ingresso ( permette di valutare la conoscenza del servizio da parte della cittadinanza e quindi la possibilità di incrementare la pubblicizzazione dello stesso per le pari opportunità di accesso; permette di inserire dati per la formazione di una banca omogenea) accessi nr. 4636 176 2) nr domande inviate ad altri enti ( permette di verificare la collaborazione e la esistenza di una rete tra enti pubblici e terzo settore con punti di forza e di criticità che possono accelerare i tempi o modificare i canali della rete stessa) domande inviate ad altri Enti nr. 852 Welfare d’accesso Le funzioni del servizio sociale professionale sono finalizzate alla lettura e decodificazione della domanda, alla presa in carico della persona, della famiglia e/o del gruppo sociale, all'attivazione ed integrazione dei servizi e delle risorse in rete, all'accompagnamento e all'aiuto nel processo di promozione ed emancipazione. SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE Indicatori : 1) nr. Presa in carico utenti registrati con apposite schede d’ingresso ( permette di decodificare il bisogno reale e l’esigenza di accessi a servizi ed interventi per una riprogrammazione degli stessi, se necessari) 2) nr utenti in carico 3) nr domande da servizi 4) risorse mancanti Nr utenti in carico 1972 Servizi Domiciliari Servizio a favore di persone anziane e disabili con limitata autonomia, finalizzato a fornire contemporaneamente prestazioni integrate, mediche, infermieristiche, riabilitative, a carico dell'ASL e socioassistenziali, di competenza dell’Ambito, rese a domicilio del paziente. In tale Servizio l’ingresso si verifica tramite la Porta Unica di Accesso e la valutazione nell’UVM. INDICATORI: 1) nr domande di ingresso ADI - ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA PER DISABILI ED ANZIANI 2) nr ingressi effettuati 3) nr domande non esaudite per mancanza posti 4) scheda SVAMA 5) PAI 6) Risorse economiche ed umane usate 7) Ore di OSA e OSS Utenti in carico al servizio nr 65 Servizi Comunitari Diurni CENTRO DIURNO SOCIO EDUCATIVO RIABILITATIVO PER DISABILI Centri diurni, a valenza educativa, che perseguano lo scopo di rendere possibile una vita di relazione a persone diversamente abili, che abbiano assolto l'obbligo scolastico, e le cui verificate potenzialità residue non consentano idonee forme di integrazione lavorativa. In tale Servizio l’ingresso si attua tramite istanza presentata alla Porta Unica di Accesso e valutazione nell’UVM. 177 INDICATORI: 1) nr domande di ingresso 2) nr ingressi effettuati 3) nr domande non esaudite per mancanza posti 4) schede di valutazione 5) PAI 6) Risorse economiche ed umane usate Utenti in carico al servizio nr 21 Strutture Residenziali PRESTAZIONI RESIDENZIALI L’accesso alle prestazioni residenziali e semi-residenziali avviene previa valutazione dell’UVM. L’accordo di programma ASL/Ambito ed in generale l’attuale normativa impegna le parti alla compartecipazione della spesa. Pertanto la quota sanitaria è di pertinenza della ASL mentre la quota sociale è a carico dell’utente e/o dei Comuni. I Comuni intervengono in maniera inversamente proporzionale alla capacità economica degli utenti e ciò richiede una valutazione delle risorse economiche dei cittadini e delle loro famiglie. Nel caso dei disabili gravi si considera il reddito individuale del beneficiario dell’intervento. Le somme rivenienti dalle quote di compartecipazione a carico dei comuni non gravano sul bilancio del Piano di Zona. Al fine di favorire il mantenimento degli anziani nel proprio nucleo familiare e nel proprio contesto sociale, l'assistenza domiciliare si attua mediante la fornitura a domicilio di prestazioni di aiuto. L’assistenza domiciliare è diretta ad anziani con parziale o totale non autosufficienza con lo scopo di salvaguardare l’autonomia personale e la permanenza nel nucleo familiare. Può consistere in un sostegno domiciliare di aiuto domestico, somministrazione pasti e altri interventi connessi alla vita quotidiana. Il servizio è gestito dalla cooperativa alla quale è stato appaltato sotto il controllo dell’Ambito e si accede tramite richiesta di accesso con valutazione da parte del servizio sociale. Servizi Domiciliari INDICATORI: SAD - ASSISTENZA DOMICILIARE PER ANZIANI e DISABILI 1) nr domande di ingresso 2) nr ingressi effettuati 3) nr domande non esaudite per mancanza posti 4) PAI 5) Risorse economiche ed umane usate 6) Questionario di gradimento del servizio 7) Nucleo di valutazione e monitoraggio Utenti in carico al servizio nr 151 178 Il servizio si realizza attraverso l'attivazione di un sistema di assistenza telefonica a domicilio, idoneo a garantire sia la pronta disponibilità a ricevere le segnalazioni dell'utente anziano in caso di emergenza, sia un contatto programmato con l'assistito. Servizi Domiciliari SERVIZIO DI TELEASSISTENZA E TELESOCCORSO INDICATORI: 1) Nr domande di ingresso 2) nr ingressi effettuati 3) nr domande non esaudite per mancanza posti Istanze pervenute nr. 50 Complesso di prestazioni erogate al minore e al nucleo familiare al fine di consentire la loro permanenza nel normale ambiente di vita, di ridurre l'esigenza di ricorso a strutture residenziali, di promuovere le responsabilità della famiglia e di elevare la qualità della vita del minore. Consiste in interventi connessi alla vita quotidiana e, in generale, in ogni attività di sostegno del minore, comprese attività di tipo educativo. Il servizio è gestito dalla cooperativa alla quale è stato appaltato sotto il controllo dell’Ambito e si accede tramite richiesta di accesso con valutazione da parte del servizio sociale. Servizi Domiciliari INDICATORI: 1) nr domande di inserimento nel servizio ADE - ASSISTENZA DOMICIALIARE EDUCATIVA 2) nr domande fatte direttamente dal nucleo 3) nr domande fatte indirettamente dal TM 4) nr segnalazioni da terzi 5) elencazione motivo di inserimento 6) questionari di gradimento del servizio 7) relazioni di verifica 8) ore di sevizio usate 9) ore da usare 10) nr richieste non accolte e motivazione 11) nucleo di monitoraggio Utenti in carico al servizio nr 75 Servizi Comunitari Diurni SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA PER DISABILI Interventi finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché a forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche. Ingressi gestiti in collaborazione con il NIAT; interventi effettuati ad opera della cooperativa alla quale è stato appaltato il servizio INDICATORI 1) Nr minori seguiti 179 2) Nr educatori in relazione agli utenti 3) Nr ore effettuate 4) Nr ore da usare 5) Nr domande non soddisfatte 6) Nucleo di valutazione e monitoraggio .Utenti in carico al servizio nr 89 Interventi Monetari Servizi Comunitari Diurni AIP SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE La fase istruttoria delle nr 420 istanze accolte è stata avviata nel 2011, è stata completata nel 2012 e si è in attesa della corresponsione della somma di € 436.336,54 da parte della Regione Puglia che consentirà l’ erogazione del beneficio a favore di nr.66 soggetti aventi diritto. Il servizio assicura il trasporto per anziani e disabili Il servizio nel corso dell’anno 2012, è stato garantito dai singoli Comuni secondo modalità condivise previste dalla programmazione del Piano di Zona. Obiettivo generale del servizio è quello di favorire una positiva integrazione, sostenendo una cittadinanza. E’ dotato di personale qualificato nei servizi di mediazione linguistica ed interculturale ed operatori sociali Inclusione Sociale Il servizio è presente su due sedi rispettivamente nei Comuni di Mesagne e San Pietro SERVIZIO DI ORIENTAMENTO INFORMAZIONE A FAVORE DEI CITTADINI IMMIGRATI INDICATORI: 1) nr domande di accesso allo sportello 2) nr invii ad altri servizi Utenti in carico al servizio sede Comune di Mesagne : nr. 300. Utenti in carico al servizio sede Comune di San Pietro V.co: nr. .193 Inclusione Sociale SERVIZIO DI ORIENTAMENTO, FORMAZIONE E INSERIMENTO LAVORATIVO Il servizio, istruito ed attivato nel corso dell’anno 2011, ha previsto l’assegnazione di borse lavoro a favore di soggetti afferenti alla fascia della marginalità sociale nello specifico ex tossicodipendenti, ex alcolisti, persone in trattamento psichiatrico, soggetti afferenti al circuito penale, ex detenuti e soggetti in misure alternative alla detenzione. Sono state concordate azioni sperimentali di promozione, sostegno ed accompagnamento volte all’inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati, attraverso la sottoscrizione di appositi protocolli di intesa con i servizi distrettuali dell’ASL/BR, DSM e SERT, e con il Ministero della Giustizia, UEPE. E’ stato predisposto un Albo costituito da imprese, ditte, cooperative sociali e associazioni, che hanno presentato istanza di manifestazione di interesse a seguito di apposito Avviso Pubblico emanato dall’Ambito. Nell’anno 2012 il progetto ha avuto attuazione nei singoli Comuni afferenti all’Ambito stesso. Utenti in carico al servizio nelle sedi dei Comuni dell’’Ambito : nr. 171. 180 Capitolo IV GLI ATTORI DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE 4.1 LE SCELTE STRATEGICHE PER L’ASSETTO GESTIONALE ED ORGANIZZATIVO DELL’AMBITO Questo Ambito ha confermato come modello di gestione associata lo strumento della Convenzione ex art. 30 D.Lgs. 267/00 in quanto tale strumento : - ha consentito un corretto esercizio della funzione amministrativa in forma associata ; - ha determinato un assetto giuridico tale da attuare procedure uniche, condivise, strutturate e coordinate a livello di indirizzo politico , con il Coordinamento istituzionale e a li vello tecnico attraverso l’Ufficio di Piano. L’utilizzo di bandi , procedure uniche , modelli di domanda uniformi, criteri omogenei per l’accesso ai servizi e agli interventi , tariffe di compartecipazione uguali su tutto il territorio dell’Ambito ha favorito e orientato positivamente il cittadino. Per un ottimale funzionamento della gestione associata è necessaria una chiara distinzione delle competenze e dei ruoli tra i vari attori sociali coinvolti sia a livello politico che gestionale. Il Coordinamento Istituzionale è composto da nove Assessori alle Politiche sociali tra cui quello del Comune capofila assume il ruolo di Presidente dell’ Ambito . Questi sono delegati ad assolvere ai compiti di indirizzoe controllo della programmazione ed è titolare della funzione di indirizzo generale dell’Ufficio di Piano. Al Coordinamento è chiamato a partecipare anche il Direttore del distretto socio – sanitario con specifico riferimento alla organizzazione e al finanziamento dei servizi e degli interventi a elevata integrazione socio sanitaria . Per quanto concerne la sua composizione , il suo funzionamento si rinvia a quanto dettagliatamente decritto nel regolamento di funzionamento del Coordinamento Istituzionale allegato al presente Piano di zona . A livello gestionale, l’Ufficio di Piano è la principale struttura organizzativa dedicata alla gestione del Piano sociale di Zona ed è costituito da risorse umane in numero congruo ed in forma stabile e a tempo pieno, rispetto alle competenze attribuite; è punto qualificante dell’azione amministrativa del governo locale del sistema sociale e sociosanitario, fattore essenziale di efficacia del processo innovatore. All’Ufficio di Piano è pertanto affidata la competenza amministrativa e gestionale dei servizi sociali per l’intero Ambito territoriale. I provvedimenti vengono adottati dal Coordinatore responsabile dell’Ufficio di Piano che dispone delle risorse umane assegnate e delle risorse finanziarie affidate, nel rispetto delle procedure definite dalle norme di riferimento e dei regolamenti locali. . L’Ufficio di Piano diviene quindi lo strumento operativo attraverso il quale l’Ambito, nel rispetto della 181 normativa vigente, in nome proprio e per conto di tutti i comuni facenti parte dell’Ambito, assolve a tutti gli adempimenti e alle attività necessarie all’implementazione ed attuazione del Piano sociale di zona e delle eventuali progettazioni a valere sul finanziamento regionale, nazionale e comunitario. All’Ufficio di Piano compete il presidio tecnico e operativo delle seguenti attività: a) l’elaborazione della proposta del Piano sociale di Zona, con riferimento alle linee di indirizzo espresse dal Coordinamento Istituzionale ed emerse dal processo di concertazione; b) la progettazione esecutiva dei servizi del Piano sociale di Zona, le eventuali modifiche allo stesso, c) il supporto alle procedure di gestione dei servizi previsti nel Piano sociale di Zona e delle relative risorse, d) l’elaborazione di regolamenti, e) la gestione delle procedure di affidamento, f) la definizione delle modalità e degli strumenti per le attività di monitoraggio e valutazione, g) la gestione finanziaria, contabile, e la rendicontazione, h) la promozione delle forme di collaborazione tecnica fra i diversi Comuni dell’Ambito, i) la facilitazione dei rapporti con le altre Amministrazioni Pubbliche coinvolte nell’attuazione del Piano sociale di Zona, j) ogni altra competenza attribuita in sede di Convenzione e appositamente disciplinata nel regolamento di funzionamento dell’Ufficio di Piano o con indirizzo politico-istituzionale, nell’ambito delle attività specifiche relative all’attuazione del Piano sociale di Zona. Di seguito vengono evidenziate in dettaglio le relative funzioni. 1) Funzione di programmazione e progettazione che comprende le attività di: - ricerca, analisi e lettura della domanda sociale; - ricognizione e mappatura dell’offerta di servizi; - gestione dei processi partecipativi; - predisposizione dei Piani di Zona; - progettazione degli interventi; - analisi dei programmi di sviluppo; - monitoraggio dei programmi e degli interventi, - valutazione e verifica di qualità dei servizi/interventi; 2) Funzione di gestione tecnica e amministrativa che comprende le attività di: - supporto tecnico alle attività istituzionali; - attività di regolazione di sistema; - gestione delle risorse umane; - predisposizione degli strumenti amministrativi relativi alla propria attività (bandi, regolamenti, provvedimenti di autorizzazioni, ecc.) - facilitazione dei processi di integrazione; 3) Funzione contabile e finanziaria che comprende le attività di: - gestione contabile delle attività di competenza dell’Ufficio di Piano; - gestione finanziaria del Fondo Unico di Ambito; - gestione delle risorse finanziarie e di rendicontazione, - gestione dei rapporti con gli Uffici finanziari degli Enti associati; - gestione della fase di liquidazione della spesa, - controllo di gestione del Piano sociale di Zona. Per lo svolgimento di tali funzioni l’ufficio di piano deve dotarsi di personale professionalmente competente ed impegnata a tempo pieno . Pertanto , sulla scorta delle indicazioni fornite dalla Regione Puglia con il relativo Piano Regionale è un vincolo per tutti gli Ambiti territoriali assegnare una dotazione organica definita al proprio Ufficio di Piano, 182 composta da n. 3 risorse umane dedicate, a tempo pieno al funzionamento dell’Ufficio di Piano che assumano la responsabilità per le aree di funzione sopraindicate . Nello specifico: - 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione - 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa - 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria e contabile La funzione di programmazione e progettazione comprende a sua volta tre grandi aree tematiche : 1. area socio-sanitaria 2. area socio assistenziale 3. area socio educativa Per ciascuna di queste aree si rende necessario individuare un referente all’interno degli organici dei servizi sociali dei Comuni facenti parte dell’Ambito . Questi tre referenti affiancheranno la figura professionale individuata stabilmente per la Funzione di programmazione e progettazione. La predisposizione di un regolamento di funzionamento di Ufficio di Piano provvederà a regolamentare composizione, funzioni ed attività dei relativi componenti. All’ufficio di Piano partecipa, in rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Locale, il Coordinatore socio-sanitario, di cui all’art. 14 della Legge regionale 3 agosto 2006, n. 25, nonché un referente della Provincia ogni qual volta occorra svolgere attività che richiedono il coinvolgimento e l’integrazione di tali istituzioni pubbliche . A tale scopo l’Ufficio di Piano, nel rispetto dell’indirizzo ad esso fornito in sede di approvazione del Piano sociale di Zona, promuove periodicamente momenti di confronto con i referenti tecnici degli altri Enti pubblici operanti sul territorio, al fine di facilitare il perseguimento degli obiettivi di integrazione delle politiche sul proprio territorio. Ai fini di una programmazione unica, verrà approvato un apposito Regolamento Contabile per la costituzione e la gestione del Fondo Unico di Ambito, integrato in questa triennalità dalle risorse aggiuntive e straordinarie del Fondo Sviluppo e Coesione – ObServ di cui alla Del Cipe n. 79/2012 e quelle del primo riparto del Piano di Azione e Coesione ( PAC ) – Servizi di cura. 4.2 LA GOVERNANCE PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE Il ruolo degli altri soggetti pubblici L’art. 16 della Legge Regionale n. 19/2006, qualifica i comuni quali attori principali del sistema di welfare, affidandogli la titolarità della funzione amministrativa in materia di servizi sociali, nonché un ruolo di coordinamento e regia nell’organizzazione del sistema locale dei servizi. Questo è inteso come struttura a responsabilità complessa e condivisa, perché vede la partecipazione dei diversi attori istituzionali e sociali presenti sul territorio, in modo da esprimere in maniera efficace la risposta alla domanda di servizi dei cittadini. In quest’ottica ed in coerenza con l’attuale Piano Regionale Politiche Sociali 2013/2015, si dà attuazione e si rafforza il principio di sussidiarietà che ha trovato rilevanza costituzionale con 183 l’approvazione della Legge Costituzionale n. 3/2001. La sussidiarietà consente la realizzazione di un welfare plurale con obiettivi e responsabilità condivisi tra i diversi attori sociali e istituzionali, attribuendo la titolarità dell’azione al cittadino quale soggetto promotore di cittadinanza attiva . Quest’anno inoltre l’Ambito è chiamato ad attuare anche un programma nazionale di Servizi di cura della prima infanzia e degli anziani non autosufficienti collegato al Piano d’azione coesione , (PAC) trovando così una importante opportunità di promozione e accelerazione e finanziamento nella erogazione di servizi alle persone, famiglie e comunità intera . In questo percorso gli Enti locali svolgono un ruolo attivo nel sostegno ai processi di cittadinanza attiva. Infatti questo ambito, dopo i precedenti piani di zona, ha assunto la consapevolezza che il sistema di welfare cresce e si sviluppa nella misura in cui si rafforza la cooperazione tra istituzioni pubbliche, in particolare la ASL, la Provincia, le Istituzioni Scolastiche, il Tribunale per i Minorenni con il Centro per la Giustizia Minorile, l’Amministrazione Penitenziaria. Il consolidamento dei rapporti con la Asl e il Distretto Sociosanitario Un approfondimento a parte merita l’attuazione delle politiche di integrazione sociosanitaria con la Asl . Sicuramente sono stati raggiunti risultati positivi e incoraggianti, grazie anche all’instaurarsi di leali rapporti istituzionali, ad una proficua interazione organizzativa che hanno portato alla creazione di strumenti operativi evidenti, quali per es. la PUA, l’UVM, regolamenti sui servizi quali per es. l’ADI, l’attivazione di protocolli operativi, ma il lavoro con la ASL dovrebbe essere rafforzato ed intensificato e produrre maggiori risultati anche perché la ASL con la sottoscrizione dell’Accordo di programma è chiamata ad assolvere in prima persona l’impegno per la realizzazione del sistema integrato dei servizi socio-sanitari. Il sistema ASL infatti, sulla integrazione socio-sanitaria, pur avendo fatto notevoli progressi, presenta ancora “debolezza “ sia nell’approccio organizzativo che gestionale rispetto alla indeterminatezza delle risorse finanziarie e umane dedicate, non riuscendo ancora a rispettare “ a pieno “ l’Accordo di Programma. Il ruolo della cittadinanza sociale In un'ottica di promozione della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva una società in cui tutti siano messi in grado di esercitare la propria cittadinanza è una società in cui tutti vivono meglio, in cui è più alta la qualità della vita di qualunque cittadino, anche quello che non è bisognoso di alcun aiuto. È proprio qui, nel concetto di cittadinanza sociale, che la cultura dei diritti incontra quella delle responsabilità, rendendo in tal modo possibile la generazione di una nuova cultura verso il settore pubblico di cui si sente sempre più la necessità e l'urgenza. Il ruolo del Terzo Settore, delle associazioni di volontariato e delle cooperative sociali potrebbe risultare decisivo in questo percorso. Da sempre il mondo del volontariato ha saputo anticipare i tempi fornendo soluzioni o quanto meno mitigando problemi sociali anche gravi. Oggi la sfida sembra ancora più grande, in quanto non si tratta "semplicemente" di fornire dei servizi. Fra l'altro sarebbe impossibile per il Terzo Settore riuscire a soddisfare tutte le esigenze dei cittadini in difficoltà. Si tratta di qualcosa di ancor più difficile, di riuscire cioè ad intaccare un sistema fondato sull'egoismo individuale che da almeno dieci anni ha cominciato ad affondare le proprie radici nel profondo del nostro Paese. 184 Soltanto con un cambiamento profondo del nostro modo di pensare lo Stato sarà possibile generare le condizioni per uno sviluppo della partecipazione, per un sostegno concreto all'inclusione e per un rafforzamento reale della coesione sociale. La riforma costituzionale, in linea con i principi di sussidiarietà e valorizzazione delle autonomie territoriali di derivazione comunitaria, ha in questo modo ampliato lo spazio di intervento degli enti locali, che sono, pertanto, diventati i principali promotori delle politiche del welfare. Ciò, senza dubbio, ha contribuito al maggiore radicamento degli individui al proprio territorio, alla crescita della fiducia, in termini di affidabilità, nei confronti delle istituzioni locali, oltre che al rafforzamento del senso di appartenenza alla propria comunità locale. A fronte del fatto che lo Stato non costituisce più il baricentro della vita degli individui, dato che i diritti sorgono ora in buona misura fuori dall’organizzazione statuale e dei suoi riconoscimenti di diritto positivo e si riferiscono alla persona umana e alle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità, e che il centro della vita cittadina è costituito dalle comunità locali si può sicuramente affermare che la cittadinanza debba essere ripensata in termini di “cittadinanza locale”. Emerge sempre di più, infatti, la consapevolezza che il contesto nel quale si realizzano i diritti fondamentali degli individui è proprio quello locale. Appare, allora, indispensabile elaborare un’idea di cittadinanza relazionale, intesa come legame tra individui che si fondi sulla comune appartenenza ad una comunità locale che si esprime, in primis, in termini di partecipazione attiva alle politiche pubbliche. Nel merito, la cornice di riferimento del modello di governance sociale è data dai diritti di cittadinanza sociale i quali esprimono bisogni che ricevono risposte dal sistema dei servizi e degli interventi sociali. In quest’ottica la governance è un processo di costruzione delle strategie per favorire la partecipazione attiva dei soggetti territoriali alla definizione delle politiche sociali locali, mediante l’allargamento di spazi e termini di condivisione delle decisioni. Il concetto di govenance è un concetto recente e nell’ambito delle politiche sociali, la governance è strettamente connessa all’integrazione: • delle politiche di welfare (abitative, lavorative, educative, ambientali, previdenziali, assistenziali, sanitarie; • del rapporto pubblico –privato sociale/società civile; In linea con il documento denominato “Linee guida sulla definizione di criteri e di modelli per la partecipazione del terzo settore alla determinazione delle politiche pubbliche a livello locale” (Agenzia per il Terzo Settore, 14/12/2011), si ritiene la governance quale processo di decisione interattivo, dinamico, complesso, locale e sovra locale che modifica le procedure interne all’apparato amministrativo dell’ente locale e la responsabilità degli attori sociali. Essa è strettamente legata ai concetti di cittadinanza sociale, di politica sociale, di partecipazione e di rappresentanza e si collega, inoltre, con il lavoro di comunità inteso come strategia primaria di sviluppo dei contesti locali, mediante la valorizzazione delle competenze e della partecipazione dei soggetti locali, nonché mediante la ridefinizione dei loro ruoli. L’Ente Locale, in questo contesto, diventa responsabile dell’assunzione consapevole del compito di promozione del benessere della comunità, delle politiche di welfare quali “ beni comuni”, nel rispetto dell’equità e nella tutela dei diritti. Intesa in questa accezione , la governance del Piano Sociale di Zona configura la gestione associata quale un SISTEMA UNICO di servizi ed interventi gestito con procedure omogenee e condivise. 185 CAPITOLO V LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO 5.1 LE SCHEDE DI PROGETTO PER POLITICHE DI INTERVENTO E OBIETTIVI DI SERVIZIO Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 1 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA Art. del r.r. 4/2007: 53-90-101 Importo totale programmato: € 1.057.832,39 (RISORSE COMUNALI € 360.332,89 - PAC € 697.500,00) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: MINORI N° medio annuo previsto di utenti: 90 186 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo centrale, in questo ambito di intervento, è quello di consolidare e sostenere, nel prossimo triennio, la rete di strutture e servizi per la prima infanzia pubblica e privata, attraverso il conseguimento del seguente obiettivo tematico: Obiettivo tematico Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia Risultati attesi 1. Consolidamento/ampliamento della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia Azioni da realizzare Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture e servizi iscritte al Catalogo telematico dell’offerta Preparazione, presentazione e attuazione dei Piani di intervento per il PAC Servizi Infanzia Costruzione di un piano di comunicazione per la massima diffusione delle informazioni di base per l’accesso alla rete dei servizi rivolti alla famiglia In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale presentata dal Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, si intende: - Incrementare l’offerta educativa del servizio di Asilo nido comunale “V. Cavaliere” di Mesagne - Progettare ed erogare un centro ludico per la prima infanzia da realizzarsi in economia utilizzando gli spazi allestiti della struttura Asilo nido “V. Cavaliere” - Ristrutturare e adeguare la struttura (inclusi gli arredi) in uso per il servizio di micronido esistente nel Comune di San Pancrazio Salentino, riconvertendola in asilo nido e aumentando l’offerta educativa Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio educatore professionale con funzioni di coordinamento e competenze interculturali animatori sociali educatore laureato in Scienze dell’Educazione o titolo equipollente ai sensi del Reg. Reg. n. 4/2007 operatore polifunzionale psicologo con funzioni di supervisione 187 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi SERVIZI DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 2 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: SERVIZI DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 20.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: MINORI N° medio annuo previsto di utenti: 90 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo centrale, in questo ambito di intervento, è quello di consolidare e sostenere, nel prossimo triennio, la rete di strutture e servizi per la prima infanzia pubblica e privata, attraverso il conseguimento del seguente obiettivo tematico: Obiettivo tematico Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro Risultati attesi 1. Incremento delle azioni e dei progetti integrati per la conciliazione vita-lavoro Azioni da realizzare - Realizzazione delle Azioni sperimentali previste dagli studi di fattibilità per i Piani Territoriali dei Tempi e degli Spazi - Sperimentazione dei progetti per i distretti famiglie e scambio di buone prassi 188 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio educatore professionale con funzioni di coordinamento e competenze interculturali animatori sociali educatore laureato in Scienze dell’Educazione o titolo equipollente ai sensi del Reg. Reg. n. 4/2007 operatore polifunzionale psicologo con funzioni di supervisione 189 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - PIS Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 3 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - PIS Art. del r.r. 4/2007: 85 Importo totale programmato: € 145.500,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il Pronto intervento sociale è un servizio che intende dare risposte immediate a persone (minori, anziani, disabili, immigrati, affetti da dipendenze, poveri, senza fissa dimora, ecc) che vivono situazioni di emergenza riguardanti i bisogni di sopravvivenza. La protezione offerta dal servizio dura per il tempo strettamente necessario ad individuare e realizzare condizioni favorevoli alla risoluzione del bisogno. Obiettivi operativi - offrire protezione adeguata alla condizione del soggetto stesso; - consentire l’elaborazione di progetti a breve termine per la soluzione dell’emergenza. Target I principali destinatari dell’azione sono le persone senza fissa dimora, i minori abbandonati, le persone in situazioni di povertà estrema, gli immigrati, le donne in difficoltà, anche con figli a carico, i soggetti sfrattati, i soggetti soli non autosufficienti. Bisogni, Obiettivi, diritti sociali legati all’azione L’offerta di una urgente risposta ai bisogni primari (dimora, cibo…) risponde a bisogni di natura fisiologica e di sicurezza con l’obiettivo di tutelare la sopravvivenza messa a rischio da problematiche di natura sociale. 190 STRATEGIA Il raggiungimento degli obiettivi del servizio sono garantiti solo se esiste una capillare informazione sull’esistenza del servizio stesso tra i soggetti che per ragioni professionali o per funzioni svolte nel privato hanno la possibilità di incontrare persone in grave rischio di tutela sociale. Occorre quindi proseguire con la diffusione, concependola come un intervento trasversale e non episodico. Definizione delle Attività L’Ambito Territoriale intende rispondere al mandato contenuto nel LIVEAS prevedendo lo stanziamento di risorse da utilizzare per i soggetti bisognosi di ricoveri temporanei di persone aventi residenza o dimora temporanea nel proprio territorio per il tempo necessario alla soluzione dell’urgenza (di norma cinque giorni). Le attività che preliminarmente occorre mettere in campo sono di natura amministrativa e riguardano: - la regolamentazione dell’ azione in termini: di procedure di accesso, di gestione dell’ urgenza da parte del servizio sociale e di durata del beneficio; - la stipula di un accordo tra l’Ambito e gli organismi del Terzo Settore allo scopo di definire le modalità di collegamento, collaborazione e utilizzo della rete territoriale di risorse attivate. Per la gestione di casi specifici le azioni utili all’attivazione del servizio sono: in caso di riscontro dell’urgenza da parte del Servizio Sociale Professionale: - riscontro dell’urgenza, breve analisi della situazione critica e individuazione delle cause, delle risorse attivabili (giuridiche, parentali, sociosanitarie, ecc) della fattibilità di soluzioni a breve e medio termine; - individuazione della struttura disponibile più appropriata al caso , - attivazione della risposta di pronto intervento sociale; - lavoro sociale finalizzato all’attivazione di risposte adatte al caso al termine del periodo di ricovero in regime di Pronto intervento sociale. In caso di attivazione da parte di altri soggetti del territorio (forze dell’ordine, magistratura minorile, volontariato, strutture sanitarie): le modalità di raccordo per la gestione del pronto intervento sociale saranno oggetto di apposito accordo. Tale accordo, presumibilmente, conterrà almeno i seguenti passaggi procedurali: l’urgente comunicazione da parte della struttura della Rete di Ambito ospitante la persona inviata e da parte dell’inviante al locale Servizio Sociale Professionale dell’effettuazione dell’intervento; - la trasmissione da parte dei sopra citati soggetti di tutti i dati utili a consentire al locale servizio sociale la presa in carico più adeguata al caso. Ulteriore strumento di comunicazione esterna è la Carta della cittadinanza sociale, adeguatamente aggiornata Il disegno di valutazione prevede la verifica dei seguenti indicatori: - livello di tempestività nell’attivazione delle misure di protezione (rapporto tra i casi risolti entro le 24 ore ed il totale dei casi); - livello di soluzione della crisi sociale (rapporto tra i casi con progetti individuali di soluzione della crisi al termine del periodo di pronto intervento ed il totale dei casi in regime di pronto intervento sociale) . Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito. Il personale operante nel servizio sociale professionale curerà tutti gli aspetti tecnici per la progettazione della soluzione dell’urgenza sociale da adottare dal trasferimento della persona alla struttura di accoglienza al momento successivo la dimissione dalla struttura di accoglienza. In caso di cittadini non residenti nel territorio, il servizio sociale avrà la responsabilità di attivare i servizi sociali territorialmente competenti. 191 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - EMERGENZA ABITATIVA Annualità: 2014 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI Annualità: BRINDISI 2014 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2015 2016 2015 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 4 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - EMERGENZA ABITATIVA Art. del r.r. 4/2007: 77-81ter Importo totale programmato: € 81.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Al fine di favorire il bene della collettività, promuovendo azioni che garantiscano contemporaneamente integrazione e sicurezza, garantendo risposte immediate ai bisogni dei cittadini considerato che l’emergenza abitativa va via via assumendo dimensioni sempre più vaste e gravi a causa della crescita di nuclei con redditi minimi o pari a zero, dell’aumento dei canoni di locazione spesso di gran lunga superiore alla disponibilità finanziaria dei conduttori, e delle cauzioni elevate, si ha intenzione di istituire un Pronto Intervento Sociale con particolare attenzione alla questione abitativa per dare risposte immediate a casi di sfratto esecutivo predisponendo accoglienze per gestire l’urgenza . Azioni da realizzare: 192 Potenziamento dei servizi di contrasto alle Povertà: creazione di un sistema di rete d'Ambito del Banco Alimentare con regia pubblica dell'Ufficio di Piano; Potenziamento rete territoriale strutture per l’accoglienza abitativa dei soggetti svantaggiati in condizioni di emergenza, connesse a fenomeni di povertà estrema, senza fissa dimora, abuso e maltrattamento, sfruttamento sessuale, assenza rete familiare, non autosufficienza, immigrati, anche attraverso l’elaborazione di accordi vincolanti (convenzioni) con strutture di accoglienza (centro notturno di accoglienza, per persone senza fissa dimora, centro di pronta accoglienza per adulti) avviare e/o consolidare l’accesso di persone adulte in difficoltà e senza fissa dimora in strutture residenziali (Alloggio sociale adulti in difficoltà, Albergo diffuso per accoglienza stranieri immigrati) dotazione di un sistema informativo unico su base d’Ambito per la raccolta dei dati relativi all’accesso ai servizi integrati per la prima accoglienza in situazioni di emergenza Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito. Operatori volontari del Privato Sociale accreditato 193 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 5 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA Art. del r.r. 4/2007: 102 Importo totale programmato: (F.S.E.) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Coop. Sociale Città Solidale e Associazione di Volontariato Protezione civile “Antonio Bianco”, con progetti mirati e sottoscrizione patti di partecipazione) Tipologia di utenti: SOGGETTI SVANTAGGIATI N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo tematico: Costruire percorsi personalizzati di integrazione sociale e reinserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati Risultati attesi Incremento degli interventi di inclusione attiva rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di discriminazione; Realizzazione di interventi integrati in rete con servizi per l’impiego, la formazione professionale, stakeholders territoriali Azioni da realizzare: - Previsione e/o consolidamento di forme di sostegno ed accompagnamento personalizzate nella fase di accesso e/o reinserimento nel mercato del lavoro (es. tutoraggio, orientamento, bilancio delle competenze), attuate anche attraverso l’attivazione di forme di collaborazione con i servizi per l’impiego; 194 - - - Potenziamento degli interventi di formazione e riqualificazione professionale dei soggetti svantaggiati, in particolare persone affette da dipendenze patologiche, persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, pazienti psichiatrici stabilizzati; Implementazione del sistema di governance locale e potenziamento del dialogo sociale, attraverso la valorizzazione del ruolo del Terzo settore, delle consigliere di parità e degli stakeholders territoriali, in modo da accrescere la capacità degli Ambiti di promuovere percorsi integrati e innovativi di presa in carico e monitoraggio dei casi di povertà e, così, privilegiare le politiche dei servizi rispetto a quelle dei trasferimenti; Attuazione di azioni volte ad attivare un sistema di net working con il tessuto produttivo locale (es. tirocini formativi, borse-lavoro, incentivi all’occupazione, etc.), realizzate anche attraverso forme di accordi bilaterali tesi a promuovere comportamenti socialmente responsabili da parte delle imprese locali; Incentivazione delle forme di autoimpiego e di autoimpresa in forma cooperativa per i soggetti svantaggiati, anche attraverso l’implementazione di azioni innovative e sperimentali (microcredito e/o piccoli sussidi, etc.) In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale presentata dalla Coop. Soc. Città Solidale, si intende: - incrementare, attraverso l’erogazione di almeno n. 50 borse-lavoro ovvero tirocini riabilitativolavorativi, le occasioni di inserimento lavorativo delle persone che hanno concluso con successo il percorso di riabilitazione psichiatrica e che, per mancanza di lavoro, rischiano di rientrare nel circuito della psichiatria; - sostenere le misure di accompagnamento al lavoro a favore di questa particolare tipologia di utenza; - sostenere le azioni dell’Osservatorio del lavoro ai Disabili di Latiano, istituito dalla Regione Puglia e dalla Coop. Sociale Città Solidale. Per quanto riguarda la proposta progettuale presentata dall’Associazione di Volontariato Protezione Civile “Antonio Bianco”, gli obiettivi che si intende raggiungere sono: - Assicurare ad ogni minore sottoposto alla messa alla prova (o in attesa di provvedimento) una presa in carico globale, affettiva e comprensiva, in grado di favorire un miglior esito della misura e del percorso educativo di vita del giovane; - sperimentare per la prima volta una fattiva collaborazione fra i servizi dell’area penale esterna, il privato sociale, altri organismi e il mondo del volontariato; - sperimentare un nuovo tipo di intervento con il minore che potrà poi rappresentare un nuovo modello di progettazione ed entrare nell’operatività ordinaria dei servizi dell’Amministrazione della Giustizia; - favorire l’uscita dei minori dal circuito penale e dallo stato di detenzione presso l’istituto penale; - favorire, anche attraverso mirate azioni di promozione sul territorio, un diverso approccio da parte della società civile alle problematiche relative al recupero di minorenni, maggiormente incentrato sulla solidarietà e sull’inclusione sociale. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito; Referenti Centro Territoriale per l’Impiego; Referenti Organizzazioni Imprenditoriali e Terzo Settore. 195 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 6 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE Art. del r.r. 4/2007: 86 Importo totale programmato: € 145.500 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il Servizio Sociale Professionale di Ambito, quale servizio aperto ai bisogni di tutta la comunità, finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a prevenire, ridurre e/o rimuovere situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini, persegue i seguenti obiettivi: - decodificare la domanda sociale; - supportare tecnicamente la realizzazione degli obiettivi e degli interventi previsti dal Piano Sociale di Zona; - favorire i cittadini nell’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari dell’Ambito; - promuovere e sostenere i processi di maturazione sociale e civica; - favorire i percorsi di crescita anche collettivi che sviluppino sinergia e aiutino singoli e gruppi in situazioni di svantaggio; - operare in collaborazione con soggetti pubblici e privati per la realizzazione di obiettivi ed azioni comuni che rispondano in maniera articolata, integrata e differenziata ai bisogni emergenti in un sistema di rete di servizi; - facilitare i processi di pianificazione e coordinamento tecnico della rete dei servizi sociali e sociosanitari. 196 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - n. 9 Assistenti Sociali di ruolo in distacco dai Comuni dell’Ambito. n. 9 assistenti sociali con contratto a progetto. 197 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi RETE DI ACCESSO - SEGRETARIATO Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 7 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE DI AMBITO Art. del r.r. 4/2007: 83 Importo totale programmato: € 145.499,09 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il Segretariato Sociale Professionale di Ambito persegue le seguenti finalità: - Rendere accessibile a tutti i cittadini la conoscenza completa e dettagliata dei diritti, delle procedure e delle opportunità rese disponibili dalle normative locali, regionali e nazionali in materia di politiche sociali e dalla rete dei servizi; - Raccogliere e registrare la domanda sociale, in modo da contribuire a predisporre piattaforme conoscitive necessarie all’aggiornamento del Piano di Zona; - Offrire ascolto attento a tutte le persone in difficoltà, garantendo risposte che si caratterizzino per completezza, accessibilità, immediatezza, personalizzazione, obiettività, imparzialità e riservatezza. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistenti Sociali in distacco già operanti presso i Comuni dell’Ambito; n. 10 Assistenti Sociali con contratto a progetto. 198 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi RETE DI ACCESSO - SPORTELLO IMMIGRATI Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 8 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: RETE DI ACCESSO - SPORTELLO IMMIGRATI Art. del r.r. 4/2007: 108 Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: con l’ausilio dell’associazione “Cittadini del Mondo”, attraverso la sottoscrizione del patto di partecipazione) Tipologia di utenti: CITTADINI IMMIGRATI N° medio annuo previsto di utenti: 30 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’intervento sarà integrativo rispetto alle realtà operative attive sul territorio dell’Ambito e che si caratterizzano in forme differenti ed appartenenti alla dimensione sia del pubblico sia del privato, pertanto lo Sportello sarà il riferimento dell’Ambito in una logica di circolarità dell’orientamento dei cittadini immigrati e dei loro bisogni. L’implementazione di questa progettazione persegue i seguenti obiettivi: - Accompagnare ed orientare la domanda facilitando l’accesso alla rete dei servizi sociali, sanitari, dell’istruzione, di consulenza tecnica specialistica a supporto della costruzione e della gestione di progetti personalizzati di intervento; - favorire l’ integrazione sociale dei cittadini immigrati regolarmente residenti sul territorio di riferimento con una decisa azione di sostegno ai loro bisogni quotidiani, con particolare interesse alla dimensione di genere e dei minori, che nella catena migratoria sono particolarmente esposti a rischio marginalità; 199 - - Supportare, sulla base dei dati quanti-qualitativi forniti da un costante monitoraggio, i figli degli immigrati nel proprio percorso formativo. Quest’attività di orientamento, rivolta in particolare a studenti di scuola media di I e II livello, è volta a consentire ai figli degli immigrati, soggetti deboli dal punto di vista del capitale sociale e del supporto familiare, scelte mirate nel campo dell’istruzione, funzionali a un adeguato inserimento nel mercato del lavoro e delle professioni, al pari dei propri coetanei italiani. Siffatta finalità rappresenta prerequisito irrinunciabile affinché le giovani generazioni, figlie di genitori immigrati, possano realizzare un duplice obiettivo: sottrarsi a fenomeni di marginalità e rendersi protagonisti di un concreto processo di integrazione socioeconomica. supportare la collaborazione e il lavoro di rete con altri enti, servizi, istituzioni diverse, organizzazioni del privato sociale e del volontariato; favorire prassi operative di “educazione interculturale”, attraverso lo strumento della mediazione linguistico culturale, sull’intero territorio dell’ambito in particolare presso le sfere sociali e sanitarie nelle quali sarà necessario intervenire in termini di mediazione tra modelli culturali differenti ai fini di un’integrazione che favorisca, sia l’acquisizione di consapevolezza dei cittadini immigrati e delle modalità di funzionamento del sistema in cui vivono, sia la loro conseguente autonomia nell’acceso ai servizi. Le principali attività saranno le seguenti: - informazione ed orientamento circa la legislazione di settore; - informazioni socio-sanitarie e modalità di accesso ai servizi; - informazione ed orientamento circa l’accesso e l’uso, da parte degli immigrati, di servizi, risorse e luoghi comuni a tutti i cittadini; - attività di informazione e orientamento rivolta agli studenti e finalizzata a garantire il diritto allo studio e all’accesso al mercato del lavoro; - coinvolgimento delle associazioni di immigrati presenti sul territorio; - realizzazione di un sito internet e di una banca dati dei bisogni espressi e della dimensione del bisogno latente rilevato durante le attività previste; - riconoscimento, da parte del paese di accoglienza, dei bisogni, delle specificità e delle differenze culturali, linguistiche, religiose di cui sono portatori i singoli e i gruppi minoritari e non; - realizzazione di materiale informativo plurilingue sui servizi socio-sanitari dei vari Enti pubblici e privati presenti ed operanti sul territorio del Distretto socio-sanitario. - Costituzione di un’equipe interculturale itinerante, sull’intero territorio dell’ambito, che si muoverà a chiamata rispetto a criticità emergenti nei confronti delle quali si interverrà sul piano della prevenzione e del contenimento del disagio e della conflittualità, permettendo l’espressione della domanda, decodificandola e traducendola in termini di diritto; - Costituzione di un fondo straordinario per le emergenze di carattere materiale derivanti dalla dimensione del complesso fenomeno migratorio. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - consulente legale; mediatori linguistici; mediatori interculturali; Assistente Sociale del Servizio Sociale Professionale di Ambito con presenza programmata, con funzioni di coordinamento; Operatori Front-Office Segretariato Sociale di Ambito: Assistente sociale iscritto all’albo regionale alla sezione A/B 200 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi RETE DI ACCESSO - PUA Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 9 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: RETE DI ACCESSO - PUA Art. del r.r. 4/2007: 3 Importo totale programmato: € 206.000 (RISORSE COMUNALI € 25.000,00 – RISORSE ASL € 22.000,00 - PAC ANZIANI € 159.000,00 ) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) La Porta Unitaria di Accesso rappresenta uno dei principali strumenti per l’integrazione sociosanitaria, nonché una garanzia della realizzazione di un sistema unitario di accoglienza della domanda. I principali obiettivi dell’intervento/servizio sono i seguenti: i un miglioramento della qualità dell’accesso agli stessi (sistema informativo, cartelle sociali); In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, si intende potenziare, ampliare e informatizzare le PUA al fine di: - assicurare ai cittadini l’accoglienza nella rete dei servizi sociali e socio-sanitari - determinare un’azione di orientamento che può divenire accompagnamento del cittadino più debole - collegare tra loro, tramite soluzioni per lo più informatiche, realtà informative già esistenti - essere anche osservatorio territoriale e assumere quindi una funzione di monitoraggio dei bisogni e delle risorse socio-sanitarie presenti sul territorio. 201 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistenti Sociali Segretariato Sociale di Ambito; Assistenti Sociali Servizio Sociale Professionale di Ambito; n. 1 Assistente Sociale 202 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi CENTRI DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 10 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: CENTRI DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE Art. del r.r. 4/2007: 93 Importo totale programmato: € 15.000,00 (FNPS) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: NUCLEI FAMILIARI / DONNE / GIOVANI COPPIE N° medio annuo previsto di utenti: Famiglie, donne, giovani coppie dell’intero Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio: o Offrire alle famiglie luoghi presso i quali è possibile ottenere informazioni personalizzate e l’accesso alle risorse disponibili; o Offrire luoghi di ascolto, orientamento, consulenza ed accompagnamento; o Rilevare i bisogni emergenti e verificare la funzionalità e rispondenza delle risorse alle necessità dell’utenza; o Concorrere alla strutturazione della banca dati. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio o Servizio Sociale Professionale di Ambito/Comuni Ambito 203 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 11 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI Art. del r.r. 4/2007: 87 Importo totale programmato: € 332.259,29 (FNPS € 139.882,95 – FGSA € 100.196,81 - RISORSE COMUNALI € 92.179,53) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: MINORI N° medio annuo previsto di utenti: 135 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il servizio si propone i seguenti obiettivi: o Accompagnare i nuclei familiari, nella gestione della funzione educativa, in presenza di problematiche della sfera organizzativa e relazionale; o Offrire supporto qualificato e funzionale al mantenimento del minore nella propria famiglia; o Prevenire e/o rilevare situazioni di abuso e/o maltrattamento; o Favorire e/o sollecitare un approccio integrato tra i servizi socio-sanitari, le istituzioni e le reti territoriali. Principali attività previste: o Sostegno psico-sociale ai componenti del sistema familiare nell’ambito del processo educativo o Ascolto attivo delle problematiche della famiglia ed orientamento verso i servizi e le strutture di pertinenza dove necessario; o Prevenzione dell’abuso e maltrattamento; 204 o Collaborazione e sostegno degli attori sociali pubblici e privati. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Si prevede la costituzione di tre equipe multiprofessionali itineranti presso il domicilio dell’utenza e particolarmente qualificate nella rilevazione di casi abuso e maltrattamento Ogni equipe sarà costituita da OSS, educatori professionali, assistente sociale e psicologo con funzioni di supervisione e coordinamento per le tre equipe 205 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - INFANZIA Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 12 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - INFANZIA Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 565.044,00 (BUONI SERVIZIO INFANZIA) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: INFANZIA N° medio annuo previsto di utenti: 135 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo tematico: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia Risultati attesi 1. Consolidamento/ampliamento della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia Azioni da realizzare “Buoni servizio di conciliazione per l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza” per favorire l’accesso a tariffe agevolate alla rete di strutture e servizi 206 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Servizio Sociale Professionale d’Ambito Assistenti sociali dei 9 Comuni OSS. 207 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi AFFIDO FAMILIARE - EQUIPE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 13 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: AFFIDO FAMILIARE - EQUIPE Art. del r.r. 4/2007: 96 Importo totale programmato: € 100.000,00 (€ 50.000,00 RISORSE COMUNALI - € 50.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: MINORI/FAMIGLIE N° medio annuo previsto di utenti: Minori/Famiglie dell’intero Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio: o Sostenere l’integrazione tra istituzioni, enti e servizi, nonché tra gli enti pubblici e le associazioni interessate all’intervento; o Costituire un’equipe intergrata tra i diversi servizi sociali che svolga specifici compiti di formazione, informazione, valutazione e sostegno alle coppie nel percorso pre e postadottivo collegato all’adozione; o Sviluppare protocolli operativi e regolamenti per realizzare e facilitare i percorsi di inserimento dei minori in nuovi nuclei familiari. Le principali attività previste sono: o costituzione dell’equipe integrata per l’affido; o realizzazione dei protocolli operativi e dei regolamenti di Ambito per l’affido. 208 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio o Servizio Sociale Professionale di Ambito o 1 assistente sociale (personale ASL) o 1 psicologo (personale ASL) 209 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi AFFIDO FAMILIARE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 14 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: AFFIDO FAMILIARE Art. del r.r. 4/2007: 96 Importo totale programmato: € 118.950,00 (€ 16.950,00 RISORSE COMUNALI - € 50.000,00 RISORSE ASL - € 52.000,00 ALTRE RISORSE PUBBLICHE) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: MINORI/FAMIGLIE N° medio annuo previsto di utenti: Minori/Famiglie dell’intero Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio: o Promuovere la diffusione della cultura dell’affidamento familiare; o Favorire uno sviluppo omogeneo dell’affidamento familiare su tutto il territorio dell’Ambito. Le principali attività previste sono: o Sostenere e seguire le famiglie affidatarie prima e durante l’affido; o Svolgere funzioni di promozione nella comunità locale , contribuendo a creare una cultura dell’affidamento familiare, anche attraverso iniziative di sensibilizzazione e pubblicizzazione; o Accogliere e predisporre la conoscenza delle persone che si avvicinano all’affidamento familiare attraverso percorsi di informazione, formazione individuale e/o di gruppo riguardo agli aspetti giuridici, sociali e psicologici dell’inetrvento; o Aggiornare la banca dati sulle famiglie , nonché la banca dati delle richieste relative all’affidamento. 210 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio o Servizio Sociale Professionale di Ambito o 1 assistente sociale (personale ASL) o 1 psicologo (personale ASL) 211 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi ADOZIONE FAMILIARE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 15 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: ADOZIONE FAMILIARE Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: €166.936,00 (€ 50.000,00 RISORSE COMUNALI - € 116.936,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: MINORI/FAMIGLIE N° medio annuo previsto di utenti: Minori/Famiglie dell’intero Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’intervento prevede i seguenti obiettivi di servizio: o promuovere l’istituto dell’adozione; o individuare metodologie comuni (elaborazione di regolamenti e protocolli operativi) ed elementi condivisi nei percorsi di adozione; o facilitare la collaborazione tra i servizi e le istituzioni presenti sul territorio; o creare e gestire la banca dati e l’Osservatorio provinciale tematico; o realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione sull’adozione; o programmare e realizzare corsi di formazione ed informazione per gli operatori socio-sanitari pubblici e privati. Le azioni previste per l’adozione familiare sono le seguenti: o Approfondimento ed aggiornamento permanente sulla legislazione del settore; o Elaborazione e realizzazione di strumenti e materiale di informazione; 212 o Elaborazione di strumenti tecnici omologati, per le diverse fasi del percorso adottivo; o Pubblicizzazione delle iniziative, su tutto il territorio, attraverso incontri pubblici, ed elaborazione di materiale informativo e divulgativo; o Diffusione e scambio di informazioni relative all’attività svolta tra i vari enti presenti sul territorio che intervengono nel percorso adottivo; o Individuazione di indicatori di qualità per la rilevazione del fenomeno e verifica di standard di qualità previsti. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio o Servizio Sociale Professionale di Ambito o Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito 213 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi CENTRI DIURNI (ART. 52-104 RR 4/2007) MINORI Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 16 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: CENTRI DIURNI MINORI Art. del r.r. 4/2007: 52-104 Importo totale programmato: € 135.293,00 (€ 108.293,00 RISORSE COMUNALI - € 27.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: MINORI N° medio annuo previsto di utenti: 90 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il servizio ha come priorità fondamentale il perseguimento dei seguenti obiettivi: o Garantire il diritto del minore alla permanenza nel proprio ambito familiare o contrastare il ricorso all’istituzionalizzazione; o Sostenere e valorizzare la centralità delle famiglie nel processo educativo; o Promuovere e sostenere percorsi integrati di prevenzione e presa in carico dei bisogni o Potenziare il sistema dei servizi sociali e sanitari esistenti o Offrire sostegno educativo per le attività scolastiche ed extrascolastiche; o Offrire spazi di espressione in cui i minori e gli adolescenti possano sviluppare relazioni significative tra loro; 214 o Prevenire situazioni di esclusione sociale per i minori a rischio di devianza e di emarginazione; I Centri accolgono minori nella fascia di età compresa tra i 6 e i 18 anni , di nazionalità italiana e straniera, e assicurano la fruizione di una pluralità di interventi e attività. Sono previste funzioni quali l’ascolto, orientamento, sostegno educativo, supporto nell’attività scolastica ed extrascolastica. Le attività svolte nel Centro interessano in particolare: - Attività sportiva con azioni di promozione del benessere e della salute psico-fisica; - Sostegno alle attività scolastiche ed extrascolastiche; - Attività socio-ricreativa finalizzata allo sviluppo del pensiero creativo , con azioni ludico espressive nel campo del teatro, musica e arte in genere. In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale presentata dal Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, si intende: - Potenziare e consolidare la rete dei centri socio-educativi diurni per i quali non vi è ancora la definizione di una retta univoca, aspetto propedeutico per l’erogazione dei Buoni servizio di conciliazione; - Attivare e sperimentare forme di sostegno alla genitorialità che vadano oltre il sostegno economico, psicologico o di conciliazione vita-lavoro e che puntino a supportare dal punto di vista educativo e genitoriale la coppia con interventi mirati e individualizzati - Attivare e sperimentare forme di mediazione familiare con la collaborazione del Terzo Settore - Attivare borse lavoro per giovani e donne a rischio di emarginazione sociale - Strutturare un piano di comunicazione a supporto del sistema dell’offerta educativa per l’infanzia e l’adolescenza Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio educatore professionale con funzioni di coordinamento e competenze interculturali animatori sociali educatore laureato in Scienze dell’Educazione o titolo equipollente ai sensi del Reg. Reg. n. 4/2007 operatore polifunzionale autista assistente per il trasporto psicologo con funzioni di supervisione 215 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 17 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Art. del r.r. 4/2007: 3 Importo totale programmato: € 90.000,00 (€ 50.000,00 RISORSE COMUNALI - € 40.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’analisi dettagliata dei problemi e dei bisogni che presenta il caso, ovvero la valutazione multidimensionale, rappresenta un adempimento prioritario ai fini della definizione del progetto socio-sanitario personalizzato di ogni utente e della sua presa in carico integrata. L'obiettivo principale dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) è quello di procedere alla lettura e decodifica dei bisogni complessi degli utenti ai fini dell’ammissibilità ad un percorso di cura integrato dal punto di vista sociale e sanitario offerto dal Piano Sociale di Zona. In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, si intende potenziare l’UVM attraverso l’impiego di figure professionali e medici specialisti per far fronte ai bisogni più complessi, che richiedono l’interventi di più servizi e di più esperti, per una valutazione multidimensionale appropriata e per la predisposizione del programma assistenziale individualizzato, compresi il progetto individuale per le persone disabili. 216 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito; Risorse ASL : 1 medico coordinatore, 1 medico specialista, 1 assistente sociale. Medico di base dell’Assistito. 217 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - ADI Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 18 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI (ADI) Art. del r.r. 4/2007: 88 Importo totale programmato: € 1.299.908,59 (€ 106.499,09 FNA - € 70.000,00 RISORSE COMUNALI - € 836.787,00 RISORSE ASL - € 286.622,50 PAC ANZIANI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: ANZIANI N° medio annuo previsto di utenti: 170 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il Servizio consiste in una serie di interventi forniti ai cittadini non autosufficienti al fine di favorire la permanenza nel loro ambiente di vita, prevenendo e/o evitando l’istituzionalizzazione, e la promozione di una soddisfacente vita di relazione, attraverso un complesso di prestazioni domiciliari socio assistenziali e sanitarie. Attraverso il Servizio ci si propone di: o Creare/sviluppare i presupposti necessari alla permanenza della persona non autosufficiente nel proprio nucleo familiare, evitando interventi di allontanamento dallo stesso; o Adottare modalità di intervento mirate al recupero, al reinserimento, all’autonomia, alla salvaguardia della vita affettiva e di relazione dell’utente; o Favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita dell’anziano non autosufficiente; 218 o Rendere partecipi in primis i soggetti stessi e le loro famiglie, attivando e sostenendo i rapporti tra nucleo familiare e servizi socio-sanitari territoriali, associazionismo e terzo settore; o Prevenire la manifestazione di comportamenti a rischio all’interno del nucleo familiare; o Prevenire e recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione; o Ridurre i ricoveri impropri ed incongrui negli ospedali e nelle strutture residenziali; o Assicurare azioni di sollievo alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie; o Consolidare il sistema dei servizi sociali e sanitari esistenti, garantendo un miglioramento della qualità complessiva degli stessi. Il servizio prevede l’erogazione di prestazioni socio-assistenziali e sanitarie, attivate attraverso l’Unità di Valutazione Multidimensionale, riguardanti: Prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali in forma integrata e secondo piani individuali programmati; Assistenza tutelare alla persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane (aiuto per il governo della casa, nelle attività delle persone su se stesse, per favorire l’autosufficienza nelle attività giornaliere); Interventi volti a favorire la vita di relazione, la mobilità, la socializzazione della persona non autosufficiente; Accompagnare l’utente presso strutture socio-riabilitative ed altro. L’assistenza minima garantita a ciascun utente è di 1 ora al giorno per 6 giorni alla settimana. Sono previste attività integrative di welfare leggero (compagnia, aiuto nel disbrigo di piccole pratiche e sostegno della mobilità personale), al bisogno, di 1 ora al giorno per 3 giorni alla settimana. In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale presentata dalle Segreterie Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, si intende implementare il servizio elevandone la qualità, avviando una vera integrazione socio-sanitaria e superando le criticità riscontrate finora (elevato costo di compartecipazione al servizio a carico dell’utente e inadeguata informazione), onde raggiungere tendenzialmente nel prossimo triennio il numero di 745 utenti pari al target del 3,5% programmato dalla Regione Puglia, che per il 2015 viene fissato al 4,1%. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Il servizio richiede figure professionali di assistenza alla persona, OSS (1 ogni 5 utenti); risorse umane Ambito: Ambito con presenza programmata e risorse ASL. 219 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - SAD Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 19 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - SAD Art. del r.r. 4/2007: 87 Importo totale programmato: € 657.682,84 (€ 138.519,34 FNA - € 73.541,00 RISORSE COMUNALI € 445.662,50 PAC ANZIANI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Confcooperative Puglia e Associazione di Volontariato Protezione Civile “Antonio Bianco”, con progetti mirati e sottoscrizione patti di partecipazione) Tipologia di utenti: ANZIANI N° medio annuo previsto di utenti: 210 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’obiettivo generale è quello di favorire il mantenimento dello stato di benessere in relazione alle difficoltà insite nella condizione di ridotta o compromessa autonomia. Il Servizio mira ad offrire prestazioni di cura della persona e dell’abitazione finalizzate al sostegno nella gestione delle incombenze quotidiane. Il servizio, svolto da personale qualificato, è finalizzato a : o Aiutare la persona anziana nel processo di autonomia; o Fornire sollievo e sostegno alla famiglia, su cui gravi l’onere assistenziale di una persona anziana con ridotta o compromessa autonomia; o Mantenere la persona il più a lungo possibile presso il proprio domicilio, conservando le sue abitudini di vita, i suoi rapporti familiari, le sue amicizie; o Facilitare e sviluppare la socializzazione, facendo riferimento anche ad una rete di sostegno sociale; o Favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita della persona anziana; 220 o Rendere partecipi in primis i soggetti stessi e le loro famiglie, attivando e sostenendo i rapporti tra nucleo familiare e servizi territoriali, associazionismo e terzo settore; o Prevenire la manifestazione di comportamenti a rischio all’interno del nucleo familiare; o Prevenire e recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione. Il servizio prevede interventi e prestazioni riguardanti: Prestazioni socio-assistenziali fornite secondo piani individuali programmati, condivisi e concordati con la persona anziana ed i suoi familiari; Assistenza tutelare alla persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane (aiuto per il governo della casa, nelle attività delle persone su se stesse, per favorire l’autosufficienza nelle attività giornaliere); Interventi volti a favorire la vita di relazione, la mobilità, la socializzazione della persona anziana con ridotta o compromessa autonomia; Accompagnamento presso strutture socio-riabilitative ed altro. L’assistenza minima garantita a ciascun utente è di 1 ora al giorno per 6 giorni alla settimana. Sono previste attività integrative di welfare leggero (compagnia, aiuto nel disbrigo di piccole pratiche e sostegno della mobilità personale), al bisogno, di 1 ora al giorno per 3 giorni alla settimana. In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale presentata da Confcooperative Puglia, si intende: - Realizzare una presa in carico globale dell’assistito, permettendo al paziente di utilizzare i servizi e le strutture in funzione dei propri bisogni assistenziali che possono mutare nel tempo - Favorire la continuità assistenziale, incrementando la flessibilità e la modularità organizzativa - Promuovere e sostenere politiche di domiciliarizzazione degli interventi socio assistenziali e sociosanitari sostenendo i singoli e le famiglie - Ridurre l’istituzionalizzazione - Ridurre i ricoveri attraverso interventi di prevenzione dei fattori di rischio - Assicurare prestazioni qualificate e personalizzate - Mantenere elevati standards qualitativi dell’assistenza attraverso programmi di formazione permanente degli operatori. Per quanto riguarda la proposta progettuale presentata dall’Associazione Protezione Civile “Antonio Bianco”, si intende sviluppare le seguenti azioni progettuali: Azione n. 1: 1.1 Sostegno di natura associata all’assistenza domiciliare: identificazione del gruppo di lavoro / promozione e attivazione del servizio 1.2 Sostegno alla famiglia nella gestione della condizione temporanea di non autosufficienza dell’assistito: insediamento e coinvolgimento del gruppo di volontari nella rete operativa 1.3 Fornire continuità all’erogazione delle prestazioni di assistenza tutelare ai livelli sociosanitari e domiciliari: insediamento e coinvolgimento del gruppo di volontari nella rete operativa Azione n. 2: 2.1 Predisposizione e convalida degli strumenti di monitoraggio ex ante, in itinere e finale 2.2 Valutazione delle azioni di monitoraggio ex ante, in itinere e finale 2.3 Favorire le dimissioni protette dall’Azienda ospedaliera, nonché la congrua attivazione nel passaggio dalla realtà ospedaliera al domicilio del paziente, e rendere operative le prestazioni domiciliari concordate d’intesa con l’istituzione ospedaliera; mettere a punto l’ambiente atto ad ospitare il paziente dimissionario mediante interventi di valutazione e adeguamento ambientale 221 2.4 2.5 Trasporto protetto con mezzo idoneo del paziente dall’ospedale al domicilio Assistenza socio-sanitaria specializzata nel pieno rispetto del protocollo sanitario; applicazione secondo necessità della terapia di ossigenazione iperbarica 2.6 Ridurre i costi legati alla permanenza nei reparti ospedalieri Azione n. 3: 3.1 Rilevamento degli indicatori di contesto e variabili economico-sociali 3.2 Creare un nucleo di operatori con il compito di facilitare la connessione tra sistema sanitario e prestazioni assistenziali domiciliari 3.3 Predisporre un percorso operativo condiviso e orientato al potenziamento del ruolo centrale della donna, quale risorsa logica nella rete dei servizi e soggetto primario alla conciliazione lavoro/famiglia 3.4 Impegno attivo della donna nella pratica quotidiana delle funzioni a cui si fa richiamo nella fase di individuazione del gruppo di lavoro Azione n. 4: 4.1 Sensibilizzazione / informazione / diffusione risultati ottenuti 4.2 Acquisire lifelong learning come strategia di conoscenza e consapevolezza per lavorare all’inclusione sociale 4.3 Interiorizzare l’esperienza progettuale, in termini di outdoor trainer individuale e di gruppo operativo Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Il servizio richiede figure professionali di assistenza alla persona (OSS): (1 ogni 5 utenti); e risorse umane Ambito: Ambito con presenza programmata, assistenti sociali Comuni dell’Ambito. 222 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi ASSISTENZA DOMICILIARE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 20 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: ASSISTENZA DOMICILIARE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO Art. del r.r. 4/2007: 87-88 Importo totale programmato: € 61.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 36.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: _________________________) Tipologia di utenti: DISABILI PSICHICI N° medio annuo previsto di utenti: 200 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il Servizio di Assistenza Domiciliare per persone con disagio psichico mira ad offrire al soggetto in condizioni di autonomia ridotta o compromessa prestazioni di cura della persona e dell’abitazione finalizzate al sostegno nella gestione delle incombenze quotidiane. Il servizio, svolto da personale qualificato, è finalizzato a : - Aiutare la persona disabile nel processo di autonomia; - Fornire sollievo e sostegno alla famiglia, su cui gravi l’onere assistenziale di una persona disabile; - Mantenere la persona il più a lungo possibile presso il proprio domicilio, conservando le sue abitudini di vita, i suoi rapporti familiari, le sue amicizie; - Facilitare e sviluppare la socializzazione, facendo riferimento anche ad una rete di sostegno sociale; - Favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita del diversamente abile; - Rendere partecipi in primis i soggetti stessi e le loro famiglie, attivando e sostenendo i rapporti tra nucleo familiare e servizi territoriali, associazionismo e terzo settore; 223 - Prevenire la manifestazione di comportamenti a rischio all’interno del nucleo familiare; Prevenire e recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - OSS; risorse umane Ambito. 224 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 21 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: __________________________) Tipologia di utenti: DISABILI FISICI N° medio annuo previsto di utenti: Disabili fisici che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo tematico del servizio è quello di migliorare la qualità della vita delle persone non autosufficienti, attraverso interventi per l’abbattimento di barriere architettoniche per favorire la permanenza nel proprio domicilio. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Risorse umane Ambito. 225 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - DISABILI E ANZIANI Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 22 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE - DISABILI E ANZIANI Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 531.388,64 Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: DISABILI E ANZIANI N° medio annuo previsto di utenti: Disabili e anziani del territorio dell’Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo tematico del servizio è quello di consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno. Azioni da realizzare: - Attuazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei “Buoni servizio di conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” per favorire l’accesso degli utenti a tariffe agevolate alla rete di strutture e servizi ex artt. 60, 60ter, 68, 105, 106; - Incremento degli utenti e del monte ore pro-utente in carico al servizio per l’integrazione scolastica ed extrascolastica minori con disabilità ex art. 92 (con specifico riferimento alle équipe specialistiche psico-pedagogiche) mediante il consolidamento e la conferma delle procedure di convenzionamento e/o affidamento già in essere su base d’Ambito/comunale ed attraverso l’utilizzo dei buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti per l’erogazione di ore aggiuntive e 226 integrative al volume di prestazioni erogato dalla rete pubblica dei servizi, sulla base delle istanze dirette degli utenti e in regime di libero mercato Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Risorse umane Ambito Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito. OSS. 227 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 23 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 228.030,30 (ALTRE RISORSE PUBBLICHE) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Fondazione di Associazioni per il Volontariato socio-sanitario (AVULSS) Onlus - Associazione di Mesagne, con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: DISABILI GRAVI N° medio annuo previsto di utenti: Persone con disabilità gravi del territorio dell’Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Nell’ambito del progetto Qualify-care Puglia, il nuovo ciclo di programmazione diverrà il campo di sperimentazione dei PRO.V.I – Progetti di Vita Indipendente, al fine di mettere a regime un modello regionale di intervento per favorire l’inclusione sociale e l’autonomia di persone con disabilità gravi. Azioni da realizzare: - Attuazione delle procedure amministrative di competenza connesse alla realizzazione dei PRO.V.I – Progetti di Vita Indipendente che prevedano anche la frequenza presso strutture semiresidenziali a ciclo diurno ex artt. 60, 105; - istruttoria e attuazione dei progetti sperimentali PRO.VI. presentati dagli utenti. 228 In particolare, per la prossima programmazione e sulla base di una proposta progettuale dell’Associazione AVULSS di Mesagne, si intende potenziare il servizio ADI al fine di assicurare: - una presenza amica e giovanile presso il domicilio dell’assistito nelle ore pomeridiane - attività programmate a domicilio a cura di psicologi, assistenti sociali ed educatori - integrazione sociale dell’assistito sulla base delle possibilità fisiche. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Risorse umane Ambito Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito Giovani educatori e ragazzi del Servizio civile 229 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi CENTRI DIURNI ANZIANI (ART. 106 RR 4/2007) Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 24 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: CENTRI DIURNI ANZIANI (ART. 106 RR 4/2007) Art. del r.r. 4/2007: 106 Importo totale programmato: € 19.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: ANZIANI N° medio annuo previsto di utenti: Anziani del territorio dell’Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’obiettivo generale del servizio è quello di incentivare strutture autorizzate per l’erogazione di attività aperte alla partecipazione anche non continuativa di anziani. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Risorse umane Ambito Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito. 230 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 105 RR 4/2007) Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 25 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 105 RR 4/2007) Art. del r.r. 4/2007: 105 Importo totale programmato: € 10.000,00 (risorse comunali) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione Tipologia di utenti: DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: Disabili del territorio dell’Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il servizio, in attuazione di quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 4/2007- art. 105, mira a: o Creare le condizioni affinché le persone disabili possano attivare una serie di relazioni sociali che incrementino le occasioni di socialità anche mediante la fruizione di servizi di supporto, o Favorire un buon clima tra le famiglie ed il sistema dei servizi attivando strumenti di maggiore dialogo orientati a monitorare la condizione dei cittadini disabili; o Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone diversamente abili; o Offrire uno spazio di animazione, svago, formazione ed incontro per i cittadini disabili: o Potenziare la metodologia del lavoro di rete che sia capace di avviare una concreta collaborazione tra i vari attori istituzionali e non. Il Centro si rivolge ad utenti diversamente abili con bassa compromissione delle autonomie funzionali, e pianifica le attività in base alle esigenze degli utenti: o Attività educative indirizzate all’autonomia; o Attività di socializzazione e animazione; 231 o Attività espressive psicomotorie e ludiche; o Attività culturali e di formazione; o Prestazioni a carattere assistenziale; o Attività di laboratorio ludico – espressivo e artistico. In riferimento agli utenti, afferenti a tutti i Comuni dell’Ambito, e alle esigenze delle famiglie, saranno organizzati dei turni di presenza tali da assicurare la fruizione del servizio a rotazione da parte del maggior numero di utenti stessi. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - OSS; - educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento); - animatori sociali; - Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito; - Personale ASL. 232 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 60 RR 4/2007) Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 26 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: CENTRI DIURNI DISABILI (ART. 60 RR 4/2007) Art. del r.r. 4/2007: 60 Importo totale programmato: € 382.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE FNA - € 10.000,00 RISORSE COMUNALI - € 347.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: Disabili del territorio dell’Ambito Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il centro diurno socio-educativo è struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia. Il centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico-sensoriali, con notevole compromissione delle autonomie funzionali, che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere socio-sanitario. Il centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura l’apertura per almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana. Tutte le attività sono aperte al territorio e organizzate attivando le risorse della comunità locale. Il centro deve, in ogni caso, organizzare: - attività educative indirizzate all’autonomia; - attività di socializzazione ed animazione; - attività espressive, psico-motorie e ludiche; 233 - attività culturali e di formazione; - prestazioni sociosanitarie e riabilitative eventualmente richieste per utenti con disabilità psico-sensoriali ovvero con patologie psichiatriche stabilizzate. Deve, altresì, assicurare l’assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane anche attraverso prestazioni a carattere assistenziale (igiene personale), nonché la somministrazione dei pasti, in relazioni agli orari di apertura. Il centro diurno socio-educativo assicura l’erogabilità delle prestazioni riabilitative, nel rispetto del modello organizzativo del Servizio sanitario regionale. Il centro può assicurare il servizio di trasporto sociale, previo accordo specifico con l’Ambito e l’ASL. In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione, sulla base di una proposta progettuale presentata dal Raggruppamento Coop. Soc. ALBA – Coop. Soc. ARTEMIDE, Coop. Soc. Cresciamo insieme, Coop. Soc. Divenire, Coop. Soc. OASI, Coop. Soc. SIDERIA, si intende: - Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazione - Consolidare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socio-sanitari a ciclo diurno - Potenziare la rete dei centri diurni socio educativi e riabilitativi Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - OSS; - educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento); - Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito; - Personale ASL. 234 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi “DOPO DI NOI” (ARTT. 55-57 RR 4/2007) Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 27 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: COMUNITA’ SOCIO-RIABILITATIVA “DOPO DI NOI” Art. del r.r. 4/2007: 55-57 Importo totale programmato: € 53.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 28.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: PERSONE DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: 12 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) La realizzazione di una struttura residenziale socio assistenziale riabilitativa a carattere comunitario, destinata a soggetti maggiorenni in età compresa tra i 18 e 64 anni, in situazione di handicap fisico, intellettivo e sensoriale, privi di un supporto familiare, è una delle più significative priorità cui dare risposta e in cui si registra, paradossalmente, una notevole carenza. Pertanto, il servizio mira a : o Dare accoglienza a persone disabili maggiorenni prive di validi riferimenti familiari; o Ridurre il ricorso all’istituzionalizzazione e, in particolare, il ricovero improprio in strutture ad elevata intensità assistenziale; o Garantire accoglienza, supporto e sollievo in situazioni di emergenza; o Sostenere l’acquisizione, il mantenimento, il rinforzo dei livelli di autonomia, delle abilità psicomotorie, cognitive, affettivo relazionali, comportamentali; o Promuovere l’integrazione sociale al fine di evitare forme di emarginazione; 235 o Sperimentare di nuovi modelli di coinvolgimento, di integrazione di intervento con le strutture ed i servizi del territorio; o Razionalizzare le risorse per assicurare un intervento globale e continuativo; o Assicurare, attraverso la rete, un efficace collegamento tra i diversi servizi territoriali, istituzionali e non, e la comunità territoriale in senso più ampio. La comunità socio riabilitativa, che si configura come struttura idonea a garantire il “Dopo di Noi” per disabili medio/gravi senza il necessario supporto familiare. Essa è finalizzata a garantire una vita quotidiana significativa, sicura e soddisfacente a persone maggiorenni in condizioni di compromissione funzionale, con nulla o limitata autonomia ed assicura l’erogabilità di interventi sociosanitari non continuativi, assimilabili alle forme di assistenza rese a domicilio. Nel pieno rispetto ed adeguamento alle esigenze degli ospiti prevede: Prestazioni socio-assistenziali fornite secondo piani individuali programmati, condivisi e concordati con la persona anziana ed i suoi familiari; Assistenza tutelare diurna e notturna; Prestazioni e servizi alberghieri, inclusivi della somministrazione dei pasti; Attività educative a sostegno dell’autonomia individuale e sociale; Attività di socializzazione; Attività riabilitative mirate all’acquisizione e al mantenimento delle capacità comportamentali, cognitive ed affettivo-relazionali; Prestazioni socio sanitarie assimilabili alle forme di assistenza domiciliare; Prestazioni di raccordo con i servizi territoriali per l’inserimento socio-lavorativo e per il tutoraggio di percorsi di autonomia ed indipendenza economica. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistente Sociale con funzioni di coordinamento; - Educatori professionali; - OSS; - Ausiliari; - Personale ASL 236 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi CENTRI DIURNI ALZHEIMER (ART. 60TER RR 4/2007) Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 28 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: CENTRI DIURNI ALZHEIMER (ART. 60TER RR 4/2007) Art. del r.r. 4/2007: 60ter Importo totale programmato: € 63.000,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 38.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: PERSONE AFFETTE DA ALZHEIMER N° medio annuo previsto di utenti: 10 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo generale del servizio è l’incremento della presa in carico a ciclo diurno delle persone affette da Alzheimer. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistente Sociale con funzioni di coordinamento; - Educatori professionali; - OSS; - Ausiliari; - Personale ASL 237 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ - EQUIPE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 29 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ Art. del r.r. 4/2007: 92 Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: 155 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo generale del servizio è quello di potenziare e migliorare l’integrazione con le equipe specializzate della ASL- Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistenti sociali 238 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 30 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: INTEGRAZIONE SCOLASTICA Art. del r.r. 4/2007: 92 Importo totale programmato: € 1.427.400,95 (€ 231.969,28 FNPS - € 168,231,67 FGSA - € 134.200,00 RISORSE COMUNALI - € 893.000,00 RISORSE ASL - FSR) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: 155 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivi del servizio sono: - Garantire il diritto allo studio e alla formazione degli alunni diversamente abili, portatori di handicap fisici, psichici e sensoriali, compensando stati di disagio e favorendo l’integrazione scolastica e sociale; - Rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo studio; - Favorire l’inclusione scolastica e sociale degli alunni disabili in una prospettiva di intervento volta all’auto promozione ed al miglioramento della qualità della vita; - Garantire il sostegno socio educativo al fine di favorire al meglio lo sviluppo ed il potenziamento delle abilità cognitive, comportamentali, affettivo relazionali; - Promuovere la piena integrazione degli alunni diversamente abili con il gruppo classe; - Favorire un migliore rapporto tra i soggetti diversamente abili e le loro famiglie e tra queste e la scuola, al fine di garantire continuità pedagogica ed educativa. 239 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - OSS, educatori professionali. 240 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TRASPORTO SOCIALE PER PERSONE CON DISABILITA’ Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 31 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: TRASPORTO SOCIALE PER PERSONE CON DISABILITA’ Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 234.070,00 (€ 194.070,00 RISORSE COMUNALI - € 40.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare Associazione di Protezione Civile “Antonio Bianco” con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: PERSONE DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: CIRCA 100 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) I servizi rivolti alla mobilità sono finalizzati a sostenere l’autonomia delle persone disabili, garantendo loro la possibilità di muoversi sul territorio cittadino e di usufruire delle opportunità che esso offre. Tali servizi si pongono in rapporto complementare con l’esigibilità dei diritti legati alla qualità della vita. Il problema della mobilità e del trasporto delle persone in condizioni di ridotta autonomia personale è di fondamentale importanza, perché spesso può costituire un ostacolo insormontabile all’effettiva inclusione di tali persone e rappresentare un fattore determinante nell’isolamento di cittadini disabili. Il servizio garantisce i diritti di inclusione, pari opportunità, vita autonoma e indipendente delle persone in condizioni di disagio e con difficoltà di inserimento nella vita sociale attiva, in particolare di coloro che vivono situazioni di limitata autonomia e di incapacità a provvedere autonomamente alle proprie esigenze. Pertanto, il servizio di trasporto sociale mira a : o Garantire l’accesso alle strutture sanitarie e riabilitative del territorio; 241 o Sostenere le famiglie e facilitare i compiti insiti nelle loro azioni di cura. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - autisti - accompagnatori con competenze adeguate allo svolgimento delle attività. 242 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi INSERIMENTI IN STRUTTURE A CICLO DIURNO PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 32 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: INSERIMENTI IN STRUTTURE A CICLO DIURNO PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO Art. del r.r. 4/2007: 60 – 60bis - 105 Importo totale programmato: € 565.600,00 (€ 15.600,00 RISORSE COMUNALI - € 550.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: PERSONE DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: 100 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il centro diurno socio-educativo è struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia. Il centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico-sensoriali, con notevole compromissione delle autonomie funzionali, che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere socio-sanitario. Il centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura l’apertura per almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana. Tutte le attività sono aperte al territorio e organizzate attivando le risorse della comunità locale. Il centro deve, in ogni caso, organizzare: - attività educative indirizzate all’autonomia; - attività di socializzazione ed animazione; - attività espressive, psico-motorie e ludiche; - attività culturali e di formazione; 243 - prestazioni sociosanitarie e riabilitative eventualmente richieste per utenti con disabilità psico-sensoriali ovvero con patologie psichiatriche stabilizzate. Deve, altresì, assicurare l’assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane anche attraverso prestazioni a carattere assistenziale (igiene personale), nonché la somministrazione dei pasti, in relazioni agli orari di apertura. Il centro diurno socio-educativo assicura l’erogabilità delle prestazioni riabilitative, nel rispetto del modello organizzativo del Servizio sanitario regionale. Il centro può assicurare il servizio di trasporto sociale, previo accordo specifico con l’Ambito e l’ASL. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - OSS; - educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento); - Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito; - Personale ASL. 244 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi RESIDENZE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 33 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: RESIDENZE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO Art. del r.r. 4/2007: 60bis - 70 Importo totale programmato: € 804.160,00 (€ 104.160,00 RISORSE COMUNALI - € 700.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare: Cooperativa Sociale Città Solidale da Latiano (BR), con progetto mirato e sottoscrizione patto di partecipazione) Tipologia di utenti: PERSONE DISABILI N° medio annuo previsto di utenti: 50 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il servizio, in attuazione di quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 4/2007, mira a: o Creare le condizioni affinché le persone disabili possano attivare una serie di relazioni sociali che incrementino le occasioni di socialità anche mediante la fruizione di servizi di supporto, o Favorire un buon clima tra le famiglie ed il sistema dei servizi attivando strumenti di maggiore dialogo orientati a monitorare la condizione dei cittadini disabili; o Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone diversamente abili; o Offrire uno spazio di animazione, svago, formazione ed incontro per i cittadini disabili: o Potenziare la metodologia del lavoro di rete che sia capace di avviare una concreta collaborazione tra i vari attori istituzionali e non. Il centro pianifica le attività in base alle esigenze degli utenti: o Attività educative indirizzate all’autonomia; 245 o Attività di socializzazione e animazione; o Attività espressive psicomotorie e ludiche; o Attività culturali e di formazione; o Prestazioni a carattere assistenziale; o Attività di laboratorio ludico – espressivo e artistico. In riferimento agli utenti, afferenti a tutti i Comuni dell’Ambito, e alle esigenze delle famiglie, saranno organizzati dei turni di presenza tali da assicurare la fruizione del servizio a rotazione da parte del maggior numero di utenti stessi. In particolare, per ciò che riguarda la prossima programmazione e sulla base di una specifica proposta progettuale presentata dalla Cooperativa Sociale Città Solidale da Latiano (BR), si intende avviare l’esperienza della Residenza Assistita, ossia una normale casa di civile abitazione esterna al circuito delle strutture socio-sanitarie per la cura e l’assistenza delle persone con disagio/disturbo psicotico. Nella R.A. convivono massimo 2 persone con disagio mentale stabilizzato, completamente autonome nello svolgimento degli atti fondamentali della vita, prive di supporti familiari validi, in possesso di reddito da lavoro o altro che consenta loro, in una prospettiva di medio termine, di sostenere sia i costo della locazione e della gestione della casa, sia quelli del vitto e personali. Le persone selezionate condurrebbero la vita e la casa in comune e svolgerebbero le attività esterne (lavoro, svago, attività sociali ecc.) in piena libertà. La rete di supporto garantita dalla Cooperativa proponente sarà di tipo: - Personalizzato: o Psicologico-psichiatrico (3 ore settimanali) o Infermieristico (al bisogno) - economico: o costo della locazione o costi delle utenze o fornitura pasti (3 volte al giorno) - di accompagnamento al lavoro: o tutoraggio o borse lavoro o lavoro contrattualizzato - di sostegno nelle attività di svago e sociali: o partecipazione a soggiorni di vacanze marine/montane, gite, serate sociali, cinema e teatro, ristorante o partecipazione a feste e attività programmate canoro-musicali o balli ecc. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - OSS; - educatori professionali (di cui uno con funzioni di coordinamento); - animatori sociali; - Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale di Ambito; - Personale ASL. 246 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi INTERVENTI PER PERSONE CON DIPENDENZE PATOLOGICHE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 34 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: INTERVENTI PER PERSONE CON DIPENDENZE PATOLOGICHE Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 638.226,00 (€ 431.226,00 RISORSE COMUNALI - € 207.000,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: SOGGETTI IN TRATTAMENTO PRESSO L’UNITA’ OPERATIVA SER.T DI MESAGNE; SOGGETTTI CON DIPENDENZE PATOLOGICHE ACCERTATE N° medio annuo previsto di utenti: 35 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo servizio ci si propone di : - Attivare una serie d’interventi mirati a facilitare l’accesso al mercato del lavoro da parte delle persone in situazione di dipendenza o di difficoltà sociale; - promuovere interventi economici mirati a supportare le situazioni di fragilità anche nella fascia di popolazione minorile; - promuovere interventi di inserimento lavorativo mediante progetti di formazione al lavoro o di orientamento lavorativo. E’ prevista l’erogazione di 35 tirocini formativi di durata annuale (500 € mensili nette). Il tutoraggio per il reinserimento sociale sarà assicurato dal Servizio Sociale Professionale di Ambito, in collaborazione con gli operatori del Ser.T, mentre l’inserimento lavorativo sarà facilitato 247 dal Centro Territoriale per l’Impiego e dalle Organizzazioni Imprenditoriali. Le principali attività previste saranno: - Individuazione dei soggetti da inserire nel progetto (domanda); - Individuazione soggetti in grado di garantire un’offerta di lavoro; - Elaborazione di Piani individualizzati di Inserimento; - Supporto ed accompagnamento dei tirocinanti; - Attività formative e di orientamento. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Servizio Sociale Professionale di Ambito; Operatori Ser.T.; Assistenti Sociali di altri servizi interessati; Operatori Centro per l’Impiego; Referenti Organizzazioni Imprenditoriali. 248 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 35 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV Art. del r.r. 4/2007: 107 Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA N° medio annuo previsto di utenti: 50 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo servizio ci si propone di : - Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori; - Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di essere umani; attraverso: - Potenziamento e consolidamento operativo della rete delle strutture e dei servizi di prevenzione e contrasto della violenza; - Realizzazione di convenzioni con CAV del territorio. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Servizio Sociale Professionale di Ambito; Assistenti Sociali di altri servizi interessati. 249 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - RESIDENZIALE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 36 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV Art. del r.r. 4/2007: 80-81 Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA N° medio annuo previsto di utenti: 50 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo servizio ci si propone di : - Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori; - Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di essere umani; attraverso: - Potenziamento e consolidamento operativo della rete delle strutture e dei servizi di prevenzione e contrasto della violenza; - Realizzazione di percorsi di inserimento in Casa rifugio; - Pagamento rette per inserimento residenziale presso strutture autorizzata. 250 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Servizio Sociale Professionale di Ambito; Assistenti Sociali di altri servizi interessati. 251 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - EQUIPE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 37 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - EQUIPE Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 25.000,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA N° medio annuo previsto di utenti: 50 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo servizio ci si propone di : - Prevenire e contrastare la violenza su donne e su minori; - Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari integrate; attraverso: - Attivazione/consolidamento di un’équipe integrata multi professionale fra servizi sociali, sanitari di base e specialistici, servizi giudiziari; - Realizzazione di un protocollo operativo comune. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Servizio Sociale Professionale di Ambito; Assistenti Sociali di altri servizi interessati. 252 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi INTERVENTI DI PREVENZIONE IN MATERIA DI DIPENDENZE PATOLOGICHE Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 38 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: INTERVENTI DI PREVENZIONE IN MATERIA DI DIPENDENZE PATOLOGICHE Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 33.200,00 (€ 25.000,00 RISORSE COMUNALI - € 8.200,00 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI DI RIFERIMENTO N° medio annuo previsto di utenti: 50 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo servizio ci si propone di : PROMUOVERE, COSTRUIRE E VALIDARE LA “PREVENZIONE DI QUALITÀ” ATTRAVERSO : - Qualità dei sevizi alla persona con la definizione di un piano organico per la prevenzione delle dipendenze; - il coordinamento di rete tra i servizi specialistici di prevenzione, i servizi di prevenzione ed animazione, i servizi sanitari pubblici; - la qualità e l’efficacia dei servizi di prevenzione con il coordinamento pubblico-privato attraverso il monitoraggio e la valutazione della qualità dei servizi erogati; - istituzione di un albo territoriale delle risorse e degli interventi per la prevenzione di qualità; - una cultura della sensibilità al benessere e alla salute in tutti i soggetti di riferimento per l’universo giovanile; 253 - momenti di formazione congiunta e coordinata tra Dipartimento Dipendenze Patologiche, Comuni afferenti l’ambito, scuole, parrocchie, Enti Ausiliari, Associazioni, Famiglie. AGGANCIARE E CONOSCERE LA FASCIA DI POPOLAZIONE GIOVANILE A RISCHIO - conoscere luoghi, spazi e modalità di incontro, il mondo giovanile ed i relativi bisogni attraverso la stesura di una mappa di comunità ; - agganciare attraverso l’utilizzo dell’Unità mobile del Dipartimento Dipendenze Patologiche, i giovani del territorio; - sollecitare modalità informali di confronto e discussione con il mondo degli adulti e delle Istituzioni; - promuovere momenti di formazione per gli operatori impegnati nell’azione educativa di strada; - informare e formare i giovani contattati; - fornire informazioni socio- sanitarie corrette ai giovani contattati; - facilitare e promuovere momenti di aggregazione ed animazione finalizzati alla diffusione di informazioni socio-sanitarie; - Promuovere momenti di formazione per giovani maggiormente interessati ai percorsi di prevenzione; - attivare percorsi di prevenzione secondaria; - contattare ed agganciare precocemente casi di dipendenza patologica da alcool e/o droghe e cyber dipendenza tra i giovani; - promuovere interventi di” counseling” ed ascolto precoce; - costituzione di laboratori educativi - ricreativi presso istituti scolastici dell’Ambito. Le principali attività previste sono: FASE PRELIMINARE La formazione è un elemento fondamentale per le politiche di prevenzione e inclusione sociale. Sarà rivolta agli operatori che costituiranno l’equipe di educativa di strada senza escludere una potenziale formazione indirizzata agli adulti della rete (genitori, insegnanti, responsabili di Istituzioni, Forze dell’ordine ecc…). FASE DI COSTITUZIONE DELLA RETE Si costituirà un gruppo congiunto pubblico-privato (ASL, Servizio Sociale professionale, terzo settore) capace di coordinare, monitorare e supervisionare il lavoro da compiere in ordine alle azioni di prevenzione e promozione. Per di più le risorse ASL avranno funzione di formazione. FASE DELLA MAPPATURA DEL TERRITORIO Si provvederà alla mappatura topografica, demografica e relazionale, attraverso l’uso degli strumenti relativi alla dimensione dei metodi e delle tecniche delle scienze sociali, in modo da conoscere in termini precisi la rete territoriale sulla quale si intende intervenire. FASE DI AGGANCIO ED ASCOLTO Sarà realizzata dall’equipe di strada con l’utilizzo dell’Unità mobile di strada attrezzata in modo tale da rappresentare la zona di accoglienza riservata all’ascolto. FASE DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE L’equipe di strada utilizzerà, provvederà alla distribuzione del materiale informativo prodotto dal laboratorio del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’ASL di Brindisi. Questa fase sarà supportata da giovani che avvicineranno l’equipe di strada e fidelizzeranno con le attività. FASE COSTITUTIVA DEI LABORATORI Le attività laboratoriali previste, saranno condotte da personale ASL e componenti delle equipes di “Educativa di Strada”. Si procederà con: - costruzione dinamiche di gruppo e focus su temi, problematiche, aspettative emersi nella fase delle dinamiche di gruppo; - attuazione di un progetto su “Assertività e autostima” - attuazione di un progetto di “ Espressività e modelli di comunicazione” - redazione di materiali utili alle attività di informazione e sensibilizzazione ma anche di documentazione; nuclei di discussione attraverso la definizione di bibliografie – filmografie mirate; - utilizzo di due risorse, una di ogni equipes, per la prevenzione delle cyber dipendenze. Le equipes nello specifico interverranno nei “non luoghi” frequentati dai ragazzi, soprattutto nei periodi estivi e nelle località marine che presenteranno la maggiore incidenza rispetto al fenomeno 254 dipendenze. Inoltre le equipes si muoveranno presso le scuole presenti nell’ambito al fine di sensibilizzare docenti e discenti e con l’obiettivo di agganciare eventuali casi rilevati di concerto con le dirigenze scolastiche. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Figure laureate nel campo delle scienze sociali (psicologo, sociologo, educatore professionale, assistente sociale) costituenti le due equipes di educativa di strada. Due esperti informatici per l’elaborazione grafica dei prodotti laboratoriali. Risorse ASL: medico, psicologo, assistente sociale, educatore. 255 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI FAMIGLIA Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 39 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI FAMIGLIA Art. del r.r. 4/2007: 47-48-49-50 Importo totale programmato: € 881.597,00 (RISORSE COMUNALI) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: MINORI FUORI FAMIGLIA N° medio annuo previsto di utenti: 30 Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo servizio ci si propone di sviluppare e implementare le soluzioni più idonee per l’accoglienza dei minori fuori famiglia, ossia: - Comunità familiare (art. 47 RR 4/2007) - Comunità educativa (art. 48 RR 4/2007) - Comunità di pronta accoglienza (art. 49 RR 4/2007) - Comunità alloggio (art. 50 RR 4/2007) Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Servizio Sociale Professionale di Ambito. Assistenti Sociali dei 9 Comuni dell’Ambito. 256 Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi UFFICIO DI PIANO Annualità: 2014 2015 AMBITO DI MESAGNE PROVINCIA DI BRINDISI 2016 Informazioni generali Ente titolare: ambito comune Tipologia gestione: ambito comune Obiettivi di servizio: SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013) Numero progressivo: 40 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie) Denominazione servizio: UFFICIO DI PIANO Art. del r.r. 4/2007: altro Importo totale programmato: € 99.078,00 (€ 20.360,64 FNPS - € 14.127,81 FGSA - € 61.489,55 RISORSE COMUNALI - € 3.100 RISORSE ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ________________________________________) Tipologia di utenti: INTERO AMBITO - INTERA POPOLAZIONE N° medio annuo previsto di utenti: Cittadini dell’Ambito che usufruiscono del servizio Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’Ufficio di Piano, con sede presso il Comune di Mesagne, è costituito in riferimento alla Convenzione tra Comuni per la gestione associata. E’ organo strumentale gestorio, tecnico-amministrativocontabile, dei Comuni associati per la realizzazione del sistema integrato di welfare e persegue i seguenti obiettivi: - coordinamento e gestione delle azioni necessarie alla realizzazione degli obiettivi strategici, definiti nel Piano di Zona; - supporto al raccordo tra gli attori sociali coinvolti nel sistema. L’Ufficio di Piano, in particolare, presidierà le seguenti funzioni: 1. programmazione e progettazione; 2. gestione tecnica ed amministrativa; 3. gestione contabile e finanziaria; L’ Ufficio di Piano avrà le seguenti competenze: - predisposizione degli atti per l’organizzazione e l’affidamento dei servizi, e conseguente gestione delle procedure individuate; - predisposizione dei Protocolli d’Intesa e degli atti finalizzati a realizzare il coordinamento delle azioni riferibili al Piano di Zona; - predisposizione degli atti di programmazione per l’attuazione del Piano di Zona; - direzione, sotto il profilo amministrativo, del Servizio Sociale Professionale di Ambito e del Segretariato Sociale Professionale di Ambito, articolato in front-office municipali; 257 - organizzazione, attraverso la rete del Segretariato Sociale di Ambito ed il Servizio Sociale Professionale di Ambito, della raccolta delle informazioni e dei dati presso tutti i soggetti attuatori dei servizi, al fine di realizzare il sistema di monitoraggio e valutazione; predisposizione di tutti gli atti necessari all’assolvimento dell’obbligo di rendicontazione da parte del Comune Capofila, custode e affidatario del fondo complessivo dell’Ambito; elaborazione di proposte, indicazioni e suggerimenti diretti al Coordinamento Istituzionale, in tema di iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori, di gestione ed eventuale rimodulazione delle attività previste dal Piano di Zona. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Personale amministrativo e contabile distaccato dai Comuni dell’Ambito. 258 Indice Introduzione ......................................................................................................................................... 0 Il Ciclo di vita del Piano Sociale di Zona ............................................................................................ 1 Il Percorso di Concertazione e di programmazione partecipata … …………………………………2 Capitolo I.............................................................................................................................................. 4 ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI .............................................................................................................................................. 4 1.1 DINAMICHE DEMOGRAFICHE ED EVOLUZIONE DELLA DOMANDA SOCIALE. 4 CELLINO SAN MARCO ..................................................................................................................... 113 ERCHIE ............................................................................................................................................. 114 LATIANO ........................................................................................................................................... 114 MESAGNE ......................................................................................................................................... 114 SAN DONACI.................................................................................................................................... 114 SAN PANCRAZIO SALENTINO ......................................................................................................... 115 SAN PIETRO VERNOTICO ................................................................................................................ 115 TORCHIAROLO ................................................................................................................................. 115 TORRE SANTA SUSANNA ................................................................................................................ 115 1.2 LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DI SERVIZI SOCIALI, SOCIOEDUCATIVI E SOCIO-SANITARI ........................................................................................... 123 A. LA MAPPA DELLE STRUTTURE DEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATI AUTORIZZATI AL FUNZIONAMENTO 123 B. I SERVIZI A TITOLARITÀ PUBBLICA E I SERVIZI PRIVATI CONVENZIONATI ................................... 130 C. PUNTI DI FORZA E DI CRITICITA’ NELLA DOTAZIONE ATTUALE: MAGGIORE FABBISOGNI ....... 131 Capitolo II ........................................................................................................................................ 140 LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO ......................... 140 2.1 LA STRATEGIA DELL’AMBITO TERRITORIALE PER IL CONSOLIDAMENTO DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE ........................................................................................... 140 A. I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA E LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI................... 140 B. IL SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’ E LA TUTELA DEI DIRITTI DEI MINORI .. 143 C. LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA E IL CONTRASTO DELLE MARGINALITA’ SOCIALI ................................................................................................................................... 144 D. I SERVIZI E GLI INTERVENTI PER LE POVERTA’ ESTREME E PER IL CONTRASTO DELLE NUOVE POVERTA’ .................................................................................................... 145 E. LA RETE DEI SERVIZI PER LA PRESA IN CARICO INTEGRATA DELLE NON AUTOSUFFICIENZE .............................................................................................................. 147 F. IL CONTRASTO DEL MALTRATTAMENTO E DELLA VIOLENZA ................................ 148 259 G. LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE ..................................... 149 2.2 QUADRO SINOTTICO: OBIETTIVI DI SERVIZIO PER UN WELFARE SOSTENIBILE ..................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito. 2.3 IL RACCORDO TRA LA PROGRAMMAZIONE ORDINARIA E LE RISORSE AGGIUNTIVE ............................................................................................................................. 158 A. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC INFANZIA – I ° STRALCIO ............................................................................................................................... 158 B. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC ANZIANI– I ° STRALCIO ............................................................................................................................... 161 C. LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL FONDO SVILUPPO E COESIONE – OBSERV (DEL. CIPE N. 79/2012) ............................................................................................................ 162 D. I BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE (AZIONI 3.3.1 – 3.3.2) ............................ 162 E. I PROGETTI SPECIALI (INTESA FAMIGLIA, PIANI DEI TEMPI, ECC….) ............................... 164 Capitolo III ....................................................................................................................................... 167 PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA ......................................................................................... 167 3.1 La Composizione del Fondo Unico di Ambito ………………………………………………..167 3.1.1 Le Risorse Ordinarie (FNPS - FNA - FGSA) ……………………………………………168 3.1.2 Le Risorse aggiuntive (FSC - PAC) ………………………………………………………..168 3.1.3 Il Cofinanziamento con risorse proprie dei Comuni ………………………………………169 3.1.4 La spesa sociale totale dei Comuni………………………………………………………… 172 3.1.5 Attività di monitoraggio fisico e finanziario del P.d.Z. ……………………………………175 Capitolo IV ....................................................................................................................................... 181 GLI ATTORI DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE ............................................................... 181 4.1 LE SCELTE STRATEGICHE PER L’ASSETTO GESTIONALE ED ORGANIZZATIVO DELL’AMBITO .......................................................................................................................... 181 4.2 LA GOVERNANCE PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE ................................. 183 CAPITOLO V .................................................................................................................................. 186 LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO...................................................................................... 186 5.1 LE SCHEDE DI PROGETTO PER POLITICHE DI INTERVENTO E OBIETTIVI DI SERVIZIO ................................................................................................................................... 186 260